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CRAZEOLOGY

K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua -

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Beretta: "Ma la serie A

continua a valere un miliardo"

Parla il presidente della Lega: "I club stanno facendo scelte consapevoli.

Più poveri? Restiamo competitivi". La legge sugli stadi "sarà approvata in

tempi ragionevolmente brevi" e sul fair play finanziario l'Uefa "vigilerà"

di GIOVANNI CAPUANO (PANORAMA.IT 14-07-2012)

Club impegnati in una 'spending review' da far invidia al Governo, tifosi

perplessi se non arrabbiati e legge sugli stadi che dopo tre anni di stallo

finalmente è riuscita a scavallare l'ostacolo della Camera. Sono ore

frenetiche per il calcio italiano, stretto nella morsa degli sceicchi e di una

crisi che sta colpendo duro anche i magnati che fin qui l'hanno sostenuto ai

vertici mondiali. Se anche Berlusconi dopo Moratti alza bandiera bianca -

è il pensiero comune e diffuso - significa che siamo condannati a un futuro

di povertà tecnica oltre che economica. "Io invece non ci sto. Sono scelte

delicate e consapevoli che andranno giudicate quando tutti i tasselli saranno

stati completati" dice Maurizio Beretta, numero uno della Lega di Serie A

che in tanti descrivono come irrimediabilmente impoverita dalle strategie

di mercato di queste settimane.

Presidente Beretta, siamo davvero all'anno zero del nostro calcio?

"Parliamo di una società (Milan ndr) che è storicamente molto ben gestita e

ha un ruolo da protagonista in Italia e in Europa. E' ovvio che sono scelte

delicate e consapevoli che aprono a un rinnovamento sportivo e che andranno

giudicate quando tutti i tasselli saranno stati completati. Però ricordo che

già in passato, quando grandi club italiani si sono privati di top player,

alla fine hanno avuto intuizioni giuste".

Però adesso sembra diverso. E' come se venisse certificata la nostra

debolezza...

"Per il bene del sistema le scelte manageriali devono convivere con quelle

tecniche. Aggiungo che ci sono giocatori molto importanti ma il valore più

radicato è il marchio della società che ha una sua storia ed è accompagnato

dalla passione e dal tifo della gente. Un valore che sopravvive anche alla

partenza di un singolo campione".

I tifosi sono confusi. Rischiamo che il nostro campionato perda in

qualità tanto da diventare di retroguardia?

"Noi abbiamo perso posizioni nel ranking Uefa a causa di un'anomalia del

regolamento che equipara l'Europa League alla Champions League dove,

invece, negli ultimi anni non si può dire che i nostri club siano andati male.

Non penso che ci sia un rischio di impoverirci. Sottolineo anche che il nostro

campionato mantiene il valore fondamentale dell'equilibrio. Poi ci sono scelte

che andavano fatte per impostare programmi futuri e garantirsi la

sostenibilità economica".

Qual è il modello?

"La Bundesliga tedesca, ad esempio. Un modello che ha fatto crescere

progressivamente sia le società che i giocatori aumentando qualità e introiti

insieme".

Possiamo paragonarci alla Bundesliga che dieci anni fa era sull'orlo

della bancarotta?

"Eviterei luoghi comuni anche perché il nostro calcio, malgrado tutto, resta

vitale e molto seguito. E' giusto che si cerchi di far convivere le ragioni

dei bilanci con quelle tecniche, però posso dire che noi oggi siamo meglio del

movimento tedesco di dieci anni fa".

Avete appena venduto al meglio i diritti tv incassando circa un

miliardo di euro. Teme che le televisioni possano chiedervi conto

della fuga di tanti campioni?

"Io sono certo che il valore del nostro campionato rimane intatto. A fine

agosto faremo anche il conto degli arrivi oltre che delle partenze e comunque

la valorizzazione dei nostri diritti tv è adeguata. Lo dimostrano anche i

numeri: ogni fine settimana ci sono quasi 10 milioni di appassionati che lo

seguono e questa è una prerogativa tutta italiana".

Siamo all'avvio del fair play finanziario. Anche questo spinge i club

a tagliare i costi eccessivi?

"Il fair play finanziario è una sfida a cui tutti i club europei saranno

chiamati perché è logico che ogni attività economica trovi un suo equilibrio

nel medio periodo".

Noi tagliamo e gli sceicchi spendono. Non c'è un principio di

concorrenza sleale?

"Che il calcio europeo attragga investimenti da fuori è un elemento che va

guardato con interesse. Poi bisogna anche osservare le regole, l'Uefa vigilerà

e di questo siamo sicuri. Le norme del fair play hanno un loro percorso di

avvicinamento alla completa applicazione che verrà rispettato da tutti".

L'approvazione da parte della Camera del testo della legge sugli stadi

è la svolta che attendevate da anni?

"Sicuramente è una svolta importante. Era ferma lì dal 2009 dopo essere stata

licenziata dal Senato e i tempi cominciavano a essere lunghi. Il testo

approvato dalla Camera ha tanti punti di grande qualità e altri che andranno

valutati nell'applicazione pratica in modo da consentire la massima

valorizzazione per i club".

Però è un passo avanti necessario...

"E' il punto di partenza irrinunciabile per avviare il percorso per colmare

il gap competitivo che ci divide dal resto dell'Europa".

Tra pochi mesi saremo in campagna elettorale con alle viste le

elezioni della prossima primavera. Teme che possa mancare il tempo

per l'approvazione definitiva?

"Sono convinto che il percorso al Senato sarà concluso nei tempi giusti. Già

nel 2009 era stata mostrata attenzione e prodotto un testo di grande valore.

Sono ottimista e certo che arriveremo all'approvazione in tempi

ragionevolmente brevi".

Anche il presidente del Coni Petrucci per una volta non vi ha

bacchettati e ha applaudito alle scelte di questi giorni...

"Ripeto quello che ha detto Agnelli l'altro giorno: club e Lega hanno

lavorato molto per garantire un futuro al calcio italiano. Abbiamo modificato

in maniera innovativa l'accordo collettivo con i calciatori, aperto la

discussione per rinnovare la convenzione promo-pubblicitaria e sperimentato

l'applicazione della legge Melandri sulla vendita collettiva dei diritti.

Abbiamo fatto un gran lavoro nella direzione giusta. Quanto accade in queste

settimane lo conferma e la legge sugli stadi è il tassello che manca".

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SCOMMESSOPOLI

Ora Antonio aspetta

tra serenità e rischi

di ALVARO MORETTI & SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 15-07-2012)

ROMA Antonio Conte è sereno: alleggerito di un peso, ma non per questo

sollevato dal rischio di un deferimento che dalla Procura sembra assai

probabile. Lo dice tutta la strategia dell’accusa: tutto il Siena che fu (ed è

ancora) è passato a via Po anche per rispondere sul tecnico della promozione

2011. Quattro ore di interrogatorio sono lunghe, forse troppe per dire che

Conte possa ritenersi sereno e basta. Lui è convintissimo della sua innocenza,

a tal punto che la sua linea difensiva mirerebbe a uscire dal processo con il

proscioglimento. C’è però un realismo di fondo: Palazzi e la sua muta di

segugi non la pensano così e il pentito Carobbio rimane credibile. Tanto che

Disciplinare e Corte di Giustizia avvalorano la sua credibilità con le

motivazioni dell’ultimo processo. Il rischio è che se Carobbio viene

considerato un pilastro dell’accusa, qualsiasi tesi contraria rischia di

essere un enorme buco nell’acqua, almeno fino alla Disciplinare. Molto

dipenderà dal metro di giudizio di Palazzi quando emetterà i deferimenti,

destino probabile anche per Conte. Per omessa denuncia o per illecito? La

seconda ipotesi è la peggiore (si rischia minimo tre anni di squalifica), ma

qualora Conte fosse riuscito a dimostrare che il suo vice Cristian Stellini,

per AlbinoLeffe-Siena (quella su cui ci sono più fatti a conferma delle parole

di Carobbio), abbia agito a sua insaputa e senza il suo avallo, l’eventuale

illecito si trasforma in omessa denuncia. Su Novara-Siena c’è meno: Carobbio

da una parte, il Siena intero (giocatori compresi) dall’altra, ma anche qui i

federali invitano a non fare pronostici. Ma un «siamo soddisfatti entrambi»

estrapolato da fonti federali, porta a credere che sebbene a Conte non

verranno fatti sconti, su quella gara almeno sia stato messo un punto fermo.

Come è diventato Conte in rapporto al destino del Siena, quasi che adesso si

portasse lui sulle spalle tutto il peso del suo ex club, e non viceversa. Così

anche l’interrogatorio di Mezzaroma si è basato quasi esclusivamente su

questioni relative all’ex tecnico. Dall’esito del processo dipende il futuro

di Conte alla Juve: con un’omessa denuncia (anche spalmata su due gare),

patteggiando si scucirebbero anche tre mesi di squalifica e, a

ottobre-novembre, Conte sarebbe di nuovo in panchina: Baroni sarebbe il suo

sostituto. Con una squalifica più lunga, la Juve punterebbe su un piano B.

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CALCIOSCOMMESSE

Semeraro: «Derby, nessuna combine»

I legali dell’ex presidente del Lecce contestano la ricostruzione della Procura di Bari

Per gli avvocati non emergerebbe mai la partecipazione dell’ex patron, che sarà dai federali il 18

di ELIO DONNO (CorSport 15-07-2012)

LECCE- Per il Lecce nel derby di Bari di due stagioni fa non c'è stata alcuna

combine, nessuna prova concreta esiste nei confronti dell'allora presidente

Pierandrea Semeraro. Lo affermano in una nota gli avvocati Andrea Sambati e

Saverio Sticchi Damiani che difendono la società giallorossa dopo l’avviso di

chiusura indagini della Procura di Bari.

Secondo i legali, il tentativo di combine parte da un'idea di Masiello ed

emerge dall'interrogatorio reso da Carella il 6 aprile 2012 quando afferma

«prima di Bari-Lecce Masiello mi aveva chiesto se conoscessi qualcuno su Lecce

eventualmente per parlare della partita» . In nessun modo, prosegue la nota,

emerge una partecipazione di Pierandrea Semeraro. Dopo avere contestato altre

affermazioni di Masiello e dei suoi amici, gli avvocati ribadiscono che nessun

esponente o emissario del club si è mai incontrato con Masiello ed i suoi

amici.

Lo svolgimento di Bari-Lecce quindi fu pienamente regolare e ciò risulta

dalle contraddizioni emerse negli interrogatori. «Altre incongruenze -

prosegue la nota - risultano circa gli accertamenti bancari sul conto di

Semeraro. Dagli accertamenti bancari condotti nei confronti di Pierandrea

Semeraro la Procura, per individuare la provenienza dei duecentocinquantamila

euro che sarebbero serviti per acquistare il derby, ha ritenuto rilevanti

alcuni assegni bancari emessi in favore di persone della famiglia e poi

cambiati. Si tratta di versamenti fatti dal Semeraro ai propri famigliari che

possono essere ampiamente giustificati» .

Da ultimo i due legali hanno fatto presente che non è stato possibile

effettuare l'interrogatorio innanzi alla Procura di Bari in quanto i tempi

stretti non hanno consentito il coordinamento con il prof. Coppi,

professionista di recente investito da Pierandrea Semeraro per la sua difesa,

unitamente a loro. Naturalmente, il 18 luglio Pierandrea Semeraro si

presenterà regolarmente presso la procura sportiva per la programmata

audizione.

___

Lo scandalo

I legali di Pierandrea smontano le accuse: “Quarta non è un nostro emissario, incontro in piazza Mazzini casuale”

Scommesse, Semeraro si difende

“Quel derby fu una partita vera”

di TONIO DE GIORGI (la Repubblica - Bari 15-07-2012)

LECCE — «Non esiste alcuna prova concreta di combine». Sul derby Bari-Lecce

all’attenzione della magistratura intervengono gli avvocati Andrea Sambati e

Saverio Sticchi Damiani: “Da una preliminare lettura della documentazione

messa a disposizione dalla Procura di Bari abbiamo riscontrato elementi che

consentono di affermare che la partita Bari-Lecce non fu combinata e che

nessuna prova concreta esiste nei confronti di Pierandrea Semeraro”.

Dall'interrogatorio di Carella, del 6 aprile scorso, emerge che fu Masiello a

chiedere a Carella se conoscesse qualcuno per parlare della partita. “In

nessun modo emerge – si legge nel comunicato – una partecipazione di

Pierandrea Semeraro”. Lo stesso Carella, durante l'interrogatorio, affermò:

«Quarta mi ha detto che Semeraro si trovava lì per caso». “Inoltre - scrivono

i legali del club - nessun emissario del Lecce incontrò Masiello ed i suoi

amici”. Lo stesso Carella afferma: «Ho sempre avuto il dubbio e il sospetto

che questa persona non c'entrasse nulla con il Lecce». Capitolo combine. La

partita Bari-Lecce non fu truccata. «Io ricevetti degli elogi da alcune

persone per essere riuscito a prendere in giro gli intermediari leccesi, ma la

partita se la sono giocata», ha messo a verbale Carella. Lo stesso Masiello

affermò: «Dopo la partita Carella cavalcò l'onda del mio autogol per far

credere all'amico leccese che il patto fu rispettato». Anche per Giacobbe

l'autogol di Masiello non fu voluto. E la famosa pacca sulla spalla di Vives,

secondo Carella, non ci fu. “Lo stesso Masiello – si legge nel comunicato di

Sambati e Sticchi Damiani – fornisce versioni contrastanti”. Sempre dagli

interrogatori di Masiello, Carella e Giacobbe, fanno notare gli avvocati

difensori del club leccese, non si riesce a quantificare esattamente l'importo

ricevuto, né i tempi di tali versamenti.

Sulla vicenda interviene anche Antonio Tesoro, responsabile area tecnica

dell'Unione sportiva Lecce:«Pierandrea Semeraro sta subendo un terrorismo

psicologico e mediatico. Il Lecce, secondo quanto riportano i giornali, è già

retrocesso da due mesi, ma sinceramente grossi riscontri in quel che finora

qualcuno ha dichiarato non ne vedo. Io ho fiducia nella magistratura, ma ad

oggi quello che è emerso è tutto da accertare ».

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il commento

FAIR PLAY FINANZIARIO

E IL GRANDE SILENZIO

DI MONSIEUR PLATINI

di FILIPPO GRASSIA (il Giornale 15-07-2012)

Ma il fair-play dell’Uefa, tanto reclamizzato dal suo presidente Platini, è

una cosa seria?

O solo uno spaventapasseri impalato sui campi di calcio per fungere da alibi

a chi vuole ridimensionare i debiti? Il silenzio assordante del dirigente

francese sui 160 milioni spesi in un anno dal Paris Saint-Germain per

acquisire Pastore, Sirigu, Thiago Motta, Maxwell, Lavezzi, Thiago Silva,

Ibrahimovic e Verratti, non fa sperare nulla di buono. A suo tempo Platini non

ebbe mezze misure per condannare quegli spendaccioni di Barcellona e Real

Madrid, Inter e Milan. Stavolta niente. E il fatto che suo figlio, il 34enne

Laurent, sia un manager della Qatar Sport Investments, controllata dalla Qatar

Investment Authority, proprietaria del club parigino, desta molte perplessità.

Il mondo del pallone si aspettava almeno una censura verbale, del tipo «avanti

di questo passo, il PSG non avrà i titoli per partecipare alle coppe europee»,

invece è ancora in attesa d’un messaggio di condanna. Il calcio continua a

viaggiare a velocità diseguali: da una parte figurano quei club che cercano di

portare il bilancio a break-even come Milan e Inter; dall’altra quei club che

comprano a tutto spiano facendo leva sulle ricchezze della proprietà,

pleonastico il riferimento a Nasser Al Khelafi e Roman Abramovich,

rispettivamente padroni di Paris Saint-Germain e Chelsea.

Eppure il modello dell’Uefa, avviato l’anno scorso con il monitoraggio dei

bilanci, prevede al termine della stagione 2013-’14 un deficit massimo di 45

milioni coperto da contribuzioni della proprietà o aumenti di capitale.

Vietato il ricorso a prestiti, fidejussioni e commercializzazione di asset

collaterali. Non si dovrebbe spendere più di quanto s’incassa. Ma la lista

delle sanzioni s’è come ammorbidita nel tempo: la minacciata e sbandierata

esclusione dalle competizioni europee (Champions League, Uefa League) arriva

dopo ammonizioni, multe, penalizzazioni, mancata iscrizione dei nuovi acquisti

e perdita dei premi.

Solo al termine di questo rosario figura la cacciata dalle coppe. E allora di

cosa parliamo? Del sesso degli angeli. Il timore che una dozzina di grandi

club esca dall’Uefa e dia vita a una lega autonoma con tanto di campionato

europeo, ha convinto Platini & compagni a rivedere la linea dura prospettata

dopo la nascita del fair-play finanziario.

E pensare che i numeri, sia pure risalenti al 2010, appaiono terribili. Se le

entrate sono aumentate da 12 a 12,8 miliardi, i costi sono saliti da 13,4 a 14,4

miliardi. E il 56% delle società di massima serie hanno presentato perdite

nette. Allora l’Uefa disse: «La tendenza deve essere invertita molto

velocemente se vogliamo salvaguardare il calcio europeo. Ogni anno aumentano

le entrate, ma anche le perdite, quindi dobbiamo agire con sollecitudine». Al

gennaio di quest’anno la black-list comprendeva 13 grandi club. Questi i nomi

più gettonati: Manchester City, Manchester United, Inter, Chelsea, Milan,

Barcellona, Valencia, Liverpool, Paris Saint Germain, Chelsea, Juventus e Real

Madrid.

Spetterà probabilmente alle banche svolgere il ruolo che dovrebbe competere

all’Uefa chiudendo i rubinetti dei finanziamenti e chiedendo rientri puntuali.

È quanto sta succedendo in Spagna dove il calcio-mercato ristagna al 10% di

quello passato.

O Platini si sveglia, e anche urgentemente, oppure rischia di perdere la

faccia e la corsa alla poltrona di Blatter.

___

Il commento

Ma è l’Europa in crisi

che sta perdendo il calcio

di MISKA RUGGERI (Libero 15-07-2012)

Va bene, il mercato terminerà soltanto il 31 agosto e quindi è un po’

prematuro fasciarsi la testa. Però il quadro è chiaro. E amaro. Per il calcio

italiano, ovvio. Ma anche per l’Europa intera. Poche storie: il Vecchio

Continente perde colpi anche nel pallone, i soldi non ci sono. E senza euro

non si sogna. Si possono fare tante chiacchiere e promesse, gettare fumo negli

occhi dei tifosi, vantare strategie a lungo termine, raccontare la favola dei

giovani da valorizzare, ma poi, al redde rationem, si resta con quello che

passa il convento. Robetta.

L’austerità e la sobrietà, inevitabilmente, hanno invaso pure lo sport, i

presidenti spendaccioni si sono estinti, vedi un Cecchi Gori, o hanno varcato

il Rubicone, vedi Moratti e Berlusconi, e si sa che non c’è nessuno più

integralista di un neoconvertito. Se si mettono in testa di dover

risparmiare... Lo show hollywoodiano in elicottero, il «compro tutto io», le

sfilate dei neoacquisti, le presentazioni in pompa magna. . . Tutto finito.

Altri tempi, da nostalgia canaglia e da «campionato più bello del mondo»,

quando sotto l’ombrellone si immaginava la squadra del cuore fare man bassa di

campioni e spesso ci si indovinava. Ora i mala tempora corrono al galoppo, le

partenze superano gli arrivi, i big scelgono altri lidi, persino il mercato

brasiliano è diventato troppo costoso.

Solo lo sceicco della Qatar Investment Authority e del Paris Saint-Germain si

può permettere uno shopping selvaggio e ingaggi d’antan. La serie A fa da

supermercato, ben fornito e a buoni prezzi: Leonardo, Ancelotti, Menez, Sirigu,

Sissoko, Pastore, Thiago Motta, Thiago Silva, Ibrahimovic. La Liga e la

Premier restano immobili, senza colpi particolari dopo anni di scintillanti

fuochi d’artificio. Tanto che persino il Manchester City di Mancini, e

dell’Abu Dhabi United Group, sembra più impegnato nello sfoltire la rosa

(Dzeko, Tevez, Kolarov ecc. ) che nel rafforzarla. E anche la locomotiva

tedesca, leggi Bayern Monaco, almeno per il momento, sta alla finestra.

Così si delineano scenari curiosi e inediti. I nostri club, già da qualche

anno, miracoloso triplete nerazzurro a parte, hanno perso colpi in Champions e

nulla sembra poter invertire il trend. Il Psg prende il posto, almeno sulla

carta, del Real dei Galacticos, mentre le due grandi di Spagna, con la spada

di Damocle dei debiti con le banche di per sé in crisi, sono costrette a

saltare almeno un giro, confidando sulla forza dei gruppi già formati (che

però l’anno scorso hanno fallito proprio nel momento chiave della stagione...)

per confermarsi al vertice europeo. Certo, il Barcellona ha la cantera, ed è

tantissimo, quasi un pozzo senza fondo da cui attingere talento, ma anche le

ciliegine (tipo David Villa o Sanchez) sono importanti. Quindi il rischio è

che davvero gli arabi, invocati pure dai milanisti delusi, facciano saltare il

banco e gerarchie consolidate con i loro petrodollari. Per l’Europa sarebbe

l’ennesimo segnale della decadenza incombente, epperò probabilmente quello

decisivo. Toglieteci tutto, ma non il nostro giocattolo preferito. . .

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Il pallone di Luciano

È sempre il solito Zeman

più santone che allenatore

di LUCIANO MOGGI (Libero 15-07-2012)

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio; e l’italiano, nonostante i lunghi anni

passati nel nostro Paese, deve essergli ancora in parte sconosciuto. D’altra

parte fu già penoso ascoltarlo (e capirlo) nella deposizione fatta durante il

processo di Calciopoli. Quante volte la presidente Casoria dovette invitarlo a

spiegarsi meglio e quante volte la parola “esoneri”, che pur lo ha

accompagnato nella sua vita, fu intesa diversamente dall’interessato quasi che

mai gli fossero capitati....

Zeman, sempre lui, un uomo un programma (di vecchia data naturalmente),

attualmente vive un periodo di fulgore personale, visto che, una volta tanto,

un risultato l’ha ottenuto portando il Pescara in serie A, e il ritorno alla

Roma ha fatto il resto. Così gonfio è il petto, ma non gli basta: i titoli di

prima pagina continua a cercarli e non c’è sistema migliore di attirarli che

parlare (male) della Juve, rimestando vecchie fandonie usurate dal tempo e

confondendo anche il significato di qualche mia personale ramanzina, che poi

voleva essere solo un invito a far meglio. Alla sua età non ne ha bisogno? Non

mettiamo limiti alla Provvidenza...

Se sono giunto a dargli anche del «buon allenatore» (!) con l’aggiunta di un

piccolo difetto, cioè che si distrae troppo perdendo così di vista l’essenza

del calcio, mi pareva chiara la spiegazione dell’assunto. Otterrebbe, anzi

avrebbe ottenuto, molto di più nella sua carriera, se non avesse perso tempo

in polemiche sterili e fuori luogo, tutte al di fuori del campo, mentre era il

campo lo spazio dove doveva impegnare tutte le sue energie, al servizio della

squadra e dei club che lo hanno pagato, ma troppo spesso non lo ha fatto. Alla

fine il vestito di santone che ha voluto indossare gli è piaciuto, e continua

a portarlo, da attore consumato, tanto che per lui è diventata routine e un

palinsesto già visto.

