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djmayhem

Tifoso Juventus
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  1. vinciamo la champions? se fosse così me la guardo
  2. Anche calciopoli è iniziata così. Indagine della procura di Torino, nulla di penalmente rilevante, passano alla procura federale e scoppia il bubbone. Qui sarà difficile per accusa dimostrare le plusvalenze fittizie, ma magari la procura federale trova un illecito, ci tolgono qualche scudetto, qualche trofeo e ci mandano in B come il Chievo... Se aa lo lascia fare è un babbo all ennesima potenza, soprattutto dopo che Milan e Inter non hanno subito niente Comunque una indagine all anno è ormai d'obbligo
  3. Dopo queste sconfitte ci incazziamo ma dentro un po' pensiamo "beh, ora la dirigenza interverrà, manderà via i bidoni e prenderà qualche rinforzo degno di questo nome"... Lo pensavamo 6 mesi fa, e in estate hanno preso locatelli e Kean...
  4. Al solito fenomeni con malmoe e zenit e poi scoppoloni a Stamford bridge
  5. darà anche questa volta la colpa a Moggi?
  6. vado un attimo leggermente OT mi è capitato di vedere il trailer di un film svedese "Tigers", che racconta la storia di una giovane promessa svedese che a 16 viene acquistato dall'Inter (primavera), arriva in Italia e tra infortuni, bullismo, sesso, droga, ecc. se ne torna a casa con la coda tra le gambe. Faccio una breve ricerca e scopro che si tratta di un film tratto dal libro "All'ombra di san siro" (credo inedito in Italia) di Martin Bengtsson, che è una autobiografia di quello che gli è successo a Milano nel 2007. Ovviamente in Italia libro passato in sordina (ho trovato solo un trafiletto di Repubblica ( https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/02/07/il-libro-choc-dell-ex-primavera-inter.html ) e guai a parlarne perché parla anche di festini sesso e droga dei giocatori (Palazzi dove stavi?), soprusi e bullismo dei giocatori più grandi (Ibra?). Presentato al festival del cinema di Roma e poi chi l'ha più visto? https://www.diregiovani.it/2020/10/18/337918-tigers-la-storia-vera-di-martin-bengtsson-e-il-lato-oscuro-del-calcio.dg/ Vi lascio il trailer.
  7. Io capisco le critiche ma dire che il problema Dell attacco della Juve è dybala è come dire che il problema della Juve era cr7. Se poi parliamo degli infortuni quello è un altro discorso
  8. Vedrete che per una settimana parleranno solo del var che ha dato un rigorino, è dell intervento di De ligt su maruqui prima del contropiede di chiesa
  9. Sbaglio o siamo passati al 451? Ed è entrato kulu x Danilo. Sarà catenaccio fino alla fine. Sperem
  10. A me piacerebbe che ad andonio gli rispondesse, magari con ironia, qualche ex juventino, come Alex, Marchisio o buffon, a ricordargli come fosse un signor nessuno prima che trap lo chiamasse come giocatore, e poi quando il suo amico marotta lo chiamasse come allenatore.
