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CRAZEOLOGY

Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"

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citazione:

"...e vabbé, ma ditelo quando aprite le gabbie....

:sventola: sempre"

e due cit

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quello che scrive questo tifoso è chiaramente uno scherzo.

il modo di proporsi e di scrivere , infatti , sembrebbe quello tipico di uno schizofrenico.

.boh .boh

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quello che scrive questo tifoso è chiaramente uno scherzo.

il modo di proporsi e di scrivere , infatti , sembrebbe quello tipico di uno schizofrenico.

E' meglio star zitti e passare per stupidi, che aprire la bocca.... e fugare ogni dubbio.

Ma informarsi prima su chi è Crazeology, pare brutto?

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E' meglio star zitti e passare per stupidi, che aprire la bocca.... e fugare ogni dubbio.

Ma informarsi prima su chi è Crazeology, pare brutto?

sefz.oddio

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sefz.oddio

Non ho capito le faccine. Io rispondevo all'utente Valdano

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boni qui siamo in famiglia

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Non ho capito le faccine. Io rispondevo all'utente Valdano

lo so, infatti il sorriso era riferito a te e l'altra faccina ( .oddio ) all'utente Valdano che ho notato che si scaglia spesso contro Conte

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03 FEB 2014 17:14
CORONA HA FINALMENTE CAPITO PERCHE’ E’ FINITO IN GALERA - ‘LA TRAGEDIA DI LAPO ELKANN MI È COSTATA CARA: LA FIAT VOLEVA COMPRARE IL SERVIZIO PER 200 MILA EURO, POI MI DISSE: ‘NON SIAMO INTERESSATI’


Nel libro scritto in galera il paparazzo racconta anche la fuga in Portogallo (‘Non avevo mai pensato di scappare’) e condanna l’esibizionismo di Renzi per la foto su ‘Chi’ con la pancetta: ‘Ha dato l’impressione di una persona che lascia le cose a metà, di uno che vuole rappresentare la perfezione che non ha’…

Da ‘Il Fatto Quotidiano'

(--------------)

Quei 200.000 euro

Caro Lapo, non pensavo e non potevo immaginare che quella tua grande tragedia, forse un po' cercata, forse rincorsa, potesse costarmi così cara. Non ricordo con precisione il periodo, credo fosse tra settembre e ottobre 2005; come al solito trascorrevo le mie giornate tra interminabili ore di lavoro, litigi e direttive con i fotografi, amore e odio con mia moglie.

Doveva essere una mattina come le altre, e invece tutti i telegiornali avevano aperto con una notizia "clamorosa": Lapo Elkann trovato in fin di vita a causa di un'overdose in un piccolo appartamento del centro storico di Torino. (...) Presi un po' di contanti, mandai un fotografo di Firenze a Torino, e insieme a un operatore e a un giornalista, Gabriele Parpiglia, partii in direzione Torino alla guida della mia Bentley. Il mio fotografo aveva fatto il suo dovere ed era riuscito a scoprire il secondo ingresso dell'appartamento dove si era consumata la quasi tragedia, si appostò e vide uscire un transessuale, lo rincorse e lo fermò. Mi chiamò, me lo passò al telefono e gli diedi un appuntamento. Le cose come al solito giravano bene, la fortuna in quel periodo mi seguiva ovunque.
Quando lo incontrammo, gli diedi mille euro in contanti e Parpiglia lo intervistò, riprendendolo con una telecamera. Raccontò cose allucinanti, vergognose: serate "estreme" fatte di droga e sesso, e ci disse che il trans che ti aveva salvato chiamando l'ambulanza si chiamava Patrizia e abitava in via... Ovviamente quell'intervista venne pubblicata dal giornale Star Tv il cui direttore era mio padre. Solo lui poteva farlo. Andammo di corsa in quella via. (...)

Dopo averle promesso un bel po' di soldi, chiudemmo un accordo di esclusiva. Chiamai immediatamente Mentana, feci un'asta per l'esclusiva televisiva e chiesi 200.000 euro. Poi chiamai Brindani e Belleri, direttori rispettivamente di Chi e di Oggi, e chiesi 75.000 euro per la pubblicazione cartacea. Lasciai un po' di soldi a Patrizia, firmammo l'accordo e tornai verso Milano. Venni contattato da qualcuno dell'ufficio stampa della Fiat: "Buonasera, Corona. Mi hanno parlato di un'intervista: ecco, la vogliamo comprare noi, quanto vale?". "Quello che ho chiesto alla tv, 200.000 euro" risposi. "Ok, le faremo sapere entro un'ora". Mi telefonarono il giorno dopo dicendomi che non erano più interessati.


(--------------)

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/corona-ha-finalmente-capito-perche-e-finito-in-galera-la-tragedia-di-lapo-elkann-71211.htm

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03 FEB 2014 17:14

CORONA HA FINALMENTE CAPITO PERCHE’ E’ FINITO IN GALERA - ‘LA TRAGEDIA DI LAPO ELKANN MI È COSTATA CARA: LA FIAT VOLEVA COMPRARE IL SERVIZIO PER 200 MILA EURO, POI MI DISSE: ‘NON SIAMO INTERESSATI’

Nel libro scritto in galera il paparazzo racconta anche la fuga in Portogallo (‘Non avevo mai pensato di scappare’) e condanna l’esibizionismo di Renzi per la foto su ‘Chi’ con la pancetta: ‘Ha dato l’impressione di una persona che lascia le cose a metà, di uno che vuole rappresentare la perfezione che non ha’…

Da ‘Il Fatto Quotidiano'

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Quei 200.000 euro

Caro Lapo, non pensavo e non potevo immaginare che quella tua grande tragedia, forse un po' cercata, forse rincorsa, potesse costarmi così cara. Non ricordo con precisione il periodo, credo fosse tra settembre e ottobre 2005; come al solito trascorrevo le mie giornate tra interminabili ore di lavoro, litigi e direttive con i fotografi, amore e odio con mia moglie.

