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djmayhem

Tifoso Juventus
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  1. bastava che qualcuno chiamasse Criscitiello e lui faceva arrivare il suo aereo personale a trapani a prendere i ragazzi
  2. di Antonio La Rosa Prima di commentare la gara, credo utile commentare altre vicende di sabato pomeriggio, che hanno a che fare con l'infamia e la disonestà, di soggetti che ormai la fanno franca e sono impuniti grazie alla copertura dell'antijuventinismo immanente che copre qualsiasi nefandezza se avviene contro la Juventus, la sua tifoseria, i suoi giocatori, anche del passato. Poi se dall'altra parte c'è il napoletame, qualunque cosa non solo passa in cavalleria, ma magari trova le giustificazioni ufficiali di media con minore dignità del napoletame (mi perdonino i napoletani in genere, che mi auguro prendano le distanze SEMPRE da questa fogna sociale che offende tutti, non solo la città di Napoli). Che nel tifo possano esserci anche degenerazioni, è un fatto che accade, non giustificabile, ma tutto sommato rientra in una sorta di "normalità". Sentiamo sempre cori di odio, di scherno, da condannare, ma spesso ci si passa sopra, escluso quando siano fatti dalla curva sud dello Juventus Stadium, come sapete. Ma che mascalzoni che non dovrebbero trovare spazio nella società, ancor meno negli stadi, offendano il minuto di silenzio in memoria di Totò Schillaci, è cosa degna della peggiore fogna umana che possa circolare, e, mi spiace dirlo, non poteva che appartenere quella fogna, alla tifoseria più incivile d'Italia, quella odiata ovunque, ma protetta ovunque, quella che non doveva essere presente ieri allo stadio, ma trova il TAR pronto ad accogliere le loro istanze. Quanto accaduto ieri è davvero il peggio che possa accadere in uno stadio, offende tutti e offende soprattutto il fatto che nessuna condanna sia arrivata dalla società sportiva calcio Napoli 1926, da suoi dirigenti e tesserati, compreso quel signore che è stato applaudito nel giro di campo fatto a fine gara, che non si è neppure lui degnato di condannare quell'infamia, lui che con Schillaci ci ha giocato un anno alla Juventus, lui che dice di rimanere sempre juventino dentro, cosa che dice solo per avere qualche applauso di ingenui gonzi che pensano sia Conte ancora uno juventino dentro, mentre non è altro che un soggetto rientrante nella quarta categoria della scala di Don Mariano Arena, quella tra gli ominicchi e i quaquaraqua. aggiungo anche che se quell'Italia Argentina del 1990 non si fosse giocata al San Paolo (guarda un po'), ovvero la casa di Maradona, forse le cose sarebbe andate in maniera diversa
  3. L’unico progetto rimasto è Giuntoli Di Crazeology Non tanto tempo fa, nell’analizzare la situazione complessiva della Juventus, avevamo notato e anticipato che il progetto di John Elkann è non fare nessuno sforzo, non avere nessun progetto, e assumere qualcuno competente per la parte sportiva, non tanto per vincere, ma per non dover mettere altri soldi nel club. Giuntoli sta facendo quello che può, senza i soldini e l’aiuto del padrone. Se arriveranno grandi risultati, saranno un effetto non programmato e non voluto davvero dall’ingegnere. Certo, con l'atalantino forse si è andati lungo sulle cifre, e con alcune zavorre ci abbiamo perso qualcosa senza monetizzare granché, ma evidentemente non c'erano altre strade. Si è pensato anche molto ai conti del futuro, come in effetti voleva Elkann. Dubito si potesse fare di meglio in queste condizioni. Questo però evidenzia molto il problema di fondo della Juve, che non è tanto la gestione sportiva, quanto la mancanza di progetto complessivo. Tutto ciò che è stato fatto da Agnelli negli anni passati è finito nel cestino, sia cose utili e sia cose errate alle fondamenta. È una vera e propria dicotomia di gestione, scientemente organizzata, per la solita guerra famigliare da bambini dell’asilo della grigia famigliola ex-torinese, ora olandese. Molto facile da realizzare peraltro, soprattutto quando tifi per l’Inter come l’ingegnere gestionale exoriano di nostra conoscenza. Si continua a non cercare davvero nuovi modi per fatturare. Progetto Continassa, J Medical, alberghi, ecc, tutto fermo a ciò che c’è, senza passare