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Maidomi

Tifoso Juventus
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  1. Per i vecchiacci: chi se lo ricorda ? Mi sono rimaste solo 2 tessere. L'ultima del 1985: dopo l'Heysel non rinnovai l'iscrizione.
  2. Lasciando perdere la storia se a Torino ci sono più tifosi juventini o cagata, adesso voglio ricordare una grande famiglia. La famiglia Lorentini di Arezzo. Il giovane Roberto era un medico di 31 anni, grande tifoso della Juve. Era già stato ad Atene per la finale con l'Amburgo e a Basilea per la vittoria con il Porto. Era andato a Bruxelles con il papà Otello e due cugini. Il papà era un tifoso viola che seguiva volentieri il figlio in tutte le trasferte. Il papà racconta che alla prima carica riuscirono tutti a mettersi in salvo, ma il figlio Roberto decise di tornare sugli spalti per aiutare le persone ferite. Un testimone racconta di avere visto Roberto sopra il corpicino di un bambino esanime, intento a rianimarlo (forse proprio Andrea Casula di Cagliari). Poi una nuova carica degli inglesi e Roberto scomparve dalla vista. Dopo alcuni terribili istanti il papà Otello riuscì a ritornare alla ricerca del figlio e lo trovò a faccia in giù esanime. Lo girò e provò a sentire se il cuore batteva. Inizialmente fu felice perchè sentiva il battito, ma poi si accorse che il battito era quello del suo cuore che era impazzito e non quello del figlio che invece aveva cessato di vivere. A Roberto fu assegnata la medaglia d'argento al valor civile e una via di Arezzo fu intitolata a lui. Il papà Otello crebbe i due piccoli nipotini come un padre e fondò l'Associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel allo solo scopo di ottenere giustizia, che finalmente ebbe in Cassazione con la condanna dell'Uefa. Otello è mancato 2 anni fa nel maggio del 2014 a 89 anni e il nipote Andrea, ora giornalista, prosegue nella battaglia per mantenere vivo il ricordo di quanto successe 31 anni fa, perchè una sciagura del genere non si ripeta mai più. Una preghiera per Roberto e per Otello e un abbraccio a Andrea e alla sua famiglia. Non siete e non sarete mai soli.
  3. Guarda i risultati dei derby fino al 1930. La Juve ne vinse una manciata su oltre 30 disputati, con batoste imbarazzanti. La Juve riuscì a superare i bovini nel computo dei derby solo negli anni 60. Da allora, addio cagata...https://it.m.wikipedia.org/wiki/Derby_di_Torino
  4. Ciao Harvey, tu di Roma ne sai sicuramente più di me, ma sono convinto che se la Lazio si fosse anche chiamata Ora et Labora, avesse avuto come simbolo una suora, ma avesse vinto 10 scudetti a Roma ci sarebbe una marea di tifosi della Ora et Labora, in misura nettamente superiore a quelli della Roma.
  5. Ma quale rancore ! @@ Comunque al di la delle minkiate sociologiche di cui tanti parlano le squadre che vincono di più hanno più tifosi. Molto semplice. Se il Napoli avesse vinto 20 scudetti ci sarebbero innumerevoli tifosi del ciuccio non nati a Napoli in tutte le regioni d'Italia. Lo stesso per Juve e toro. Loro hanno avuto una supremazia schiacciante fino al nostro primo quinquennio. Il Genoa aveva 10 vole più tifosi della Samp. Poi sono bastati alcuni anni buoni della Samp e adesso sono quasi pari. La Roma ha molti più tifosi della Lazio perchè complessivamente ha sempre avuto risultati migliori. Se Inter e Milan sono praticamente pari come tifosi è semplicemente perchè le squadre hanno vinto più o meno lo stesso. Se guardi le cifre sui derby fino alla metà degli anni 30 noterai una supremazia schiacciante dei cagata. Ovvio che la maggioranza dei tifosi di Torino tifasse per loro. Poi ci fu il primo quinquennio, che portò il numero di tifosi juventini a crescere ovunque, ovviamente anche a Torino. Non ci sono statistiche dell'epoca ma come ho fatto basta guardare gli spettatori dell'epoca del Grande Torino e confrontarli con quelli della Juve (e allora non c'erano immigrati, nè trasferte di massa) per capire che la supremazia cittadina del toro era a quel momento in seria discussione. Poi tra i periodi bui del post SUperga, la super Juve di Charles e Sivori, gli immigrati (ricordiamoci che in 15 anni arrivarono a Torino più di 500.000 persone da fuori, ovviamente non tutti juventini, ma in maggioranza sicuramente si) si creò una forbice che anno dopo anno continua ad allargarsi in misura esponenziale.
