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  1. JUVENTUS I giorni neri di Conte condanna e dimissioni? Domani dovrebbe arrivare la sentenza della Disciplinare: possibile squalifica di dieci mesi. Ma il rapporto con Agnelli sembra già compromesso e al ritorno da Pechino ci sarà l'addio di MATTEO PINCI (Repubblica.it 07-08-2012) ROMA - Il giorno delle sentenze. Già domani, intorno all'ora di pranzo, le commissioni radunate in camera di consiglio per giudicare le 30 posizioni, tra club e tesserati, dei due procedimenti al calcioscommesse - quello relativo al filone di Cremona, e quello di Bari - dovrebbero depositare i propri dispositivi. Poi, dalla mattina di giovedì, avvocati e tifosi conosceranno i verdetti della Disciplinare. Già scritta o quasi la pena per il nome che più d'ogni altro interessa e tiene con il fiato sospeso: Antonio Conte. Per il tecnico della Juventus non sembra necessario attendere i dispositivi: la pena già scritta (o quasi) è di 10 mesi di squalifica. Uno sconto importante rispetto alle richieste di 15 mesi di stop del procuratore federale, che riequilibra la forbice con il patteggiamento al ribasso proposto da Palazzi (3 mesi e 200 mila euro di ammenda). Ma che rischia di non bastare a salvare la panchina del tecnico. Perché il rapporto tra Conte e la Juventus non è mai stato così scivoloso. Anzi, nonostante una Supercoppa ancora da giocare, si potrebbe già parlare di rottura insanabile, tanto che circola con insistenza la voce secondo cui di ritorno dalla Cina, vittoria o meno, il rapporto tra l'allenatore e il club si interromperà. Forse soltanto una eventuale assoluzione avrebbe potuto rimettere insieme i cocci, anche se la frattura sembra decisamente più profonda. Il primo segnale inequivocabile è arrivato ieri, con la notizia che il tecnico avrebbe, in caso di condanna, cambiato i rappresentanti legali per l'appello: via gli avvocati della Juventus Chiappero e Briamonte, dentro un nome di grido come quello di Giulia Bongiorno, per affiancare il legale di fiducia di Conte, Antonio De Rensis. Soltanto però la punta di un iceberg più profondo: all'interno del club bianconero esiste una corrente che vorrebbe interrompere immediatamente il rapporto. Non un caso, forse, la coincidenza con la riapertura dell'inchiesta della procura di Bari sulle partite tra i 2008 e il 2009, quello allenato da Conte. Anche se intorno al nome dell'allenatore fino a oggi non sono emersi particolari scottanti. In più ieri a Torino hanno di fatto "dimesso" il collaboratore dell'allenatore, Cristian Stellini (oggi ascoltato in procura a Bari), proprio per evitare di dovere mettere la faccia della Juventus su eventuali guai giudiziari del "vice" ed ex giocatore biancorosso. La società - che crede invece con forza nell'innocenza di Bonucci e Pepe ed è convinta di strappare l'assoluzione fin dal primo grado - non ha certamente ancora trovato un eventuale sostituto di Conte, anche se le voci intorno a Prandelli iniziano a farsi ricorrenti. Ma prima verrà affrontata la questione Conte, solo dopo si penserà a come (il "se" sembra quasi un dettaglio trascurabile) sostituirlo. Una cosa è certa: le ferita ha già iniziato a sanguinare e anche a Pechino l'aria inizia a farsi pesante. [articolo poi modificato in] JUVENTUS I giorni neri di Conte: dieci mesi di squalifica? Domani dovrebbe arrivare la sentenza della Disciplinare: possibile un lungo stop. Ma il rapporto con Agnelli sembra già compromesso. La società però smentisce l'ipotesi di un nuovo tecnico: "Conte resterà con noi anche in caso di condanna" di MATTEO PINCI (Repubblica.it 07-08-2012) ROMA - Il giorno delle sentenze. Già domani, intorno all'ora di pranzo, le commissioni radunate in camera di