allo step imprenditoriale successivo per crescere. Come avevamo già detto, ciò non basterebbe di certo a risollevare le sorti economiche del club raggiungendo i colossi europei, è provato dal punto di vista empirico che è impossibile, ma anche quei segmenti minori avrebbero la loro piccola importanza insieme a tutto il resto. La vera cartina tornasole di questa situazione però ce l’ha data di recente Scanavino in una intervista, quando ha toccato il tema più importante di tutti, ossia la penalizzazione subita, definendo il presidente Ferrero come lo “stratega” dell’atteggiamento patteggione al ribasso che tutti ricordiamo. Ergo, la qualità dei dirigenti attuali e di queste scelte la dice lunga sull’interesse di Elkann per la Juve, ossia meno di zero. Persino i vecchi ricorsi pastocchiati del cuginetto sono stati cestinati, e l’immagine del club cestinata come sempre insieme ad essi. In tanti avranno notato le difficoltà nel trovare uno sponsor per la maglia degli ultimi mesi. Momentaneamente si è fatta una nobile scelta umanitaria in attesa di qualcosa di più redditizio. Ebbene, per conto mio, e da quel poco che mi è dato sapere da qualche mio test dialettico con imprenditori di professione, l’immagine del club ha parecchi sfregi, e le mancate difese legali e mediatiche lungo i decenni stanno procurando danni da diverso tempo. Questo è il risultato. Lo so, negli anni scorsi gli sponsor c’erano, e per una buona parte del mondo la Juve era sporca anche con CR7, ma essendo la squadra anche molto competitiva, in un modo o nell'altro investire sulla maglia portava ugualmente i suoi tornaconti. Oggi non tanto, c’è la visibilità del grande club, ma si esce da un altro disastro giuridico e mediatico, ed è palese a chiunque che è stato ridimensionato tutto il progetto. Il primo forte segnale è stato il non rinnovo di Jeep. Ma a questo primo dato importante, si aggiunge il fatto che la società e la proprietà, per l’appunto, come tutti ricordiamo bene, hanno tenuto per tanti mesi non solo un atteggiamento di ridimensionamento complessivo, ma anche di patteggiamento e di ammissione di tutte le colpe in Italia e in Europa. Chi investe però deve farlo oggi, immaginando ragionevolmente cosa avviene oggi e nel primo domani (1/2 anni). Metto i soldi o non li metto? Mi conviene o no? E se mi conviene, quanto meno per la visibilità minima conclamata del grande club, quanto mi conviene? Poco. La Juve è un club divisivo. In tanti, troppi, la odiano. Gente a cui, già solo a bocce ferme, sarà difficile vendergli qualcosa. E non c'è nessuno che mette un freno a questi fatti/dicerie, che dir si voglia. Nemmeno i padroni, grossi industriali, grossi finanzieri ed editori potentissimi. Inoltre, anche all’estero, i semplici sportivi osservatori non tifosi, ormai considerano il club con occhi diversi dal passato, perché il chiacchiericcio sporco e le vicende legali hanno girato per il mondo. Quindi dipende anche dal progetto imprenditoriale di chi investe. Cosa si prefigge di ottenere, come minimo indispensabile, dall'investimento. Se c'è tutta questa difficoltà a trovare lo sponsor, a questo punto è facile sostenere che in molti potenziali investitori ritengano che nemmeno quel minimo indispensabile ritorno economico sia garantito. Ed è molto grave. E poi c'è la concorrenza, ossia il ventaglio tra cui scegliere. La Juve non è l'unica possibilità per farsi pubblicità; ci sono mille altre squadre, ci sono tv, giornali, internet, ecc, ossia tipologie con meno effetti collaterali indesiderati. So cosa state pensando, cari lettori: visto che è appena passato l’ennesimo lugubre anniversario del ritiro del ricorso al Tar del 31/08/2006, noi vecchi rancorosi ci stiamo ancora lamentando di Calciopoli? Nein! Il punto non è tanto calciopoli, o le dicerie. Son passati quasi 20 anni. Il punto è che una volta ti accusano delle peggio cose e tu lasci correre, una volta non rubi ma ti prendi la colpa, una volta ti beccano a fare nulla e tu dici che sei colpevole in cambio di uno sconto di pena, ecc, ecc. La storia si ripete periodicamente, e i giornali di famiglia menano duro e scandiscono il ritmo per tutti gli altri. Il punto è che se la squadra gira e ottiene qualche buon risultato forse lo sponsor alla fine lo si