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andrea

Tifoso Juventus
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  1. Rummenigge: "Juve in difficoltà come club per via delle indagini, è grave il danno di immagine" 04.04.2023 Intervistato da "Sportmediaset", Karl Heinz Rummenigge, ex attaccante, tra le altre, dell'Inter, ed attuale dirigente UEFA, si sofferma ad analizzare, tra le altre cose, il momento della Juventus a livello societario: "Oggi la Juve è in difficoltà come club, la sua immagine è stata sporcata dalle indagini in corso: il -15 mette rende molto complicato la loro qualificazione in Champions, però è vero che sul campo stanno facendo bene. E' un peccato che sia successo quello che è successo: la Juve in Italia è come il Bayern in Germania, è un danno d'immagine grandissimo. Andrea Agnelli? Lo conosco bene, ma non ho capito che strada ha preso quando ha deciso di fondare la SuperLega".
  2. Scontri tra tifosi e col club Lo scudetto tra le tensioni Sciopero del tifo in curva, De Laurentiis contestato: la città si prepara, però l’ordine pubblico è a rischio di Maurizio Nicita NAPOLI · 4 apr 2023 La spaccatura La tifoseria estrema contesta il caro biglietti e le regole rigide imposte dentro lo stadio Lo scenario In Curva B il gruppo dominante cerca di imporre la sua legge. L’appello del sindaco Napule è mille culure, canta la voce immortale di Pino Daniele. E allora inutile cercare di catalogare una città così immensa, per storia e cultura, o semplificare il paradosso che si sta vivendo intorno al calcio con la pretesa di separare i buoni e i cattivi, bene e male. La linea di demarcazione è sottile, ma ci sono dei fatti da approfondire per spiegare perché dopo 33 anni di attesa, lo scudetto che si avvicina sia conteso in città, come fosse il Palio a Siena con contrade pronte a menarsi per far prevalere il proprio cavallo, meglio ancora se scosso. Meglio fuori casa Con i tifosi che vivono al nord Domenica sera al Maradona si è giocato in un clima surreale. Quando Napoli-Milan era iniziata da pochi minuti, a qualche centinaio di persone la partita interessava poco. Perché la sfida che gli ultrà stanno combattendo è quella contro il presidente Aurelio De Laurentiis e le forze di polizia. E così insulti al presidente e anche zuffe e cazzotti per chi non sottostava al diktat del gruppo dominante (scene viste anche a Francoforte nel settore ospiti sempre fra napoletani) in curva B. Insomma la squadra che sta dominando il campionato per una sera va in difficoltà e una parte di tifosi non pensa minimamente di venire allo stadio per sostenerla. Vediamo di capire da dove arriva questa profonda spaccatura, che consente alla capolista di trovare affetto e supporto su tutti i campi d’Italia - dove la sostengono i tanti tifosi che risiedono al nord - decisamente meno al Maradona. Le ultime trasferte a Reggio Emilia, Empoli e Sassuolo sono state delle feste con un tifo spontaneo, magari poco organizzato ma comunque caloroso, e con i cori che piace a tutti i partenopei cantare insieme. I gruppi ultrà oggi contestano il caro biglietti, soprattutto in Champions, e il regolamento d’uso dello stadio, troppo restrittivo e che toglie loro libertà di tifare. Le dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis contro ogni forma di illegalità, all’indomani dei gravi scontri nel centro storico il giorno di Napoli-Eintracht, hanno scatenato il mondo ultrà. Che non accetta regole, visto che tamburi e striscioni sono consentiti previa regolare richiesta per tempo come hanno fatto domenica, per esempio, i tifosi del Milan. Una discrasia notevole fra l’aria che si respira in una città che già pregusta la festa e si è vestita d’azzurro in tutti i suoi quartieri e questo stadio dove se provi a tifare per la tua squadra nel posto sbagliato, rischi di beccarti qualche sberla. Il sindaco Manfredi ha provato con un discorso ecumenico: «Penso che dobbiamo ricomporre un’unità nel tifo