  6. 1000 volte peggio... Adesso per certi versi fanno persino pena.
  7. Tu quoque, Vecchio Indiano !!! La risposta è NO ! Erano più organizzati, più compatti, più vocali, più visibili (purtroppo il colore mestruo è più visibile dei colori bianconeri), ma numericamente non sono mai stati in maggioranza a Torino (se escludiamo l'inizio secolo precedente). Ti do un solo dato per quell'anno che vale più di mille parole: loro sono all'apice dell'entusiasmo, dopo 27 sono ad un passo dallo scudetto, immaginati la retorica dell'epoca, il gonfiamento di marroni sugli invincibili, ecc., ecc. Erano 5 punti dietro alla Juve che si suicida e fanno il sorpasso. Alla penultima in casa giocano contro il Cagliari, mentre noi giochiamo a Bologna. Mancano solo due partite alla fine, in questa bolgia di entusiasmo alle stelle. Fra paganti e abbonati in quella partita fanno 47.000 spettatori, in uno stadio che all'epoca ne conteneva 70.000. Non riuscivano a riempirlo nemmeno nel momento di maggiore entusiasmo post Superga, alla faccia di Torino cagata. Ante immigrazione dal sud si era 50-50. Post immigrazione e forbice tra i risultati calcistici delle due squadre (la Juve di Charles e Sivori in primis) hanno creato un divario enorme tra il numero dei tifosi. Poi ognuno dica la sua, ma alle elementari dove andavo io 70% di juventini. Alle medie almeno il 60%. Al liceo sfortunatamente i cagata aumentarono ed eravano nella mia classe 50-50, ma già solo la classe più giovane gli juventini erano in maggioranza schiacciante. L'Università non fa testo perchè gli studenti erano di tutta Italia e c'erano più interisti e milanisti che cagata. Al lavoro (sarà che sono stato fortunato), maggioranza schiacciante juventina, con un 30% di cagata estremamente impestati, ma pochi in assoluto. Il più grande comico piemontese (Macario) era juventino, il più grande cantante dialettale (Farassino) era juventino. Ma di cosa stiamo parlando ??
  8. Ma Vatta è impegnato ? Lo vedrei bene in una triade con Giaguaro Castellini e il profumiere Zaccarelli
  9. Scusate, ma sono riusciti a raggiungere l'ottavo posto che gli evitava i preliminari di tim cup ? No, perchè dopo l'obiettivo Europa (si, ma quale Europa), dopo l'obiettivo tim cup culminato con l'okkupazione dello JS in una serata memorabile, dopo l'obiettivo purtroppo sfumato di essere l'unica squadra a riempire lo stadio con il Carpi gli era rimasto l'obiettivo ottavo posto.... Ho la sensazione che anche quello sia sfumato... Ma che peccato ! .
  10. Capitolo 7 per non dimenticare La famiglia Casula di Cagliari aveva deciso di andare a Bruxelles per la finale e approfittare dell'occasione per passare dei giorni di ferie a Parigi dopo la partita. Due giorni prima della partenza la mamma cambiò però idea, preferendo rimanere a casa con la figlia più grande in procinto di sostenere gli esami di terza media. Così partirono il papà Giovanni (Cicci) e il piccolo Andrea. Giovanni aveva 44 anni ed era un dirigente della Cosmin. Un appassionato di calcio e tennis. Il piccolo Andrea aveva 11 anni. La mamma lo ricorda come molto intelligente e appassionato di computer. Aveva un Vic 20 e dopo l'esame di quinta elementare avrebbe ricevuto in premio un Commodore. Nè Giovanni nè Andrea tornarono, schiacciati dalla folla. Alcuni testimoni raccontano di avere visto un corpicino esanime con una persona che cercava di rianimarlo. Poi arrivò la terza carica degli inglesi e successe il caos. La persona che cercò di salvare un bambino esanime (forse Andrea?) fa parte del capitolo di domani. Una preghiera per il piccolo Andrea e per il suo papà Giovanni e un abbraccio alla famiglia spezzata rimasta con noi. Non dimenticare MAI perchè una cosa del genere non si ripeta mai più.
