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Nero VS Bianco

Tifoso Juventus
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    Juventino e Moggiano

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  1. Hai pienamente ragione, è un collionazzo antijuventino folkloristico. Ma la cosa mi fa comunque in..azzare
  2. Diciamo che è un filmato dimostrativo e divulgativo (recitato) a base sociale di "occhio, in guardia" , ma che debbano sempre metterci in mezzo con maglie, gagget, e roba varia (a voler dimostrare che...) mi fa letteralmente in..azzare.
  3. Avete visto questo schifo? Io non ho più parole, anche se non mi sorprendo più di niente.
  4. Condoglianze (ma solo d'ufficio...ed è per me uno sforzo enorme) perchè non mi dimentico come nel 2006 insieme a Gabetti e Montezemolo, consigliarono strategicamente al giovane John Elkan (dato che c'erano in ballo tante questioni extra Juve) di mettersi dalla parte dei colpevolisti. E lui, come presidente in carica di quella Juventus non disse e mosse una sola unghia in difesa di Moggi e Giraudo, condannandoci alla farsa e alla serie B.
  5. Una grande puntata di Claudio Zuliani! Da vedere e (purtroppo) farsi il sangue amaro.
  6. Mamma mia che incubo quest'anno ci mancava pure l'inter in finale e un ritorno al 2010.
  7. Essai com'è, facendo zapping su i canali mediaset alla ricerca di un Pressing Champions League qualunque sono inciampato su sta roba. Capita.
  8. No, mi sono documentato, il "comico fenomeno" della spassosissima battuta è Alberto Farina...............Mamma mia.
  9. Segnalo questo. Niente di che intendiamoci...per lo meno battuta già trita e ritrita. Ieri sera, nella puntata di Honolulu (programma di Italia 1, una mescola di "Made in sud e Colorado) spunta uno skech con vari "comici", parodia della casa di carta, botta e risposta sui nomi di città che si affibbiano fra improponibili e inpronunciabili, spunta un fenomeno (quello, non ricordo il nome, che a "Colorado" faceva lo spacciatore e appariva sempre a fine puntata) che si affibbia il nome Juventus. Contro battuta "Ma non è un nome di città!". Battuta finale "No, ma è un nome da ladri" Ovviamente le risatone si sprecano. Tanto per tenervi informati.
  10. Enorme e sincero cordoglio da parte mia per la scomparsa del più grande dei presidenti della Juventus, figura iconica e fondamentale della storia del club. ** Ma non posso dimenticare la sua presa di posizione nel 2006 a favore dei colpevolisti, contro Moggi e Giraudo e di appoggio all'operato di Zaccone e proprietà sbandierando i "4 illeciti" insieme a lui accettando la serie B con penalizzazione per far calmare la piazza. Una coltellata al cuore non degna di lui e di cosa la sua figura rappresentava per la Juventus e la sua tifoseria. R.I.P. presidente. R.I.P. Grandissimo presidente! Grazie di tutto...ma con l'asterisco **
  11. Li ho postati su K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua Sezione Calciopoli (Farsopoli) 5 articoli a pagina 303 TUTTI GLI UOMINI DEL (NUOVO) DELINQUENTE di Antonio La Rosa
  12. TUTTI GLI UOMINI DEL (NUOVO) DELINQUENTE - V e ultima parte di Antonio La Rosa A – a questo punto torniamo alla sentenza del Collegio Arbitrale, le cui motivazioni ancora tardano ad arrivare (*): che sia una pronuncia politica è fuor di dubbio, ma se questo è il panorama, Gravina avrebbe dovuto difendere l’operato della giustizia sportiva. G – al contrario, proprio perché la sua poltrona è traballante ha dovuto svendersi la giustizia sportiva della Federcalcio, per tentare di rientrare in gioco. A – quindi il non essersi costituito come FIGC al Collegio Arbitrale per te sarebbe una mossa per tentare di ricucire lo strappo con De Laurentiis? G – certamente. Unico soggetto che poteva sollevare l’inammissibilità del ricorso avanti al Collegio Arbitrale, era proprio la Federcalcio, cosa che avrebbe costretto il Collegio Arbitrale ad una sentenza in punto di diritto sportivo, e quindi a dovere prendere atto che non ha competenze su decisioni della giustizia sportiva della FIGC. A – che poi fu, nella sostanza, la motivazione per cui a suo tempo il Collegio Arbitrale CONI si dichiarò incompetente sulla questione della assegnazione dello scudetto 2006 all’Inter. G – come vedi, la