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andrea

Tifoso Juventus
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  1. Avv. Sperduti a RBN: “Il -15 si può cancellare. Il nodo manovra stipendi. Inchiesta Uefa? Niente ricatti per la Superlega” 02.03.2023 Tra un mese il Collegio di Garanzia dello Sport dovrebbe fissare l'udienza per il ricorso sulla vicenda plusvalenze. I bianconeri chiedono l'annullamento della penalizzazione di 15 punti. Poi sarà la volta della manovra stipendi sull'inchiesta Prisma. Resta da capire cosa deciderà la Uefa e se in questo senso avrà un peso la Superlega. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve Matteo Sperduti, avvocato di Diritto sportivo. Sperduti è convinto che sil -15 si possa ribaltare: “Continuo ad essere ottimista sull'esito di questa vicenda. Come ho sempre detto, l'errore è stato nell'accogliere la revoca della sentenza. Il primo punto del ricorso della Juve parla proprio dell'impugnazione di questo elemento. Non esisterebbero fatti nuovi. Dalla pubblicazione della sentenza la società bianconera è in fase di attacco anche perché l'opinione pubblica è dalla sua parte. Come il sottoscritto, tanti giuristi hanno visto che in quel verdetto le norme non sono state applicate in modo corretto”.
  2. Ma poi lo immagini Alvino che legge?
  3. «Attaccata, quasi sbeffeggiata Cda Juve, la tempesta perfetta» Zoppo, collegio sindacale: una escalation difficile da capire Di Simona Lorenzetti e Massimiliano Nerozzi · 2 mar 2023 L’urgenza «Loro volevano spingere per arrivare subito a deliberare e approvare il bilancio» TORINO Una volta si è sentita «quasi sbeffeggiata», altre «colpita e attaccata, per qualcosa che Juventus stessa aveva fatto», pur di svolgere al meglio l’attività di controllo da componente del collegio sindacale: Maria Cristina Zoppo, 51 anni, in carica dal 29 ottobre 2021 fino alle dimissioni del 5 gennaio scorso, per oltre cinque ore racconta ai pm che indagano sui conti del club mesi di riunioni e discussioni fino alla delibera della Consob, sulla non conformità del bilancio al 30 giugno 2022. «Era la tempesta perfetta». L’incipit: «Da settembre in poi c’è stata un’escalation di momenti di gestione societaria su cui io non riuscivo più a capire perché ci si volesse incanalare in un processo di valutazione di poste di bilancio oggettivamente poco condivisibile». Spuntavano guai all’orizzonte: «Noi eravamo venuti a conoscenza dell’esistenza delle carte della Procura che evidenziavano un breach nei sistemi di controllo (side letter)»; ma il cda approva comunque un progetto di bilancio «senza avere contezza dell’esito dell’attività del revisore», che presenterà rilievi. Motivo? «Perché accettare questi rilievi, è una mia conclusione, avrebbe potuto sgonfiare tutta la linea difensiva in sede penale». Il consiglio vuole spostare l’assemblea, ma «senza alcun impegno o previsione» di rivedere i conti: «su questo punto è iniziato lo scontro, il challenge con il cda». C’era il rischio di eventuali sanzioni sportive: «Al collegio sindacale non interessava nulla questo, perché se un bilancio è non corretto, è non corretto». Altra anomalia: «Non mi è capitato che gli avvocati avessero un peso così significativo». Dunque, i sindaci chiedono di modificare il bilancio, per le manovre stipendi («trovino diverso trattamento»). Sulle plusvalenze invece: «Abbiamo parlato con il revisore e abbiamo ritenuto che il metodo da lui utilizzato conducesse ad esiti non irragionevoli». La sera del 25 novembre riceve la telefonata di Daniela Marilungo, amministratore indipendente: «Mi chiama e, piangendo, mi dice: “Ho dato le dimissioni”». Il cda di tre giorni dopo sarà tesissimo: Zoppo domanda più volte che venga letta la lettera di dimissioni di Marilungo, come dalla stessa richiesto, ma non viene ascoltata: «Loro volevano spingere ad arrivare subito alla deliberazione, approvare il bilancio». Prende la parola: «Permettete al revisore di pronunciarsi». Lì, con i sindaci collegati da remoto, per 50 minuti «viene interrotto l’audio della riunione». Protesta: «Quanto ci mettete a fare la traduzione di due pagine?». Domanda dei pm: di fatto vi hanno estromesso dal consiglio? Risposta: «Eh». Alla ripresa, i sindaci vengono sottoposti a una serie di domande, con un senso: «Metterci in cattiva luce e crearci una forte sensazione di disagio. Anche Forte (altro sindaco dimessosi, ndr) era in difficoltà. Questa è stata una mitragliatrice». E ancora: «Abbiamo denunciato a Consob che mancavano al 23 dicembre 2022 (e che mancano tutt’ora, 9 gennaio) i verbali del 24 e del 28 novembre, anche il 20 lo abbiamo solo in bozza». Cosa le hanno riferito i suoi legali? «Di comportamenti aggressivi». Ha esperienza di altissimo livello — è nel cda di Intesa Sanpaolo e di Newlat Food — ma non restavano che le dimissioni: «Preciso che non sono una persona che lascia, è la prima volta in tanti anni di carriera».
