andrea 1622 Joined: 01-Jun-2005 4263 messaggi Inviato May 13 (modificato) L’ex bomber: «Agnelli volle conoscermi dopo Villar Perosa Non mi chiese di calcio, ma della mia Cerignola La salvezza alla Reggina da -15? Grazie all’amicizia tra noi» Di Francesco Velluzzi · 13 mag 2025 Sampdoria, Padova, Juventus, Perugia, Napoli, Como, Modena, Messina, Reggina, Torino, Siena, Parma e Atalanta. L’uomo con la valigia, Nicola Amoruso da Cerignola, si è fermato a Milano: «La città più internazionale d’Italia». Ma l’uomo con la valigia, che non ha mai indossato la maglia della Nazionale maggiore, pur vincendo un Europeo Under 21 nel 1996, detiene due record di cui va fiero: ha segnato con 12 delle 13 squadre di A («a Siena no, non mi presi con Giampaolo») in cui ha giocato e questo primato lo condivide con Marco Borriello («che è più bello di me»). In Serie A ha segnato 113 gol. Nessuno come lui tra quelli che non hanno mai vestito l’azzurro. Oggi Nicola è un imprenditore che tra i primi ha creduto nel fenomeno padel, investe nell’immobiliare, è marito di Enrica, avvocato, e padre di Giulia e Maria Ludovica che studiano con ottimi risultati. «Sa qual è il mio vero cruccio? Che non mi sono laureato. Ho fatto lo scientifico, mi ero iscritto a Scienze Politiche, ho mollato». ▶ Amoruso, siete cinque figli, quattro maschi: due, Luca e Fabio, hanno giocato a calcio come lei, un altro, Flavio, era tennista di talento. Azienda di famiglia, mamma dottoressa in biologia e un papà che vi ha insegnato tanto. «Sì, papà Vincenzo, juventino, a 82 anni è ancora il primo ad arrivare in azienda, dove oggi lavorano Luca e Fabio. Producono farina. Per papà le vacanze non sono mai esistite. Noi giocavamo sotto casa da bambini, non ci ha ostacolati, ma abbiamo tutti il diploma. Da piccolo mi portava ad Avellino a vedere la Juve di Platini». ▶ Poi lei alla Juve ci è arrivato da grande centravanti. Ma prima ha sudato. A 14 anni era già alla Sampdoria. «In convitto. Cinque anni bellissimi, i migliori della Samp di Mancini e Vialli. Sven Goran Eriksson mi fece esordire in A». ▶ Poi cominciarono i prestiti e nel 1996 bussò alla sua porta la Juve. «Prima decisi di tornare a casa andando ad Andria. Poi salii a Padova. A Natale del ‘95 sapevo di avere dietro tre club: Inter, Milan e Juve. Mio nonno a tavola sentenziò: alla Signora non si può dire di no. Io avevo deciso, ero juventino. Arrivammo io, Vieri, Iuliano e Montero. Siamo rimasti cari amici. Ti conosci da ragazzo e ti crei i rapporti. È la cosa più bella che mi resta del calcio: l’amicizia e l’aver viaggiato». ▶Cosa è stata la Juve? «Una grande esperienza. Un ricordo resterà per sempre: facevamo la solita amichevole a Villar Perosa. Alla fine Bettega mi chiama e mi dice: “C’è la macchina che ti aspetta”. Salgo e mi portano a casa dell’Avvocato: Gianni Agnelli. Voleva conoscermi. Ero timidissimo. Non mi chiese una cosa di calcio, sapeva che ero di Cerignola. Aveva diverse curiosità. Quando veniva a trovarci ci mettevamo tutti in cerchio e, sapendo che calciavo bene i rigori, a me faceva domande su come si tiravano». ▶Il gol in bianconero che le resta impresso? «Ajax-Juventus, semifinale di Champions. Vincemmo, gol mio e di Bobo». ▶Il più forte con cui ha giocato? «Troppo facile. Zidane. Grande uomo, umile, professionale, leggeva le situazioni prima degli altri. Alto, ma veloce, baricentro basso. Con Iuliano inventammo questa: palla su e ci pensa Zizou». ▶Ma le esperienze del cuore sono Reggina e Perugia. La famosa salvezza di Reggio nel 2007 conquistata con Walter Mazzarri partendo dal -15. «Spensieratezza e rischio. Eravamo amici, uniti, bravo Mazzarri, uno che meritava di più. Capimmo quanto sa essere imprevedibile il calcio. Feci 17 gol (Rolando Bianchi 18), ma l’Italia non chiamò. Lo meritavo. A Perugia ho avuto la fortuna di essere allenato da Carletto Mazzone. Uno che manca al calcio. Aveva umanamente qualcosa in più. Il presidente Luciano Gaucci voleva venire in spogliatoio a impartire lezioni tecniche e urlare. Lui lo respingeva. Si spintonavano. Mazzone tornava con l’autista a casa ad Ascoli da dimissionario ogni volta, ma il martedì era regolarmente al campo. Facevano pace». ▶ A Napoli è stato bello perché ha conosciuto Enrica, la donna della sua vita. «Ero in affitto da lei a Posillipo. Dopo tre mesi ci mettemmo insieme, dopo sei mesi era