giustizia del CONI dipende da chi la richiede e anche da chi rappresenta in giudizio. A – anche qui ci sarebbe tanto da dire: il Napoli che fa affiancare il proprio legale, Avv. Grassani, dal prof. Avv. Enrico Lubrano: qui non ho bisogno di fare ricerche, so già che Lubrano è docente di diritto sportivo alla LUISS, l’Università privata di Confindustria … G – collega quindi di Malagò A – anche lui docente alla LUISS? G – controlla A - … vero, sono colleghi docenti universitari. Aggiungo che Lubrano ha lavorato per il CONI e da Malagò è stato anche nominato commissario della Federazione Italiana Sport Equestri. G – quindi l’uomo di fiducia, braccio destro di Malagò, rappresenta il ricorrente Napoli SSC, di fronte ad un giudice che è nominato dal CONI, ovvero da Malagò, con i suoi poteri. A – il cerchio si chiude, considerando che il presidente, Franco Frattini, è anche ex ministro della Repubblica e uomo di Forza Italia… G – come Sibilia, candidato in pectore alla presidenza della Federcalcio. A – sarebbe lui il “trade union” di tutta l’operazione? G – non sarebbe, è lui. Ti dovrebbe essere chiaro, il quadro l’hai disegnato tu, io ti ho solo guidato nella ricerca, dovevi unire solo i punti, come in un famoso gioco della Settimana Enigmistica. A – uniamo allora questi punti. Sibilia, il candidato presidente FIGC, è campano, di Forza Italia, stesso partito di Frattini, che poi è il partito di Berlusconi, di fatto grande alleato in affari cinematografici e non, con Aurelio De Laurentiis, che è proprio il presidente della più importante squadra campana. G – va bene ma non farti fuorviare troppo dalle sigle, qui la questione non è come le contrapposizioni politiche che si conoscono in altri contesti. A – lo so bene, stavo solo unendo i punti come da te detto. Intanto tornando a Sibilia, è sostenuto dalla LND, che conta molto in Federcalcio, e quasi sicuramente potrebbe avere il sostegno della Lega Serie B, visto che Baiata (**) è persona appoggiata da Lotito, alleato di De Laurentiis, ed anche di Galliani, attualmente al Monza, e dunque sono due leghe abbastanza forti a convergere su questa candidatura; probabilmente anche la Lega Serie A, vista la situazione, potrebbe allinearsi. G – potrebbe però non essere scontato, in Serie A ci sono le società più forti, non tutte in sintonia, che è meglio non inimicarsi, Dal Pino potrebbe scegliere un profilo basso, essere defilato, così non scontenterebbe nessuno. A – questo spiegherebbe il fermento nella Associazione Italiana Arbitri, che potrebbe inserirsi in questo contesto e schierandosi con il vincitore potrebbe rivendicare maggiore potere. G – diciamo di si. Ma ancora non sei arrivato al punto. A – mi ci sto avvicinando. Il punto è il ruolo del CONI in questa vicenda. G – della politica no? A – non ti capisco … G – poco fa abbiamo parlato di Spadafora … A – si, ed è qui il punto che mi sfugge, perché se nel campo di gioco della Federcalcio, si è innestato una sorta di accordo che unisce soggetti che hanno anche un chiaro riferimento politico, Spadafora teoricamente non dovrebbe avallare tale operazione G – dimentichi quello che hai detto prima, Spadafora uomo navigato, allievo di Mastella, campano (non casuale questa origine), quindi abile nei giochi politici di corridoio. A – in sostanza, Spadafora mette sotto ricatto il CONI con il progetto di riforma del CONI, che toglierebbe potere al presidente, e porterebbe il comitato olimpico sotto controllo del governo, cosa che ha prodotto la reazione del CIO con la minaccia di escludere l’Italia dai giochi olimpici di Tokio; in cambio potrebbe rinunciare a quel disegno di legge, ma in cambio di maggior potere nelle federazioni sportive, in particolare nel calcio, la più potente. G – continua A – il compromesso sarebbe un candidato che può unire tutti i contendenti: Sibilia, politico di Forza Italia, garanzia quindi per il CONI, che con lui potrebbe finalmente avere maggiore influenza e controllo sul calcio, cosa non riuscita con il commissariamento del 2018, ed entrare negli affari dei diritti televisivi. G – che da buon campano traina pure i consensi del suo territorio anche quelli avversari. Hai notato o no che De Laurentiis si è schierato alle regionali con De Luca, e che il centrodestra