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Ghost Dog

Tifoso Juventus
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  1. 13 11 2012 In panchina cuore e portafogli DA MAZZARRI A STRAMACCIONI, DA MONTELLA A ZEMAN... SOFFRIRE E ARRABBIARSI SUL SERIO, METTENDO A RISCHIO PERFINO LE CORONARIE, IN UN MONDO DOVE TUTTO È TAROCCATO... EPPURE NEL CALCIO ITALIANO SUCCEDE ANCHE QUESTO RE TRAVICELLO B. è padrone di affidare il Milan pure ad Alfano, ma l’idea di tenere Allegri solo per non pagare altri stipendi fa sorridere Questioni di cuore e di portafoglio sulle panchine italiane, avvicendamenti di classifica e strane congiunzioni astrali di calendario che in parte dettano il corso del campionato. Si dice “cuore” e si pensa a un tecnico fumantino ma capace come quel Mazzarri del Napoli, cardiologicamente in difficoltà. Augurandogli che non debba smettere di allenare, lui che ha contribuito pesantemente a costruire il primo Napoli davvero competitivo a vent’anni dall’era Maradona, è forse un po’ presto collegare lo stress di un mestiere da “fusibili” nel corto circuito calcistico con le sofferenze di cuore. Anche perché c’è in atto un paradosso neppure troppo sotterraneo: se identificassimo questo nesso patologico tra l’alea del campo e uno spasimo ventricolare per chi guida le squadre, dovremmo far finta di ignorare tutta quella zona nera o comunque grigia dei trucchi del mestiere. SAREMMO all’assurdo di un pallone che da un lato inguaia la salute di un Mister la cui squadra perde per un rigore fasullo (o un palo preso) e dall’altro fa dire al capo della polizia che sotto quel mondo, tolta la pietra di ciò che si vede in grande spolvero nel calcio iperprofessionistico spacciato come vero, è tutto un verminaio. Soffrire per partite arrangiate? Ci mancherebbe solo questo... E questo è il Napoli terzo in classifica. La seconda e la quarta sono rispettivamente l’Inter di Stramaccioni perdente e lamentosa contro l’arbitro e la Fiorentina bella a vedersi ma adesso anche attrezzata per vincere di Montella. Due tecnici giovani, che comunque continuino hanno già marcato la loro stagione. Come da due anni fa all’Atalanta un loro più ruvido e meno “scolastico” fratello maggiore, quel Colantuono che evidentemente oltre a mettere bene le squadre (l’Atalanta) in campo, sa come parlare ai giocatori. Invece in testa c’è il Mister assente, il fantasmatico Conte da Sky box, mago dei patteggiamenti, che ha scoperto addirittura “il giornalismo tifoso”. Eureka, caro Antonio, ci siamo arrivati. Dopo anni in cui meritatamente hai raccolto scalpi prima da giocatore e poi da tecnico, adesso che stai pagando (leggero) dazio alla storiaccia delle scommesse ti accorgi che quello stesso giornalismo che fa da ufficio stampa all’Affare Rotondo ne è anche la tabe profonda, fonte di incultura sportiva e di faziosità fin nelle viscere. Ma da Conte ad Allegri passando per Zeman il percorso lungo le attuali panchine italiche è lunghissimo. A Roma uno Zeman abbrunato dopo aver perso anche il derby è destinato a fare da parafulmine a una società almeno dubbia e assai meno promettente della “rosa” dei suoi giocatori. Sul caso De Rossi ho già dato. . . Sono l’ultimo a meravigliarsi che abbia sbroccato – colpevolmente, per carità – giacché dietro ci sono le spire di un mercato pochissimo chiaro. E VENIAMO a un’altra assai visibile vittima del mercato, ma estivo, quell’Allegri trasformato in quattro e quattr’otto o insomma in un terzo scarso di campionato da ottimo allenatore a manutengolo provvisorio del club di via Turati, che appunto dopo i campioni si sta per vendere anche gli uffici (di via Turati...). Niente da obiettare sulle strategie di Berlusconi, per carità, neppure se decidesse di far gestire la società ad Alfano, ma insomma quest’idea di tenere Allegri solo per non pagare altri stipendi a un nuovo allenatore sta facendo sorridere. E non porta a quel che pare nulla di buono al presente, in attesa che diventi futuro. È inutile confermarlo in panchina ogni 3x2 con enfasi mentre a caratteri cubitali si legge che qualcuno del Milan ha incontrato Guardiola, il fratello di Guardiola, la cugina di Guardiola, il nipotino di Guardiola... Si ottiene il risultato di delegittimarlo completamente di fronte alla squadra e poi si commenta che essa, la squadra, non ha una fisionomia: e grazie, si raccoglie come sempre quel che si semina. Il calcio è strano e bizzarro in qualche aspetto, perché la palla rimbalza (sui campi praticabili. . . ), ma lineare e comprensibile in tutto il resto. Pensavate che il Genoa facesse meglio cacciando un allenatore perché si faceva rimontare troppo spesso? Et voilà, ecco l’ennesima rimonta subita e l’ennesima sconfitta. E non c’entrano né De Canio né Delneri, ma un modo dirigenziale di amministrare il pallone che mette i brividi, e che riguarda troppi presidenti. Al contrario del Berlusconi risparmiatore che non vuol mettere mano al portafoglio, se non in altri settori evidenziati dalle udienze in tribunale, loro giocano esonerando i Mister, come fosse un Monopoli. Anche questo eccesso di leggerezza tecnico-amministrativa contribuisce a ridurre il calcio nella sua misera condizione. CI SI CONSOLA con l’equilibrio del torneo, Juve esclusa che invece comunque pena oltre frontiera. Ebbene, tra le bizzarrie di un campionato incerto, c’è anche una constatazione che di solito rimane sottotraccia: mentre non è vero né è stato mai vero che torti e favori arbitrali si compensano, invece il fato (una “t”) gioca un suo ruolo nel calendario. Incontrare una squadra nel momento in cui è “bassa” è un aiuto della sorte, e se questo si ripete la fortuna può favorire serie positive o comportarne di negative. Per esempio per la Fiorentina giocare a Milano oggi con un Milan così malridotto è stato comunque un vantaggio, mentre affrontare in casa prima il Cagliari in formissima e domenica l’Atalanta ammazza-Inter risulta difficile. Fateci caso, è un altro modo di pesare le stagioni. E poi si rientra nella circonferenza del pallone. Rotondolalia, insomma…
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