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ClaudioGentile

Tifoso Juventus
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  1. È stata rinviata a lunedì 23 marzo l'udienza in Cassazione del processo 'Calciopoli' che vede imputati, tra gli altri, Moggi, Giraudo, De Santis, Bertini, Rocchi, Lanese e Dondarini. Lo ha appena detto il presidente della Terza sezione penale Aldo Fiale. Oggi si svolgerà solo la relazione introduttiva della vicenda giudiziaria: il 23 marzo parlerà il Pg Mazzotta e poi le difese. In Cassazione è venuto lo stesso Moggi che non ha rilasciato dichiarazioni. «È mia intenzione oggi incardinare il processo, con lo svolgimento della relazione introduttiva, ma la complessità delle corpose questioni di diritto che pone questa vicenda, richiede che l'udienza slitti per il suo proseguimento al prossimo 23 marzo»: lo ha detto il presidente della Terza sezione penale Aldo Fiale decidendo il rinvio del processo 'Calciopoli'. Fiale ha aggiunto inoltre che sarà «corposa» anche la requisitoria che il 23 marzo svolgerà il Pg Mazzotta. «Per Giraudo è già tutto prescritto ma nell'udienza del 23 marzo, in Cassazione, mi batterò per mettere in evidenza la prova della sua innocenza. La contestazione di associazione per delinquere non sta in piedi perché il Totocalcio non mette a rischio l'ordine pubblico»: lo ha detto l'avvocato Massimo Krogh che difende l'ex ad della Juve Giraudo nel processo Calciopoli. Krogh ha parlato a margine dell'udienza innanzi alla Terza sezione penale della Cassazione e poi ha lasciato il Palazzo di Giustizia. «Ho fiducia solo nella legge»: lo ha detto l'ex dg della Juve Luciano Moggi uscendo dalla Cassazione. Ai cronisti che gli chiedevano se la sua fiducia finora è stata ben riposta, Moggi ha replicato: «arrivederci, vado a pranzo» sbarrando la strada ad altre domande di tipo 'processuale'. Scherzando ha però aggiunto: «a marzo però vedrete che avrò molte cose da dire e riempirete le pagine!». Moggi è difeso dall'avvocato Maurilio Prioreschi del Foro di Roma e da Luca Trofino di Napoli. http://sport.ilmattino.it/calcio/calciopoli-rinvio-verdetto-in-cassazione.-moggi-amp-laquo-fiducia-solo-nella-legge-amp-raquo/1136500.shtml
  2. Ci dobbiamo preoccupare? il presidente sara' lo stesso anche a marzo? Aldo Fiale della Terza sezione penale nato a Napoli nel 1946
  3. Articolo di Giudo Vaciago da leggere, fa a pezzi farsopoli. Calciopoli, oggi Cassazione ma il 2006 è già smontato Aspettando la Cassazione: ecco perché la Juve potrebbe chiedere la revisione del processo sportivo. Di quelle accuse non ne rimane in piedi neppure una TORINO - Non è l'ultima puntata di Calciopoli, ma la prima di una nuova serie. Oggi a Napoli si chiude (o si inizerà a chiudere, perché non vi è certezza che la sentenza arrivi entro stasera) il capitolo della giustizia ordinaria. Da domani potrebbe aprirsi un nuovo capitolo della giustizia sportiva, se la Juventus decidesse di chiedere - com'è nei suoi diritti - la revisione del processo sportivo del 2006, alla luce dei nuovi significativi fatti emersi che cambiano radicalmente lo scenario di nove anni fa. Il famoso articolo 39 che Andrea Agnelli ha sempre detto di voler valutare quando la giustizia ordinaria avesse finito il suo (lentissimo) percorso. D'altra parte, delle accuse che fecero condannare la Juventus nell'estate del 2006 (serie B, penalizzazione e due scudetti tolti, di cui uno pure riassegnato) non è rimasto niente. Si è sgretolato tutto durante il dibattimento del processo penale. A Napoli, per mesi, vennero fatte a pezzi le teorie accusatorie: superficiali e raffazzonate. E, soprattutto, in quell'aula, Maurilio Prioreschi, legale di Luciano Moggi, rivelò l'esistenza di intercettazioni, scoperte dal consulente Nicola Penta, che coinvolgevano altre società (a partire dall'Inter). NIENTE RAPPORTO ESCLUSIVO - La sentenza sportiva partiva proprio da lì. Dall'esistenza di un «rapporto esclusivo» fra i designatori e