Doveva essere una mattina come le altre, e invece tutti i telegiornali avevano aperto con una notizia "clamorosa": Lapo Elkann trovato in fin di vita a causa di un'overdose in un piccolo appartamento del centro storico di Torino. (...) Presi un po' di contanti, mandai un fotografo di Firenze a Torino, e insieme a un operatore e a un giornalista, Gabriele Parpiglia, partii in direzione Torino alla guida della mia Bentley. Il mio fotografo aveva fatto il suo dovere ed era riuscito a scoprire il secondo ingresso dell'appartamento dove si era consumata la quasi tragedia, si appostò e vide uscire un transessuale, lo rincorse e lo fermò. Mi chiamò, me lo passò al telefono e gli diedi un appuntamento. Le cose come al solito giravano bene, la fortuna in quel periodo mi seguiva ovunque.

Quando lo incontrammo, gli diedi mille euro in contanti e Parpiglia lo intervistò, riprendendolo con una telecamera. Raccontò cose allucinanti, vergognose: serate "estreme" fatte di droga e sesso, e ci disse che il trans che ti aveva salvato chiamando l'ambulanza si chiamava Patrizia e abitava in via... Ovviamente quell'intervista venne pubblicata dal giornale Star Tv il cui direttore era mio padre. Solo lui poteva farlo. Andammo di corsa in quella via. (...)

Dopo averle promesso un bel po' di soldi, chiudemmo un accordo di esclusiva. Chiamai immediatamente Mentana, feci un'asta per l'esclusiva televisiva e chiesi 200.000 euro. Poi chiamai Brindani e Belleri, direttori rispettivamente di Chi e di Oggi, e chiesi 75.000 euro per la pubblicazione cartacea. Lasciai un po' di soldi a Patrizia, firmammo l'accordo e tornai verso Milano. Venni contattato da qualcuno dell'ufficio stampa della Fiat: "Buonasera, Corona. Mi hanno parlato di un'intervista: ecco, la vogliamo comprare noi, quanto vale?". "Quello che ho chiesto alla tv, 200.000 euro" risposi. "Ok, le faremo sapere entro un'ora". Mi telefonarono il giorno dopo dicendomi che non erano più interessati.

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http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/corona-ha-finalmente-capito-perche-e-finito-in-galera-la-tragedia-di-lapo-elkann-71211.htm

e qui fenno fuori uno

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05 FEB 2014 13:18
1. “SEI TU CHE HAI TIRATO SU JOHN, COME TI AVEVA CHIESTO IL POVERO GIANNI, E SEI SOLO TU CHE PUOI AIUTARLO A NON FARSI PORTARE A SPASSO DA MARCHIONNE”. NEI GIORNI SCORSI GIANLUIGI GABETTI, PRESIDENTE ONORARIO DI EXOR, SI È SENTITO RIVOLGERE QUESTO ACCORATO APPELLO DA ALCUNI ESPONENTI DELLA DINASTIA TORINESE - 2. I VARI MARIA SOLE AGNELLI, LUPO RATTAZZI, TEODORANI FABBRI, NASI E GLI EREDI DI UMBERTO AGNELLI RICONOSCANO CHE CON LA FUSIONE FIAT-CHRYSLER MARPIONNE HA MESSO AL SICURO ANCHE IL LORO TESORETTO. MA C’È IL PROBLEMA DELL’ADDIO ALLE PARTECIPAZIONI ITALIANE E IL TIMORE DI UNA TRASMIGRAZIONE NEGLI USA DELLA FERRARI (LA PRESIDENZA AD ANDREA AGNELLI E LA GARANZIA CHE LA JUVE NON SI TOCCA?) - 3. MA C’È ANCHE UNA PREOCCUPAZIONE ASSAI CONCRETA E BANALE COME QUELLA DEL FLUSSO FUTURO DEI DIVIDENDI DI FCA, ADESSO CHE LA SEDE FISCALE SARÀ IN GRAN BRETAGNA. “CAMBIERÀ QUALCOSA, DOTTOR GABETTI?”, HA CHIESTO PARTE DELLA FAMIGLIA -

DAGOREPORT


"Sei tu che hai tirato su John, come ti aveva chiesto il povero Gianni, e sei solo tu che puoi aiutarlo a non farsi portare a spasso da Marchionne". Nei giorni scorsi Gianluigi Gabetti, presidente onorario di Exor e consigliere della Giovanni Agnelli & C., ovvero un signore che a dispetto degli 89 anni ha ancora i piedi ancora ben piantati in due delle tre società che controllano il 30% di Fiat per conto della sterminata famiglia Agnelli, si è sentito rivolgere questo accorato appello da alcuni anziani esponenti della dinastia torinese.

Non che i vari Maria Sole Agnelli, Lupo Rattazzi, Teodorani Fabbri, Nasi e gli eredi di Umberto Agnelli non riconoscano che con la fusione Fiat-Chrysler il manager con residenza fiscale in Svizzera non abbia messo al sicuro anche il loro tesoretto. Ma nel corso degli ultimi colloqui con Kaki Elkann, esposto al continuo bombardamento creativo di un Marpionne che già pensa a come disfarsi di Stampa e Corriere e a rivoluzionare completamente la Ferrari, alcuni degli "anziani" sono rimasti colpiti da una certa fragilità del rampollo nel tenere il rapporto con il supermanager italo-canadese.
Di qui la scelta di rivolgersi ancora una volta all'immarcescibile Gabetti, che oltre a tutto è anche uno dei quattro garanti della Dicembre, la cassaforte familiare in cima alla piramide di controllo Fiat.
Ma qual è veramente il motivo del contendere nella vasta progenie degli Agnelli? Su questo, le voci torinesi sono contrastanti e probabilmente provengono da rami diversi. Sicuramente c'è il problema dell'addio alle partecipazioni italiane e il timore di una trasmigrazione negli Usa della Ferrari, che però Marchionne è sufficientemente abile da gestire distribuendo due caramelle alla Famiglia come la presidenza di Maranello ad Andrea Agnelli e la garanzia che la Juventus, con i suoi dividendi, non si tocca per un bel po'.

Ma c'è anche una preoccupazione assai concreta e banale come quella del flusso futuro dei dividendi di Fca, adesso che la sede fiscale sarà in Gran Bretagna. "Cambierà qualcosa, dottor Gabetti?", ha chiesto parte della Famiglia. La prima risposta è che ci sarà da studiare un po', ma alla fine non ci dovrebbero essere particolari problemi. "Con la tassazione al minimo, il flusso dei dividendi, se ci sarà, potrebbe anche aumentare", osserva un esperto gestore di grandi patrimoni privati. Mentre un noto professionista torinese si lascia andare a una battutaccia: "Dividendi a rischio per gli eredi dell'Avvocato? No, se sono preoccupati è perché Londra è un po' lontana dalle piste da sci".