ha presentato una candidatura a perdere alle regionali? A – anche questo è un dato che avevo trascurato, De Luca, Spadafora a difesa del Napoli, pensavo fosse solo una questione di tifo e di politica locale, invece c’era altro a quanto capisco. G – c’è in gioco il potere nel calcio, e il potere genera potere come sai. A – il che significa che tutti otterrebbero la loro fetta di bottino, il CONI che con Sibilia mette le mani nel calcio, Sibilia che darebbe via libera ai suoi elettori per avere gli spazi di influenza che desiderano, magari rimettere le mani sulla giustizia sportiva … G – fosse solo quello. Chi controlla Federazione e Lega Serie A, ha messo le mani sul calcio per i prossimi anni, in maniera pesante, e con una coalizione del genere, non ci saranno opposizioni A – perché? G – ma ti rendi conto che significa una Federazione presieduta da un uomo che ha a suo favore il potere politico, quello sportivo, e i grandi elettori del calcio? Forse dimentichi una cosa, nella famosa vicenda che voi chiamate “farsopoli”, si parla solo di Juventus, ma si dimentica che le società processate e condannate furono anche altre, la Fiorentina, la Reggina, la Lazio, di striscio anche la Roma: ovvero società che erano in difficoltà ed avevano necessità di protezione, e chi ha potere può proteggere, non certo chi è fuori dalla stanza dei bottoni. A – mi stai dicendo che, ad esempio, uno come Cairo, ostile attualmente a Lotito e De Laurentiis, potrebbe ammorbidirsi? G – perché no? Il Torino è nelle ultime posizioni, una retrocessione potrebbe essere tragica, per salvarsi potrebbe avere bisogno di qualche aiuto, e come lui anche altre società. A – che poi, essendo ognuna un voto, quello di Crotone, Torino, Genoa, Parma, Spezia etc. vale come il voto di Juventus, Inter, Milan, Roma, Fiorentina, Atalanta. G – visto che ci arrivi? Stesso discorso per quanto riguarda Assocalciatori e AIA, contano poco, ma potrebbero anche avere più spazio purchè fedeli alla linea. La verità è che in questo momento la politica tiene per i cosiddetti il calcio. A – perché? G – sei davvero distratto: hai letto la vicenda del “Decreto Crescita”, salteranno le agevolazioni fiscali per le società che avevano tesserato giocatori stranieri; inoltre è aperto il contenzioso sugli sgravi fiscali chiesti dalle società a seguito del COVID-19. A – come dire, il calcio ha bisogno della politica per non finire definitivamente nei guai, con il rischio che salti tutto. G – quindi calcio debole di fronte alla politica, e debole al suo interno, quindi facilmente aggredibile dall’esterno e colonizzabile. Ti è chiaro adesso? A – adesso capisco la tua frase iniziale, dichiarazione di guerra di Malagò a Gravina: la sentenza non fa solo un favore al Napoli, ma assesta un colpo gravissimo al mondo calcio, mette in discussione l’autonomia organizzativa della Federazione, e presumo che quando leggeremo la motivazione della sentenza, qualcosa del genere emergerà. G – ancor di più se quel disegno si completerà a febbraio con l’elezione del nuovo presidente federale. A – e la Juventus? G – farà come le stelle di Cronin, starà a guardare, nel dilemma tra puntare decisamente alla Superlega, o adeguarsi e cercare il suo spazio. Del resto al calcio italiano non conviene che la Juventus si defili, o che perda troppa attrattiva. Lo sanno bene anche i nemici di Andrea Agnelli, senza la Juventus il calcio italiano sarebbe attualmente poca cosa, grandi club con prospettive internazionali non ce ne sono, le milanesi ancora con situazioni societarie instabili, le romane non hanno mai avuto appeal internazionale, idem il Napoli, men che meno altre, e comunque nessuna avrebbe strumenti finanziari idonei per competere con squadroni come Real, Barcellona, Bayern, PSG, le inglesi. Come dire, il calcio italiano senza Juventus attirerebbe poche risorse economiche dall’estero, quindi … A – quindi meglio averla dentro, magari meno vincente e competitiva in Italia, giusto? G – questa è considerazione che fai tu. A – velenosa questa conclusione, no? G – non velenosa, realistica. Calciopoli non puntò realmente a demolire la Juventus, ma ad eliminare qualcuno dal mondo del calcio, e ci riuscì. Adesso la Juventus è la proprietà, è la famiglia, questo le da