Luciano Moggi. E proprio su questo rapporto si fondava la teoria dell'associazione o della cupola. Il problema è che quel rapporto era tutt'altro che esclusivo: ai designatori telefonavano tutti, da Facchetti a Meani, da Capello e Sacchi, da Cellino a Campedelli... Chiunque, in Serie A, dava un colpo di telefono a Bergamo o Pairetto. E tutti chiedevano la stessa cosa: più attenzione e la designazione di un tale arbitro piuttosto che un tal'altro. Per scoprirlo è bastato l'ascolto più attento di una piccola parte delle 175.000 intercettazioni registrate dai Carabinieri, ma poi attentamente "selezionate" in fase di indagine in modo da ascoltare solo quelle di Moggi. Le altre, adesso, sono disponibili sul Web e resta sempre istruttivo ascoltarle. NIENTE AMMONIZIONI MIRATE - Un altro solidissimo caposaldo dell'accusa sportiva era le cosiddette ammonizioni preventive con cui gli arbitri della cupola avrebbero decimato le avversarie della Juventus con cartellini gialli ai diffidati. Meccanismo ingegnoso, ma fasullo. La Juventus non godette affatto di questo vantaggio: lo dimostrano i numeri (che vedono la Juventus a metà della particolare classifica) e soprattutto alcuni strafalcioni in fase di indagine, nella quale si parla di giocatori squalificati (quando questi erano regolarmente in campo, come quelli dell'Udinese) o di fuoriclasse squalificati dopo l'ammonizione a comando che in realtà erano modesti gregari (Petruzzi e Nastase del Bologna, per esempio). Le ammonizioni mirate, lo dice anche il giudice Casoria nella sua sentenza, non sono mai esistite e la Juventus ne ha goduto. NIENTE SORTEGGIO TRUCCATO - Colpi di tosse e palline ammaccate hanno tenuto banco a lungo: sarebbero stati gli abilissimi trucchi di Pairetto e Bergamo per truccare il sorteggio a favore della Juventus e di Moggi. Ma le prove nessuno le ha mai prodotte (anzi è addirittura sparito il video registrato di nascosto dagli inquirenti e che doveva essere la prova principe). Tant'è che la sentenza di primo grado mette nero su bianco anche questo concetto: i sorteggi non erano truccati. E non si riesce a dimostrare che la composizione delle griglie, altro piatto forte dell'accusa, fosse pilotata da Moggi, considerando i tantissimi vincoli che rendevano quasi automatico la formazione delle griglie (che dire allora di Meani, l'addetto agli arbitri del Milan, che minacciando l'ira di Galliani fece cambiare una designazione di un guardalinee per una partita del Milan?). NIENTE PUNIZIONI AGLI ARBITRI - Altra teoria: Moggi controllava le carriere degli arbitri: a quelli amici promozioni, a quelli nemici sospensioni e carriera bloccata. In tribunale, i legali di Moggi hanno raso al suolo questa teoria, snocciolando le designazione e dimostrando l'esatto contrario, ovvero che veniva fermato prevalentemente chi sbagliava a favore della Juventus. NIENTE RAPIMENTO DI PAPARESTA - La più diffusa leggenda metropolitana di Calciopoli: Paparesta chiuso nello spogliatoio di Reggio Calabria da Moggi, arrabbiato per la direzione di gara. Ebbene c'è un'archiviazione del tribunale di Reggio Calabria che certifica che il fatto non sussiste. Come, per altro, lo stesso Paparesta ha sempre dichiarato. MORALE - Basterebbe la sentenza di primo grado della Casoria e la famosa relazione Palazzi (quella in cui il pm della Figc reputa l'Inter passibile di illecito sportivo alla luce delle nuove intercettazioni) per presentarsi davanti alla Figc e riaprire i faldoni del 2006. Non servono le sentenze di Cassazione per riscrivere la storia, basta leggere bene quella di primo grado e riascoltare il dibattimento che l'ha prodotta. E del processo sportivo non rimane più niente. http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2015/01/22-318921/Calciopoli%2C+oggi+Cassazione+ma+il+2006+%C3%A8+gi%C3%A0+smontato
  4. Infatti diciamo che possiamo essere una piccola percentuale molto striminzita piu' ottimisti di quanto non fossimo oggi, poi vedremo a marzo...
  5. Come se non bastasse , il tarzanello sclera in coppa d'Africa ........ In arrivo maxi squalifica con conseguente rientro anticipato Pensato pure io la stessa cosa. Stanno in difficoltà e serve che il klingoniano rientri alla base al più presto. Sta gente è sportiva come la ndrangheta. Comunque l'espulsione di iangambiua non c'era perchè la norma parla di giocatore con chiara occasione da gol. Nel caso in questione di giocatori con la chiara occasione da gol ce n'erano due (peraltro uno per egoismo avrebbe potuto ostacolare l'altro) e quindi, seguendo alla lettera la norma, non è espulsione. Un pò come il doppio fallo di mano dei naples, il regolamento non contempla tale evento. Bisogna stacce!
  6. La faccia della Casoria mentre legge la sentenza di primo grado. Bravo chi l’ha vista, quella faccia. Mai alzata dal foglio che stava leggendo, forse per sopravvivere alla vergogna di ciò che c’era scritto. http://www.spaziojuve.it/2015/calciopoli-lultimo-verdetto/
  7. Sulla base del macello del processo di Napoli, secondo te si potra' verificare un caso simile?
  8. Speriamo che la Cassazione ci riservi davvero qualche sorpresa positiva, dopo tutti questi anni. E che catzo!
  9. Anche a me, polca di quella maiala!!! Ma soffriremo purtroppo
  10. Per la precisione la Juve fu assolta nel processo penale e al TAS di Losanna, il tribunale sportivo: Lasciando stare la parte relativa alla quantità di farmaci, che poi si dimostrò essere in linea con le altre squadre di Serie A del tempo, ad essere assolutamente priva di fondamento e falsa è l'affermazione sulle sostanze proibite. Dal processo penale presso il Tribunale di Torino in cui venne contestato l'abuso di farmaci da parte della Juve risultò che la società bianconera non faceva alcun ricorso a prodotti illeciti. Sotto inchiesta infatti finì soprattutto l'utilizzo "off-label" di alcune sostanze lecite, una pratica la cui illiceità era tutta da dimostrare; e per la lentezza cronica del processo il tutto finì poi per cadere in prescrizione. Sebbene in prescrizione dal punto di vista penale, tuttavia dal punto di vista sportivo tali attività passarono al vaglio del TAS, che confermò che soltanto l'utilizzo di sostanze vietate avrebbe potuto costituire doping. Oltretutto, nonostante l'attenta verifica della WADA, agenzia mondiale anti-doping, nessuno dei medicinali trattati allora dalla Juve è stato, ad oggi, aggiunto alla lista dei prodotti dopanti (qui il nostro 'Dossier doping'). L'unico prodotto vietato dai regolamenti sportivi che trovò spazio all'ultimo minuto nell'impianto accusatorio, per altro senza che gli inquirenti ne trovassero alcuna traccia nella farmacia bianconera, fu l'epo. Ma la perizia d'Onofrio, che intendeva dimostrarne l'uso, venne smontata durante il processo d'Appello che escluse l'utilizzo della sostanza proibita (qui trovate la nostra analisi della perizia D'Onofrio nelle sette puntate della serie 'Perizia D'Onofrio Reloaded' (prima, seconda, terza, quarta, quinta, sesta, settima) L'anno successivo la Corte di Cassazione confermò definitivamente la sentenza d'appello.
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