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Mintaka

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di Mintaka

  1. Dovresti rileggere meglio ciò che posti, visto che dà ragione a me. Erano numero gonfiati dal disavanzo, senza il quale l'italia era, appunto, sesta. Anche quel disavanzo ha contribuito a creare il debito pubblico di cui siamo schiavi ancora oggi, e che il governo vuole aumentare. Ribadisco la parte in grassetto, i numeri sono andati migliorando da Monti in poi. Si può sempre fare meglio, ma i numeri sono quelli, non si possono fare miracoli. C'è stata una crisi enorme da cui riprendersi. Invece si poteva fare molto peggio, come vedremo nei prossimi mesi/anni.
  2. La Lega era al governo insieme a Berlusconi. L'Italia non è mai stata la terza potenza al mondo. Rimaniamo la sesta/settima potenza al mondo. Che gli ultimi governi governi abbiano fatto tutti 'sti disastri è parte della retorica 5s e lega, ma non trova riscontro nella realtà. Pur essendoci grosse critiche da rivolgergli, ovviamente. Nella brace ci stiamo finendo adesso.
  3. Salvini ha mentito sui migranti e la Germania? I dati ufficiali dicono che i migranti vengono già rimandati in Italia dalla Germania e che i numeri sono in aumento, diversamente da quanto sostiene il ministro dell'Interno La giornalista Alessandra Ziniti ha messo insieme e pubblicato su Repubblica alcuni dati ufficiali relativi all’ultima polemica sui migranti tra Italia e Germania, quella relativa al ritorno in Italia dei cosiddetti migranti “dublinati”. I dati raccolti da Repubblica provengono dal ministero degli Interni tedesco e uniti alle informazioni disponibili fino a ieri mostrano come il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini abbia diffuso informazioni false sulle politiche del suo governo. La lite tra Italia e Germania è iniziata qualche giorno fa attorno ai “dublinati”, cioè quei migranti costretti dagli accordi di Dublino a fare richiesta di protezione internazionale nel primo paese di accesso all’Unione Europea, in questo caso l’Italia, e che poi si spostano in un altro paese europeo, in questo caso la Germania. Sempre secondo gli accordi di Dublino, questi migranti dovrebbero rimanere nel paese di primo ingresso – in questo caso l’Italia – fino a che la loro richiesta non riceva risposta definitiva dalle autorità competenti. Se si spostano in un altro paese – in questo caso la Germania – il governo di quel paese può decidere di rimandarli nello stato di primo ingresso: per farlo, a differenza di quello che hanno sostenuto Salvini e il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, non c’è bisogno di trattati bilaterali particolari, perché è già tutto previsto negli accordi di Dublino. La polemica era iniziata dopo che si era diffusa la notizia di imminenti voli charter organizzati dalla Germania per rimandare qualche decina di migranti in Italia, poi comunque smentiti dal governo tedesco. Salvini aveva scritto su Facebook: «Se qualcuno, a Berlino o a Bruxelles, pensa di scaricare in Italia decine di immigrati con dei voli charter non autorizzati, sappia che non c’è e non ci sarà nessun aeroporto disponibile». In realtà, ha scritto Repubblica, i ritorni di “dublinati” dalla Germania vanno avanti da mesi: durante il governo Lega-M5S sono addirittura aumentati. Nel 2017 i ritorni di “dublinati” dalla Germania all’Italia sono stati 1.004, mentre nel 2018 sono già 2.281. In realtà le richieste di “riammissioni programmate” della Germania all’Italia sono molto superiori – 10.748 solo nel 2018 – e solo una parte del totale viene poi eseguita, circa un quinto: dipende in parte da difficoltà organizzative nel realizzare i ritorni e in parte dal fatto che molti “dublinati” non si fanno trovare dalle