Il problema dell'equilibrio nei rapporti tra Elkann e Marchionne però resta intatto. Gli anziani della famiglia ricordano che Gianni Agnelli prese il sopravvento su Vittorio Valletta solo quando fu quest'ultimo a chiedergli dei soldi, sotto forma di aumento. Perché la vecchia scuola del potere insegna che chi chiede soldi ha perso. Se l'impostazione è ancora valida, il giovane Elkann che chiede denari a Marpionne per comprarsi il Corriere ha ancora molta strada da fare per raggiungere il nonno. Se poi il manager con il pulloverino glieli chiede pure indietro, allora non c'è proprio partita. Su tutto.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-sei-tu-che-hai-tirato-su-john-come-ti-aveva-chiesto-il-povero-71341.htm

Di vero c'è solo che Marchionne a Torino lo stanno patendo parecchio. Per forza di cose decide molto su tutto il gruppo, e non solo sul discorso auto.
Il resto del pezzo sembrano mezze verità miste a fantasie e a ipotesi molto fumose.
Comunque il lavoro di JE su RCS dimostra che su alcuni filoni ci lavora anche senza gli ordini dell'italo-canadese, e che alcuni grossi interessi in Italia li conserveranno sempre, credo.

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Finanza: M.Giraudo entra nel circolo golfistico I Roveri (MF)

MILANO (MF-DJ)--Michele Giraudo, classe 1990, residente a Londra e figlio di Antonio, gia' a.d. di Juventus F.C., entra nella stanza dei bottoni del circolo golfistico I Roveri, situato alle porte di Torino nella tenuta La Mandria e controllato da Andrea Agnelli, che ha in Giraudo senior uno dei piu' fidati consiglieri. Qualche giorno fa, scrive MF, nello studio torinese del notaio Caterina Bima e' stata siglata una scrittura privata di cessione quote della newco Roveri srl, che controlla il green avendo rilevato oltre il 75% di Royal Park Real Estate, che detiene il controllo dell'Immobiliare I Roveri e del Royal Park Golf & Country Club I Roveri. La lussemburghese Wild Oat, che aveva in carico il 42,6% di Newco Roveri a 2,5 milioni di euro, ha diviso l'intero pacchetto a meta' cedendo il 21,3% alla fiduciaria Fidirev e l'altro 21,3% a Giraudo junior: ognuno dei due acquirenti ha sborsato 1,34 milioni permettendo cosi' al veicolo del Granducato di realizzare una miniplusvalenza. Socio di maggioranza relativa al 44,8% di Newco Roveri resta Andrea Agnelli, che e' affiancato con quote minori dalla sorella Anna, dalla madre Allegra Caracciolo di Castagneto, dalla moglie Emma Ceridwen Felicity Winter, dall'imprenditore torinese Roberto Ginatta e dalla moglie Gloria Cravotto, dal cugino Andrea Nasi e da Maria Elena Rayneri, madre di Michele Giraudo. red/lab (fine) MF-DJ NEWS 3108:25 gen 2014

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Finanza-Giraudo-entra-circolo-golfistico-Roveri/31-01-2014/1-A_010569506.shtml :sisi:

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Finanza: M.Giraudo entra nel circolo golfistico I Roveri (MF)

MILANO (MF-DJ)--Michele Giraudo, classe 1990, residente a Londra e figlio di Antonio, gia' a.d. di Juventus F.C., entra nella stanza dei bottoni del circolo golfistico I Roveri, situato alle porte di Torino nella tenuta La Mandria e controllato da Andrea Agnelli, che ha in Giraudo senior uno dei piu' fidati consiglieri. Qualche giorno fa, scrive MF, nello studio torinese del notaio Caterina Bima e' stata siglata una scrittura privata di cessione quote della newco Roveri srl, che controlla il green avendo rilevato oltre il 75% di Royal Park Real Estate, che detiene il controllo dell'Immobiliare I Roveri e del Royal Park Golf & Country Club I Roveri. La lussemburghese Wild Oat, che aveva in carico il 42,6% di Newco Roveri a 2,5 milioni di euro, ha diviso l'intero pacchetto a meta' cedendo il 21,3% alla fiduciaria Fidirev e l'altro 21,3% a Giraudo junior: ognuno dei due acquirenti ha sborsato 1,34 milioni permettendo cosi' al veicolo del Granducato di realizzare una miniplusvalenza. Socio di maggioranza relativa al 44,8% di Newco Roveri resta Andrea Agnelli, che e' affiancato con quote minori dalla sorella Anna, dalla madre Allegra Caracciolo di Castagneto, dalla moglie Emma Ceridwen Felicity Winter, dall'imprenditore torinese Roberto Ginatta e dalla moglie Gloria Cravotto, dal cugino Andrea Nasi e da Maria Elena Rayneri, madre di Michele Giraudo. red/lab (fine) MF-DJ NEWS 3108:25 gen 2014

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Finanza-Giraudo-entra-circolo-golfistico-Roveri/31-01-2014/1-A_010569506.shtml :sisi:

sefz

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Della Valle attacca gli Agnelli: "Questi spettacolosi, spettacolari vacanzieri con poca voglia di lavorare dovrebbero fare un grande monumento a Marchionne"
Diego Della Valle, a Ballarò su Rai 3 continua ad attaccare la Fiat: “Vista dall’Italia, è il mio punto di vista da italiano, direi che la famiglia Agnelli, insomma questi spettacolosi, spettacolari vacanzieri con poca voglia di lavorare dovrebbero fare un grande monumento a Marchionne. Gli italiani invece non devono certamente fare un monumento nè a Marchionne e tantomeno agli Agnelli. Come italiano direi che non è stato piacevole vedere in un momento in cui serve essere tutti compattati su un progetto di rilancio del Paese vedere che un’azienda e una famiglia che hanno avuto così tanto dall’Italia e dagli italiani se la scappa via alla chetichella solo perché gli fa più comodo”.

http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/della-valle-attacca-gli-agnelli-questi-spettacolosi-spettacolari-vacanzieri-con-poca-voglia-di-lavorare-dovrebbero-fare-un-grande-monumento-a-marchion-176187