  4. Che fantastico campionato che è la serie A, nonostante magistrati che dicono di odiare la Juve... De Siervo: "La nostra Serie A vanta giocatori stellari come Di Maria 01.03.2023 15:05 di Alessandra Stefanelli Fonte: ANSA (ANSA) - ROMA, 01 MAR - "Da oggi parte il road show della Lega Serie A che durerà sei mesi e toccherà 5 continenti in vista del prossimo ciclo di vendita dei diritti audiovisivi". L'ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo, è intervenuto questa mattina al "Leaders Sport Business Summit" ad Abu Dhabi, uno dei più influenti e importanti summit mondiali dell'industria sportiva e del calcio. "A pochi metri da qua - ha spiegato De Siervo, parlando dal palco del summit - abbiamo aperto la nostra nuova sede; dopo New York nello scorso mese di maggio viviamo un altro momento storico e fondamentale per la nostra media company, per crescere e lanciarci nel futuro". "Quando siamo arrivati in Lega Serie A avevamo 3 sponsor da oltre 20 anni e in soli 3 anni i partner sono diventati 10 - ha proseguito -, brand che hanno raddoppiato il nostro fatturato, testimoniando la fiducia e l'interesse nel nostro prodotto. In questi anni abbiamo lavorato con i club della Lega serie A in maniera costruttiva e collettiva per valorizzare i loro asset, ovvero i calciatori, con una crescita maggiore di contenuti e visibilità. Il nostro calcio può vantare brand globali e star come Di Maria, Ibrahimovic, Leao, Osimhen, Dybala, Immobile, Lukaku e Lautaro. Abbiamo anche costituito e spingeremo il progetto Leggende, Ambassador internazionali come Totti, Del Piero, Vieri, Cannavaro, Kaka' e Shevchenko". "Per essere leader nel mondo dobbiamo vincere a livello internazionale e mai come in questo momento il calcio italiano sta diventando importante in Europa", ha poi sottolineato De Siervo, parlando di "una specie di All in con il Napoli che sta battendo ogni record. Il nostro è il campionato più difficile del mondo per tattica, ma è anche quello più avvincente con quattro differenti squadre che potrebbero aggiudicarsi il titolo in quattro anni, a differenza di Bundesliga e Ligue 1". "Il futuro passa anche da qui - ha concluso De Siervo -. Stiamo lavorando con tutte le istituzioni sportive locali, mentre distribuiamo le nostre partite con la piattaforma OTT Starzplay e la TV lineare Abu Dhabi Media. Amplifichiamo il nostro calcio con la piattaforma Kooora, digital leader in lingua Araba". (ANSA).