  11. Però rompono il c**** ogni volta a bonucci e chiellini.
  12. ieri lo Sgoob di Ravezzani è stato: "la juve invece di investire i 100 milioni per il quinquennale a 20 lordi/anno a Dybala, li spende per cartellino + contratto di Vlahovic già a gennaio" prendetela per la sua solita Bonza (ricordo che Ravezzani aveva venduto Dybala al Barcellona sicuro per due volte)
  13. Non sono tutti Longhi, soprattutto in RAI, lui sì che era una enciclopedia vivente, e anche il figlio non scherza, fa parte della redazione di Top Calcio (dove lo stesso Longhi ha una rubrica) e risponde ai quiz dei telespettatori, basta dirgli una partita di seria A e lui ti dice il risultato e i marcatori, a partire dagli anni '80... tipo rainman
  14. Classica ultimi 10 anni, Napoli secondo a - 100, Inter quasi - 200
  15. io mi sono fatto questa idea: che al tribunale de L'Aia sia Moggi che Giraudo abbiano buone probabilità di vincere, cosa comporterà questo? Semplicemente che la FIGC dovrà rimangiarsi la LORO radiazione, cosa ovviamente a non serve se non a recuperare l'immagine. Per quanto riguarda i nostri scudetti ho seri dubbi, perché non sarà la Juve a vincere, ma i suoi ex dirigenti. Ovviamente se ne parlerà qui per un po', andranno a intervistare nuovamente Moratti, Materazzi e soci, Tuttosport farà qualche titolo del tipo: "E ora ridateci gli scudetti", ma la juve non avanzerà alcuna pretesa in attesa che sia la FIGC a fare il gesto, che non avverrà, anche perché di tutti i tribunali d'Italia nessuno sarà competente per la riassegnazione. E state certi che non ci verrà riconosciuto alcunché. A meno che la Juve non ritorni con i 400 milioni di richiesta danni. Ma per ora siamo nella fantascienza
  16. posto qui l'articolo segnalato da Dark Wizard da l'arena del calcio, dove si commenta la sentenza di condanna alla Rai per il comportamento tenuto nei confronti di Beha ai temi di calciopoli Rai costretta a risarcire famiglia di Oliviero Beha. Era stato demansionato dopo Calciopoli: “La sua visione del processo era scomoda e perciò era stato zittito” 7 Novembre 2021 C’è una notizia, che è passata sottotraccia e che i grandi media non hanno diffuso, nemmeno la Rai, che è stata protagonista in negativo della vicenda. La Tv pubblica è stata costretta a risarcire la famiglia di Oliviero Beha, il giornalista scomparso qualche anno fa, che era stato “ridimensionato” prprio dalla Rai dopo la vicenda Calciopoli: Ebbene ora l’emittente televisiva dovrà risarcire la famiglia. Dunque giustizia è fatta per Oliverio Beha morto qualche anno fa, ma che si è sempre battuto per un giornalismo libero e per questo fatto fuori o ridimensionato come successo con il caso di Calciopoli. La Rai lo aveva appunto “demansionato” e oggi, dopo anni di processi, l’emittente televisiva è costretta a risarcire la famiglia del giornalista per 180 mila euro. A raccontare la storia nel dettaglio è stato un suo collega, Angelo Forgione, che ha voluto ripercorrere la storia del giornalista. Ecco l’intervento di Forgione sui social, che rende onore ad Oliviero Beha. “Leggete con un po’ di pazienza questa notizia che sostanzialmente nessuno ha dato, a cominciare dalla Rai, in un paese in cui il giornalismo di inchiesta, quella vera, taglia le gambe a chi la fa”. “E se poi provi a scoperchiare il pentolone del calcio… Era deceduto da quattro mesi, Oliviero Beha quando la Corte di Appello di Roma, nel settembre del 2017, aveva condannato la Rai a versare 180mila euro alla sua famiglia, riconoscendo che il giornalista era stato demansionato dall’azienda tra il 2008 e il 2010, anni di fuoco del processo a Calciopoli, pur avendo un contratto da caporedattore con Rai Sport”. La causa, ovviamente, l’aveva intentata lui da vivo, perché, più che demansionato, era stato proprio neutralizzato, escluso dall’attività redazionale e relegato a compiti marginali”. “Dopo quella sentenza, la Rai avrebbe potuto evitare di ricorrere in Cassazione, come richiesto dalla segreteria della Commissione di Vigilanza Rai, così rispettando la memoria di un professionista scomparso e ormai non più fastidioso. Sarebbe stato un