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Montezemolo vende la quota in Octo Telematics ai russi, quella in Poltrona Frau agli americani

Montezemolo vende agli stranieri. Il fondo Charme II - che fa capo alla Montezemolo & Partners Sgr e quindi a Luca Cordero di Montezemolo e al figlio Matteo - ha annunciato ieri la cessione alla russa Renova di Octo Telematics, oggi la vendita della partecipazione in Poltrona Frau alla statunitense Haworth.
Montezemolo,presidente di Ferrari e fondatore del treno Italo, strenuo difensore del made in Italy nei suoi interventi pubblici, dismette così all'estero due asset di valore con operazioni molto diverse fra loro: la prima con connotazioni più prettamente finanziarie, la seconda, che segna il passaggio in mani straniere di un marchio made in Italy d'eccellenza come Poltrona Frau, con accezioni maggiormente industriali.
Ieri l’annuncio della vendita di Octo Telematics, azienda leader del mercato delle scatole nere per auto, un'operazione "fortemente supportata dall'attuale top management che continuerà a gestire la società”. In vendita era il 90% del capitale di Octo che faceva capo agli investitori finanziari, ovvero il fondo Charme II (65%), Amadeus Capital Partners e R Capital Management. Il restante 10% è in mano al management, guidato da Fabio Sbianchi. L'operazione, secondo quanto si apprende da ambienti finanziari, per il fondo Charme è finanziariamente vantaggiosa e si aggirerebbe attorno ai 400 milioni di euro, anche se i dettagli non vengono ufficialmente svelati.
Octo Telematics è stata acquistata nel 2010 dal fondo dei Montezemolo. Ha chiuso il 2012 con utili per 11,44 milioni su un fatturato di 90,3 milioni e un indebitamento pari a 93,794 milioni. Per il 2013 è stimato un giro d’affari superiore ai 120 milioni che si confronta con i 50 del 2010. La trattativa per la cessione di Octo Telematics è durata mesi; nei mesi scorsi, gli adviser avevano raccolto una ventina di manifestazioni d'interesse. Ad acquistarla è Viktor Vekselberg, uno degli uomini più ricchi di Russia e del mondo, uno dei cosiddetti oligarchi russi che con Renova Group si occupa, tra le altre cose, di materie prime (come alluminio o petrolio), energia e telecomunicazioni. È anche presidente della Fondazione Skolkovo, centro di innovazione dedicato al settore dell’alta tecnologia e della ricerca scientifica situato nei pressi di Mosca. L’acquisizione, spiega Vekselberg, “si inserisce perfettamente nella nostra strategia che implica una transizione graduale verso investimenti nell'high tech e in settori innovativi, e nel contempo l'uscita dal settore delle risorse naturali”.
Oggi l’annuncio del passaggio di Poltrona Frau in mano americana. La società statunitense Haworth acquisterà il 58,6% del capitale dai soci Charme II e Moschini al prezzo di 2,96 euro per azione e lancerà un'Opa obbligatoria successiva allo stesso prezzo. Sinora, il 51,3% del capitale di Poltrona Frau era nel portafoglio di Charme e il restante 7,3% in mano a Moschini. L'operazione dovrebbe essere perfezionata entro la fine di aprile. Con oltre 1,4 miliardi di dollari di ricavi nel 2013, circa 6.000 dipendenti e oltre 600 dealer in tutto il mondo, Haworth dal 2011 è già partner di Poltrona Frau per la distribuzione del canale ufficio in Nord America. Secondo quanto si apprende, l'operazione per il Fondo Charme si aggirerebbe attorno ai 200 milioni di euro.
Gli azionisti, si legge in un comunicato, "hanno concesso a Haworth un'opzione di vendita, esercitabile a valle del processo di Opa, ai sensi della quale Haworth avrà il diritto, ma non l'obbligo, di cedere a ciascuno degli azionisti una partecipazione nella società pari al 4,2% (complessivamente pari all'8,4%) del capitale sociale, allo stesso prezzo per azione pagato da Haworth". In altre parole Montezemolo e Moschini reinvestiranno e manterranno una quota dell'8,4% di Poltrona Frau. In questo caso, con l'esercizio dell'opzione, potranno designare fino a tre componenti del Cda, avranno un diritto di veto su specifiche operazioni di gestione straordinaria, saranno vincolati da un lock-up di tre anni, ci saranno opzioni put e call per la risoluzione di eventuali situazioni di stallo decisionale, potranno rivendere i titoli a Haworth tra l'approvazione del bilancio 2016 e quella del bilancio 2019, mentre Haworth potrà acquistare le partecipazioni tra l'approvazione del progetto di bilancio 2019 e quella del bilancio 2022. Haworth acquisirà anche il 98% del capitale della società proprietaria degli stabilimenti di Meda concessi in locazione al gruppo, ad un prezzo complessivo di circa 1,9 milioni di euro.
Il fondo Charme ha investito in Poltrona Frau 10 anni fa e la cessione ad un gruppo americano appare come un'operazione di valorizzazione industriale, in cui sono presenti alcune garanzie di continuità gestionale e di tutela della parte italiana. Una prima fase di gestione del Fondo Charme ha portato ad acquisizioni - come Cassina, Cappellini - e alla quotazione in Borsa a 2,1 euro per azione. La crisi economica e finanziaria nazionale e internazionale è stata fra le cause del tracollo del titolo, che è sceso fino a 0,40 euro, per poi risalire lentamente. L'annuncio dell'operazione sta facendo invece viaggiare le azioni Poltrona Frau verso il prezzo dell'Opa di 2,96 euro. Una seconda fase di gestione ha portato Poltrona Frau verso mercati esteri, specie ad est, con particolare attenzione alla Cina. La cessione apre ora una terza fase di sviluppo verso la creazione di un leader mondiale del settore, attraverso l'integrazione fra due gruppi con un portafoglio prodotti complementare: Haworth nell'arredamento di design d'ufficio, Frau in quello residenziale, Haworth nei mercati americani, Frau in quelli europei. La testa di Poltrona Frau resterà italiana: è italiano il numero uno di Haworth, il bolognese Franco Bianchi dal 2005 presidente e amministratore delegato del gruppo Usa; resterà italiano il management con Franco Moschini presidente, Matteo di Montezemolo vice e Dario Rinero amministratore delegato, che siederanno quindi nel Cda.

