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Ghost Dog

Tifoso Juventus
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  1. 30 12 2012 Un sogno (sportivo) che non si avvera CALCIOSCOMMESSE, CAMPIONATO MONOTONO, VERTICI INCOLLATI ALLE POLTRONE DOPING E APPALTI: IL 2013 POTREBBE ESSERE L’ANNO DELLA SVOLTA INVECE ASSISTEREMO AI SOLITI TEATRINI POLITICI DI CASA NOSTRA CONI E FIGC Al posto delle vere primarie ci sarà solo il passaggio del testimone tra Petrucci e Pagnozzi e la riconferma di Abete Ci sono almeno due modi per parlare dell’anno che verrà, riferito allo sport, lasciando quindi a Mario Monti il peso del futuro del Paese. Non ha forse detto ieri “Il 2013? L’Italia migliorerà se tutti lavoriamo”? E bravo, bravissimo, in un Paese di precari e disoccupati la formula vincente è senz’altro questa… Ma dicevo dello sport e in special modo del calcio, e dei due modi, ossia vediamo che cosa vorrei che succedesse e che cosa invece succederà. CAMPIONATO. Vorrei che il livello del gioco migliorasse e l’equilibrio si spostasse verso l’alto, così da insidiare l’unica squadra davvero europea attualmente in circolazione, la Juventus. Vorrei che corressero come la Juve anche gli altri, così da non far venire sospetti di doping a nessuno oppure farli venire a tutti, e non sempre e solo per loro… Vorrei che fino alle ultime due/tre partite lo scudetto fosse in bilico, e la Lega fosse costretta a rivedere gli orari con le tv private per rimettere tutti gli incontri in contemporanea. Si possono sempre arrangiare, ma è più difficile. Mi sta bene la vittoria di chiunque, ma alle condizioni accennate (meglio per tutti se accadesse alla Fiorentina, sarebbe la catarsi di una città, di una società, di una squadra e di una proprietà cui andrebbe e va comunque l’onore della resipiscenza dopo stagioni sbagliate). E vorrei che da gennaio a maggio non venisse esonerato più alcun allenatore, ma venissero eventualmente espulsi presidenti e/o dirigenti. Ecco invece che cosa accadrà. Continueranno a cacciare allenatori magari riprendendo i vecchi per risparmiare, nessun presidente se ne andrà sua sponte, la Juve continuerà a correre e sarà la sola a farlo con questa intensità e con i sospetti relativi, il livello del calcio non salirà ma scenderà ancora: troppe botte, troppe partite, troppo poco ricambio, troppa poca fiducia nei vivai. COPPE EUROPEE. In Champions vorrei che la Juve facesse ancora strada, sia per la quotazione italiana in Europa sia perché è l’unica ipotesi che preveda suoi rallentamenti in campionato. E credo che la farà. Per il Milan è già stato miracoloso arrivare agli ottavi e perfino il sorteggio con il Barcellona è uno straordinario alibi all’eventuale eliminazione. Ma nel frattempo Berlusconi fa la sua campagna elettorale che contempla un rafforzamento della squadra comunque. Quindi il Milan potrebbe risalire in campionato alle spalle di quella (o quelle) delle tre che insisterà in Europa League tra Lazio, Inter e Napoli con l’effetto-rallentamento in simil Juve. SCOMMESSE e giustizia sportiva. Vorrei che sulla base dei nuovi interrogatori venisse fuori tutto, tutto quello che si sa e che rende il calcio italiano eticamente e logisticamente un colabrodo. Tenete a mente questo assioma. In molti non partecipano necessariamente al business sporco del betting e dei “biscotti”, ma tutti sanno tutto e o tacciono o fingono di non sapere. Invece credo che pochi o quasi nessuno parlerà, che tra la giustizia ordinaria e quella sportiva si allargherà il baratro in cui tutto è lecito e niente lo è, che Palazzi e soci continueranno a imperversare confermati nei loro incarichi con lo stesso atteggiamento irresponsabile con cui si continuerà a maneggiare la “questione arbitrale”: è uno scandalo che fa comodo. CONI E FEDERCALCIO. Vorrei che per il Coni ci fossero una sorta di vere primarie, e si aprisse una autentica “questione sportiva”, in chiave di salute, educazione, ambiente, cultura ecc. Invece assisteremo al passaggio del testimone tra Petrucci e Pagnozzi. Vorrei che anche per la Federazione più ingombrante, la Figc, ci fossero le primarie aperte a dirigenti sportivi degni di questo nome, quelli che di fronte agli “zingari” scommettitori per esempio reagiscono denunciando… Quelli che non hanno condotto il pallone nel suo speciale baratro