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LUCCAL

Tifoso Juventus
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  1. Oh perbacco non me lo aspettavo... davvero strano . Io sono un tifoso rancoroso, perchè tutti i giorni faccio il tifo per tutte le partite che ho visto fino al 2006, e le difendo come stessero giocando ancora oggi. Leggere queste cose, sempre con ritardo, sempre colpevolmente e deliberatamente in ritardo , e peggiori molto peggiori rispetto ad altre situazioni inesistentiche la Juventus ha pagato ingiustamente. Non fa altro che confermare che la partita che festeggerò come fossi un matto scappato di casa, è, e sarà, solo quando tutti i complici saranno puniti, se mai lo saranno. Nel frattempo si attaccano al razzo di vedermi partecipe di un solo centesimo al carrozzone.
  2. Corriere dello sport Indagine ipsos su numero tifosi serie a: Juve 7,9 mln Inter 4,2 Milan 3,8 Napoli 3 I diritti TV che pagate sono correttamente distribuiti?
  3. Da Corsera: Giancarlo Devasini e il ceo di Tether, Paolo Ardoino, hanno deciso di lanciare di una nuova stablecoin, Usat, in linea con le nuove regole di Genius, la norma voluta da Donald Trump Può davvero l’italiano Giancarlo Devasini diventare il quinto più ricco al mondo, dietro Elon Musk, Larry Ellison, Mark Zuckerberg e Jeff Bezos, e parecchio più di Warren Buffett? In teoria sì, se andasse in porto l’operazione annunciata da Tether, la società di cui lui è fondatore, presidente e il maggior azionista: le sue azioni varrebbero almeno 224 miliardi di dollari, secondo i calcoli del Bloomberg Billionaires Index. Ma gli interrogativi sono innumerevoli circa la possibilità che Tether raccolga dai 15 ai 20 miliardi di nuovi finanziamenti per il 3% del suo capitale, arrivando alla valutazione di almeno 500 miliardi di dollari. .... omissis. Devasini e il ceo di Tether, Paolo Ardoino, hanno deciso una svolta fondamentale: il lancio di una nuova stablecoin, Usat, in linea con le nuove regole di Genius: «supportata da riserve trasparenti, una solida governance e leadership americana fin dal primo giorno», specifica il comunicato stampa. Com'era il dubbio ? chissà se i soldi sono veri o poi vanno in fallimento.. ma magari l'erede vendesse tutto.
  4. Mi fa sorridere l'approccio di far finta di cercare sempre le giustificazioni per ogni possibile comportamento, situazione, scenario politico, scenario economico...e chi più ne ha più ne metta. Le chiacchiere stanno davvero a zero. I fatti sono davanti agli occhi di tutti. Se non ci si arriva lucidamente poichè coinvolti, basta distaccarsi e guardare la realtà di ciò che fanno gli tutti altri nelle medesime situazioni, e cioè : Si difendono da attacchi e accuse false, fino a mentire se ce n'è bisogno e intrallazzare se ce n'è bisogno, manifestare se ce n'è bisogno. c'è solo un caso che io conosco di questo tipo che dichiara di essere la soluzione e non il problema, autoflagellandosi anche per cose altrui, indovinate quale.