incinta. Ma l’affitto me lo ha fatto pagare per tutto l’anno. E ancora glielo rinfaccio. Oggi mi aiuta nell’amministrazione. Mi ha seguito e ha fatto tanti traslochi». ▶Perché lei cambiava sempre squadra? «Per far fare i traslochi a Enrica... Sempre situazioni di mercato. Però ho guadagnato bene». ▶E non ha mai buttato i soldi. «Dietro devi avere qualcuno. Io ho avuto papà, intelligente nella gestione». ▶Oggi molti calciatori scommettono. «Mai fatto. Una sola volta andammo al Casinò. Diedi i soldi a Pippo Inzaghi che era fortunato. Vinse. Vincemmo». ▶Ora gioca benissimo a padel, è socio con Vieri nell’Italy Padel tour e con Alessandro Budel nel club di Tolcinasco. «Il padel ha riacceso in noi calciatori la fiamma della sana competizione. Io ho capito da Demetrio Albertini, il primo a crederci, che c’erano potenzialità. Mi insultavano. Budel è bravo e gli dico che diventerà un grande dirigente di calcio. Noi giocatori siamo stati trainanti per il fenomeno padel. E la cosa più bella è che ci ritroviamo. Da amici». Modificato May 13 da andrea 1 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Ca$a 5493 Joined: 22-May-2006 19046 messaggi Inviato May 13 Grande Nick 1 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Suma Ha Paura 3956 Joined: 08-Jun-2007 9114 messaggi Inviato May 13 L’ex bomber: «Agnelli volle conoscermi dopo Villar Perosa Non mi chiese di calcio, ma della mia Cerignola La salvezza alla Reggina da -15? Grazie all’amicizia tra noi» Di Francesco Velluzzi · 13 mag 2025 Sampdoria, Padova, Juventus, Perugia, Napoli, Como, Modena, Messina, Reggina, Torino, Siena, Parma e Atalanta. L’uomo con la valigia, Nicola Amoruso da Cerignola, si è fermato a Milano: «La città più internazionale d’Italia». Ma l’uomo con la valigia, che non ha mai indossato la maglia della Nazionale maggiore, pur vincendo un Europeo Under 21 nel 1996, detiene due record di cui va fiero: ha segnato con 12 delle 13 squadre di A («a Siena no, non mi presi con Giampaolo») in cui ha giocato e questo primato lo condivide con Marco Borriello («che è più bello di me»). In Serie A ha segnato 113 gol. Nessuno come lui tra quelli che non hanno mai vestito l’azzurro. Oggi Nicola è un imprenditore che tra i primi ha creduto nel fenomeno padel, investe nell’immobiliare, è marito di Enrica, avvocato, e padre di Giulia e Maria Ludovica che studiano con ottimi risultati. «Sa qual è il mio vero cruccio? Che non mi sono laureato. Ho fatto lo scientifico, mi ero iscritto a Scienze Politiche, ho mollato». Amoruso, siete cinque figli, quattro maschi: due, Luca e Fabio, hanno giocato a calcio come lei, un altro, Flavio, era tennista di talento. Azienda di famiglia, mamma dottoressa in biologia e un papà che vi ha insegnato tanto. «Sì, papà Vincenzo, juventino, a 82 anni è ancora il primo ad arrivare in azienda, dove oggi lavorano Luca e Fabio. Producono farina. Per papà le vacanze non sono mai esistite. Noi giocavamo sotto casa da bambini, non ci ha ostacolati, ma abbiamo tutti il diploma. Da piccolo mi portava ad Avellino a vedere la Juve di Platini». Poi lei alla Juve ci è arrivato da grande centravanti. Ma prima ha sudato. A 14 anni era già alla Sampdoria. «In convitto. Cinque anni bellissimi, i migliori della Samp di Mancini e Vialli. Sven Goran Eriksson mi fece esordire in A». Poi cominciarono i prestiti e nel 1996 bussò alla sua porta la Juve. «Prima decisi di tornare a casa andando ad Andria. Poi salii a Padova. A Natale del ‘95 sapevo di avere dietro tre club: Inter, Milan e Juve. Mio nonno a tavola sentenziò: alla Signora non si può dire di no. Io avevo deciso, ero juventino. Arrivammo io, Vieri, Iuliano e Montero. Siamo rimasti cari amici. Ti conosci da ragazzo e ti crei i rapporti. È la cosa più bella che mi resta del calcio: l’amicizia e l’aver viaggiato». Cosa è stata la Juve? «Una grande esperienza. Un ricordo resterà per sempre: facevamo la solita amichevole a Villar Perosa. Alla fine Bettega mi chiama e mi dice: “C’è la macchina che ti aspetta”. Salgo e mi portano a casa dell’Avvocato: Gianni Agnelli. Voleva conoscermi. Ero timidissimo. Non mi chiese una cosa di calcio, sapeva che ero di Cerignola. Aveva diverse curiosità. Quando veniva a trovarci ci mettevamo tutti in cerchio e, sapendo che calciavo bene i rigori, a me faceva domande su come si tiravano». Il gol in bianconero che le resta