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andrea

Tifoso Juventus
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  1. UNA BOMBA SCUOTE IL CALCIO ITALIANO! LA LEGA SERIE A VUOLE COMPRARE SKY ITALIA, UTILIZZANDO I PRESTITI DELLE BANCHE - SE NE DISCUTERÀ OGGI IN ASSEMBLEA. IN QUESTO MODO NON SI DOVREBBE COSÌ PARTIRE DA ZERO CON IL CANALE TEMATICO. IL NODO: OCCORRE CAPIRE SE COMCAST VENDE – IL PROSSIMO BANDO ASSEGNERA’ I DIRITTI TV PER 5 ANNI - LA SERIE A, CHE INCASSA PER LE IMMAGINI MENO DI PREMIER, LIGA E BUNDESLIGA, RISCHIA DI SOFFRIRE LA COMPETIZIONE CON DUE POTENZE DEL CALCIO: IL CAMPIONATO INGLESE E LA UEFA... 13.03.2023 LA SERIE A VUOLE SKY Estratto dell'articolo di Francesco Bertolino per “la Stampa” La Serie A prova a prendere in contropiede le emittenti televisive. Oggi è in programma a Milano un'assemblea dei club e all'ordine del giorno ci sono due decisioni cruciali per il futuro del calcio italiano: la prossima asta per i diritti tv e il negoziato con i cinque fondi di investimento e le quattro banche d'affari che si sono offerti di finanziare il pallone. La maggioranza dei 20 presidenti pare ormai orientata verso una soluzione di debito. Per trattare cioè con uno degli istituti di credito che hanno messo sul piatto prestiti fra uno e due miliardi di euro. C'è tuttavia sul tavolo una questione pregiudiziale da affrontare: cosa fare di questi soldi? Ed è qui che il tema industriale dei diritti tv si intreccia con quello finanziario. L'idea che si sta facendo strada fra i vertici del massimo campionato è inedita per l'industria del calcio: utilizzare il credito bancario per avanzare un'offerta per comprare Sky Italia e costruire la piattaforma televisiva della Serie A sulla base infrastrutturale, organizzativa e di clienti della pay-tv controllata dal gruppo americano Comcast. La Lega non si troverebbe così a dover partire da zero con il canale tematico, un progetto a lungo immaginato ed esplicitamente contemplato nelle linee-guida approvate in vista del prossimo bando per le immagini. Al contrario, grazie a Sky, la piattaforma della Serie A potrebbe saltare a piè pari la fase di start-up e presentarsi ai mercati con un'offerta già strutturata e competitiva. L'amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, dovrebbe sottoporre la suggestione già oggi ai club per capire se vi sia o meno l'intenzione di procedere con il piano che, al netto delle abituali divisioni interne al calcio italiano, si profila comunque irto di incognite. La prima e più evidente è la volontà, tutta da verificare, di Comcast di cedere la filiale italiana di Sky. Il colosso statunitense ha comprato il gruppo britannico da Rupert Murdoch nel 2018 per quasi 40 miliardi di dollari. Quattro anni più tardi, a ottobre del 2022, l'ha svalutato per 8,6 miliardi, citando il deterioramento delle condizioni economiche in Europa. Risalgono a quell'epoca le voci mai smentite di una possibile vendita di Sky Deutschland e di possibili riassetti negli altri mercati. (...) 2 - NEL PROSSIMO BANDO LA VENDITA DELLE IMMAGINI PER CINQUE ANNI Estratto dell'articolo di F.B. per “la Stampa” La partita per i diritti televisivi della Serie A è solo agli inizi e promette colpi di scena. L'attuale contratto scadrà al termine della prossima stagione, ma il nuovo bando dovrebbe arrivare entro l'estate. Il suo contenuto è ancora un mistero e l'eventuale lancio di un canale di Lega spariglierebbe le carte. Al momento v'è un'unica certezza: le immagini saranno assegnate per cinque anni, ossia dalla stagione 2024/25 sino alla stagione 2028/29. DIRITTI TV IN EUROPA A fine dicembre 2022 la Legge Melandri - che regola la materia - è stata infatti modificata da un emendamento caldeggiato da Claudio Lotito, senatore di Forza Italia nonché patron della Lazio. La norma ha spostato da tre a cinque anni il limite di durata dei contratti di licenza con le emittenti. In questo modo, è la tesi della Lega Calcio, i broadcaster avranno modo di programmare meglio gli investimenti e quindi di presentare offerte superiori al campionato italiano. L'obiettivo dei club è quantomeno confermare l'incasso annuo di circa 937 milioni di euro garantito attualmente da Dazn (con il sostegno di Tim) e, in misura minore, da Sky. Non sarà semplice raggiungerlo. Fra inflazione e guerra, il contesto macroeconomico non è dei più propizi per gli investimenti. Come altre forme di intrattenimento tradizionali, poi, il calcio deve affrontare la crescente concorrenza per l'attenzione dei consumatori, distratti da social network, piattaforme streaming e altri passatempi digitali. La Serie A rischia però soprattutto di soffrire la competizione con due potenze del calcio: la Premier League e la Uefa.