  5. Oggi sarebbe il giocatore più odiato dai granata, ma per sua fortuna Bayeye ha scambiato la maglia con Pogba
  6. Il loro idolo è Giagnoni che tiro' un pugno a Causio
  7. Agnelli in pressing «No, io mi dimetto Troppo il disagio» Daniela Marilungo, ex del cda Juve, racconta ai pm Di Simona Lorenzetti e Massimiliano Nerozzi · 1 mar 2023 TORINO Per dire della tensione di quei giorni, ricorda le parole del suo avvocato: «Non approvare nulla, non approvare questo bilancio altrimenti vai dritta verso le conseguenze che tu vuoi evitare». Daniela Marilungo, 52 anni, membro indipendente del cda Juve dal 23 ottobre 2015, parla per otto ore come persona informata sui fatti davanti al procuratore aggiunto Marco Gianoglio, al pm Mario Bendoni e a tre militari della guardia di finanza, che stanno indagando sui conti bianconeri. Fu lei la prima ad andarsene, ancor prima che crollasse tutto il cda: «Mi sono dimessa con e-mail e raccomandata il 25 novembre 2022». Ricorda quel giorno, iniziato alle 7.30, con una telefonata di due ore al suo avvocato: «La decisione la stavo meditando ma non era proprio nell’aria; a fronte dell’ultimo cda, dopo una notte insonne, mi sentivo a disagio». Il giorno precedente «sia Andrea Agnelli che John Elkann, ci avevano comunicato a noi consiglieri indipendenti che Laurence Debroux e Suzanne Heywood (consiglieri non indipendenti, ndr) avevano preannunciato a loro volta le dimissioni». Pausa: «Questa notizia fa scattare il timing delle mie dimissioni» e a sera, «mi faccio un bel pianto liberatorio». È solo l’inizio, perché le vengono chiesti i contatti del suo legale, che però respinge i civilisti che seguono la Juve: «Parlo solo con i penalisti». Il clima si scalda ulteriormente, poiché nei giorni successivi Marilungo continua a ricevere mail di convocazione, al che l’avvocato chiama quelli bianconeri dicendo che «se Juventus non rettifica questa cosa, va subito in Procura e denuncia tutti». Però, il tempo stringe: «La Juventus ha anche delle altre attività di vigilanza, per cui il motivo di queste tempistiche accelerate era che se il consiglio non depositava il bilancio non ci potevamo iscrivere ai campionati». Di più: «La spada di Damocle che tutti ci rappresentavano (il direttore finanziario Cerrato, il capo dell’ufficio legale Gabasio, Agnelli) era questa dell’iscrizione alle varie competizioni sportive». Spuntano anche delle slides, racconta la testimone: senza presentazione del bilancio si rischiava o la mancata iscrizione o dei punti di penalizzazione. «Prima la deadline doveva essere a novembre poi venne fuori che si poteva fino a giugno 2023». Insomma, la situazione si fa ingarbugliata: «La nostra preoccupazione aumenta, ci hanno più volte rappresentato come queste conseguenze sportive potessero impattare sulla continuità aziendale». Domanda dei pm: chi nel cda propugnava la tesi di andare avanti con il progetto di bilancio approvato il 23 settembre? «Il presidente Agnelli, in maniera chiara». Subito prima del cda del 24 novembre, Agnelli incontra i consiglieri indipendenti: «Il succo era: “Voi dovete decidere in o out; è difficile capisco ma ci sono tutte le premesse per arrivare a una decisione positiva”». E la stessa cosa, prima della pausa pranzo, avverrà davanti a Elkann, che aveva «atteggiamento soft e collaborativo». La descrizione di Agnelli era stata «più tranchant: “Hanno paura di essere indagate”», riferito alle due consigliere non indipendenti. Insomma, «una situazione surreale». Durante una pausa, parla con Spada, presidente del collegio sindacale: «Guarda che queste due si sono dimesse. Lui rimase colpito». E ancora: «Noi abbiamo richiesto questi documenti (della Procura, ndr) in varie forme e a più riprese. Io non ho mai visto alcuna documentazione». Piuttosto riceve una battuta: «Sono migliaia di pagine, vuoi leggerle tutte?». Però: «Delle side letter sono venuta a saperlo a fine ottobre». Si fece domande: «Dal momento in cui professionisti della società dicono A e Deloitte B, per me, le cose sono iniziate a cambiare». Si discuterà anche di un ricorso al Tar contro la delibera della Consob, ma alla fine si votò per evitare il «muro contro muro».
  8. Due miliardi li possono tirare fuori solo un arabo o un fondo americano