e trovare una forma di partecipazione inclusiva e popolare perché questo deve essere un periodo di festa e non di contrapposizione». Ora preoccupa la probabile festa per lo scudetto, perché c’è chi ha intenzione di impossessarsi delle piazze come fosse un rito tribale. “Napoli siamo noi” Tutti i motivi di una frattura De Laurentiis non ha privilegiato il rapporto con la tifoseria, manco con quella associazionistica dei Napoli club. In città non esiste una sede della società e nemmeno un ufficio di rappresentanza. Questo negli anni ha portato incomprensioni e antipatie che neanche la fantastica stagione in corso riesce a far passare in secondo piano. L’estate scorsa, quella della rifondazione e di un mercato risultato il migliore fra le concorrenti, la contestazione degli #A16 (l’autostrada che porta a Bari, invito a De Laurentiis a lasciare Napoli) è stata anche violenta. La cavalcata dei ragazzi di Spalletti sembra esser servita a poco da questo punto di vista. Sullo sfondo in atto uno scontro pseudo culturale il cui nocciolo è tutto dietro lo slogan “Napoli siamo noi” degli ultrà. Loro vogliono prendersi la città convinti di essere gli unici rappresentanti. De Laurentiis ha un suo modello imprenditoriale competitivo e che dà lustro alla città. E gran parte dei napoletani glielo riconosce, e infatti domenica la maggioranza dei tifosi sugli spalti ha fischiato i cori contro il presidente. Però Napoli è anche piena di problemi e c’è pure tanta gente che ama questi colori ma non urla e soprattutto allo stadio non può andare perché non trova i soldi per farlo. Una sorta di maggioranza silenziosa che vorrebbe festeggiare in maniera popolare e serena. Vedremo se potrà accadere.
  3. Juve, tempi più lunghi I nuovi deferimenti per gli stipendi dopo l’udienza sul -15 di Valerio Piccioni ROMA · 4 apr 2023 Il Collegio di garanzia diventa il bivio cruciale anche per l’altro filone E il processo può chiudersi dopo la fine del campionato Itempi si allungano. I “pre deferimenti” della Juve e dei suoi ex dirigenti non arriveranno nel giro di poche ore, ma potrebbe essere necessario qualche giorno in più. L’orientamento della procura federale non è in discussione con la decisione di andare avanti sul fronte del club e dei suoi ex dirigenti, la segnalazione dei procuratori coinvolti alla Commissione federale agenti e il non luogo a procedere per i calciatori. Ma è chiaro che l’atto di chiusura dell’istruttoria del caso stipendi, di fatto un «abbiamo indagato su di te/voi ed è emerso questo, questo e quest’altro e ci sono diverse ipotesi di reati sportivi, avete la possibilità ora di essere sentiti o di inviarci memorie» deve essere scrupolosamente compilato perché sarà di fatto il testo che governerà l’eventuale e probabile processo. Possibile che arrivi tutto prima di Pasqua, ma c’è anche l’ipotesi che avvenga immediatamente dopo. A questo punto è facile immaginare che i deferimenti scattino dopo il 19 aprile, il giorno più lungo del processo plusvalenze, l’udienza del Collegio di garanzia presso il Coni che deve decidere sul meno 15 in classifica e le maxi inibizioni per gli ex dirigenti juventini, da Andrea Agnelli a Pavel Nedved. Nuovi tempi Dopo aver ricevuto quello che formalmente è la consegna dell’atto di chiusura indagini, i potenziali incolpati potranno disporre di 15 giorni per le loro difese. E quindi è chiaro che siamo fuori tempo massimo perché la procura guidata da Giuseppe Chiné studi i documenti e deferisca (o, ipotesi improbabile, archivi) prima del 19 aprile. Quindi, il campo centrale della storia, il bivio cruciale, resta quello del Collegio di garanzia. Non è solo una questione di conferma del meno 15, sua cancellazione, o ritorno al mittente della sentenza chiedendo alla Corte d’appello federale di rimotivarla e valutando la rimodulazione della sanzione, le tre strade che possono prendere i giudici del grado di “legittimità”. C’è dell’altro. Patteggiamento? E questo «altro» si