consiglio per giudicare le 30 posizioni, tra club e tesserati, dei due procedimenti al calcioscommesse - quello relativo al filone di Cremona, e quello di Bari - dovrebbero depositare i propri dispositivi. Poi, dalla mattina di giovedì, avvocati e tifosi conosceranno i verdetti della Disciplinare. Già scritta o quasi la pena per il nome che più d'ogni altro interessa e tiene con il fiato sospeso: Antonio Conte. Per il tecnico della Juventus non sembra necessario attendere i dispositivi: la pena già scritta (o quasi) è di 10 mesi di squalifica. Uno sconto importante rispetto alle richieste di 15 mesi di stop del procuratore federale, che riequilibra la forbice con il patteggiamento al ribasso proposto da Palazzi (3 mesi e 200 mila euro di ammenda). Ma che rischia di non bastare a salvare la panchina del tecnico. Perché il rapporto tra Conte e la Juventus non è mai stato così scivoloso. Anzi, nonostante una Supercoppa ancora da giocare, si potrebbe già parlare di frattura, tanto che circola con insistenza la voce secondo cui di ritorno dalla Cina, vittoria o meno, il rapporto tra l'allenatore e il club si interromperà. Una ipotesi che però la società smentisce. "Conte non si tocca, resterà il nostro allenatore anche in caso di condanna". Forse soltanto una eventuale assoluzione avrebbe potuto rimettere insieme i cocci. Il primo segnale inequivocabile è arrivato ieri, con la notizia che il tecnico avrebbe, in caso di condanna, cambiato i rappresentanti legali per l'appello: via gli avvocati della Juventus, Chiappero e Briamonte, dentro un nome di grido come quello di Giulia Bongiorno, per affiancare il legale di fiducia di Conte, Antonio De Rensis. Soltanto però la punta di un iceberg più profondo. In più ieri si è dimesso il collaboratore dell'allenatore, Cristian Stellini (oggi ascoltato in procura a Bari), proprio per evitare di dovere mettere la faccia della Juventus su eventuali guai giudiziari del "vice" ed ex giocatore biancorosso. Ma lo ha modificato lui? o lo hai fatto tu? Ha avuto qualche ripensamento?
  2. Il Napoli spia l'allenamento E la Juventus si arrabbia PECHINO, 07 agosto 2012 Due collaboratori di Mazzarri, il tattico Concina e l'osservatore Nitti si sono intrufolati ieri pomeriggio in alcuni locali dello stadio adibiti a palestra con vista campo, insieme ai genitori dei bambini cinesi che facevano lezione di judo. Scoperti, è nato un caso, con telefonata bianconera al d.s. azzurro Bigon La Supercoppa val bene una spiata. Ieri Walter Mazzarri ha mandato due suoi stretti collaboratori (il tattico Enzo Concina e l’osservatore Claudio Nitti) a osservare l’allenamento pomeridiano della Juve. Il fatto, però, è che l’allenamento era chiuso agli estranei. I due collaboratori di Mazzarri si sono ingegnati e hanno trovato una soluzione. Sotto le tribune dell’Olympic Sport Center Stadium ci sono alcuni locali adibiti a palestra con vista sul campo. Lì, proprio in contemporanea con l’allenamento della Juve, erano in programma le lezioni di judo per bambini cinesi. E così, mischiati ai genitori, Concina e Nitti si sono intrufolati nell’impianto. Mentre tutti guardavano i bambini, il loro sguardo era concentrato sul campo. Il flash della macchina fotografica, però, li ha fregati: la security della Juve è intervenuta e ha chiamato Fabio Paratici che si è avvicinato alla palestra. Il direttore sportivo bianconero ha intercettato Concina e Nitti che, ormai scoperti, cercavano di andare via rapidamente. Non è stata certo una bella figura per il Napoli e in particolare per i due spioni di giornata. Paratici ha anche chiamato il d.s. napoletano Riccardo Bigon per lamentarsi del comportamento che ha stupito e infastidito la Juve. dal giornalaccio rosa dello sport