  9. Juventus, manovra stipendi "segreta"? Beh, mica tanto... I termini del piano sono sempre stati noti: Tuttosport scriveva già nel marzo 2020 che ci sarebbero stati "accordi individuali" Guido VaciagoLunedì 27 Febbraio 2023 «Sapevamo quello che era uscito, cioè il risparmio e la riduzione tout court degli stipendi. Quando abbiamo letto gli atti di questo fascicolo delle chat e delle scritture, ci siamo sorpresi e arrabbiati». Dai non esattamente impermeabili faldoni dell’inchiesta Prisma è scivolata un altro documento: le parole sono quelle di Paolo Piccatti, presidente del collegio sindacale della Juventus dal 23 novembre 2009 al 29 novembre 2021, contenuti nel verbale del suo interrogatorio del 25 novembre ‘22 a proposito della “manovra stipendi”. Parole che alimentano quello che si potrebbe definire il filone della “segretezza” e del “mistero” che nelle ricostruzioni dei pm ammantano la vicenda. Ora, senza entrare nel merito delle eventuali irregolarità di bilancio (che sono un’altra storia), il fatto che i termini della manovra stipendi fossero ignoti è piuttosto lontano dal vero. E basta consultare l’archivio di qualsiasi quotidiano, a partite da Tuttosport. Il 28 marzo 2020, a pagina 3, si legge: «Se invece si dovesse tornare in campo, i giocatori riceveranno i soldi... ...ma non immediatamente, bensì più avanti. Tra questa ipotesi e quella del taglio a prescindere di un mese e mezzo, ne è stata individuata un’altra: ossia la rinuncia da parte delle squadra a due mesi dei prossimi quattro (da marzo a giugno) se la Serie A dovesse essere sospesa definitivamente; o a un mese su quattro se invece si dovesse riuscire a portare a termine il campionato», che è esattamente come è andata. La Juventus e le due manov stipendi sp La mediazione fra Chiellini e Agnelli Il giorno dopo, 29 marzo, a pagina 2 viene esplicitamente scritto di una mediazione fra Giorgio Chiellini e Andrea Agnelli, viene riportato il comunicato e poi viene aggiunto: «Quanto alla formula, le indiscrezioni riferiscono di una rinuncia netta a un mese e mezzo, mentre per i restanti due mesi e mezzo si troveranno appunto accordi individuali con vista sui prossimi anni». Accordi individuali con vista sui prossimi anni: il 29 marzo 2020, prima di qualsiasi indagine, il quadro della manovra stipendi era chiaro, compreso il fatto che ci sarebbero stati accordi individuali. Nessuno aveva sbirciato le chat di whatsapp della squadra, ma le notizie pubblicate erano state diffuse da società e giocatori con relativa trasparenza. Verità? Meglio la velocità...Torsello sconcertL'edizioneedizione digitale di Tuttosport Scegli l'abbona su misura per te Sempre con te, come v I due ombrelli Tant’è che qualche mese dopo, quando attraverso il bilancio di Exor si riescono a capire i primi numeri di quello della Juventus (che verrà pubblicato un mese dopo), c’è un articolo di Tuttosport che sembra anticipare di anni ciò che negli ultimi mesi è stato “svelato” dall’inchiesta. Il 4 settembre 2020 a pagina 2 si legge che la Juventus si è protetta dagli effetti del Covid «grazie a due ombrelli. Uno è stato l’accordo con i giocatori sulla sospensione degli ingaggi durante il periodo del lockdown, che ha permesso di risparmiare ben 90 milioni sul bilancio al 30 giugno 2020. Non risparmiare in assoluto, perché la società gli stipendi ai calciatori dovrà pagarli e dunque andranno ad appesantire i prossimi bilanci, ma intanto non hanno affondato quello già gravato dall’effetto Covid. L’altro ombrello è stato quello delle plusvalenze, tra cui spicca quella da 42 milioni realizzata attraverso la cessione di Miralem Pjanic al Barcellona nello scambio con Arthur». Concetto ribadito il 12 settembre quando Tuttosport scrive che le perdite sono state arginate dalle «plusvalenze di mercato (166 milioni) e l’accordo raggiunto da Fabio Paratici e i dirigenti bianconeri con la squadra per risparmiare 90 milioni di ingaggi (20 in modo effettivo, 70 solo dal punto di vista contabile, visto che sono stati spalmati sulle prossime tre stagioni)». Insomma, le eventuali responsabilità della Juventus e dei suoi dirigenti saranno accertate dai vari tribunali, ma per scoprire certi dettagli non servivano le chat di squadra, bastava leggere Tuttosport. A PARTIRE DA€ 2,99 € 0,99/m Hai già un a digitale del giornale, sempre con te Ovunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabelli formazioni, ante
  10. Sentenza scritta con i piedi, dice Criscitiello Criscitiello su Sportitalia.com: “Juve, al CONI giochi in casa” Michele Criscitiello su Sportitalia.com: La Juventus se dovesse fare punti nel derby sarebbe seconda sul campo. E' in semifinale di Coppa Italia e agli ottavi di Europa League. Nel disastro generale Allegri rischia di salvare sempre le sue stagioni. Ovviamente cambierà tutto tra fine marzo e inizio aprile quando sapremo se il -15 resterà o sarà abolito. Questo non dipende da Allegri. Ricordiamo anche la terza opzione: il collegio di garanzia del Conicontesta alla Corte federale le motivazioni e chiede di riformulare la pena. Ecco che quel -15 potrebbe diventare anche -5, ad esempio. La Juventus punta tutto sul Coni e politicamente ha fatto i passi giusti. Il Coni può ribaltare tutto perché la sentenza della Corte Federale è stata scritta con i piedi. Lo sanno anche in Federazione. Aggiungiamo: Angelo Clarizia è spesso Avvocato del Coni in cause al Tar e al Consiglio di Stato. Questa volta, invece, difenderà la Juventus nel suo stesso Coni. Si gioca in casa. Cambia solo la maglia da difendere.