trova, probabilmente, ma rendi le cose sempre più difficili, e allontani a prescindere già un certo numero di possibili investitori. Devi accontentarti di ciò che offrono quelli che rimangono. Questo atteggiamento tenuto per decenni ci ha portato dove siamo oggi. Una Juve “pulita”, anche molto ridimensionata come quella odierna, anche se in piena ricostruzione, in teoria uno sponsor lo troverebbe a mani basse, magari accontentandosi un po' sulle cifre. Certo, lo so, è ovvio, ci sono tanti fattori che influiscono, c'è la competitività sportiva, c'è il progetto, c'è il sex appeal, ma c'è anche l'immagine che hai e come la difendi/tuteli. Un investitore serio queste cose le deve considerare, per forza, prima di fare i conti della serva, sennò è un fessacchiottone. La questione è che qui le proposte erano pochissime e al ribasso, quasi inesistenti, ossia nessuno vuole tirare fuori manco più due spicci. Giustamente. Il nome “Juventus” oggi spaventa. Si tira indietro Jeep, e mette fuori in scioltezza i soldi un altro? A queste condizioni? E chi è costui, Babbo Natale? E se poi scoppia un altro scandalo campato in aria? E se poi arriva qualche nuova condanna per qualsivoglia sciocchezza? Il rischio c'è, lo sanno anche i sassi. E se dovesse succedere, la Juve non si difenderà, come al solito. Sono almeno 25 anni che le cose vanno così. Attenzione cari lettori, voi giustamente pensate istintivamente alla prima maglia, ma c'è anche tutto il resto (stadio, iniziative commerciali di vario genere, spazi pubblicitari, ecc); la Juve da anni ci sta rimettendo un mucchio di soldi, potenziali guadagni buttati a mare. Un conto è vendere uno spazio commerciale su un pannello pubblicitario con 2 interessati, un conto è venderlo con 15 interessati. C'è differenza su quello che ci si mette in tasca. Io imprenditore, devo affiancare il nome della mia azienda a quello di una squadra storicamente al centro di inchieste, e dicerie di tutti generi, e senza un progetto imprenditoriale vero. Una squadra che, in accordo con Uefa e Federazione italica, ha palesemente accettato accuse e condanne, in cambio di un piatto scadente di pasta e fagioli, e scelto di non essere competitiva per qualche anno. Oggi la Juve è solo Giuntoli, è lui l’unico progetto in cui sperare, tutto il resto è contorno quasi inutile. Attenzione, questo fino a quando non verrà inquisito o arrestato per aver tagliato di soppiatto l'orecchio di Van Gogh, o per aver ammazzato i due fratelli Kennedy. Comprensibile dunque la curiosità e l’entusiasmo di molti tifosi per la giovane e fresca Juventus targata Giuntoli, ma a quelli come noi di GLMDJ, che abbiamo spirito critico e di osservazione, che abbiamo addosso le innumerevoli cicatrici del passato, presente, e futuro che si ripropongono periodicamente, viene spontaneo ragionare in questi termini: il boicottaggio continua, nessuno ha dimenticato niente, non c’è vittoria che potrà far archiviare la nostra voglia di giustizia. Saremo vicini alla squadra boicottando tutto, guarderemo i match utilizzando i sistemi grauiti alternativi. Tocca a noi questa volta appropriarci delle parole vergognose pronunciate da John Elkann nel maggio del 2006, dopo quel famoso Juve-Palermo giocata al defunto Delle Alpi, rieditandole al nostro scopo: «Siamo vicini alla squadra e all'allenatore, oltreché al direttore sportivo. Della situazione strutturale orrenda del club, e della sua immagine devastata, continueremo a parlarne. Tutta la vicenda complessiva degli ultimi decenni infatti, non ci ha mai lasciato indifferenti, e visto che non ci sono le sedi opportune per discuterne e per risolverla, auspichiamo la vendita del club a qualcuno che abbia a cuore lo sport, la regolarità dei tornei, la Juventus e l’onorabilità che questa deve avere. La famiglia Agnelli è solo un lontano ricordo, oggi non esiste più. La famiglia Elkann invece non è mai esistita, se non per la seconda squadra di Milano a cui ha regalato con affetto e amicizia, direttamente e indirettamente, un certo numero di trofei e la seconda stella. Stella che, non dimentichiamocelo mai, ovviamente vale meno di quella da sceriffo, di plastica, comprata insieme alla pistoletta giocattolo, da un bambino che gioca agli indiani e i cowboy con gli amichetti nel cortile di casa».