  3. Capuano è, per caso, il cognome di qualcuno che conosciamo già? un pm di Napoli, o sbaglio?
  4. Qui Juve 07/08/2012 - retroscena Juve, il giallo della difesa di Conte I legali del club smentiscono di voler lasciare il tecnico: «Deciderà lui» MASSIMILIANO NEROZZI inviato a pechino Come non preparare una partita, la Supercoppa con il Napoli in menù qui a Pechino, è un manuale che la Juve sta involontariamente rispettando: ieri, con una lettera al presidente Andrea Agnelli, s’è dimesso Cristian Stellini, da due stagioni fidato collaboratore di Antonio Conte e, prima, suo giocatore a Bari. Fatale, dopo qualche giorno di riflessione, s’è rivelata la condanna nel processo sul calcioscommesse, con il patteggiamento a due anni e mezzo di squalifica. «Qualunque sia l’evoluzione delle vicende giudiziarie che mi coinvolgono ha spiegato Stellini - penso che sia doveroso da parte mia dimostrare serietà e sollevare l’ambiente della Juventus da un peso, cadutole sulle spalle, per fatti risalenti nel tempo ad altre stagioni della mia carriera, quando militavo in altre società». Agnelli, di fronte a una decisione «irrevocabile», ha apprezzato il gesto: «Stellini, così come durante tutta la sua esperienza juventina, dimostra grande senso di responsabilità e rispetto per i colori bianconeri in un frangente così difficile della sua vita». Appena appiccicate sul sito del club le due lettere, è tornata al centro del dibattito anche la posizione di Antonio Conte, in serata amplificata da Sky: i legali bianconeri non difenderanno più il tecnico. Poco dopo, ecco le nota della società bianconera: notizia «destituita di ogni fondamento. Eventuali integrazioni a tale collegio saranno valutate solamente laddove, malauguratamente, il caso le renda necessario». Comunicazione rinforzata dall’intervento sul satellite dell’avvocato Michele Briamonte, membro del cda juventino e consulente legale del club: «Il collegio difensivo è unito e ogni decisione dipenderà da Conte». Per tutta la vicenda, sarebbero utili alcune glosse, come nei testi degli antichi. Di certo, restano le parole di Agnelli, «nessuno sarà lasciato solo», sigillate il giorno seguente da John Elkann, presidente di Exor, azionista di maggioranza del club: fiducia nell’allenatore. Poi è chiaro che c’è anche la cronaca giudiziaria, sportiva e non, che andrà valutata e soppesata con grande attenzione: dalla sentenza del processo sul calcioscommesse, attesa tra domani e giovedì, agli sviluppi del nuovo filone della Procura di Bari, sul medesimo argomento. Per il quale, secondo fonti investigative, presto sarà ascoltato il tecnico bianconero. Da questi sviluppi, e da qualche discussione per la decisione del patteggiamento in sede sportiva (poi rifiutato dalla Disciplinare), dipenderà appunto il rapporto tra i legali e Conte: che potrebbe cambiare, «malauguratamente», mentre già s’aggirava il nome dell’avvocato Giulia Bongiorno. Illuminante era stato Briamonte: «Non escludo nulla, dipenderà dagli eventi». Le dimissioni di Stellini, che forse hanno risparmiato alla società una sofferta decisione, due anni e mezzo sono uno stop eterno, vanno inquadrate in tutto questo, senza ignorare la fiducia che lega l’assistente di campo all’allenatore. Qualche indizio era stato sparso, se Stellini a Pechino non aveva volato con il resto della squadra, e fino a ieri sarebbe dovuto arrivare in Cina mercoledì. Macché, ai piedi della notte, fuso di Pechino, è arrivata la notizia delle dimissioni. In molti, che non vuol dire tutti, non se le aspettavano. «Da oggi penso che sia corretto dedicarmi con tutte le forze al chiarimento di quelle vicende - ha scritto ancora Stellini che riguardano esclusivamente la mia persona e non coloro i quali hanno semplicemente condiviso con me gli spazi di uno spogliatoio». Poche ore prima, dentro all’Olympic Sports Center, campo d’addestramento juventino, Conte s’era fermato a lungo a parlare con Angelo Alessio, suo vice: magari stava parlando di tagli, di pressing e schemi, ma l’espressione era preoccupata. In fondo sabato ci sarebbe anche una Supercoppa: come non esserlo? Chiedo scusa all'amico GD se ho anticipato qualcosa
  5. Se hanno accettato il patteggiamento di carobbio a prescindere e senza entrare nel merito delle sue rivelazioni, che, quindi, sono state ritenute vere, è evidente che la condanna di Conte fosse già stabilita. A me non rimane che :interxxx:
  6. Ragazzi della riva, che è successo? avete subito l'attacco di qualche hacker? :interxxx:
  7. però con 9 riuscirebbe a preparare la stagione 2013-14 :interxxx:
  8. Ragazzi, ho fatto i calcoli al nostro allenatore daranno 12 mesi. :interxxx:
  9. ilParere di ANTONIO DI ROSA (GaSport 04-08-2012) TROPPI DUBBI NELLA VICENDA CONTE SPERO CHE I GIUDICI NON LI IGNORINO Sappiamo che la giustizia nel nostro Paese sconta anni di ritardi legislativi. Processi lentissimi, inchieste lacunose, stragi senza verità. La giustizia sportiva sembra un'eccezione: processi rapidi, primo grado e appello nel giro di 15 giorni, l'imputato che deve dimostrare la sua innocenza (tutto il contrario del processo penale), pentiti garantiti da condanne risibili. Il caso Conte incarna alla perfezione le distorsioni di questo mondo. È vero, le regole non si cambiano in corso. Semmai le società hanno la responsabilità di non aver fatto pressione per cambiare le norme e consentire agli accusati di difendersi. Ma quello che è emerso nell'inchiesta sull'allenatore è qualcosa di più di una stortura. Io credo nella sua innocenza come altri opinionisti ma la mia non è una professione di fede. Le contraddizioni tra i pentiti Carobbio e Gervasoni sono evidenti. Il primo, giocatore del Siena con Conte allenatore, accusa il tecnico in terza battuta solo davanti a Palazzi e non dice nulla ai pm di Cremona. Strano, molto strano. Solo quando Palazzi invia il dossier al procuratore Di Martino, il tecnico viene indagato (ma il magistrato in un'intervista alla giornalaccio rosa ha già anticipato che si andrà verso l'archiviazione). Ventitré giocatori hanno dichiarato che Conte non ha mai parlato di combine in quella famosa riunione. Se Palazzi crede a Carobbio come mai non ha messo sotto inchiesta tutti quei testimoni? Il procuratore aveva accettato il patteggiamento proponendo 3 mesi di squalifica e 200mila euro di multa da devolvere ai terremotati (non ho mai capito perché una cifra così elevata e quel tipo di destinazione). Fallito il patto, ha chiesto 15 mesi di squalifica. Ma 3 è un terzo di 15? Non mi pare. Mi auguro che la commissione disciplinare valuti tutti gli elementi. Quelli emersi dall'inchiesta e quelli sottoposti dai legali di Conte. I giudici svolgono un ruolo diverso dai pm e la sete di giustizia non può trasformarsi in giustizialismo. In gioco ci sono la dignità e la vita delle persone. Nei processi ordinari quando non ci sono prove tangibili si assolve. Non credo ai miei occhi! Un articolo imparziale su quella carta?