  11. andrea

    Introspezione

    Mi dà fastidio all'estero Dei cercopitechi italiani non mi interessa nulla
  12. Plusvalenze Juve, il professor Napoli: "Nessuna legge vieta di cedere a prezzi più alti" Intervista al docente di Diritto processuale tributario alla Luiss: "Al momento non esiste un criterio per determinare il giusto valore di un giocatore. Non essendoci reato, le intercettazioni non hanno rilievo" Guido Vaciago Buongiorno professor Napoli, il tema delle plusvalenze fittizie è diventato cruciale nel dibattito calcistico. Come si stabilisce la veridicità o la falsità di un valore di un calciatore? «In generale, la cessione di un calciatore è paragonabile alla cessione di un bene immateriale (da ultimo, Corte di Cassazione sentenza n. 2376/2023) e non può esistere una norma che vieti di cedere un bene a un prezzo più alto, anche se sovrastimato, ove concordato tra le parti in seno ai contratti inerenti al pagamento dei diritti di trasferimento. A differenza di qualsiasi bene, anche di natura immateriale, il valore economico di un giocatore è qualcosa di più complesso che si sviluppa in una condizione di libero mercato ed è fissato attraverso criteri influenzati dalla soggettività delle situazioni delle singole società interessate all’affare, nonché da valutazioni prospettiche e discrezionali sul talento dell’atleta, sulle sue caratteristiche specifiche e su profili tecnici e caratteriali che rendono tale valutazione unica nel suo genere». Plusvalenze, l’avvocato Spallone: “Perché la Juve ha più di una frecc per il ricor Insomma, non esiste il cosiddetto “fair value”, ovvero il “giusto prezzo”? «Sì, allo stato, non esiste un “fair value” del calciatore universalmente riconosciuto e, dunque, nessun parametro può eventualmente essere preso a riferimento per sostenere la presenza di alterazioni contabili, poste in essere mediante valutazioni false, che assumano rilievo in rapporto al reato di “Falso in bilancio” (ex artt. 2621 e 2622 c.c.). A tale riguardo, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (ponendo fine alla situazione d’incertezza giuridica che si era creata a seguito della novella legislativa del 2015), con la sentenza n. 22474/2016, dopo un’approfondita e rigorosa disamina, ha subordinato la punibilità del cd. “Falso valutativo” al consapevole scostamento da criteri di valutazione normativamente stabiliti (o tecnici generalmente accettati), senza darne informazione nel bilancio e in modo idoneo ad indurre in errore i destinatari delle informazioni stesse. Inoltre, tali criteri devono essere connotati da un grado di dettaglio e chiarezza tale da escludere ogni incertezza interpretativa». Sarà mai possibile stabilire un fair value delle prestazioni di un giocatore per avere quella certezza interpretativa? «Si tratta sicuramente di un’operazione molto complessa, confermata dall’assenza ad oggi di tali criteri. Peraltro, ogni eventuale valutazione dovrebbe essere sviluppata a livello internazionale, coinvolgendo gli organi tecnici della Uefa e della Fifa. Personalmente, considero la definizione economica del valore di un giocatore, un’operazione utile solo se necessaria a impedire fattispecie illecite, diverse quindi, da operazioni regolarmente esposte in bilancio e oggetto di pagamento (anche mediante compensazione)». Juve, inchiesta Prisma: Mandragora dopo Dybala, edizione digitale di Tuttosp Scegli l'abbonamento su misura per te Sempre con te, come vuoi ABBONATI OR In assenza di criterio oggettivo per stabilire un fair value, si può pensare di legiferare sull’argomento? «Ripeto, solo ove si ritenga che l’ingiustificata sovrastima del calciatore possa generare un “ingiusto profitto”, potrebbe procedersi all’approvazione da parte degli enti competenti di specifiche disposizioni tese a stabilire criteri oggettivi di valutazione dei calciatori. Gli interventi normativi recentemente proposti dal Governo, non riguardano tali questioni, ma si riferiscono soltanto ad aspetti pratici connessi al mero trattamento fiscale della plusvalenza, non alla sua natura». Un’intercettazione nella quale si discute dell’eventuale supervalutazione di un giocatore può essere la prova del falso valutativo o in mancanza di parametri oggettivi non è possibile stabilirlo? «Quello delle intercettazioni è uno strumento di ricerca della prova dei reati legittimamente azionabile dalla magistratura e dagli organi inquirenti. È evidente che se non c’è un reato