impresso? «Ajax-Juventus, semifinale di Champions. Vincemmo, gol mio e di Bobo». Il più forte con cui ha giocato? «Troppo facile. Zidane. Grande uomo, umile, professionale, leggeva le situazioni prima degli altri. Alto, ma veloce, baricentro basso. Con Iuliano inventammo questa: palla su e ci pensa Zizou». Ma le esperienze del cuore sono Reggina e Perugia. La famosa salvezza di Reggio nel 2007 conquistata con Walter Mazzarri partendo dal -15. «Spensieratezza e rischio. Eravamo amici, uniti, bravo Mazzarri, uno che meritava di più. Capimmo quanto sa essere imprevedibile il calcio. Feci 17 gol (Rolando Bianchi 18), ma l’Italia non chiamò. Lo meritavo. A Perugia ho avuto la fortuna di essere allenato da Carletto Mazzone. Uno che manca al calcio. Aveva umanamente qualcosa in più. Il presidente Luciano Gaucci voleva venire in spogliatoio a impartire lezioni tecniche e urlare. Lui lo respingeva. Si spintonavano. Mazzone tornava con l’autista a casa ad Ascoli da dimissionario ogni volta, ma il martedì era regolarmente al campo. Facevano pace». A Napoli è stato bello perché ha conosciuto Enrica, la donna della sua vita. «Ero in affitto da lei a Posillipo. Dopo tre mesi ci mettemmo insieme, dopo sei mesi era incinta. Ma l’affitto me lo ha fatto pagare per tutto l’anno. E ancora glielo rinfaccio. Oggi mi aiuta nell’amministrazione. Mi ha seguito e ha fatto tanti traslochi». Perché lei cambiava sempre squadra? «Per far fare i traslochi a Enrica... Sempre situazioni di mercato. Però ho guadagnato bene». E non ha mai buttato i soldi. «Dietro devi avere qualcuno. Io ho avuto papà, intelligente nella gestione». Oggi molti calciatori scommettono. «Mai fatto. Una sola volta andammo al Casinò. Diedi i soldi a Pippo Inzaghi che era fortunato. Vinse. Vincemmo». Ora gioca benissimo a padel, è socio con Vieri nell’Italy Padel tour e con Alessandro Budel nel club di Tolcinasco. «Il padel ha riacceso in noi calciatori la fiamma della sana competizione. Io ho capito da Demetrio Albertini, il primo a crederci, che c’erano potenzialità. Mi insultavano. Budel è bravo e gli dico che diventerà un grande dirigente di calcio. Noi giocatori siamo stati trainanti per il fenomeno padel. E la cosa più bella è che ci ritroviamo. Da amici». Cosa era quella Juve 96-97, ADP, Alien Boksic, Yazid, Vieri, Amoruso, Padovano, Jugovic, Didier...Di Amoruso ricordo con affetto anche i gol rifilati al Paris e al Bilan in un doppio 1-6 in trasfertaInviato dal mio SM-G781B utilizzando Tapatalk 1 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
gianky99 8144 Joined: 18-Oct-2008 78375 messaggi Inviato May 14 Se non si fosse massacrato la gamba in quella fogna di campo che era San Siro avrebbe avuto una carriera ancora più grande... peccato perché i numeri li aveva eccome... 1 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Bemvindo 163 Joined: 14-Jun-2019 263 messaggi Inviato May 14 23 ore fa, Suma Ha Paura ha scritto: Cosa era quella Juve 96-97, ADP, Alien Boksic, Yazid, Vieri, Amoruso, Padovano, Jugovic, Didier... Di Amoruso ricordo con affetto anche i gol rifilati al Paris e al Bilan in un doppio 1-6 in trasferta Inviato dal mio SM-G781B utilizzando Tapatalk sempre a darci dei ladri e dei drogati, la verità è che dovevamo vincere 3/4 champions di fila in quegli anni. destino maiale. 2 1 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
KevinKaslana 4710 Joined: 12-Aug-2011 24354 messaggi Inviato May 14 Amoruso lascialo f***e sto padel e vai ad insegnare i fondamentali di come si gioca in attacco a sti sfaticati che abbiamo in squadra 😂 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8776 Joined: 04-Apr-2006 135849 messaggi Inviato May 15 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Servillo23 5269 Joined: 03-Jan-2006 34595 messaggi Inviato May 15 Calciatore spesso sottovalutato. Un attaccante già all'epoca molto moderno in grado di fare tante cose diverso all'interno di una partita. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Dani_82 5487 Joined: 01-Jun-2005 45340 messaggi Inviato May 16 nick piede caldo sottovalutatissimo Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Gelone 14214 Joined: 03-Jun-2005 52338 messaggi Inviato May 16 Tecnicamente buonissimo, oggi sarebbe tranquillamente centravantii titolare della nazionale Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti