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CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
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  1. Inter, gli ultimi 2 scudetti costati 350 milioni. Campione d'Italia dell'oculatezza l'Atalanta Mentre Mourinho ritrova Adriano, rientrato con il solito 'giallo' dal Brasile alimentando le voci sulla sua cessione gi? a gennaio, il presidente Moratti fa i conti delle ultime due stagioni: i due scudetti, bilancio alla mano, sono costati 350 milioni. La perdita netta ascritta al bilancio del 30 giugno 2008, approvato dai soci lo scorso 30 ottobre, ? di 148 milioni, ai quali vanno aggiunti i 206 dell'anno precedente. Ma se il rosso si ? ridotto, a pagare non sono stati i calciatori: l'Inter ha chiuso il 2008 con la spesa pi? alta mai pagata da una societ? sportiva italiana per il personale, oltre 190 milioni. Ai 180 milioni della stagione in corso si sono aggiunti infatti i 10 milioni accantonati per lo stipendio dell'ex tecnico Roberto Mancini e del suo staff. Da record l'ampiezza della rosa stipendiata da Moratti e soci: 55 giocatori tesserati per i nerazzurri campioni d'Italia. A pagare, come sempre, ? il patron Massimo Moratti, con adeguate 'ricapitalizzazioni': quest'anno, se non ci saranno sorprese, si tratter? di scucire altri 86 milioni. Una cifra pi? che sufficiente a comprare uno qualunque dei club iscritti alla serie A, con esclusione delle altre 'grandi, Milan, Juventus e Roma. Il campionato ? lo stesso: ma mentre l'Inter incassa dai diritti tv 124 milioni, 32 da sponsor e pubblicit?, 31 dal botteghino, societ? di media classifica gestiscono un fatturato pari ad un quinto, un ottavo di quello del club campione d'Italia. L'inchiesta de Il Mondo Il settimanale economico ha analizzato le spese delle venti societ? del campionato di serie A, dividendo il monte ingaggi per il punteggio finale, o, come nel caso del torneo in corso, la proiezione sulla media punti prima della pausa natalizia dopo la diciassettesima giornata. In base a questo conteggio, in testa troviamo altri nerazzurri: l'Atalanta quest'anno ha speso 231mila euro per ogni punto guadagnato in classifica (undicesimo posto reale con 24 punti), mentre lo scorso anno avrebbe vinto lo scudetto "virtuale" con 239mila euro per ogni punto. Alle spalle dell'Atalanta, sia nella scorsa stagione che in quella attuale, si ? piazzata l'Udinese con 286mila euro a punto (lo scorso anno erano stati 252mila), seguita dal Catania (357mila euro a punto), mentre il Napoli di Aurelio De Laurentiis e la Lazio di Claudio Lotito hanno un rendimento economico simile a quello reale, rispettivamente settimo (433mila euro a punto) e nono (450mila euro a punto) posto. Disastroso, invece, il rapporto qualit?/prezzo delle grandi, a cominciare dal Milan di Silvio Berlusconi, ultimo a met? campionato con un milione e 622mila euro spesi per ogni punto guadagnato (i rossoneri sono terzi a quota 33). Retrocessione sarebbe poi anche per Juventus (penultima con un milione e 420mila euro a punto) e per l'Inter capolista di Massimo Moratti e Jos? Mourinho (un milione e 276mila euro a punto). Arriverebbe invece appena alla salvezza la Roma della famiglia Sensi, diciassettesima con un milione e 203mila euro a punto. Ma almeno le quattro grandi bene o male i loro soldi li usano per arrivare a competere per scudetto e Champions League. A spendere malissimo, sempre secondo l'inchiesta de Il Mondo, sono invece Torino e Chievo, che oltre ad avere un monte ingaggi molto alto, sono in fondo alla classifica reale: i granata del presidente Urbano Cairo (757mila euro a punto) sono quart'ultimi a quota 15, mentre i veronesi del presidente Luca Campedelli (700mila euro a punto) sono ultimi a quota 9. http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=90159
  2. Ti piace Zelig? Allora ti do la notizia del giorno. Da domani, (mi sembra sia proprio domani), in edicola con la giornalaccio rosa ci sar? il primo di una serie di dvd proprio su Zelig. Il primo dvd ?: Checco Zalone. Giornale sportivo, dvd comici. Sembra una barzelletta a pensarci bene. Sono nella m***a fino al collo, non sanno pi? cosa inventarsi. Peccato. Perch? rcs in teoria avrebbe i mezzi per fare delle cose serie.... Purtroppo sono quello che sono e..... meglio cos?, visto che li voglio in mutande... Io avevo apprezzato, per esempio, i dvd di Tot? col corriere della sera, ne ho beccato qualcuno usato su qualche bancarella e l'ho preso. (boicotto il nuovo) Sono fatti bene, ma la diffusione non credo sia stata devastante, anche perch? sono arrivati dopo La Fabbri, e dopo un altro editore (non mi ricordo pi? chi....... forse Oggi), oltre a quelli originali venduti in tutti inegozi e persino da mediaset (mediashopping). Insomma, anche quando hanno un'idea e perch? la scopiazzano. Ed ora, dopo le spillette, dvd di cinema, dvd di calcio di vario tipo (GOL!, campioni vari, ecc), dvd NBA, medagliette mondiali 2006, videogiochi, e cazzate varie.... finalmente la gazza ? arrivata anche ai dvd di comicit?.... Fetecchie forever.
  3. ? 2009-01-02 21:19 INTER: ADRIANO DISERTA IL PRIMO ALLENAMENTO DELL'ANNO APPIANO GENTILE (COMO) - Adriano ha disertato il primo allenamento del nuovo anno dell'Inter. Il brasiliano non e'infatti rientrato a Milano in mattinata con Julio Cesar e Mancini, ma e' arrivato solo in serata. L'episodio potrebbe riaprire il caso nonostante Mourinho avesse dichiarato nell'intervista alla giornalaccio rosa dello Sport che l'attaccante brasiliano ''e' segnato come un nome importante per il mio primo allenamento del 2009". Adriano ha avuto piu' giorni di vacanza rispetto ai compagni, giustificato dall'infortunio muscolare che aveva fatto tanto discutere. E' possibile che questo nuovo comportamento acceleri la separazione del brasiliano dall'Inter. ansa.it
  4. Si ma dopo questa botta qualcosina perder? anche lui... Teniamo conto che ? uno che spinge molto dialetticamente in tutte le trasmissioni a cui partecipa, se cominciano a girare brutte voci sul suo conto, la gente potrebbe mangiare la foglia... le tv hanno dato spazio alla cosa... A quel punto anche l'ultimo pezzo di sinistra sarebbe colpito. A sinistra non c'? pi? niente. E allora potrebbe tuffarsi un uomo molto importante per salvare la baracca e fare da leader. A quel punto il prossimo obbiettivo della magistratura o dei telefonisti potrebbe essere Silvio.... new scandal e via. Per fortuna serve ancora tempo per realizzare una roba del genere. E poi la mia ? solo un'ipotesi.
  5. Si e no. Dipende. Basta togliersi la maglia di appartenenza e mettersi ad indagare.... spulciando un p? di materiale. Alcune verit? assolute le si trovano, magari non tutte, per carit?, ma qualcosa si trova.
  6. pezzi vecchi ma buoni: .read "CRISTIANO FACCIA UN PASSO INDIETRO" - IL CASO DI PIETRO IMBARAZZA I GIROTONDINI Francesco Bei per La Repubblica Senza scomodare Longanesi e il "tengo famiglia", la vicenda del figlio di Di Pietro, intercettato mentre raccomandava alcuni amici a Mario Mautone, ha lasciato l?amaro in bocca a qualche girotondino e dipietrista della prima ora. E solo la risposta dell?ex pm - ?l?inchiesta vada avanti, non c?? figlio che tenga? - ha potuto salvare in extremis una situazione altrimenti imbarazzante. Baster?? ?? vero che i padri non devono rispondere delle colpe dei figli, ma forse Di Pietro avrebbe fatto bene a non candidarlo proprio il figlio?, osserva ad esempio Gerardo D?Ambrosio, che di Tonino fu collega al pool di Milano negli anni arrembanti di Mani Pulite. ?Il problema ? uno solo - allarga lo sguardo il senatore del Pd - e io l?ho ripeto ormai da tempo: il sistema delle raccomandazioni sta rovinando l?Italia. Certo per l?Italia dei valori ? un momento di grande crescita e a Di Pietro non giova il fatto che il figlio venga beccato a fare queste stupidate. Per questo l?ha rimproverato aspramente e ha fatto bene?. E tuttavia ormai in gioco c?? anche la carica di Cristiano Di Pietro, consigliere provinciale a Campobasso, viste le campagne giustizialiste per l?esclusione dal Parlamento di condannati e inquisiti. Di Pietro junior, come ancora ieri ricordava una nota dell?Idv, ?non risulta indagato?, ma Pancho Pardi, senatore dipietrista e leader storico dei girotondi, non si accontenta: ?Forse il figlio dovrebbe fare un passo indietro, indipendentemente da quello che dice il padre. Ormai ? un uomo, un gesto del genere ? rimesso alla sua sensibilit??. Pardi comunque ritiene che Di Pietro senior sia stato all?altezza delle circostanze: ?Mi sembra che abbia adottato una posizione giusta, non ha fatto una difesa familistica. Si ? distinto da tutti gli altri specialisti nell?accampare scuse?. E se qualcuno prover? a ?strumentalizzare? la vicenda di Cristiano, Pardi ? convinto che trover? il fatto suo: ?Di Pietro ha detto: continuate a indagare, usate le intercettazioni. ? la cosa pi? in armonia con i principi che sostiene?. Alza lo scudo a difesa di Tonino anche Giovanni Pecora, giornalista e animatore della pi? riuscita manifestazione girotondina, quella del Palavobis di Milano. ?Mi sembra che il padre abbia avuto una reazione molto dignitosa - sottolinea Pecora - e, anche se tante volte ha commesso degli errori politici, Di Pietro si ? sempre schierato dalla parte giusta?. Chi invece non fa sconti a Tonino ? il suo ex braccio destro Elio Veltri, ormai da anni in prima fila nel denunciarne i vizi pubblici e privati: ?Intanto il contesto di questa vicenda ? quello tipicamente italiano, dove i genitori che fanno politica in genere sistemano tutta la famiglia. E nel, caso Di Pietro, stanno tutti l??. Veltri ? inesorabile: ?Il nostro ? un Paese in cui le parole non servono pi? a nulla, contano solo i comportamenti. E l?omologazione di Di Pietro agli altri ? totale. Inoltre mi pare di aver capito che questo Mautone prima era un amico di famiglia e poi, da un giorno all?altro, ? diventato uno a cui non si doveva neppure rispondere al telefono. E tutto questo un anno prima che si sapesse dell?inchiesta, curioso no??. La stessa "curiosit?" che spinge Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl in Senato, a sfidare il leader dell?Idv ?a un pubblico confronto? sul tema: ?Come ha fatto il babbo a sapere che erano intercettate le telefonate tra il pargolo e Mautone? Di Pietro non se la caver??. L?ex pm replica annunciando una singolar tenzone con Gasparri in Tribunale: ?Lo citer? in giudizio per le sue diffamazioni, sperando che non voglia avvalersi dell?immunit? parlamentare. Vedremo chi ha ragione?. Ma il pi? feroce critico di Di Pietro ? un altro figlio d?arte, Bobo Craxi, che ora se la ride: ?? una vicenda in cui spero che Di Pietro ne esca con le ossa rotte. Cristiano Di Pietro faceva raccomandazioni? ? la politica, bellezza...per lui questa vicenda assume toni drammatici?. Per il figlio di Bettino non pu? che trattarsi di legge del contrappasso: ?Di Pietro ? uno che predica bene e razzola male. L?ho trovato patetico in questa sua difesa famigliare e temo che per lui e per il suo clan ce ne sar? anche di peggio?. http://www.dagospia.com ----------------------------------- Di Pietro e Mastella jr: due figli, due "sentenze" Tutti uguali, questi figli di pap?. Ogni scarrafone ? bello a babbo suo. Di questi tempi la cronaca giudiziaria ce ne ha fatti conoscere in particolare due, di rampolli, che sembrano fatti con lo stampo. Prendi Di Pietrino e Mastellino: due vite parallele, due biografie fotocopia, due curricula identici spiccicati, come no. Vogliamo scommettere? Vogliamo fare il confronto? E facciamolo. Cominciamo dal carattere. Elio Mastella, 30 anni: ai tempi delle indagini sul padre da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere, combatte in piazza, a Ceppaloni: ?Mio padre non ? un boss, spulciatemi pure?. Cristiano Di Pietro, 35 anni: in questi giorni di accuse pure lui combatte, nel salotto di casa sua, a Montenero, davanti al capitone alla brace, giocando a tressette con gli amici suoi e del pap? Antonio. Stessa tempra, stesse abitudini battagliere, dunque. Elio Mastella va in tv e parla subito fuori dai denti, respinge le accuse al padre, e in un celebre video che ha sbancato Youtube zittisce l'inviato delle Iene Sortino: ?Io sono ingegnere a 24 anni, tu lavori in tv e sei il figlio del commissario dell'Autorithy per le comunicazioni, di che vogliamo parlare??. Uguale natura Cristiano Di Pietro: oggi si limita a dire che ?mi ha travolto una valanga?, ma poi basta perch? tanto a rilasciare dichiarazioni ci pensa il pap? Antonio. Gi?, tutti uguali, questi figli di pap?. A 19 anni Elio Mastella si diploma al liceo scientifico statale di Benevento. A 19 anni Cristiano Di Pietro di scientifico ha una cosa sola: la scelta della leva militare, trascorsa casualmente in polizia al tribunale di Milano, nella scorta del pap? Antonio. Arriviamo cos? ai 20 anni, quando Elio Mastella studia ingegneria all'universit? di Napoli, condivide un appartamento con cinque studenti a Fuorigrotta, 250mila lire a testa la rata d'affitto. A 20 anni Cristiano Di Pietro condivide il primo lavoro del pap? Antonio, giura da poliziotto alla presenza di Saverio Borrelli e del pap? Antonio, poi si stabilisce a Milano in un appartamento affittato dalla Cariplo al pap? Antonio. A questo punto ci pare chiaro che son tutti uguali, questi figli di pap?. L'unica differenza, al massimo, ? che Elio porta gli occhiali, e Cristiano no. Ma per il resto, stessa storia, stessi percorsi, davvero due carriere indistinguibili. A 22 anni Elio Mastella prepara la tesi ingegneristica a Bruxelles, e concepisce un logaritmo per controllare i sottotitoli dei film. A 22 anni Cristiano Di Pietro concepisce il diploma da privatista all'istituto tecnico di Pratola Peligna, voto 39 su 60, prova finale a porte chiuse per motivi di sicurezza, d'altronde ? il figlio del pap? Antonio. Potremmo continuare all'infinito: due vite equivalenti in tutto e per tutto. Ma proseguiamo: a 25 anni Elio Mastella si laurea in Ingegneria Elettronica a Napoli con il massimo dei voti. A 25 anni Cristiano Di Pietro si sposa con il massimo del giubilo, in presenza del questore di Bergamo e del pap? Antonio, con annessa festa nella masseria del pap? Antonio, non lontano dall'attico di 173 metri quadri dove andr? ad abitare, ovviamente un regalo del pap? Antonio. E ancora. A 26 anni Elio Mastella fa il pendolare, lavora nell'azienda Selex, e percorre ogni giorno 48 chilometri. A 26 anni Cristiano Di Pietro percorre invece la strada verso casa, perch? pur essendo poliziotto di prima nomina, viene magicamente trasferito in un baleno dalla Lombardia a Vasto, a due passi da pap? Antonio. Tutti uguali, questi figli di pap?. Oggi Elio Mastella lavora in una grande impresa, stipendio 1.800 euro al mese, inquadrato come dipendente nel settimo livello. Mentre Cristiano Di Pietro oggi ? inquadrato come consigliere comunale nel paese di pap? Antonio, consigliere provinciale nella provincia di pap? Antonio, iscritto al partito di pap? Antonio, ha saputo coltivare ottimi rapporti con l'ex ministro dei Lavori pubblici, cio? il pap? Antonio. Tutto questo per dire che, almeno stavolta, i luoghi comuni sono azzeccati: ? vero, ? la solita razza, i soliti privilegiati, sono tutti uguali, questi figli di pap?. Se poi il pap? si chiama Antonio, diventano persino pi? uguali degli altri. http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=317152 --------------------------- COSSIGA PICCONA DI PIETRO - HA DIMOSTRATO UNA GRAN FACCIA DI C... A INTERVENIRE IN DIFESA DEL FIGLIO - SE LA PROCURA DI NAPOLI HA UN GATTO INNAMORATO DELLA GATTA DI UN CORRISPONDENTE DI UN GIORNALE DI NAPOLI ? NORMALE CHE NASCA UNA LIAISON... Roberto Scafuri per Il Giornale Presidente emerito Francesco Cossiga, ha visto? Preso in castagna, Antonio Di Pietro ha sgridato pure il figlio Cristiano. ?Guardi, se Di Pietro dice buongiorno, io son certo che ? gi? sera. Quando dice buonasera, sono sicuro che ? l'alba?. Che c'azzecca, presidente? ?C'azzecca, perch? mi tocca riconoscere che, avendo torto su tutto, stavolta Tonino la dice giusta: le raccomandazioni possono essere fatte da chiunque e non sono certo un comportamento penale. Io non le faccio pi? soltanto perch? non me le chiedono...?. Di Pietro allora l'ha imbroccata, per una volta. ?Pu? capitare. Per? mi chiedo che cosa avrebbe detto se le stesse intercettazioni avessero riguardato un esponente del Pdl o del Pd. Avrebbe sostenuto che la raccomandazione ? un reato gravissimo e che le intercettazioni sono necessarie. Anzi, che bisogna aumentarle, prevedendole di routine?. Non ? tutto oro quello che luce, nei comportamenti dell'ex pm. ?Oro di Campobasso, pi? falso di quello di Bologna?. Per? bisogna ammettere che almeno ha parlato degli errori del figlio. ?Piuttosto, ha dimostrato una gran faccia di c... a intervenire in questa materia?. C'? da rabbrividire? ?Ci? che mi ha fatto e fa davvero spaventare ? che ci siano ancora dei cittadini italiani che gli credono, e degli elettori che lo votano?. Ma neppure il fatto che le intercettazioni siano uscite subito dopo il voto in Abruzzo la intenerisce? Di Pietro ha scoperto la giustizia ?a orologeria?... ?Se la Procura della Repubblica di Napoli ha un gatto innamorato della gatta di un corrispondente di un giornale di Napoli ? normale che nasca una liaison... come ci fu tra Corriere della Sera e Procura di Milano ai tempi di Mani pulite, per fare un esempio. Sempre di amorosi sensi felini, si tratta...?. Gatta ci cova, quando c'? di mezzo Di Pietro. ?Che vuole? Lui ? una manifestazione dell'antipolitica, che ha captato molto bene, perch? il naso ce l'ha?. Almeno una qualit?, al Molisano, gliela riconosce. ?Per? non ? neppure tanto furbo come si crede, oltre a non saper parlare italiano e a non capire un'acca n? di codice penale n? di procedura penale. Tanto ? vero che il Pool di Mani Pulite lo ha usato e poi buttato a mare?. Altra vicenda rimasta nell'oscurit?. ?Tonino deve ancora spiegare agli italiani perch? si sia dimesso dalla magistratura: io e lui lo sappiamo bene, e anche il Gip di Milano, Ghitti...?. Potrebbe dirlo anche a noi. ?No, lo deve dire lui. Cos? come ancora deve spiegare come and? quella questione dei cento milioni presi in prestito e restituiti in una scatola, come se fosse la cosa pi? normale di questo mondo?. Non tirer? in ballo pure la notissima vicenda della Mercedes? ?Gi?, ma la restitu? poi, o no? In una scatola? Un modellino??. Non scherzi, presidente. ?Uno di questi giorni stamper? e distribuir? in giro le motivazioni dell'archiviazione dell'inchiesta del Gip di Brescia sui suoi colleghi magistrati... Molto istruttive sull'uomo e sul politico?. Non d? molto credito all'ex pm. ?? un gran bugiardo: come quando raccont? di essersi dimesso dalla magistratura perch? contrario all'avviso di garanzia a Berlusconi nel '94... O quando dice di aver rifiutato il posto di ministro dell'Interno, mentre in realt? brigava per avere un ufficio al ministero delle Finanze...?. Fatti che lei conosce bene e lui non ha mai voluto chiarire. ?Ne parlo soltanto per difendere i magistrati che conoscono il diritto penale e si comportano facendo il loro dovere. Certo, non quelli che fanno parte dell'Anm?. L'Anm, un'altra delle sue ?bestie nere?. ?Noo... Mi limito a dire che Di Pietro ha la faccia molto pi? intelligente di quello l?, Palamara, un cognome che avrebbe fatto la fortuna del tonno in scatola?. Presidente, forse aveva ragione a non credere all'ex pm: mentre parliamo Di Pietro ha rettificato il tiro, sostiene che il figlio ha fatto il suo dovere. ?Anche se avesse preso tangenti, avrebbe sostenuto che era suo dovere prenderle...?. Per?, almeno in privato, chiss? che sfuriata gli avr? fatto. ?Tonino, gi? detto il "giustiziere della notte"... Certo, pu? darsi: mica per quello che ha fatto, ma per l'imprudenza. E sa quello che cosa gli ha risposto??. Il figlio? Avr? sub?to, o no? ?Pap?, gli ha detto, e se avessero intercettato le telefonate tue, agli amici, quando eri ministro delle Infrastrutture? Sai che casino sarebbe successo??. Buon sangue non mente. ?Che vuol farci? 'E figlie so' piezz'e core?. http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-2309.htm
  7. Prendo da Rocca e posto questi 2 link: http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagw...ntArticle=KBTZJ http://www.camilloblog.it/?s=metodo%20travaglio
  8. Intervista esclusiva al figlio di Umberto e nipote dell?Avvocato Per la prima volta parla di Juve, raccontando il suo attaccamento, i suoi ricordi e i suoi sogni legati ai colori bianconeri, che per lui significano ?passione e amore? ? Calciopoli ? stata giustizia sommaria? ?Attendo le sentenze dei magistrati per capire veramente? ?Se Moratti ricorda sempre la stessa storia significa che un po? la patisce. Per me non ci sono scudetti sporchi e puliti: esistono gli scudetti e basta? VITTORIO OREGGIA BUONA FINE d?anno, Andrea Agnelli. Il 2008 ? stato molto importante per lei e il 2009 forse lo sar? ancora di pi?. ? Sto seguendo con grande im?pegno due progetti: la Lamse, una holding finanziaria, e la crescita del Royal Park golf club, che a maggio ospiter? l?O?pen d?Italia. Personalmente, co?me consigliere federale, avr? l?occasione di seguire da vicino l?organizzazione di questo even?to eccezionale. La mia testa ? l??. E la Juventus dov??? Lontana? ? Tutt?altro, come potrebbe? Continuo a seguirla, ? ovvio, anche se in maniera diversa ri?spetto a qualche anno fa a cau?sa dei miei impegni professio?nali ?. Cosa rappresenta per lei? ?Passione e amore?. Il primo ricordo della Juven?tus che le viene in mente? ? Molti anni fa, mio padre mi port? a Villar Perosa, dove era in ritiro la prima squadra. Mi chiese vicino a chi volessi seder?mi durante il pranzo e risposi d?istinto: Paolo Rossi! Mi dia retta, non sono diverso da mi?lioni e milioni di tifosi di calcio che popolano il nostro pianeta. Il mio trasporto emotivo ? il medesimo. Ripeto, passione e amore?. Vivendo la Juventus ?da den?tro? cosa si percepisce di pi? e di differente? ?Non ho dubbi: pi? sei a contat?to con i campioni e pi? ne scopri l?assoluta normalit?. La loro forza e le loro debolezze?. Restiamo ai tifosi. In parecchi temono che prima o poi la Fa?miglia entri nell?ordine di idee di disfarsi della Juventus. Pu? tranquillizzarli? ?Fino a che la Famiglia rester? unita la Juventus non verr? toccata. Funzionava cos? anche quando erano in vita l?Avvocato e il Dottore?. Che poi era suo pap?. A pro?posito, Antonio Giraudo cosa rappresenta per lei? ?Un secondo padre?. Scendiamo di parentela: Mog?gi? ? Un intenditore sopraffino di calcio. Le cito alcuni esempi, gli ultimi: Chiellini, Marchionni, De Ceglie, Giovinco, Marchisio, Molinaro, Paolucci, Lanzafame, Pasquato. Ma sapeva pure sce?gliere i collaboratori migliori, come Franco Ceravolo, l?allora capo degli osservatori?. Un passo indietro, doloroso: Calciopoli. ?C?? stata una giustizia sporti?va sommaria, perch? dettata da tempi ristretti. In due settima?ne di discussione all?Olimpico non si ? avuta nemmeno la pos?sibilit? di leggere tutti gli in?cartamenti, la compilazione dei calendari incombeva... Ma c?? anche la giustizia ordinaria, che ha tempi pi? lunghi, e solo alla conclusione di questi pro?cedimenti si potr? capire cosa ? stata davvero Calciopoli. Il mio invito ? alla pazienza. Rimane comunque una considerazione di carattere sportivo da svilup?pare ?. Quale? ?La Juventus non ha giocato e vinto solo in Italia. Ha giocato e vinto anche all?estero, nella no?stra bacheca sono finite la Champions League, la Coppa Uefa, la Supercoppa europea. Siamo diventati campioni del mondo a Tokyo nel 1996 e sia?mo andati tante volte in finale di Champions. Aggiungo anche tre Palloni d?Oro: Zidane, Ned?ved, Cannavaro. E, chiudo, nel?la finale del Mondiale di Ger?mania in campo c?era una mon?tagna di bianconeri. Quindi...?. Moratti non perde occasione per girare il coltello nella pia?ga. ?A Massimo voglio bene, per? il fatto di ricordare sempre la stessa storia significa un po? pa?tirla. A mio avviso non esistono scudetti puliti o sporchi, esisto?no gli scudetti e basta?. Sia sincero, la serie B come l?ha attraversata. Di rimbalzo, con sofferenza? ? I ragazzi che l?hanno giocata la definiscono, con il senno di poi, un?esperienza straordina?ria ?. Suo padre consegn? la Juventus a un management composito, non solo di estrazione calcistica. La parola d?ordine era conti in ordi?ne e vittorie, una formula che si ? rivelata micidiale per la concor?renza... ?Non ? l?unico modello. Il trading dei campioni e il trading immobi?liare era un sistema di gestione. Un altro pu? essere quello di puntare sui giovani da affermare, copiando l?idea di Ajax e Arsenal. Dipende, insomma, da pianificazioni e pro?spettive ?. Quelle della Juventus? ?Avere sempre una grande squa?dra. L?attuale dirigenza ha proget?tato di tornare al successo in cin?que anni?. Qualche giocatore che le piace?rebbe applaudire in bianconero? ?Tanti...?. I nomi? ?Nessun nome. Anzi, faccio un?ecce?zione per un sogno: Messi?. Ci raccontava che segue sempre la Juventus... ?S?, la seguo con amore e passione. Che poi ? l?eredit? lasciatami da mio padre?. E si diverte? ?I conti si fanno alla fine. Non ? fon?damentale vincere o perdere tre partite, sono fondamentali i risul?tati al 30 giugno?. Un risultato soddisfacente per lei quale sarebbe? ?Restare nell?elite della Cham?pions League. Poi, sa, a volte ? que?stione di un palo, una traversa, un rigore non dato?. Alzare la Champions ? una even?tualit? possibile? ?Ho parlato con alcuni giocatori, il doppio trionfo contro il Real Ma?drid ha trasmesso loro la sicurezza di poter andare ovunque e contro chiunque senza timore?. Ritiene che in una squadra sia preminente il gruppo o l?allenato?re? ?Una squadra di calcio ? una curio?sa alchimia, dipende dalla societ?, dai giocatori e dall?allenatore?. A suo parere, Del Piero ? un mira?colo biologico? ?I miracoli non esistono, semmai esiste la professionalit?. Alessan?dro smette di allenarsi, va a casa e fatica ancora con il personal trai?ner. Mi aggancio a una riflessione di un mio amico su Sergio Mar?chionne: lavora come un matto, dalle sei di mattina a mezzanotte, disse. Ma i risultati si ottengono co?s?. Naturale?. E siamo allo stadio, la bella casa della Juventus, il vecchio proget?to della Triade finalmente realiz?zato. Considerazioni a margine? ?Rimango in tema: si tratta di un risultato ottenuto dopo 14 anni di battaglie. La vecchia dirigenza, con l?acquisto dell?ippodromo di Vinovo e del Delle Alpi, ottenendo impor?tanti concessioni commerciali, da un lato ha costruito il Centro spor?tivo, dall?altro ha gettato le basi per finanziare il nuovo stadio. Il punto nodale, per?, ? un altro: sar? diffi?cile avere dei fruitori che lo sfrutti?no nella maniera giusta. Questione di abitudini, di mentalit?. E? un po? il discorso del merchandising: Ju?ventus e Milan non sono potenzial?mente inferiori al Manchester Uni?ted, solo che in Inghilterra appena inizia la stagione tutti i tifosi vo?gliono indossare la maglia nuova, in Italia invece la si tiene per cin?que di anni e alla fine la si ricom?pra. Taroccata?. Cambiamo argomento: la Formu?la Uno risentir? della crisi mon?diale? ?Dipende da quale sar? il sistema di finanziamento del mondo sporti?vo. Se a monte gli sponsor decide?ranno di praticare una politica di?versa, anche a valle ci saranno ri?percussioni. Senza dimenticare i diritti tv, che garantiscono la mag?gior parte dei denari per disputare una stagione di corse. Ma in asso?luto ritengo che il campionato, una volta partito, far? la sua strada?. Alonso alla Ferrari piace tanto al?la gente. Perch? Raikkonen ? troppo freddo e Massa troppo mi?nimalista... ?Sia Raikkonen sia Massa hanno dimostrato di essere piloti da Fer?rari. E onestamente era pi? logico vincere questo Mondiale rispetto a quello dell?anno scorso. Massa ha perso per un filo?. Si ? avvertita l?assenza di Jean Todt nella gestione sportiva? ?Todt ? stato un grande personag?gio della Ferrari, un periodo di as?sestamento era inevitabile. Ma Stefano Domenicali ne ha raccolto con entusiasmo e professionalit? il testimone. In fondo, la Rossa ha conquistato un mondiale costrutto?ri e un secondo posto onorevolissi?mo ?. Hamilton ? proprio un fenome?no? ?Il suo curriculum ? straordinario. Se dimostrer? di essere davvero un campione potr? permettersi certi atteggiamenti... particolari?. L?Open di golf a Torino cosa rap?presenta? ?Una tappa di passaggio per arric?chire il programma che dovrebbe consentirci di portare la Ryder Cup al Royal Park?. Un?occasione un po? prematura? ?Un treno che andava preso al vo?lo. Il nostro obiettivo ? quello, entro tre anni, di collocare l?Open d?Italia a livello di competizione di seconda fascia. Per il momento siamo in li?nea con l?Open del 2008?. Tiger Woods verr? mai a Torino? ?Solo con la Ryder o quando avre?mo organizzato un Open all?altez?za. Lavoriamo duro per questo, il tempo stringe. La nostra idea ? av?vicinare il golf alla citt?, costruen?do campi pratica comunali, in ma?niera da incentivare il movimen?to ?. Franco Chimenti si ? candidato alla presidenza del Coni: cosa ne pensa? ?Chimenti ? stato ed ? un ottimo presidente del golf e ritengo che sa?rebbe anche un ottimo presidente del Coni. Se verr? eletto?. Sponsor dell?Open? ?Il principale dovrebbe essere Bmw?. Un paradosso, proprio nella citt? della Fiat? ?Pu? suonare strano, ma ? un even?to che ci ? stato assegnato dalla Fe?derazione con contratti gi? in esse?re ?. Andrea, se non fosse innamorato della Juventus, per quale squa?dra tiferebbe? ?Mi viene in mente lo spot di una nota marca di bibite: puoi tradire tutti, ma non la tua squadra del cuore?. Il 2009 sar? un anno di mutamen?ti per lei? ?Di applicazione massima ai miei progetti?. Molti tifosi la vorrebbero alla gui?da della Juventus. Un Agnelli al comando, il fascino sta nell?accop?piamento di cognome e societ?... ?Ma la Famiglia c?? gi?. Io adesso mi dedico a Lamse e Royal Park: con mio cugino John Elkann mi confronto quotidianamente anche su questo?. Lei ? appassionato di sci e fre?quenta Sestri?re: come si spiega che la stazione regina della Via Lattea rischi di non avere la Cop?pa del Mondo? ?Non me lo spiego. Per?, per tutto quanto ? stato fatto negli ultimi 20 anni, sono sicuro che la Coppa del mondo ce l?avr??. VITTORIO OREGGIA Ha aperto per noi l?album del cuore tutto in bianconero C?? UN ALBUM di fotografie sul tavolo di cristallo della sala riunioni di Lamse, la holding finanziaria che Andrea Agnelli, figlio del dottor Umberto, nipote dell?avvocato Giovanni, cugino di John e Lapo Elkann, amministra da qualche anno. Le fotografie sono quelle indimenticabili dei trionfi juventini: ? Vuole sapere cosa significa per me questa squadra? Ecco, sfogli pure... ? . Istantanee che sono pietre, immagini che sono scolpite nell?immaginario collettivo, ricordi di un passato che non torna pi?. Donna Allegra in bianco e nero, l?abbraccio con Antonio Giraudo, il ? secondo padre ? , la posa con Romy Gai, amico di sempre, e in lontananza Luciano Moggi, la Champions League alzata al cielo, Gianluca Vialli nudo e coperto solo dalla Supercoppa manco fosse una foglia di fico, Didier Deschamps felice. Fotografie che servono per capire, caso mai ce ne fosse bisogno, cosa rappresenta uno dei ? gioielli di Famiglia? per questo ragazzo assolutamente normale pur essendo assolutamente diverso - come status - dalla maggior parte dei suoi coetanei. A trentatr? anni non ? pi? lo sbarbatello di certi ? scatti? privati e datati ma ? un uomo che ha moglie, figlia, responsabilit? sulle spalle e una grande voglia di fare. Come suo padre, per?, preferisce lavorare dietro le quinte, scansando i sensazionalismi dei personaggi importanti e le facili etichette appiccicate addosso ai rampolli di casate illustri. Forse non ? un caso che dopo una stagione di lunghi silenzi abbia accettato di svelare le sue passioni e i suoi progetti sportivi proprio adesso, alla fine di un anno delicato, all?inizio di un anno fondamentale. Non una confessione da settimanale patinato, piuttosto un racconto ponderato di se stesso e delle sue cose, tra le quali non possono mancare la Juventus, la Ferrari, il golf e lo sci. Gli amori del pap? e dello zio, gli ? sfizi? di una volta, il business di adesso. E quando, alle undici e rotti della sera, reduce da Londra con breve passaggio a La Mandria, si spengono le luci dell?ufficio in pieno centro a Torino, un attico ex sede diplomatica degli Stati Uniti alle Olimpiadi, probabilmente Andrea Agnelli ? un po? meno Andrea e un po? pi? Agnelli di quanto non fosse prima di cominciare una chiacchierata interrotta da un paio di sigarette, da una lettura dell?introduzione della storia del calcio, da una telefonata brevissima con l?amico Luca. V.O. Fonte: Tuttosport
  9. PRIMO PIANO MARIA SENSI: "Scudetto alla Roma? C'era un centenario da rispettare" Parole forti quelle di Maria Sensi a surriscaldare un fine anno con il botto. La moglie del defunto Presidente Franco ha parlato in radio a Centro Suono Sport e non ha usato mezzi termini gettando pi? di un sospetto sulla lotta scudetto della scorsa stagione. Le parole della Sensi fanno eco all'intervista rilasciata dal portiere Doni al Corriere dello Sport (e riportata su Romagiallorossa) quando dice che la Roma nel 2008 poteva vincere il tricolore "Ma sono successe cose strane...". ?La Roma meritava lo scudetto - ha detto la signora Sensi- Il 2008 non ? stato positivo, n? per la famiglia e neppure per la squadra. La Roma meritava lo scudetto, un regalo anche per il suo presidente Franco Sensi. Ma c'era un centenario da onorare e da rispettare, per?. Cos? ? stato?. Il riferimento ? ovviamente ai cento anni festeggiati proprio nel 2008 dall'Inter. http://www.romagiallorossa.com/?action=rea...;idnotizia=7013 che fetecchie....
  10. Il giovane rampollo della Famiglia sar? il presidente della Juventus Cos? John Elkann prepara la discesa in campo nel 2009 CALCIO 31/12/2008 - La famiglia Agnelli torna alla presidenza della Juve. Non ? fantamercato ma uno scenario che si potrebbe concretizzare da qui a poco tempo. A fine stagione, l?attuale presidente Cobolli Gigli potrebbe infatti lasciare il suo ufficio di corso Galileo Ferraris per far posto a John Elkann. GIOCATTOLI DI FAMIGLIA Dopo aver conquistato la presidenza di IFIL e IFI (ora Exor), rispettivamente la finanziaria controllata dalla famiglia Agnelli e l?Istituto Finanziario Industriale (fondato, manco a dirlo, dal nonno Giovanni Agnelli, ndr), ed essere stato nominato vice presidente di Fiat, John Elkann potrebbe arrivare presto alla guida anche della Juventus. Il primogenito di Margherita Agnelli e di Alain Elkann ? sempre stato vicino alla societ? di corso Galileo Ferraris, specialmente nell?anno della caduta in B, e non ha mai fatto mancare l?affetto a dirigenti, tecnici e giocatori. Ora potrebbe essere arrivato il suo momento, in un virtuale passaggio di consegne tra passato e futuro della Juventus. LA FAMIGLIA Se la prossima estate si concretizzasse la ?successione?, John Elkann sarebbe il quarto elemento della famiglia Agnelli a salire alla guida della Juventus: il primo in ordine cronologico a vestire i panni di presidente fu Edoardo Agnelli, figlio di Giovanni Agnelli il fondatore della Fiat, in carica dal 1923 al 1935. Edoardo ebbe sette figli e tra questi Gianni, che molti ricordano semplicemente come l?Avvocato, e Umberto, anche loro alla guida della Vecchia Signora: il primo dal 1947 al 1954 e il secondo dal 1955 al 1962. Elkann sarebbe dunque il quarto esponente della casata a sedere su quella sedia che fu per prima di Eugenio Canfari fondatore della Juve. LINEA VERDE Dopo ?Calciopoli?, la Juve si ? distinta anche per una politica di ringiovanimento della squadra ?non comune? a molte formazioni di serie A. Una politica che sta iniziando a produrre i suoi frutti e che potrebbe permettere al club bianconero di impostare anche un diverso discorso economico per il futuro. Sulla stessa lunghezza d?onda ? stato impostato anche il lavoro dirigenziale e presto in casa Juve potrebbe trovare spazio anche Lapo Elkann, fratello di John, altro rampante dirigente in erba e grandissimo tifoso della Juve. VOGLIA DI JUVE A seguito di quanto successe nell?estate del 2006, quando la Juve fu spedita in serie B dopo lo scandalo ?Calciopoli?, c?? stata la volont? da parte della famiglia Agnelli di restituire l?immagine di un tempo. Un immagine che oggi si riflette proprio nella figura di John Elkann, mai banale, mai fuori posto e ora pi? che mai pronto a prendere in mano le redini della squadra, magari supportato dai consigli di gente come Giampiero Boniperti e Franzo Grande Stevens, presidenti di un glorioso passato scritto dalla famiglia Agnelli. http://milano.cronacaqui.it alf24 dove sei? che ne dici? ci siamo capiti.
  11. SENSI, TERRENI IN VENDITA MA LA ROMA NON SCADE Debiti verso Unicredit, domani prima verifica DI ALBERTO CORTI Ventisette ettari che tengono saldamente la famiglia Sensi attaccata alla Roma. Tale ? l'estensione dei terreni in zona Torrevecchia di propriet? dei Sensi che il principale creditore del gruppo Italpetroli, l'Unicredit banca di Profumo, sta vendendo al miglior offerente in questi giorni per rientrare di parte dei 274 milioni di euro d'esposizione nei confronti dei Sensi. Il piano di rientro siglato ad agosto d'altronde parla chiaro. Entro domani Italpetroli deve coprire almeno 130 milioni di debito, e la famiglia Sensi possiede diversi beni, soprattutto immobiliari, ma scarseggia in fatto di liquidit?. Ed ecco che allora la politica, da sinistra a destra, ha dato una mano alla famiglia Sensi trasformando i terreni di Torrevecchia in edificabili grazie ad una delibera dell'aprile 2006 (sindaco Veltroni) raccolta dall'attuale sindaco Alemanno che sta attendendo solo la conclusione delle conferenze dei servizi per consegnare il suo "visto, si costruisca". Periziati a 99 milioni, i terreni sono stati messi in vendita a 90 e Unicredit sta stringendo gli ultimi dettagli per venderli a 70 a un famoso "palazzinaro", che a Roma non manca mai. Anche se 70 milioni non bastano, per ora Profumo si accontenter? di portare a casa un risultato positivo e abbattere in parte il debito. Poi torner? alla carica, ma c'? tempo. Intanto di certo non toglier? le mani di Rosella Sensi sulla Roma, visto che nel piano di rientro la squadra di calcio ? inserita nel settore ?entertainment? che non fa parte dei beni vendibili, per ora. Ne fan parte invece i depositi petroliferi di Civitavecchia, denominati settore Oil, che erano oggetto di interessamento della societ? petrolifera libica Tamoil guidata da Roger Tamraz. Situazione che resta in divenire, dato che tali depositi potrebbero essere stati giudicati obsoleti e quindi di difficile valutazione economica. Altri asset sono in fase di dismissione, piccole industrie (tipo Svila srl, surgelati) o terreni come il Borgo di Perolla, una tenuta in Toscana di grande valore. Il gruppo Italpetroli ha, peraltro, debiti anche con altri istituti di credito per altri 84 milioni, per un totale di 357. In tutto questo, il pi? penalizzato appare Spalletti, che avrebbe bisogno di un paio di rinforzi dal mercato di gennaio e che difficilmente avr?. Un secondo portiere e un attaccante, visto che Totti rester? fuori per un po'. Per il portiere i contatti pi? decisi sono con Fontana, svincolatosi da Zamparini, al quale sono stati offerti sei mesi di contratto. Difficile che per fare mercato Prad? si privi di qualche gioiello, tipo Aquilani. La mezzala ? richiesta in tutta Europa, ha il contratto in scadenza nel 2010, la trattativa per il rinnovo langue, ma per ora non si vende, a meno che i giallorossi stecchino la qualificazione alla prossima Champions. Obiettivo non cos? scontato, visto che il quarto posto ? distante nove punti (e una partita in pi? da giocare). La Stampa.it
  12. CAIRO E MISTER X ? IL TORINO POTREBBE DIVENTARE UN VERO AFFARE PER URBANO - COMPRATO A ZERO, INVESTITI 23,5 MLN ?, ORA UN MISTERIOSO COMPRATORE ? PRONTO A SBORSARE DAI 40 AI 60 MLN ? MA QUAL ? IL GIUSTO PREZZO DEL CLUB GRANATA? Oddenino e Vergnano per "La Stampa" Tutto cominci? con quei 23,5 milioni che Urbano Cairo, salvatore della patria granata, invest? per far ripartire una societ? destinata al fallimento e presa a costo zero. Quello fu il primo ed ? tuttora il pi? oneroso esborso del patron, abile nelle stagioni successive a gestire il Toro senza mai rischiare l'osso del collo e limitando a quasi nulla le esposizioni personali. Mister X, il compratore mascherato, ha fatto sapere tramite i suoi avvocati di avere fra i 40 e 60 milioni per rilevare la societ? e rilanciarla ai massimi livelli. Cifra enorme per gli addetti ai lavori, del tutto sproporzionata alla reale valutazione del club che Cairo dirige dall'agosto del 2005. I pi? prudenti sostengono che non si va oltre i 20 milioni. Ma quanto vale realmente il Toro? Una societ? di calcio non ? come un Modigliani che ha una valutazione definita e immobile, ma dipende da tante variabili, alcune molto complesse. Non sappiamo se il compratore mascherato abbia gi? potuto fare delle stime precise. Non essendo in possesso dei libri contabili dubitiamo che sappia con esattezza cosa vale il Torino. Quindi la sua generosa offerta, sempre che nel giro di un mese venga confermata, ? del tutto ipotetica. In attesa che gli esperti di Mister X abbiano la possibilit? di mettersi al lavoro, diciamo che ci sono criteri generali da considerare prima di avventurarsi nel molto particolare mondo del calcio. Un noto commercialista torinese, che ha sicuramente una certa pratica nel settore, spiega: ?Si procede come quando si fa una valutazione standard di un'azienda commerciale: una squadra di calcio lo ?, anche se molto particolare. Bisogna fotografare l'esistente, cio? la situazione patrimoniale con verifiche del caso. Si valutano le perdite, se sono stati rispettati i valori del codice civile sulla capitalizzazione e poi bisogna capire debiti, contributi (soprattutto quelli verso lo stato, il tallone d'Achille dei club di calcio), affitti. Poi si verificano le voci all'attivo, i valori immobiliari e le propriet? che per? sono rare nel calcio?. Nel caso del Toro quest'ultimi sono addirittura inesistenti, visto che anche la sede sociale ? in affitto. Ma una delle voci pi? importanti ? quella legata al patrimonio giocatori. In genere tocca al tribunale nominare un perito. Uno dei pi? richiesti italiani ? l'ex granata Eraldo Pecci. Secondo una stima dell'attuale ?rosa? del Toro, il valore del gruppo di Novellino si aggira sui 38 milioni. Spiega ancora l'esperto: ?Quello dei giocatori e dei loro contratti ? un problema delicato. Bisogna verificare quanto sono lunghi gli accordi, ricordando che a scadenza il valore ? zero, quanti anni hanno, quanto sono costati e che cosa possono offrire?. Stabilito questo valore, si passa a esaminare costi e ricavi. I costi si sanno pi? facilmente, il flusso dei ricavi invece ha mille situazioni. Biglietti e abbonamenti ormai sono la fetta minore degli introiti di una societ? di calcio. Aggiunge il commercialista: ?Il vero valore sono gli sponsor, e il Toro non ha grandissime risorse, cos? come per marketing, e diritti tv. Questi determinano la ricchezza di una societ? e non a caso la retrocessione in B viene vista come un fallimento perch? crollerebbero quelle voci, a differenza del valore dei giocatori che resta tale in A o B. La Juve, pur retrocessa, incass? molto dalla cessione dei suoi migliori calciatori, ma and? in perdita su sponsor e diritti tv?. Per capire quanto pu? produrre davvero l'azienda Toro ci sono due metodi comunemente usati per le normali imprese: ?Si pu? adottare il metodo del patrimoniale puro, ma nel calcio si procede con l'attualizzazione dei flussi di cassa, calcolati su un certo numero di anni. Anche se ? difficile farlo con squadre altalenanti fra A e B?. In ogni caso per l'esperto il valore attuale del Toro ? comunque inferiore ai 40 milioni di euro che il munifico compratore ha fatto sapere di avere presto a disposizione. [29-12-2008] dagospia
  13. E mica serve Moggi! Nucini ha detto che aveva a che fare con Facchetti, nessuno ha smentito. Punto. Se l'ha detto l'interessato stesso a cosa serve Moggi?
  14. Cobolli: Collina sa fare suo lavoro Presidente Juve commenta il secondo gol di Maicon a Siena (ANSA) - ROMA, 21 DIC - ''Collina e' in grado di fare il suo mestiere''. Cosi' il presidente della Juventus Cobolli Gigli, sul gol in fuorigioco di Maicon a Siena. ''In questi ultimi tre anni il mio maestro e' stato Giampiero Boniperti, che mi ha spiegato che le partite e' meglio vincerle sempre e in qualsiasi momento, anche all'ultimo minuto e anche per fuorigioco. So che non e' un discorso molto sportivo ma e' molto pragmatico, e nel calcio ci vuole anche questo'', ha detto il presidente bianconero. http://www.corrieredellosport.it Fuori di senno. Deve essere cos? per forza.
  15. Scandalo Tangenti All'iraq, Fiat patteggia 18 milioni di dollari Ansa - La Fiat acconsente a pagare circa 17,8 milioni di dollari alle autorita' americane per regolare un'indagine sul programma Onu 'Oil for food' in Iraq. Il gruppo torinese, accusato di aver pagato tangenti all'ex governo di Bagdad per ottenere contratti, si e' impegnato a versare 7 milioni di dollari al Dipartimento di Giustizia statunitense e oltre 10 milioni (di cui 3,6 milioni di dollari di multa e 7,2 milioni in interessi e profitti legati ai contratti iracheni contestati) per risolvere il contenzioso con la Sec, la consob americana. ''Gli accordi raggiunti sanciscono la conclusione di una vicenda spiacevole, che ha coinvolto il Gruppo Fiat molti anni fa'', spiega il Lingotto, sottolineando come ''e' importante sottolineare che i fatti si riferiscono ad un governo che attualmente non e' piu' in carica. E, cosa ancora piu' significativa, il Gruppo Fiat ha posto in essere un rigoroso sistema di verifiche interne e severi programmi di controllo ai quali tutte le societa' del Gruppo si attengono rigidamente''. Dalle autorita' americane tre controllate della Fiat, cioe' Iveco, Cnh Italia e Cnh France, sono state accusate di aver pagato fra il 2000 e il 2003 circa 4,3 milioni di tangenti all'Iraq per la vendita di veicoli e componenti. Il programma Oil for Food aveva come obiettivo quello di alleggerire le sofferenze della popolazione irachena, in difficolta' in seguito alle sanzioni internazionali. ''Il programma - si legge nel comunicato della Sec - prevedeva che il governo iracheno acquistasse beni umanitari attraverso'' un conto a garanzia Onu. ''Le tangenti pagate dalle controllate della Fiat - spiega la Sec - hanno sottratto fondi dal conto per trasferirli in conti controllati dall'Iraq in banche situate in paesi quali la Giordania''. La Fiat ha la ''responsabilita' per le azioni delle sue tre controllate (Iveco, Cnh Italia e Cnh Francia), i cui dipendenti e agenti hanno effettuato pagamenti impropri all'ex governo iracheno per ottenere contratti con i ministeri iracheni'', precisa il Dipartimento di Giustizia, sottolineando come le tangenti venivano descritte come ''commissione sui servizi dopo vendita''. ''L'obiettivo primario della cospirazione era quello di ottenere e conservare business lucrativi in Iraq attraverso il pagamento di tangenti al governo, che venivano nascoste alle Nazioni Unite''. [23-12-2008] http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-2273.htm
  16. MARGHERITA AGNELLI REPLICA A DAGOSPIA: ?per ora nessuna risposta in merito alla richiesta di chiarezza del rendiconto ? pervenuta - Si ritiene oltraggiosa la dichiarazione secondo cui dietro ci sia l??aggressivit?? del marito: il Conte Serge de Pahlen?... Riceviamo e pubblichiamo: Milano, 23 dicembre. In merito alle dichiarazioni apparse ieri sul sito di Dagospia riguardo la controversia legale tra Margherita Agnelli de Pahlen e Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens, si precisa che per ora nessuna risposta in merito alla richiesta di chiarezza del rendiconto ? pervenuta e che i legali di Margherita Agnelli de Pahlen non sono mai stati contattati dai legali di Gabetti, di Grande Stevens e di Maron. Solo una volta esaminato il rendiconto si potr? procedere alla ricerca di una soluzione. La stessa Margherita ? la prima ad auspicare una soluzione pacifica, da lei lungamente cercata negli anni precedenti. ? bizzarro che si discuta sul sito di una "grande guerra" visto che non c'? nessuna guerra in corso, e che si parli di "accordi", quando non ci sono accordi da raggiungere, se non la chiarezza patrimoniale. La richiesta di rendiconto, come pi? volte sottolineato, ? una richiesta di trasparenza. Non si capisce perci? come si possa parlare di un "grosso malinteso". ? inoltre inammissibile che ogni volta che Margherita Agnelli de Pahlen vuole difendere i propri diritti le venga attribuito di "non stare alla regole" e di essere "inquieta". Si ritiene poi oltremodo oltraggiosa la dichiarazione secondo cui dietro la richiesta di rendiconto ci sia l'"aggressivit?" del marito: il Conte Serge de Pahlen. Si ribadisce che la decisione di Margherita Agnelli ? stata presa autonomamente e seguendo i suoi diritti di cittadina italiana. Per una futura ricomposizione dell'armonia familiare, certamente il ruolo di John Elkann, pu? essere molto importante. Si precisa infine che la volont? di spostare il processo in Svizzera apparteneva ai legali di Maron, e conseguentemente ai legali di Gabetti e Grande Stevens, che hanno chiesto alla Corte di Cassazione di dichiarare che il giudice italiano non ? competente. La richiesta a fine ottobre 2008 ? stata respinta, mentre il 3 aprile 2009 ci sar? la prima udienza a Torino, a meno che - come ci fa capire Gabetti - non vi sia una reale intenzione di chiarire la successione in via extragiudiziale. D'Antona & Partners STRATEGIE DI COMUNICAZIONE Rispostina sibillina by dago Nel film "Guerra e Pace" il pricipe Bolkonsky esclama :"Bisogna vivere, bisogna amare, bisogna credere". Per mamma Margherita, sposata de Phalen, e' arrivato il momento. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-2260.htm -------------------- MONTEPREZZEMOLO DIMENTICA DI NON ESSERE PI? IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA E INVADE CON BEN 4 MACCHINE IL GARAGE DELLA LUISS - FIAT CRISI: 2009 SENZA PUBBLICIT? - BERETTA PAGA LA NAPOLI BY LUCA Luchino di Montezemolo ? piuttosto seccato e molto preoccupato. A dargli fastidio sono alcune studentesse della Luiss, l'universit? di Confindustria, che dopo averlo eletto a simbolo di una virilit? prorompente, hanno fatto notare con garbo alla direzione dell'ateneo che nel garage sono parcheggiate ben 4 macchine personali del "ragazzo dei Parioli". Ma non ? questa piccola invasione privata che turba il sonno del presidente di Fiat, Ferrari, Luiss e Fondo Charme, bens? le notizie che colpiscono la Fiat e che gli arrivano dai piani alti di Confindustria. Per la prima volta il Gruppo torinese ha deciso infatti di non mettere a budget per il 2009 alcun investimento pubblicitario. Per decenni la Fiat ? stata ai vertici dei top-spenders, ma con l'aria che tira il vertice del Lingotto ha deciso che gli interventi in pubblicit? saranno decisi di volta in volta, e solo a supporto del lancio di nuovi modelli. Gi?, ma quali modelli? - si chiedono i pubblicitari - quando Marpionne ha dichiarato che "puoi fare l'auto pi? bella del mondo, ma se non te la comprano...". Di certo c'? solo il lancio della Fiat 500 Cabrio per la quale ? scattata finora soltanto una pre-gara creativa poich? il lancio del nuovo modello ? stato fissato per l'aprile 2009, e gli inviti sono stati spediti alle agenzie Leo Burnett, Krow, 515 e Stv. A questi affanni Luchino deve aggiungere le informazioni che gli arrivano da viale dell'Astronomia dove nella giornata di oggi saranno cancellate definitivamente le tracce della sua rutilante presidenza. A Dagospia risulta infatti che nelle prossime ore la moretta di Mantova, Emma Marcegaglia, incontrer? il parroco di campagna Maurizio Beretta per un commiato definitivo. L'abbandono della carica di direttore generale da parte del giornalista pi? vicino a Montezemolone, era scontato da tempo, ma sembra che ad accelerare la rottura sia stata la guerra tra i due candidati per la presidenza dell'Unione Industriali di Napoli dove si sono scontrati il risorto Antonio D'Amato (l'ex-presidente di Confindustria dal 2000 al 2004) e Paolo Scudieri (un imprenditore della gomma 48enne, vicepresidente uscente della Confindustria napoletana). Su quest'ultimo Beretta si ? speso molto perch? Scudieri gode delle simpatie di Luchino, e questo feeling non ? affatto piaciuto alla Marcegaglia che ha convinto la Giunta dell'Unione napoletana a riconfermare per due anni l'uscente Giovanni Lettieri. Con l'uscita di Beretta la strada della successione si spalanca per il momento davanti a Daniel Kraus, una vecchia volpe di Assolombarda che fu cacciato da Confindustria quando Innocenzo Cipolletta era direttore generale. Si pu? dire quindi che il nuovo anno non vedr? pi? nessun "montezemoliano" dentro l'organigramma di viale dell'Astronomia. I pulcini allevati in laboratorio da Luchino se ne sono andati uno ad uno per lasciare il campo alle truppe della Marcegaglia che finora ha messo in piedi una struttura piuttosto fragile. In ordine di tempo hanno lasciato il campo: Vincenzo Petrone (capo dell'internazionalizzazione), Carlo Calenda (assistente di Montezemolo), Francesco Delzio (ex-segretario nazionale dei Giovani Imprenditori, arruolato da Colaninno Junior alla Piaggio), Simone Piattelli Palmarini (vecchio collaboratore in Ferrari, poi responsabile della stampa estera, emigrato a Lottomatica) e Luigi Mastrobuono (il 53enne vicedirettore generale che a luglio ? finito sulla poltrona di amministratore delegato della Nuova Fiera di Roma). Con l'uscita del parroco di campagna Beretta, l'ultimo cascame di Luchino e della sua piccola lobby, si chiude un'epoca. http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_...ticolo-2255.htm --------------------- FIAT/ Per salvarla non serve un?alleanza, ma una ?rivoluzione? Juanfran Valer?n Per capire la crisi che attraversa Fiat, oltre a guardare i dati relativi alle quote di mercato e ai conti economici del gruppo, possiamo anche semplicemente soffermarci su alcune constatazioni che partono dal lato del consumatore e dal modello che avrebbe dovuto segnare la ?rinascita? definitiva della casa del Lingotto: la 500. La terza serie di questa vettura viene prodotta in Polonia grazie anche a una joint venture con Ford. In cambio dell?utilizzo del medesimo stabilimento e dei propulsori, la casa tedesco-americana ha fornito il pianale progettato per la nuova Ka, che entrer? in commercio tra pochi giorni e decisamente in ritardo rispetto alla ?sorella? 500. Ebbene, facendo qualche raffronto sui prezzi delle due citate vetture, scopriamo che il modello base della 500, motorizzata 1.2 a benzina, costa 11.150 euro, mentre la Ka, con lo stesso propulsore, ? venduta a 9.750 euro. Da cosa pu? essere giustificata una differenza di 1.400 euro su vetture identiche dal punto di vista meccanico? Questa domanda cresce ancor pi? se consideriamo che la versione Titanium della Ka, quella che volgarmente potremmo definire full optional (anche se non lo ?) costa comunque 150 euro in meno della 500 base, cui manca, per esempio, un optional irrinunciabile come il climatizzatore. La risposta alla domanda sopra posta pu? trovarsi nella diversa qualit? degli allestimenti e, ancor pi?, nel valore del brand. La nuova 500 ? certamente lontana da quella vettura che negli anni del boom economico italiano permise a un?intera nazione di muoversi facilmente su quattro ruote. Non ?, in altre parole, l?utilitaria a portata di tasche, ovvero quel prodotto che tutte le principali case automobilistiche stanno cercando di offrire ai consumatori. ? solo da poco che il gruppo torinese sta pensando di produrre una vettura in quel famoso segmento ?low cost? che, purtroppo per Marchionne, si sta gi? saturando e dove si stanno affermando altri marchi, primo fra tutti Dacia (costruttore rumeno controllato da Renault). I pi? esperti dicono che ormai sia inevitabile per Fiat un?alleanza con un altro costruttore. Certamente lo ?, ma potrebbe non bastare. Sono troppi gli errori del passato che il gruppo sta pagando e pagher? ancora. Innanzitutto la concentrazione di tutti i marchi italiani in unico gruppo. Questo ha eliminato una sana concorrenza gi? solo sul mercato interno. Si pensi, per esempio, alla rivalit? esistente tra Mercedes e Bmw in Germania, tra due citt? (Monaco e Stoccarda) e due modi di concepire l?auto. Una differenza che in passato esisteva tra Fiat e Alfa Romeo, tra Torino e Milano. Da anni non c?? pi? e non ? un bene, perch? la logica del gruppo ? evitare sovrapposizioni e ?cannibalizzazioni? tra modelli dello stesso segmento. Un gruppo automobilistico dovrebbe pensare ad alleanze internazionali. E in questo senso ? significativa l?esperienza di Volkswagen. Il gruppo tedesco, infatti, non soffre grossa competizione tra i due marchi nazionali (Audi e Volkswagen), avendo scelto differenti strategie di mercato e di diversificazione del prodotto. Inoltre l?acquisizione di Seat e Skoda gli permette di diversificare i propri marchi rispetto alle esigenze dei clienti e, soprattutto, di ?presidiare? geograficamente gli stabilimenti (sono presenti in Spagna, Germania e Repubblica Ceca) e i mercati dell?Europa occidentale, orientale e mediterranea. Inoltre, la forza di un gruppo come quello tedesco sta anche nell?offrire alle classi pi? basse delle autovetture le conoscenze e le innovazioni portate da quelle pi? alte. Valga per tutti l?esempio della nuova Seat Ibiza, curata dal punto meccanico-telaistico dai tecnici dell?Audi. In tal senso pensate a che appeal potrebbe avere sul pubblico una Fiat che in alcuni dettagli, motoristici per esempio, fosse curata dalla Ferrari, anzich? dall?Abarth! (l?idea ? stata lanciata pi? volte da Berlusconi, senza riscuotere successo, anzi?). In ogni caso, l?attuale posizionamento non baster? al gruppo tedesco per superare indenne la recessione alle porte, ma gli permetter? di aver vita pi? facile di quello italiano che, pi? che pensare a un?aggregazione dovrebbe, a mio avviso, pensare a una sua grande rivoluzione ?interna?. Innanzitutto cedere i marchi Lancia e Alfa Romeo. Marchionne stava riuscendo a fatica a farli marciare e per il 2009 erano previsti nuovi e interessanti modelli. Soprattutto per il Biscione, che ancora pu? contare su un certo appeal sul pubblico, essendo stata storicamente la casa sportiva nazionale, la prima a correre in Formula 1 e ad aver dato ?ospitalit?? al genio di Enzo Ferrari. Un patrimonio che, schiacciato dalle logiche del gruppo, potrebbe essere definitivamente perso. La Mi.To, per esempio, ? s? un?auto apprezzabile dal punto di vista estetico e anche tecnico, ma non perfetta per un vero alfista (pu? sembrare banale, ma la casa del Portello, quando ancora non era nel gruppo, mai si sarebbe sognata di costruire un?auto a trazione anteriore!). L?altra casa di Torino, invece, soffre tremendamente la concorrenza tedesca, essendo nata e caratterizzata dal ?viaggiare nel confort e nel lusso?. Forse sarebbe stato saggio, in tempi passati, lasciare che l?Alfa Romeo passasse nelle mani della Ford, da sempre alla ricerca di un marchio dal sapore sportivo e che, pi? volte nella storia, cerc? addirittura di ?cavalcare? il cavallino rampante di Ferrari. Forse non ? troppo tardi per accorgersi che ?l?italianit?? rischia, come nel caso di Alitalia, di trasformarsi in un pericoloso boomerang. Fiat potrebbe poi decidere di lanciarsi senza esitazioni nel segmento delle vetture low cost e, soprattutto grazie alle partnership instaurate con case cinesi, russe e indiane, potrebbe anche pensare di produrle al di fuori della Penisola. Certo, questo sarebbe un grosso colpo per l?occupazione interna, ma non tutto dovrebbe essere costruito e prodotto all?esterno. L?eccellenza italiana esiste infatti, oltre che nel design, nel settore dei motori. Fiat ? stata la prima casa a montare il common rail sui motori alimentati a gasolio, dando il via alla ?rivoluzione? dell?iniezione diretta. Senza dimenticare il twin spark e il boxer dell?Alfa Romeo: motori capaci di trasmettere emozioni sportive al volante. E che dire del tema del rispetto dell?ambiente? Fiat ? gi? in grado di offrire vetture in linea con gli standard Euro 5 (obbligatori dal 2010), a basse emissioni di CO2 e da anni equipaggiate per viaggiare a metano. In sintesi l?Italia potrebbe benissimo pensare di smettere di essere costruttore e specializzarsi diventando fornitore di componenti e di "stile" per l?auto. Questo sempre che si voglia mantenere il patrimonio italiano automobilistico. L?alternativa ? diventare terra di ?colonizzazione?. Basta guardare a quello che ? successo in Inghilterra, altra terra di tradizione automobilistica, dove i costruttori nazionali sono spariti, e l?isola d?oltremanica ? diventata l?avamposto europeo di Toyota. Pensiamoci, o rischiamo di difendere a tutti i costi un fortino che al suo interno pu? restare senza neanche una moneta d?oro. http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=10338