perseguibile, il contenuto delle intercettazioni non deve avere alcun rilievo». Ci sono casi particolari in giurisprudenza sull’argomento che potrebbero essere tenuti in considerazione in questa vicenda? «Il tema delle plusvalenze nel calcio è un tema risalente nel tempo. La giurisprudenza, sia di merito, sia di legittimità, si è occupata spesso, in passato, di tali questioni mettendo in evidenza importanti profili di interesse ai fini della nostra analisi. Una attenta rilettura di tali arresti giurisprudenziali potrebbe far emergere utili elementi di valutazione ai fini di cui stiamo parlando». Che impatto hanno le plusvalenze sotto il profilo fiscale? «Le plusvalenze non hanno nessun impatto negativo sul piano fiscale. Il diritto alla prestazione sportiva dell’atleta (costo del “cartellino”) va iscritto tra i beni immateriali del bilancio. La cessione di tale diritto genera plusvalenze o minusvalenze classificabili tra i componenti ordinari della società sportiva ed è rilevante ai fini impositivi. Il problema, dunque, non è certamente di natura fiscale dal momento che l’eventuale plusvalenza generata dalla sovrastima del valore di un calciatore è sicuramente intercettata. E ciò vale anche per le cosiddette plusvalenze “a specchio”, ove, come noto, le società coinvolte nell’operazione si scambiano i calciatori, compensando i relativi valori con eventuali conguagli in denaro in presenza di differenze di prezzo». Insomma, alla fine, ci pagano sempre e comunque le tasse. In definitiva, che vantaggio può dare una plusvalenza “fittizia” a una società che ne fa uso? «Nell’immediato rispettare le regole del fair play finanziario, evitando di chiudere il bilancio in perdita». A PARTIRE DA€ Hai già un abbon
  13. Il "Daily Mirror" contro Agnelli: "Caduto in disgrazia, vuole distruggere la Premier League" 26.02.2023 11:00 di Giuseppe Giannone Il progetto Superlega, si sa, non ha molti estimatori in Inghilterra: il "Daily Mirror", uno dei giornali inglesi più importanti si è decisamente schierato contro l'intervista rilasciata ieri da Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, al "Telegraaf", definendolo "caduto in disgrazia". A detta dei colleghi britannici, l'intento della Superlega sarebbe soltanto quello di "distruggere" la Premier League, campionato che, ad oggi, può essere considerato il più bello e ricco del mondo.
  14. Non capisco perché gli consentono di seguire ancora la Juve, essendo in pratica la buca delle lettere della procura
  15. Inchiesta Juve L’uomo dei conti: «Sugli stipendi il cda nascose tutto» Agnelli: «Dimesso per non pesare sul club» Massimiliano Nerozzi · 26 feb 2023 «Sapevamo quello che era uscito, cioè il risparmio e la riduzione tout court degli stipendi. Quando abbiamo letto gli atti di questo fascicolo delle chat e delle scritture, ci siamo sorpresi e arrabbiati»: davanti alle domande sulle manovre stipendi, è quanto fa mettere a verbale Paolo Piccatti, 65 anni, presidente del collegio sindacale della Juve dal 23 novembre 2009 al 29 novembre 2021, interrogato il 25 novembre dell’anno scorso dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dal pubblico ministero Mario Bendoni, due dei tre magistrati che coordinano l’inchiesta sui conti del club. Il commercialista — indagato, ma la cui posizione è stata stralciata, in vista di una presumibile richiesta di archiviazione — pare cadere dalle nuvole anche a proposito della scrittura privata tra l’ex presidente Andrea Agnelli e l’allora capitano Giorgio Chiellini: «Mai vista», risponde, assistito dall’avvocato Luigi Giuliano. L’organo di controllo interno nulla avrebbe saputo anche della richiesta del capo dell’ufficio legale, Cesare Gabasio, di restituire le scritture di integrazione «without the date»: «Mai visto e mai sentito». Idem a domanda sulla seconda manovra stipendi, con gli accordi per 17 giocatori: «Assolutamente no. Noi non eravamo a conoscenza di nulla di tutto questo. Ho visto questi atti nel vostro fascicolo, tutto questo ambaradan non ci è stato comunicato. Se avessimo avuto conoscenza di fatti di questa natura, ci saremmo agitati non male». A un certo punto, i pm chiedono a Piccatti, che fa questo mestiere «da quasi 40 anni, in una trentina di società», se le manovre stipendi avrebbero dovuto essere oggetto di comunicazione al collegio sindacale: «Sì, certamente. Soprattutto dovevano essere eseguite e recepite in modalità totalmente differenti». Domandone