  10. Più che accecato dal tifo io vedo delle palle girare :interxxx: :interxxx:
  11. quasi quasi sarebbe bastato zaccone e ho detto tutto!
  12. rei confessi e sempre proni davanti alla figggiccì :interxxx:
  13. Ha ragione Christian Rocca quando dice che l'unico reato è la federcalcio, che io mando a fare in c. :interxxx:
  14. e gli avvocati della Juve lo hanno aiutato :interxxx:
  15. Leggo di patteggiamenti. Se così fosse, saremmo tornati a sei anni fa all'era cobolli&gigli posizione ad angolo retto nei confronti della figgiccì vaffancù :interxxx:
  16. Erano concentrati su Conte e non hanno seguito la campagna acquisti. Cosa dire, se non :interxxx: ?
  17. Ho giocato a calcio nei dilettanti e ho allenato per tanti anni, sempre nei dilettanti, e non ho mai saputo che le riunioni tecniche prima della partita si fanno tra i componenti lo staff tecnico ed un solo giocatore della propria squadra. Pare che nel Siena Conte facesse queste riunioni senza far partecipare tutti i giocatori. Lo si evince dai deferimenti di palazzi. Sbaglio? Intanto sempre :interxxx: :interxxx:
  18. Conte? No, vogliono (ri)distruggere la Juve Il deferimento del tecnico salentino? L’unica arma per fermare la società bianconera, ora che è tornata la più forte di tutte di LATERZA STELLA (PANORAMA.IT 26-07-2012) Sintetizza appieno il nostro pensiero
  19. Deferimento per Conte: Palazzi non crede a Carobbio (tranne quando accusa il tecnico) Pubblicato il 26 lug 2012 da Gabriele Capasso I deferimenti per la seconda tranche dell’inchiesta sul Calcioscommesse sono arrivati questa mattina, come era nelle previsioni. Il Procuratore Federale Palazzi ha inviato alla Disciplinare i documenti che serviranno ad istruire il “processo” che partirà il prossimo 2 agosto. A fare rumore è, naturalmente, il coinvolgimento di Antonio Conte, allenatore della Juventus, all’epoca dei fatti tecnico del Siena. Come noto Conte è stato chiamato in causa da Filippo Carobbio, il “pentito”, che militava nella Robur in quella stagione. Le dichiarazioni di Carobbio, sia quelle di fronte alla Procura di Cremona sia quelle di fronte agli inquirenti sportivi erano note a tutti (grazie a copiose anticipazioni a mezzo stampa) e la domanda che ci si poneva era: “Palazzi crederà a Carobbio?”. In caso di risposta affermativa ci si aspettava il deferimento di Conte, in caso di risposta negativa che l’allenatore bianconero venisse scagionato. Invece, almeno a leggere i deferimenti, non è andata così. Palazzi non crede a Carobbio, o almeno gli crede soltanto quando questo accusa Conte. Vediamo nel dettaglio. Novara - Siena Per questa partita, terminata 2-2, Carobbio accusa direttamente Conte. Secondo il giocatore, l’allenatore avrebbe “rassicurato” i suoi sul fatto che “c’era un accordo per il pareggio con il Novara“. Palazzi crede a questa circostanza, Conte era informato, ha omesso di denunciare il fatto e per questo è stato deferito. Ma questo accordo fra chi era stato raggiunto? Carobbio, almeno in questo caso, non si auto-accusa della combine, ma il Procuratore non gli crede tant’è che lo deferisce per illecito sportivo. Insieme a lui ci sono gli allora compagni di squadra Roberto Vitiello e Marcello Larrondo, così come i tre calciatori del Novara Cristian Bertani, Davide Drascek e Mavillo Gheller. Non è dato sapere come Palazzi giunga a questa conclusione, ma evidentemente ritiene che non ci sia l’accordo fra le società, bensì fra 6 calciatori. Interessante osservare come in quella gara, fra i deferiti, scesero in campo soltanto Vitiello da una parte e Bertani dall’altra mentre Larrondo