  5. Scusate se riporto il testo dell'intervista alla carta del bagno della quisling fan Christillin: "Per la SuperLega piansi al cimitero. Lo scherzo dell'Avvocato Evelina, ex sciatrice di livello, una vita dedicata allo sport: "Le altre bambine volevano l'album degli animali, io quello dei calciatori. A Gianni Agnelli piaceva Platini perché gli teneva testa, ci rimase male quando Moggi e Giraudo vendettero Zidane. La Juve di oggi? Dignitosa, ce la facciamo bastare" Una vita per la Juve, per lo sci, per lo sport. Una testimone del suo tempo, a cavallo tra i millenni. Evelina Christillin ha vissuto da vicino un pezzo di storia della Juve, è stata presidente del Comitato promotore dei Giochi invernali di Torino 2006, ha rappresentato l’Uefa nel consiglio Fifa. Cominciamo dalla Juventus, il grande amore. Il suo primo contatto con la Juve? “Nella stagione 1966-67. Ero una bambina. Mia sorella e le mie amiche chiedevano gli album degli animali, io volli l’album dei calciatori. Sandro Salvadore, un difensore roccioso, era il mio preferito. Mi piaceva perché aveva una bella faccia e perché era nato il 29 novembre, due giorni dopo di me. Avevo poi una simpatia per il Venezia, mi piacevano le loro maglie neroverdi e ammiravo Ferruccio Mazzola, fratello di Sandro e figlio del grande Valentino. Per anni, ho fatto gli album Panini, poi sono passata al Fantacalcio”. Come nasce la sua amicizia con l’Avvocato Agnelli? “Ero compagna di scuola di sua figlia Margherita e mio padre Emilio, ex pilota della Lancia, era un suo grande amico. Le nostre famiglie si frequentavano, io e mia sorella siamo cresciute con Margherita e suo fratello Edoardo”. La Juve dei suoi vent’anni: si innamorò di Antonio Cabrini, come tante ragazze dell’epoca? “Innamorata no. Lo trovavo bello e simpatico. Siamo amici e continuiamo a sentirci. Per la verità, a me piaceva Tardelli. Marco però sposò un’altra mia compagna di classe, Alessandra Grassi. I giocatori della Juve frequentavano la nostra scuola, venivano a prenderci con le loro macchine. Io però feci un’altra cosa, a un certo punto mi misi a giocare a bridge, assieme a Beppe Furino e a Oscar Damiani”. Quando è che l’Avvocato la fece salire per la prima volta sul suo elicottero? "Credo che sia stato nel 1971. Ero sciatrice, azzurra nella nazionale B, avevo partecipato a qualche gara di Coppa del Mondo. Ero bravina, non bravissima. L’Avvocato andava a sciare con l’elicottero e un giorno disse a mio padre: 'La prossima volta porta la ragazzina, voglio vedere come scia'”. Lei è stata sciatrice di livello. Era la rivale di Claudia Giordani, campionessa azzurra degli anni Settanta e figlia di Aldo, telecronista del basket. “Gareggiavo in slalom speciale e in gigante. All’inizio andavo più forte di Claudia, poi lei mi ha superato e io ho dovuto scegliere tra lo sport, gli studi e il lavoro, e ho smesso di gareggiare”. È vero che l’Avvocato l’aveva soprannominata “Moon Face”, Faccia di Luna. “Verissimo. Avevo un visto tondo, sembrava una mela. La mia nipotina di 14 anni è uguale a me. La prendono in giro e io le dico: 'Guarda che io alla tua età ero come te'”. Agnelli la volle presidente del comitato promotore delle Olimpiadi invernali di Torino 2006. "Era il 1998 ed ero la ragazza 'messa lì dall’Avvocato'. Lui mi procurò i primi due appuntamenti per promuovere la candidatura di Torino. Così incontrai Jean-Claude Killy, fuoriclasse francese dello sci, che perorava la causa di Sion, perché viveva in Svizzera, e Juan Antonio Samaranch, presidente del Cio. Killy a Ginevra mi disse che avevo una chance su mille. Con Samaranch a Barcellona parlai soltanto