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CRAZEOLOGY

Arcangioli & Auricchio News

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Joined: 09-Feb-2012
816 messaggi

Questo è un topic incredibile. È tutto ciò che uno straniero dovrebbe leggere dell' Italia per capire in che bananopoli viviamo.

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Joined: 07-May-2009
2698 messaggi

La terra dei cachi.

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Joined: 20-Apr-2009
40693 messaggi
Inviato (modificato)

"Vittima" di De Magistris, ex giudice si toglie la vita

Era pg di Catanzaro, fu prosciolto dalle accuse ma non si è più ripreso. Si è fatto praticare la dolce morte a Basilea, forse fingendosi malato

http://www.tifosibianconeri.com/forum/topic/110558-arcangioli-auricchio-news/?p=13828619

11/07/2013
Non era malato l’ex pm che scelse
il suicidio assistito in Svizzera

L’autopsia rivela che Pietro D’Amico
non aveva quella incurabile patologia che gli era stata diagnosticata da alcuni medici

Nell’aprile scorso aveva scelto il suicidio assistito affidandosi a una clinica di Basilea, in Svizzera. Oggi però l’autopsia chiesta alla magistratura svizzera dalla figlia e dalla moglie del magistrato Pietro D’Amico, 62 anni, di Vibo Valentia, dal 1995 sostituto procuratore generale della Procura di Catanzaro, ha escluso perentoriamente l’esistenza di quella grave e incurabile patologia dichiarata da alcuni medici italiani e asseverata da alcuni medici svizzeri e che ha spinto il giudice a chiedere il suicidio assistito.

I nuovi e sofisticati esami di laboratorio sui reperti prelevati dal corpo del magistrato sono stati effettuati dall’Istituto di Medicina legale dell’Università di Basilea che ha eseguito gli esami alla presenza del perito di parte della figlia e della moglie del magistrato. L’errore scientifico che ha portato a conseguenze fatali potrebbe ora spingere la magistratura italiana e quella svizzera ad accertare se i sanitari italiani, autori dell’errata diagnosi, siano responsabili per errore medico dovuto ad imperizia, negligenza ed imprudenza.

Il legale della famiglia, l’avvocato Michele Roccisano, sostiene infatti che per accertare l’esistenza della patologia di specie, i medici «avrebbero dovuto sottoporre il paziente ad esami strumentali specifici prescritti dalla scienza medica, esami a cui il magistrato Pietro D’Amico non fu però mai sottoposto».

http://www.lastampa.it/2013/07/11/italia/cronache/non-era-malato-lex-pm-che-scelse-il-suicidio-assistito-in-svizzera-alNgCrRKtJ5aPUeWAyiPmO/pagina.html

Modificato da ClaudioGentile

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Joined: 07-May-2009
2698 messaggi

Nessuno ha scritto sinora che Auricchio è stato l'inquirente in farsopoli. Lo sappiamo noi e gli addetti ai lavori ma la stragrande maggioranza degli italiani non lo sa, o lo confonde con la provola.

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Joined: 24-Oct-2006
10652 messaggi

Ovviamente. Sennò altra gente mangia la foglia.

Idem per Arcangioli.

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Joined: 20-Apr-2009
40693 messaggi

Nessuno ha scritto sinora che Auricchio è stato l'inquirente in farsopoli. Lo sappiamo noi e gli addetti ai lavori ma la stragrande maggioranza degli italiani non lo sa, o lo confonde con la provola.

E' logico, perche' se no un santo di calciopoli quale lui, sarebbe in questo caso un farabutto e su calciopoli di conseguenza vi sarebbero delle "ombre" ;)

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Joined: 05-Dec-2009
3609 messaggi

Cmq tronchetto condannato a milano, dentimarci sul lastrico che vende a mr.tarocco, sono segnali che le protezioni dietro questi sporcaccioni che hanno svolto le "indagini" su farsopoli stanno venendo a mancare, ed i prossimi mesi potrebbero rivelarci delle belle sorprese, perché ormai di polvere sotto il tappeto non ce ne sta più.