finale, se ha rilievi da fare sul modo in cui si è comportato il cda, specie sulla manovra stipendi: «Confermo che sono scosso e arrabbiato». Al contrario, nessuna critica sull’altro filone d’inchiesta: «Il problema delle plusvalenze non è mai giunto alla nostra attenzione. Se posso osare, siamo andati anche a leggere la nuova relazione di Deloitte, che non effettua rilievi sul tema plusvalenze». Ha invece parlato al quotidiano olandese Telegraaf Agnelli: «La sospensione mi è stata imposta dalla Figc dopo aver studiato l’indagine» della Procura, «ma non sono stato ascoltato e non ho potuto difendermi». E ancora: «Non voglio che la Juve si faccia carico di questo peso per tutto questo tempo. Un nuovo cda può rappresentare meglio il club e non ha nulla a che fare con le accuse. Inoltre sono libero di difendermi in tribunale da qualsiasi accusa». Potrebbe tornare nel calcio: «Quello che riserva il futuro lo sa solo il futuro. Vedremo». Non cambia idea sulla Superlega: «Nel 2019 eravamo pronti, Aleksander (Ceferin, ndr) e io», con «i top club di tutti i campionati», che «erano a favore di un sistema calcistico europeo rinnovato e migliorato». Lì però, quelli medi, alcune federazioni e dirigenti l’hanno vista «come una minaccia» e «per questo Ceferin si tirò indietro». E «quando l’Uefa ha messo i bastoni tra le ruote», si è avviato il progetto Superlega: «Se alla fine la cosa prenderà piede, dipenderà in parte dalla Corte di giustizia europea». Parole che non sono state prese bene dalla Uefa, con cui la (nuova) Juve ha aperto un canale diplomatico.
  16. Vorrei sapere quante plusvalenze senza esborso di denaro sono considerate regolari dalla procura
  17. Agnelli: "Il monopolio della UEFA deve essere spezzato, nel 2019 ci eravamo accordati su un nuovo formato, poi Ceferin si è ritirato. Si sente potente come un re" 25.02.2023 10:15 di Giuseppe Giannone © foto di www.imagephotoagency.it Intervistato dai colleghi olandesi del "De Telegraaf", Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, torna a parlare della necessità di riformare il calcio europeo: "Il monopolio della Uefa deve essere spezzato per dare ai club un futuro finanziariamente stabile. Un futuro in cui i club non cadano nel caso non si qualificano una volta per le competizioni europee. Questo è un problema per qualsiasi club. Con una tale incertezza, non è possibile come club prendere decisioni a lungo termine sostenibili e sane. Ecco perché sono favorevole a un sistema di campionati nel calcio europeo di vertice, con maggiori opportunità finanziarie e sportive per ogni club". Agnelli, poi, parla anche del motivo scatenante della nascita del progetto Superlega: "Nel 2019 eravamo pronti, Aleksander ed io. I top club di tutte le sottodivisioni dell'Eca (allora circa 130 club professionistici europei) si erano accordati su un nuovo formato. I club di medie dimensioni delle grandi leghe, i dirigenti delle grandi leghe e alcune associazioni nazionali vedevano il nuovo formato come una minaccia e quindi Ceferin si è ritirato. Quando la Uefa ha deciso di bloccare il progetto, sono nati progetti esterni alla Uefa per organizzare un nuovo campionato con tutti i club dell'Eca. La possibilità che il progetto prenda il via dipenderà dalla Corte di giustizia europea… A livello interno è stata una guerra che non sono riuscito a vincere. Pur sapendo che il sistema attuale non offre un futuro ad Ajax, Anderlecht, Celtic, Benfica, Panathinaikos e Stella Rossa di Belgrado. Allora non si resta fermi, ma si prendono altre strade per arrivare a ciò che si vuole fare per il calcio europeo di club. Cosa non va nel calcio europeo? A parte la mancanza di stabilità finanziaria, in molte competizioni, nazionali e internazionali, i vincitori sono noti in anticipo. Principalmente a causa degli introiti che i club ottengono dal mercato nazionale. L’Inghilterra è al primo posto in questo senso e si può vedere come la Premier League sia rappresentata in maniera generosa nelle fasi finali dei tornei di coppe europee. La Spagna è subito dietro insieme ad alcuni club come il Paris Saint-Germain e il Bayern Monaco. Ma in una competizione sportiva è importante che ogni partecipante abbia la possibilità di vincere. Così anche Ajax, Feyenoord e Juventus. Come appassionato di calcio, sostengo fortemente una competizione internazionale di questo tipo. Al contrario delle federazioni internazionali. Non hanno alcun riguardo per i