  2. Secondo Varriale l'errore sul mani di Rabiot pareggia il gol all'ultimo minuto contro la Salernitana
  3. Un paio di ore fa, a Telelombardia, l'avvocato Afeltra ha detto che il fatto che la carta non è stata consegnata subito basta a invalidare il processo
  4. La Juventus, l’Italia e le regole Di Beppe Severgnini · 12 mar 2023 Sarei tentato, durante una conferenza stampa, di chiedere a Massimiliano Allegri: «Perché la Juventus, quando gioca in casa, non restringe la propria porta e non allarga quella degli avversari?». L’allenatore bianconero mi prenderebbe per un bischero, e avrebbe ragione. Poi risponderebbe, col suo bell’accento livornese: «Non si può fare! Nel calcio esistono le regole». Ecco, appunto: le regole. Se la Juventus è stata penalizzata di 15 punti, e in classifica ne ha 35, perché Allegri deve dire «Quello che succede fuori non ci deve interessare. Noi abbiamo 50 punti, lo dico e lo ripeto»? Capisco che la penalizzazione sia stata dolorosa, e certe uscite piacciano ai tifosi (non a tutti). Ma mi domando: la Juventus vuol farsi le proprie regole? Già oggi, allo Stadium, campeggia la scritta «38 scudetti», conteggiando anche i due revocati a causa di Calciopoli. Di nuovo: decisione giusta, sbagliata, eccessiva? Ognuno ha le proprie idee. Ma poi ci sono le sentenze, le decisioni. Le regole, appunto. Bisogna rispettarle, anche quando non si condividono. Rifiutarle platealmente è sbagliato e — posso dirlo? — diseducativo. L’idea che la norma debba adattarsi al nostro caso particolare rientra nella (mal)educazione civica italiana: davanti a un stop, noi non sentiamo l’imperativo categorico («Fermati!»), pensiamo «Che tipo di stop sarà?». Chi ha ruoli pubblici deve fare il possibile per smontare questo insidioso meccanismo mentale. Che l’allenatore della squadra di calcio più seguita in Italia si lasci andare a certe affermazioni non aiuta, diciamo. Perché la Juventus cede a questa tentazione? Per incoraggiare i giocatori? Per rincuorare i tifosi? Per chieder loro di stringersi intorno alla società? Obiettivi legittimi, ma si possono raggiungere in altro modo. Scusandosi, quando è il caso. Oppure dicendo: «Riteniamo che questa decisione sia sbagliata / eccessiva. Ma accettiamo le regole del sistema in cui operiamo, e chiediamo ai nostri sostenitori di fare altrettanto». Che bella lezione sarebbe. P.S. Magari vi state domandando: se l’Inter fosse al posto della Juventus, scriverei le stesse cose? Risposta: sì, senza incertezze.