gesto di rispetto, se non di scuse, per la memoria del giornalista e per la sua famiglia, ma l’Azienda decise di proseguire la sua squallida battaglia”. “Un paio di giorni fa è giunta la sentenza della Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso della Rai e ha confermato la sentenza d’Appello del 2017. Inutile dire che si tratta di servizio pubblico, e pertanto i danni sono anche a carico dei contribuenti, ma il vero problema è etico, e attiene al diritto allo svolgimento dell’esercizio informativo, nonché al dovere, quello a cui la Rai non ha ottemperato, anche evitando di informare sull’esito della causa stessa. Trovare la notizia sul web non è facile, e dispiace che Beha non abbia mai potuto vedere riconosciute giudiziariamente le sue rivendicazioni”. “Dava assai fastidio all’italico sistema la sua voce libera, senza compromessi, graffiante e per questo urticante. Un Maestro di Verità con l’etichetta di giornalista scomodo nel paese dell’ipocrisia, il più osteggiato e censurato di tutti i giornalisti italiani dell’ultimo trentennio. Il primo, in Italia, a fare inchiesta nel mondo del calcio. “La sua visione del processo a Calciopoli era scomoda e perciò era stato zittito. Per lui era una farsa per limitare i danni, e aveva perfettamente ragione, perché non era stata solo la Juventus di Umberto Agnelli e dei fidi Moggi e Giraudo a manovrare ma anche l’Inter di Moratti e Facchetti, e poi oltre”. “La pensavo esattamente alla stessa maniera e perciò lo contattai nel 2014, mentre scrivevo il manoscritto per il mio futuro libro Dov’è la Vittoria sul mondo del pallone sgonfiato. Glielo feci leggere in anteprima e lui, apprezzando il complesso lavoro, mi concesse il privilegio di una sua prefazione, e anche quello di dialogare sul prezzo che pagava da tempo per raccontare la verità. Mi disse che si sentiva calpestato come professionista e come uomo. Era “serenamente” convinto di essere stato inserito in una “lista nera” di indesiderati, visto che ogni volta che veniva invitato in una trasmissione finiva per essere estromesso all’ultimo momento. Sapeva di essere boicottato dai mediocri ma potenti che lo odiavano, e mi fece anche qualche nome… di donna… che gli aveva vietato l’accesso in redazione”. “[…]Era riuscito ad approdare in Rai senza alcuna spintarella, ottenendo nel tempo pure la nomina a vicedirettore di RaiSport. Non direttore perché non era raccomandato da nessun politico, lui che era inviso a certi poteri e ai consigli d’amministrazione. Era stato imbavagliato anche lì, dove gli avevano spento la radio che aveva fatto per dodici anni (Radio Zorro e Radio a Colori) con i massimi risultati di ascolto e gradimento. Aveva fatto causa all’Azienda, che, nel 2004, era stata condannata in sede civile per la forzata inattività”. “Stessa musica nell’aprile 2007, quando alla Rai era stato disposto di impiegare Beha “in maniera adeguata alla carica di vicedirettore”. Macché! I vertici di Viale Mazzini avevano continuato a ignorare la sentenza, concedendogli il contentino di una striscia domenicale di due minuti alla fine del Tg3 delle 19. L’aveva sfruttata analizzando a modo suo le vicende torbide di Calciopoli, appunto. Scomodo anche così, molto scomodo, pur già degradato a caporedattore, e neanche quello spazio di approfondimento aveva potuto conservare. Lo avevano zittito di nuovo, spostandolo su un binario morto della redazione”. “Ma lui non si era arreso, e oggi, anche da morto, ha vinto pure quest’ultima battaglia. Me ne rallegro profondamente anch’io, perché ero evidentemente un suo fan, per il suo modo di raccontare non solo le verità del calcio. Lo aveva chiaramente capito, lui che di prefazioni ne scriveva difficilmente, e perciò, quando mi consegnò quella scritta per il mio libro, mi dedicò una semplice ma lusinghiera riga privata: “Come leggerai, sono un tuo fan, sia pure ragionato”. Ed è, quel “ragionato”, una medaglia che sempre porto orgogliosamente al petto, mostrandola a quei ronzini con i paraocchi che, quando parlo di calcio manipolato, mi danno del complottista”.
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