di calcio. L’Avvocato mi telefonò: 'Pare che i tuoi colloqui non siano andati bene. Dicono che sei una ragazza simpatica e carina…'. Risposta mia: 'Avvocato, facciamo così, mi dia altri due mesi. Se non riesco, ritorno a fare il docente di Storia all’università'. Andò bene, convinsi Samaranch. Ottenemmo l’Olimpiade e nominammo Killy presidente della commissione di coordinamento dei Giochi 2006, lui accettò con entusiasmo. Killy è stato il mio idolo giovanile, ero andata a seguirlo all’Olimpiade di Grenoble nel 1968”. In elicottero con l’Avvocato. “Si volava in montagna per sciare, si atterrava a Villar Perosa per salutare la squadra, i giocatori andavano quasi in pellegrinaggio da lui, e poi si decollava per Torino e si andava alla partita. Un grande classico dei derby con il Toro era lo scherzo a Boniperti. Il presidente lasciava lo stadio all’intervallo ad ogni partita, ma contro il Toro anche prima. Correva a casa, si rinchiudeva nello studio con i tappi nelle orecchie perché dalla sua abitazione sentiva i boati del Comunale. Non voleva sapere il risultato. Finita la partita, l’Avvocato passava da lui e gli raccontava cose incredibili, inventava cose assurde. Boniperti diceva: 'Non è possibile, non è possibile' L’Avvocato rinfacciava a Boniperti di non aver acquistato Maradona, nonostante la sua segnalazione precoce, quando Diego era giovanissimo. “È vero, era una presa in giro affettuosa. Boniperti stava allo scherzo e rispondeva di essere troppo cattolico per ingaggiare un giocatore con un cognome vagamente blasfemo (Maradona, Madonna, ndr). Boniperti, come tutti noi, frequentava la parrocchia di San Vito. Le nostre erano famiglie molto religiose. Agnelli aveva saputo del giovane Diego tramite i suoi contatti internazionali, Fiat Argentina, credo. A casa Agnelli, c’era un centralino che aveva o reperiva i numeri di telefono di chiunque. L’Avvocato chiamava a qualunque ora. Mi ricordo il nome del capo centralinista, Spiro. Non c’erano i cellulari. Da lì partivano telefonate per il mondo intero”. È vero che l’Avvocato guardava con benevolenza al Torino? “Sì, sia lui sia Boniperti nutrivano un sacrosanto rispetto per il Grande Torino ed erano stati toccati nel profondo dalla tragedia di Superga. Una volta, al Comunale, il Toro perdeva di brutto contro la Juve. Il sindaco Diego Novelli, tifoso granata, si voltò verso Agnelli e in piemontese gli disse: 'Avvocato, basta così, per favore'. E Gianni, sempre in piemontese e senza cattiveria: 'Non si preoccupi, andrà meglio la prossima volta'. Molti presidenti del Torino venivano dal mondo dell’indotto della Fiat. E il Toro aveva un parco macchine di cortesia della Fiat. Da parte nostra non c’era alcun risentimento nei confronti del Torino. Non credo che si possa dire altrettanto dei tifosi granata, loro ci detestano. Del resto, per noi la partita più sentita è quella con l’Inter, il derby d’Italia”. Perché l’Avvocato aveva una preferenza per Platini? “Perché Michel aveva e ha un’intelligenza superiore e gli teneva testa, rispondeva alle sue battute, laddove la gran parte dei giocatori restava zitta, in timoroso silenzio. Agnelli lo acquistò per pochi milioni dal Saint Etienne e disse la famosa frase: 'Abbiamo preso Platini per un tozzo di pane e ci abbiamo messo sopra il foie gras'. Con Michel ci sentiamo. Come con Del Piero. L’altro giorno con Ale abbiamo parlato di politica estera, di Trump. Lui ha vissuto in America, a Los Angeles, conosce la situazione”. I soprannomi dell’Avvocato erano taglienti. “Vero. Bello di notte per Boniek, Pinturicchio per Del Piero, Coniglio Bagnato per Baggio, Una volta in