  5. Secondo l'articolo che ho postato nel topic sul Napoli la camorra farà affari d'oro con lo scudetto
  6. Secondo un tal Giudice, ( ma da quello che scrive dovrebbe cambiare il cognome in Pm o Mozzaorecchi), dovremmo accettare serenamente la sentenza senza screditare il calcio italiano (Corriere Sport)
  7. La prossima sarà a pois: da decidere se nera a pois bianchi o viceversa
  8. STRISCIONI, TROMBETTE E MITRAGLIETTE - LA GUERRA TRA LE FAMIGLIE CRIMINALI PER IL MERCHANDISING DEL TERZO SCUDETTO DEL NAPOLI – LE FAMIGLIE DELLA CAMORRA SI SONO ATTIVATE PER FARE SOLDI CON SCIARPE, MAGLIE, BANDIERE E ALTRI ACCESSORI PER CELEBRARE IL PROBABILE SCUDETTO DEGLI AZZURRI – I BASSI E SOTTOSCALA DEI QUARTIERI SONO STATI TRASFORMATI IN LABORATORI ATTIVI DI NOTTE GESTITI DAI CLAN - I PIÙ ATTIVI NEL SETTORE SONO … 11.03.2023 Estratto dell’articolo di Leandro Del Gaudio per “il Messaggero” […] Cambia l'industria della falsificazione a Napoli, cambiano i luoghi e i macchinari, negli stessi giorni in cui si consuma la marcia finora trionfale della squadra di Spalletti. E a dettare il ritmo della trasformazione dell'industria del falso (o pezzotto) da queste parti ci sono i clan di camorra […]. Meno borse, dunque, più maglie con il volto di Osimhen, Kvara e altri big azzurri. Meno accessori di (finto) lusso, più bandiere con il fatidico numero 3, […]. Una trasformazione silenziosa, quella che si è registrata in queste ultime settimane, che passa attraverso i vicoli popolari, come hanno spiegato in questi giorni uomini della Finanza, specializzati nel contrasto alla contraffazione. Nel giro di pochi giorni, bassi e sottoscala, garage e appartamenti di poche stanze hanno cambiato volto. […]Spuntano cucitrici, presse a caldo, coloranti. Lavoro notturno, spesso familiare, sotto il controllo di cosche che dai primi anni del secondo dopoguerra hanno imparato a copiare piccoli e grandi brand, locali e internazionali. […] gli inquirenti hanno le idee chiare, sempre alla luce di quanto accertato in questi mesi: i clan impongono una sorta di racket delle forniture. LE FORNITURE Impongono merce, a volte strumenti[…], stabiliscono anche le merci da usare, controlla l'indotto. Più sfumato, almeno per il momento, l'imposizione del pizzo al venditore ambulante che si piazza sul marciapiede a vendere al minuto.Possibile che venga imposta una tangente per i posti più ambiti, […] Chi c'è dietro la grande bolla dei gadget falsi? Risposta a senso unico: i più attivi in questo settore, sono quelli del clan Mazzarella, che hanno goduto di una sorta di monopolio, grazie a una serie di trasformazioni del proprio orizzonte commerciale: dal contrabbando di sigaerette, ai cd falsi, per passare agli accessori in pelle e ai finti trapani Bosch. E per aggredire oggi il mercato di sciarpe e magliette azzurre. BANDIERA SCUDETTO NAPOLI Oggi però non sono soli. Sono insidiati da famiglie legate alla Alleanza di Secondigliano (Licciardi, Contini, Bosti, Mallardo), che vantano una antica tradizione di magliari. Non si esclude che in questo periodo gli equilibri siano particolarmente tesi, proprio per ridefinire il controllo del business dei falsi in salsa azzurra. Clan Mazzarella contro quelli dell'Alleanza di Secondigliano, in una corsa per il momento solo di carattere commerciale. […]
  9. Sì, ma chi ci ha condannato non ha detto che non si possono fare plusvalenze "fittizie", ma che solo noi avevamo messo su un "sistema" e che ci sono le intercettazioni, gli appunti di Paratici, ecc.