Ecco così la domanda di sempre sugli scudetti della Juventus e sul

sottoscritto e lui a rispondere con apparente nonchalance (mentre in realtà

non aspettava altro), pontificare e dare sberle, in veste di grande

moralizzatore. Solo che gli capita, come gli è capitato, di andare fuori

binario, scivolando su terreni pericolosi (di cui risponderà nelle sedi adatte),

con l’aria da informato saccente, in realtà propalando falsità totali, che

lui dovrebbe conoscere, ma, si sa, il successo dà alla testa e il fulgore che

gli attraversa la mente deve avergli confuso le idee.

Zeman sa che l’essenza del calcio, cui si fa riferimento, non è né il doping

né il comprare arbitri, però fa finta di non saperlo. Sa perfettamente che

nessuna accusa di questo tipo è stata contestata, per il semplice motivo che

non è esistita neanche nei teoremi dell’accusa e lui dovrebbe sapere che

nessun euro è transitato dalle parti di Calciopoli, ma solo chiacchiere, tra

le quali le sue, però fa finta di non saperlo. Calciopoli è stata solo una

Farsopoli: lo intuì fin dal primo momento il pm del calcio-scommesse dell’80,

Corrado De Biase, quando gli fu chiesto un parere e lui fu chiarissimo. L’ho

già ricordato, ma per i duri d’orecchio non fa male ripetere: «Non c’è traccia

di illecito, non c’è denaro, non ci sono assegni, l’illecito ambientale non è

reato, non è contemplato da nessun ordinamento, e il procedimento sportivo per

come è stato fatto è un aborto giuridico».

Al dimentico Zeman ricordo che già la Corte Federale, presieduta da Piero

Sandulli, stabilì che nessuna partita e nessun campionato erano stati alterati,

e la medesima conclusione è contenuta nelle motivazioni della sentenza penale

di primo grado. Se Zeman la vede diversamente, adesso lo dovrà dimostrare. Non

si possono far passare indenni accuse irresponsabili e ingiuste, non dovrebbe

star zitta la Juve, come giustamente rileva il sito di Ju29ro.

È vero, nei riguardi di chi semina odio, come di sicuro fa Zeman quando mette

la sua firma su una maglietta che riporta un messaggio esattamente di questo

tenore (“Odio la Juve”), dovrebbero intervenire la Procura Federale e più in

generale Lega e Figc, ma il comando non viene da sé, si deve sapere come

esercitarlo; e se finora c’è solo chi sa dare dell’inconsistente all’altro, il

quadro è fosco oltre che confuso. Qualcuno drizzi le orecchie, il momento è

pericoloso: prossima fermata l’anarchia.

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Scommesse, Gianello

potrebbe non deporre

L’ex portiere è atteso domani dal procuratore della Figc per la tentata combine 2010

Dal medico Il giocatore in possesso del certificato che rileva anche una iniziale depressione

art.non firmato (IL MATTINO 15-07-2012)

Atteso domani alle ore 11 dalla Procura federale, Matteo Gianello potrebbe non

presentarsi a Roma. L’ex portiere azzurro, che tredici mesi fa rivelò ai

magistrati napoletani di aver tentato una combine nella partita Samp-Napoli

del 16 maggio 2010, era stato convocato il 6 luglio con Mazzarri, Grava e

Cannavaro, i due difensori a cui si sarebbe rivolto per aggiustare quel match,

l’ultimo del campionato 2009-2010, ricevendo uno sdegnato rifiuto. «Motivi di

salute», la spiegazione del forfait, avallata da un certificato medico. Il

procuratore federale Stefano Palazzi ha nuovamente convocato il giocatore, che

ha fatto parte della rosa del Napoli dal 2004 al 2011 (ma nelle ultime due

stagioni era stato emarginato da Mazzarri), per domani negli uffici romani di

via Po. C’è la concreta possibilità che Gianello rinunci. Dipende dall’esito

del colloquio con il medico che gli ha prescritto un periodo di riposo per

coliche renali e un principio di depressione. Il giocatore è in contatto con

il suo legale per la parte sportiva, Eduardo Chiacchio, e deciderà tra stasera

e domattina se volare a Roma per essere interrogato: in questo caso l’incontro

con Palazzi slitterebbe alla serata.

Cosa accadrebbe se Gianello, tesserato per il Villafranca Veronese, saltasse

la seconda convocazione? Non ve ne sarebbe una terza. Palazzi potrebbe

direttamente decidere di rinviare il giocatore a giudizio per illecito

sportivo e non accetterebbe patteggiamenti in sede dibattimentale, quindi l’ex

portiere del Napoli rischierebbe fino a 5 anni con proposta di radiazione e

non avrebbe la possibilità di dedicarsi all’attività di preparatore dei

portieri, già cominciata presso una scuola calcio in provincia di Verona.

Potrebbe esservi un riflesso anche per la società, che rischia di essere

deferita per responsabilità oggettiva, dato che Gianello era un suo tesserato?

Dipende dalle valutazioni della Procura federale. Il Napoli appare

assolutamente estraneo rispetto ai comportamenti del portiere.

Gianello, assistito dall’avvocato Vincenzo Maria Siniscalchi per la parte

penale, non si presenterà nuovamente in Procura per ulteriori testimonianze

sulle sue relazioni con scommettitori del nord. C’è una sorta di

«incompatibilità ambientale»: l’ex portiere non vuole tornare a Napoli, dove

l’ultima volta è stato visto in febbraio.

Domani, intanto, saranno ascoltati dal procuratore Palazzi tre big: il

difensore della Juve e della Nazionale vicecampione d’Europa, Leonardo Bonucci;

il difensore dello Zenit San Pietroburgo, Mimmo Criscito, escluso dagli

Europei perché indagato dai pm di Cremona, e il difensore interista Andrea

Ranocchia.

___

Scommesse I processi verso il 10 agosto, secondo grado prima dell’inizio del campionato

I deferimenti entro il fine mese

di DANIELE PALIZZOTTO (IL TEMPO 15-07-2012)

L'ultima curva prima dello sprint finale. Dopo aver ascoltato i pentiti

Carobbio e Masiello, i presidenti Mezzaroma, Sebastiani e Camilli e

soprattutto l'atteso Antonio Conte, il lavoro della Procura federale sul terzo

filone dell'inchiesta sul calcioscommesse volge ormai al termine. Non tanto

per il materiale ancora da esaminare – da Bari sono appena arrivate le carte

sul derby sospetto con il Lecce del 15 maggio 2011, mentre Cremona e Genova

(al lavoro sul discusso Genoa-Samp del 8 maggio 2011) potrebbero presto

fornire nuovi documenti – quanto per i tempi ristretti: il terzo processo deve

chiudersi prima dell'inizio dei campionati, al via tra 40 giorni. Ecco perché

l'ipotesi emersa nei giorni scorsi sembra sempre più plausibile: un

mini-processo subito e un maxi-processo più avanti, forse in autunno. Entro

metà agosto vanno esaminate le eventuali responsabilità dirette: le

spiegazioni fornite dal presidente del Siena Mezzaroma non hanno convinto la

Procura, così come le risposte date dal numero uno del Grosseto Camilli.

Mercoledì prossimo, poi, gli investigatori federali ascolteranno Semeraro sul

derby con il Bari, comprato per 230 mila dall'ex presidente del Lecce .

Questi tre club – con i rispettivi tesserati, dunque anche Conte se la

Procura crederà alla versione di Carobbio – rischiano il deferimento

immediato. Le date? Dopo aver ascoltato 75 persone in 38 giorni, gli

investigatori hanno fissato altre 18 audizioni fino a mercoledì, ma non sono

escluse alcune aggiunte. In ogni caso i deferimenti devono arrivare entro fine

mese. Primo grado entro il 10 agosto, appello intorno al 20. Domani, intanto,

si riparte con Bonucci, Ranocchia, Criscito e soprattutto il pentito Gianello,

la cui presenza a Roma è però ancora in dubbio.

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LA LEGGE IN SENATO

Calcio e politica

all’ultimo stadio

di PAOLO BERDINI (il manifesto 15-07-2012)

L’effetto Europei di calcio ha dato i frutti sperati. Chissà se fuori

dell’agenda protocollare se ne è parlato anche nella cerimonia di

ringraziamento generosamente concessa al Quirinale: fatto sta che a quindici

giorni dal fischio di chiusura del campionato europeo, alla camera dei

deputati è stato approvato il provvedimento di legge che concede alla società

di calcio la facoltà di realizzare, in deroga a qualsiasi regola urbana, nuovi

stadi, ipermercati, alberghi e alloggi. Insomma, la solita overdose di cemento.

La legge sugli stadi in discussione alla camera parte con tutta evidenza da

un presupposto oggettivo: il deficit della squadre di calcio è arrivato a una

voragine pari a un miliardo di perdita nei tre campionati, dovuti a spese

folli e a gestioni irresponsabili.

Nella nostra società a dominio finanziario, questo enorme debito mette in

affanno le già affannate banche. Chi non ricorda la complessa trattativa sulla

vendita della Roma Calcio effettuata lo scorso anno sotto la regia di

Unicredit, fortemente esposta con la società calcistica romana. Che di legge a

favore della speculazione immobiliare si tratti non c’è dubbio. Sempre le

statistiche della Lega calcio ci dicono che gli introiti delle partite

rappresentano soltanto il 18 per cento dei bilanci societari, mentre soltanto

i diritti televisivi valgono più del 50 per cento. Non saranno dunque i nuovi

stadi a rimettere a posto i bilanci delle società calcistiche, la legge

approvata alla camera è l’ennesimo regalo al sistema bancario.

Ne saranno felici Monti, Passera e i ministri che provengono da quel mondo.

Ma non ne saranno felici i milioni di cittadini che in ogni città italiana

vedranno crescere, in luoghi incontaminati in aperta campagna, nuovi quartieri

strade e, forse, anche gli stadi.

Si dirà che questo è un quadro fosco, o prevenuto. Basta allora ripercorrere

l’incredibile vicenda avvenuta a Roma nel mese di aprile, quando è apparso su

tutta la stampa nazionale un bando per cercare le aree dove costruire lo

stadio della Roma Calcio promosso dalla Cushman & Wakefield, società

controllata dalla Exor della galassia Fiat. Evidentemente chi non sa più

produrre automobili sa invece come produrre plusvalenze immobiliari, perché la

Cushman & Wakefield chiedeva ai proprietari delle aree la loro disponibilità

ad alloggiare il nuovo stadio della Roma compreso albergo, ipermercato e

quant’altro. L’importante era avere dieci ettari di territorio incontaminato.

Questo è il provvedimento che è stato approvato alla camera dei deputati e

che sta per essere inviato al senato, speriamo soltanto che ci sia un sussulto

da parte di alcuni dei partiti, in particolare di chi fa opposizione al

governo Monti, e da coloro che all’interno del partito democratico, come

Roberto Della Seta, sono risolutamente indipendenti dalla cultura che domina

quel partito. La legge andrà in discussione al senato e speriamo che invece di

continuare con il sistema delle deroghe si ricominci a parlare di ripristinare

le regole e a mettere i bisogni sociali al primo posto dell’agenda politica.

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Inviato (modificato)

Blatter: "La Germania comprò l'assegnazione dei mondiali 2006"

Il presidente della Fifa, in un’intervista al quotidiano svizzero SonntagsBlick, torna sull'assegnazione dei campionati mondiali 2006 e dichiara: "Mi ricordo quando all'ultimo momento qualcuno lasciò la sala..."

Nico Di Giuseppe - Lun, 16/07/2012

L'accusa è di quelle destinate a far scalpore. E a muoverla è il presidente della Fifa,Sepp Blatter, in un’intervista al quotidiano svizzero SonntagsBlick. La Germaniaavrebbe comprato l’assegnazione del campionato mondiale di calcio nel 2006. L'accusa di Blatter ha scatenato la reazione indignata del Dfb, la Federcalcio tedesca.

"Mondiali comprati...mi ricordo l’assegnazione per il 2006 quando all’ultimo momento qualcuno lasciò la sala, così invece di una votazione 10 a 10 si ebbe un 10 a 9 in favore della Germania", ha dichiarato Blatter il quale, alla domanda se presumesse che i tedeschi avessero comprato l’assegnazione del mondiale vinto poi dall’Italia, il presidente della Fifa ha risposto così: "No, non presumo nulla, io constato".

Il segretario del Dfb, Helmut Sandrock, ha ribattuto spiegando che "queste nebulose allusioni sono assolutamente infondate", mentre l’allora presidente del comitato organizzatore tedesco, Franz Beckenbauer, ha definito "incomprensibili queste allusioni".

La Sueddeutsche Zeitung (SZ) scrive oggi che "sulle circostanze in base alle quali la Germania ottenne l’assegnazione dei mondiali circolano da anni storie misteriose, ma il fatto che il presidente della Fifa alluda a un possibile acquisto di voti rappresenta un salto di qualità".

http://www.ilgiornal...diali-2006.html

Gli Onestoni del Wurstel. .asd

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Verbali scommesse

Masiello: “Che ridere il mio

autogol da 300 mila euro”

di GIULIANO FOSCHINI & MARCO MENSURATI (la Repubblica 16-07-2012)

Da un lato c’è il vademecum del calciatore antieroe: così il talento si usa

per segnare un autogol. Dall’altro le prove — con tanto di soldi e telefonate

— che dimostrano come, appena un anno fa, un presidente abbia comprato

la salvezza in serie A della sua squadra, il Lecce. La storia è tutta nelle 42

pagine di informativa depositate dal procuratore di Bari, Antonio Laudati, e

dal sostituto Ciro Angelillis nel processo all’ex presidente, Pierandrea

Semeraro. Documenti per i quali il Lecce rischia ora seriamente la

retrocessione in C visto che mercoledì, il procuratore federale Stefano

Palazzi (che ha ricevuto l’informativa nei giorni scorsi) sentirà proprio

Semeraro.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il presidente giallorosso comprò

il derby contro il Bari, penultima giornata del campionato di A 2010-2011

pagando circa 200mila euro all’allora terzino del Bari, Andrea Masiello. Il

Lecce vinse 2-0. La seconda rete fu un’autorete di Masiello. «Ma non è

difficile un autogol volontario da un punto di vista tecnico?» gli chiede uno

sconsolato Laudati durante l’interrogatorio. «Effettivamente — spiega il

giocatore — io rivedendolo mi sono anche un po’ messo a ridere perché poi sono

cascato male... Io sinceramente quando faccio la corsa verso la porta, sapevo

che ero vicino alla porta, non mi sono reso conto se ero dentro... cioè dentro

lo specchio... Poi rivedendo le immagini ero fuori. Ho cercato in tutti modi

di toccarla verso la porta, questo è stato... Poi è andata a finire anche di

palo... ». «Quando lei cade — gli chiede Laudati — Gillet viene da lei e che

le dice?». «Dice, “alzati, perché... la potevi lasciare, andava fuori la

palla” (...) Io non gli ho detto che avevamo vinto, che avevamo preso quei

soldi (...) Dopo la partita mi hanno mandato una foto, Di Lorenzo ( ndr, uno

degli amici indagati) con Giacobbe e Carella che fanno segno così con la mano,

come a dire 300mila euro».

La procura è convinta che i soldi siano stati messi a disposizione da

Semeraro jr, figlio del patron del Lecce. Lo raccontano gli indagati ed è

provato dagli assegni: il 30 maggio Quarta ( ndr, l’intermediario di Semeraro)

versa sul suo conto un assegno di 50mila euro firmato da Pierandrea. È il

primo di una serie, dal valore finale di 160mila euro. Appena versati gli

assegni, il corrispettivo veniva poi prelevato in contanti allo sportello.

Tutti i movimenti avvenivano in corrispondenza con le dazioni di denaro di

Quarta al gruppo Masiello. «In sostanza — dice la procura — quel giro di

assegni è servito a tracciare il compenso».

___

CALCIOSCOMMESSE

Masiello ai pm:

«Vi spiego come

si fa un autogol»

di MASSIMO MALPICA (il Giornale 16-07-2012)

«Rivedendolo mi sono anche un po’ messo a ridere, perché poi sono cascato

male...». A verbale, lo scorso 4 aprile, l’ex difensore del Bari Andrea

Masiello racconta al capo della procura pugliese Antonio Laudati la cronaca

istante per istante dell’autogol «fatto apposta », quello che cristallizzò la

sconfitta per 2- 0 nel derby contro il Lecce. Una partita venduta, secondo i

magistrati baresi, dal difensore e dai suoi amici-scommettitori Carella e

Giacobbe ai rivali salentini che con quella vittoria si salvarono (per

l’episodio è indagato per frode sportiva anche l’ex presidente del Lecce

Pierandrea Semeraro) per «circa 200mila euro».

Eppure Masiello, ex idolo della curva barese, non s’è vergognato dell’affare.

Anzi. Racconta di aver riso, rivedendo in tv quel suo intervento goffo che lui

stesso aveva confessato in un memoriale di aver fatto di proposito. E ora

spiega anche in che modo. «Fare un autogol volontario è difficile dal punto di

vista tecnico (...) diciamo come ha fatto? », domanda Laudati. E l’ex «Thuram

bianco» parte, senza fare una piega: «Guardi, io sinceramente quando faccio la

corsa verso la porta, io sapevo che ero vicino alla porta, non mi sono reso

conto se ero dentro... cioè, dentro lo specchio della porta o fuori, e

rivedendo le immagini ero fuori. Ho cercato in tutti i modi di toccarla verso

la porta, questo è stato... che poi è andata a finire di palo, anche».

Laudati ironizza: «Bisogna essere bravissimi ». Masiello non coglie il

sarcasmo, e si vanta del risultato: «Infatti, infatti. Non ci arrivava. . . ».

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Inviato (modificato)

Scommessopoli

Oggi c’è Bonucci:

rischia la squalifica

di SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 16-07-2012)

ROMA. I figli di Prandelli sulla graticola. Dopo Conte, si riparte da Leonardo

Bonucci, Andrea Ranocchia e Domenico Criscito: presente e futuro della difesa

azzurra nel mirino degli 007 federali. Lo juventino e l’interista osservati

speciali per le combine del Bari. E se la posizione di Ranocchia è tutta da

definire (al di là delle generose elargizioni in denaro a Iacovelli), per il

difensore bianconero pesano le dichiarazioni di Andrea Masiello alle procure

di Bari e Cremona: «Bonucci mi disse: se si può fare io ci sto». «Dice il

falso, ero in ritiro con la Nazionale», si era difeso Bonucci, ma lo stesso

Masiello contrattaccò: «C’era anche lui, fu prima del ritiro a Udine».

Masiello sembra aver prodotto materiale documentato che accerterebbe la

presenza dell’azzurro a quel summit. Secondo il pentito c’erano anche

Salvatore Masiello, Parisi e Belmonte, quest’ultimo ha deposto per 5 ore in

Figc e qualcosa potrebbe aver aggiunto, gli altri hanno smentito. Se non sarà

bravo nello slalom, Bonucci rischia 3 anni di squalifica.

GENOA Forse incrocerà il suo (ex) compagno in azzurro, Criscito, che dopo

aver detto addio agli Europei oggi è chiamato a spiegare gli incontri con gli

ultras genoani a “L’Osteria del Coccio” con Sculli, Altic e Leopizzi. Palazzi

corre verso i deferimenti ai presidenti, e dopo aver ascoltato Camilli

(Grosseto) e Mezzaroma (Siena), ora è pronto a chiudere il caso Bari-Lecce,

sentendo l’ex leccese Vives e mercoledì l’ex patron salentino Pierandrea

Semeraro, considerato il mandante della combine. In forse le audizioni di

Matteo Gianello e di Massimo Erodiani. Gli altri interrogatori: Imborgia

(Grosseto), Dei, Espinal, Curiale e Cutolo (Portogruaro-Crotone).

___

CALCIOSCOMMESSE

Bonucci più Criscito

Azzurri da Palazzi

Oggi sfilata di big in Procura Figc: c'è pure Ranocchia

Tocca a Gianello: rischiano Napoli, Grava e Cannavaro

In programma anche gli interrogatori di Vives, Espinal, Cutolo e Curiale

di MAURIZIO GALDI (GaSport 16-07-2012)

Settimana importante per l'inchiesta sportiva sul calcioscommesse. Da oggi a

giovedì la Procura federale dovrebbe chiudere il suo giro d'orizzonte sulle

inchieste penali di Cremona, Napoli e Bari. I vice del Procuratore federale,

Stefano Palazzi, sono chiamati al tour de force finale prima di lavorare ai

deferimenti che porteranno al secondo procedimento sportivo dell'anno che

dovrebbe partire nei primi giorni di agosto davanti alla Disciplinare.

La novità Tra le carte arrivate dalla Procura di Napoli è sfuggito ai più, ma

Ġazzetta lo aveva riportato, che nel mirino sarebbe entrata anche la partita

Portogruaro-Crotone. Nel documento di chiusura indagini della Procura di

Napoli erano poche righe in una nota, ma nella mani di Palazzi dovrebbero

essere arrivate carte più dettagliate che riguarderebbero Silvio Giusti e i

suoi contatti con Stefano Bettarini, Franco Salvagni, Claudio Furlan, Ernesto

Renzi, Luigi Giomignani e Stefano Cecchini. Per questo oggi saranno sentiti

per il Portogruaro Vinicio Espinal (ora alla Pro Vercelli) e il preparatore

dei portieri David Dei; per il Crotone, Davis Curiale (ora al Grosseto) e

Aniello Cutolo (ora al Padova).

Il grande atteso Dopo aver saltato per un'indisposizione la convocazione,

oggi si aspetta di sapere se il medico darà il via libera a Matteo Gianello,

ex terzo portiere del Napoli. Dopo le audizioni dei suoi ex compagni di

squadra (Cannavaro, Grava, De Sanctis, Quagliarella, Mascara) e del tecnico

del Napoli, Mazzarri, è atteso per far chiarezza su Sampdoria-Napoli ma anche

su altri avvenimenti di cui ha già dato risposte esaurienti ai magistrati

napoletani del pool «reati da stadio» coordinati dall'aggiunto Giovanni

Melillo. In quella sede aveva ammesso di aver avuto pressioni per chiedere ai

suoi compagni di favorire la vittoria della Samp sulla quale Giusti e alcuni

suoi amici avevano puntato. I suoi ex compagni di squadra hanno negato questo

tentativo, ma lui lo aveva ammesso (anche se solo nei confronti di Cannavaro e

Grava) davanti ai magistrati napoletani che lo avevano interrogato per oltre

cinque ore.

Gli altri fronti Oggi saranno sentiti anche Vives (ora al Torino ma all'epoca

dei fatti al Lecce), una sorta di «preparazione» all'audizione di Pierandrea

Semeraro prevista per mercoledì e che è frutto delle ultime carte ricevute da

Palazzi per l'inchiesta sul derby Bari-Lecce. Poi si tornerà a parlare

dell'inchiesta di Cremona (anche se in parte «migrata» poi a Bari) e che

riguarda l'audizione di Leonardo Bonucci e Andrea Ranocchia relativamente alla

partita Udinese-Bari, mentre Domenico Criscito dovrà rispondere su Lazio-Genoa,

partita che per l'inchiesta di Cremona gli è costata il posto in Nazionale

dopo la perquisizione a Coverciano. Un ritorno molto atteso è quello di

Massimo Erodiani: era indicato come una sorta di «cervello» della

manipolazione di partite, ora potrebbe chiarire importanti particolari.

___

CALCIOSCOMMESSE

Lo juventino oggi in via Po

Bonucci da Palazzi

rischia 3 anni di stop

Dal procuratore federale anche Ranocchia e Criscito

di STEFANO CARINA (Il Messaggero 16-07-2012)

ROMA - Agli Europei ha tappato la bocca a Mario Balotelli. Oggi con Leonardo

Bonucci, nessuno farà altrettanto. Anzi, in procura si attendono che il

difensore della Juventus abbia voglia di parlare e spiegare. C'è un pentito,

Andrea Masiello, che lo chiama in causa in modo diretto a proposito del

presunto tentativo di combine in Udinese-Bari, 9 maggio 2010, finita 3-3: «Fu

una delle tante volte che ho incontrato De Tullio (ristoratore indagato, ndc)

- ha spiegato il difensore al gip di Bari, Abbattista - mi disse che lui

poteva scommettere sul live. Vado al campo, parlo con Bonucci, Belmonte,

Parisi e Salvatore Masiello e gli faccio presente questa cosa. Leo mi disse:

Se si può fare siamo interessati».