autorità tedesche che li cercano per rimandarli in Italia. I dati pubblicati da Repubblicamostrano inoltre che le richieste di “riammissioni programmate” sono aumentate negli ultimi mesi, pressoché in coincidenza con l’entrata in carica del governo M5S-Lega (solo per ottobre ne sono state programmate dalla Germania 2.014): il motivo potrebbero essere le imminenti elezioni in Baviera, dove l’Unione Cristiano-Sociale (CSU), il partito conservatore regionale storico alleato della CDU di Merkel, sta cercando di prendere le distanze dalle politiche filo-accoglienza del governo, per ragioni elettorali. Inoltre, ha scritto Repubblica, da quando Lega e M5S sono al governo, sono già atterrati in Italia tre voli charter, ciascuno con a bordo al massimo una trentina di “dublinati”: il primo il 7 giugno, proveniente da Francoforte, il secondo il 12 luglio, proveniente da Dusseldorf, e il terzo il 20 settembre, anch’esso proveniente da Francoforte. Per realizzare le “riammissioni programmate” il governo tedesco non ha bisogno di alcun trattato ad hoc con l’Italia, perché l’obbligo che i “dublinati” stiano nel paese di primo ingresso è previsto dagli accordi di Dublino, che da mesi l’Unione Europea sta cercando di riformare, senza successo. La Lega non ha partecipato a nessuna delle 22 riunioni che si sono tenute in commissione per la riforma degli accordi di Dublino, e a giugno il governo italiano aveva definito una «vittoria» la mancata riforma del trattato, provocando lo stupore di diversi osservatori ed esperti. C’è un’altra cosa da considerare: il fatto che lo scorso agosto la Germania abbia firmato accordi bilaterali con Grecia e Spagna per stabilizzare i ritorni dei “dublinati” non significa che l’intesa fosse obbligatoria per rendere effettive le espulsioni, ma solo che c’era la volontà politica da entrambe le parti di mettere nero su bianco le modalità e i numeri del processo. La Germania aveva avviato colloqui anche con l’Italia, senza però riuscire a trovare un accordo proprio per l’opposizione di Salvini. Quindi le possibilità sembrano essere due: o Salvini ha mentito, parlando di «voli charter non autorizzati» quando in realtà i dati dicono cose diverse, oppure per qualche ragione non era al corrente delle politiche adottate dal suo ministero sui ritorni dei “dublinati”. https://www.ilpost.it/2018/10/09/rimpatri-dublinati-esistono-matteo-salvini/ Ma come? Il capitano-papà??
  4. Conte scrive nella lettera di non aver mai avuto uno studio legale in comune con Alpa. Conte scrive nel curriculum di aver fondato uno studio legale in comune con Alpa.
  5. Si. Tutto parte da questo articolo di Repubblica Il resto dell'articolo è dietro paywall. Conte ha reagito con una lettera aperta a Repubblica, in cui appunto afferma di non aver mai lavorato con Alpa, al contrario di quanto lui stesso afferma nel suo curriculum. Sia la lettera che il curriculum sono facilmente reperibili.
  6. Magari finisse così. Finirà molto peggio.
  7. Di Maio: “Da gruppo Espresso fake news, perciò muore” «Per fortuna ci siamo vaccinati anni fa dalle bufale, dalle fake news dei giornali e si stanno vaccinando anche tanti altri cittadini tanto è vero che stanno morendo parecchi giornali tra cui quelli del gruppo l’Espresso che, mi dispiace per i lavoratori, stanno addirittura avviando dei processi di esuberi al loro interno perché nessuno li legge più perché ogni giorno passano il tempo ad alterare la realtà e non a raccontare la realtà». Lo dice Luigi Di Maio, ministro del Lavoro e vicepremier, in un video pubblicato su Facebook. http://www.lastampa.it/2018/10/06/italia/di-maio-da-gruppo-espresso-fake-news-perci-muore-2hp6Z6nhnoUuVGgNSBajgJ/pagina.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter A che punto siamo?