chiama patteggiamento. Questa storia della manovra stipendi, delle side letter, degli accordi con i calciatori che secondo l’accusa (e i pm dell’indagine «Prisma» di Torino) non furono depositati nei canali preposti in Lega e in Federcalcio, può concludersi senza un processo ma con una sanzione «rideterminata» proposta dalla stessa procura federale? Lo scenario esiste, la decisione del Collegio di garanzia potrebbe in qualche modo spingerla. Ma non è così facile. Una cancellazione del meno 15 potrebbe ammorbidire la Juve, portandola magari a voler chiudere tutta la partita con un danno decisamente inferiore a quello attualmente fotografato dalla classifica. Per la procura federale sarebbe esattamente il contrario, la cancellazione renderebbe improbabile l’adesione alla richiesta di patteggiamento, la sua conferma produrrebbe invece uno scenario opposto, nel senso di una maggiore disponibilità al dialogo. Ma questo approdo è tutto da verificare, anche perché bisognerebbe vedere in termini sanzionatori quale sarebbe il punto di caduta: una multa importante? Una penalizzazione ridotta? Anche su questo il confronto fra accusa e difesa sarebbe complicato. Rischio ingorgo Lo spostamento dei tempi per l’itinerario predeferimento-memorie difensivo-deferimento (o archiviazione)-processo sportivo potrebbe mettere a rischio la conclusione dell’iter giudiziario sportivo entro la fine del campionato (l’ultima giornata è in calendario per il 4 giugno) o comunque della stagione (30 giugno). Ma anche qui, sarà la giornata del 19 aprile lo spartiacque. Un ritorno del fascicolo plusvalenze alla Corte d’Appello federale creerebbe una sorta di ingorgo dei giudizi sportivi, che sarebbero tutti concentrati nel mese di maggio. Proprio nel pieno della volata Champions...
  4. Comunque è evidente che Gravina ha venduto l'anima per avere gli europei del 2032
  5. Attaccano duramente Tebas e parte dei media spagnoli, parlando di linciaggio mediatico. Invitano Tebas a presentarsi in pubblico per replicare
  6. Ancora Ceferin: "Soddisfazione per la vicenda di Agnelli? Non c'è bisogno. La storia della Juve doveva finire come è finita, perché era tutto sbagliato. Superlega? Due club su tre sono indagati, vedremo il terzo" 03.04.2023 13:40 Il presidente UEFA, Aleksander Ceferin ai microfoni del quotidiano Ekipa ha tuonato contro la Juventus. Di seguito, le parole riprese da Calcio e Finanza. “Soddisfazione per l’addio di Agnelli? Non la definirei soddisfazione, non c’era bisogno che provassi qualcosa del genere. Certo, su molte cose ne so di più rispetto ai normali fan degli eventi calcistici. La storia con Juventus doveva finire come è finita, perché era tutto sbagliato”. “Non ho un rapporto affettivo con Agnelli o nessun altro alla Juventus, ma vorrei sottolineare che rispetto ancora la Juventus come club e che ho molto rispetto per tutti e tre i club in generale. Sono grandi club che racchiudono e rappresentano molto di più dei movimenti dei loro dirigenti. Se un club ha un CdA che prende decisioni sbagliate, non significa mai che io sia contro quel club in quanto tale, tanto meno i suoi tifosi o giocatori. Tuttavia, è interessante notare che dei tre club che si dichiarano i salvatori del calcio, per quanto si apprende dai media, uno è in procedimento penale per il proprio bilancio, e l’altro per aver trasferito denaro a uno dei i leader nell’organizzazione dell’arbitrato. Vedremo se anche il terzo ha qualcosa”. Sulla Superlega: "Apparentemente stanno ancora cercando di fare qualcosa, ma secondo me solo per migliorare un po’ la loro posizione negoziale e provare a negoziare qualcosa con noi. Non hanno compreso appieno che non abbiamo nulla da negoziare. Naturalmente, anche l’ego gioca un certo ruolo in alcune di queste persone, e per questo fanno ancora qualcosa in quest’area, perché nel corso degli anni si sono abituati a tutti che annuiscono ai loro propositi. Ma questa storia è finita, non ci sono dubbi".