entrò ad un quarto d’ora dalla fine. Drascek, Gheller e Carobbio si accomodarono in tribuna. Nei verbali Carobbio racconta di essere stato contattato dai due “zingari” Gegic e Ilievski: gli slavi volevano un pareggio con un “over”, quindi almeno 3 gol segnati. Il pentito dice di essersi chiamato fuori rifiutando la proposta. Racconta poi di aver visto Drascek e Vitiello parlare nell’albergo che ospitava il Siena, ma di non sapere cosa si fossero detti, salvo poi riferire le parole di Conte che durante la riunione tecnica avrebbe spiegato ai suoi che un accordo con il Novara era già stato raggiunto. Palazzi non gli crede, e lo accusa di aver taroccato la partita, con tutta probabilità appoggiandosi alle dichiarazioni dell’altro pentito, l’ex Piacenza Gervasoni, che aveva riferito agli inquirenti di aver avuto da Gegic la notizia che Carobbio si era accordato con Bertani per un “over” (quindi non per un pareggio). Il Procuratore Federale ritiene quindi il pentito che accusa Conte inattendibile, ma non per la parte che riguarda il famoso “annuncio” nella riunione tecnica, al punto da deferire sia l’allenatore bianconero, sia alcuni componenti del suo staff tecnico: il vice Angelo Alessio, Cristian Stellini e il preparatore dei portiere Marco Savorani. Le parole di Carobbio sono carta straccia, almeno fino a quando non tirano in ballo Conte. C’è, fra l’altro, un’evidente anomalia: se l’omessa denuncia scatta per quanti erano presenti alla riunione tecnica perché non colpisce anche gli altri giocatori del Siena? Se Alessio, Stellini e Savorani “omettono la denuncia”, avendolo sentito dire da Conte, perché non sono coinvolti i calciatori che poi effettivamente scenderanno in campo e giocheranno la partita? Mistero. Albinoleffe - Siena In questo caso Carobbio parla di un accordo per far vincere la partita all’Albinoleffe, che aveva bisogno di punti per salvarsi. Palazzi deferisce Ruben Garlini, Davide Bombardini, Dario Passoni, Luigi Sala, tutti giocatori, e Mirko Poloni, vice allenatore di Emiliano Mondonico all’Albinoleffe. Per il Siena vengono deferiti lo stesso Carobbio, Fernando Coppola, Claudio Terzi, Roberto Vitiello, giocatori, e Cristian Stellini, collaboratore tecnico di Conte. Questi soggetti si sarebbero incontrati, almeno secondo il racconto di Carobbio (confermato da Passoni), la sera prima della partita in albergo per concordare la combine. Poloni sostiene invece che l’accordo sarebbe arrivato direttamente nel tunnel degli spogliatoi, coinvolgendo soltanto i giocatori. Per questa partita si attua lo stesso meccanismo della combine con il Novara. Conte ne avrebbe parlato nella riunione tecnica, nel farlo coinvolge anche il resto del suo staff: Alessio, Savorani e (novità) anche il preparatore atletico Giorgio D’Urbano. Nel documento della Procura Federale finisce anche Daniele Faggiano, capo osservatore tecnico, che lo avrebbe saputo da un colloquio personale con Carobbio. Anche qui nessuno dei giocatori presenti alla riunione viene deferito. Guardando il tabellino della partita si scopre che nessuno dei giocatori dell’Albinoleffe deferiti partecipa alla gara, né in campo né in panchina, mentre nel Siena viene schierato solo Carobbio, con gli altri non presenti nel referto dell’arbitro. La logica vuole che se c’è un accordo per alterare una partita e tu accusi alcuni giocatori, che non scendono in campo, dovresti deferire quanto meno qualcuno di quelli che poi la gara la giocano effettivamente. Anche dal punto di vista pratico come è possibile che il vice di Mondonico, Poloni, alteri il match e il suo “primo” non