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Joined: 08-Jul-2006
21011 messaggi

Cmq tronchetto condannato a milano, dentimarci sul lastrico che vende a mr.tarocco, sono segnali che le protezioni dietro questi sporcaccioni che hanno svolto le "indagini" su farsopoli stanno venendo a mancare, ed i prossimi mesi potrebbero rivelarci delle belle sorprese, perché ormai di polvere sotto il tappeto non ce ne sta più.

anch'io la penso come te

però c'è sempre un però............................

vediamo

la riva del fiume oramai è la mia casa

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Joined: 24-Oct-2006
10652 messaggi

Sicuramente ci sono alcuni piccoli segnali positivi, alcuni equilibri stanno cambiando, e alcuni blocchi di potere si stanno riassestando.

Era quello che molti di noi speravano fin dal 2006, quando sono nati questi topic di genere. La speranza era che alcune coperture saltassero e venisse fuori il marcio.

Ma la verità è che difficilmente questa gente farà la gabbia, e difficilmente riusciremo ad ottenere giustizia a tutto tondo.

Difficilmente avremo uno scandalo al contrario moltiplicato per due, come in effetti ci servirebbe, perché questa volta metà dell'Italia ce l'avremmo contro ugualmente. E' ovvio.

Sono fortemente pentito di aver combattuto questa battaglia, nel mio piccolo, ho perso solo tempo (tanto, troppo), soldi (abbastanza), energie psicofisiche (a camionate), ipotetiche occasioni di lavoro e carriera (per quanto piccola possa essere).

Ho imparato molto, moltissimo, questo sì, ma quello che ho imparato non mi serve quasi a nulla. Al momento almeno.

Era meglio chiudere col calcio e stop, ed egoisticamente parlando, vivere meglio la propria vita (che è solo una, per quanto brutta o difficile possa essere). Tanto il mondo non si cambia. E l'Italia meno che mai.

In tutto 'sto delirio, dalla nostra parte "ideologica" ci ha guadagnato solo AA, e vedremo per quanto tempo.

Bel co*****e sono stato. .oddio

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Joined: 08-Jul-2006
21011 messaggi

Sicuramente ci sono alcuni piccoli segnali positivi, alcuni equilibri stanno cambiando, e alcuni blocchi di potere si stanno riassestando.

Era quello che molti di noi speravano fin dal 2006, quando sono nati questi topic di genere. La speranza era che alcune coperture saltassero e venisse fuori il marcio.

Ma la verità è che difficilmente questa gente farà la gabbia, e difficilmente riusciremo ad ottenere giustizia a tutto tondo.

Difficilmente avremo uno scandalo al contrario moltiplicato per due, come in effetti ci servirebbe, perché questa volta metà dell'Italia ce l'avremmo contro ugualmente. E' ovvio.

Sono fortemente pentito di aver combattuto questa battaglia, nel mio piccolo, ho perso solo tempo (tanto, troppo), soldi (abbastanza), energie psicofisiche (a camionate), ipotetiche occasioni di lavoro e carriera (per quanto piccola possa essere).

Ho imparato molto, moltissimo, questo sì, ma quello che ho imparato non mi serve quasi a nulla. Al momento almeno.

Era meglio chiudere col calcio e stop, ed egoisticamente parlando, vivere meglio la propria vita (che è solo una, per quanto brutta o difficile possa essere). Tanto il mondo non si cambia. E l'Italia meno che mai.

In tutto 'sto delirio, dalla nostra parte "ideologica" ci ha guadagnato solo AA, e vedremo per quanto tempo.

Bel co*****e sono stato. .oddio

.quoto tutto fuorché il grasssetto

abbiamo fatto quel che volevamo in quel periodo

giudicare col senno di poi non ha senso

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Joined: 24-Oct-2006
10652 messaggi

Mettiamola così, abbiamo sicuramente fatto quello che volevamo e che sentivamo in quel momento storico, Io come tantissimi altri, ma col senno di poi possiamo dire che, perlomeno fino ad oggi, perlomeno per ciò che mi riguarda, non ne è valsa la pena perché abbiamo ottenuto tra il poco e il nulla.

Stare ancora qui è più un vizio che una necessità, ormai.

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Joined: 04-Jan-2007
35153 messaggi

attilio auricchio: la prova vivente che i criminali fanno carriera

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Joined: 20-Apr-2009
40693 messaggi
Inviato (modificato)

attilio auricchio: la prova vivente che i criminali fanno carriera

Delinquente Auricchio: Presente signor giudice, eccomi!