  4. sì, vabbè, vi ricordo che al processo di calciopoli venne presentato un video del sorteggio degli arbitri che la difesa di moggi dimostrò essere stato tagliato e montato da qualcuno, quando la giudice ne chiese una perizia il video (prova in un processo) scomparve, e finì lì, nessuno indagò su chi avesse manipolato e fatto sparire il video (tribunale di napoli, guarda caso). B con -30 punti...
  5. almeno ci hanno messo gli asterischi
  6. ieri sera a qsvs c'era Ordine che si è incazzato per questa storia, ha ironicamente detto che bisognerebbe fare un esposto a chi si è permesso di farlo
  7. ma chissà com'è che non troviamo uno sponsor all'altezza? forse perché dal 2006 non ci siamo mai difesi e lasciato che il nostro nome venisse infangato in ogni dove? anche in queste trasmissioni del c****
  8. Chinè sta preparando il dossier
  9. ahimè, sono di Seggiano... come il Beretta con cui , tra l'altro, ci ho anche avuto a che fare, per fortuna senza conseguenze
  10. m*****a ragazzi, a me vengono le lacrime PALERMO - Sono stazionarie le condizioni di Totò Schillaci, ma il quadro clinico dell'ex calciatore resta grave. Lo dicono dalla direzione sanitaria dell'ospedale Civico di Palermo dove l'eroe delle Notti magiche ai Mondiali di Italia '90 è ricoverato dalla serata dell'8 settembre, seguito dall'equipe del reparto di pneumologia. Il 59enne combatte da tempo contro un tumore che, nonostante le terapie e gli interventi a cui si è sottoposto, si sarebbe ripresentato dopo una precedente battaglia vinta. La Juventus e il mondo del calcio restano in ansia per l'ex attaccante, sessant'anni il prossimo 1° dicembre. L'ex bomber bianconero, oltre che di Messina, Inter e Jubilo Iwata, 16 presenze e 7 centri con la Nazionale azzurra, sei dei quali proprio nella sfortunata Coppa chiusa al terzo posto dagli uomini di ct Vicini, aveva parlato così lo scorso marzo della sua malattia: "Sono stato operato due volte, poi a distanza di sei mesi mi hanno trovato una piccola macchiolina sulla cervicale, me l'hanno bruciata una settimana fa con la radioterapia e oggi ho i controlli per sapere se tutto è a posto. Ma mi sento bene, vorrei continuare a vivere". Tanti i messaggi di sostegno dei suoi ex compagni, Roberto Baggio si è unito così: "Forza Totò!".
  11. io sono del paese del fattaccio, qui conosciamo bene il beretta e la cosca calabrese cui la vittima era affiliata, quello che tutti ci domandiamo è come mai un personaggio del genere, socialmente pericoloso, violento, condannato più volte per atti violenti, aggressioni, estorsioni e quant'altro continuasse impunemente ad andare in giro e a fare i suoi affari.
  12. poi non riusciamo a trovare uno sponsor all'altezza, ma guarda un po'...
  13. "votiamo inter!" dice già tutto
  14. dai, un anno in serie B a farsi le ossa e poi sarò pronto per una big
  15. anche io voglio il braccialetto di Rocchi
  16. quindi abbiamo pagato al porto 5 milioni per farlo giocare da loro, che geni
  17. Anche noi poveri stronzi, che ci siamo iscritti a fare? Ps Zazza ma la prima l'Inter non l'ha pareggiata?
  18. se la next giocasse con gli effettivi probabilmente sarebbe già stata promossa in B da tempo, ma con i migliori aggregati alla prima squadra deve sopperire convocando quelli della primavera, e quindi sta sempre lì a metà classifica
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