  10. Il cervo dice che la Juve non porterebbe mai al Collegio questa carta, perché ottenuta violando la clausola compromissoria
  11. curiosità: Luigi Maruotti, il presidente del CdS, è nato a Napoli
  12. Sentite questa! L'IMBOSCATA - Otto persone in un palazzo romano e un retroscena "bomba". Gravina e la carta segreta imboscata da Chinè: ... 10.03.2023 di Andrea Bosco Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “giornalaccio rosa dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera. di Andrea Bosco Metti una sera a cena. Otto persone in un palazzo del centro di Roma. Due uomini di cultura. Un porporato. Tre belle signore. Un giornalista e un uomo molto potente. Più o meno del livello del Bisignani che con l'ex prefetto di Roma, Pecoraro (poi diventato con la benedizione del Pretorio capitolino procuratore federale in Figc) discuteva dell'ordine del giorno del Copasir. Inevitabilmente al dessert si finisce col parlare di calcio. Il porporato che tifa Roma, sfotte uno degli intellettuali che tifa Juventus: “In due gare di campionato avete fatto un solo punto“. Il discorso si allarga. La cavalcata del Napoli, la crisi, non solo sportiva della Juventus, Inzaghi che non resterà all'Inter, Pioli che sta facendo miracoli. Poi l'uomo potente spiega che Chinè ha un rapporto privilegiato con Lotito. Il porporato azzarda: “In effetti per quella vicenda dei tamponi della Lazio, Chinè...“. Ma in fondo che Lotito abbia rapporti con troppa gente a Roma, è cosa risaputa. Al pari che Lotito ambisca a diventare il manovratore del calcio italiano. Ma dopo qualche minuto l'uomo potente lancia una “bomba“. “Avevano deciso prima che la Juventus vincesse l'ottavo titolo“. Stupore , subito archiviato dalla curiosità: “Chi, ha deciso cosa?“. Risposta: “gli interessi della Federazione si sono saldati a quelli dell'Uefa e a quelli della politica. Una società che vince nove titoli di fila è una aberrazione che il sistema non può che combattere. Un sistema funziona se ogni anno vince una squadra diversa. Se l'interesse viene distribuito su varie platee. L'Italia è un Paese con numerose realtà geografiche e sociali. La Superlega, idea di calcio elitario, ha fatto traboccare il vaso“. Fanno notare all'uomo potente che le sue affermazioni sono gravi. “Che le cose finissero in questo modo era fisiologico - prosegue l'uomo – visto che per troppo tempo si sono rifiutati di vedere“. Poi spiega: “Nuoci al sistema se per vincere adoperi il sistema medesimo. La situazione è sfuggita di mano . Contestano alla Juve, soprattutto di essere stata più spudorata di altri nel servirsi del sistema. E ora il Palazzo deve far vedere che esiste. La Federazione non avrebbe voluto si andasse così oltre. Ma Chinè e Torsello sono stati mal consigliati. Nove scudetti sono stati uno schiaffo che ha ridicolizzato il Palazzo. Calcio maschile , ma anche quello femminile: Juventus, solo Juventus. In Federazione c'è chi pensa che una redistribuzione economica e sportiva potrà far rinascere il calcio nostrano“. Legenda: il sottoscritto non è il giornalista presente alla cena menzionata. Ma uno dei presenti (o delle presenti?) è un suo amico (o una amica?) . Dice che Gravina stia pensando di ricorrere al Consiglio di Stato contro il Tar che ha imposto a Chinè di consegnare la carta Covisoc, entro “sette giorni“ . La notizia è stata fatta trapelare dal “Corriere dello Sport“, un quotidiano che conosce benissimo i meccanismi della Federazione. Dunque Gravina che non si “costituì“ al Coni nella vicenda Asl del Napoli , sembra voglia “costituirsi“ (come non fece per Sandulli) a sostegno di Chinè. Comunque possa andare l'eventuale ricorso al Consiglio di Stato. La Juventus secondo Gravina avrebbe dovuto andare eventualmente al Tar, “dopo“ che il Coni si fosse espresso. La cosa è idiota: se la “carta Covisoc“ contiene cose in grado di smontare il castello di Chinè è evidente che la Juventus pretenda di esibirla al Coni. Se quella carta è ininfluente non si comprende per quale motivo Chinè se la sia imboscata per sette mesi e si sia rifiutato di darne copia alla difesa della Juventus. Ma il perché si può ipotizzare. In ogni caso se il Coni invaliderà la penalizzazione lo farà perché invaliderà il processo che ha visto Chinè, protagonista: per vizio di forma. Le prove dell'accusa devono essere visionate preventivamente anche dalla difesa. Dura lex, sed lex. A meno che dopo Chinè, anche il Coni non voglia farsi una “legge propria". Non c'entra a questo punto se la Juventus sia o meno colpevole. E' ininfluente. Un procedimento giudiziario, oltre che di sostanza è fatto di “forma“. Persino nella bizantina, ingiusta e proterva, giustizia sportiv . Quella che Gravina si è sempre rifiutato di riformare. Quindi l'invito, oggi più di ieri, è sempre il medesimo: “Gravina, vattene“ .