http://www.huffingtonpost.it/2014/02/05/montezemolo-vendita-partecipazioni_n_4728440.html?1391603277&utm_hp_ref=italy

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Franzo Grande Stevens esce da Gabriel Finanziaria

Svolta storica nella proprietà di una delle tre più importanti fiduciarie torinesi che fanno capo fra l'altro a Franzo Grande Stevens, noto come «l'avvocato dell'Avvocato» in quanto a lungo consigliere del defunto Giovanni Agnelli e già custode dei segreti dell'accomandita della dinastia. La Gabriel Fiduciaria, infatti, ha un nuovo azionista unico: è la banca privata svizzera Pictet et Cie., basata a Ginevra, che ha nominato un nuovo consiglio presieduto da Enrico Corradi (vicino ai Maramotti e consigliere di Credem) e composto da Vittoriano Chiechi, Paolo Ramondetti, Gilles Scholl, Giovanni Chelli, Bernardo Modari Mocenigo e Fabrizio Carnino, tutti più meno legati all'istituto rossocrociato. Dal consiglio d'amministrazione, invece è uscito Riccardo Grande Stevens, figlio di Franzo, attivo come private banker proprio per Pictet.La banca svizzera è diventata azionista al 100% di Gabriel Fiduciaria dopo essere progressivamente salita nel capitale a partire dal 2011 e il passaggio del restante 40%, ancora custodito da Grande Stevens e altri nella Sogefi, è avvenuto poche settimane fa per un corrispettivo di 500mila euro. Gabriel Fiduciaria ha chiuso il 2012 in perdita per 266mila euro.

http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1863011&codiciTestate=1

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ma a noi poveracci chi ci pensa ?

si girano quote marchi sedi

e noi qui in questo asilo infantile insieme agli altri scolaretti letta e renzi che si fanno i dispetti

sotto l'occhio bonario di nonno giorgio

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Non ho ancora avuto tempo tempo di ricostruire tutto il battibecco tra DDV e JE di queste settimane.

Se qualcuno ha voglia postare le varie sparate mi fa un piacere.

Comunque oggi mi hanno passato questa vignetta.

1962748_562085733898657_81250930_n.png

E' cattivissima, lo so. Ma mi sto pisciando addosso dal ridere.

.isterico.isterico.isterico

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25 MAR 2014 12:05

CIUFFO PRIGIONIERO – MONTEZEMOLO CONFERMATO ALLA PRESIDENZA DELLA FERRARI, MA A CONTROLLARLO ARRIVANO 4 MANAGER FIAT CHE SI AGGIUNGONO AI 4 (TRA CUI MARPIONNE) GIA’ IN CONSIGLIO

Nel cda della Ferrari sono stati confermati i manager della controllante Fiat Marchionne, Altavilla, Palmer e Piccinini. A questi si sono aggiunti l’ad di Maserati Wester, il responsabile acquisti del Lingotto Garberding, Picca Piccon e Fossati. Escono Coda e Monferino (ex manager Fiat in pensione) e Gent e Owen Jones...

Da ‘La Stampa'

La squadra della Ferrari si rafforza con quattro nuovi manager del gruppo Fiat che entrano del Cda di Maranello. Si tratta dei top manager Harald J. Wester (ad di Alfa Romeo), Scott Garberding (responsabile acquisti di Fiat), Antonio Picca Piccon (tesoriere) e Giorgio Fossati (responsabile affari legali), che prendono il posto di Gianni Coda, Christopher Gent, Paolo Monferino e Lindsay Owens Jones.

A nominare il nuovo consiglio d'amministrazione è stata l'assemblea dei soci Ferrari, che ha anche approvato il bilancio. Il nuovo Cda, che si è insediato a Maranello, ha confermato Luca Montezemolo e Amedeo Felisa per i prossimi tre anni, nel ruolo di presidente e amministratore delegato della Rossa. Confermato anche Piero Ferrari alla vicepresidenza.

Oltre a Montezemolo, Ferrari e Felisa, sono stati confermati Sergio Marchionne, Al Mubarak Khaldoon Khalifa, Alfredo Altavilla, Eduardo Humberto Cue, Richard Palmer e Marco Piccinini.

L'assemblea ha anche nominato il nuovo consiglio sindacale che è composto da Ignazio Carbone (sindaco effettivo e presidente), Paolo Piccatti e Piergiorgio Re (sindaci effettivi) a cui si aggiungono i supplenti Giorgio Cavalitto e Paolo Claretta Assandri.

Prima delle nomine, l'assemblea ha approvato il bilancio del 2013 che si è chiuso con un fatturato salito ben oltre i 2 miliardi di euro ed un utile netto di 246 milioni, valori mai raggiunti prima dalla casa di Maranello.

Come anticipato nelle scorse settimane, la strategia di contenere il numero di vetture prodotte per preservare l'esclusività e il valore nel tempo ha dato ottimi risultati. Malgrado le vendite siano diminuite del 5,4% (6.922 vetture consegnate alla rete), il fatturato è salito a 2,3 miliardi di euro (+ 5%), l'utile della gestione ordinaria ha toccato i 363,5 milioni di euro (+ 8,3%) e l'utile netto i 246 milioni di euro (+5,4%). Tutti numeri mai raggiunti, così come la posizione finanziaria industriale netta che, a fine 2013, è stata positiva per 1,36 miliardi di euro.

[l. for.]

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finalmente luca ha trovato il suo basto

il firmacarte

più fuori di cosi forse non possono ................. forse per testamento di qualcuno

berlusca tronchetti moratti luca ............... tutti fuori dai giochi ai margini del potere

per noi comuni mortali che non comandiamo un c**** già ora non sarebbe un peso quella condizione

io mio auguro che a loro persi e penso che pesi ............... tanto........... speramolo

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finalmente luca ha trovato il suo basto

il firmacarte

più fuori di cosi forse non possono ................. forse per testamento di qualcuno

berlusca tronchetti moratti luca ............... tutti fuori dai giochi ai margini del potere

per noi comuni mortali che non comandiamo un C***O già ora non sarebbe un peso quella condizione

io mio auguro che a loro persi e penso che pesi ............... tanto........... speramolo

E' vero, hai ragione, il vecchio gruppo di potere un po' alla volta sta scomparendo. Fosse ca' fosse la vorta bona!!!!