  11. Cinque di fila è una cosa incredibile. Dopo farsopoli, dopo 2 settimi posti, non ci sono parole per ringraziare squadra e dirigenza per questa cavalcata fantastica. Oggi nel primo tempo la curva ha intonato un coro che mi ha commosso. "Siete sempre con noi...". Cosa che non può essere più vera. In questo momento felice non posso non dimenticare chi non c'è più. Capitolo 6 per non dimenticare. Giuseppina Conti di Rigutino (Arezzo) aveva 17 anni. Aveva appena terminato brillantemente il quarto anno del liceo classico e aveva chiesto come premio di andare a Bruxelles. Partì con il papà alle 4 di mattina. La mamma Marisa racconta che prima di partire la sua "citta" le disse: "Mamma, torno con la coppa". La mamma guardò la partita in TV con trepidazione, vide gli incidenti atterrita. Fu informata che il marito e la figlia erano stati coinvolti, ma senza altre informazioni. Non dormì tutta la notte e poi con l'aiuto di una signora che parlava francese finalmente il mattino seguente riuscì a mettersi in contatto con il marito che era stato ricoverato in un ospedale a Bruxelles. La mamma chiese "e la citta ?". Il papà Antonio rispose che Giusy non ce l'aveva fatta. In casa Conti è appesa l'ultima foto della figlia, scattata a Bruxelles prima della partita. La bellissima ragazza con la bandiera della Juve avvolta come un mantello e i pantaloni verdi. I ragazzi del Nucleo invitarono i due fratelli di Giusy a Berlino per la finale col Barcellona e videro la partita in curva con loro. Una preghiera per Giusy e un abbraccio a tutta la famiglia Conti. Non vi dimentichero MAI.
  12. Yes sir. Non ho niente a tracolla però: è il tizio di fronte a me che alza le mani in segno di giubilo e le sue braccia mi coprono in parte il busto, facendo sembrare una tracolla.
  13. http://www.dailymotion.com/video/x4aa5re_agnelli-j1897day_sport Non ho parole. Questa è la quintessenza della Juventinità. Orgoglio bianconero allo stato puro. GRAZIE ANDREA (a questo punto ti perdono anche la mancata sfilata). Qualcuno più pratico di me lo faccia vedere a tutti i tifosi Juventini.
  14. Diciamo che il mio soprannome era scherzosamente il "cit" (nel nostro dialetto magrebino)....
  15. Qui è al massimo dello zoom. Proprio in centro con le mani sui fianchi. Ma in ogni caso non perdete niente .
  16. Con ipad si può fare lo zoom e viene tutto sgranato, ma almeno una figura informe con un bel torace si riesce ad intravedere
  17. Ma al secondo anello sulla striscia gialla ce n'è solo uno con la maglietta azzurra.... Non è che si veda molto, vabbè, non è che perdi molto...
  18. Non sono bravo a fare queste cose, ma guarda al secondo anello dove c'è la striscia gialla: c'è un giovane aitante in maglietta azzurra.
  19. Ho trovato questa vecchia foto che posto volentieri. Dietro i ragazzi sugli spalti si intravede un Maidomi un po' più giovane (e un altro ebatiano di cui non faccio il nome). Chi altri di voi vecchiacci c'era ?
  20. Capitolo 5 per non dimenticare. Alberto Guarini aveva 21 anni, frequentava l'Università di Bari per diventare odontotecnico. Amava il calcio e il tennis e aveva da poco vinto un torneo di tennis doppio insieme a sua sorella Paola. Il papà Bruno gli aveva promesso un regalo per il superamento degli esami, qualsiasi regalo. Alberto non ha dubbi: il viaggio a Bruxelles con il papà per la finale di coppa della sua amata Juve. Alla terza carica degli inglesi Alberto e Bruno sono intrappolati contro le recinzioni e il muro al limite del settore. Il papà Bruno racconta: "Quando i tifosi inglesi si precipitarono verso di noi, Alberto rimase fermo. Lui gridò: "Non so se andare sopra o sotto". Io gli urlai di andare sotto. Le sue ultime parole furono "Papà, mi stanno schiacciando!". Ricordo ancora tutto, proprio come un film che arriva alle scene finali, quando la pellicola finisce e non vedi più nulla. Io invece di notte, a volte, mi sveglio di soprassalto e vedo di nuovo tutto" Esattamente 20 anni dopo la tragedia il papà Bruno disse "Tutti dicono che il tempo sana le ferite. Ma il tempo non ha fatto niente. Tutto quanto rimane davanti ai miei occhi come se fosse successo ieri. Posso ancora sentire la sua voce. Posso ancora vedere il suo sguardo. Per tutti voi, anche per i tifosi, il tempo passa. Ma per un padre che perso il figlio, tutto rimane dentro e niente si cancella". Una preghiera per Alberto e un abbraccio al papà Bruno e a tutta la sua famiglia: sono passati 31 anni ma non vi abbiamo dimenticato e faremo il possibile affinchè anche i nostri figli e i nostri nipoti non vi dimentichino MAI.
  21. Uno così è in fuorigioco per definizione: con la panza che si ritrova è sempre al di là dell'ultimo difensore
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