  8. Qual è il numero minimo di ripescati per il quale possiamo iniziare a chiamarli cialtroni?
  9. Stiamo parlando di un DEF che non c’è Il documento con le previsioni di spesa avrebbe dovuto essere inviato al Parlamento entro il 28 settembre, ma nessuno lo ha visto: e ora il governo sembra cambiare idea sul deficit (ANSA/GIUSEPPE LAMI) Il governo sembra avere intenzione di cambiare idea rispetto agli annunci della settimana scorsa sugli aumenti di spesa per i prossimi anni, pur mantenendo la promessa di tenere il deficit per il prossimo anno al 2,4 per cento. I tecnici del ministero dell’Economia, intanto, continuano a lavorare sulla Nota di aggiornamento al DEF, il documento in cui queste cifre dovrebbero essere messe per iscritto e che in teoria è stato approvato la settimana scorsa, ma di cui ancora non si conosce il testo, che proprio a causa delle incertezze e divisioni nel governo non è ancora stato pubblicato. – Leggi anche: Cosa succede ora con la manovra? Tra ieri e oggi, infatti, diversi esponenti del governo hanno detto che il deficit sarà abbassato a partire dal 2020. La parziale marcia indietro sarebbe stata decisa ieri pomeriggio in seguito alle pressioni dei mercati finanziari – la spesa in eccesso andrebbe finanziata proprio prendendo soldi in prestito dai mercati, a tassi di interesse crescenti – e a quelle del presidente della Repubblica. Proprio nel tardo pomeriggio di martedì sono cominciate a uscire le prime indiscrezioni su un futuro abbassamento del deficit. Visualizza l'immagine su Twitter Informazioni e privacy per gli annunci di Twitter Oggi è stato il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio a dire che il governo ha moderato i suoi obiettivi di spesa. Durante un incontro con la stampa alla Camera, Di Maio ha detto che il governo intende mantenere il deficit al 2,4 per cento solo per il 2019 e non anche per il 2020 e poi nel 2021. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che nel governo fa parte di chi difende una linea più prudente, ha confermato che a partire dal 2020 il deficit sarà in calo. «Le promesse saranno mantenute con forte gradualità», ha detto Tria. Anche se il ministro Tria era considerato molto indebolito dopo gli scontri della scorsa settimana, le sue dichiarazioni di oggi appaiono in linea con quelle di Di Maio, considerato il suo principale avversario interno al governo. Secondo i giornali, il governo sta pensando di portare il deficit al 2,2 per cento nel 2020 e al 2 per cento nel 2019. Prima dell’avvento del governo Conte, negli stessi anni per il deficit era previsto invece l’azzeramento. La situazione rimane comunque caotica, ed è possibile che ci siano ulteriori ripensamenti almeno fino a quando non sarà presentata ufficialmente la Nota di aggiornamento al DEF, il documento che contiene le previsioni di spesa e di crescita per i prossimi anni e che avrebbe dovuto essere inviato al Parlamento entro il 28 settembre. Il governo ha fornito spiegazioni generiche per giustificare questo ritardo, mentre secondo i giornali si sarebbe preoccupato per la reazione dei mercati e per quella del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Da giovedì scorso, quando il governo aveva annunciato di aver raggiunto un accordo sul deficit al 2,4 per cento, lo spread è infatti cresciuto di circa 50 punti, passando da 240 punti base a 290 e oltrepassando in più di un momento quota 300. Diversi giornali scrivono che né Di Maio né il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si aspettavano questa reazione – della quale hanno dato ufficialmente la colpa alle dichiarazioni dei commissari europei – e che le dichiarazioni di queste ultime ore sarebbero un modo per cercare di tranquillizzare gli investitori a cui l’Italia chiede soldi in prestito. Un altro problema indicato in questi giorni è l’opposizione del presidente della Repubblica rispetto all’idea di firmare una manovra troppo rischiosa. In più di un’occasione nel corso dell’ultima settimana Mattarella ha ricordato l’articolo 81 della Costituzione, che impone il pareggio di bilancio, e anche recentemente ha fatto riferimento alla necessità di mantenere i conti in ordine. Secondo La Stampa, Mattarella avrebbe addirittura detto a Conte in maniera esplicita che non avrebbe firmato una legge in cui il deficit per i prossimi tre anni fosse indicato al 2,4 per cento. Questa sua richiesta avrebbe portato direttamente alle dichiarazioni di oggi. https://www.ilpost.it/2018/10/03/manovra-def/
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