E in un secondo momento: «Per quanto non avessimo raggiunto l'accordo con

l'Udinese, io, Bonucci, Belmonte e Parisi giocammo per raggiungere il

risultato a cui mirava De Tullio, agevolando la segnatura di tre reti». Accuse

che pesano come un macigno per il difensore della Nazionale che è uscito

indenne prima degli Europei dal blitz della polizia a Coverciano, solamente

perché - a differenza di quanto capitato a Criscito (anche lui oggi a via Po)

- la sua posizione era al vaglio della Procura di Bari e non di Cremona

(nonostante fosse finito nel registro degli indagati il 3 maggio).

E se sul piano giudiziario le due situazioni erano e rimangono uguali, a

livello sportivo, a rischiare è soprattutto Bonucci. Questo perché Masiello,

nell'audizione di 10 ore di martedì, avrebbe aggiunto ulteriori particolari,

fornendo dettagli e materiale che dimostrerebbero il reale coinvolgimento del

difensore. Interrogato per due volte come testimone a Bari, Bonucci ha negato

la circostanza («Ero in Nazionale quella settimana»). Lo stesso hanno fatto

gli altri calciatori coinvolti (dubbi solo su Belmonte) e Angelo Iacovelli (il

factotum dello spogliatoio del Bari) che ha scagionato sia lo juventino che

Ranocchia (anche lui oggi tra gli interrogati): «Non sapevano nulla». Poco,

troppo poco per Palazzi, alla luce della nuova audizione di Masiello. Bonucci

rischia tre anni per illecito.

___

GLI INTERROGATORI

Bonucci, Criscito

Ranocchia e quei

derby da chiarire

di EDMONDO PINNA (CorSport 16-07-2012)

ROMA - Il giorno di Bonucci. Di Ranocchia. Di Criscito. E di (probabilmente)

Gianello. Parte una nuova settimana, l’ultima, prima del nuovo processo al

calcioscommesse. La Procura ha fissato altri interrogatori, undici solo per

oggi. Sul filone di Cremona c’è ancora qualcosa da chiarire, Palazzi dovrà

tirare le somme. Restano aperti i filoni di Bari e Napoli. sui quali bisognerà

mettere un punto. Bonucci sarà ascoltato per Udinese-Bari. Ad accusarlo,

Andrea Masiello, che alla Procura di Bari aveva dichiarato che Di Tullio «mi

propose di manipolare la partita Udinese-Bari, della penultima giornata di

ritorno del campionato 2009/2010. Io girai la proposta ai miei compagni di

squadra trovando dei consensi, parlai con Bonucci, Salvatore Masiello,

Belmonte e Parisi (.. . ) io, Bonucci, Belmonte e Parisi, giocammo per

raggiungere il risultato a cui mirava Di Tullio, agevolando la segnatura di

tre reti. La partita finì infatti 3 a 3».

Compagno di squadra di Bonucci, in quel Bari che ha quattro gare sotto la

lente d’ingrandimento, era Ranocchia, ora all’Inter. Il difensore dovrà

chiarire a Palazzi i suoi rapporti con Iacovelli l’infermiere amico dei

giocatori biancorossi che era un po’ il tramite per agevolare le combine.

Criscito, invece, sarà ascoltato in merito al derby Genoa-Samp del maggio 2011,

dei suoi rapporti con Sculli e gli ultrà Fileni e Leopizzi (quest’ultimo ne

parla anche in una telefonata intercettata), oltre che agli slavi Altic e

Qoshi, incontrati in un ristorante prima di Genoa-Lazio. In procura, fra gli

altri, si presenterà anche Matteo Gianelllo, il personaggio chiave

del’inchiesta di Napoli, se avrà risolto i suoi problemi di salute. Non

venisse, per lui potrebbero aprirsi subito le strade per la radiazione.

Gli 007 hanno convocato anche Erodiani (c’è ancora qualcosa da chiarire su

Pescara-Albinoleffe), Curiale e Imborgia (c’è di mezzo il Grosseto)

___

Lo scandalo

Calcioscommesse

Gianello, oggi il medico decide

se può essere interrogato

art.non firmato (IL MATTINO 16-07-2012)

Stefano Palazzi, il magistrato napoletano che guida la Procura federale, saprà

stamattina se Matteo Gianello si presenterà in giornata all’interrogatorio

fissato negli uffici romani di via Po. Il portiere, che ha ottenuto un

certificato medico che prescrive un periodo di assoluto riposo di venti giorni

per colica renale e principio di stress, si reca oggi dal dottore di fiducia

per chiedere se lo autorizza a volare a Roma per essere sottoposto

all’interrogatorio. Difficile che arrivi l’ok. In attesa, comunque, anche

l’avvocato che assiste l’ex portiere del Napoli per la parte sportiva, Eduardo

Chiacchio.

Reo confesso davanti ai pm di Napoli sul tentativo fatto per combinare la

partita Samp-Napoli del 16 maggio 2010 (poi persa dagli azzurri per 1-0,

ovviamente senza alcun ”aggiustamento”), Gianello avrebbe dovuto essere

ascoltato il 6 luglio con Mazzarri e due ex compagni, Cannavaro e Grava, i

difensori a cui aveva chiesto ”collaborazione” per quella partita in cambio di

una contropartita economica messa a disposizione da scommettitori del nord. Ma

dieci giorni fa inviò il certificato medico. Il periodo di riposo prescritto

scade a fine settimana, ma in caso di secondo forfait sarebbe improbabile una

terza convocazione da parte di Palazzi, che potrebbe deferire Gianello per

illecito sportivo senza ascoltarlo. In sede dibattimentale potrebbe non essere

accolta un’eventuale richiesta di patteggiamento dell’ex portiere del Napoli,

che nella scorsa stagione era stato tesserato dal Villafranca, società

veronese di Eccellenza.

Al di là dei problemi fisici evidenziati nel certificato prodotto nei giorni

scorsi, Gianello lamenta una «difficoltà ambientale» a recarsi a Napoli dopo

le rivelazioni fatte nei mesi scorsi sulla partita giocata dagli azzurri a

Marassi (lui neanche era in panchina). Il processo che riguarda il giocatore e

il Napoli (responsabilità oggettiva) potrebbe cominciare tra settembre e

ottobre. È confermata l’intenzione della Federcalcio di accelerare i tempi

soltanto per i casi che riguardano la responsabilità diretta dei club.

___

L'INCHIESTA DI BARI

«Sì è Semeraro Jr»

Così Carella inguaia il Lecce

di FRANCESCO CENITI (GaSport 16-07-2012)

«È questa la persona che accompagnava Carlo Quarta il giorno in cui voi

andaste a proporgli l'affare della vittoria del Lecce a Bari?». La risposta di

Gianni Carella, arrestato il 2 aprile con Andrea Masiello e Fabio Giacobbe, al

pm Ciro Angelillis non lascia margini ai dubbi: «Sì, è lui». A pagina 40

dell'informativa dei carabinieri contenuta negli atti dell'indagine condotta

dalla Procura di Bari (chiusa da pochi giorni) sul calcioscommesse, c'è il

riconoscimento dell'ex presidente del Lecce da parte di uno degli indagati. Un

riscontro molto forte che gli 007 di Palazzi contesteranno dopodomani

all'allora numero uno giallorosso: il club rischia la retrocessione in Lega

Pro per l'ipotesi di aver comprato il derby con 230 mila euro. E nel materiale

girato a Palazzi ci sono altre prove giudicate chiare dagli inquirenti. I

soldi, ad esempio. La procura è convinta che siano stati messi a disposizione

da Semeraro jr. I controlli bancari evidenziano come il 30 maggio Quarta versa

sul suo conto un assegno di 50mila euro firmato da Pierandrea. Subito dopo ne

sono staccati altri tre a Claudio Quarta e a Claudia Nervino: totale 160mila

euro versati e immediatamente prelevati allo sportello. I movimenti avvenivano

in corrispondenza con le dazioni di denaro di Quarta al gruppo Masiello. E a

proposito del difensore: davanti al procuratore Laudati (che chiede: «ma non è

difficile fare un autogol volontario?») racconta: «Ho cercato in tutti i modi

di toccare la palla verso la porta, questo è stato. Dopo la partita mi hanno

mandato una foto, Di Lorenzo (ndr, uno degli amici indagati) con Giacobbe e

Carella che fanno il segno del tre con la mano, come a dire 300mila euro. . . ».

___

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Deferimenti entro il 25 luglio, processi dal 1 agosto

Il rischio per Conte: essere giudicato a settembre

Processi differiti, se comincia la nuova stagione...

Illecito: per i club tre punti a vincere, uno a perdere

Ecco se e cosa rischiano Napoli, Lecce e Bari

di EDMONDO PINNA (CorSport 16-07-2012)

1

Comincia l'ultima settimana di interrogatori per la Procura federale:

che tempi si prevedono per i processi?

Dopo mercoledì, quando gli uomini di Palazzi interrogheranno anche l'ex

presidente del Lecce. Pierandrea Semeraro, la Procura si prenderà circa una

settimana di tempo per fare il punto della situazione e valutare il materiale

raccolto. Spetterà al procuratore capo stabilire chi mandare a processo e con

quali capi d'imputazione. I deferimenti potrebbero arrivare entro il 25 luglio,

il processo davanti alla Disciplinare di Artico i primi d'agosto. Molto, è

chiaro, dipenderà dal numero dei deferiti.

2

Il direttore generale della Federcalcio, Valentini, ha confermato

l'idea di una corsia preferenziale per gli eventuali deferimenti per

responsabilità diretta, ovvero con il coinvolgimento del presidente

o di un legale rappresentante del club. Che significa?

Significa che ad agosto potrebbe svolgersi un processo solo per le società (e

le posizioni collegate) eventualmente riconosciute responsabili per

responsabilità diretta. Chi rischia? Lecce e Grosseto più di Pescara e Siena.

Questo significa anche che tutto il resto sarà giudicato a settembre. E se,

come sembra, la posizione di Massimo Mezzaroma è ora meno delicata, a

settembre sarà giudicato anche Antonio Conte, che di quel Siena era allenatore

e per quei fatti potrebbe essere deferito. Per il tecnico della Juventus

significherebbe rischiare di perdere, in caso di condanna per omessa denuncia

(in caso di patteggiamento), la prima parte della stagione.

3

Questa disparità tra i processi non potrebbe creare anche disparità

fra le penalizzazioni?

Le pene, lo dice il Codice di Giustizia sportiva, devono essere afflittive.

Chiaro che, se comincia la stagione, qualsiasi tipo di sanzione inflitta sarà

scontata sul prossimo campionato. E potrebbero esserci dei casi di club non

ripescati pur non avendo fatto nulla, mentre altre società, anche se

invischiate in questo procedimento, conserverebbero la categoria, iniziando la

stagione nuova da penalizzate.

4

Quali sono le sanzioni previste per i reati ipotizzati?

Per illecito sportivo, la pena minima per un club sono tre punti se la combine

è a vincere, uno se la combine è a perdere. Per i tesserati, il minimo sono

tre anni, mentre l'omessa denuncia da codice porta ad almeno sei mesi di

squalifica, anche se è giurisprudenza consolidata considere un anno. In caso

di patteggiamento il solo art. 23 del Codice di giustizia dà lo sconto di un

terzo della pena, più ampia la discrezionalità nel caso ci sia anche l'art. 24

(collaborazione attiva). Il divieto di scommesse porta ad almeno 18 mesi per

itesserati, all'ammenda (in caso di responsabilità oggettiva) o alla

penalizzazione (in caso di responsabilità diretta) per le società.

5

Con questa settimana, la Procura federale chiude anche il cerchio

sulle inchieste di Napoli e Bari. Cosa rischiano le società?

Le verifiche devono essere ancora effettuate. Per quanto riguarda l'inchiesta

partenopea, nel caso in cui il Napoli dovesse essere deferito, il suo destino

è legato a quello di Matteo Gianello. Se il portiere patteggerà, il club

rischia teoricamente solo un punto, altrimenti si arriva a due. Potrebbe

essere pesante la situazione del Lecce: in caso di responsabilità diretta (per

la Procura di Bari fu Semeraro a comprare la partita), c'è la retrocessione in

Lega Pro con l'aggravante della consumazione dell'illecito (punti di

penalizzazione). Anche il Bari potrebbe rischiare per l'illecito, ma solo in

via oggettiva (a perdere). Un punto per ogni partita contestata.

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Inviato (modificato)

laSmagliatura di NICOLA CECERE (GaSport 16-07-2012)

GLI SCUDETTI DI LUCIO E I BACI DI IBRA

BASTA IPOCRISIE: L'ESEMPIO È PIRLO

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A Lucio Da Silva Ferreira Lucimar, neo acquisto bianconero, è stato chiesto

durante la presentazione un parere sugli scudetti della Juve: per te sono 28 o

30? Lui ha detto che la pensa come il presidente Agnelli. Lo pensa davvero o

«deve» pensarlo per cancellare agli occhi dei nuovi tifosi i tre campionati da

interista? Lucio ha giocato 9 anni in Germania e nella stagione 2005-06 era

impegnato col Bayern a vincere la Bundesliga. Ha forse letto la storia della

Serie A? Si è documentato in questi tre anni vissuti a Milano su Calciopoli

arrivando alla convinzione di aver giocato in una squadra che ha scippato un

titolo?

Zlatan Ibrahimovic bacerà la maglia del Psg il giorno della presentazione?

Probabilmente sì. Dirà che ha sempre sognato Parigi? Probabilmente sì. Eravamo

al Camp Nou quando, appunto, si fece immortalare nel gesto d'amore e pronunciò

al microfono il giuramento di eterna fedeltà al Barcellona. L'anno dopo è

passato al Milan, ora sta trasferendosi in Francia per la gioia di Ancelotti

(e pure di Raiola, che ad ogni trasferimento incassa una commissione da

favola).

Ora, siccome anche la durata dei matrimoni veri si è attestata su di una

media di 15 anni, i tifosi non potrebbero rinunciare a un rituale ormai privo

di significato? Non potremmo cioè accettare in modo «naturale» che un

professionista approdi in un club senza doversi sottoporre a questa ipocrita

purificazione? E i giocatori non potrebbero prendere esempio da Pirlo? L'anno

scorso Andrea lasciò il Milan per la Juve senza avvertire l'obbligo di

pronunciare una sillaba che rinnegasse i 10 anni rossoneri e senza gesti

scenografici per ingraziarsi il nuovo ambiente. Ha fatto parlare il campo e

sono state parole dolcissime per le orecchie del popolo bianconero. E' stato

una bandiera del Milan? Certo, ma che fa: oggi è un patrimonio Juventus.

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la Repubblica SERA 16-07-2012

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IL TEMPO 17-07-2012

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FALLIMENTO L’undici agosto il debutto in terza divisione

«Venduta la maglietta blu»

I Rangers e la grande colpa

«La sfida allo Stato» non è stata perdonata da Federazione e società

Il club di Glasgow cancellato per 11 milioni di euro non versati al fisco

FUTURO DI PROBLEMI Allerta per le trasferte

E la Scottish Premier «trema» per i diritti tv

di TONY DAMASCELLI (il Giornale 16-07-2012)

Se ne avete la possibilità, il prossimo undici di agosto, fatevi un giro in

Scozia, dalle parti di Peterhead. Quattrocento chilometri da Glasgow. Si gioca

il campionato di terza divisione scozzese, in calendario la prima giornata,

Peterhead contro Rangers. Proprio così, il club più titolato al mondo (sorry

per i collezionisti di ossa delle altre parti), al conteggio sono 115 trofei,

il club che ha vinto cinquantaquattro volte il titolo di campione di Scozia,

il club che per trecentoquaranta volte ha sfidato il Celtic nel derby più

affascinante, l’Old Firm, la vecchia fabbrica, l’antica fedeltà, il club di

Gattuso e di Amoruso, di Gascoigne e di Jim Baxter, di Graeme Souness

(allenatore-giocatore in contemporanea, il primo ad avere ingaggiato un

cattolico nella squadra dei protestanti), la squadra di Mo Johnston e di

Trevor Francis, i Rangers, ai quali qualcuno aggiunge di Glasgow come se

scrivessimo, per esteso, l’Inter di Milano o la Juventus di Torino, dunque il

club dei protestanti, i nasi blu, i teddy bears, ricominciano il loro cammino

dai bassifondi del porto di pesca di Peterhead, stadio Balmoor, capienza di

quattromila kilt, si prevede festa grandiosa, con relativo consumo industriale

di birra.

C’è poco da brindare, in verità. David Murray e Craig Whyte, ex padroni e

jene di denaro, hanno stracciato la storia di uno dei club più storici del

calcio mondiale.

The men who sold the jersey , gli uomini che si sono venduti la maglietta, la

Bbc ci ha fatto pure un documentario inchiesta, documenti, telefonate, denunce

che hanno smascherato l’inganno, il tradimento, il futuro, trenta milioni di

euro prelevati dal club e girati sulle imprese personali dei signori succitati.

I Rangers affondano e scompaiono per 11 milioni di euro non versati al fisco.

Questa è la colpa maggiore, la sfida allo Stato. I Rangers sono stati

condannati dopo consultazione e voto dei trenta club scozzesi, venticinque

hanno respinto la richiesta di iscrizione alla premier, soltanto cinque si

sono detti favorevoli. I Rangers hanno cambiato insegna, oggi sono Newco

Rangers, il fallimento, la vergogna, debiti per 80 milioni di euro, cento

cause di lavoro, una cronaca volgare che ha cancellato cento e quarant’anni di

storia, quella di Glasgow, quella della Scozia, quella del calcio britannico.

Non c’è spazio per la nostalgia anche se il primo ministro scozzese ha

allertato Murdoch e le forze di polizia. Si teme che la retrocessione dei

Rangers porti alla perdita del monte sterline di Sky , oltre al deficit per la

mancata vendita di biglietti che garantivano i tifosi dei blues in giro per il

Paese. Si teme che la stessa transumanza in borghi e villaggi che ospitano le

squadre di terza divisione (l’Annan Athletic ha uno stadio, il Gala Bank, da

duemila e sette posti, cinquecento dei quali a sedere) possa creare problemi

di ordine pubblico. Sulla pelle dei tifosi dei Rangers sono calde ancora le

ferite di quel tragico gennaio del Settantuno, sessantasei morti e duecento

feriti a Ibrox, per il derby con il Celtic. Pagine straordinarie di un diario

che non prevedeva questo epilogo miserabile ma, insieme, fotogrammi di una

realtà crudele che appartiene a un popolo e a un Paese con altissima dignità e

coerenza.

«Non potevamo privilegiare i Rangers, perché altrimenti sarebbe stato un

campionato squilibrato, falsato, tra chi sopporta i sacrifici ed è in regola

con la legge e chi, invece, viola i regolamenti e inganna lo Stato», sono le

parole di Stewart Regan, chief executive della federcalcio scozzese. Nessun

perdono, dunque, nessun alibi, condanna e basta, accettata senza dimostrazioni

di piazza, fumogeni e sit in dai tifosi, sopportata con serietà da Alistair

McCoist, bandiera e cannoniere in campo e da un anno boss in panchina del

club. La squadra è tutta da rifare, i calciatori se ne sono andati, svincolati,

infuriati. Si ricomincia dal Balmoor, lo stadiolo di Peterhead. Fino a ieri

in Scozia circolava questa battuta: «Che hanno fatto oggi i Rangers?» «Zero a

zero», «Chi ha sbagliato il rigore per i Rangers?». L’epoca bella del potere è

finita. Due uomini hanno venduto la maglietta blu.

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Blatter, accuse alla

Germania e la Fifa dei veleni

"Il Mondiale 2006? Qualcuno se ne andò al momento del

voto". Indignati i tedeschi. Storia dell'uomo più potente

del calcio e di un decennio di polemiche e veleni

di GIOVANNI CAPUANO (PANORAMA.IT 16-07-2012)

L'accusa nemmeno troppo velata di essersi comprati l'assegnazione del

Mondiale 2006 a colpi di corruzione ha indignato media e dirigenti tedeschi

pronti alla guerra contro il presidente della Fifa Blatter. Accusa dura

da digerire perché lanciata dall'uomo che più di tutti conosce i segreti delle

stanze di Zurigo e che, al di là della possibilità o meno di dimostrare quanto

afferma, lascia intendere una strategia. Perché Blatter rivela ora particolari

così scottanti senza, però, fornire prove? Le sue parole al tabloid svizzero

'Blick' sono ambigue e chiare allo stesso tempo: "Mondiali comprati. . . Al

riguardo mi ricordo dell'assegnazione di quelli del 2006 dove all'ultimo

momento qualcuno lasciò la sala ed alla votazione invece di 10 a 10 finì 10

a 9 per la Germania - ricorda -. Fui contento, non doveva esserci nessun

ballottaggio. Ma insomma, all'improvviso uno si alza e se ne va. Forse sono

stato troppo di buon cuore e troppo ingenuo!". E alla domanda diretta 'lei

ritiene che il Mondiale 2006 in Germania sia stato comprato?' risponde: "No,

io non suppongo niente. Io constato".

Difficile pensare alla gaffe di un uomo che pure qualche volta è scivolato,

come quando definì "una sciocchezza" il problema del razzismo nel calcio.

Più facile legare l'uscita di Blatter allo scandalo che sta coinvolgendo l'ex

presidente Fifa Joao Havelange e il presidente della federazione brasiliana

Ricardo Teixeira per una presunta mazzetta da 14 milioni di euro ricevuta

dalla ISL, agenzia che gestiva i diritti tv della Fifa. Scandalo con accuse

feroci provenienti soprattutto dalla Germania che ora Blatter mette al centro

del mirino ribaltando i sospetti di aver comperato l'assegnazione di un

Mondiale.

L'ultimo anno è stato forse il più movimentato dell'intera era Blatter.

Presidente dal 1998 dopo esserne stato potentissimo segretario generale,

Blatter ha affrontato nel maggio scorso un processo interno alla

Fifa con l'accusa di compravendita di voti per la rielezione a presidente.

Una vicenda da cui Blatter è uscito pulito fino alla rielezione (quarto mandato

fino al 2015) in una corsa senza avversari dopo il ritiro del sospeso Bin

Hamman e di Warner. Allora erano stati gli inglesi a denunciare la farsa

senza, però, riuscire a far rimandare le elezioni. Ora sono i tedeschi a chiederne

un passo indietro forse per accelerare l'ascesa di Michel Platini la cui chiamata

sulla poltrona del governo mondiale del calcio è attesa invece per il 2015 quando

a meno di colpi di scena Blatter lascerà all'età di 79 anni e dopo 17 di dominio

incontrastato.

Le accuse di corruzione legate all'assegnazione di un Mondiale non sono,

però, un inedito nella storia recente della Fifa. Basti pensare alle

polemiche seguite alla decisione dello stesso Blatter di assegnare

contemporaneamente sia l'edizione del 2018 (Russia) che quella del

2022 (Qatar). Uno sgarbo che ha negato al suo successore la torta più

importante nella gestione commerciale della Fifa e che è stato accompagnato

da polemiche e veleni. Nei mesi precedenti l'assegnazione del dicembre 2010

la Fifa aveva aperto un'inchiesta sul Mondiale 2018 quando il 'Sunday Times'

aveva parlato di soldi in cambio della preferenza da parte dei presidenti

della confederazione dell'Africa Occidentale e dell'Oceania con tanto di video

girato con telecamera nascosta da due reporter.