  13. Veramente oggi è ancora convinto che andremo in B
  14. Sentitelo... Ziliani attacca: "La Juve ha barato anche al TAR, violando la clausola compromissoria" 09.03.2023 12:40 di Niccolò Anfosso Il giornalista Paolo Ziliani torna all'attacco: "Tenetevi forte: il pronunciamento del TAR sulla “carta COVISOC” che ha fatto esultare l’Italia juventina è stato ottenuto dalla #Juventus violando le regole. Sembra una barzelletta ma è la verità: dopo dirigenti e tesserati ora si mettono a barare anche gli avvocati. Invece di rivolgersi al TAR violando la clausola compromissoria, infatti, la Juventus aveva l’obbligo di attendere la conclusione del “terzo grado” di giustizia sportiva rappresentato dal Collegio di Garanzia che sostituisce oggi l’Alta Corte di Giustizia e il TNAS", ha scritto su Twitter.
  15. Questi vorrebbero mandarci un B, organizzare gli Europei e dovremmo concedergli pure lo stadio L'ITALIA CORRE VERSO GLI EUROPEI DEL 2032! VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE CULTURA DEL SENATO ALLA CANDIDATURA PER OSPITARE IL CAMPIONATO EUROPEO DI CALCIO - SAREBBERO STATE ANCHE INDIVIDUATE LE UNDICI CITTÀ IN CUI GIOCARE LE PARTITE DEL TORNEO (NON C'E' UDINE) – TRA I PRINCIPALI RIVALI, C’E’ LA TURCHIA DI ERDOGAN - LA SCELTA DEL PAESE OSPITANTE SARÀ FATTA TRA SETTEMBRE E OTTOBRE… Benedetto Saccà per “il Messaggero” L'Italia corre verso gli Europei del 2032. D'altronde, giusto ieri, la settima commissione del Senato ha approvato la risoluzione a sostegno della candidatura italiana per l'organizzazione della manifestazione nel Trentadue. In particolare il documento impegna il governo a sostenere la candidatura avanzata dalla Figc e prevede che sia assunta «ogni opportuna iniziativa di propria competenza che valorizzi l'interesse nazionale rispetto a tale evento e alle relative eredità». Sarebbero state anche individuate le undici città destinate a ospitare le partite del torneo: e si tratterebbe di Roma, Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Cagliari, Bari e Palermo. Non troverebbe uno spazio Udine perché lo stadio ha una capienza inferiore a quella minima (di 30 mila spettatori) prevista dalla Uefa. Ma comunque. La Figc dovrà consegnare alla Uefa il dossier definitivo legato alla candidatura entro il 12 aprile e avrà la Turchia tra i principali rivali. La scelta del paese ospitante, poi, arriverà tra settembre e ottobre. All'inizio di Euro 2032 mancano ancora nove anni: sembra un tempo infinito, ma è un attimo, specie nel cammino di organizzazione di un evento simile.
  16. Veramente il Corriere dello Sport ha scritto che Chiné per gli stipendi chiederà una stangata
  17. Sento che tutti dicono che dobbiamo pensare alle coppe e non al campionato. Allora è inutile fare il ricorso per il meno 15
  18. Avevo letto per errore Ziliani invece di Zuliani e ho pensato:"Guarda sto str****, per lui 42 minuti sono stati troppo per condannarci"
  19. Una decisione che può costare centinaia di milioni presa in giornata, per decidere se Mourinho deve essere squalificato bisogna approfondire Se questi non sono pagliacci...🤡🤡🤡 ..
  20. Avv. Russo:” Abbiamo depositato presso il Coni un ricorso a supporto della Juventus” 03.03.2023 14:07 di Franco Leonetti Una notizia importante, un’esclusiva che vi proponiamo grazie al lavoro e all’opera di diffusione dell’Avv. Nicola Russo. L’avvocato di Taranto, per inciso interista di fede, esperto di diritto amministrativo e tributario, ci ha narrato del ricorso voluto e avviato dalla associazione Juventus Club della città pugliese, intitolato a Gigi Buffon, affiliato al Lizzano Official Fan Club, un ricorso che in termini tecnici viene denominato “ad adiuvandum” rispetto all’azione legale al Coni della Juventus Fc. Ecco il fedele resoconto della chiacchierata con l’Avvocato Russo, che, già in passato, curò il ricorso del Taranto Calcio presso il Tar. Avvocato, ci spieghi con precisione l’entità di questo ricorso voluto dallo Juventus Club di Taranto e da lei curato “Dopo la sentenza dei -15 punti inflitta alla Juventus, sono stato contattato dal club bianconero della mia città, per cercare di capire in quale modo fosse possibile aiutare e sostenere le ragioni della società Juventus. Il nuovo codice del Coni, previsto dall’articolo 58, 3° comma del recente codice di giustizia sportiva, prevede un intervento “di terzo ad adiuvandum” per l’ordinamento sportivo in generale, ovvero il sostegno, in questo caso, alla Juventus fornito dal club tarantino, un elemento rafforzativo delle tesi difensiva espresse nel ricorso dalla società bianconera. Il documento, di nove pagine è stato depositato nei giorni scorsi presso il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni, e notificato alle parti, ovvero Juventus, Procura federale e Procura generale” Che idea si è fatto a riguardo del ricorso della Juventus in opposizione alla sentenza? “Lo ritengo semplicemente giusto ed esaustivo in ogni suo dettaglio, un ricorso che sconfessa una sentenza ingiusta, afflittiva, che ha comminato 15 punti di penalizzazione senza che esista una motivazione per delinearli. Come si è arrivati a definire quei 15 punti di penalità? Quel verdetto va semplicemente cancellato in base a un insieme di fattori, in primis perché le plusvalenze, come ben sappiamo, sono lecite e non normate e in più vanno a ledere l’aspetto puramente economico, regolato dalla Corte di Giustizia Europea, perché l’attività sportiva è anche attività economica, quindi soggetta al principio della concorrenza che si lega alle plusvalenze, addirittura già sancito su espressione della Corte di Cassazione. Lasciando all’imprenditore, in questo caso la società, la libertà e la valutazione di dichiarare il valore di un bene immateriale quali sono i giocatori, senza dimenticare che anche dal punto di vista fiscale le plusvalenze sono lecite. E’ sempre una società a definire il prezzo di un giocatore a maggior ragione visto che non esiste una normativa a regolarle. Anche in materia penale il problema non sussiste, in base alle sentenze, che ho riportato nel ricorso, del Tar e della Corte Costituzionale. In base ai principi giuridici appena elencati, la sentenza dei -15 punti va assolutamente annullata perché attività lecita” La manovra stipendi come la vede? “Quella della presunta manovra stipendi appare una situazione più delicata, vedremo quali saranno gli sviluppi in sede di giustizia sportiva. L’auspicio è quello di assistere ad una giustizia che sappia essere giusta, basata sui cardini dell’equilibrio sportivo”
  21. L'IMBOSCATA - Spalleggiano l'accusa e oscurano la difesa: così i media orientano l'opinione pubblica. I tifosi si mobilitino. C'è un modo per mettere in imbarazzo Ceferin e Gravina. Il caso Giraudo e il diritto alla difesa (oltre il Coni) 03.03.2023 00:58 di Andrea Bosco di Andrea Bosco Io non so se la Juventus abbia commesso irregolarità tanto clamorose da arrischiare persino la retrocessione. Se le ha commesse dovrà necessariamente risponderne. In tutte le sedi competenti. Alla giustizia (ordinaria e sportiva), ai propri azionisti e ai propri tifosi. Non deve (e non dovrebbe) viceversa risponderne ai media. Per il semplice motivo che una parte consistente dei media si è fin da subito schierata: contro la Juventus. Facendo quanto una libera e seria informazione mai dovrebbe fare: i processi