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Crazy che dici dell'ultramegautile che ha registrato exor? Sti spilorci ...

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11 APR 2014 17:59
1. MI CHIAMO MARCHIONNE E SE M’INKAZZO, TI MARCHIO COME UN VITELLO: TRA L’EROE DEI MONDI A QUATTRORUOTE, FIAT-CRYSLER, E JOHN ELKANN, VOLANO STRACCI BAGNATI - 2. DOPO AVER SALVATO IL FUTURO DELLA DINASTIA DI TORINO, IL MANAGER ITALO-CANADESE CHE PAGA LE TASSE IN SVIZZERA COMANDA CON MANO PESANTISSIMA: PER EVITARE DI AVER ANCORA A CHE FARE CON IL RAM-POLLO YAKI, HA CHIESTO ALLA STERMINATA AGNELLI FAMILY DI AFFIDARE L’ACCOMANDITA DI FAMIGLIA A UN MANAGER ESTERNO - 3. LO SFIGATO ELKANN SI DISPERA PERCHE’ NON HA L’INVITO PER LA CENA DI GALA DI OBAMA A ROMA? CI PENSA RE SERGIO AL GRIDO DI: “BARACK, SE POI NON POSSO TI MANDO JOHN” - 4. SONO TEMPI GRAMI ANCHE PER MONTEZUMA, “LIBERO E BELLO” DI FARE IL PRESIDENTE DI ALITALIA PER I SUOI AMICI ARABI MA A PATTO CHE ABBANDONI MARANELLO, DOVE SI E’ VISTO DECURTARE IL COMPENSO, EMARGINATO ALLA FERRARI DI FORMULA1 -


DAGOREPORT

Ma dopo la fusione Fiat-Chrysler chi comanda a Torino? Sergio Marpionne o Kaki Elkann, incensato dalla stampa italiana come fosse un nuovo Gianni Agnelli, ma senza i noti eccessi giovanili? La domanda se la fanno giusto in qualche ozioso salotto milanese e a Roma, dove però anche ministri come Guidifiglia si affrettano subito a dire che "la Fiat è privata e quindi fa quello che vuole".
Per carità, facciano quello che vogliono. Ci mancherebbe pure, nonostante tutta la cassa integrazione che gli paghiamo.

Ma il punto è che all'estero non hanno dubbi e presto anche la sterminata famiglia Agnelli dovrà prendere atto della nuova realtà: comanda il manager italo-canadese con residenza nel cantone di Zugg. E comanda con mano pesante.

Qualche "aneddoto" di quelli che si leggono giusto si questo disgraziato sito aiutano a capire.
Un primo episodio assai rivelatore dell'insostenibile leggerezza di Kaki Elkann è di due settimane fa. Visita di Barack Obama a Roma. Il giovane presidente di Fiat fa il diavolo a quattro per essere invitato alla cena organizzata dall'ambasciatore John Phillips a Villa Taverna. Ma nonostante le insistenze con la Farnesina e con l'ambasciata Usa, non c'è nulla da fare.

Il giovane ingegnere con la passione delle regate non si perde d'animo, però è costretto a mettere da parte un po' di orgoglio. Chiama il suo "dipendente" dai tanti passaporti e gli chiede una mano. Marpionne alza il telefono e chiama Obama. La risposta del presidente Usa è molto franca: ok, no problem, Fiat-Chrysler per noi è importante, io però invito te.

Marpionne allora gioca d'astuzia e porta a casa l'ingresso libero per il padroncino Kaki con una paraculata delle sue: "Grazie, lo prendo io, ma se poi per caso all'ultimo momento non posso perché sto sempre in giro per il mondo, ti mando John". Ovviamente lui era poi in giro per il mondo e il ragazzo dai bei ricci nobiliari ha potuto fare il suo bel comunicato stampa sulla sua partecipazione alla cena.

Ecco. "Ti mando John" è proprio il segno dei tempi. E dei nuovi rapporti di forza.
E adesso, dagli aneddoti al gioco per soli duri. La cassaforte dove sono custoditi i pacchetti di controllo della Fiat e le altre partecipazioni dello sterminato clan Agnelli-Nasi-Elkann si chiama Exor. La gestisce Kaki Elkann ed è lo scrigno, in utile, dove Marpionne vorrebbe ficcare le disastrose partecipazioni in Stampa e Corriere che nulla hanno a che spartire con un colosso mondiale dell'automobile, ma tanto piacciono al buon Kaki.

La prossima mossa di Marpionne sarà quella di aggirare l'ostacolo Elkann e di convincere quel centinaio di fortunati miliardari che vivono sparsi nelle meglio capitali dell'Occidente ad affidare la guida operativa di Exor a un manager esterno, in quanto Yaki sarebbe troppo "emotivamente coinvolto". In altre parole, l'ansia da prestazione di essere il degno erede di Nonno Gianni, con tutte le sue passioni editoriali e non, potrebbe essere un freno alla scelta delle strategie di investimento più convenienti.

Del resto ai tempi di Gianni e Umberto Agnelli, quando il cuore dell'impero erano Ifi-Ifil, la famiglia reale di Torino si affidava a manager esterni come Galateri di Genola.
Ma Kaki Elkann non è il solo a patire l'effetto-pialla di Marchionne.

Basta vedere che è successo a Luca Cordero di Montezemolo, un'altra delle vittime preferite di Sergio Mani di Forbice. La presidenza della Ferrari, Belli Capelli l'ha strappata nuovamente. Ma il Marpionne ha veduto bene di tagliargli un po' i soldi e gli ha anche detto che in sostanza sarà meglio se si occupa del reparto corse, lasciando ad altri la costruzione e la vendita delle Ferrari in giro per il mondo.

Monteprezzemolo, che è un uomo di mondo fin da quando era bambino,ha fatto buon viso a cattivo gioco. L'importante è il biglietto da visita di presidente.
Un biglietto che piace molto ai suoi nuovi amici di Dubai, dove si è appena regalato un paio di atticucci carini carini.