  7. Nuova inchiesta (senza reati e indagati): acquisite mail su accordi non depositati Massimiliano Nerozzi · 3 apr 2023 Sconfinerebbero nell’ultimo bilancio gli effetti contabili degli accordi tra la Juve e altri club, almeno secondo un’annotazione della guardia di finanza del febbraio scorso. Con riguardo «agli impegni (non depositati) assunti nei confronti dell’atalanta e del Sassuolo — scrivono i militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Torino — si ritiene che la società avrebbe omesso di rilevare nei relativi bilanci le seguenti passività: 8 milioni di euro per effetto del debito con l’atalanta nel bilancio al 30 giugno 2021 (e poi in quello a 30 giugno 2022); altri 8 milioni per effetto del debito con il Sassuolo derivante dalla prelazione sul diritto di Traoré, nel bilancio al 30 giugno 2020 (e poi in quello chiuso al 30 giugno 2021)». L’ipotesi si basa su documenti acquisiti in tempi recenti poiché, chiusa l’inchiesta su plusvalenze e stipendi (numero 12955 del 2021, ora all’udienza preliminare), l’aggiunto Marco Gianoglio e il pm Mario Bendoni hanno continuato a indagare: tant’è che dalle carte è saltata fuori l’esistenza di un altro procedimento penale (numero 7719 del 2022), seppure a modello 45, cioè un fascicolo senza ipotesi di reato e senza indagati. È nell’ambito di quest’ultima indagine che, il 22 dicembre scorso, i finanzieri acquisiscono negli uffici della Deloitte (revisore del club) «un secondo memorandum, del 3 settembre 2020, e le firme di Fabio Paratici e di Luca Percassi, ad dell’atalanta». Un documento che, secondo gli investigatori, aggiornerebbe il primo memorandum, del 25 giugno 2020. Era «allegato a una mail del 14 dicembre 2022, trasmessa alla società di revisione da Stefano Cerrato (manager del club e imputato a suo volta dallo stesso ricevuta, in riscontro a una richiesta di chiarimenti, dall’atalanta». Nella corrispondenza si parla «dell’esistenza di un credito di euro 3 milioni (al 31 marzo 2022) per “fatture da emettere” nei confronti di Juventus». Nella stessa mail, il club bianconero definiva il memorandum «giuridicamente inefficace», l’opposto di ciò che pensano gli inquirenti. Anche perché — annotano le Fiamme gialle — «l’esistenza di debiti verso l’atalanta non rilevati nei bilanci (per circa 6/7 milioni) è stata confermata anche dal ds Cherubini», davanti ai pm. Alla fine di 70 pagine, arrivano così le conclusioni: «Gli approfondimenti farebbero emergere l’esistenza di accordi/scritture private/memorandum relativi a diritti di opzione non depositati stipulati tra la Juve e Cagliari, Udinese, Bologna, Atalanta, Sassuolo, Sampdoria, Olympique des Alpes (Sion)». Accordi che, «ai sensi delle norme federali e, soprattutto, del principio contabile internazionale Ifrs 15, potrebbero portare quantomeno a rettificare alcune delle plusvalenze registrate nel bilancio al 30 giugno 2019». Nello specifico, si tratta di «32.788.000 euro su un totale di 127.053.000».
  8. Curve in silenzio al Maradona Solo cori contro De Laurentiis 3 apr 2023 (ma.ni.) Strana l’atmosfera del Maradona: all’interno durante la partita le curve gremite sono rimaste in silenzio senza tifare. O meglio hanno intonato cori di insulti dalle curve contro il presidente Aurelio De Laurentiis, con buona parte del pubblico a fischiare in dissenso. Tafferugli in curva B con scontri fra gruppi diversi di ultrà. Alla fine accensione in serie di fumogeni in segno di sfida. Nel pomeriggio, a piazzale Tecchio, raduno di tifosi per manifestare contro il caro biglietti del Napoli e le restrizioni imposte dalle autorità che vietano l’ingresso di striscioni, fumogeni e altro all’interno dell’impianto. Il coro più gettonato contro il presidente azzurro è stato «Napoli siamo noi». Una situazione pirandelliana per una squadra che sta realizzando una stagione fantastica, riempie lo stadio, ma non ha la spinta della propria gente. Non che il Napoli abbia perso per questo ma la peggior prestazione forse non è una coincidenza. La città è in festa, e poi entri a Fuorigrotta e senti solo i tifosi avversari che incitano la propria squadra.
  9. Il sogno Del Piero tutti lo (ri)vogliono ma lui deve capire quale ruolo avrà Ferrero lo ha chiamato, i tifosi sono con lui Di Massimiliano Nerozzi · 3 apr 2023 Se l’Allianz Stadium — e di più la curva sud — fosse l’assemblea degli azionisti della Juve, Alex Del Piero sarebbe già presidente, amministratore delegato, direttore generale, di nuovo giocatore anche (viste le punizioni dal limite dell’altra sera). Candidato dai sogni, acclamato dal popolo, com’è successo sabato sera, quando a un certo punto la sfida con il Verona è passata in secondo piano: al coro partito dall’ex territorio ultrà — «Alessandro Del Piero, Alessandro Del Piero…» — si è presto associata tutta l’arena, con l’ex numero 10 che s’è alzato dalla poltrona in tribuna per salutare e ringraziare. Il richiamo è diventato standing ovation, come alla sua ultima gara (anno 2012) o al suo primo ritorno (dieci anni più tardi), alla fine della polare indifferenza con Andrea Agnelli. «Un capitano, c’è solo un capitano…». Va da sé, la realtà è più complicata, nei fatti (delle inchieste) e nei progetti (della futura dirigenza). Vero è che, già ai primi di dicembre, il presidente in pectore Gianluca Ferrero chiamò Del Piero, uno dei suoi idoli, da tifoso: pensava, e pensa ancora, possa essere la persona giusta per aiutare il club nella tempesta. L’idea: vicepresidente, un po’ com’era stato Nedved, tra uffici e spogliatoio. Ancora si sentono, ogni tanto. Piano a farsi illusioni, però, se stavolta Alex era a Torino per il raduno delle Academy Juve di tutto il mondo, con lui che fa capo a quella di Los Angeles. Dove ha residenza e affari. Diecimila chilometri che l’ex capitano sarebbe disposto ad attraversare solo per un piano d’azione, non solo per una buona azione. Morale: per ragionare da dirigente, mica solo per sventolare da bandiera. Anche questo pensiero, al momento, sarebbe una fuga in avanti (dalla realtà): più che ai discorso, siamo alle intuizioni. A maggior ragione in questi mesi di processi, penali e sportivi. Un Re senza corona, per ora. Adorato, come quando, s’è presentato alla partita su una Fiat 500 bianca, con un «10» stilizzato sulle portiere, nero ovviamente: lui al volante, il figlio Tobias a fianco. Dal parcheggio dell’area vip all’entrata è stato un tappeto di selfie e autografi: «Torna in società, abbiamo bisogno di te». Fino al saluto dello Stadium, al minuto 22. Riassume Giancarlo Marocchi, ex compagno bianconero degli anni Novanta e, spesso, coinquilino negli studi di Sky: «C’è la voglia di avere Del Piero nella famiglia juventina — spiega — e non solo nella storia. Spero che Elkann faccia questo passo perché è la direzione giusta». Il motivo è lo stesso nella testa di tanti tifosi: «Chi meglio di Del Piero ti può aiutare ad evitare di fare degli errori?». Per mestiere, sulla questione, resta più defilato Massimiliano Allegri: «Del Piero è stato un calciatore straordinario, ha rappresentato la Juventus per anni e mi ha fatto piacere vederlo allo stadio. Ma io fatico a fare la formazione, altre valutazioni spettano alla società». Dove entrerebbero molto volentieri, e non ne fanno mistero, altri due grandi ex: Giorgio Chiellini, ora negli States, e David Trezeguet. L’ex numero 10 resta unico, ma non di semplice collocazione: tra piani (della nuova società) e ambizioni (sue).
  10. I tifosi del Napoli che si menano tra di loro
  11. Mistero Chiesa: altri esami? E ora Fede inizia a innervosirsi Venerdì discussione molto accesa con lo staff: «Ho troppo dolore» Pronta un’artroscopia a fibra ottica di Marco Guidi 2 apr 2023 Ma cosa ha Federico Chiesa? La domanda se la fanno i tifosi della Juventus e... non solo. Lo stesso attaccante bianconero vorrebbe una risposta certa e rapida, che al momento nessuno sa dargli. Eppure il ginocchio destro continua a dar fastidio. Anche venerdì in allenamento, tanto da arrivare a discutere in maniera piuttosto accesa con i preparatori del club che gli chiedevano di forzare un po’. «Mi fa male, non posso», ha obiettato Fede alle richieste insistite dello staff. E, infatti, Massimiliano Allegri lo ha poi escluso dai convocati per la gara di ieri con il Verona. Ora, però, resta la necessità di vederci chiaro, trovare un responso all’interrogativo che tormenta tutti e Chiesa in primis. In profondità Per due volte, nelle ultime settimane, Chiesa si è sottoposto agli esami strumentali al JMedical, poi durante la sosta per le nazionali è volato in Austria dal professor Fink, lo stesso luminare che l’operò al ginocchio sinistro nel gennaio del 2022. Ma tutte le visite, sia a Torino che a Innsbruck, non hanno evidenziato problematiche particolari. Allegri di recente ha parlato genericamente di tendinite, ma il dolore di cui soffre Federico pare troppo importante per essere giustificato da una semplice infiammazione. Così lo staff medico della Juve ora sta pianificando di indagare più a fondo con un’artroscopia a fibra ottica. Un esame ancora più approfondito, anche per dissipare il sospetto di alcuni, per cui Chiesa soffrirebbe di una sorta di blocco psicologico che gli impedirebbe di tornare a spingere. Quasi fosse un malato immaginario o giù di lì. Ma Fede non è mai stato un giocatore che va al risparmio, anzi. E nella sfida di andata con il Friburgo in Europa League, per esempio, è rimasto in campo (la Juve aveva esaurito gli slot dei cambi...) nonostante non riuscisse praticamente più a correre per il dolore. Niente Inter? Alla vigilia della sfida contro il Verona, Allegri si era detto fiducioso di avere a disposizione Chiesa per l’andata della semifinale di Coppa Italia con l’Inter di dopodomani. Si vedrà nei prossimi giorni, ma a meno di miglioramenti repentini pare difficile immaginarlo abile e arruolato. Almeno finché non si capirà di cosa soffre esattamente.
  12. Quanti gol ha segnato Lukaku oggi?
  13. Qua si continua a ragionare in punta di diritto, invece di ragionare di porcate
  14. Gravina è il Rockfeller di Ceferin, non il miliardario, il corvo
  15. giornalaccio rosa - Juve-UEFA, pace possibile, ma Ceferin vuole la rinuncia bianconera alla Superlega 01.04.2023 10:15 di Giuseppe Giannone La UEFA sarebbe disponibile a fare la "pace" con la Juventus, ma chiederebbe ai bianconeri un prezzo abbastanza alto: come riportato da "La giornalaccio rosa dello Sport", Ceferin vorrebbe che la Juve rinunciasse definitivamente al progetto Superlega, sfruttando anche il fatto che Andrea Agnelli non è più presidente del club. Il dialogo tra le parti sarebbe in corso, con Calvo e Scanavino che si sarebbero mostrati disponibili a parlare con i vertici UEFA. Al momento, però, non ci sarebbero stati incontri diretti, e la Juve non avrebbe fatto alcuna marcia indietro riguardo la Superlega.