aeroporto, eravamo in partenza per una trasferta e l’Avvocato disse a Boniek: 'Caro Zibì, domani giocheremo di giorno, non potrà fare il Bello di Notte'. Boniek rispose con prontezza: 'Avvocato, vorrà dire che domani in campo metterò gli occhiali da sole'”. E Zidane? “Gianni ci rimase male per la sua cessione al Real Madrid. Moggi e Giraudo gli avevano assicurato che non lo avrebbero mai venduto, però lo cedettero. Si arrabbiò in silenzio, senza dire nulla, perché non interferiva nel lavoro dei dirigenti e degli allenatori. Non diede mai un consiglio di formazione ad alcun allenatore, di questo sono sicura”. Il suo momento più brutto al seguito della Juve? “La finale di Coppa dei Campioni ad Atene, nel 1983, contro l’Amburgo. Alla vigilia, nel nostro ritiro, si respirava uno strano nervosismo. In campo, i nostri giocatori vennero paralizzati dal gol di Magath. Come se non bastasse, sul nostro volo di ritorno Piero Fassino (tifoso juventino e all’epoca dirigente del Pci, ndr) stette male per un’infezione intestinale contratta in chissà quale buffet. Non fu una cosa simpatica. Atterrati a Caselle, Fassino venne portato in ospedale”. Gianni Agnelli, scomparso nel 2003, come avrebbe vissuto Calciopoli nel 2006? “Credo che si sarebbe comportato come suo nipote John Elkann, da lui scelto come erede alla guida della famiglia. Nel 2006, al processo sportivo, l’avvocato Zaccone, difensore della Juve, disse che la retrocessione in Serie B con penalizzazione sarebbe stata una pena accettabile e questo significa qualcosa. Penso che l’Avvocato, con la morte nel cuore, avrebbe detto la stessa cosa”. Moggi continua a professarsi innocente. “Dal suo punto di vista, fa bene, tanti tifosi sono con lui e non si può dire che da altre parti non sia successo nulla, mi riferisco per esempio al passaporto falso di Recoba dell’Inter. A me sembrava evidente già allora che la Juve godesse di una certa sudditanza psicologica da parte degli arbitri”. Con la vicenda SuperLega, nel 2021, lei si è trovata al centro della tempesta perfetta, tra il cuore – la Juve della famiglia Agnelli – e il lavoro di allora, la sua figura di membro Uefa nel consiglio Fifa. Andrea Agnelli aderì nottetempo alla SuperLega, Ceferin presidente Uefa gridò al tradimento. “Sono uscita umanamente a pezzi da quella storia. È stata una notte tragica, nella war room Uefa a Montreux in Svizzera. Ceferin riceveva telefonate da Macron e da Boris Johnson. Molti pensavano che io fossi la serpe in seno, la traditrice per conto di Andrea Agnelli. Non era vero. Chiesi a Ceferin se dovessi dimettermi e lui mi disse: 'Assolutamente no, so che ci sei fedele'. Io non sapevo nulla della fuga in avanti di Andrea. Ritornai a Torino da sola, in auto, e in Valle d’Aosta feci una deviazione, salii a Issime, il villaggio in cui sono seppelliti i miei genitori. Andai al cimitero e davanti alla loro tomba mi sfogai, piansi, parlai con loro. Da allora non sono più andata alla Stadium a seguire la Juve. Ho fatto un’eccezione per la partita di addio della mia amica Sara Gama delle Women”. I suoi rapporti con Andrea Agnelli oggi? “Andrea vive in Olanda. Ci vediamo al Sestriere. Le sue bambine e le mie nipoti sono iscritte allo stesso sci club. Ci salutiamo. Io gli voglio bene come sempre e non può essere diversamente, non posso che essere grata alla famiglia Agnelli per tutto quello che ho ricevuto da loro. Ho un meraviglioso rapporto con Allegra, la madre di Andrea. Quando sono stata male, a dicembre, si è fatta in quattro per accogliermi all’ospedale oncologico di Candiolo. Ho la Juve nel cuore e l’avrò sempre, ma nei giorni della