Luchino sta portando gli emiri in Alitalia, via Etihad, e vorrebbe fare anche il presidente della nostra (ex) compagnia di bandiera. Il socio di maggioranza si chiama Khaldoon Al Mubarak, braccio destro con studi a Boston dello sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan. Ed è già d'accordo e perfino onorato. Però gli ha detto: "Per noi è fondamentale che tu sia anche presidente di Ferrari perché i nostri soci e il nostro popolo va pazzo per la Formula Uno".

Monteprezzemolo capisce al volo e va da Marpionne ad anticipargli la prossima presidenza. E il manager svizzero che fa? Gli dice di no? Ma per carità, fa di meglio. Gli spiega chiaramente che per lui non c'è problema se vuol fare il presidente di Alitalia. Ma a patto che molli la presidenza di Ferrari.
Chi comanda a Torino, ormai, è una domanda superflua e perfino stucchevole.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-mi-chiamo-marchionne-e-se-minkazzo-ti-marchio-come-un-vitello-tra-leroe-75367.htm

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Crazy che dici dell'ultramegautile che ha registrato exor? Sti spilorci ...

Lì dentro fanno sempre in modo di non perderci mai.

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11 APR 2014 12:24
1. PASSA DA LONDRA LA VIA DI USCITA DI MEDIOBANCA E BANCA INTESA DA RCS-CORRIERE DELLA SERA. INCONTRI TRA NAGEL E IL FINANZIERE GEORGE SOROS E DELLA VALLE: I PACCHETTI RCS IN SMOBILITAZIONE DI INTESA E MEDIOBANCA SAREBBERO STATI OFFERTI A SOROS? - 2. IN BORSA RCS CAPITALIZZA 670 MILIONI: VISTA DA SOROS SONO NOCCIOLINE. IL NOTO FILANTROPO CHE NEL ’92 AFFONDO’ LA LIRA CHIEDE CHE A GESTIRE LA BARACCA SIA CAIRO - 3. ELKANN, FALLITO IL BLITZ DI SOSTITUIRE DE BORTOLI CON IL “SUO” DIRETTORE DE “LA STAMPA” CALABRESI, RISCHIA DI FINIRE NELL’ANGOLO. E MARPIONNE TIFA PURE PER GLI ALTRI - 4. ELKANN E’ RIMASTO SPIAZZATO DAL NO DI DE BORTOLI A UNA RICCA BUONUSCITA PER SPIANARE LA STRADA A CALABRESI MA INTESA IN QUESTE PARTITE SCHIERA DUE VECCHIE VOLPI COME BAZOLI E GUZZETTI, E HA COPERTO ANCORA UNA VOLTA LE SPALLE A FLEBUCCIO - 5. ANCHE DE BENEDETTI SI E’ OPPOSTO A ‘’CALABRESI’’ AL CORRIERE: LO VUOLE A “REPUBBLICA” -

DAGOREPORT


Vista da Londra, giù a Milano c'è una nobile decaduta che in Borsa vale poco, ma che politicamente conserva ancora intatto il tutto il suo fascino. Il suo nome è Rcs Mediagroup ed è la multiproprietà dai soci un tempo blasonati che, anche se ha i conti che ancora imbarcano acqua da tutte le parti, ha pur sempre in pancia un giocattolone come il Corriere della Sera.

Oggi è priva di patto di sindacato e il suo primo azionista, la Fiat del duo Kaki Elkann-Sergio Marpionne, pretende di comandarla con appena il 20% delle quote. Banche come Mediobanca e Intesa Sanpaolo per ora lasciano fare, ma presto potrebbero vendere i propri pacchetti azionari.

Ed è a Londra che si stanno facendo i giochi, perché è lì che nei giorni scorsi si sono svolti incontri riservati con un finanziere dalla potenza di fuoco praticamente illimitata, almeno per il teatrino italiano, come George Soros. Un tycoon che ha un feeling collaudato con un altro squalo dell'editoria, anzi, lo Squalo: Rupert Murdoch.

Certo, negli ultimi giorni in via Solferino non s'è parlato altro che del futuro di Ferruccio de Bortoli, il direttore che il giovane Elkann sarebbe disposto anche a imbottire di lingotti d'oro pur di accompagnarlo alla porta per poter poi mettere al suo posto il fido Mario Calabresi. Ma sono in arrivo novità ben più grosse del destino di un semplice direttore e lo si è capito anche dal comportamento di altri grandi soci di Rcs.

Dunque, il presidente della Fiat ha tentato nel fine settimana il blitz contro De Bortoli, dando mandato all'ad Scott Jovane di offrirgli una ricca buonuscita per ottenerne le dimissioni. Ma Intesa Sanpaolo, che ha pur sempre il 6,5% e in queste partite schiera due vecchie volpi come Giovanni Bazoli e Giuseppe Guzzetti, ha coperto ancora una volta le spalle al direttore del Corriere e questi ha prontamente rifiutato le offerte di Rotolone Scott.

"Tutto congelato per un mese", è il messaggio che tentano di far passare da via Solferino. "Ha fatto tutto De Bertoli da solo", provano invece a sostenere da Torino. Ma la verità è che il blitz è stato tentato (forse non è neppure stato sventato, perché Don Flebuccio potrebbe anche semplicemente alzare il prezzo) perché Elkann sa che con l'ultimo aumento di capitale rischia di aver buttato a mare 100 milioni in Rcs senza comandare davvero.

E poi c'è "l'opposizione interna" di Marpionne, con il quale i rapporti sul dossier editoria sono tesissimi. L'ad di Fca vuole che entro anno il gruppo automobilistico si sbarazzi delle partecipazioni "incomprensibili a Detroit come a Londra" che rispondono al nome di Stampa e Fiat. Si tratta solo di portarle, entro il 2014, in Exor, nella holding di famiglia, e il problema è fissare il giusto prezzo, visto che si tratta di imprese che perdono una montagna di soldi. Ma i due non sono per nulla d'accordo sulla cifra.

Per restare al fronte italiano, va detto che sull'amico Bazoli preme anche Carletto De Benedetti, che non vuole Mariopio Calabresi al Corriere. Il Sor-genio per lui ha da sempre in mente la direzione di ‘'Repubblica'', una poltrona che quattro anni fa spaventò il figlio del commissario ucciso da Lotta Continua - e alla quale aspira ancora Massimo Giannini - atterrito, conoscendo bene l'agguerrita redazione di Largo Fochetti, dal rischio di dover affrontare quella stessa guerra interna che in passato ha bloccato anche Federico Rampini. Ed Ezio Mauro rimane il solo che sa come gestirla.