Accuse tornate d'attualità nel maggio scorso dopo le parole di Lord

Triesman, ex presidente del comitato inglese che correva per il 2018,

secondo cui molti membri della Fifa gli avrebbero prospettato la possibilità

di dirottare il loro voto sulla Gran Bretagna in cambio di donazioni. per

complessivi tre milioni di sterline Operazione rifiutata e alla fine assegnazione

alla Russia nello stesso giorno in cui il Qatar otteneva quelli del 2022. Come?

A Londra hanno pochi dubbi e 'The Times' lo ha scritto senza troppi giri di

parole: "Il gioco sporco: come il Qatar si è comprato il Mondiale". Accuse

respinte al mittente dai diretti interessati che hanno sempre negato di aver

pagato tangenti per un milione di dollari per ammorbidire il giudizio sul loro

dossier da parte di sei funzionari della Fifa.

Come si vede le parole di Blatter riguardanti il Mondiale 2006 si inseriscono

in un filone abbastanza fecondo. Anche in passato c'erano stati sospetti e

polemiche, ma l'esplosione di costi e ricavi per una manifestazione seconda

solo alle Olimpiadi per interessi economici ha reso le edizioni del Terzo millennio

particolarmente appetite. La curva deli ricavi da sponsorizzazione è

impressionante: si parte dai 65 milioni di euro di Italia '90 per arrivare

ai 650 milioni di Germania '06 e ai 740 di Sudafrica '10. I diritti tv

delle edizioni 2002 e 2006 venduti insieme hanno fruttato complessivamente

2,4 miliardi di dollari (+ 700% rispetto alle tre precedenti) e quelli del

Sudafrica addirittura 2,7 miliardi da soli con ricavi complessivi da oltre 6

miliardi di euro. Una montagna di denaro che fa gola a tanti. Difficile

controllare tutto.

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il commento

MAI FIDARSI DI BLATTER

di FULVIO BIANCHI (la Repubblica SERA 16-07-2012)

http://k005.kiwi6.com/hotlink/3u92n9k83o/rsera_f_bianchi_mai_fidarsi_di_blatter.mp3

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FRANCE football | MARDI 17 JUILLET 2012

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LE AUDIZIONI A ROMA

Bonucci allontana le accuse di Masiello

Erodiani riparla e chiama in causa Lotito

Simone Di Stefano - Tuttosport - 17-07-2012

ROMA, 17 luglio 2012 - Due ore tonde, all'uscita bocche cucite: «Non ho niente da dire», l'unica frase rubata a Leonardo Bonucci prima di filare via. Due ore in cui i procuratori federali lo hanno incalzato sulle accuse del suo ex compagno del Bari, Andrea Masiello. Su Bonucci la procura nutre il forte sospetto di una partecipazione alla combine Udinese-Bari del 2010. Intavolata a Bari e sigillata in ritiro a Udine nonostante il no di Pepe: «Bonucci - rivelò Masiello - mi ha detto: Se si può fare siamo interessati». Sei parole, che potrebbero costare a Bonucci l'accusa più grave di illecito sportivo e quindi tre anni di squalifica. Ieri si è difeso con le stesse armi usate a Bari, negando: «Le affermazioni di Andrea Masiello sono assolutamente false, la settimana prima della partita ero stato lontano dalla squadra in quanto convocato in Nazionale». Ma secondo il pentito lui c'era, con Parisi, Belmonte e Salvatore Masiello. Nessuno conferma le parole di Masiello, per questo i legali di Bonucci (Chiappero e Bianchi) sembrano mirare a screditare l'attendibilità dell'accusatore. Rispetto ai pentiti Carobbio e Gervasoni, Masiello si presta a una più facile opera di smontaggio. Troppe le versioni fornite, la procura di Bari non crede del tutto nemmeno all'ultima (quella auto-accusatoria sul derby), nessuno peraltro punta il dito su Bonucci, né Iacovelli, né De Tullio, entrambi coinvolti a vario titolo nella scommessa. Per screditare Masiello i legali potrebbero approfondire con un'attività investigativa autonoma. Neanche un'ora è durata invece l'audizione di Ranocchia: «Non c'era niente da chiarire», ha detto sottovoce, poi nel taxi anche lui, dopo aver spiegato il perché avesse regalato tanti soldi a Iacovelli: «Pensavo fossero per le cure di una malattia». Tesi convincente. Simile a quella di Bonucci è invece la linea di Giuseppe Vives, indicato come il referente in campo per la combine del derby, il cui segnale di accordo sarebbe stato una pacca sulla spalla di Masiello. Anche Vives ha negato tutto. Dietro al malaffare ci sarebbe l'ex presidente salentino Pierandrea Semeraro, che giovedì sarà a deporre da Palazzi con l'inchiesta di Bari che lo accusa appena chiusa. Con l'ultimo materiale pugliese, Palazzi ha tutte le carte in mano, anche perché venerdì aveva ricevuto anche gli atti dalla procura di Genova sugli scontri di Genoa-Siena, ma anche su Genoa-Samp 2-1 dello scorso anno. Il primo a riferire dei fatti è stato ieri Mimmo Criscito, unora e mezzo tutto incentrato sul derby, oltre che su Lazio-Genoa e sui sospetti incontri con gli ultras rossoblu. «Criscito ha chiarito la sua posizione», ha spiegato il suo avvocato, Rosso. In forse fino all'ultimo, alla fine anche l'ex portiere del Napoli, Matteo Gianello, si è presentato, confermando quanto già detto in magistratura: Sampdoria-Napoli del 2009 fu oggetto di combine, Cannavaro e Grava avrebbero saputo ma non accettarono. Per loro si prospetterebbe un'omessa denuncia, per il Napoli (come per Gianello), la possibilità di patteggiare. Si è fatto attendere anche Massimo Erodiani, che sembra sapere tanto anche dei retroscena, tutti da verificare però, essendo un agente di scommesse e parlando sempre per de relato. Ieri a sorpresa ha chiamato in causa il presidente della Lazio, Claudio Lotito. Per Siena-Lazio 2-1 del 2006/07 (che con un gol di Paolo Negro allo scadere regalò la salvezza ai toscani), Erodiani avrebbe riferito che Lotito venne a conoscenza delle combine solo successivamente e quindi allontanò i giocatori che ne presero parte. L'agente è anche tornato su Lazio-AlbinoLeffe 3-0 di Coppa Italia 2010, gara su cui si espresse già Carlo Gervasoni: «Gegic - disse il pentito - mi riferì era stata combinata dai giocatori dellAlbinoleffe con over e sconfitta».

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Interrogato Bonucci: nega tutto, ma rischia il deferimento

Guglielmo Buccheri - La Stampa - 17-07-2012

ROMA, 17 luglio 2012 - Prima Criscito, poi Bonucci: questo l’ordine degli interrogatori di ieri nella procura della Figc. I fatti contestati ai due difensori nell’inchiesta sportiva sulle scommesse sono diversi, nessun punto in comune se non le polemiche di fine maggio quando Criscito scese dal voloper gli Europei, mentre Bonucci quell’avventura l’ha vissuta da protagonista. Bonucci ieri ha negato le ricostruzioni sul suo conto proposte agli inquirenti della procura della Repubblica di Bari e al pool di Palazzi dal pentito Andrea Masiello che lo ha chiamato in causa per la partita del 9 maggio 2010 Udinese-Bari (3-3). Secondo Masiello, la difesa barese si fece fare le 3reti anche conla complicità di Bonucci: il pentito è considerato credibile dalla procura della Figc perché reo confesso per Bari-Lecce, gara truccata. Gli investigatori federali hanno ascoltato anche Massimo Erodiani, proprietario di un’agenzia di scommesse. Avrebbe raccontato nuovi particolari su due partite della Lazio, coinvolgendo i vertici del club biancoceleste: Siena-Lazio del campionato 2006-07 e Lazio-AlbinoLeffe di Coppa Italia. La prima è prescritta, la seconda no: per quest’ultima gara, Erodiani avrebbe saputo da Ivan Tisci (già condannato dalla giustizia sportiva perché in contatto col cosiddetto gruppo degli zingari) che la società sapeva che la gara doveva finire con più di 2 reti. La procura indaga.

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Criscito parla per 90 minuti, Bonucci 2 ore «No comment»

Maurizio Galdi - Gaetano Imparato - Gsport -17-07-2012

Bonucci, Domenico Criscito, Andrea Ranocchia sono i tre nomi che hanno catalizzato l'attenzione dei media ieri in via Po, davanti alla sede della Procura federale. A Ranocchia e Bonucci sono state poste domande su Udinese-Bari. Il primo ha risposto in poco più di 50 minuti e uscendo si è limitato a dire «tutto ok». Due ore è durata l'audizione di Bonucci che si è limitato a un «nulla da dire». Poco ciarliero anche il legale, Chiappero, che ha aggiunto «tutto a posto». Un'ora e mezza è durata l'audizione di Criscito che ha dovuto parlare della presunta combine di Lazio-Genoa, ma sicuramente qualche domanda avrà riguardato anche il derby con la Samp.

Bari-Lecce Sarà sentito giovedì e non domani il presidente (all'epoca dei fatti) del Lecce Pierandrea Semeraro, mente ieri è toccato all'ex leccese (ora al Torino) Giuseppe Vives parlare del derby Bari-Lecce. Al calciatore è stato chiesto della famosa «mano sulla spalla» che l'ex capitano del Bari, Andrea Masiello, ha riferito fosse il segnale della combine: Vives ha smentito perché ha detto di non conoscere Masiello. La difesa del Lecce si prepara a dare battaglia sul coinvolgimento di Pierandrea Semeraro nella presunta combine.

Portogruaro-Crotone Sembrava solo una curiosità nella chiusura indagini della Procura di Napoli, ma ieri un pool di 007 della Procura federale ha lavorato a tempo pieno su Portogruaro-Crotone. David Dei, Vinicio Espinal, Davis Curiale e Aniello Cutolo sono stati sentiti sulla presunta combine. Al termine bocche cucite, ma le facce tese di avvocati e tesserati non lasciavano molte speranze sull'esito delle audizioni. Per tutti una domanda: «Quali erano i rapporti con Silvio Giusti?». Un nome che ieri è stato pronunciato più volte soprattutto nell'audizione di Gianello. Infine è stato sentito anche Antonino Imborgia, probabilmente per quando seguiva il Grosseto da direttore sportivo. Rinviata a data da destinarsi l'audizione di Federico Cossato inizialmente prevista per oggi.

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Accuse a Lotito. Dubbi su Bonucci. Gianello conferma

Edmondo Pinna - Il Corriere dello Sport - 17-07-2012

ROMA, 17 luglio 2012 - Ci sarebbero due partite della Lazio sospette nella lista delle gare passate in rassegna, ancora una volta, da Massimo Erodiani, il titolare di due agenzie di scommesse di Pescara che ieri è stato nuovamente ascoltato dai federali di Stefano Palazzi. Si tratterebbe di Siena-Lazio 2-1 del 27 maggio 2007 (quindi prescritta) e di Lazio-Albinoleffe di Coppa Italia, questa datata 25 novembre 2010. Erodiani avrebbe sentito dire da una terza persona non solo che le due gare erano combinate ma che, dell'eventuale taroccamento, ne fosse a conoscenza anche lo stesso presidente Lotito, sia pure con modalità e tempi differenti. Un lampo nella giornata che ha visto anche le audizioni di Bonucci (negato ogni addebito, ma la sua posizione sarebbe piena di dubbi), Criscito, Ranocchia e Gianello (che ha confermato le informazioni già presenti nel verbale reso alla procura di Napoli).

LA CONFERMA - Le due partite erano già inserite nella lista delle sfide sospette, o comunque chiacchierate, ed erano già entrate nelle varie orbite di questa vicenda. Ieri, però, gli investigatori federali se le sono sentite ripetere ancora una volta, e potrebbero decidere di vederci chiaro. A parlare è stato Erodiani, condannato lo scorso anno a cinque anni e radiazione nel primo processo al calcio scommesse. Il motivo va cercato nelle rivelazioni fatte da Gervasoni, Micolucci e Carobbio, che hanno di fatto allargato il ventaglio delle partite potenzialmente combinate. La Procura della Federcalcio ha voluto verificarle con Erodiani la veridicità di alcune informazioni. E nelle maglie dell'interrogatorio, partito da una chiacchierata generale sui mali del calcio, sono rimaste impigliate anche Siena-Lazio 2-1 e Lazio-Albinoleffe 3-0. In sintesi, dice Erodiani, ricordando cose riferite da terzi: 1) col Siena la combine la organizzarono i giocatori, Lotito lo venne a sapere a fine partita, si fece giustizia da solo cacciando tre giocatori. Sarebbe omessa denuncia, tutto finirebbe nel dimenticatoio visto che eventuali reati sarebbero prescritti; 2) fu Ivan Tisci a raccontargli di Lazio-Albinoleffe, coppa Italia 2010, con una combine per unover primo tempo (finì 2-0) e over risultato finale (finì 3-0), combine della quale sarebbe stato a conoscenza anche lo stesso Lotito. E alla domanda del perché proprio l'Albinoleffe, Erodiani racconta che, se si voleva taroccare una partita, a Bergamo si trovava terreno fertile.

I DUBBI DI BARI - Ci sono Andrea Masiello e Leonardo Bonucci, soprattutto. L'uno accusa e si auto accusa, arrivando a dire di aver segnato un autogol di proposito nel derby contro il Lecce. E dice, riferendosi al difensore azzurro, che era d'accordo per la combine di Udinese-Bari, proposta da di Tullio, tanto che «io, Bonucci, Belmonte e Parisi giocammo per raggiungere il risultato, agevolando la segnatura di tre reti» . L'altro, Bonucci, nega tutto davanti ai federali, fa riferimento ad altre deposizioni che confermano la sua tesi. La domanda è: che credibilità ha Masiello? Per la Procura di Bari, che ha incardinato sulle sue dichiarazioni la chiusura indagini, molta. La stressa strada prenderà anche Palazzi, pure nel caso di Vives (posizione delicata, però proprio dalla Procura barese potrebbe arrivare un assist, visto che non sarebbe indagato per Bari-Lecce). Ecco, allora, che Bonucci rischia il deferimento.

LE CONFERME DI NAPOLI - Provato, teso, in qualche caso barcollante. Si è presentato in Procura Matteo Gianello, poco più di un'ora davanti agli 007 federali, accompagnato dai suoi legali Chiacchio, Cozzone e Monica Fiorillo. L'ex portiere azzurro ha confermato, chiarendo un paio di dubbi, quando già dichiarato al Procuratore di Napoli Giovanni Melillo, in merito alla partita contro la Sampdoria e alla combine. La strada tracciata è quella di un patteggiamento (dovrà valutare Palazzi) vista la collaborazione, che per Napoli potrebbe significare un solo punto di penalizzazione. Non si fosse presentato, con una radiazione già scritta, le conseguenze sarebbe potute essere peggiori....

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Calcioscommesse, l’ansia di Conte durerà 10 giorni: a fine luglio i deferimenti di Palazzi

Guido Vaciago - Tuttosport - 17-07-2012

E’ sereno. O per lo meno Antonio Conte dice di esserlo e forse lo è sul serio, soprattutto se per serenità si intende la ferma convinzione di non avere fatto nulla di male. Ma il tecnico è anche consapevole di non essere del tutto padrone del suo destino, sul quale l’incubo di una squalifica continua, in ogni caso, a incombere.

LA SVOLTA L’ansia durerà una decina di giorni. Perché anche se il processo e le sentenze sono previste per agosto inoltrato, Conte e i suoi legali capiranno che aria tira quando il procuratore federale emetterà i deferimenti (quelli che possono essere paragonati ai rinvii a giudizio nella giustizia ordinaria). Probabile che questo avvenga tra il 25 e il 27 di luglio e sarà la prima vera svolta nella vicenda. Perché, a seconda di quello che scriverà Palazzi, si potrà capire quanto crede alla versione di Conte.

IL PROBLEMA Esiste anche un’ipotesi, molto ottimista, nella quale il nome di Conte potrebbe anche non comparire nella lista dei deferiti. Tuttavia, anche le indiscrezioni, raccolte dopo l’audizione della scorsa settimana, spingono a pensare che difficilmente il tecnico bianconero scamperà il deferimento. Il problema, infatti, è capire che tipo di deferimento.

IL RISCHIO Perché Conte rischia di vedersi addebitare due omesse denunce (per Novara-Siena e Albinoleffe-Siena), così come una sola (in questo caso sarebbe più la seconda partita della prima l'oggetto dell'accusa). E anche all’interno della violazione di omessa denuncia possono esserci diverse sfumature, che potrebbero già essere colte dal tono e dai modi con cui Palazzi motiverà l’eventuale deferimento.

SCHIARITA Insomma, tra una decina di giorni la situazione sarà maggiormente intellegibile e, per quanto solo la celebrazione del processo sportivo potrà dare risposte certe, si potranno formulare ipotesi più credibili e circostanziate sul futuro di Antonio Conte. Fino ad allora un filo d’ansia farà da sottofondo alle giornate bianconere, perché nella malaugurata ipotesi che la giustizia sportiva ribaltasse le convinzioni di Conte e lo dovesse condannare a una lunga squalifica, la Juventus molto probabilmente cercherebbe un altro allenatore e sarebbe scaraventata nello scenario peggiore e nel momento peggiore.

CREDIBILE Conte, durante l’audizione, è stato molto convincente. Preciso e dettagliato nelle ricostruzioni, effettuate sempre senza esitazioni o tentennamenti. E la sua stessa serenità non è parsa agli inquirenti un atteggiamento forzato, ma al contrario naturale e sincero. Tuttavia, il suo grande accusatore, Filippo Carobbio è in una posizione fondamentale per l’inchiesta. Nel vero senso della parola, perché è su di lui, anzi sulle sue parole che si basa una buona parte dell’inchiesta. E nonostante Conte abbia presentato ben quindici dichiarazioni giurate che smentiscono quanto raccontato da Carobbio alla procura federale, oltre ad aver presentato un possibile movente per il quale il suo ex giocatore avrebbe avuto interesse a coinvolgerlo (uno screzio dovuto a un mancato permesso che aveva fatto litigare anche le loro mogli), è difficile immaginare la Procura che smonta o intacca la credibilità di uno dei teste chiave, le cui parole – per altro – sono servite già nel primo troncone del processo.

LA BATTAGLIA Ecco perché la posizione di Conte presenta un punto debole. Purtroppo nella giustizia sportiva (che non a caso attende un’urgentissima riforma che la faccia uscire dal medioevo) si cammina con molte meno certezze e garanzie di quante se ne abbiano nella giustizia ordinaria. Così, nonostante il pm Di Martino , titolare dell’inchiesta di Cremona, consideri irrilevante la posizione di Conte (che va verso il proscioglimento da qualsiasi accusa già in fase istruttoria), a livello sportivo dovrà combattere – con le spuntatissime armi che vengono concesse a chi si difende – una battaglia non facile contro le dichiarazioni di Carobbio, diventato l'oggetto di antipatia profonda dei tifosi bianconeri (pure ieri a Chatillon cori contro di lui).

LA VENDETTA Ma l’ex senese rischia più di un coro allo stadio. Perché se le sue accuse non trovassero riscontri in ambito di giustizia sportiva, Conte potrebbe rivalersi su di lui in sede civile. E certo non faticherebbe a dimostrare quali e quanti danni di immagine ha subito per l'eventuale falsa testimonianza di Carobbio.

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Attacco frontale al

calcioscommesse

Confindustria Sistema gioco vuole essere ammessa come

parte lesa e minaccia l'avvio di una class action del settore

L'ALLARME Il presidente Passamonti: «Dobbiamo assicurare la

credibilità e la tenuta di questo settore. Se i giocatori non si fidano

più, potrebbero rivolgersi ad altre forme di gioco, non controllate»

di MARCO MOBILI (Il Sole 24 ORE 17-07-2012)

Gli operatori del gioco legale in Italia come parte lesa nei confronti del

calcioscommesse. E se avranno il via libera dei loro avvocati

nell'individuazione del soggetto passivo, non escludono affatto di promuovere

una vera e propria class action.

Non ci stanno, insomma, a passare per quelli che hanno rovinato il mondo del

pallone, soprattutto poi se l'usanza di scommettere su circuiti illegali

affonda le radici nel totonero degli anni 80. Perciò, per tutelare chi, invece,

ha investito risorse e mezzi per alimentare il gioco legale, Confindustria

Sistema gioco Italia ha richiesto alla Procura di Cremona di essere ammessa

come parte lesa nell'inchiesta sul calcioscommesse.

Con questa azione, spiega Massimo Passamonti, presidente di Sistema gioco

Italia, «intendiamo tutelare le oltre 6mila aziende che operano nel mercato

regolamentato delle scommesse con professionalità e serietà e, soprattutto, le

migliaia di giocatori che, in buona fede, vogliono continuare a scommettere

sugli eventi sportivi». Ma non solo, Passamonti nel calcio scommesse intravede

anche una ulteriore pericolosa deriva: «il rischio che siamo chiamati ad

arginare - sottolinea - non è solo quello di un danno di immagine, ma riguarda,

più in generale, la credibilità e la tenuta di questo settore. Se i giocatori

non si fidano più potrebbero rivolgersi ad altre forme di gioco, magari non

controllate e meno sicure».

Le cronache delle ultime settimane sul mondo del calcio più legato alle

procure della Repubblica che ai terreni di gioco non fanno che confermare

anche un'altra emergenza del mercato italiano: i punti di raccolta di

scommesse non autorizzati. Prova ne è che i fatti contestati sia dalla procura

di Bari sia da quella di Cremona riguarderebbero operazioni di gioco

transitate su operatori esteri, per l'appunto, non autorizzati. In Italia,

precisa il presidente di Confidustria Sistema gioco Italia, tutto ciò non

sarebbe potuto accadere «per via del meccanismo di controlli che, oltre a

garantire il monitoraggio dei flussi di gioco, prevede un sistema trasparente

di tracciabilità delle puntate, nel rispetto di quanto previsto dalla legge in

tema di antiriciclaggio e di contrasto alle infiltrazioni criminali nel

settore».

Per coprire questa falla, la strada, secondo Passamonti, è già tracciata: la

gara, prevista entro il 31 luglio di quest'anno, per l'assegnazione di 2mila

nuovi diritti per le scommesse, rappresenta la grande occasione per

regolarizzare le centinaia di punti di raccolta gioco che oggi operano in

Italia senza le necessarie autorizzazioni, al di fuori dei controlli e degli

obblighi fiscali a cui, invece, sono sottoposti gli operatori autorizzati. Il

nuovo bando, previsto dal decreto sulle semplificazioni fiscali del marzo

scorso, nel recepire i rilievi mossi sul tema dalla Corte di giustizia europea,

conferma uno degli elementi fondamentali su cui poggia il settore delle

scommesse sportive e, più in generale, il mercato dei giochi nel nostro Paese,

ovvero il sistema concessorio e il ruolo del regolatore a salvaguardia dello

stesso.

Controllo pubblico ancor più decisivo, se si considera l'altro grande settore

in pieno sviluppo, i giochi online. In questa nuova frontiera la legislazione

italiana è incisiva sul fronte dei controlli e delle limitazioni imposte ai

giocatori, in particolare a tutela dei minori, tanto che il "modello italiano"

è stato preso come esempio da altri Paesi quali la Francia e lo Stato

americano dell'Illinois. Alla luce dei fatti, almeno secondo il rappresentate

di Confindustria, la sola strada percorribile è quella di «inasprire i

controlli e prevedere sanzioni più dure nei confronti di chi opera al di fuori

del quadro normativo a cui tutti i concessionari attivi in Italia sono

chiamati ad adeguarsi».