SuperLega lavoravo per l’Uefa e dovevo essere leale all’Uefa”. Lei è stata bambina con Margherita ed Edoardo Agnelli, figli di Gianni e di Marella Caracciolo. Come ha vissuto il suicidio di Edoardo? “Poco prima che succedesse, lo incontrai per strada in collina, tutti e due in auto. Era presto, mi fece i fari. Ci fermammo, mi chiese di mia madre ammalata, e lì a poco se ne sarebbe andata. Scoprii poi che quella mattina sarebbe andato a fare il sopralluogo per il suicidio. Due giorni dopo accompagnai un assessore regionale a casa dell’Avvocato, per un incontro, e all’uscita notai il questore Nicola Cavaliere, un amico: 'Fermati – mi disse -, è successa una cosa brutta. Hanno trovato un’auto della Fiat aperta sul viadotto di Fossano'. Cavaliere portava la notizia all’Avvocato. Edoardo era un ragazzo meraviglioso, però fragile. Non ha retto il peso della famiglia. Noi siamo cresciuti con bambinaie che ci hanno insegnato a parlare il francese e l’inglese, ma vedevamo poco i nostri genitori. Non vuole essere un’accusa, però è andata così”. Da ex sciatrice, che cosa pensa della tragedia di Matteo Franzoso, morto su una pista in Cile? “Matteo Franzoso e Matilde Lorenzi (la sciatrice azzurra scomparsa nel 2024, ndr) li ho visti crescere allo sci club del Sestriere, due ragazzi meravigliosi: educati, sempre sorridenti. Potete immaginare come mi senta oggi. Ho parlato con il mio amico Paolo De Chiesa (ex della Valanga Azzurra, ndr). Paolo dice che c’è troppa differenza nella sicurezza sulle piste tra le competizioni e gli allenamenti (Lorenzi e Franzoso sono morti in discese di preparazione, ndr). C’entrano anche i materiali. Noi scendevamo con sci lunghi, oggi si va giù con sci corti e le velocità sono aumentate. Ogni sciatore però è consapevole dei rischi connessi al suo sport, sa che una caduta a 130 chilometri orari può avere effetti letali. È un po’ lo stesso discorso che si fa per i piloti di Formula Uno”. L’altro giorno è stata avvistata a Genova, alla festa dei quarant’anni di Silvia Salis, il nuovo sindaco genovese, ex campionessa di lancio del martello. “La Juve giocava contro il Borussia Dortmund e guardavo la partita sullo smartphone. Ogni tanto esultavo e mi guardavano strana, ma la Juve per me viene prima di tutto. Con Silvia Salis siamo molto amiche. È molto brava, ma vediamo di non bruciarla come possibile leader politico. Ha studiato management sportivo, lanciava il martello e ha una forza incredibile, non si ferma davanti a nulla. Lasciamole fare il suo percorso, non carichiamola di troppe aspettative”. Come vede la Juve di oggi? “La squadra mi pare ordinata. Non mi illudo, c’è tanta strada da fare, e non penso che diventerà mai la Juve di Trapattoni, Lippi o Conte, ma è una Juve dignitosa e oggi ce la facciamo bastare”. "Dovevo essere fedele all'UEFA..." che coraggio..... Dal 2006 Non ha dovuto nemmeno aspettare che il gallo cantasse 3 volte.
  6. L'ultimo gol che ricordo è una punizione con la Cremonese, gran gol (potrei sbagliare) Se Tudor ha recuperato Vlahovic, potrebbe fare il miracolo con Milik e subito dopo monetizzare con una televendita .
  7. Non so se mi spiego , qui dentro ci siamo tutti (tranne chi è in incognito sotto mentite spoglie) per la stessa passione. E dover spiegare, ricordare, convincere dell'ovvio è stupefacente. Alla luce di quanto successo negli anni successivi poi, rimane solo da dare il via alle cure o azioni legali per chi dice il contrario . Oppure fa parte di chi ne ha beneficiato. Io c'ero quella sera della sentenza davanti alla sede della juve. Eravamo davvero pochi, in altre piazze sarebbe stata la rivoluzione.