in sintonia con quello più generale del Paese. E invece a meno di ribaltoni ci ritroveremo ancora con Abete (e neppure con Tavecchio, titolare di un movimento di massa come il calcio dilettantisco), che ha tinto di sé quest’ultimo quadriennio, che è uscito da sotto il cavolo di Calciopoli pur rimanendone intricato, che si è affrettato a confermare il Palazzi di turno in una giustizia sportiva che è incredibile, impresentabile, inefficace, intempestiva (ma uno Zoff dov’è?). STADI NUOVI. Gli stadi italiani sono un grosso problema, e non da oggi. La legge su di essi non è passata. Vorrei che il nuovo Governo affrontasse seriamente la questione come non hanno fatto né Monti né Gnudi (c’era in piccolo la voce “sport” nel suo ministero), troppo letteralmente ignoranti nella materia e politicamente preoccupati di fare alcunché dopo il sacrosanto Gran Rifiuto dei Giochi a Roma. Basterebbe che si legasse la proposta di legge a ferrei vincoli edilizi e a doveri di impiantistica pubblica e scolastica per far uscire la storiaccia dalle secche. Invece, a meno di miracoli (qualcuno che ci capisca e sia sufficientemente forte e per bene) si rimarrà come stiamo. Cioè malissimo. NÉ OLIMPIADI né Mondiali pallonari. Nell’anno dispari, l’anno buco per le discipline olimpiche e per la Rotondolatria Planetaria, in cui ci si prepara con minor stress, di solito si assiste a qualche record spaziale in particolare nelle discipline regine, come l’atletica e il nuoto. È molto ineguale il rendimento tra i due sport. Vorrei che l’atletica leggera fosse del tutto rifondata, per gli scarsissimi risultati di Londra – doping di Schwazer a parte – e perché essa non è solo uno sport, ma un modo di vivere. Invece se non si scioglie questo nodo culturale che il Coni contribuisce a tenere aggrovigliato, non mi aspetto miglioramenti. Il discorso vale anche sia pure in modo relativo per il nuoto, dove l’Italia raccoglie di più anche in anni non leggendari come l’ultimo. Ma anche qui sembra che per molti conti quasi di più l’alone mondano delle piscine che non la fatica e la qualità tecnica di atleti e allenatori. IL CICLISMO e il doping. Tra Giro e Tour la domanda è sempre la stessa. Sono tutti ancora e sempre dopati, oppure no? Vorrei che la defenestrazione totale di Armstrong da ogni albo d’oro internazionale non servisse da bianchetto alla questione, che è decisiva specie per la marea di giovani, dilettanti, amatori, veterani che ne assumono farmaci e cattivi esempi. Sono molto poco ottimista che ciò accada, almeno finché l’interesse scemato o scematissimo dei “consumatori” delle due ruote storiche non metterà sull’avviso i commercianti del business tv. Anche qui, come per le scommesse, chi vuole sapere può farlo senza troppe inchieste della Digos… nel 2012 come nel 2013.
  2. 28 12 2012 Lo spread del calcio nostrano NON SOLO CONTI (E DEBITI): COME NELLA POLITICA, ANCHE NELLO SPORT MANCA LA CIVILTÀ PER USCIRE DALLA CRISI. E LA STAFFETTA PETRUCCI-PAGNOZZI AL VERTICE DEL DISASTRATO CONI NE È L’ESEMPIO RICCHEZZA SEGRETA Secondo uno studio della Bocconi, l’attività sportiva diffusa farebbe risparmiare 32 miliardi di euro l’anno alla sanità. E Monti che fa? Nel 2013 non siamo in vista solo delle elezioni politiche montiane o submontiane, né di alcune regionali e amministrative assai importanti: ci sono anche le elezioni politico-sportive, cioè quelle delle Federazioni e del Coni, che è la Federazione delle Federazioni. Lo so, state pensando “e a noi che ce ne frega?”, presi come siamo dall’agenda del premier in uscita, dalle fantozzate tv di Berlusconi, dalle preoccupazioni di Bersani orfano di Ichino, dalle firme per il Movimento 5 Stelle o quello Arancione… In verità non sembrerebbe neppure politica, quella sportiva. Come quando ci si inebria – che so – del gioco di Zeman che strapazzava il Milan e non si aveva occhio per le scuri (sì, scuri) con cui ci sono state aggressioni fuori dall’Olimpico, in quel sabato sera così poco pre-natalizio. Quella è “cronaca nera”, il calcio in campo invece è sport, o gioco. Idem per la politica: Monti sì che conta politicamente, Petrucci in uscita dal Coni dopo un secolo di governo invece è “solo” il massimo dirigente di un Ente che esce allo scoperto solo per i Grandi Eventi, i record, le manifestazioni ecc. Che c’entra la politica con