prima che vengano dibattuti in aula . E' un antico “peccato“ quello dell' informazione italiana di spalleggiare le procure. Di dare visibilità a quanto dalle procure esce. Nessuno osi “spiegare“ che ininfluenti cancellieri fanno uscire da quelle procure le carte degli interrogatori, i contenuti delle intercettazioni. Anche quando non siano state depositate e quindi rese “pubbliche“. Pubblicabili è un discorso che attiene all'etica di ogni giornale, ogni televisione, ogni radio. Per quanto riguarda il web è ancora un altro discorso. Perché il web è una cloaca dove l'etica viene sistematicamente stuprata. Non i cancellieri: “altri“ fanno uscire quelle intercettazioni che dovrebbero essere secretate. Altri: che hanno interesse ad orientare la pubblica opinione prima che i processi vengano celebrati. E' una barbarie che “quei“ contenuti, vengano divulgati. Ma pare che questa sia diventata una fetida prassi. I tifosi della Juventus invece di indignarsi per i “cinguettii“ pelosi di chi “sputtanatissimo“ conta un tubo, dovrebbero mobilitare la propria protesta verso quei giornali che non hanno dato conto del ricorso presentato al Coni dalla Juventus. Ma che anzi, nel giorno in cui le posizioni difensive ufficiali da parte della società bianconera erano state rese note, hanno preferito riempire le proprie pagine con il racconto (alla procura) di una ex dirigente della Juventus. “Omettere“, di fatto ha schierato il giornale. Io non so se – come qualcuno ha ipotizzato – l'ordine sia venuto dall'editore. Sarebbe terribile se un giornale si facesse fare la scaletta dall'editore. Non ci credo. Credo piuttosto che come nelle procure (e ovunque), anche (anzi, soprattutto) nei media i giornalisti siano anche dei tifosi. Qualcuno potrebbe dire: anche lei, signor Bosco. Non l'ho mai negato. Ma spero mi si riconosca l'onestà intellettuale di non aver mai nascosto le “magagne“ della Juventus. Spero si voglia tenere conto delle infinite critiche che alla società ho rifilato: senza sconti. Non mi paga la Juventus. Non ho mai chiesto favori alla Juventus. A Natale non ricevo gli auguri da parte della società. Questo, per chiarire. Ci sono media apparentemente più “indulgenti“. Organi di informazione che esaminano il “ricorso“ da un punto di vista oggettivo e non soggettivo. Salvo concludere che: “altra faccenda sarà il filone relativo agli stipendi, rispetto a quello delle plusvalenze. Lì, la Juventus non avrà scampo: serie B da non escludere“ . E spiegano che il problema sono le “intercettazioni“. Che magari sono state effettuate senza rispettare i crismi del codice penale. Ma che essendo state divulgate e rese pubbliche sui media, ora rappresentano la “verità“. Non importa se il contenuto di quelle intercettazioni, reso pubblico, sia magari decontestualizzato, monco, parziale. Il fatto di essere stato sbattuto in prima pagina, lo rende “vero“. Tutto il resto è relativo. Il “sonno“ profondo delle altre procure italiane, rispetto all'attivismo frenetico di quella Torinoì: scrivere 14.000 pagine è una fatica titanica. L'idea bizzarra che la Juventus abbia fatto le “plusvalenze“ con se stessa. L'idea oscena che la giustizia sportiva non debba essere “giusta“: solo veloce. Io non ho competenze giuridiche. E non ho letto le carte dell'inchiesta. Ma ho letto le motivazioni: fanno acqua da tutte le parti. E sono inique. Per quanto non hanno rispettato un principio universale, valido (teoricamente) persino nelle dittature. E vale a dire che a un imputato sia garantita la possibilità di difendersi. Prima o dopo il Tribunale di Strasburgo (che ha accettato di discuterlo) dovrà esaminare il ricorso di Antonio Giraudo, che a quel “foro” ha lamentato (ai tempi di Calciopoli) di aver visto violati i propri “diritti umani“. Con un processo troppo celere per potersi difendere. E sviluppatosi a senso unico. Come ammise, del resto, uno dei giudici di quel collegio: “giudicammo sull'onda del sentire popolare“. L'ipotesi di reato contestata a Torino (dalla giustizia ordinaria), quella di “falso in bilancio“ è viceversa, talmente grave che se, assodata, la Juventus difficilmente potrà evitare di finire all' Inferno. Ma quel giudizio sarà emesso successivamente a quelli sportivi. E vale la pena