D'altronde, come ricorda Passamonti, «il mercato non autorizzato, che secondo

stime accreditate raccoglie intorno ai 3 miliardi di euro annui fra scommesse

tradizionali e online, a fronte di una raccolta legale di circa 80 miliardi di

euro, ha un impatto devastante non solo per l'Erario, ma anche per le

centinaia di concessionari che lavorano nel rispetto delle regole, pagando

tasse e oneri di concessione a differenza degli operatori non autorizzati».

Positiva, dunque, secondo Confindustria Sistema gioco Italia, la decisione

annunciata di tassare anche i proventi di questi ultimi: «Si tratta di un

segnale importante, nell'interesse del gioco legale e responsabile, ma, in

particolar modo, di tutta la collettività».ù

-------

Scandali nuovi e antichi

Il comparto replica alle

accuse degli ex calciatori

L'AUTODIFESA DI RUZZETTU «Rileggendo i fatti del passato,

scaricare le responsabilità del nuovo calcio scommesse sul gioco

legale, sembra una via d'uscita inappropriata e poco elegante»

di MARCO MOBILI (Il Sole 24 ORE 17-07-2012)

Al gioco legale deve corrispondere un "calcio legale". È quanto chiedono gli

operatori delle scommesse che, dopo aver investito ingenti risorse e favorito

il riemergere dal nero miliardi di euro anche per l'Erario, respingono al

mittente le accuse, seppur velate, giunte dal mondo del pallone. «Da quando le

scommesse sono diventate legali, tutto è peggiorato», oppure, «Il nostro mondo

è stato superficiale quando ha valutato l'introduzione delle scommesse. A noi

porta veramente poco, anche sul piano economico e alcune persone sono rimaste

coinvolte in meccanismi molto più grandi di loro». A dirlo, sono stati Gianni

Rivera, presidente del settore giovanile e scolastico, e Demetrio Albertini,

vicepresidente della Figc, che – sottolinea Enea Ruzzettu, vicepresidente di

Giochi e società che fa parte della filiera Sistema Giochi di Confindustria –

con il loro intervento rischiano di creare ulteriore confusione in un momento

delicato sia per il calcio che per il mondo dei giochi.

«Scaricare le responsabilità del nuovo calcio scommesse sul gioco legale,

rileggendo i fatti del passato – aggiunge Ruzettu – sembra una via d'uscita

inappropriata e poco elegante». Basta sfogliare l'album dei ricordi per

ritrovare quelle fotografie non ancora sbiadite dell'irruzione negli stadi

italiani delle gazzelle della polizia. Era il 1980 ed esplodeva lo scandalo

delle scommesse clandestine con il coinvolgimento di numerose società di serie

A e B e di professionisti di grido. Questo, con puntuale coincidenza, a soli

tre mesi dall'inizio del campionato europeo di calcio che si disputò proprio

in Italia. In quell'occasione Artemio Franchi, presidente dell'Uefa, fu

costretto a dimettersi, ma erano altri tempi e le scommesse legali ancora non

c'erano. Pochi anni dopo, nel 1986, durante i mondiali in Messico, fu

accertata l'esistenza di un altro giro di scommesse clandestine su partite di

calcio dei campionati dalla serie A fino alla C2, che andava avanti dal 1984.

Anche in quest'occasione le scommesse legali non esistevano, essendo state

autorizzate solo nel 1998. Ci sono esempi, più recenti, maturati in pieno

regime di scommesse autorizzate, su cui il calcio ha perso una grande

occasione, che, guarda caso, vedono implicati alcuni protagonisti dell'attuale

scandalo. Il riferimento è ad Atalanta-Pistoiese di Coppa Italia del 2001. In

quell'occasione le scommesse transitarono sul circuito legale e per questo

furono sospese e segnalate. Poi, dopo una condanna in primo grado furono tutti

prosciolti. Una decisione che oggi pesa come un macigno.

Nell'ultimo scandalo, invece, questo monitoraggio non è stato possibile

proprio perché i flussi sono transitati su circuiti privi di controllo, legati

al mercato asiatico e su alcune agenzie collegate a reti di scommesse non

autorizzate che operano in Italia. Dal 1998 ad oggi il controllo dello Stato

ha comportato l'emersione di miliardi di euro, tutti incanalati in circuiti

legali e controllati ed è proprio sul contrasto al gioco illegale e al gioco

d'azzardo che si gioca la grande partita del futuro. Le garanzie che il gioco

legale e lecito dà nei confronti del sistema e del singolo giocatore, fa

notare infine Ruzzettu, sono dei passaggi fondamentali da cui non si può

prescindere.

-------

Risvolti incerti dalle nozze

tra Monopoli e Dogane

L'obiettivo è rendere i controlli sul territorio più capillari ed efficaci

FOCUS SULLA SPENDING REVIEW Il Governo Monti ha riacceso

il confronto sulla governance del gioco in Italia, per contrastare le

illegalità che danneggiano anche gli operatori onesti e i concessionari

di MARCO MOBILI (Il Sole 24 ORE 17-07-2012)

La spending review dell'Economia è partita dai Monopoli, da accorpare

all'agenzia delle Dogane. E il dibattito tra chi li vuole chiudere (l'Economia)

e chi al contrario li vuole trasformare in un'Agenzia snella (il Parlamento)

si è subito infiammato. «Negli ultimi tempi, i Monopoli di Stato non sono

stati così efficaci come avremmo voluto fossero nel contrasto all'illegalità».

Non solo. «I giochi hanno una diffusione territoriale capillare che richiede

una vigilanza altrattanto capillare che non può essere fatta da un'Agenzia

così com'è costituita, quindi dobbiamo rafforzarne il presidio e obbligare

tutte le Agenzie ad avvalersi della Guardia di finanza sul territorio». Con

queste parole il neo-ministro dell'Economia, Vittorio Grilli (prima

sottosegretario), ha voluto rispondere alla levata di scudi della commissione

Finanze della Camera sul taglio delle agenzie fiscali (Dl n. 87) e, in

particolare, dei Monopoli. Una risposta reiterata ieri, davanti alle

commissioni Bilancio e Finanze del Senato.

Le obiezioni e i problemi evidenziati da Grilli, è stato fatto notare da più

parti, sono gli stessi che già da qualche anno sono stati sollevati dalla

stessa amministrazione autonoma dei Monopoli, soprattutto sul fronte dei

controlli. Ma su questi ha, spesso, pesato le rigidità dell'Esecutivo nel

derogare, ad esempio, ai blocchi del turn-over per potenziare proprio quelle

strutture da dedicare ai controlli sul territorio. E questo anche quando

all'Aams è stato chiesto uno sforzo suppletivo di risorse e di idee per

assicurare nuove e maggiori risorse all'Erario. Basti pensare che nel 2011 il

settore giochi ha garantito all'Erario circa 9 miliardi di euro, sfiorando i

65 miliardi complessivi dal 2003 al 2011.

Numeri che non sembrano aver scalfito le convinzioni di Grilli sul futuro dei

Monopoli. Nel corso della stessa audizione alla Camera delle scorse settimane,

a chi in commissione gli faceva notare che la decisione presa sulle Agenzie e

sui Monopoli assomiglia più a una fusione per incorporazione e che con

decisioni affrettate si mettono a rischio gli oltre 19 miliardi di euro

complessivi che i Monopoli hanno garantito all'Erario tra giochi e accise sui

tabacchi, Grilli ha risposto convinto che «se il Governo ha agito con lo

strumento del decreto legge è perché ritiene ci sia una vera emergenza nel

ridisegnare la macchina dello Stato».

Ma dallo stesso presidente della Commissione Finanze, Gianfranco Conte (Pdl)

è giunto un monito preciso al Governo: «È chiaro che il Governo presenta i

provvedimenti al Parlamento e li esamina l'Aula, ma i testi passano dalle

Commissioni e se le Commissioni non sono d'accordo... la fiducia si mette sul

testo delle commissioni».

Queste sono le schermaglie di uno scontro destinato ad accendersi

ulteriormente. Non è escluso, infatti, che il decreto legge n. 87, già

all'esame delle commissioni Finanze e Bilancio del Senato, finisca per essere

trasferito integralmente nel più ampio decreto legge sulla spending review (Dl

n. 95) già all'esame della sola Commissione Bilancio. Se così sarà, l'addio ai

Monopoli non passerà più sotto la lente delle Commissioni Finanze.

Intanto, in attesa che Parlamento e Governo definiscano il futuro dei

Monopoli, l'Esecutivo, nel consiglio dei ministri che ha approvato il decreto

sui tagli di spesa, e ha nominato Luigi Magistro, già direttore accertamento

delle Entrate, nuovo direttore dell'Amministrazione autonoma.

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Calcioscommesse, il pentito Erodiani tira in ballo il presidente

biancoceleste: sarebbe venuto a conoscenza della combine dopo

la gare col Siena del 2007, tanto che poi avrebbe allontanato

i colpevoli. L’altro match nel mirino è con l’Albinoleffe

Accuse alla Lazio

“Due partite truccate, Lotito sapeva tutto”

Gianello conferma le sue rivelazioni su Samp-Napoli. Bonucci e Criscito negano gli addebiti

di MARCO MENSURATI & MATTEO PINCI (la Repubblica 17-07-2012)

Lotito aveva saputo della combine di Siena-Lazio. Questo avrebbe confessato

ieri Massimo Erodiani davanti alla Procura Federale, parlando di due gare

“combinate”. Si tratta della sconfitta per 2-1 con i toscani, ultima giornata

del campionato 2006-2007, e di Lazio-Albinoleffe di coppa Italia del 2010.

Secondo il tabaccaio pescarese ed ex calciatore, radiato dalla giustizia

sportiva, il presidente della Lazio sarebbe venuto a conoscenza della combine

del match grazie al quale il Siena, il 27 maggio 2007, strappava la permanenza

in serie A battendo la squadra biancoceleste, grazie a un gol all’86’ di Paolo

Negro. In via Po, durante una giornata attesa soprattutto per le convocazioni

di Bonucci, Ranocchia e Criscito, la vera bomba l’ha fatta esplodere Erodiani,

assistito davanti al pool romano dall’avvocato Paolo D’Incecco: sessanta

partite, quelle di cui si è parlato nel corso del lungo interrogatorio con gli

007 del procuratore Palazzi. Una domanda quasi dovuta, poi, cambia la storia

della giornata: «Possibile che nessun dirigente sapesse nulla?». Tutt’altro

che scontata la risposta del “pentito”: «Nell’ambiente si diceva che Lotito

sapesse», avrebbe risposto Erodiani. Abbastanza per iniziare a parlare di quel

Siena-Lazio. Una gara per la quale già mesi fa si erano mossi gli uomini dello

Sco (Servizio centrale operativo della Polizia), inviando un’informativa alla

procura di Cremona: l’ex difensore laziale Paolo Negro, in campo con i toscani,

secondo gli inquirenti avrebbe indicato sul maxischermo del “Franchi” il

pareggio tra Catania e Chievo, risultato grazie al quale sarebbe bastato un

gol al Siena per salvarsi. E all’86’ proprio Negro siglava la rete salvezza.

Una partita che, secondo Erodiani, sarebbe stata organizzata dai giocatori in

campo. Per questo il presidente sarebbe diventato furioso, perché tenuto

all’oscuro dell’accordo. Per lo stesso motivo avrebbe poi fatto in modo di

allontanare tre giocatori “infedeli” di quella squadra. Discorsi, va

specificato, relativi a episodi prescritti, e che Erodiani spiega di aver

ricevuto “de relato”. Come per ogni altra confessione, d’altronde, tutte

finora riscontrate dai fatti. Ma non solo Siena-Lazio. Perché, e qui le accuse

si fanno ancora più pesanti, il tabaccaio pescarese avrebbe anche riferito di

aver saputo da Ivan Tisci, ritenuto dal tribunale del Riesame di Brescia

“parte integrante” dell’associazione, come Lazio-Albinoleffe di coppa Italia

del novembre 2010 sarebbe stata “accomodata” dalle dirigenze per ottenere un

under alla fine del primo tempo e over a fine gara. In questo caso non

comparirebbe il nome del presidente biancoceleste: il racconto potrebbe quindi

riferirsi anche ad altre figure dello staff dirigenziale del club. Appare

quasi inevitabile, però, che la Procura Federale possa decidere nei prossimi

giorni di convocare proprio il presidente Lotito. Per chiedergli conto di

accuse tanto gravi, raccontando la propria versione. E a questo punto anche lo

stesso Tisci dovrebbe essere chiamato a presentarsi davanti ai federali: per

fornire la testimonianza chiave per confermare o smentire le parole di

Erodiani. Ieri intanto in procura è stato anche il giorno di Bonucci,

Ranocchia e Criscito. L’esterno ha «chiarito la sua posizione » sul colloquio

con gli ultrà prima di Lazio-Genoa e risposto sul «devastante» derby

Genoa-Samp.

Matteo Gianello, ex terzo portiere del Napoli, ha invece ribadito quanto detto

ai pm partenopei il 15 giugno dello scorso anno: tentò di pilotare

Sampdoria-Napoli (1-0, 16 maggio 2010) provando a coinvolgere nell'illecito

anche gli ex compagni Paolo Cannavaro e Gianluca Grava che ora rischiano il

deferimento per omessa denuncia, mentre il Napoli quello per responsabilità

oggettiva.

___

Calcioscommesse

Erodiani tira in ballo Lotito e la

Lazio «Il presidente sapeva»

La rivelazione Il riferimento è alla presunta combine di

Lazio-AlbinoLeffe di Coppa Italia «Me l’ha detto Tisci»

di ANDREA ARZILLI (CorSera 17-07-2012)

ROMA — La sorpresa arriva quando nessuno se l'aspetta. E non dai «big»

convocati ieri in Figc, come i due azzurri Mimmo Criscito e Leonardo Bonucci o

l'interista Andrea Ranocchia. È il titolare dell'agenzia di scommesse Massimo

Erodiani (già ritenuto dalla procura di Cremona membro dell'associazione che

mirava a taroccare le partite e più volte ascoltato) a ritirare in ballo con i

federali due gare chiacchierate della Lazio: una con l'Albinoleffe in Coppa

Italia (3-0, 25 novembre 2010) e l'altra col Siena nella stagione 2006-07.

Solo che nel primo caso paventa il coinvolgimento diretto del presidente

Claudio Lotito. Erodiani — difeso dall'avvocato Paolo D'Incecco — parla prima

genericamente, citando «voci risapute nell'ambiente, chiacchiere diffuse». Poi

però fa nome e cognome della sua fonte: «A raccontarmi che c'era di mezzo la

dirigenza della Lazio è stato Ivan Tisci». Tisci, ex giocatore di Avellino e

Lanciano, ha già patteggiato una squalifica di un anno nel primo filone del

calcioscommesse. Se i federali dovessero credere a Erodiani e alle sue

rivelazioni «de relato», il presidente della Lazio rischierebbe anche l'accusa

di illecito o — quanto meno — l'omessa denuncia. Le puntate erano sull'over

(2-0) nel primo tempo e anche come risultato finale. Di questa partita — e

negli stessi termini —, aveva già parlato il pentito Carlo Gervasoni al pm di

Cremona Roberto Di Martino: «Gegic mi riferì che Lazio-AlbinoLeffe di Coppa

Italia era stata combinata dai giocatori dell'AlbinoLeffe con over e

sconfitta. Non mi disse chi aveva organizzato la combine».

In Siena-Lazio del 2007 (2-1), invece — partita che decretò la salvezza dei

toscani a scapito del Chievo —, l'accordo sarebbe stato tra calciatori: «In

questo caso Lotito non c'entra niente», ha raccontato Erodiani ieri in Figc.

Il presidente della Lazio ne sarebbe venuto a conoscenza a cose fatte e, a

fine stagione, avrebbe cacciato tre suoi giocatori ritenuti responsabili della

combine. I fatti sono comunque prescritti. Anche questa partita era già finita

sotto la lente delle procure di Cremona e Napoli per una denuncia di

estorsione fatta dal difensore Paolo Negro (autore del gol decisivo per il

Siena, con un passato nella Lazio) che avrebbe concordato la vittoria con gli

ex compagni. Lo Sco in un'intercettazione tra due pregiudicati carpì la frase:

«Guarda che Negro c'entra eccome, a questo togliamo un sacco di soldi».

Tornando alla giustizia sportiva, tutto il filone Lazio potrebbe però arrivare

a processo solo in autunno, assieme ai fatti che riguardano il Genoa. E sui

fatti di Genova ieri è stato sentito Criscito: su di lui pendono la presunta

combine nella gara con la Lazio e il legame che scotta con alcuni tifosi

rossoblù. Bonucci invece è accusato da Andrea Masiello per Udinese-Bari: lo

juventino in due ore ha respinto ogni addebito. Ma dalla Procura di Bari è

arrivato il rinvio a giudizio di Pierandrea Semeraro, ex presidente del Lecce:

per Palazzi la conferma dell'attendibilità di Masiello. Invece Ranocchia (non

indagato) è stato sentito solo come testimone.

___

Scommesse Lo accusa, senza fornire prove, di essere stato a conoscenza di combine

Erodiani tira in ballo Lotito

Bonucci non convince la Procura. Gianello inguaia Napoli

di DANIELE PALIZZOTTO (IL TEMPO 17-07-2012)

Matteo Gianello inguaia il Napoli, Leonardo Bonucci rischia grosso, mentre

Massimo Erodiani tira in ballo Claudio Lotito senza però citare fonti né

fornire prove. L'ultima settimana del terzo filone dell'inchiesta sul

calcioscommesse ha riservato conferme, sorprese e inattesi quanto clamorosi

colpi di scena, come appunto le accuse di uno dei personaggi principali dello

scandalo 2011 nei confronti del presidente della Lazio. Chiariamo subito lo

scenario: interrogato dai collaboratori del procuratore Palazzi, Erodiani ha

riferito accuse de relato, riportando presunti fatti ascoltati da altre

persone. Di chi possa trattarsi non è dato sapere. In ogni caso, le accuse a

Lotito riguardano due partite: Siena-Lazio 2-1 del 27 maggio 2007 e

Lazio-AlbinoLeffe 3-0 del 25 novembre 2010. Per ciò che riguarda la partita

col Siena, ultima giornata del campionato in questione, Lotito sarebbe venuto

a conoscenza della presunte combine – naturalmente secondo Erodiani – soltanto

dopo l'incontro: arrabbiato per l'accaduto, il presidente biancoceleste

avrebbe anche allontanato due «traditori» dalla propria squadra. Quel 27

maggio il Siena conquistò la salvezza grazie alla vittoria firmata in extremis

dall'ex Paolo Negro, poi finito nell'occhio del ciclone per una strana

intercettazione telefonica colta dagli investigatori della squadra mobile di

Roma: «Negro c'entra eccome, a questo togliamo un sacco di soldi». Ben diversa

l'accusa mossa da Erodiani per Lazio-AlbinoLeffe: Lotito avrebbe saputo della

combine della partita. Una partita già citata, sempre de relato, anche da

Gervasoni: «Gegic mi riferì che l'incontro era stato combinato dai giocatori

dell'AlbinoLeffe con Over e sconfitta – dichiarò il calciatore ai magistrati

di Cremona lo scorso 12 marzo – ma non mi disse chi aveva organizzato la

combine». Ora Erodiani accusa Lotito, senza però fornire le prove necessarie.

Ma la lunga giornata in Procura ha fornito altre, importanti notizie. A

partire dall'audizione di Bonucci, la cui posizione è davvero complicata:

convocato per chiarire la presunta partecipazione alla combine di Udinese-Bari

del 9 maggio 2010, il difensore della Juventus ha negato ogni addebito senza

però convincere la Procura. Del resto le accuse del pentito Andrea Masiello,

ex compagno di squadra a Bari, sono molto circostanziate: «Io, Bonucci,

Belmonte e Parisi giocammo per raggiungere il risultato a cui mirava Di Tullio,

agevolando la segnatura di tre reti». Il difensore della Juventus rischia un

lungo stop, almeno tre anni: la Juventus ha già trovato il sostituto, l'ex

interista Lucio, ma certo non può sorridere. Come non può sorridere il Napoli,

nei guai per le dichiarazioni di Gianello. Dopo tanti dubbi legati alla

condizione fisica e non solo, l'ex portiere partenopeo ha infatti deciso di

rispondere alla convocazione della Procura. Una notizia poco gradita a Napoli,

dove tutti speravano che Gianello ritrattasse le confessioni dello scorso anno

sulla tentata combine di Sampdoria-Napoli 1-0 del 16 maggio 2010. E invece il

portiere ha confermato le accuse contro Paolo Cannavaro e Grava (a rischio

omessa denuncia), come spiegato dall'avvocato Eduardo Chiacchio: ora il Napoli

rischia il deferimento per responsabilità oggettiva con uno o due punti di

penalizzazione.

___

GIANELLO CONFERMA LA TENTATA COMBINE DI SAMP-NAPOLI

Ranocchia-Bonucci, il muro delle scommesse

Ascoltati in Procura i difensori, ex compagni al Bari: «Tutto a posto». Per Criscito due ore di domande

di STEFANO FIORE (il Giornale 17-07-2012)

Con l’audizione di Matteo Gianello, che ha confermato la tentata combine di

Sampdoria-Napoli del 2010, si è chiuso anche il filone napoletano del

calcioscommesse. Il pm Palazzi si avvia a chiudere le indagini, poi si

prenderà qualche giorno prima di decidere i deferimenti e renderli noti: si

arriverà a fine mese, sempre che il calendario non slitti ancora (l’ex

presidente del Lecce Pierandrea Semeraro doveva essere interrogato domani,

è slittato a mercoledì). Poi dovrà decidere se privilegiare i processi ai club

con responsabilità diretta, come anticipato dal dg della Figc Valentini.

Ma la giornata di ieri è stata importante perché ha visto la «sfilata» di

Andrea Ranocchia e Leonardo Bonucci, compagni di squadra ai tempi di Bari e

che hanno spiegato le loro posizioni in merito a Udinese-Bari e Bari-Genoa

della stagione 2010-11, oltre a quella di Domenico Criscito, interrogato su

Lazio-Genoa della stessa annata.

Dopo quasi cinquanta minuti, il difensore dell’Inter (interrogato come

«persona potenzialmente informata sui fatti») è uscito rilasciando solo una

breve dichiarazione: «Tutto a posto». Più lunga l’audizione di Bonucci, due

ore, ma all’uscita il difensore della Juventus non ha voluto dire niente al

riguardo, al contrario dell’avvocato Chiappero, che lo assiste insieme al

collega Bianchi, che ha «copiato» Ranocchia: «Tutto a posto».

Più loquace il legale di Domenico Criscito, partito dalla Russia per parlare

di Lazio-Genoa 4-2 del maggio 2011, incontro che secondo gli inquirenti

potrebbe essere stato aggiustato dall’ex terzino rossoblu assieme a Milanetto,

Sculli e Mauri. Nell’ora e mezzo di audizione «Criscito ha chiarito la sua

posizione e speriamo, in tempi abbastanza veloci, di definirla in maniera

positiva» ha detto l’avvocato Guadalupi. Con la trasmissione degli atti di

Cremona a Genova, Criscito spera di risolvere anche la sua posizione nel

processo penale.

Chi invece era già stato sentito è Antonio Conte che ieri, per la prima volta

dopo l’interrogatorio di venerdì, ha parlato della sua situazione: «Ho sempre

avuto grandissima stima e fiducia in chi sta conducendo le indagini» ha detto

nel ritiro della Juventus a Chatillon. «Ho potuto chiarire punto per punto,

raccontando una verità assolutamente credibile. Un uomo conquista la

credibilità nell’arco della vita. Penso che nei miei 42 anni, la mia vita sia

stata molto credibile. La società, il presidente, 14 milioni di tifosi sanno

chi è il loro allenatore. Io sono molto sereno, la coscienza mi fa stare molto

sereno» ha detto Conte. Meno sereni i suoi tifosi, che hanno dedicato cori

poco carini al grande accusatore dell’allenatore bianconero: «Carobbio pezzo

di m...» lo slogan più gettonato a Chatillon.

