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andrea

Tifoso Juventus
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  1. Scanavino oltre che dirigente Juve è anche a.d. Gedi. Visto che hanno deciso di vendere qualche giornale del gruppo i giornalisti se possono ci bastonano. Se poi gli juventini di Repubblica sono come Crosetti....
  2. Conti Juventus La Uefa chiede i documenti alla Procura di Torino 14 mar 2023 (m. ner.) La Uefa (nella foto, Ceferin) ha chiesto gli atti delle indagini suppletive svolte dalla Procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta sui conti della Juve: «un’abbondante serie» di documenti che aveva costretto la Procura Figc a domandare altri 20 giorni per ultimare l’istruttoria sulle «manovre stipendi». Si tratta di accertamenti e audizioni di testimoni raccolti dall’aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello dopo l’avviso di fine indagini e in attesa dell’udienza preliminare, in menu il 27 marzo. A dicembre l’organo di controllo finanziario della Uefa aveva avviato un’indagine sul club per «potenziali violazioni delle norme sulle licenze e sul fair play finanziario». Con Nyon, la Juve aveva concordato un settlement agreement sulla base dei bilanci del 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022. I tre centrali sono oggetto dell’inchiesta penale. Per questo l’Uefa potrebbe decidere sanzioni a prescindere dall’esito dei processi sportivi della Figc.
  3. Comunque meglio fare attenzione quando si festeggia RICORDATE LA STORIA DI MICHELE COSCIA, UCCISO CON SETTE COLPI DI PISTOLA IL 9 LUGLIO DEL 2006 A NAPOLI DURANTE I FESTEGGIAMENTI PER LA VITTORIA DELL'ITALIA AI MONDIALI? ORA SI SCOPRE CHE FU ASSASSINATO SOLO PER AVER INVOLONTARIAMENTE COLPITO IL FRATELLINO DEI SUOI KILLER CON LA BANDIERA CHE STAVA SVENTOLANDO - DETERMINANTI PER FARE LUCE SULLA VICENDA SONO STATE LE DICHIARAZIONI DI UN TESTIMONE OCULARE - LA STORIA 14.03.2023 (ANSA) - NAPOLI, 14 MAR - Fu vittima di una vendetta, Michele Coscia, ucciso il 9 luglio del 2006 a Napoli durante i festeggiamenti per la vittoria dell'Italia ai mondiali, solo per avere involontariamente colpito il fratellino dei suoi assassini con la bandiera che stava sventolando. A fare luce sulla vicenda sono stati i carabinieri della Compagnia Vomero, coordinati dalla Procura di Napoli, che oggi hanno notificato due arresti ai fratelli Luigi e Nicola Torino, 45 e 43 anni, il secondo già detenuto, entrambi figli del capo dell'omonimo clan ritenuto dalla DDA legato alla famiglia malavitosa dei Lo Russo. I due fratelli rintracciarono Coscia e lo uccisero malgrado la presenza di molte altre persone, due delle quali rimasero anche accidentalmente ferite. Determinanti per fare luce sulla vicenda sono state le dichiarazioni di un testimone oculare, che era in compagnia della vittima: l'uomo disse che il ragazzino venne colpito mentre era seduto su uno scooter, davanti a un bar di corso Chiaiano. Il ragazzino reagì insultando Coscia il quale colpì il parabrezza del motociclo, rompendolo. L'amico di Coscia offrì anche un risarcimento da 100 euro, ma il ragazzino rifiutò i soldi. Dopo un breve passaggio a casa l'amico di Coscia tornò davanti al bar dove vide il ragazzino indicare a delle persone che erano insieme con lui su tre scooter colui che l'aveva colpito e rotto il parabrezza dello scooter: una di queste, poi identificata, cominciò a sparare diversi colpi di pistola contro Coscia, ferendo alle gambe un altro amico della vittima e una ragazza. Dall'autopsia emerse che la Coscia era stato raggiunto da ben sette proiettili.
  4. UNA BOMBA SCUOTE IL CALCIO ITALIANO! LA LEGA SERIE A VUOLE COMPRARE SKY ITALIA, UTILIZZANDO I PRESTITI DELLE BANCHE - SE NE DISCUTERÀ OGGI IN ASSEMBLEA. IN QUESTO MODO NON SI DOVREBBE COSÌ PARTIRE DA ZERO CON IL CANALE TEMATICO. IL NODO: OCCORRE CAPIRE SE COMCAST VENDE – IL PROSSIMO BANDO ASSEGNERA’ I DIRITTI TV PER 5 ANNI - LA SERIE A, CHE INCASSA PER LE IMMAGINI MENO DI PREMIER, LIGA E BUNDESLIGA, RISCHIA DI SOFFRIRE LA COMPETIZIONE CON DUE POTENZE DEL CALCIO: IL CAMPIONATO INGLESE E LA UEFA... 13.03.2023 LA SERIE A VUOLE SKY Estratto dell'articolo di Francesco Bertolino per “la Stampa” La Serie A prova a prendere in contropiede le emittenti televisive. Oggi è in programma a Milano un'assemblea dei club e all'ordine del giorno ci sono due decisioni cruciali per il futuro del calcio italiano: la prossima asta per i diritti tv e il negoziato con i cinque fondi di investimento e le quattro banche d'affari che si sono offerti di finanziare il pallone. La maggioranza dei 20 presidenti pare ormai orientata verso una soluzione di debito. Per trattare cioè con uno degli istituti di credito che hanno messo sul piatto prestiti fra uno e due miliardi di euro. C'è tuttavia sul tavolo una questione pregiudiziale da affrontare: cosa fare di questi soldi? Ed è qui che il tema industriale dei diritti tv si intreccia con quello finanziario. L'idea che si sta facendo strada fra i vertici del massimo campionato è inedita per l'industria del calcio: utilizzare il credito bancario per avanzare un'offerta per comprare Sky Italia e costruire la piattaforma televisiva della Serie A sulla base infrastrutturale, organizzativa e di clienti della pay-tv controllata dal gruppo americano Comcast. La Lega non si troverebbe così a dover partire da zero con il canale tematico, un progetto a lungo immaginato ed esplicitamente contemplato nelle linee-guida approvate in vista del prossimo bando per le immagini. Al contrario, grazie a Sky, la piattaforma della Serie A potrebbe saltare a piè pari la fase di start-up e presentarsi ai mercati con un'offerta già strutturata e competitiva. L'amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, dovrebbe sottoporre la suggestione già oggi ai club per capire se vi sia o meno l'intenzione di procedere con il piano che, al netto delle abituali divisioni interne al calcio italiano, si profila comunque irto di incognite. La prima e più evidente è la volontà, tutta da verificare, di Comcast di cedere la filiale italiana di Sky. Il colosso statunitense ha comprato il gruppo britannico da Rupert Murdoch nel 2018 per quasi 40 miliardi di dollari. Quattro anni più tardi, a ottobre del 2022, l'ha svalutato per 8,6 miliardi, citando il deterioramento delle condizioni economiche in Europa. Risalgono a quell'epoca le voci mai smentite di una possibile vendita di Sky Deutschland e di possibili riassetti negli altri mercati. (...) 2 - NEL PROSSIMO BANDO LA VENDITA DELLE IMMAGINI PER CINQUE ANNI Estratto dell'articolo di F.B. per “la Stampa” La partita per i diritti televisivi della Serie A è solo agli inizi e promette colpi di scena. L'attuale contratto scadrà al termine della prossima stagione, ma il nuovo bando dovrebbe arrivare entro l'estate. Il suo contenuto è ancora un mistero e l'eventuale lancio di un canale di Lega spariglierebbe le carte. Al momento v'è un'unica certezza: le immagini saranno assegnate per cinque anni, ossia dalla stagione 2024/25 sino alla stagione 2028/29. DIRITTI TV IN EUROPA A fine dicembre 2022 la Legge Melandri - che regola la materia - è stata infatti modificata da un emendamento caldeggiato da Claudio Lotito, senatore di Forza Italia nonché patron della Lazio. La norma ha spostato da tre a cinque anni il limite di durata dei contratti di licenza con le emittenti. In questo modo, è la tesi della Lega Calcio, i broadcaster avranno modo di programmare meglio gli investimenti e quindi di presentare offerte superiori al campionato italiano. L'obiettivo dei club è quantomeno confermare l'incasso annuo di circa 937 milioni di euro garantito attualmente da Dazn (con il sostegno di Tim) e, in misura minore, da Sky. Non sarà semplice raggiungerlo. Fra inflazione e guerra, il contesto macroeconomico non è dei più propizi per gli investimenti. Come altre forme di intrattenimento tradizionali, poi, il calcio deve affrontare la crescente concorrenza per l'attenzione dei consumatori, distratti da social network, piattaforme streaming e altri passatempi digitali. La Serie A rischia però soprattutto di soffrire la competizione con due potenze del calcio: la Premier League e la Uefa.
  5. Secondo Varriale l'errore sul mani di Rabiot pareggia il gol all'ultimo minuto contro la Salernitana
  6. Un paio di ore fa, a Telelombardia, l'avvocato Afeltra ha detto che il fatto che la carta non è stata consegnata subito basta a invalidare il processo
  7. La Juventus, l’Italia e le regole Di Beppe Severgnini · 12 mar 2023 Sarei tentato, durante una conferenza stampa, di chiedere a Massimiliano Allegri: «Perché la Juventus, quando gioca in casa, non restringe la propria porta e non allarga quella degli avversari?». L’allenatore bianconero mi prenderebbe per un bischero, e avrebbe ragione. Poi risponderebbe, col suo bell’accento livornese: «Non si può fare! Nel calcio esistono le regole». Ecco, appunto: le regole. Se la Juventus è stata penalizzata di 15 punti, e in classifica ne ha 35, perché Allegri deve dire «Quello che succede fuori non ci deve interessare. Noi abbiamo 50 punti, lo dico e lo ripeto»? Capisco che la penalizzazione sia stata dolorosa, e certe uscite piacciano ai tifosi (non a tutti). Ma mi domando: la Juventus vuol farsi le proprie regole? Già oggi, allo Stadium, campeggia la scritta «38 scudetti», conteggiando anche i due revocati a causa di Calciopoli. Di nuovo: decisione giusta, sbagliata, eccessiva? Ognuno ha le proprie idee. Ma poi ci sono le sentenze, le decisioni. Le regole, appunto. Bisogna rispettarle, anche quando non si condividono. Rifiutarle platealmente è sbagliato e — posso dirlo? — diseducativo. L’idea che la norma debba adattarsi al nostro caso particolare rientra nella (mal)educazione civica italiana: davanti a un stop, noi non sentiamo l’imperativo categorico («Fermati!»), pensiamo «Che tipo di stop sarà?». Chi ha ruoli pubblici deve fare il possibile per smontare questo insidioso meccanismo mentale. Che l’allenatore della squadra di calcio più seguita in Italia si lasci andare a certe affermazioni non aiuta, diciamo. Perché la Juventus cede a questa tentazione? Per incoraggiare i giocatori? Per rincuorare i tifosi? Per chieder loro di stringersi intorno alla società? Obiettivi legittimi, ma si possono raggiungere in altro modo. Scusandosi, quando è il caso. Oppure dicendo: «Riteniamo che questa decisione sia sbagliata / eccessiva. Ma accettiamo le regole del sistema in cui operiamo, e chiediamo ai nostri sostenitori di fare altrettanto». Che bella lezione sarebbe. P.S. Magari vi state domandando: se l’Inter fosse al posto della Juventus, scriverei le stesse cose? Risposta: sì, senza incertezze.
  8. Secondo l'articolo che ho postato nel topic sul Napoli la camorra farà affari d'oro con lo scudetto
  9. Secondo un tal Giudice, ( ma da quello che scrive dovrebbe cambiare il cognome in Pm o Mozzaorecchi), dovremmo accettare serenamente la sentenza senza screditare il calcio italiano (Corriere Sport)
  10. La prossima sarà a pois: da decidere se nera a pois bianchi o viceversa
  11. STRISCIONI, TROMBETTE E MITRAGLIETTE - LA GUERRA TRA LE FAMIGLIE CRIMINALI PER IL MERCHANDISING DEL TERZO SCUDETTO DEL NAPOLI – LE FAMIGLIE DELLA CAMORRA SI SONO ATTIVATE PER FARE SOLDI CON SCIARPE, MAGLIE, BANDIERE E ALTRI ACCESSORI PER CELEBRARE IL PROBABILE SCUDETTO DEGLI AZZURRI – I BASSI E SOTTOSCALA DEI QUARTIERI SONO STATI TRASFORMATI IN LABORATORI ATTIVI DI NOTTE GESTITI DAI CLAN - I PIÙ ATTIVI NEL SETTORE SONO … 11.03.2023 Estratto dell’articolo di Leandro Del Gaudio per “il Messaggero” […] Cambia l'industria della falsificazione a Napoli, cambiano i luoghi e i macchinari, negli stessi giorni in cui si consuma la marcia finora trionfale della squadra di Spalletti. E a dettare il ritmo della trasformazione dell'industria del falso (o pezzotto) da queste parti ci sono i clan di camorra […]. Meno borse, dunque, più maglie con il volto di Osimhen, Kvara e altri big azzurri. Meno accessori di (finto) lusso, più bandiere con il fatidico numero 3, […]. Una trasformazione silenziosa, quella che si è registrata in queste ultime settimane, che passa attraverso i vicoli popolari, come hanno spiegato in questi giorni uomini della Finanza, specializzati nel contrasto alla contraffazione. Nel giro di pochi giorni, bassi e sottoscala, garage e appartamenti di poche stanze hanno cambiato volto. […]Spuntano cucitrici, presse a caldo, coloranti. Lavoro notturno, spesso familiare, sotto il controllo di cosche che dai primi anni del secondo dopoguerra hanno imparato a copiare piccoli e grandi brand, locali e internazionali. […] gli inquirenti hanno le idee chiare, sempre alla luce di quanto accertato in questi mesi: i clan impongono una sorta di racket delle forniture. LE FORNITURE Impongono merce, a volte strumenti[…], stabiliscono anche le merci da usare, controlla l'indotto. Più sfumato, almeno per il momento, l'imposizione del pizzo al venditore ambulante che si piazza sul marciapiede a vendere al minuto.Possibile che venga imposta una tangente per i posti più ambiti, […] Chi c'è dietro la grande bolla dei gadget falsi? Risposta a senso unico: i più attivi in questo settore, sono quelli del clan Mazzarella, che hanno goduto di una sorta di monopolio, grazie a una serie di trasformazioni del proprio orizzonte commerciale: dal contrabbando di sigaerette, ai cd falsi, per passare agli accessori in pelle e ai finti trapani Bosch. E per aggredire oggi il mercato di sciarpe e magliette azzurre. BANDIERA SCUDETTO NAPOLI Oggi però non sono soli. Sono insidiati da famiglie legate alla Alleanza di Secondigliano (Licciardi, Contini, Bosti, Mallardo), che vantano una antica tradizione di magliari. Non si esclude che in questo periodo gli equilibri siano particolarmente tesi, proprio per ridefinire il controllo del business dei falsi in salsa azzurra. Clan Mazzarella contro quelli dell'Alleanza di Secondigliano, in una corsa per il momento solo di carattere commerciale. […]
  12. Sì, ma chi ci ha condannato non ha detto che non si possono fare plusvalenze "fittizie", ma che solo noi avevamo messo su un "sistema" e che ci sono le intercettazioni, gli appunti di Paratici, ecc.
  13. Il cervo dice che la Juve non porterebbe mai al Collegio questa carta, perché ottenuta violando la clausola compromissoria
  14. curiosità: Luigi Maruotti, il presidente del CdS, è nato a Napoli
  15. Sentite questa! L'IMBOSCATA - Otto persone in un palazzo romano e un retroscena "bomba". Gravina e la carta segreta imboscata da Chinè: ... 10.03.2023 di Andrea Bosco Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “giornalaccio rosa dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera. di Andrea Bosco Metti una sera a cena. Otto persone in un palazzo del centro di Roma. Due uomini di cultura. Un porporato. Tre belle signore. Un giornalista e un uomo molto potente. Più o meno del livello del Bisignani che con l'ex prefetto di Roma, Pecoraro (poi diventato con la benedizione del Pretorio capitolino procuratore federale in Figc) discuteva dell'ordine del giorno del Copasir. Inevitabilmente al dessert si finisce col parlare di calcio. Il porporato che tifa Roma, sfotte uno degli intellettuali che tifa Juventus: “In due gare di campionato avete fatto un solo punto“. Il discorso si allarga. La cavalcata del Napoli, la crisi, non solo sportiva della Juventus, Inzaghi che non resterà all'Inter, Pioli che sta facendo miracoli. Poi l'uomo potente spiega che Chinè ha un rapporto privilegiato con Lotito. Il porporato azzarda: “In effetti per quella vicenda dei tamponi della Lazio, Chinè...“. Ma in fondo che Lotito abbia rapporti con troppa gente a Roma, è cosa risaputa. Al pari che Lotito ambisca a diventare il manovratore del calcio italiano. Ma dopo qualche minuto l'uomo potente lancia una “bomba“. “Avevano deciso prima che la Juventus vincesse l'ottavo titolo“. Stupore , subito archiviato dalla curiosità: “Chi, ha deciso cosa?“. Risposta: “gli interessi della Federazione si sono saldati a quelli dell'Uefa e a quelli della politica. Una società che vince nove titoli di fila è una aberrazione che il sistema non può che combattere. Un sistema funziona se ogni anno vince una squadra diversa. Se l'interesse viene distribuito su varie platee. L'Italia è un Paese con numerose realtà geografiche e sociali. La Superlega, idea di calcio elitario, ha fatto traboccare il vaso“. Fanno notare all'uomo potente che le sue affermazioni sono gravi. “Che le cose finissero in questo modo era fisiologico - prosegue l'uomo – visto che per troppo tempo si sono rifiutati di vedere“. Poi spiega: “Nuoci al sistema se per vincere adoperi il sistema medesimo. La situazione è sfuggita di mano . Contestano alla Juve, soprattutto di essere stata più spudorata di altri nel servirsi del sistema. E ora il Palazzo deve far vedere che esiste. La Federazione non avrebbe voluto si andasse così oltre. Ma Chinè e Torsello sono stati mal consigliati. Nove scudetti sono stati uno schiaffo che ha ridicolizzato il Palazzo. Calcio maschile , ma anche quello femminile: Juventus, solo Juventus. In Federazione c'è chi pensa che una redistribuzione economica e sportiva potrà far rinascere il calcio nostrano“. Legenda: il sottoscritto non è il giornalista presente alla cena menzionata. Ma uno dei presenti (o delle presenti?) è un suo amico (o una amica?) . Dice che Gravina stia pensando di ricorrere al Consiglio di Stato contro il Tar che ha imposto a Chinè di consegnare la carta Covisoc, entro “sette giorni“ . La notizia è stata fatta trapelare dal “Corriere dello Sport“, un quotidiano che conosce benissimo i meccanismi della Federazione. Dunque Gravina che non si “costituì“ al Coni nella vicenda Asl del Napoli , sembra voglia “costituirsi“ (come non fece per Sandulli) a sostegno di Chinè. Comunque possa andare l'eventuale ricorso al Consiglio di Stato. La Juventus secondo Gravina avrebbe dovuto andare eventualmente al Tar, “dopo“ che il Coni si fosse espresso. La cosa è idiota: se la “carta Covisoc“ contiene cose in grado di smontare il castello di Chinè è evidente che la Juventus pretenda di esibirla al Coni. Se quella carta è ininfluente non si comprende per quale motivo Chinè se la sia imboscata per sette mesi e si sia rifiutato di darne copia alla difesa della Juventus. Ma il perché si può ipotizzare. In ogni caso se il Coni invaliderà la penalizzazione lo farà perché invaliderà il processo che ha visto Chinè, protagonista: per vizio di forma. Le prove dell'accusa devono essere visionate preventivamente anche dalla difesa. Dura lex, sed lex. A meno che dopo Chinè, anche il Coni non voglia farsi una “legge propria". Non c'entra a questo punto se la Juventus sia o meno colpevole. E' ininfluente. Un procedimento giudiziario, oltre che di sostanza è fatto di “forma“. Persino nella bizantina, ingiusta e proterva, giustizia sportiv . Quella che Gravina si è sempre rifiutato di riformare. Quindi l'invito, oggi più di ieri, è sempre il medesimo: “Gravina, vattene“ .
  16. Veramente oggi è ancora convinto che andremo in B
  17. Sentitelo... Ziliani attacca: "La Juve ha barato anche al TAR, violando la clausola compromissoria" 09.03.2023 12:40 di Niccolò Anfosso Il giornalista Paolo Ziliani torna all'attacco: "Tenetevi forte: il pronunciamento del TAR sulla “carta COVISOC” che ha fatto esultare l’Italia juventina è stato ottenuto dalla #Juventus violando le regole. Sembra una barzelletta ma è la verità: dopo dirigenti e tesserati ora si mettono a barare anche gli avvocati. Invece di rivolgersi al TAR violando la clausola compromissoria, infatti, la Juventus aveva l’obbligo di attendere la conclusione del “terzo grado” di giustizia sportiva rappresentato dal Collegio di Garanzia che sostituisce oggi l’Alta Corte di Giustizia e il TNAS", ha scritto su Twitter.
  18. Questi vorrebbero mandarci un B, organizzare gli Europei e dovremmo concedergli pure lo stadio L'ITALIA CORRE VERSO GLI EUROPEI DEL 2032! VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE CULTURA DEL SENATO ALLA CANDIDATURA PER OSPITARE IL CAMPIONATO EUROPEO DI CALCIO - SAREBBERO STATE ANCHE INDIVIDUATE LE UNDICI CITTÀ IN CUI GIOCARE LE PARTITE DEL TORNEO (NON C'E' UDINE) – TRA I PRINCIPALI RIVALI, C’E’ LA TURCHIA DI ERDOGAN - LA SCELTA DEL PAESE OSPITANTE SARÀ FATTA TRA SETTEMBRE E OTTOBRE… Benedetto Saccà per “il Messaggero” L'Italia corre verso gli Europei del 2032. D'altronde, giusto ieri, la settima commissione del Senato ha approvato la risoluzione a sostegno della candidatura italiana per l'organizzazione della manifestazione nel Trentadue. In particolare il documento impegna il governo a sostenere la candidatura avanzata dalla Figc e prevede che sia assunta «ogni opportuna iniziativa di propria competenza che valorizzi l'interesse nazionale rispetto a tale evento e alle relative eredità». Sarebbero state anche individuate le undici città destinate a ospitare le partite del torneo: e si tratterebbe di Roma, Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Cagliari, Bari e Palermo. Non troverebbe uno spazio Udine perché lo stadio ha una capienza inferiore a quella minima (di 30 mila spettatori) prevista dalla Uefa. Ma comunque. La Figc dovrà consegnare alla Uefa il dossier definitivo legato alla candidatura entro il 12 aprile e avrà la Turchia tra i principali rivali. La scelta del paese ospitante, poi, arriverà tra settembre e ottobre. All'inizio di Euro 2032 mancano ancora nove anni: sembra un tempo infinito, ma è un attimo, specie nel cammino di organizzazione di un evento simile.
  19. Veramente il Corriere dello Sport ha scritto che Chiné per gli stipendi chiederà una stangata
  20. Sento che tutti dicono che dobbiamo pensare alle coppe e non al campionato. Allora è inutile fare il ricorso per il meno 15
  21. Avevo letto per errore Ziliani invece di Zuliani e ho pensato:"Guarda sto str****, per lui 42 minuti sono stati troppo per condannarci"
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