  17. La grande guerra per l?eredit? tra Margherita e i grandi ?vecchi? Fiat ? finita - A tendere la mano per primo (?un contributo costruttivo?) ? stato G.L. Gabetti - (Di scritto ancora nulla, ma la notizia gira a Torino e viene datA PER sicura) Di scritto non c'? ancora nulla, ma la notizia gira a Torino e viene data per sicura. La grande guerra per l'eredit? di Gianni Agnelli tra la figlia Margherita e i grandi "vecchi" della Fiat, Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti, ? finita. Sembra infatti che dopo mesi di furibonde polemiche che hanno mobilitato uno stuolo di avvocati e occupato pagine di giornali, la madre di Yaki e Lapo stia per chiudere una transazione soddisfacente. Cala cos? il sipario sulla scena pi? brutta della saga familiare che ha visto contrapposti la primogenita dell'Avvocato e la madre Marella, una storia di parenti "potenti e serpenti" dove la sequenza pi? brutta ? stata vista ai funerali dell'editore Carlo Caracciolo (fratello di Marella Agnelli) quando la 53enne Margherita (sposata De Pahlen) e i due figli (Yaki e Lapo) non si sono nemmeno salutati. Per molti mesi si ? discusso sulla sede del processo; per Margherita che abita a Losanna il giudizio avrebbe dovuto svolgersi in Svizzera poich? nella vicenda dell'eredit? era chiamato in causa anche il finanziere Siegfried Maron che ha la cittadinanza in quel paese. Nell'ottobre scorso ? arrivata la decisione di svolgere il dibattimento a Torino e da quel momento si ? cominciato a tessere una tela sottile per evitare lo scontro frontale con Gabetti e Grande Stevens, i due tutori della Sacra Famiglia degli Agnelli. A tendere la mano per primo ? stato proprio Gabetti che in un'intervista i primi di dicembre si ? dichiarato disponibile "a dare un contributo costruttivo e se possibile pacifico al ripristino della verit?". L'anziano avvocato riprendeva la volont? espressa da John Elkann di risolvere il "grosso malinteso" e sono bastate queste parole per convincere l'inquieta Margherita (dietro la quale ? apparsa sempre chiara l'aggressivit? del marito De Pahlen) a sedersi intorno a un tavolo per trattare la resa. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-2219.htm
  18. Moggi: "Arbitri in buona fede? Una favola, chi ci crede pi?" L'ex dg della Juventus risponde cos? a Moratti e Cobolli Gigli in riferimento agli errori arbitrali di questo campionato: "Se in passato sbagliavano in favore della Juve erano in malafede, mentre ora che sbagliano a favore dell?Inter lo fanno in buona fede?" Milano, 23 dicembre 2008 - "Buona fede arbitrale di oggi al posto della malafede del passato? Ma chi ci crede pi?". Luciano Moggi risponde cos? sulle colonne di "Libero" ai presidenti di Inter e Juve Moratti e Cobolli Gigli in riferimento agli errori arbitrali di questo campionato. "Coloro che hanno sbagliato a Siena a favore dell?Inter - prosegue Moggi - sono gli stessi che sbagliavano in passato (Griselli e Calcagno) e se in passato sbagliavano in favore della Juve erano in malafede, mentre ora che sbagliano a favore dell?Inter lo fanno in buona fede?. Errori e aiutini vari ci sono sempre stati e l?unica cosa che varia ? l?interpretazione che ad essi viene data. Oggi sono tutti pronti a dire che la sudditanza psicologica non esiste, salvo poi notare che il potente viene guardato in altra maniera e che a farne le spese sono sempre le piccole. In passato non ci sono stati complotti e macchinazioni, perch? diversamente se ci fossero stati prima, ci sarebbero anche oggi. Il sempre attento Mughini ha detto di voler leggere le intercettazioni, ?non quelle delle chiacchiere da bar, ma di una almeno dove si dimostri che qualcuno sia stato corrott?. Questa domanda la pongo a Moratti e nello stesso tempo gli faccio presente che l?unica societ? che in quei tempi aveva contatti diretti con un arbitro in attivit? era l?Inter". http://quotidianonet.ilsole24ore.com
  19. Ma infatti il gioco non ? favorire l'Inter su ogni azione. Il gioco ? che quando voi siete nella m***a o quando il risultato ? a rischio, si interviene con la lima. ( o con la raspa, a seconda di cosa serve, questa volta hanno usato la raspa)
  20. Dagli spalti cantavano "sapete solo rubare". Non dico altro.
  21. qui dentro ormai posto quasi solo pi? io... per? a volte gli eventi.... "Siena penalizzato, non sfortunato" Giampaolo:"Fatico ad accettare " "C'? amarezza, un Siena generoso e penalizzato, pi? che sfortunato. Questa ? la mia puntualizzazione. Mi spiace, ma faccio fatica ad accettare la sconfitta per come ? maturata. I miei ragazzi hanno fatto una prova straordinaria". L'allenatore del Siena Giampaolo analizza con queste parole il ko interno dei suoi ragazzi nel secondo anticipo di serie A. "Il secondo gol ci pesa, ? nettamente in fuorigioco". Concesso un gol agli onestoni con 4 (e dico quattro) giocatori in fuorigioco. Buon campionato irregolare taroccato e da annullare a tutti!
  22. F1, Ecclestone contro Montezemolo "Abbiamo comprato la fedelt? Ferrari" A Bernie Eccletone non sono piaciute le dichiarazioni di Luca di Montezemolo, presidente della Ferrari e della Fota (l'associazione dei Costruttori) a proposito dell'attuale spartizione degli introiti della F1 gestiti: "La Ferrari prende soldi extra rispetto alle altre squadre, circa 80 milioni di dollari. Abbiamo 'comprato' la fedelta' della Ferrari. Il nostro era: noi pagavamo in modo che loro non andassero da un'altra parte". Montezemolo aveva detto che la Fota in questi giorni avrebbe discusso con Ecclestone per rivedere le cifre che incassano attualmente le squadre, che sono circa il 50% degli introiti della F1. Troppo pochi, secondo Montezemolo il quale non si spiega neanche il motivo per cui il Canada non sia pi? presente nel calendario della F1, e il motivo per cui parecchi sponsor stiano abbandonando i team minori. La replica di Ecclestone non si ? fatta attendere. E che replica! Sulle colonne del 'Times', il patron della F1 ha gettato veleno sulla Ferrari: "La sola cosa che Montezemolo non ha menzionato- ha detto Bernie- ? il fatto che la Ferrari prende soldi extra rispetto alle altre squadre e che da anni riceve cose extra. La Ferrari prende pi? soldi di tutti gli altri. Sanno esattamente quanto prendono. Non sono stupidi, anche se non sono neanche cosi' brillanti. Ricevono 80 milioni di dollari in pi?. Quando vincono il campionato Costruttori, come hanno fatto quest'anno, prendono 80 milioni in pi? anche se lo vince la McLaren". Ecclestone ha raccontato che "l'accordo speciale" con la Ferrari risale al 2003, quando i Costruttori minacciarono di lasciare la F1 per creare un campionato parallelo se non si fosse rivisto il 'Patto della concordia'. "La Ferrari era l'unica squadra ad aver rotto il fronte con gli altri Costruttori. Perch? lo hanno fatto? Ecco dove arrivano gli 80 milioni. Abbiamo 'comprato' la Ferrari. Abbiamo 'comprato' la fedelta' della Ferrari. Il nostro accordo con la Ferrari era questo: noi li compravamo in modo che loro non andavano da un'altra parte". Montezemolo aveva chiesto anche piu? trasparenza da parte di Ecclestone nella gestione degli affari della F1. Cosa che il patron della Foa ha preso come un attacco alla sua etica. "Loro hanno il diritto di inviare delle persone nell'azienda per cercare tutto. La Ferrari in particolare, pi? di ogni altro, fin dal primo giorno ha avuto questo diritto ma non lo ha mai fatto. Abbiamo dei banchieri qui e abbiamo il personale del CVC Capital Partners che controllano ogni singola cosa. Per cui faremo causa a chiunque comincia a dire che abbiamo fatto qualcosa di sbagliato". Eccestone ha poi detto che non conceder? aumenti alle squadre: "Quello che Montezemolo dovrebbe fare, anzich? chiedere soldi, sarebbe di divedere quel denaro con le altre squadre". Poi la spiegazione sull'esclusione del Canada dal calendario della F1: "La ragione della sua esclusione ? stata discussa con tutte le squadre, inclusa la Ferrari, ed erano concordi sul fatto che la cifra che il Canada pagava non era lontanamente sufficiente". Infine l'ultima stoccata a Montezemolo: "E' un peccato che non sia in contatto con le persone che sembrano gestire la compagnia in contrapposizione a ci? che egli fa, lavorando come ufficio stampa". Dopo questo attacco frontale, da Maranello ? arrivato subito un secco 'no comment': "Non abbiamo nulla da commentare rispetto alle dichiarazioni rilasciate da Bernie Ecclestone sul Times. Possiamo solo dire che il tema dei ricavi ? di grande attualit? in questo particolare momento della F1". http://www.sportmediaset.it Bene Luchino. Pi? nemici hai, meglio