rammentare che in Italia, i gradi di giudizio sono tre: primo, appello, cassazione. Ci vorranno anni prima di arrivare a conclusione. Non così la giustizia sportiva che si reputa una “enclave“ intangibile. Dove giudici, non infrequentemente “tifosi“ e che magari non si sono mai occupati di contabilità, emettono giudizi (e pene) a campionato in corso. Antica infamia: al pari del cambiamento in corsa delle regole (Nakata chi era costui?). Per capirci: la procura federale ha decurtato dopo sommaria analisi (leggendo, con i razzi nel fondoschiena, le 14.000 pagine inviate dalla procura di Torino) i punti in classifica della Juventus. Ma il ricorso della società bianconera, verrà discusso, solo ad aprile. Con il campionato ormai agli sgoccioli. Ergo, dal punto di vista sportivo, la Juventus (attualmente al settimo posto in classifica) e lontanissima dalla zona Champion's, ha solo una alternativa per far sfarinare alla Figc e all'Uefa, la tela del ragno nella quale (anche per proprie responsabilità) è stata avviluppata: vincerle tutte. Vincere in Italia e vincere l'Europa League. Il Napoli non è raggiungibile e con merito vincerà il titolo. Ma il quarto posto è (sulla carta) raggiungibile. E benché l'Arsenal sembri destinato ad incamerare l'Europa League, la Juventus recuperando Pogba e Chiesa, con i suoi Di Maria, Vlahovic, Kostic. Cuadrado, con i suoi giovani, potrebbe davvero fare filotto. Mettendo in fortissimo imbarazzo Ceferin e Gravina. La protesta dei tifosi che hanno disdetto gli abbonamenti (e che stanno facendo preoccupare il Palazzo) ha una ratio che, personalmente, non condivido. Meno abbonati significa anche, riduzione dei posti di lavoro. Dovesse mettersi male, la Juventus potrebbe giocarsi il ricorso al Tribunale Regionale. Non credo che stavolta si appaleserebbe un Luca Cordero di Montezemolo a “consigliare“ ( Blatter dixit ) di non “adire al Tar“. Era il 2006: sempre meglio ricordare come andarono le cose. Dopo la vittoria (di nervi, di fisico, anche di qualità) nel derby , la Juventus è chiamata a ripetersi a Roma. Dove Josè Mourinho ha già biecamente “ preparato“ il terreno. Imbufalito per l'ennesima sconfitta, ha fatto di tutto per farsi espellere. Salvo chiamare in causa il quarto uomo (il Serra che clamorosamente sbagliò la scorsa stagione penalizzando il Milan) insinuando. “Non voglio dire, ma Serra è di Torino...“. Vecchia tattica di un uomo che “non è un pirla“ ma neppure quel gentleman accreditato dai suoi adoratori.. La storia del portoghese è zeppa di espulsioni, di provocazioni, di vergognose insinuazioni, di risse verbali con gli avversari: Mourinho è un provocatore. Tecnica collaudata per distogliere l'attenzione dalle deludenti prestazioni delle sue squadre. Volete saperlo? Esaminando la “querelle“, spiegando che “l'atteggiamento di Serra con le mani in tasca“ non sarebbe piaciuto alla Federazione, un grande giornale italiano non ha scritto una riga sulle insinuazioni di Mourinho nel post Cremonese- Roma. Sulla graticola (un altro quotidiano ha chiesto che le due giornate di squalifica al portoghese , vengano cancellate) più che il linguacciuto don Josè, è finito il quarto uomo, Serra. E poi si meravigliano se i giornali risultano in crisi di vendite. In ogni caso, di peggio ha fatto la procura federale. Che - film già visto- ha avviato una inchiesta. In fondo materiale ce n'è. Giuseppe Pecoraro, cuore partenopeo, avviò da procuratore federale una inchiesta per sapere per quale motivo un arbitro (casualmente in un Cagliari – Juventus) non avesse fischiato un fuorigioco. O forse perché lo avesse fischiato. Le cose surreali tendo a dimenticarle. Non esiste un audio per Cremonese- Roma . Ma pare ci siano immagini con il labiale del quarto uomo. Quelle relative a Mourinho? Se ci sono, potrebbero sparire. Come i filmati del sorteggio arbitrale (prove dell'accusa) al tribunale di Napoli nel processo contro Luciano Moggi. Evaporati, quando la difesa di Moggi, chiese di esaminarli. Sostituiti dai pm Beatrice e Narducci, senza un filo di vergogna, con delle diapositive. Ah: Gabriele Gravina dovrebbe dimettersi . Il perché , i lettori dell'” Imboscata “ lo conoscono. Non serve mi ripeta.
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