  8. Iveco sarà il prossimo step in uscita. Così dovranno usare altre Marche per rovesciare tonnellate di Me..a sulla Juve. Comunque..rimaniamo sulla riva del fiume...quasi sempre la realtà supera la fantasia..altroché. Anche solo nei più arditi sogni dei nostri oppositori talebani, non si spingevano a sperare le soddisfazioni che gli ha dato e darà JE
  9. Comunque è una costante, ormai come ai bei tempi raccontati di "C'era una volta in America" del grande Sergio Leone, bisognerebbe chiamarlo con il Soprannome "Johnny il Patteggiatore". Guarda l'orizzonte Johnny! , Patteggiamenti... Patteggiamenti ovunque !
  10. No figuriamoci, forse non sono stato compreso, se avessi pensato che JJ potesse manovrare UEFA E FIGC davvero sarebbe stato interessante in senso positivo. Tutt'altro purtroppo, è l'opposto, da quando si è palesato l'erede , sono state UEFA E FIGC che, con convenienza reciproca, ha manovrato JJ, lieto di usarla come merce di scambio. E lo so, diventa noioso il discorso per qualcuno, per chi non entra nell'identificazione con juventus come se si trattasse di se stessi, l'onore e il rispetto conta poco. ostacoli nello scorrere della settimana ludica.
  11. Quindi si sta dicendo che la strada giusta sarebbe quella che stava percorrendo AA nel tentativo di risolvere la dittatura UEFA e FIGC. A proposito chi ha sollevato AA dal suo ruolo per non andare avanti a difendere la sua proprietà? John testa di Elkan . In pratica fa il boia e l'impiccato
  12. Davvero occorre spiegare tutto questo ? e poi almeno AA non si dava per vinto ed ha provato a costruire tutto quello di cui beneficeranno in un modo o nell'altro anche gli oppositori del tempo, compresi i presidentimarci e i DeLatori con Procuratori tifosi. La situazione poi si è fatta Gravina sempre di più. Si capisce meglio con l'ironia forse. Se l'Avvocato, Umberto e Chiusano ecc. fossero in vita da Centenari i conigli non sarebbero mai usciti dalla tana.
  13. Seguire la juve non vuol dire solo farsi abbonamenti e approvare pratiche suicide e in malafede con protagonista la squadra bianconera di Torino. Ma tenere alla sua storia e futuro, sportivamente parlando e non solo. E' come per il significato di amicizia: c'è chi pensa sia frequentare 1000 persone ed al momento del bisogno non se ne presenta nemmeno una, e all'occorrenza ti voltano le spalle per convenienza. E chi invece frequentare 10 di persone con cui condivide tutto nella vita e pronti ad aiutarsi. Trovare le somiglianze con la realtà poi rimane inteso che tutti possono vivere tranquillamente come gli pare, pure lo sport, ma che non si pensi che tutto sia uguale, non lo è.
  14. Noi che vogliamo boicottare, facciamo un grande sacrificio, ci tocca dare contro alla passione che ci ha accompagnato da bambino, vincere o perdere non è il problema quello è fisiologico dello sport. Essere venduti/perseguitati per convenienze economiche da chi dovrebbe essere dalla tua parte non è accettabile. E non credo che lo accetteresti in ogni ambito che ti vede coinvolto. Quindi la scelta è obbligata, lottare anche per chi non capisce e/o ha altri parametri. Quindi no abbonamenti da Calciopatico di competizioni taroccate. Questo si che è fino alla fine
  15. Traspare passione per la juve, che tracima dal suo cuore quando parla di juventus. Sono emozionato, non vedendo partite da un po di tempo, quasi quasi ci ripenso. E non seguo nemmeno le partite gratuite. Pietà
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