forza, ma forse in un momento di debolezza delle altre, troppa forza rispetto alle contendenti. Quindi capirai quando all’inizio ti dicevo che la si vuole magari meno vincente, ma sempre in primo piano per non deprimere il calcio italiano. Insomma adesso si sono fatti più furbi, hanno capito pure loro che nel 2006 andarono oltre certi limiti rischiando di travolgere l’intero settore pur di distruggere qualcuno. A – quindi si accentuerà il contesto ostile alla Juventus, presumo, anche se non dovrebbe esserci altra evoluzione negativa. G – il futuro non possiamo prevederlo, anche perché tutto può essere in movimento, compreso l’assetto della proprietà bianconera, della cassa di famiglia, delle società del gruppo, e i rumors montano, ma questa è un’altra storia. A – cominciamo un’altra analisi di prospettive future? Vedo che però si è fatto tardi … G – tardissimo per me, che a quest’ora ho già cenato da almeno un’ora (nota: l’orologio segna le ore 21,15), mentre mi hai trattenuto qui costringendomi al digiuno. A – oddio … io a quest’ora della sera mi preparo da buon te***ne all’aperitivo serale. Vuol dire che rimanderemo il tutto a quando potrò averti ospite a pranzo o cena. G – offri tu naturalmente, per farti perdonare di avermi tenuto finora. A – accetto! (Fine) Note: (*) le motivazioni della pronuncia del Collegio Arbitrale CONI sono state depositate qualche giorno addietro: con l’assunto che l’ASL ha fatto bene ad intervenire, è stato inferto un duro colpo, nel senso che adesso, essendosi stabilita una gerarchia di fonti normative, il diritto sportivo è assoggettato alle decisioni di organi esterni, quindi fine dell’autonomia del calcio. (**) proprio oggi Balata è stato riconfermato presidente della Lega Serie B, con Adriano Galliani vice presidente, tutto come previsto da Gola Profonda 2 Questo è quanto. Piuttosto, tornando ad Adriano Galliani, come mai era presente al Meazza, l’altra sera, in occasione di Milan – Juventus? Non è un dirigente di Serie A o federale, non ha nulla a che spartire con il Milan, in momenti di stadi chiusi possono entrare solo le squadre, con i dirigenti, il gruppo arbitrale ed eventuali commissari di campo e dirigenti Federali e di Lega. Eppure l’abbiamo visto tutti in primo piano … https://www.juworld.net/articolo.asp?id=25141 E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
  13. TUTTI GLI UOMINI DEL (NUOVO) DELINQUENTE - IV di Antonio La Rosa A – non penso sia un disegno preordinato, sarebbe grave pensarlo, significherebbe dare ragione a chi sostiene che gli arbitri decidano le sorti dei campionati. G – infatti non la decidono, ma possono mandare segnali a chi di dovere. In questo fa sempre storia la famosa affermazione dell’allora presidente federale Carraro, nella poco reclamizzata intercettazione della sua telefonata con Bergamo, quella del celebre “che non faccia errori per carità a favore della Juventus perchè sennò sarebbe un disastro”, successivamente a Bergamo dice testualmente “Rodomonti se sbaglia a favore della Juventus succede l'ira di Dio. Siccome poi c'è.... tra l'altro, tenga presente che si gioca domenica sera; lunedì c'è l'elezione della Lega eccetera, per cui sarebbe una roba disastrosa”. A – quindi intendi dire che sono messaggi elettorali, come dire, gli arbitri possono come categoria schierarsi diversamente e assecondare chi sarà eletto? G – in maniera grezza si. In maniera più raffinata, c’è una parte del settore arbitrale che è in rotta con Nicchi, vorrebbe altra guida, sarebbe pronta quindi al “golpe” interno, ed avendo capito chi potrebbe essere vincente, lancia messaggi al potenziale vincitore, e cosa meglio di dimostrarsi ostili o non condizionabili dalla Juventus, per ingraziarsi e annunciare sostegno a qualcuno? A – quindi ci sarebbe secondo te una “alleanza” pronta a sostenere un candidato alternativo a Gravina. G – dico di più: dalla descrizione dei contendenti in campo, che tu hai fatto prima, emerge chiaramente che il candidato alla rielezione, Gravina, oggi è molto più debole di quanto si pensi, non ha veri alleati, nonostante la sua gestione vada considerata positiva della Federazione, basti pensare solo ai risultati della Nazionale, rinata. A – torno alla tua frase iniziale, il CONI ha dichiarato