___

Gianello conferma:

«Si tentò di combinare

Sampdoria-Napoli»

Erodiani rivela: Lotito furioso per il k.o. con il Siena del 2007

E tira in ballo i dirigenti Lazio per la combine con l'AlbinoLeffe

di MAURIZIO GALDI & GAETANO IMPARATO (GaSport 17-07-2012)

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Il portiere Matteo Gianello ha confermato le confessioni fatte ai magistrati

di Napoli («Ci fu un tentativo di combinare Sampdoria-Napoli»), ma ieri le

novità sono arrivate dall'audizione di Massimo Erodiani. Il tabaccaio

abruzzese avrebbe tirato in ballo Claudio Lotito e la dirigenza della Lazio.

Siena-Lazio Erodiani, in particolare, avrebbe riferito di aver saputo in

ambienti delle scommesse che il presidente della Lazio era a conoscenza che

Siena-Lazio della stagione 2006-07 non aveva avuto un finale regolare. E' una

partita chiacchierata, in un'informativa della Squadra mobile di Roma, inviata

a Cremona, gli investigatori erano giunti alla conclusione che a un certo

punto della gara Negro — all'epoca al Siena, ma in precedenza per molti anni

alla Lazio — avrebbe fatto un cenno agli avversari per ottenere il gol

necessario per salvarsi ai danni del Chievo (cosa che avvenne, e il gol lo

segnò proprio Negro). Secondo Erodiani, Lotito si sarebbe arrabbiato

moltissimo. Eventuali illeciti, in ogni caso, sarebbero prescritti.

Lazio-AlbinoLeffe Diverso il discorso per un'altra partita già finita

nell'inchiesta cremonese, Lazio-AlbinoLeffe di Coppa Italia del 2010. Ha

raccontato Gervasoni: «Gegic mi riferì che la partita era stata combinata dai

giocatori dell'Albinoleffe con Over e sconfitta». Erodiani aggiunge però di

avere saputo da Tisci che la combine sarebbe avvenuta anche con il contributo

della dirigenza della Lazio. Ora bisognerà trovare i riscontri a queste parole.

Conferme Sull'altro fronte, Gianello ha confermato quanto aveva già detto

ai magistrati della Procura di Napoli: ci fu un tentativo di combine per

Sampdoria-Napoli. Il portiere (ai tempi il terzo del Napoli) aveva spiegato:

«Ricordo che decisi di fare la mia proposta per aggiustare la partita ai miei

compagni della difesa. Scelsi per farlo l'occasione offertami da un

allenamento alcuni giorni prima della partita. Mi rivolsi a Paolo Cannavaro e

a Grava e a nessun altro; escludo, in particolare che fosse presente

Santacroce, che pure ricordo giocò quella partita anche perché coinvolto

nell'azione del gol della Sampdoria. Escludo altresì che fosse presente De

Sanctis. Escludo infine di aver parlato con Quagliarella della richiesta del

Giusti». Ora si dovrà vedere se Cannavaro e Grava, che finora hanno negato sia

davanti ai magistrati che agli 007 federali, cambieranno la loro dichiarazione

o rischieranno un deferimento per omessa denuncia se venisse ritenuta

credibile l'ammissione di Gianello. Non sono mancate domande su altre partite

nel mirino: Napoli-Parma, Lecce-Napoli e Napoli-Inter. Ma l'avvocato Eduardo

Chiacchio al termine ha spiegato: «Gianello non ha aggiunto nuovi

particolari».

___

Calcioscommesse Davanti ai collaboratori di Palazzi sono sfilati anche Ranocchia, Bonucci e Criscito. Attesi tra una settimana i deferimenti

Gianello conferma: tentai

la combine per la Samp

L’ex portiere del Napoli ascoltato per due ore dalla Procura federale

di CARLO SANTI (IL MATTINO 17-07-2012)

ROMA. Un lungo giorno in Procura alla Federcalcio, inte rrogatori importati

per chiarire diverse posizioni. Due ore di domande per Leonardo Bonucci, quasi

altrettante per Matteo Gianello che è il personaggio chiave per la vicenda che

coinvolge il Napoli. Interrogati anche Ranocchia, Criscito e Massimo Erodiani,

il titolare di un’agenzia di scommesse a Pescara coinvolto nel calcioscommesse.

«Tutto a posto», il breve commento dell’avvocato Chiappero che difende

Bonucci, il giocatore della Juve chiamato dal procuratore Palazzi per la

presunta combine della partita Udinese-Bari del maggio 2010 - a coinvolgerlo è

stato il pentito Andrea Masiello - quando il difensore era in forza al club

pugliese. Il giocatore ha lasciato rapidamente via Po quasi senza parlare ma è

parso piuttosto provato, un segnale non certo incoraggiante per il futuro.

Eccoci a Gianello e al Napoli. L’ex terzo portiere del club di De Laurentiis

ha avuto il via libera dai medici per poter venire a Roma visto che era malato

e poco più di una settimana fa aveva presentato il certificato per evitare

l’interrogatorio: una colica renale e lo stress gli impedivano di essere nella

Capitale. Alle 18.15 Gianello si è presentato, accompagnato dal suo avvocato

Eduardo Chiacchio. Poco meno di due ore dopo l’ex terzo portiere degli azzurri

e oggi in serie D, al Villafranca, era fuori. Cosa ha detto Gianello ai

procuratori? «Ha confermato quello che ha detto alla Procura di Napoli», ha

spiegato l’avvocato. Gianello nei mesi scorsi aveva raccontato agli inquirenti

napoletani di una presunta combine per Sampdoria-Napoli (1-0 per i liguri) del

16 maggio 2010. Per aggiustare quella partita avrebbe chiesto la

collaborazione di Paolo Cannavaro e Grava offrendo denaro. «Cannavaro e Grava

diedero immediatamente e con estrema decisione una risposta negativa», ha

detto Gianello.

Cannavaro e Grava, che sono stati ascoltati dalla Procura della Figc il 6

luglio hanno smentito il contatto ma Gianello insiste. Di certo quella partita

non è stata taroccata ma il secco no del capitano e di Grava non è stato

seguito da una denuncia dei due giocatori. Da qui il possibile coinvolgimento

del Napoli per responsabilità oggettiva. È un caso particolare, questo, che

dovrà essere accertato con cura. Gianello ha detto la verità? Oppure ha

millantato perché sollecitato alla combine da chi voleva scommettere? E non

avendo il coraggio di proporre la combine ha inventato tutto, ossia il

colloquio con Cannavaro e Grava? L’ex terzo portiere, che a Marassi il 16

maggio 2010 non era neppure in panchina, dovrebbe tornare in Procura, ma in

quella della Repubblica di Napoli per raccontare la sua verità. Difficile che

Gianello ritratti la prima versione, ma qui siamo alla sua parola contro

quella di Paolo Cannavaro e Grava che smentiscono il contatto. Tempo per

chiarire la questione Palazzi ne ha perché il processo, deferimenti a parte

(che non costituiscono condanna o colpevolezza) si terrà non prima di

settembre.

Abbiamo detto di Andrea Ranocchia chiamato anche lui per il suo passato al

Bari. Il quesito posto all’interista è stato quello su una somma (1700 euro)

che Ranocchia avrebbe versato a Iacovelli. Risposta, durata meno di un’ora:

servivano per curare un problema di salute. Per quanto riguarda Criscito,

invece, il giocatore ha cominciato a difendersi davanti alla giustizia

sportiva in attesa che quella penale - ha ricevuto un avviso di garanzia dalla

Procura di Cremona che gli è costata la partecipazione agli Europei - faccia

il suo corso. Il difensore dello Zenit, che è implicato per il suo passato al

Genoa e in particolare per Lazio-Genoa 4-2 del maggio 2011 non ha parlato.

Qualche parola, invece, del suo legale, l’avvocato Rosso: «Criscito ha

chiarito la sua posizione».

-------

Il retroscena

L'INTERROGATORIO

Matteo: «Vi giuro, ho sempre

rispettato la squadra e i tifosi»

Deferimenti Il club rischia un punto

Per i due difensori il timore di uno stop

di FRANCESCO DE LUCA (IL MATTINO 17-07-2012)

Assistito dal suo avvocato Eduardo Chiacchio, ex calciatore napoletano da

sempre esperto in materia di diritto sportivo, Matteo Gianello si è presentato

davanti ai procuratori federali poco dopo le 18. Ha parlato per quasi due ore

con quattro sostituti: Lucarelli, Sanzi, Mormando e Mattei. L’avvocato

Chiacchio aveva una copia del verbale dell’interrogatorio di tredici mesi fa,

quello dei magistrati napoletani all’ex portiere del Napoli. Una copia anche

nelle mani dei quattro vice di Palazzi. «Mi riporto al verbale», ha più volte

detto Gianello, confermando quanto aveva dichiarato sulla partita Samp-Napoli

del 16 maggio 2010 e sul tentativo di combinarla dietro pressione di due ex

compagni, Giusti e Cossato, conosciuti ai tempi del Chievo. Ha parlato solo di

quella partita, non di Lecce-Napoli e di Napoli-Inter del campionato

successivo, alle quali aveva fatto vaghi riferimenti un anno fa. «Giusti e

Cossato insistevano, spesso a loro dicevo cose non vere per levarmeli da

torno». Pressione psicologica, quella che Gianello avverte anche da quando la

storia della tentata combine è diventata nota. È stato a Napoli per l’ultima

volta nello scorso febbraio per una visita specialistica; è in uno stato

depressivo, come ha detto ai sostituti procuratori della Federcalcio.

Polo scura, occhiali da sole, barba lunga, dimagrito, così si è presentato

negli uffici di via Po il portiere che è stato tesserato per il Napoli dal

2004 al 2011. Le ultime due stagioni vissute ai margini, Mazzarri preferiva

Iezzo come vice di De Sanctis. «Ho sempre tenuto al Napoli e ai suoi tifosi»,

questo passaggio figura nel verbale redatto dalla segreteria della Procura

federale. Gianello sente di aver fatto esplodere un caso: non credeva che

potesse essere di tale portata. Ha deciso di volare a Roma ieri mattina dopo

aver ricevuto il parere favorevole del medico. Molto turbato, non ha parlato

né prima né dopo l’interrogatorio in cui ha confermato di aver avvicinato

Cannavaro e Grava alla vigilia di Samp-Napoli, dicendo che vi erano suoi amici

pronti ad investire somme di denaro sulla sconfitta degli azzurri a Marassi.

La risposta dei due difensori fu ovviamente negativa, anzi sdegnata. Gianello

ha confermato il colloquio, negato invece dagli ex compagni, interrogati il 6

luglio a Roma. A chi crederanno i giudici della Disciplinare quando comincerà

il processo?

Se fossero stati contattati dal portiere, Cannavaro e Grava avrebbero dovuto

denunciare il fatto alla Procura federale. Adesso rischiano il deferimento per

omessa denuncia: la sanzione oscilla dai 12 mesi ai 3 mesi con ammenda. E il

Napoli? Nella prossima settimana (Palazzi conclude gli interrogatori venerdì)

potrebbe essere deferito per responsabilità oggettiva perché Gianello era un

suo tesserato: il rischio è una lieve sanzione, un punto in classifica o

un’ammenda. La società è assolutamente al di sopra di qualsiasi sospetto,

pulita, e non ci sono dubbi sulla partecipazione alla prossima edizione di

Europa League. Gianello e il suo legale Chiacchio puntano sul patteggiamento

della pena.

___

L’inchiesta

Scommesse: anche il club deferito (“tentato illecito sportivo”) ma si prevedono sanzioni lievi

Gianello confessa in lacrime

il Napoli non rischia l’Europa

di ANTONIO CORBO (la Repubblica - Napoli 17-07-2012)

PALLIDO, dimagrito, la voce rotta da fumo e pianto. Matteo Gianello porta nel

certificato medico e negli occhi i segni di una profonda depressione. Ha

parlato a fatica per due ore, interrogato verso le 19 da quattro inquirenti

della Procura federale. «Ho deciso di dire la verità, anche qui», promette. La

confessione non gli evita il processo sportivo per “tentato illecito sportivo”,

ma assicura a lui e al Napoli una lieve sanzione. Un anno di squalifica

invece di tre a Gianello, che era tesserato del Napoli: quindi in dibattimento

trascina la società, per “responsabilità oggettiva”. Pena prevista: un punto,

se va bene un’ammenda.

Dipende anche dagli avvocati. Uno sarà Mattia Grassani, bolognese, non sempre

fortunato nella difesa del Napoli. Si ricorderà la lunga chiusura delle curve

dopo Roma-Napoli del 31 agosto 2009 per incidenti attribuiti per errore agli

Ultras, come dimostrò poi la Procura di Napoli. Andò meglio nel marzo scorso

quando Grassani ottenne la riduzione della squalifica di Mazzarri, ed il suo

ritorno in panchina a Londra con il Chelsea. È comunque certa la Europa League,

perché il presidente Michel Platini durante gli Europei ribadì che la sua

Uefa «valuta caso per caso in autonomia». E il caso Napoli rivela la più

astratta responsabilità del Napoli. Matteo Gianello ha confermato la

confessione del 15 giugno 2011 al pm Antonello Ardituro e ai suoi colleghi

Dario De Simone e Vincenzo Ranieri. Inchiesta coordinata dal procuratore

aggiunto Giovanni Melillo. Fallito il tentativo di ritrattare. È stato

l’avvocato Eduardo Chiacchio a salvare Gianello ed il Napoli da una condanna

più pesante: la giustizia sportiva non crede a chi nega confessioni già rese,

e non concede il patteggiamento. Lo avrà il 35enne Gianello, che spera di

diventare allenatore dei portieri nel Veneto appena possibile.

L’ex terzo portiere alla vigilia di Samp-Napoli (16 maggio 2010) propose a

Cannavaro e Grava di perdere, per favorire le vincite di due suoi amici

scommettitori, Silvio Giusti e Michele Cossato. In Procura nega la proposta,

ma quando ascolta la telefonata intercettata, ricorda meglio: «Cannavaro e

Grava diedero con estrema decisione una risposta negativa e capii che erano

risentiti». I due difensori, che hanno ancora una volta negato tutto, saranno

deferiti per omessa denuncia. La ritrattazione era impossibile: l’avvocato

Eduardo Chiacchio ha infatti letto anche carte riservate trasmesse alla

Procura federale. Non solo la telefonata, c’era il rapporto di un poliziotto

della Mobile “infiltrato” (Gaetano V.) che si fingeva amico di Gianello. Come

poteva ritrattare? In quelle pagine è riferito anche qualche aiuto a Lavezzi,

riportato a casa non sempre sobrio, e a notte alta. Gianello ha pregato gli

inquirenti Lucarelli, Marmondo, Mattei e Sansi di concludere: «Non ho mai

pensato dopo sette anni a Napoli di creare danni alla squadra e ai tifosi».

Era uno scommettitore, in un giro più grande di lui, amici che puntavano fino

a 50mila euro a settimana. Ancora da decidere la data del processo. Con

Gianello compaiono il Napoli, Cannavaro, Grava e Mascara, nome in codice

“Dentino” nella montagna di intercettazioni e verbali. Ascoltare e rileggere:

il Napoli protagonista di un “Grande Fratello”, lungo un anno. Scene e pagine

che hanno forse deciso qualche cessione.

___

Lo scandalo

“Semeraro firmò assegni alla sua

fidanzata per comprare il derby”

La procura: “Ad incassare era il padre di Masiello”

di GIULIANO FOSCHINI & MARCO MENSURATI (la Repubblica - Bari 17-07-2012)

QUELL’AUTOGOL era necessario per evitare che “qualche giocatore “lealista”

facesse sfumare la ghiotta opportunità di un’importante occasione di guadagno,

frutto della meticolosa gestazione del disegno orchestrato, nei giorni

precedenti, dal lavoro di un’intera equipe”. Avrebbe dovuto essere una cronaca

sportiva. E invece il resoconto (reale) del derby di serie A tra Lecce e Bari

è affidato al lavoro del procuratore Antonio Laudati, del sostituto Ciro

Angelillis, e riassunto in un’informativa dei carabinieri. Quarantadue pagine

che sembrano inchiodare Pierandrea Semeraro e costringono a una difesa

difficilissima il Lecce anche davanti alla giustizia sportiva

(l’interrogatorio davanti a Palazzi di Semeraro non si terrà più domani ma

giovedì).

Alla base delle accuse ci sono le dichiarazioni di Carella che racconta di

averlo riconosciuto in uno degli incontri con Carlo Quarta, l’imprenditore che

secondo la procura avrebbe fatto da tramite. A testimoniare l’incontro le

celle telefoniche che dimostrerebbero come Pierandrea fosse nella stessa ora,

nello stesso posto di Carella e Quarta. “Ma la cella telefonica è la stessa

della sua abitazione” rispondono i suoi legali. La Procura fa notare, però,

nell’informativa come le dichiarazioni di Carella siano genuine: mai è caduto

in contraddizione e tutto quello che ha detto è stato riscontrato (compreso

quando ha raccontato di aver portato i soldi frutto della corruzione al padre

di Andrea Masiello).

Inoltre i carabinieri del reparto operativo ritengono di “aver tracciato il

compenso consegnato al gruppo Masiello dal 28 maggio al 22 agosto del 2011” da

Semeraro e i suoi amici. Quarta il 30 maggio apre presso una filiale del Monte

dei paschi un conto corrente e versa un assegno di 50mila euro firmato da

Semeraro. Da quel giorno vengono prelevati 25 mila euro. Contemporaneamente

Semeraro emette assegni per 110mila euro sul conto della fidanzata e per

cinquantamila su quello del fratello di Quarta. Inoltre preleva ottantamila

euro in contanti. Tutto tra il 27 maggio e il 18 luglio. Bene: la fidanzata

nel giro di pochi giorni preleva 110mila euro in contanti, cioè l’equivalente

degli assegni versati, in tre tranche da 15, 15 e 70mila euro. I carabinieri

non hanno dubbi che si tratti dei soldi che sono serviti per comprare Masiello,

visto che la data dei prelievi corrispondo con i pagamenti fatti da Quarta

agli amici di Masiello.

«Gli esiti dell’attività investigativa - scrive nell’informativa il

comandante del nucleo investigativo, il maggiore Riccardo Barbera - hanno

dimostrato che Carella e Giacobbe hanno sfruttato il contatto con Quarta in

qualità di rappresentante di Semeraro. Masiello, a sua volta, dopo aver

cercato il coinvolgimento dei suoi compagni di squadra (ndr, Masiello parla

con Rossi, Bentivoglio e Parisi che però declinano l’invito) offriva in

concreto il suo personale e indefettibile contributo alla vittoria del Lecce

con un autogol volontariamente provocato”. “Successivamente continua - il

Quarta, tenendo fede agli impegni presi, dopo aver ricevuto il denaro dal

Semeraro, il 28 maggio 2011 consegnava a Carella la prima tranche di 70mila

euro. Di seguito l’emissario leccese consegnava, sempre a Carella in quattro

distinte occasioni, 80mila euro. Infine il 22 agosto il gruppo si recava a

Lecce per riscuotere ulteriori 50mila euro. Sulla riscossione non c’è alcun

dubbio, vista l’analisi dei traffici telefonici analizzati. Tutto questo

consente di sostenere che il terzetto poneva all’incasso il frutto della frode,

magistralmente suggellata dall’autorete di Andrea Masiello che, trovandosi

sul campo di gioco, non poteva evidentemente rischiare che l’eventuale gol del

pareggio di qualche suo compagno di squadra “lealista” gli facesse sfumare la

ghiotta opportunità di un’importante occasione di guadagno”

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l'Unità 17-07-2012

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C’era una volta il Foggia dei miracoli

Fallisce la società rossonera: ripartirà dai dilettanti. L’Andria si salva in extremis

di ENZO TAMBORRA (la Repubblica - Bari 17-07-2012)

POVERO calcio pugliese. Dopo il Taranto, da ieri nel calcio che conta non c'è

più neanche il Foggia, mentre per il rotto della cuffia si è salvata l'Andria.

Come previsto, entro le 13 di ieri, termine ultimo per presentare ricorso

contro la mancata iscrizione al campionato di Prima Divisione, non è stato

possibile per il club rossonero presentare né la fideiussione bancaria di

600mila euro, né i bonifici per quasi 900mila euro, relativi al pagamento di

stipendi, Irpef ed Enpals.

Già ieri sera, mentre davanti ai cancelli dello Zaccheria circa duecento

tifosi celebravano la giornata dell'orgoglio rossonero, il sindaco Gianni

Mongielli attivava la procedura per l'assegnazione di un nuovo titolo sportivo,

primo passo per l'iscrizione al prossimo campionato di serie D, se tutto

andrà nel verso giusto. Sta di fatto che è finita nel baratro la città di

Zemanlandia, oasi di un calcio mai visto. Dopo cinquantacinque anni di vita,

undici dei quali trascorsi in serie A, il Foggia dovrà ripartire dai

Dilettanti e la mazzata per la passionale tifoseria dei Satanelli è tremenda.

Se Taranto aveva vissuto altre giornate così nere, per Foggia è una novità

difficile da sopportare. «Ma bisogna andare avanti. Ho ritenuto indispensabile

agire a tutela della tradizione calcistica della nostra città, avviando le

procedure di iscrizione alla serie D», ha spiegato il sindaco Mongelli, che le

ha provate tutte per salvare la società appesantita dai debiti maturati in

modo consistente anche durante l'ultima gestione Casillo.

Inutili i tentativi di avvicinare alcuni imprenditori, l'ultimo il ligure

Pedemonte, che si è arreso di fronte alla difficoltà della situazione. Che la

vita debba continuare, lo dimostra anche la richiesta giunta nelle scorse ore

al Comune di Bari per l'utilizzo del San Nicola, visto allo Zaccheria almeno

sino al 30 luglio ci sarà il cartello di lavori in corso.

Se non altro, il calcio pugliese, oltre al Barletta, sarà rappresentato

l'anno prossimo in prima divisione anche dall'Andria, protagonista di un

salvataggio davvero rocambolesco. Le carte per il ricorso sono state

presentate solo tre minuti prima della scadenza dei termini. Fallito in

mattinata il tentativo di mettere insieme una cordata di imprenditori, a

garantire il pagamento dei restanti 260mila euro necessari per completare la

fidejussione è stato ancora una volta Gianni Attimonelli, che già aveva

garantito in precedenza 200mila euro. Altri 70mila li aveva resi disponibili

l'ex presidente Fusiello, altri 70mila erano stati ricavati dalla raccolta

fondi dei tifosi.

C'è voluta però una corsa in taxi ad alta velocità per arrivare davanti agli

uffici della Covisoc, appena in tempo prima che fosse troppo tardi. Da

definire ora l'organico societario, a cominciare dal ruolo di presidente. Ma

questo salvataggio non basta a riscattare lo scivolone della Puglia del

calcio.

___

bandieraBianca

SQUADRE SCOMPARSE: LA PROVINCIA

PAGA LA CRISI ECONOMICA NAZIONALE

di NICOLA BINDA (GaSport 17-07-2012)

Chiudono le fabbriche, e chiudono le squadre. E' la crisi, ragazzi. E lo sport

non può restare indenne, con tutto quello che succede in Italia. Non è la

prima estate dolorosa nello sport: da anni al momento delle iscrizioni ci sono

squadre che alzano bandiera bianca, o vengono estromesse per motivi

economici. Ma in questo momento storico del nostro Paese, certe bocciature

sono una ferita in più. Qui non sono in discussione i posti di lavoro, come

se a chiudere fosse un'azienda. Quello è un problema reale, ma marginale

rispetto al dolore che si provoca a migliaia di tifosi che perdono il loro punto

di riferimento del weekend: niente stadio, o niente palazzetto. Per rivedere la

squadra del cuore in campo — se va bene — bisognerà seguire un torneo

minore. Amen.