problemi dei club. Come governanti, vogliono mantenere tutto com'è. Si oppongono a qualsiasi cambiamento. Una Superlega è necessaria, perché se rimane tutto così prevedibile come in questo momento, il pubblico si allontanerà dal calcio. Continueranno a seguire il calcio internazionale in Olanda se l'Ajax, il Feyenoord o il PSV non hanno mai la possibilità di vincere o di competere? Da qui l’idea di un campionato europeo con diverse divisioni con un sistema di promozione e retrocessione". Ceferin ed Infantino? Come europeo impegnato ho piena fiducia nel tribunale, ma non voglio speculare sull'esito, anche se spero che la sentenza cambi lo status quo. Si sa, questo è il calcio e il motto della Juventus è "fino alla fine". In altre parole, dobbiamo aspettare la Corte prima di poter completare il lavoro sul nuovo modello di campionato europeo. Nei nostri piani gli interessi di tutte le parti interessate, club, tifosi, giocatori, sono al primo posto. Non come adesso, dove la Uefa è al primo posto in tutto. Senza possedere nulla. Controlla tutto, tutte le condizioni finanziarie, commerciali, legali e sportive. Mentre la Uefa è di fatto responsabile solo della definizione della data e dei duelli nel contesto europeo. Sono i club a occuparsi dell'organizzazione vera e propria delle partite. Sono loro a fare tutto il lavoro. Non credo che la soluzione del 2019, in cui club e Uefa erano allineati sia possibile con Ceferin & co al timone. Inoltre, non è strano che ci sia un solo candidato alla presidenza sia della Uefa che della FIFA? In particolare quelli che sono già lì: Ceferin e Gianni Infantino. È una cosa sana? Ci si può aspettare un cambiamento da queste persone? Ceferin e Infantino faranno di tutto per rimanere al centro del potere. Per assicurarsi i loro privilegi. Avete visto cosa dice Ceferin nel documentario della Apple? Come presidente Uefa, si sente potente come un re e parla come un primo ministro dell'organizzazione delle competizioni".
  18. Repubblica - I pm manifestano dubbi sul trasferimento di Demiral al Sassuolo 25.02.2023 10:45 di Giuseppe Giannone Il Sassuolo è uno dei club ai quali si starebbe allargando l'inchiesta Prisma, che vede coinvolta la Juventus. Come riportato da "La Repubblica", la Procura di Torino avrebbe chiesto ai colleghi di Modena di indagare sulle modalità di acquisto di Merih Demiral da parte dei neroverdi. Il giocatore turco, adesso all'Atalanta, avrebbe infatti giocato 7 mesi a Sassuolo da giocatore della Juventus, senza che, però, il suo ingaggio da parte dei bianconeri fosse stato dichiarato. Demiral, secondo i pm, sarebbe stato acquistato dalla Juve, che, non avendo spazio per inserire in rosa giocatori extracomintari, lo avrebbe poi girato al Sassuolo. Sarebbe stata la stessa Juventus, nel gennaio 2019, a riscattare il cartellino del giocatore dall'Alanyaspor, che, contestualmente, lo ha poi ceduto ai neroverdi in prestito con obbligo di riscatto.
  19. Sportitalia - Preiti smonta l'inchiesta plusvalenze: "La Juve e gli altri club coinvolti hanno agito correttamente. Valore calciatori non dimostrabile" 24.02.2023 23.22 di Redazione TuttoJuve L'ex direttore sportivo del Parma Antonello Preiti si è espresso sul caso plusvalenze negli studi di Sportitalia. Tuttojuve.com ha sintetizzato il suo intervento: "Io ho dei dubbi su determinate situazioni, al di là della Juventus, dell'Atalanta o delle altre squadre che sono coinvolte. Qui parliamo sempre di plusvalenza, quando in realtà nessuno può dare un valore a un calciatore. Quindi io ritengo che sia la Juve sia le altre società coinvolte abbiano agito anche in maniera probabilmente corretta nei modi di fare. Chi è che può giudicare il valore di un calciatore, se vale 20, se vale 1 euro o vale 10 milioni? Sono anni che si sente parlare di plusvalenze, soprattutto quelle fittizie, non quelle reali, però il valore del calciatore non è dimostrabile, perchè un anno fa bene e può valere 20 milioni, l'anno dopo può valore un milione, per cui le società rischiano anche nel dare dei valori. Forse possono esagerare nel dare delle valutazioni, ma sono nelle regole del calcio. Per me è una cosa normalissima vedere delle valutazioni così sproporzionate con dei calciatori che ancora non hanno dimostrato nienteIo ci andrei cauto con questo marasma, soprattutto per quanto riguarda le plusvalenze. Alla fine credo rientri tutto nella norma".
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