Inchiesta America's Cup, la Finanza sequestra di nuovo il computer di Auricchio

Sigilli anche ai documenti del capo di gabinetto del Comune di Napoli, dissequestrati nei giorni scorsi dal Riesame

La Guardia di Finanza ha nuovamente sequestrato il computer e i documenti del capo di gabinetto del Comune di Napoli, Attilio Auricchio, dissequestrati nei giorni scorsi dal Tribunale del Riesame.

I militari hanno notificato ad Auricchio un altro decreto emesso dai pm Graziella Arlomede e Marco Bottino, che fa riferimento alle accuse mosse al dirigente comunale: concorso in turbativa d'asta e abuso d'ufficio nell' ambito dell'inchiesta sulle due edizioni della Coppa America.

http://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/america_39_s_cup_auricchio_computer_sequestro/notizie/306356.shtml

Modificato da ClaudioGentile

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Joined: 10-Sep-2006
5137 messaggi

18 AGO 2013 19:49

IERI UN MITO, OGGI UN MITOMANE - NAPOLI CHE NON LO SOPPORTA PIU’, MEZZA GIUNTA E’ INDAGATA MA NON SI DIMETTE, E DE MAGISTRIS SI RICANDIDA

Una pattuglia di assessori sotto attacco per casi imbarazzanti di favori o parentopoli, e l'incubo del Forum universale delle Culture che, ad oggi non dispone di un programma. Eppure il narcisindaco vuole rimanere a Palazzo anche dal 2016 al 2021, per il secondo mandato…

Un Palazzo scosso da veleni interni e da una raffica di inchieste giudiziarie. Una pattuglia di assessori sotto attacco per casi imbarazzanti di favori o parentopoli, e l'incubo del Forum universale delle Culture che, dopo aver bruciato in passato persino l'entusiasmo di Roberto Vecchioni, deve debuttare tra un mese ma ad oggi non dispone né di un sito on line, né di un programma. Eppure lui, l'alfiere della fu rivoluzione arancione Luigi De Magistris, preferisce guardare (molto) oltre e pianificare, con netto anticipo, la più sedentaria delle missioni: rimanere a Palazzo anche dal 2016 al 2021, per il secondo mandato.

"Sì, mi intriga l'idea di ricandidarmi", annuncia, tre anni prima, il sindaco di una Napoli meno svuotata dal ferragosto, e in cui perfino il suo fiore all'occhiello, il cosiddetto "lungomare liberato", appare invaso da disordine e caos, preda di mille neon, di tavolini in plastica piazzati a dozzine tra asfalto ed erba (residua) delle aiuole, e venditori abusivi di ogni provenienza a ridosso delle decantate piste ciclabili. Una città che in parte gli ha già voltato le spalle dopo aver riposto speranze di radicale cambiamento nell'ex pm di punta che aveva chiuso la porta ai partiti e cavalcato il primo vento del grillismo.

Esternazioni, le sue, che sembrano l'ennesimo segno di un profondo isolamento. Il tentativo di rilanciare a dispetto di una progressiva perdita di compattezza amministrativa e di slancio politico. Un indebolimento su cui sono arrivate, come colpi di maglio, le inchieste che affondano nel cuore di Palazzo San Giacomo, spingendo il sindaco a uno scatto di nervi che è anche mezza nemesi per l'ex toga d'assalto: "Non mi faccio condizionare né dalla camorra, né dalla magistratura".

Finiscono indagati De Magistris (per la penosa situazione delle buche nelle strade), suo fratello Claudio (singolare sindaco-ombra, a titolo gratuito ospite del Palazzo), il fedelissimo capo di gabinetto Attilio Auricchio per la vicenda degli appalti di Coppa America, e ancora il vice Tommaso Sodano e l'assessore Pina Tommasielli per distinte vicende di presunti abusi.

E ora l'intenzione di andare al bis del mandato, confidata al Mattino, provoca sarcasmo anche nel centrosinistra. Esattamente come l'altra notizia: De Magistris ha deciso di "perdonare" - dice proprio così - e quindi di lasciare accanto a sé gli assessori Tommasielli e Sodano, che in giunta si ritenevano da mesi in bilico. La Tommasielli si sarebbe adoperata per annullare una serie di multe per 700 euro che gravavano su sua sorella e suo cognato;

Sodano, per aver affidato una consulenza sospetta ad una docente dell'università di Bergamo. Ma il sindaco non fa in tempo a "salvare" due colleghi che un altro dei suoi amministratori, l'assessore al Personale Franco Moxedano, a capo di una macchina comunale tra le più farraginose e pesanti d'Italia con quasi 9mila dipendenti, finisce al centro di accese polemiche per aver firmato con un blitz di ferragosto 28 nuove promozioni, tra le quali, quella di un cognato elevato al grado di dirigente. Persino alcuni consiglieri comunali solidali con De Magistris hanno deciso di uscire dalla maggioranza.