Non è solo un problema calcistico. E' tutto lo sport a soffrire. A oggi la

Lega Pro ha perso otto club (in passato è anche andata peggio), alcuni

prestigiosi, in tutta l'Italia: le mitiche Spal e Triestina, il Piacenza, le

pugliesi Foggia e Taranto, il Pergocrema, il Siracusa e il Giulianova. Per un

pelo sembra salvo il Treviso, squadra di una città che già piange la

discutibile mancata ammissione nel basket in serie A (out anche Teramo). La

pallacanestro paga a carissimo prezzo questa crisi, con 39 squadre saltate

nelle prime quattro divisioni (c'è anche Piacenza, che fa una triste doppietta

con il fallimento nel calcio) e altre 13 tra quelle femminili. E non parliamo

della pallavolo, dove la crisi tocca la capitale: niente Roma, e anche qui

niente Treviso (anche se la squadra giocava a Belluno), oltre a Monza e

Novara che, nel volley femminile, ha fatto la fusione con Villa Cortese.

I presidenti non possono investire, gli sponsor hanno chiuso i rubinetti, gli

incassi sono quelli che sono perché la gente fa fatica a pagare il biglietto.

E i criteri d'iscrizione sono sempre più severi, per evitare patatrac a

stagione in corso. Non tutti sono come la Serie A del calcio, che grazie ai

diritti tv vive su un altro pianeta. Gli altri piangono, fanno sacrifici e

tirano avanti. Chi non ce la fa si arrende, i più fortunati restano in pista e

chiedono ai tifosi di essere comprensivi se vengono ceduti i beniamini. Fino a

quando l'Italia sarà in questo stato, lo sport ne pagherà le conseguenze.

L'attualità dei club sarà i problemi economici, non i risultati. Consoliamoci

con le Olimpiadi: lì per partecipare servono atleti veri, non le fideiussioni.

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Lucio si è liberato di un peso

Luciano Moggi - Libero - 18-07-2012

MILANO, 18 luglio 2012 - La presentazione dell’ex interista Lucio alla Juve ha rispolverato polemiche per altro mai sopite. «Ha ragione il presidente Andrea Agnelli: gli scudetti sono 30», ha dichiarato il brasiliano e se lo dice lui, che conosce bene l’ambiente interista, bisogna credergli (noi comunque eravamo convinti da tanto). Non l’avesse mai detto, povero Lucio, si è subito scatenata la banda interista. Sentite Beppe Severgnini su Twitter: «I calciatori moderni sono come i vecchi jukebox: metti la moneta e cantano la canzone che vuoi». E se dice questo, lui che conosce bene i modi comportamentali nerazzurri, c’è da credergli. Mi dicono infatti che ogni giocatore della rosa interista era stato fornito di un jukebox, con in più un direttore d’orchestra, per insegnare il famoso inno «Noi vinciamo senza rubare» al termine del campionato 2006/07. Peccato che poi il Procuratore federale Palazzi abbia scoperto che... E non poteva mancare ovviamente Moratti, che così ha risposto a Lucio (lui sì con una frescaccia): «Le dichiarazioni del nuovo difensore della Juve sono frescacce». Naturalmente, non c’è da meravigliarsi. Ogni qualvolta va in difficoltà o le cose gli vanno poco a genio, il patron interista si rifugia sempre in battute di comodo, così non risponde sul merito; e per quanto concerne chi potrebbe ritenersi offeso, in questo caso il calciatore, basta la giornalaccio rosa a catalogare lo sfogo: Moratti lo ha detto «con simpatia». Che tradotto significa: nessuno tocchi l’intoccabile. In un’altra situazione, assai più grave, Moratti si spinse a definire «accuse stupide» quelle di Palazzi, perché aveva compreso Facchetti nel novero dei dirigenti dell’Inter che si erano resi responsabili di illecito sportivo (punibile con la B). Il patron interista disse anche che si trattava di accuse inaccettabili e, ecco la perla, che «è solo un attacco del pm, senza processo ognuno può dire quello che vuole». Peccato che il processo non si sia potuto fare perché l’Inter non ha voluto rinunciare alla prescrizione nel frattempo intervenuta. Sempre fortunato come Gastone il presidente della «banda degli onesti». C’è sempre qualcosa o qualcuno che lo salva, fosse anche Facchetti. È scritto nella memoria difensiva sulla vicenda delle spiate a go-go e delle richieste di risarcimento danni: l’Inter non ha fatto niente, e se anche l’avesse fatto Facchetti (a ordinare le spiate), non ne aveva le deleghe. Tecnica perfetta di come si mandano a mare, nonostante l’icona e tutto il resto, anche gli intoccabili. Talvolta, però, a Moratti è andata male. Per esempio quando, sempre per il processo delle spiate, Tavaroli (l’ex capo della Security Telecom) ha detto: «I dossier? Li ha ordinati Moratti». Salvo casi del genere, il presidente dell’Inter è sempre pronto a nascondersi dietro altri. A Lucio voleva dire e non ha detto, ma c’è sempre la giornalaccio rosa a far sapere il suo retro-pensiero: «Qualcuno (La Juve? Il manager?) potrebbe aver suggerito al giocatore la dichiarazione antiInter». Torno sulla dichiarazione di Lucio («Sugli scudetti della Juve la penso come Agnelli: sono 30», e dico che bisogna intendersi. Se Lucio si è espresso così, può averlo fatto semplicemente perché all’Inter non poteva esprimere la sua libera opinione. Qualcuno annoti: al tempo dello scudetto di cartone del 2006 il difensore era al Bayern, ma conosceva bene la squadra torinese per essere stato eliminato ben quattro volte dalla Champions. Perché non dobbiamo pensare che fin da allora si sia fatto una precisa convinzione su quanto accaduto in Italia? Credo che da nessun’altra parte si siano verificati casi in cui un ex componente del cda di un club viene occasionalmente nominato commissario della Federcalcio e come primo provvedimento regala lo scudetto al suo ex club. Chiaro che fin quando è stato nei salotti e sui campi interisti Lucio non ha avuto occasione di far conoscere le sue (difformi) opinioni in merito. A Moratti dà fastidio, ma, oddio, se si trattasse davvero di frescacce, non dovrebbe essere così... Sappiamo tutti invece che il patron si è sentito ferito e che il suo motto per dipendenti e calciatori è quello apodittico: «O con me o contro di me». Con tanti saluti al libero pensiero. Eppure, un campanello d’al larme avrebbe dovuto giungergli da qualcuno degli ex interisti che hanno cambiato parere su verità propinate dall’Inter e naufragate poi davanti alla verità dei fatti. Anche Mancini, per fare un nome, ha cambiato molte delle sue idee, mentre altri come Vieri hanno dovuto accettare l’amara verità di un club che lo faceva spiare. Oppure Ibrahimovic che addirittura, da nerazzurro, disse: «Con la Juve ho vinto due scudetti». Per me Lucio si è semplicemente liberato di un peso...

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La ricorrenza - Oggi il 70° anniversario della nascita di Giacinto - Il figlio Gianfelice svela la scoperta di alcuni manoscritti con intuizioni innovative

Facchetti jr: "Le idee di mio papà per un calcio nuovo"

Matteo Dalla Vite - Gasport - 18-07-2012

Oggi è l'anniversario della nascita di Giacinto Faccetti. Il 18 Luglio di settant'anni fa nasceva uno degli uomini simbolo dell'Inter e, ancora a sei anni dalla sua scomparsa la società nerazzurra e i suoi tifosi lo ricordano con tanto affetto. Per l'occasione la giornalaccio rosa dello Sport, ha intervistato Gianfelice Facchetti:

Se oggi Giacinto fosse qui cosa direbbe di questo calcio?

«Le dicevo che ho trovato alcuni suoi manoscritti: in alcuni scriveva che la pioggia di soldi che da anni arriva nel calcio dalle televisioni sarebbe dovuta essere reinvestita subito in strutture, nei settori giovanili, nelle zone più deboli d’Italia. Scriveva: non restiamo incantati dalla pioggia di denaro, prendiamola e veicoliamola in qualcosa di lungimirante».

Sugli strascichi di Calciopoli come si sarebbe espresso?

«Tralascio il fastidio e il dispiacere che ho avuto io, per quello e per storie collaterali. Le racconto solo questo: un mese fa mi ha chiamato Walter Sabatini, diesse della Roma, perché aveva letto il mio libro. Mi ha detto: "Non ti affannare più a difendere tuo padre perché lui si difende da solo". Vero, la sua memoria gode di ottima salute».

Qualcosa di prosaico: gli interisti divisi sulla maglia rossa.

«Assurdo. È un’estate che parliamo di maglie: o con 3 stelle, o se una scritta è lecita o se rossa è consona alla tradizione... Si parla sempre meno di calcio. Per questo, e a maggior ragione, bisognerebbe ringraziare Prandelli: ci ha regalato serate di buon calcio e situazioni più alte».

E il livello delle frasi di Lucio?

«La maggior parte delle persone parla per convenienza, tiene conto di chi li paga...».

Dell’Inter che idea si è fatto?

«Che finora il miglior acquisto è Cordoba team manager. E che vorrei Destro».

Ricordare Giacinto è...?

«Parlarne come sento quotidianamente o lasciare un segno tangibile. Ci ha pensato — come prima Monte San Vito e Cesano Maderno — anche un paese della Sicilia, Rosolini: presto intitoleranno una via a papà».

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Il caso Gianello scalda Napoli: Rischi per club e giocatori

Preoccupato Grassani, legale della società. E intanto tempi lunghi per i deferimenti

Maurizio Galdi & Gaetano Imparato - Gasport - 18-07-2012

Passa in secondo piano la giornata di ieri in Procura federale (nel mirino il Grosseto) davanti alla vicenda Napoli- Gianello che si articola su più fronti. Da una parte le ammissioni dell’ex portiere del Napoli lunedì in Procura federale, dall’altra la tensione sulla linea difensiva che si consuma sull’asse Roma-Napoli-Bologna. La preoccupazione «La deposizione di Gianello ieri ci permette di revisionare la situazione. A questo punto la posizione di Grava e Cannavaro si complica, e al momento non si possono escludere conseguenze anche per la società. Le parole di Gianello dinanzi alla Procura Federale hanno un peso maggiore dal punto di vista del diritto sportivo». Lo ha detto l’avvocato difensore del Napoli Mattia Grassani a Radio Kiss Kiss e ha aggiunto: «La strategia del Napoli va tarata sulle decisioni della Procura Federale. Non posso escludere conseguenze di natura sportiva sia a carico dei tesserati che del club. Chiaramente sarebbe preferibile che questa vicenda sia definita prima dell’inizio del campionato, per avere così delle certezze prima dell’inizio della stagione». Le tensioni Dalla Procura della Repubblica di Napoli, trapela invece che i magistrati del pool «reati da stadio» aspetterebbero Gianello per un nuovo interrogatorio dopo che il suo legale «penale», Siniscalchi, con una memoria lo aveva sollecitato. E proprio alla luce dell’audizione di Gianello, lunedì da Palazzi, potrebbero esserci sviluppi anche in sede penale. Siniscalchi, sorpreso dalla deposizione di Gianello mediterebbe di abbandonare l’incarico, mettendo in luce il contrasto tra strategie difensive del Napoli (Grassani in sede sportiva, da sempre Siniscalchi in sede penale) e del calciatore (Chiacchio in sede sportiva e Siniscalchi in sede penale). Insomma tanta confusione che solo i deferimenti di Palazzi potranno chiarire. La giornata di ieri La Procura federale ieri ha lavorato soprattutto sulle dichiarazioni di Turati, Joelson, ma soprattutto di Iaconi, tutti ex del Grosseto. Molte le partite esaminate e in particolare Salernitana-Grosseto e Ancona-Grosseto. Mariano Stendardo e Nicola Mora hanno smentito ogni coinvolgimento, il secondo addirittura non era tra i convocati. Sentito pure il team manager Cafaro. Domani oltre a Pierandrea Semeraro (ex presidente Lecce), convocati Sganga (consigliere del Siena) e Ursino (d.s. Crotone). L’audizione di Marchetti slitta al 25 e slitteranno di conseguenza i deferimenti.

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Il caso Gianello scalda Napoli: Rischi per club e giocatori

Preoccupato Grassani, legale della società. E intanto tempi lunghi per i deferimenti

Maurizio Galdi & Gaetano Imparato - Gasport - 18-07-2012

Passa in secondo piano la giornata di ieri in Procura federale (nel mirino il Grosseto) davanti alla vicenda Napoli- Gianello che si articola su più fronti. Da una parte le ammissioni dell’ex portiere del Napoli lunedì in Procura federale, dall’altra la tensione sulla linea difensiva che si consuma sull’asse Roma-Napoli-Bologna. La preoccupazione «La deposizione di Gianello ieri ci permette di revisionare la situazione. A questo punto la posizione di Grava e Cannavaro si complica, e al momento non si possono escludere conseguenze anche per la società. Le parole di Gianello dinanzi alla Procura Federale hanno un peso maggiore dal punto di vista del diritto sportivo». Lo ha detto l’avvocato difensore del Napoli Mattia Grassani a Radio Kiss Kiss e ha aggiunto: «La strategia del Napoli va tarata sulle decisioni della Procura Federale. Non posso escludere conseguenze di natura sportiva sia a carico dei tesserati che del club. Chiaramente sarebbe preferibile che questa vicenda sia definita prima dell’inizio del campionato, per avere così delle certezze prima dell’inizio della stagione». Le tensioni Dalla Procura della Repubblica di Napoli, trapela invece che i magistrati del pool «reati da stadio» aspetterebbero Gianello per un nuovo interrogatorio dopo che il suo legale «penale», Siniscalchi, con una memoria lo aveva sollecitato. E proprio alla luce dell’audizione di Gianello, lunedì da Palazzi, potrebbero esserci sviluppi anche in sede penale. Siniscalchi, sorpreso dalla deposizione di Gianello mediterebbe di abbandonare l’incarico, mettendo in luce il contrasto tra strategie difensive del Napoli (Grassani in sede sportiva, da sempre Siniscalchi in sede penale) e del calciatore (Chiacchio in sede sportiva e Siniscalchi in sede penale). Insomma tanta confusione che solo i deferimenti di Palazzi potranno chiarire. La giornata di ieri La Procura federale ieri ha lavorato soprattutto sulle dichiarazioni di Turati, Joelson, ma soprattutto di Iaconi, tutti ex del Grosseto. Molte le partite esaminate e in particolare Salernitana-Grosseto e Ancona-Grosseto. Mariano Stendardo e Nicola Mora hanno smentito ogni coinvolgimento, il secondo addirittura non era tra i convocati. Sentito pure il team manager Cafaro. Domani oltre a Pierandrea Semeraro (ex presidente Lecce), convocati Sganga (consigliere del Siena) e Ursino (d.s. Crotone). L’audizione di Marchetti slitta al 25 e slitteranno di conseguenza i deferimenti.

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'Azz! Toccano il napoli.

E mo chi lo sente Delaurentis?

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Grazie Agnelli che mi fai

odiare di nuovo la Juve!

Dopo la retrocessione i bianconeri erano tornati simpatici. Poi ci ha pensato il

giovane presidente, con la battaglia per gli scudetti e la cacciata di Del Piero.

di GIANCARLO GOVERNI (globalist.it 18-07-2012)

Vi devo dire la verità: la Juventus mi stava diventando simpatica. Era

accaduto quando fu punita con la sottrazione di due scudetti (che non sono

pochi. Ditelo a noi laziali che ne abbiamo vinti proprio due, come la

Fiorentina e il Napoli) e un anno di purgatorio in Serie B. Lo seguii tutto

quel campionato di B che si giocava il sabato. La Juventus lo vinse dando

lezioni di calcio e ottenendo la promozione con molte settimane di anticipo.

Sembrava una purificazione con i suoi vecchi campioni che le erano rimasti

fedeli, in primis Del Piero ma anche Buffon, mentre tanti si erano dati, al

primo agitar delle acque, con capitan Cannavaro in testa.

Per la prima volta ho provato tenerezza e simpatia per la squadra più odiata

d'Italia da tutti quei tifosi che a torto o a ragione la accusavano delle più

grandi malefatte, di scudetti scippati, di partite rubate e di esercizio del

potere in maniera sfacciata, come negli anni di Moggi che avevano portato la

società più titolata sul banco degli imputati. A questo si aggiunga la mia

simpatia per il Torino e si potrà capire quanto avrei dovuto gioire per il

declino di quella società di cui ricordo il presidente che implora clemenza,

chiedendo la retrocessione nella serie inferiore. Tutte le squadre più

titolate avevano subito l'onta della retrocessione, persino il Milan

pluriscudettato, tranne due: la Juventus e l'Inter. Ricordo una vignetta del

giornale umoristico il Travaso, della serie "La vedova scaltra": si vedeva una

vedova in gramaglie che, singhiozzante, diceva: "Fatemi vedere la Juventus in

serie B e poi raccoglietemi pure accanto a quell'anima benedetta". Ora c'è

rimasto soltanto l'Inter a poter vantarsi di non essere mai retrocessa.

Ora che la tragedia impossibile si era verificata, io laziale simpatizzante

del Torino, anziché gioire, mi ero ritrovato a simpatizzare per la Juventus.

Mi ero indignato pure quando uno degli scudetti revocati era stato,

inopinatamente, assegnato all'Inter, mentre, pensavo insieme a tanti italiani,

che, anche per quell'anno nell'almanacco sarebbe dovuto apparire la scritta

"revocato".

Ebbene, ora che la Juventus è ritornata a vincere è tornata ad essere

antipatica ma non perché ha vinto ma per colpa del suo presidente Agnelli,

l'ultimo rampollo di cotanta famiglia che di suo zio non ha ereditato neppure

un barlume di classe. Ha cominciato facendo capire che Alex Del Piero, uno

degli ultimi fuoriclasse nostrani, sarebbe stato segato. E il sospetto che

avesse preso questa decisione dopo aver visto, alla inaugurazione dello stadio,

il campione di oggi accanto a Boniperti, il vecchio campione che della Juve

fu anche presidente, apparve subito fondato. Per gelosia. Poi la pretesa di

far cucire sul petto la terza stella, che sta a dire che non accettava la

revoca dei due scudetti. E per ultimo, l'aver riesumato il motto "vincere non

è importante, è l'unica cosa che conta".

Magari, aggiungono i maligni, malversando, pilotando gli arbitri come si

sospetta sia avvenuto in passato. Che cosa impareranno i ragazzi da questa

Juventus? Che tipo di educazione allo sport sta dando la "vecchia signora" del

calcio italiano? Questa cosa è uscita proprio quando Del Bosque, il grande

allenatore della Spagna che nella sua carriera ha vinto tutto quello che c'era

da vincere, affermava di "aver imparato a vincere, grazie alle sconfitte".

Devo dire che nei confronti di questo Agnelli qui provo un senso di

gratitudine per avermi fatto passare la voglia di simpatizzare per la Juventus

e di avermi fatto tornare alla vecchia sana abitudine di detestare i "gobbi" e

la loro storia.

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Porto Franco

a cura di FRANCO ARTURI

(GaSport 07-07-2012)

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Porto Franco

a cura di FRANCO ARTURI

(GaSport 18-07-2012)

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CALCIOSCOMMESSE

La Procura riflette

su Lotito e il Siena

Palazzi s’interroga su Erodiani e la Lazio (e i tifosi sul web ironizzano).

Sganga (Cda bianconero) si presenta domani spontaneamente

Sganga sarebbe l’uomo che per Carobbio avvicinò Coppola prima di Siena-Varese

di EDMONDO PINNA (CorSport 18-07-2012)

ROMA - La Procura federale sta valutando le dichiarazioni rese da Erodiani

lunedì, le sta confrontando con le risultanze degli altri interrogatori, solo

dopo deciderà se allargare l’indagine a nuovi tesserati. Erodiani aveva

riferito di aver sentito da terze persone (una è Tisci) che il presidente

della Lazio, Claudio Lotito, sarebbe stato a conoscenza delle combine nelle

partite contro il Siena e l’Albinoleffe, quest’ultima in Coppa Italia. La

società biancoceleste ha reagito sdegnata, «Lotito non conosce né ha mai avuto

contatti con questa persona (Erodiani, ndr), è una notizia falsa e calunniosa»

fanno sapere dalle segrete stanze del club.

CONFRONTO - Secondo quanto confessato da Erodiani, che ha ricordato situazioni

riferite da altre persone, il patron della Lazio avrebbe saputo che le sfide

contro il Siena e l’Albinoleffe erano taroccate. Nel primo caso (2007,

l’eventuale reato sarebbe prescritto), Lotito avrebbe saputo dell’alterazione

a gara conclusa, allontanando dalla squadra poi quelli che dovrebbero essere

gli eventuali esecutori materiali della combine. Nel secondo caso, invece, la

notizia criminis sarebbe arrivata prima, under primo tempo (2-0) e over

secondo tempo (3-0). Le due erano partite chiacchierate anche prima delle

nuove rivelazioni, ma quello che ha colpito i federali che hanno interrogato

Erodiani, sarebbe stato il nuovo accenno soprattutto alla partita contro

l’Albinoleffe. Gara della quale, nelle sue confessioni, parla anche Gervasoni:

che ai pm di Cremona, il 12 marzo, parlando di Gegic, dice che «mi riferì che

Lazio-Albinoleffe di Coppa Italia terminata 3-0 credo nel 25 novembre del 2010

era stata combinata dai giocatori dell’Albinoleffe con over e sconfitta» ,

confermando tutto anche ai federali. Ai tifosi della Lazio, però, non è

sfuggito un particolare: sulla sua pagina Facebook, Erodiani ha fra i

preferiti anche il gruppo «Tutti uniti contro la Lazio» , nel cui logo c’è il

presidente biancoceleste con il vestito dei galeotti.

IL CHIARIMENTO - Ieri la Procura della Federcalcio ha comunicato che sarà

interrogato, domani, anche Pierpaolo Sganga. Sarebbe lui, membro del Consiglio

d’amministrazione del Siena , l’uomo che avvicinò Coppola qualche giorno prima

di Siena-Varese per sapere se la gara si poteva perdere, visto che che «il

presidente intendeva scommettere o aveva scommesso sulla nostra sconfitta» ,

come ha dichiarato Carobbio. Sarebbe stato, ed è un particolare decisamente

importante, lo stesso Sganga a chiedere di essere ascoltato dai federali,

anche per chiarire alcune voci che lo avrebbero riguardato. Secondo Carobbio,

Coppola entrò nello spogliatoio «sbiancato in volto» . Situazione che il

portiere ha smentito, confermando però di essere davvero stato avvicinato da

una persona, senza però dargli peso. Sganga sarà ascoltato lo stesso giorno di

Pierandrea Semeraro, l’ex presidente del Lecce che, per la Procura della

Repubblica di Bari, avrebbe comprato il derby contro i biancorossi. Gli uomini

di Palazzi hanno tutte le carte in mano per valutare, vogliono però

riscontrarle con Semeraro, ascoltando le sue verità.

GROSSETO&C. - Ieri ancora nuove verifiche sul Grosseto e sulla posizione,

sempre più delicata, del suo presidente Camilli. Sulla famosa

Salernitana-Grosseto, Cafaro (team manager dei toscani, ascoltato pure su

Ancona-Grosseto), ma anche Mariano Stendardo (che per Turati sarebbe il

referente della Salernitana) e Nicola Mora, avrebbero negato qualsiasi tipo di

coinvolgimento. Oggi sarà il turno di Portogruaro-Crotone: su questo saranno

sentiti Cristian Altiner e Andrea Agostinelli (che all’epoca allenava il

Portogruaro).

___

Calcioscommesse Frasi contro la Lazio del tabaccaio che ha tirato in ballo Lotito

Erodiani fa l’ultrà su Facebook

di ANDREA ARZILLI & ARIANNA RAVELLI (CorSera 18-07-2012)

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Se una lite tra mogli è un buon motivo per giustificare un’acredine personale

(riferimento alla difesa di Antonio Conte che mette in dubbio la credibilità

del pentito Filippo Carobbio) come verrà valutato dagli uomini della Figc un

profilo Facebook con la foto di Claudio Lotito vestito da carcerato, più

alcuni insulti da stadio e numerosi sfottò più o meno divertenti?

Il profilo in questione è quello di Massimo Erodiani, il proprietario di una

ricevitoria di scommesse che l’altro giorno agli uomini di Stefano Palazzi ha

parlato di due partite combinate proprio dalla Lazio, la gara con il Siena del

2007 (finita 2-1 per i toscani, già nel mirino delle procure, ma i fatti sono

prescritti) e soprattutto quella con l’AlbinoLeffe del 25 novembre 2010 (Coppa

Italia), anche questa già citata dal pentito Carlo Gervasoni. «Lotito sapeva

di quella combine. Ivan Tisci mi ha rivelato che c’era di mezzo la dirigenza

della Lazio ». Così parlò Erodiani in Figc.

Ma la verve anti-Lotito del pescarese (ex calciatore, radiato nel primo

processo sportivo e per la Procura di Cremona parte integrante

dell’associazione dedita alle combine), che sul social network fa parte di due

gruppi dai nomi suggestivi, «Tutti uniti contro la Lazio » e «Lazio in B», può

minare la sua credibilità? Al di là dei sorrisi—c’è anche una poesiola che

prende in giro la Lazio per i guai con le scommesse «Dorme a Rebibbia il tuo

capitano » —, forse qualche dubbio lo insinua. Di sicuro fornisce un

bell’assist alla difesa della Lazio.

I federali, a dire il vero, avevano già accolto le sue deposizioni con una

certa prudenza. Per capirci, Erodiani non gode della stessa credibilità che

viene riservata a Carobbio e Gervasoni. Un po’ perché la sua rivelazione nasce

da una conversazione generica («Nell’ambiente si dice che Lotito sapesse»), un

po’ perché riferisce di partite non nuove. Ivan Tisci — la fonte citata da

Erodiani, amico di Antonio Bellavista (a proposito: anche Erodiani è amico di

Bellavista su Facebook) — è un calciatore che ha patteggiato la sua squalifica

a un anno e attende l’esito delle indagini della Procura di Cremona: secondo

il suo avvocato Gaetano Mari non ha mai parlato di Lotito e ha incontrato

Erodiani una sola volta a una festa di compleanno. Ma questo non significa che

non ci sia abbastanza per indagare. Erodiani in tutto ha parlato di 60 partite,

mostrando quindi una decisa volontà di collaborare. Se il presidente della

Lazio fosse stato davvero a conoscenza di una combine rischierebbe l’accusa di

illecito e la società quella di responsabilità diretta (tra l’altro la «Lazio

in B» a quel punto ci andrebbe davvero). Tisci potrebbe quindi presto essere

chiamato in via Po a deporre.

Di sicuro ci andrà domani Pierpaolo Sganga (membro del cda Siena), che ha

chiesto di essere ascoltato per chiarire i fatti relativi alla gara col Varese,

quella in cui—secondo Carobbio — un dirigente avvicinò il portiere Coppola

per chiedergli di perdere.

___

Calcioscommesse È scontro dopo che l’ex portiere del Napoli ha ribadito alla Procura Figc di aver tentato l’illecito con la Samp

«Gianello diffama,

lo denunceremo»

I legali di Cannavaro e Grava «Non ha mai offerto combine i giocatori non sono coinvolti»

Il Napoli L’avvocato Grassani: si decida subito non si possono escludere conseguenze per la società

di GINO GIACULLI (IL MATTINO 18-07-2012)

Scintille azzurre. Non c’è pace in casa Napoli dopo la deposizione di lunedì

alla Procura Figc di Matteo Gianello, ex terzo portiere azzurro, che ai

procuratori ha ribadito la sua versione sulla presunta combine di

Sampdoria-Napoli 1-0 del 16 maggio 2010. Alla presenza del suo legale Eduardo

Chiacchio, Gianello ha «confermato quanto detto alla Procura di Napoli». In

breve: per aggiustare la gara avrebbe chiesto la sponda di Paolo Cannavaro e

Gianluca Grava, offrendo soldi ma «Cannavaro e Grava diedero immediatamente e

con estrema decisione risposta negativa».

Le difese di Cannavaro e Grava vanno al contrattacco e valutano in queste ore,

ciascuna per conto proprio, la possibilità di denunciare Gianello per

diffamazione, sostenendo a spada tratta la linea consolidata: la proposta

indecente non è mai stata fatta. Il tutto mentre Mattia Grassani, legale del

Napoli, interviene a sua volta sulla vicenda.

E partiamo da qui. Cioè dal Napoli. Il legale della società azzurra Grassani

interviene a Radio Kiss Kiss durante «Radio Gol» e spiega che dopo le parole

di Gianello «la posizione di Grava e Cannavaro si complica, ed ora non si

possono escludere conseguenze anche per la società. Le parole di Gianello

dinanzi alla Procura Federale hanno un peso maggiore dal punto di vista del

diritto sportivo. La prova acquisita ieri è una prova concreta, ora è

possibile che Grava e Cannavaro vengano risentiti. Ora spetterà alla Procura

Federale fare le valutazioni tra la versione di Gianello e quella esposta da

Grava e Cannavaro. Chiaramente sarebbe preferibile che questa vicenda sia

definita prima dell’inizio del campionato, per avere così certezze prima

dell’inizio della stagione. Se dobbiamo essere sottoposti a giudizio è giusto

che questo si esaurisca in tempi brevi». Come dire: stavolta la cosa si

complica, si decida subito.

Ma sono invece le difese dei difensori Cannavaro e Grava, per restare in

linguaggio calcistico, a piazzare stavolta il contropiede, non escludendo di

procedere per diffamazione contro l’ex terzo portiere. Così Luciano Ruggiero

Malagnini, legale di Paolo Cannavaro, contrattacca: «Vogliamo capire chi è

Gianello e stiamo valutando una diffamazione. Gianello ha prima parlato di un

colloquio con Cannavaro e Grava. Poi, in una memoria, aveva smentito di aver

detto quelle cose a Paolo e Gianluca. Poi, ancora, di fronte a

un’intercettazione ha cambiato di nuovo versione e dice che è vero. Non vorrei,

quindi - prosegue Malagnini - che Gianello oggi diventi un pentito peloso.

Vuole passare per uno che collabora pure. Se avesse avuto sempre una linea,

allora sarebbe stata la sua parola contro quella degli altri. . . Invece è

contraddittorio, da quanto ci è dato capire. La nostra posizione è stata

sempre la stessa davanti agli inquirenti ordinari e sportivi: Gianello non ha

mai rivolto quella proposta a Cannavaro, anzi Paolo ha detto che lo avrebbe

denunciato se lo avesse mai sentito».

Malagnini replica poi alle parole di Grassani: «Farebbe bene a non formulare

sentenze prima del tempo, faccia l’avvocato del Napoli e non di altri dai

quali non ha avuto incarico».

La stessa linea d’attacco la mette in campo l’altra difesa, quella di

Gianluca Grava, che è assistito dall’avvocato Luisa Delle Donne: «Stiamo

valutando di denunciare Gianello per diffamazione. Lui prima dice una cosa e

poi ritratta, penso che il suo sia un tentativo di beneficiare del

patteggiamento come pentito. Davanti alla giustizia ordinaria - insiste la

Delle Donne - Gianello ha dato due versioni: ha parlato di tentativo di

combine, poi ha ritrattato. Mentre per noi le cose non sono mai cambiate:

ribadiamo la completa estraneità di Grava».

Per la cronaca, la gara del 2010 finì 1-0 per la Samp, segnò Pazzini,

Gianello non era neppure in panchina. La Procura di Napoli ha già archiviato.

È la Procura di Palazzi, ora, in divisa da arbitro a dover decidere. Il Napoli

potrebbe rischiare un punto in classifica o un’ammenda ma non l’Europa League.

___

SCOMMESSE Il presidente era stato tirato in ballo sulle gare con Siena e Albinoleffe

«Accuse infondate»

Lotito reagisce alle rivelazioni del pentito Erodiani: tutto falso

«Aspetto che depositino le carte, poi mi muoverò» Intanto si aggrava la posizione del Grosseto

di CARLO SANTI (Il Messaggero 18-07-2012)

ROMA - Rabbia in casa Lazio. Tirato in ballo da Massimo Erodiani, uno degli

artefici del calcioscommesse, Claudio Lotito si difende. «È tutto inventato -

ha affermato il dirigente - Aspetto che depositino le carte per muovermi». Il

presidente della Lazio, che verrebbe tirato in ballo da Erodiani per due

partite, quella contro il Siena risalente al campionato 2006-2007 (e quindi in

prescrizione: nessun rischio di condanna sportiva ma solo di etica) e con

l’AlbinoLeffe di Coppa Italia del 2010, allontana tutte le ombre dal suo club.

«Che senso ha dire queste cose? L’avvocato - ha continuato Lotito - ha mandato

per muoversi: sa come procedere. Io non conosco queste persone ma, lo ripeto,

non è un problema». Non vorrebbe parlare, il presidente laziale. «Non rispondo

nulla, lo farò in tribunale. Ripeto, sono tutte fesserie inventate e non so

perché».

Erodiani, che secondo gli inquirenti sarebbe stato colui che teneva i

contatti con gli Zingari, già interrogato dalla Procura di Cremona e adesso

dalla giustizia sportiva, avrebbe detto che il patron della Lazio era al

corrente di vicende poco chiare che coinvolgono la squadra. Insomma, di

partite truccate, di combine. Ha parlato, Erodiani, di quella con il Siena di

tanto tempo fa ricordando che, lo stesso Lotito, dopo quella sconfitta

maturata allo scadere del tempo con un gol di Negro (ex biancoceleste) ha

allontanato qualche giocatore (Zauri e Mutarelli), vicenda questa che, però,

non prova alcun coinvolgimento con quel risultato.

Il possibile risultato al Franchi di Siena, 2-1 per i padroni da casa,

sembrerebbe essere maturato dopo il pareggio tra Chievo e Catania. Con quel

risultato al Siena serviva la vittoria per salvarsi mentre alla Lazio nessun

risultato avrebbe cambiato la sua posizione.

Il lavoro della Procura della Federcalcio deve concentrarsi, perché qui non

c’è prescrizione, sulla partita di Coppa Italia con l’AlbinoLeffe del 25

novembre 2010 vinta dalla Lazio per 3-0. Su questa gara ci sarebbero dei

riscontri alla Procura di Cremona. Lo stesso Erodiani ha spiegato, lo scorso

marzo al pm Di Martino, che «Gegic (uno degli Zingari, ndr) mi riferì che

Lazio-AlbinoLeffe era stata combinata dai giocatori dell’AlbinoLeffe con over

e sconfitta. Non mi disse chi è che aveva organizzato la combine». Adesso,

però, Erodiani afferma che Lotito era al corrente di tutto.

Lo sdegno di Lotito - che a questo punto tra non molto verrà convocato da

Stefano Palazzi - e l’offensiva dell’avvocato Gianmichele Gentile. «Non

conosciamo il contenuto dei verbali - ha spiegato il legale parlando della

presunta confessione di Erodiani - Il presidente mi ha detto di non conoscere

assolutamente questo signore, non ha mai avuto contatti con lui e quindi è una

notizia palesemente infondata e calunniosa. Quello che mi meraviglia - ha

aggiunto l’avvocato Gentile - è che si getta fango addosso alla società, al

presidente, ma soprattutto ai tifosi. Avremo modo di dimostrare che queste

notizie sono solo un pettegolezzo». Sotto la lente della Procura della Figc

adesso c’è la Lazio. Le parole di Erodiani la mettono nei guai anche se, in

una vicenda come questa dove tutto è aleatorio e le finte verità sono mille

come le parole che sono sempre diverse, tutto deve essere dimostrato.

Ieri in Procura a via Po l’attenzione si è spostata sul Grosseto. Marco

Turati, ex giocatore del club, ha ribadito le accuse rese al gip di Cremona

subito dopo il suo arresto (28 maggio). Parole pesanti perché Turati avrebbe

affermato che Piero Camilli, il presidente, avrebbe comprato il risultato di

Salernitana-Grosseto (3-4) dell’aprile 2010. Come dire: responsabilità diretta

e rischio di gravi sanzioni anche perché ci sono altre partite che

coinvolgerebbero il Grosseto come Ancona-Grosseto. «La partita vinta con la

Salernitana? Il nostro presidente Camilli l’aveva comprata - ha detto Turati -

e l’ho saputo una settimana dopo da Carobbio che lo aveva sentito dal collega

Mora».

___

Scommesse Il legale della Lazio dopo le accuse di Erodiani: solo pettegolezzi. Gianello vuota il sacco

Lotito al contrattacco.

Il Napoli nei guai

di DANIELE PALIZZOTTO (IL TEMPO 18-07-2012)

«Le notizie riportate sui giornali sono solo pettegolezzi. Il presidente

Lotito non conosce il signor Erodiani, non ha mai avuto contatti con lui: i

fatti apparsi sui giornali sono palesemente infondati e calunniosi». Così

l'avvocato della Lazio Gianmichele Gentile ha difeso la società biancoceleste

e il suo presidente dalle accuse ricevute da Massimo Erodiani, interrogato

lunedì scorso dalla Procura federale nell'ambito dell'inchiesta sportiva sul

calcioscommesse. Secondo quanto raccontato dal tabaccaio abruzzese ai

collaboratori di Palazzi, Lotito sarebbe a conoscenza di due presunte combine:

Siena-Lazio 2-1 del 27 maggio 2007 e Lazio-AlbinoLeffe 3-0 del 25 novembre

2010. «Non conosciamo il contenuto dei verbali – ha aggiunto Gentile ai

microfoni di Lazio Style Radio – ciò che è stato chiesto e riferito. Si accusa

il presidente di un comportamento poco lecito, ma quando verranno pubblicati

gli atti vedremo chi ha ragione. Intanto i soliti amici della Lazio hanno

tratto spunto da questa notizia, non approfondita e non illustrata, per

buttare fango sulla società, sul presidente e soprattutto sui tifosi: faremo

denunce e querele per diffamazione verso tutti quelli che hanno parlato di

questa cosa. Chi ha sbagliato pagherà». Intanto il legale del Napoli Mattia

Grassani, ha confermato la difficile situazione del club partenopeo dopo la

deposizione del pentito Gianello: «La posizione di Grava e Cannavaro si

complica – ha spiegato Grassani a Radio Kiss Kiss – e non si possono escludere

conseguenze per la società. La Procura dovrà ora valutare la credibilità

dell'accusatore: a Napoli Gianello voleva ritrattare le accuse, mentre a Roma

ha confermato tutto», ovvero la tentata combine di Sampdoria-Napoli del maggio

2010. Domani, intanto, la Procura federale ascolterà l'ex presidente del Lecce

Semeraro e Pierpaolo Sganga, consigliere del Siena che avrebbe tentato di

alterare il risultato di Siena-Varese del maggio 2011: entrambi i club

rischiano un deferimento per responsabilità diretta.

___

IL PATRON DELLA LAZIO

Furia Lotito «Erodiani?

Sono accuse da ridere»

di DAVIDE STOPPINI (GaSport 18-07-2012)

«Mi viene da ridere. Anzi, di fronte a queste cose non so se ridere o

incavolarmi», dice Claudio Lotito. Il presidente della Lazio preferisce non

commentare le indiscrezioni relative all'audizione di Massimo Erodiani, che

avrebbe tirato in ballo lui e la dirigenza biancoceleste per Siena-Lazio del

campionato 2006-07 e Lazio-AlbinoLeffe di Coppa Italia del 2010. Piuttosto,

alle parole Lotito preferisce l'azione. E così ha dato mandato al suo legale

di fiducia, l'avvocato Gianmichele Gentile, una volta ricevuti gli atti

dell'inchiesta, di procedere a una querela per calunnia e una richiesta di

risarcimento danni nei confronti del tabaccaio abruzzese.

L'avvocato Altro materiale per Gentile, dunque. «Sono incredulo — ha

detto l'avvocato — ma abbiamo già pronte le contromosse. Ho parlato

con il presidente, mi ha detto di non conoscere Erodiani e di non aver mai

avuto contatti con lui. È solo un pettegolezzo. È tutto palesemente infondato

e calunnioso, un pretesto per buttare fango sulla Lazio». E a questo proposito

ai legali del club biancoceleste non è sfuggito quanto contenuto sul profilo

Facebook di Erodiani con insulti espliciti alla Lazio.

___

Calcio scommesse

Lotito risponde

“Chi è Erodiani?

Aspettiamo le carte”

Napoli, si fa dura

di MATTEO PINCI (la Repubblica 18-07-2012)

ROMA — «Questo signore non lo conosco, vediamo cosa c’è di vero in quello

che dicono i giornali». La Lazio risponde alle accuse del pentito Massimo

Erodiani. Anche se le parole del presidente Claudio Lotito, a conoscenza

secondo il tabaccaio pescarese di una combine per Siena-Lazio 2-1 del 27

maggio 2007, arrivano filtrate dalla voce del suo legale, Gentile. «Non ho

letto le accuse di Erodiani — dice l’avvocato — ma quello che i giornali

dicono avrebbe detto. E non è una base sufficientemente solida per alcun

ragionamento. Quando avremo visto le carte valuteremo le sue affermazioni,

capiremo che tipo di credibilità abbia. E allora faremo le nostre valutazioni».

Valutazioni dovrà farne anche il procuratore Palazzi: convocare o meno

Lotito? In fondo Erodiani, che avrebbe detto anche di aver saputo da Ivan

Tisci come dirigenti del club capitolino avessero “pattato” Lazio-Albinoleffe

del 2010, viene ritenuto dai pm di Cremona soggetto di provata credibilità. Ma

c’è anche chi sostiene la tesi dell’astio personale verso il club di Lotito,

motivandolo con le preferenze da lui accordate a gruppi facebook contro la

Lazio. Se in via Po riterranno credibili le sue parole, potrebbe essere

convocato lo stesso Tisci. Lo suggerisce anche il suo legale, Gaetano Mari,

che aggiunge: «Per quello che mi risulta, Tisci non sa nulla di questa

partita». Ma in Procura Federale per ora sono altri i presidenti sotto

osservazione. Domani, oltre all’ex numero uno del Lecce Pierandrea Semeraro,

gli 007 Figc sentiranno anche Pierpaolo Sganga, consigliere d’amministrazione

del Siena: sarebbe stato lui, uomo vicino al presidente Mezzaroma, a chiedere

a Ferdinando Coppola di perdere con il Varese. Sul filone di Napoli, invece, i

timori dell’avvocato del club azzurro, Grassani, dopo la confessione di

Gianello: «La posizione di Grava e Cannavaro si complica, al momento non posso

escludere conseguenze anche per la società».

___

Sotto accusa

Il presidente laziale inguaiato dalle dichiarazioni del faccendiere pentito Erodiani

Lotito avrebbe saputo delle combine col Siena (in campionato) e con l’Albinoleffe

(in Coppa Italia). La replica: querelo chi mi diffama. Gianello mette paura al Napoli

di GIAMPIERO DE CHIARA (Libero 18-07-2012)

Non è un buon momento per Claudio Lotito, il presidente della Lazio. Prima

le polemiche in diretta tv con il conduttore di Sportitalia Michele Criscitiello,

sull’assenza (dopo essere stato invitato) negli studi televisivi del patron

biancoceleste. Ieri la notizia, molto più grave del diverbio con un

giornalista, di un coinvolgimento della Lazio e del suo presidente nella

vicenda calcioscommesse. L’altro giorno, infatti, è tornato a parlare Massimo

Erodiani, considerato dagli inquirenti uno dei perni dell’organizzazione che

manteneva i contatti con gli «zingari » e con coloro che finanziavano la

corruzione delle partite. Il pentito avrebbe affermato che Lotito sarebbe

stato a conoscenza delle presunte combine di Siena-Lazio (2-1) del maggio 2007

e Lazio-Albinoleffe (3-0) di Coppa Italia, giocata nel novembre 2010.

Un fulmine che ha squassato la tranquilla e operosa attività di casa Lazio in

quel di Auronzo di Cadore, dove la squadra biancoceleste, agli ordini del

nuovo mister Petkovic, sta svolgendo la preparazione estiva. Il caso Mauri, il

laziale finito in galera e sotto accusa per un altro giro di scommesse,

sembrava passato: messo alle spalle. La società, però, nega ogni

coinvolgimento. Il presidente sarà comunque ascoltato dalla Procura federale.

Per ora le accuse di Erodiani non hanno riscontri diretti. Il pentito avrebbe

riferito agli inquirenti di aver saputo da altri che Lotito fosse a conoscenza

delle due presunte combine. Mancano, riscontri, fatti e prove. La replica

biancoceleste, comunque, non si è fatta attendere. A difendere Lotito ci ha

pensato l’avvocato della Lazio Gianmichele Gentile: «Non conosciamo il

contenuto dei verbali. Il presidente mi ha chiamato, dicendo di non conoscere

assolutamente questo signore (Erodiani, ndr), non ha avuto nessun contatto con

lui, e quindi per quanto riguarda Lotito è una notizia palesemente infondata e

calunniosa». L’avvocato Gentile annuncia poi che la società prenderà dei

provvedimenti: «Avremo modo di dimostrare che queste notizie sono solo un

pettegolezzo. La società e il presidente faranno denunce e querele per

diffamazione, verso tutti quelli che hanno parlato di questa cosa. Aspetteremo

di avere in mano i verbali per vedere che chi ha parlato di questo, e chi ci

ha costruito sopra».

Nei verbali, cui Erodiani ha fatto riferimento nell’interrogatorio dell’altro

ieri, Siena-Lazio era giunta all’attenzione degli inquirenti per una denuncia

di estorsione fatta da Paolo Negro. La partita venne vinta dai toscani per 2-1,

con gol decisivo proprio del difensore. Negro secondo le accuse di Erodiani

avrebbe fatto un cenno ad alcuni laziali per indicare la sconfitta del Chievo

a Catania (risultato apparso sui tabelloni), che avrebbe consentito al Siena,

vincendo, di rimanere in A. Proprio negli ultimi minuti Negro segnò il gol

vittoria, gol della salvezza senese e della retrocessione veronese. Lotito –

ha rivelato Erodiani «de relato» - una volta saputo della combine avrebbe

voluto cacciare i due giocatori della Lazio protagonisti del presunto

fattaccio. Un primo tassello che ridimensiona le nuove accuse è il fatto che

proprio venerdì scorso la Procura Federale ha archiviato le indagini relative

alla vicenda della tentata estorsione all’ex difensore della Lazio, Paolo

Negro. Altro punto a favore della Lazio, riguarda la questione delle

segnalazioni del tabellone su Chievo-Catania. Quel giorno, rivela il sito

biancoceleste lalaziosiamonoi.it, il tabellone luminoso mandò in onda soltanto

il risultato di Reggina-Milan. E l’accusa di combine si basa, invece, su un

presunto cenno di Negro ai laziali, una volta venuto a conoscenza – proprio

dai tabelloni dello stadio - della contemporanea sconfitta del Chievo a

Catania.

Si complica anche la posizione del Napoli e di Cannavaro e Grava, dopo

l’audizione dell’ex portiere partenopeo Matteo Gianello davanti alla Procura

Federale. A dirlo è l’avvocato Mattia Grassani, legale della società

partenopea. L’ex terzo portiere del Napoli, ai pm campani, aveva ammesso la

presunta combine di Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010, per cui aveva tentato

di coinvolgere Cannavaro e Grava, che rischiano una squalifica per omessa

denuncia.

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