Ma torniamo a Londra. Perché è qui che si gioca la partita che conta di più. Mediobanca ormai si sta focalizzando sempre più sulla capitale inglese e piano piano esce da tutti i Salotti marci milanesi dove non ha fatto che perder soldi, negli ultimi anni.

Alberto Nagel ha in mano questo pacchetto del 9,93% di azioni Rcs e se ne disferebbe volentieri. Stesso discorso potrebbe valere per Intesa. Poi ci sono Diego Della Valle, l'oppositore più vivace dei torinesi d'America, con il suo 9% tra le mani, e il suo nuovo amico Urbano Cairo, che ha preso il 2,8% ma che presto potrebbe pure avere qualche quota in più. Sono tutti in buoni rapporti con il nuovo premier Matteo Renzi, il che non sarà risolutivo, ma trattandosi di editoria può sempre far comodo.

Secondo fonti bene informate, i pacchetti in smobilitazione di Rcs sarebbero stati offerti a George Soros, il finanziere che nel '92 affondò la lira, ma i cui uomini sono stati nelle scorse settimane in Italia per valutare se e quanto investire da noi, e sono tornati a Londra con report entusiasti. "Un sacco di opportunità a prezzi di saldo, non solo nell'immobiliare", è stato il loro verdetto.

Secondo quanto risulta a Dagospia, un incontro tra Nagel e Soros ci sarebbe già stato a Londra. E probabilmente anche Della Valle avrebbe partecipato nella City ad alcuni meeting riservati per parlare di Rcs, anche se non c'è certezza che abbia incontrato Soros insieme a Nagel.

Soros ha visto che Rcs in Borsa capitalizza ormai la miseria di 670 milioni di euro (il titolo ha perso il 46% in un anno). Per lui, "requisire" quel misero flottante del 27% sarebbe un gioco da ragazzi, ma poi non saprebbe che farsene. Analizzando i piani di Nagel e Della Valle, il finanziere di origini ungheresi avrebbe mostrato di gradire molto, come garanzia operativa, l'impegno di Cairo in veste di tagliatore di costi.

Con l'editore de La7 impegnato in prima persona, sarebbe disposto a rilevare i pacchetti oggi in mano alle banche. In ogni caso, si tratta di colloqui iniziali e non ci sono ancora accordi sul prezzo delle azioni. Ma a Londra non escludono neppure che Soros abbia più vasti progetti per Rcs, e la sua storica amicizia con lo "Squalo" Murdoch autorizza a immaginare scenari assai interessanti. Anche se ovviamente, vista la presenza di Sky in Italia, ci sarebbero da calcolare bene le quote azionarie, in modo da evitare i paletti dell'Antitrust.

La partita su Rcs, in poche parole, si gioca all'estero. Le banche sono stufe dei tormenti di via Solferino. Marpionne anche. Della Valle da solo non ce la fa. Ma con un Soros in pista, la grandeur di carta (straccia) di Elkann brucerebbe come un cerino.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-passa-da-londra-la-via-di-uscita-di-mediobanca-e-banca-intesa-da-75326.htm

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l'unica cosa sensata che scrivono questa massa di falliti degni di novella 2000 o del processo di biscardi è che luchino se lo levino dalle palle

poi tutto il resto è ......... il nulla

mi sembra di leggere cio che si scrive sulla juve

tizio non comanda nulla

il tale va venduto

il tal altro va via

lotta tra i dirigenti

squadra vecchia da rifare

mentre galliani e moratti

fanno svendite a sconto

ma vengono incensati perché programmano il futuro

poi non lamentiamoci se se ne vanno da questo paese alla sfascio

io oramai non posso più

altrimenti ...............

ps marchionne porta anche la juve fuori......... grazie

ps2 attenti a quel bimbominchia di renzi fino a ieri andava allo stadio con la maglia viola

ed è un amichetto di dvalle

non vorrei che tra tutto il polverone che fa ci fosse qualcosa contro la juve sefz

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Joined: 24-Oct-2006
10657 messaggi
Inviato (modificato)

Quasi tutti media hanno un orientamento di qualche tipo, quindi è difficile ritenere qualunque articolo attendibile al 100%.

Su questo ormai credo che i farsopolari in primis siano abbondantemente vaccinati, preparati, e tristemente rassegnati.

Dagospia non fa eccezione, ovviamente, perché quando pubblica pezzi suoi e non semplicemente riportati dalla sede originale, cerca di trovare il lato scandalistico traendo notizie un po' dai fatti noti, e un bel po' a livello di pettegolezzi e sussurri di corridoio.

Quindi per forza di cose non sono sempre pezzi attendibili, o comunque bisogna sempre togliere dal peso complessivo una bella "tara".

In questo caso però, per quanto siano 2 articoli molto speziati, mi sembra che in linea generale non siano troppo troppo troppo distanti dalla verità.

Tra i due estremi (verità - balle) li metterei nel mezzo, più o meno.

Marchionne è praticamente in tutti i cda importanti (meno la Juve), e comanda abbastanza, anche perché senza di lui una serie di cose forse sarebbe difficile gestirle. Qualche vincolo evidentemente sta cercando di metterlo su diverse vicende. E la famiglia lo sta patendo/tollerando parecchio.

Poi certo, da lì a dire che JE verrà a breve pre-pre-pre-pre-pre-pre-pensionato, ci passano sotto il ponte tutti gli oceani conosciuti.

JE è l'erede, lui ha il pacchetto di controllo supremo. Da lì non si scappa.

E così su Montezemolo e RCS.

Che vogliono purgarlo ormai è chiaro, che non riescono a farlo se non un pezzettino per volta idem.

Che lui invece abbia in corso qualcosa su Alitalia, e in quel determinato modo, è tutto da vedere.

Che RCS è in una fase di reset organizzativo e finanziario e che ci sia una guerra tra gli azionisti è un fatto noto e arcinoto.

Che questa fase sia risultata più difficile di ciò che forse JE si aspettava mi sembra abbastanza plausibile.

Che invece ci siano riunioni segrete, offerte, collusioni, ecc,ecc, per infilare dentro Soros, più altre ricostruzioni varie ed eventuali, è tutto da vedere.

Modificato da CRAZEOLOGY

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