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andrea

Sergio Brio

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Mi ricordo gol vittoria a Firenze...Ero mimetizzato in curva Fiesole e rischiai la vita esultando per il gol....tanti tanti anni fa, non ricordo l'anno...

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22 hours ago, dal1982 said:

era l anno che arrivammo quarti e vincemmo lo spareggio col Toro ai rigori per andare in uefa?

o era l anno prima , sempre con marchesi in cui arrivammo secondi dietro al napoli?

 

 

Era il 1987-1988 annataccia, arrivammo sesti... e vincemmo lo spareggio con il toro... andammo fuori pure con il panathinakikos in uefa e con il toro in coppa italia... 

 

:sventola::sventola::sventola::sventola:

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21 hours ago, hopper said:

 

zio lupo che mherdone di partita .asd 

 

Mamma mia praticamente il nulla per 120 minuti, non ricordo assolutamente niente della partita solo una noia infinita... 

 

:sventola::sventola::sventola::sventola:

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11 ore fa, carlangelo ha scritto:

Mi ricordo gol vittoria a Firenze...Ero mimetizzato in curva Fiesole e rischiai la vita esultando per il gol....tanti tanti anni fa, non ricordo l'anno...

 

Credo fosse l'82 o l'83 non ricordo bene.

 

Cmq Brio l'ho amato tantissimo, difensore roccioso come piace a me, ma fuori , anche se non lo conosco, mi ha dato sempre l'impressione di essere una persona molto a modo, un pezzo di pane come si suol dire.

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"palleggia come un dio" .cit

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1081 messaggi
On 3/20/2025 at 1:40 PM, dal1982 said:

ero entrato per scrivere praticamente la stessa cosa ''lo stopper''

 

ah che bello quando si sentiva dire ''brio stopper, scirea libero...''

sì ma "stoPPPer" è una citazione di Boris

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Inviato (modificato)

Altra intervista a Sergio Brio 

 


L’ex stopper bianconero racconta: «Ogni settimana era una lotta contro un campione. Ero duro ma sempre leale. Eppure stavo per finire al Calimera, in Prima categoria»


Di G.B. Oli­vero · 27 apr 2025

 

Stop­per. Non cen­trale, non brac­cetto, non mar­ca­tore. Sem­pli­ce­mente e mera­vi­glio­sa­mente stop­per. Parola che pro­fuma del cal­cio di una volta, quello in cui il 5 si appic­ci­cava al 9 e il 2 all’11. Parola che rac­conta una mis­sione: fer­mare, in qua­lun­que modo, gli attac­canti. Ser­gio Brio è stato un grande stop­per: «Erano anni bel­lis­simi, in Ita­lia gio­ca­vano punte incre­di­bili. Van Basten, Rum­me­nigge, Gior­dano, Careca, Alto­belli e tanti altri: oggi fareb­bero tutti 30-35 gol a cam­pio­nato. Ogni volta era una fati­cac­cia, non potevi distrarti. E appena ricon­qui­stavi la palla dovevi anche saperla gestire: altro che scar­poni, gli stop­per bravi ave­vano anche una discreta tec­nica». Brio, oggi ambas­sa­dor della Juve, ha vinto tutte le coppe inter­na­zio­nali (ci sono riu­sciti in sei) senza mai gio­care in azzurro («Ma non è un cruc­cio. La mia Nazio­nale è sem­pre stata la Juve»). Quando parla, ti tra­smette una sana nostal­gia e anche la gioia di essere stato pro­ta­go­ni­sta di un’epoca forse irri­pe­ti­bile.
▶ Eppure tutto ha rischiato di finire prestissimo, giusto?
«Nel 1974 il Lecce mi portò in ritiro con la prima squa­dra e al ritorno mi ven­dette per 400.000 lire al Cali­mera, in Prima cate­go­ria. Mio padre, che non sapeva nulla di cal­cio, mandò un tele­gramma per rifiu­tare il tra­sfe­ri­mento. Pochi giorni dopo esor­dii in prima squa­dra e Vicini mi con­vocò a Cover­ciano con la Junio­res. Si inte­res­sa­rono la Fio­ren­tina e soprat­tutto il Milan, ma Boni­perti fu più veloce e mi acquistò per 80 milioni. In due set­ti­mane dal Cali­mera alla Juve. Andai in pre­stito per tre anni alla Pisto­iese, ma poi iniziò la mia sto­ria in bian­co­nero».
▶Si fece amare dai tifosi con un gol da centravanti in finale di Coppa Italia nel 1979.
«A Napoli con­tro il Palermo. Era­vamo sotto 1-0 fin dal 1’ e Tra­pat­toni mi inserì nella ripresa per fare la punta sfrut­tando fisi­cità e colpo di testa. Sulle sca­lette del sot­to­pas­sag­gio incon­trai Boni­perti che mi disse: “Spacca tutto, dob­biamo vin­cere a ogni costo”. Pareg­giai a pochi minuti dalla fine e nei sup­ple­men­tari Cau­sio segnò il gol deci­sivo. All’ini­zio io ero la riserva di Morini, ma non c’era riva­lità: anzi, Fran­ce­sco mi aiutò tan­tis­simo e oggi mi manca molto. Lo stu­diavo per impa­rare».
▶Cosa combinò per far arrabbiare quel cane all’Olimpico nel 1983?
«Aha­hah... Sfida scu­detto, Roma in van­tag­gio con gol di Fal­cao, pareg­gia Pla­tini con una puni­zione magni­fica e nel finale io segno di testa su cross di Michel. Vedo che Galeazzi mi sta cer­cando per inter­vi­starmi, gli vado incon­tro e par­liamo men­tre un poli­ziotto si avvi­cina con un cane che aveva il faz­zo­letto gial­lo­rosso al collo. Il cane tira, il poli­ziotto lo molla e così vengo morso alla coscia. Devo tirar­gli un cal­cio per allon­ta­narlo. Nello spo­glia­toio il dot­tor La Neve mi medica e poi va a cer­care il poli­ziotto per chie­der­gli se il cane avesse fatto il vac­cino con­tro la rab­bia. L’agente si scusa e garan­ti­sce sul vac­cino. E La Neve, al volo: “Domani muore il cane, per­ché Brio non è vac­ci­nato”».
▶Quella Juve era tra le due-tre più forti di sempre. Ma arrivò seconda in campionato e perse la finale di Coppa Campioni. Perché?
«Dif­fi­cile da capire, dav­vero. Il rim­pianto è Atene, quel gol di Magath. Fu una sera­tac­cia. Se aves­simo bat­tuto l’Amburgo, sono con­vinto che avremmo vinto due Coppe Cam­pioni di fila. Il gruppo era for­tis­simo, non a caso nel giro di pochi anni con­qui­stammo tutti i tro­fei inter­na­zio­nali».
▶ A proposito: lei tirò il primo rigore a Tokyo, nella finale di Coppa Intercontinentale del 1985 contro l’Argentinos Juniors. Come mai?
«In alle­na­mento segnavo spesso. Sapevo che, nel caso, sarei stato il primo. La par­tita era stata duris­sima. Prima di incam­mi­narmi verso il dischetto incro­cio Tra­pat­toni. “Come stai, Ser­gio?”. “Sono stanco mister”. “Ma come sei stanco? Tu sei il miglior rigo­ri­sta della Juve. Di solito tira Michel per­ché ci tiene e per­ché i tifosi se lo aspet­tano, ma io farei bat­tere sem­pre te. E se adesso incroci di forza, segni sicuro”. Grande Trap, mi tran­quil­lizzò. Feci gol e vin­cemmo. Avevo un grande rap­porto
con lui. Quando andò all’Inter, un giorno mi chiamò: “Vengo a cena da te”. Si pre­sentò e mi disse: “L’anno pros­simo spo­sto Ferri a destra, Man­dor­lini a sini­stra e tu stop­per”. Ma gli dissi no: ero troppo legato alla Juve e a Boni­perti che mi aveva aspet­tato quando mi ero fatto male seria­mente nel 1980. All’Inter mi avreb­bero dato il dop­pio. Anni dopo diven­tai vice di Tra­pat­toni alla Juve e vin­cemmo la Coppa Uefa nel 1993».
▶Ha giocato con Platini e allenato Baggio e il primo Del Piero. In quale ordine li mettiamo?
«Tutti e tre sul pie­di­stallo. Se pro­prio devo sce­gliere: Michel, Ales­san­dro, Roberto».
▶ Brio era duro o cattivo?
«Cer­ta­mente duro, cat­tivo il giu­sto, leale sem­pre. Ero molto forte fisi­ca­mente e que­sto mi aiu­tava. Il cen­tra­vanti deve avere un po’ di paura dello stop­per, fa parte del gioco. Il mio amico Di Gen­naro mi ha rac­con­tato che Elk­jaer non dor­miva la notte prima di affron­tare me. E il danese mica era uno pic­colo».

 

Gentile-Brio-Scirea o Barzagli-Bonucci-Chiellini?
«Non si pos­sono para­go­nare epo­che diverse. Due belle difese, però eh... E Chiel­lini è stato il mio erede. Prima di lui ho molto apprez­zato Kohler e Fer­rara».
▶ Sergio, cosa succede alla Juve di oggi?
«Serve pazienza. A volte i tifosi non ce l’hanno per­ché sono abi­tuati bene. Ma il pro­getto c’è e si deve insi­stere. C’era la neces­sità di abbat­tere il costo degli sti­pendi, qual­che dif­fi­coltà è natu­rale. E’ solo que­stione di tempo: la Juve tor­nerà a vin­cere e l’attuale diri­genza sta facendo un gran lavoro per ridurre l’attesa».
 

 

Modificato da andrea

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Il 21/03/2025 alle 11:34 , carlangelo ha scritto:

Mi ricordo gol vittoria a Firenze...Ero mimetizzato in curva Fiesole e rischiai la vita esultando per il gol....tanti tanti anni fa, non ricordo l'anno...

Aggiungo la vittoria in casa della Roma nel 1983 per 2-1 (Platini-Brio)

https://www.youtube.com/watch?v=xMgJVfk0GiE

 

Modificato da Nightfly
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