tutto ciò? E c’è un nesso tra elezioni “sportive” e tutto l’ambaradan sub specie napolitanesca cui andiamo incontro nella nebbia? SÌ, C’È UN NESSO che viene sottaciuto, o meglio ci sarebbe o ci dovrebbe essere: un nesso con la politica migliore che metta le basi a un’idea futura di Paese, un nesso con le elezioni regionali il cui bilancio va per oltre l’80% nelle spese sanitarie, un nesso con le elezioni amministrative se ogni comune può rendersi la vita più vivibile se abbina alla sua gestione un’idea sportiva, quindi ambientale, educativa, culturale ecc. Detto altrimenti, se l’Italia è indietro anni luce in quanto a civiltà sportiva nei confronti degli altri Paesi europei, questa arretratezza confluisce nel discorso più generale dello “spread” che Monti traduce solo in conti e debiti. E adesso scommetto che in nessuna agenda elettoral-programmatica, a partire da quella del sobrio premier, c’è una riga che colluda con quello che avete letto finora. Eppure Monti è un super-bocconiano, nevvero? E allora sapete che cosa c’è nell’ultima parte del Libro Bianco sullo sport recentemente diffuso dal Coni a firma di un ricercatore della stessa Bocconi che qui riprendo nella sintesi di Eugenio Capodacqua (www. sportpro. it)? Ci sono numeri che dovrebbero indirizzarci in una direzione opposta a quella imboccata finora, e invece vengono pubblicati esclusivamente per essere “obliterati”, cancellati dalla memoria. E lo “spread” si allargherà… “L’attività sportiva moderata (da distinguere nettamente dallo sport agonistico) eviterebbe circa 52. 000 casi di malattia grave all’anno (i dati sono riferiti alle 5 malattie che incidono di più sulla popolazione secondo l’Oms e cioè: malattie cardiovascolari, ictus, cancro al seno, cancro al colon e diabete II) con un risparmio della spesa sanitaria e non di circa 14, 5 miliardi di euro. Evita inoltre circa 22. 000 casi di morte per un valore riferito alla vita “salvaguardata” di circa 32 miliardi di euro. Il valore di una finanziaria”. Dalle idee alle persone che dovrebbero rappresentarle. Al Coni si daranno il cambio nel 2013 il succitato Petrucci con il suo segretario Pagnozzi. Petrucci è un democristiano più affabile e scherzoso del sodale predecessore Pescante, sempre democristiano ma di riffa e un po’ di raffa berlusconiana. Pagnozzi è un satirello che gli tiene bordone da un secolo. L’unico avversario possibile sarebbe il “generone” romano versante Canottieri Aniene, Vincenzino Malagò, che sta a Montezemolo come Montezemolo stava ad Agnelli (Gianni, quello vero). Si attende con curiosità chi starà a Malagò. . . Nessuno di essi è innocente, ve lo giuro, se si misura il crimine “pasoliniano” di aver infilato lo sport in questo imbuto di consumo che ne ha spolpato l’essenza. Parlate loro di “gratuità” dell’attività sportiva, e vi guarderanno assai peggio del “marziano” di Flaiano. Che sia una forma decisiva di cultura è per loro ostrogoto. NEGOZIANO voti nelle segreterie di partito (peraltro ignare di qualunque valore del fenomeno, se non in termini elettoralistici) coprendosi le pudenda politiche con la foglia di fico di “ma è sport, non è politica”. Nel frattempo Petrucci è stato meritatamente eletto sindaco di San Felice Circeo. Quanto alle Federazioni, la principale di esse in termini di denari, potere e richiamo politico-economico è la Federcalcio. Per ora l’unico candidato dichiarato è il presidente uscente, Giancarlo Abete. Basterebbe per non votarlo il disastro del calcio professionistico italiano, giacché ne è il maggiore in grado. Ma di tutto il discorso del valore sociale del pallone a lui che importa? Importa molto di più, dati alla mano, al suo vicario e presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Carlo Tavecchio, i cui conti almeno tornano e il cui movimento è mille volte migliore di quello professionistico, pur in mezzo alle contraddizioni dello sport in Italia. Quindi come si può pensare a tenerci il vecchio se il nuovo ha fatto meglio? Eppure il rischio di continuare così c’è se il calcio è quello che non riesce a eleggere un presidente di Lega di Serie A da una vita, e ancora combatte con figure di risulta come il finiano Abodi “perché non c’è nessun altro”. Ebbene, sappiate che anche questo è “spread”, e lo pagheremo caro.
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