guerra alla Federcalcio, che poi era l’argomento della discussione. G – dovresti avere già chiaro il quadro, o devo spiegartelo ancora? A – sinceramente non vedo ancora nitidamente il ruolo di Malagò, se non di provare a mettere le mani nel calcio, come manifestato con la fase commissariale di FIGC e Lega Serie A. G – allora ti guido io, come si fa con i principianti. Poco fa si parlava della sezione arbitrale di Roma, ed anche di Tivoli, provincia di Roma, sei designazioni su quattordici con la Juventus in campo. Chi ci sta a Roma? A – il Papa, il governo … G – smettila di cazzeggiare anche se una cosa attinente l’hai indicata e non è certamente l’inquilino del Vaticano. A – ci sta la sede del CONI, ci sta Malagò e il suo club esclusivo, Circolo Canottieri Aniene … G – ecco, chi è Giovanni Malagò, lo sai? A – mi aiuterò come solito con Wikipedia: ricordo però che la sua elezione a presidente del CONI fu a sorpresa, fece le scarpe al candidato favorito, Pagnozzi, supportato dall’uscente Petrucci e dalle federazioni più importanti, FIGC compresa. G – quindi uno che sa organizzare al meglio complotti e imboscate per essere vincente. A – poi continuando, a Roma c’è l’AS Roma, ma mi pare che attualmente non abbia preso davvero piede nella Capitale la nuova dirigenza; e c’è la SS Lazio, ovvero Lotito. G – uno dei grandi elettori, Lotito, come sai, per le ramificazioni che ha costruito grazie a Galliani e Tavecchio. Ma rimani ancora a Roma, hai detto che c’è il governo, giusto? A – ti riferisci al ministro Spadafora? G – a chi allora? A – ma che io sappia, non è che corra buon sangue tra Malagò e il CONI, con Spadafora, e in genere con i grillini, dopo la vicenda della candidatura di Roma per le Olimpiadi, sabotata proprio dai grillini. G – di nuovo lettura superficiale. Penso ti riferisca al progetto di riforma del CONI e dello sport. A – si, anche se una riforma ritengo sia necessaria, il CONI è una enclave incontrollata e incontrollabile, un contropotere in Italia, così potente che ricordo bene come nel 1980, contro le decisioni di governo, di boicottare le Olimpiadi di Mosca, decise comunque la partecipazione degli atleti italiani. G - Eppure Spadafora ha un passato che è illuminante. Che dovrebbe farti capire che certe guerre vanno minacciate per ottenere qualcosa in cambio. A – ok, devo fare altra ricerca. Vincenzo Spadafora, di Afragola, provincia Napoli … quindi altro soggetto campano … vedo che ha lavorato sia alle dipendenze del presidente regione Campania, uomo UDEUR, dunque Mastella, poi di Pecoraro Scanio, altro campano, ma del gruppo dei Verdi, leggo pure … “nominato, dal presidente della Camera Gianfranco Fini e dal presidente del Senato Renato Schifani, primo garante per l'infanzia e l'adolescenza”. G – oggi è ministro in rappresentanza del Movimento 5 Stelle. A – uomo buono, insomma, per tutte le stagioni e tutte le posizioni di governo, ma mi basta sapere che è stato di gradimento pure a Clemente Mastella, per capire che è personaggio che sa navigare alla grande nei corridoi del Palazzi che contano. G – uomo quindi abile ad alzare i toni di un conflitto, per abbassarli al momento giusto, quando occorre ottenere quello che è il proprio obiettivo. A – e quale sarebbe? G – due soggetti che aspirano ad essere padroni della stessa cosa, o si fanno la guerra perché ne rimanga uno solo ad avere tutto, o, realisticamente, quando la guerra sarebbe sanguinosa e incerta, a trovare i punti convergenti per gestire in comune quella cosa ambita. Qui parliamo di sport, con la sua proposta di legge, Spadafora intende assoggettare il CONI al potere politico, Malagò, che è comunque espressione di potere politico, vuole mantenere il suo potere esclusivo. A – comincio a vederci più chiaro. Se Spadafora non può mettere le mani totalmente sul CONI, potrebbe però accontentarsi di avere maggiore spazio in certi settori dello sport, con l’appoggio di Malagò. G – bravo! Ognuno otterrebbe un ridimensionamento apparente del proprio potere, ma di fatto rimarrebbe Malagò dominus del CONI, e Spadafora avere i suoi uomini di fiducia o a lui graditi, dentro lo sport. (4 – fine alla prossima puntata) https://www.juworld.net/articolo.asp?id=25131
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