  23. MISTER MISTERI: "NON SONO UNO SPIONE"... Edoardo Montolli per "Oggi" La voce stanca, ma tagliente, del superconsulente informatico arriva di notte da un telefono sulla Salerno-Reggio Calabria. Lui sta tornando a Palermo, dove vive. ?Scusi l'ora, ma ho avuto da fare con il processo sull'omicidio del capomafia di Siderno?. Gioacchino Genchi, 48 anni, ? l'uomo-chiave di Why Not?, l'inchiesta dell'ex pm Luigi De Magistris che ha causato in questi giorni sequestri e controsequestri degli incartamenti tra magistrati e il conseguente trasferimento di procuratori e pubblici ministeri. Mai successo prima. Salerno che accusa Catanzaro di aver orchestrato un complotto per togliere la madre di tutte le inchieste a De Magistris. Catanzaro che risponde tuonando proprio contro il principale artefice di quell'inchiesta: Genchi. Perch? possiederebbe un misterioso archivio informatico con 578.000 richieste anagrafiche, tra cui parlamentari, giudici e 007? Un archivio ?illegale?, scrivono i magistrati di Catanzaro, che ((attenta al diritto alla privacy? e che conterrebbe pure 'utenze coperte dal segreto di Stato?. Possibile che lo schivo superconsulente Genchi, massimo esperto nell'analisi dei tabulati telefonici, diventi una figura inquietante? La nostra intervista esclusiva comincia da qui, dall'archivio segreto. Genchi, lei ? indagato? ?A oggi mi risulta di no. Peraltro nemmeno riesco a immaginare da chi e per quale reato. Questi polveroni si alzano ogni volta che mi occupo di indagini che riguardano i politici. Tutti i dati che raccolgo su incarico di pubblici ministeri o giudici fanno parte dei fascicoli processuali. E ne viene data copia integrale ai difensori. Di segreto, quindi, non c'? nulla. Quanto ai numeri, sono state agitate cifre senza senso, con l'evidente scopo di denigrare me, il dottor De Magistris e in ultimo i magistrati di Salerno, che hanno riconosciuto come perfettamente regolare il mio operato. Se poi contiamo i dati che posso trattare io in un anno, sono pari a circa l'uno per cento del pi? modesto degli studi legali?. E le utenze di servizi segreti e parlamentari? E i numeri coperti da segreto di Stato? Questa poi... Quando trovo un numero di telefono durante un'indagine, lo accerto. E se trovo un numero dei servizi, che posso farci? Non mi pare che siano al di sopra della legge. E nella Why Not? sono state rilevate le utenze di autorevoli soggetti dei servizi e del Ros dei Carabinieri. La fandonia delle utenze "coperte da segreto di Stato" ancora non l'avevo sentita. E mi spiace che a parlarne siano stati dei magistrati. Come si pu? stabilire da un tabulato che un numero di telefono ? "coperto da segreto di Stato"? Dove ? scritto? Questo ? ridicolo?. Ma lei ha trattato utenze di parlamentari, cosa proibita? "Ogni volta che ho trovato utenze di parlamentari l'ho immediatamente segnalato al pubblico ministero. Altra cosa accade per? quando i parlamentari risultano in contatto con gli indagati di cui ho acquisito i tabulati. Ebbene questo s?. Di contatti telefonici cosiddetti indiretti ce ne sono tantissimi. Inoltre, se un deputato usa un cellulare intestato ad altri, non c'? nessun modo per stabilire a priori che si tratti di lui. Per? c'? un aspetto pi? grave. Alcuni parlamentari, ed ? accaduto per uno in particolare, hanno attivato decine di schede e le hanno messe in mano anche a soggetti vicini a killer mafiosi: su quelle utenze non si ? potuta compiere alcuna attivit? di controllo. Nel caso specifico, fu accertato che mentre il parlamentare si trovava a Roma, gli altri suoi cellulari operavano in Calabria. Possiamo pure gridare allo scandalo, ma a vergognarsi dovrebbe essere chi consente queste cose e non io, che ho interrotto ogni attivit? relativa a quell'indagine?. Non pu? rivelare un fatto tanto grave senza precisano: di che parlamentare si tratta? ?Se la Commissione Antimafia m'interrogasse in proposito, non avrei alcuna difficolt? a fornirne il nome?. Lei ? stato estromesso dall'indagine Why Not?e il suo posto ? stato preso dai carabinieri del Ros. Nella loro relazione si sostiene che lei abbia trattato l'utenza dell'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella (episodio che fu all'origine del braccio di ferro con De Magistris) senza la necessaria autorizzazione, visto che si trattava di una scheda intestata alla Camera dei Deputati. ?Quando trattai l'utenza poi risultata nella disponibilit? di Mastella, il numero era gi? passato dalla Tim alla Wind e intestato al Dipartimento delL'Amministrazione Penitenziaria, e da questo mai si sarebbe potuti risalire a Mastella. Ma dico di pi?. Quel numero, in sei anni di vita, mai era stato nemmeno intestato a qualcuno o qualcosa che fosse riconducibile alla sua persona, pur avendo cambiato tre schede e ben diciotto cellulari. Chiunque, compreso il Ros, deve accertare bene gli intestatari di un'utenza o pu? incorrere in errori come quelli che in passato hanno portato a tragici eventi. Il professor Marco Biagi ? stato ammazzato proprio per un errore di questo tipo, poich?, a causa di una ricerca svolta male, non trovando le autorit? traccia nei tabulati delle minacce telefoniche che lui subiva da tempo, non gli ridiedero la scorta. Facendolo quasi passare per un mitomane. Perci? si deve fare parecchia attenzione in queste indagini?. Tornando a Mastella, forse il ministro teneva alla privacy. ?Pu? darsi. Appena scoprii che quel numero lo usava lui, lo comunicai a De Magistris. Ma le dir? ancora di pi?, a proposito di privacy. Ho recentemente scoperto, analizzando le intercettazioni di Toghe Lucane [un'altra inchiesta scottante di De Magistris, ndr] che Mastella ? stato anche intercettato mentre trattava faccende locali con alcuni esponenti di centrosinistra. In quel caso usava un altro telefono e ci? dimostra le difficolt? nel districarsi in questa materia, in cui il Ros non ha fatto certo una bella figura, determinando questo polverone. E c'? ancora un fatto non proprio irrilevante: le indagini che ha svolto il Ros di Roma sul mio conto e sul dottor De Magistris sono abusive?. Abusive? In che senso? ?La Procura Generale di Catanzaro non poteva delegare al Ros di compiere indagini su un magistrato del proprio ufficio. L'accertamento per De Magistris poteva farlo solo la Procura di Salerno. E per me, ove fossero emersi elementi di reato, quella di Palermo, dove io lavoro e dove ho svolto tutte le mie attivit?. Ci? non ? avvenuto perch? non c'era alcun reato. E inoltre, se nessuna indagine poteva dunque essere delegata al Ros di Roma, ancora meno poteva essere delegata a quelle particolari persone del Ros. Se i tabulati acquisiti avevano un senso, non si potevano affidare ai soggetti che emergevano proprio dagli stessi tabulati. Quindi...'. Quindi che cosa ne desume? ?La vicenda dell-archivio Genchi" ? stata solo la scusa tirata fuori dal cilindro per giustificare l'assurdit? commessa. E ha trovato sponda in persone ben precise e molto interessate, che si sono premurate di attaccarmi anche in Parlamento. Sa come si dice, no? La gallina che canta per prima ? quella che ha fatto l'uovo?. Un'ultima domanda. Il suo lavoro, in seguito a tutti questi attacchi istituzionali, ? diminuito? 'No. Continuo anche a lavorare con diversi magistrati di Catanzaro, per cui ho svolto consulenze prima e dopo l'allontamento del dottor De Magistris?. Com'? possibile, con quello che ha scritto di lei la Procura Generale di Catanzaro? ?La Procura della Repubblica di Catanzaro non ? la Procura Generale di Catanzaro. Se la legge prevede che ci siano due uffici con distinte competenze non ? un caso. In questo tengo a ribadire che a Catanzaro ci sono tantissimi magistrati per bene, che lavorano in condizioni disumane, in una realt? criminale che ? in assoluto la pi? difficile e complessa di tutta Italia. Palermo, in confronto, sembra la Svizzera. E consideri con attenzione il paragone che ho fatto?. http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-2165.htm
  24. Fiat, nel 2009 solo due debutti: 500 cabrio e Alfa 149 di Emilio Bonicelli ?Puoi fare l'auto pi? bella del mondo, ma che cosa succede se nessuno la compera??. Il presidente della Fiat e di Ferrari, Luca di Montezemolo, parte da questa domanda per spiegare alcuni effetti della crisi e del crollo mondiale delle vendite sulla Casa di Torino costretta ad allungare la cassa integrazione. ?Stiamo arrivando a decidere di non fare nel 2009 il lancio di auto nuove, che sono gi? pronte, ma che forse meritano di essere proposte in momenti migliori?. Probabile rinvio, dunque, per la presentazione al pubblico di alcuni nuovi modelli del gruppo Fiat, in attesa di tempi ?pi? propizi?. Confermato invece il debutto della nuova Fiat 500 Cabrio e della Alfa 149. La Casa di Torino, tuttavia, ? messa meglio di altri competitori che vedono cali anche del 40/50 per cento. Anzi, se non si fosse innescata questa tempesta senza precedenti, il Gruppo Fiat avrebbe vissuto nel 2008 il ?miglior anno di sempre?. Se poi la crisi sar? breve, potrebbe anche essere un bene perch? ci sar? una ?pulizia? in un mercato, dove operano ?troppi costruttori?. Se invece i tempi si allungheranno ?oltre il secondo semestre?, allora la situazione diventerebbe ?dura per tutti?. In ogni caso sar? la Casa di Torino a decidere con chi allearsi. ?Possiamo scegliere?. Circa poi possibili interventi statali a sostegno delle Case costruttrici, di cui si parla, Montezemolo ci tiene a precisare che ?nessun parlamentare pu? dire di aver ricevuto da me o dall'amministratore delegato, Sergio Marchionne, una telefonata in cui sia stato chiesto aiuto economico?. La crisi, invece, non avr? effetti significativi sulla Ferrari, perch? ?Il lusso non soffre?. Per la Casa del Cavallino Rampante il bilancio 2008 sar? il migliore della sua storia per numero di auto vendute, fatturato e utili. Anche il 2009 non sar? intaccato dal generale crollo delle vendite di auto. Non ci saranno tagli e il peggior scenario che si pu? ipotizzare sarebbe il blocco del turn over alla fine del prossimo anno. ?Enzo Ferrari ? racconta Montezemolo ? mi diceva negli anni 70 che, crisi o non crisi, 1.500 pazzi che compravano una Ferrari li avremmo comunque trovati. Credo che, adeguando i numeri, 6.000 pazzi continueremo a trovarli?. Montezemolo parla alla pista di Fiorano (Modena) nei pressi della cittadella del Cavallino Rampante, in occasione dell'incontro natalizio con i giornalisti sportivi che seguono le Rosse sui circuiti del mondo. Tra i temi, ovviamente, la Formula 1. Per il 2009 non ci sar? il motore unico, e questo ? un bene, ma una sana competizione tecnologica e sportiva. Vi sar? anche un ?segnale molto forte? di riduzione dei costi. ?Per i motori stiamo parlando del 50% in meno in un anno?. Per questo suscita perplessit? la decisione della Fia di introdurre il Kers, cio? il costoso sistema di recupero dell'energia cinetica in frenata. ?Il Kers oggi ? un errore ? conclude Montezemolo ? perch? ? una cosa a s?, che non ? trasferibile sulla produzione di serie?. Infine l'annuncio che dal prossimo anno in Formula 1 la Ferrari avr? un nuovo importante sponsor. Si tratta del gruppo indiano Tata, guidato dall'imprenditore Ratan Tata, gi? fornitore del Cavallino Rampante e in stretta collaborazione con la Fiat, con la quale produrr? in India la Grande Punto e la Linea. ?Per la prima volta un marchio indiano comparir? sulla Ferrari. ? un fatto storico?, ha commentanto il presidente Montezemolo che ha anche annunciato che a met? gennaio verr? presentata la monoposto per il 2009. http://www.ilsole24ore.com
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