  16. Juve, cosa rischia per gli accordi sugli stipendi Quali i tempi Di Arianna Ravelli · 1 apr 2023 Due fronti aperti sul piano sportivo (l’appello sulla penalizzazione di 15 punti per le plusvalenze fittizie e quello delle «manovre stipendi»), un procedimento penale iniziato a Torino con l’udienza preliminare. La Juve affronta due mesi pieni di partite nelle aule giudiziarie. Vediamo. 1 Ci sarà un nuovo processo sportivo per le manovre stipendi? Per manovre stipendi si intendono gli accordi tra Juventus e giocatori sottoscritti durante la pandemia che, secondo l’accusa, non erano riduzioni ma meri differimenti dei pagamenti non iscritti a bilancio. E non depositati in Lega e Federcalcio. Lunedì (o martedì) il procuratore federale Chiné invierà l’atto di chiusura indagine alle difese che hanno cinque giorni per inviare memorie o chiedere di essere sentite. Chiné avrà poi altri 10 giorni di tempo per decidere se archiviare (difficile) o deferire e avviare un procedimento sportivo. 2 Quali sono i tempi? Il procedimento potrà partire tra fine aprile e inizio maggio e si proverà a concludere i due gradi di giudizio entro la fine del campionato. Poi si può ricorrere al Collegio di garanzia. 3 Cosa rischia la Juve? Una maximulta o una penalizzazione in punti. Dovremmo essere nell’ambito dell’articolo 31 «violazioni in materia gestionale ed economica» con il comma 3 che recita: «La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti». 4 I calciatori rischiano qualcosa? La procura è intenzionata a «salvare» i calciatori per cui non sarebbe riscontrato dolo. Da quel che filtra siamo di fronte a contestazioni diverse e perciò, in teoria, le eventuali penalità si sommeranno. 5 Ma essendo la Juve già stata punita con 15 punti è possibile mettere in continuazione le contestazioni di questo procedimento con le plusvalenze, e quindi assorbire in qualche modo le condanne? 6 Perché la Juve ha preso una penalità di 15 punti? La Corte d’appello federale ha condannato la Juventus a 15 punti di penalizzazione per un sistema di plusvalenze artefatte, sulla base delle carte provenienti dall’inchiesta della Procura di Torino. La Juventus ha fatto ricorso al Collegio di garanzia che discuterà il 19 aprile. 7 La classifica può ancora cambiare? Il Collegio di garanzia non valuta nel merito ma solo le questioni di legittimità. Potrebbe cancellare la penalizzazione di 15 punti se accogliesse il ricorso o scegliere di confermarla, o rinviare gli atti alla Corte d’Appello federale. 7 E cos’è il filone chiamato delle plusvalenze bis? Sono le operazioni di mercato con Atalanta, Udinese, Sampdoria, Sassuolo, Cagliari, Bologna. Chiné sembra intenzionato a chiedere una «sospensione in attesa di documentazione», dal momento che alcune procure (Bologna e Cagliari, poi Napoli e Roma che però non rientrano negli atti all’attenzione della procura sportiva) hanno avviato inchieste penali. 8 A che punto è l’inchiesta penale a Torino? Si è svolta lunedì la prima udienza preliminare, la prossima sarà il 10 maggio: si affronterà il tema della competenza territoriale. 9 Ma se il procedimento penale è solo agli inizi, perché quello sportivo che si basa sul primo è già arrivato a sentenza? La giustizia sportiva si deve muovere con altri tempi e modalità. In generale, le garanzie previste in un procedimento penale non sono interamente sovrapponibili a quelle del giudizio sportivo.
  17. Ed è inquietante dato che considero Andrea Bosco un tifoso raziocinante e moderato
  18. Crispo è un'azienda napoletana sul loro sito ho notato che producono anche gianduiotti
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