sappia nulla? Niente da fare, per Palazzi va bene così. Sempre per Albinoleffe - Siena Carobbio viene deferito per aver comunicato l’esito dell’accordo fra giocatori a Gervasoni e al suo compagno di squadra al Piacenza Mario Cassano che hanno scommesso sull’under (meno di tre gol segnati nel match) assicurandosi una vincita in denaro. Stesso discorso per Passoni; lui avrebbe comunicato all’esterno, ad un soggetto estraneo, che c’era l’accordo per far vincere la sua squadra, informazione utilizzata per scommettere “a colpo sicuro”. Questa circostanza si pone in evidente contraddizione e demolirebbe da sola la credibilità di Carobbio che ha sempre sostenuto di aver “chiuso con certi giri” nell’annata in cui era al Siena, salvo poi partecipare ad una combine e comunicare la circostanza ai due calciatori-scommettitori del Piacenza. Siena - Varese Questo caso è ancora più interessante per osservare la modalità, a corrente alternata, con la quale Palazzi crede a Carobbio soltanto su alcuni fatti e non su altri. Come ricorderete per la partita in oggetto il pentito aveva riferito che un “personaggio non identificato vicino al Presidente Mezzaroma” avrebbe detto a Carobbio e a Fernando Coppola di valutare la possibilità di perdere la partita così da poter piazzare una scommessa “sicura”. La circostanza è stata sempre smentita dagli altri giocatori, la partita finì 5-0 per il Siena e si ipotizzava che anche per questo match Conte venisse raggiunto dall’accusa di omessa denuncia. La teoria era: “Mezzaroma chiede ai suoi di perdere, loro rifiutano e in campo danno il massimo schiantando il Varese“, quindi anche qui l’allenatore sapeva, si è opposto, ma non ha denunciato nulla. In realtà Palazzi arriva ad una ricostruzione completamente diversa dai fatti. Per la partita vengono deferiti il calciatore del Varese Emanuele Pesoli e l’onnipresente Carlo Gervasoni. Secondo il Procuratore Federale il primo chiama il secondo perché “verifichi la disponibilità” del Siena a far concludere la partita in parità. Gervasoni chiama Carobbio, il quale rifiuta la proposta. Gli inquirenti della giustizia sportiva ritengono perciò colpevoli Pesoli e Gervasoni di tentato illecito sportivo e Carobbio di “omessa denuncia”. In questo modo il Presidente Mezzaroma ne esce completamente pulito (e con lui il Siena che avrebbe rischiato la responsabilità diretta e la retrocessione), ma risulta inspiegabile la ragione per la quale Carobbio in questo caso abbia mentito, raccontando di una proposta arrivata indirettamente dal massimo dirigente societario, salvo poi aver detto tutta la verità quando chiama in causa Conte. Anzi, a voler essere maligni, questo confermerebbe il “dente avvelenato” di Carobbio nei confronti della sua ex squadra che, alla fine di quella stagione, le cedette allo Spezia in Lega Pro. Conclusioni Palazzi non crede mai alla ricostruzione fornita dal pentito (anzi lo ritiene responsabile di entrambe le partite combinate, sia quella con il Novara che quella con l’Albinoleffe), non gli crede quando le sue parole coinvolgerebbero Mezzaroma, ma lo ritiene attendibile quando riferisce che l’attuale allenatore della Juventus era a conoscenza dei fatti, questo nonostante tutti gli altri interrogati abbiano smentito la circostanza. L’ipotesi, a questo punto, può essere soltanto soltanto una: o nelle recenti audizioni è arrivata una “confessione” (di Conte o di qualcuno in grado di fornire un riscontro alle parole di Carobbio) o c’è da rimanere basiti di fronte a questi deferimenti. [calcioblog.it]
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