Un quadro che suscita giudizi severi: nell'opposizione dove siedono Pd e Sel insieme al Pdl, e tra esponenti dell'Idv, che sono ormai ai ferri corti con l'ex pm che fu vicino a Di Pietro. "Le esternazioni del sindaco appaiono ridicole, pensi a governare meglio", tuona il deputato Pd nonché segretario regionale Enzo Amendola. Per il senatore napoletano di Sel, Peppe De Cristofaro, "la ricandidatura di De Magistris è surreale. Così come la categoria del "perdono" agli assessori".

Commenti duri anche da parte dei gruppi che furono vicini a De Magistris ai tempi della bandana vincente. Era il primo giugno 2011: due anni e due mesi dopo, un'amministrazione gravata anche da un'eredità pesante e dai troppi tagli, deve aderire al decreto pre-dissesto che comporterà tasse elevate per i cittadini. La luna di miele lascia il posto a una delusione trasversale.

In mezzo, ci sono state: le defenestrazioni dei suoi uomini, una decina tra consulenti, dirigenti o superassessori, come Raphael Rossi o l'ex pm Giuseppe Narducci; le furibonde polemiche sulle Ztl, prima imposte dal sindaco senza dialogo con il territorio, poi in parte ritirate; le promesse di un nuovo stadio per Napoli, poi archiviate; le illusioni sulla differenziata al 70 per cento, ma è inchiodata sotto il 30. Né sono servite due edizioni di Coppa America. Ora tocca al Forum delle culture: l'ennesimo evento, ancora avvolto nella nebbia.

Modificato da totojuve

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Joined: 07-May-2009
2698 messaggi

fallimento totale, anche con lo stadio che ha avuto l'agibilità solo per grazia(eufemismo) ricevuta.

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Joined: 20-Apr-2009
40693 messaggi
Inviato (modificato)

Quando Borsellino fu assassinato, Falcone era morto da due mesi.
Come avvenne per i diari che Falcone teneva in cassaforte, anche la borsa di documenti di Borsellino spari’ all’arrivo dei carabinieri. I documenti di Borsellino contenevano indizi sull’omicidio di Falcone e, verosimilmente, in entrambi i plichi scomparsi si denunciavano connessioni inquietanti tra Stato e mafia. Curiosamente quella borsa scomparsa era stata donata a Borsellino proprio dai carabinieri.
Nel caso di Borsellino, il carabiniere che fece sparire la borsa non e’ ignoto, si chiama Giovanni Arcangioli, ed e’ lo stesso che coordino’ indagini e intercettazioni, aiutato da Aurelio Auricchio, gia’ denunciato per manipolazione di intercettazioni telefoniche. Entrambi sono uomini di fiducia del generale Mori, capo del Sisde. Possiamo non pensar male, ma il fratello del generale Mori dirige le attivita’ di sicurezza di Mediaset e il generale e’ in ottimi rapporti con Berlusconi.
Berlusconi ha usato sempre lo stesso sistema per depistare qualunque sospetto sulla sua inquietante persona: creare uno scandalo, attaccare i magistrati che si occupano delle inchieste, lanciare intimidazioni, costruire campagne di calunnie e diffamazioni. Finora, come si vede dal largo seguito che non e’ mai mancato, il sistema ha funzionato benissimo, il che prova, nei fatti, che almeno meta’ degli italiani sostiene per libera scelta la mafia e la peggiore criminalita’ di questo paese.
Mentre in qualsiasi stato democratico un’ombra anche leggera sul premier ufficiale desta la vivace reazione dell’opinione pubblica, che materialmente ne determina l’estinzione, costringendolo alle dimissioni per il peso dello scandalo, in Italia, democrazia infantile e imperfetta di soli 60 anni, nessuna pulsione democratica o etica scuote un popolo ignorante, amorale, abituato al peggio, immeschinito nelle proprie miserie e nei propri vili interessi e uccisore della democrazia.

http://masadaweb.org/2007/07/20/masada-n%C2%B0-505-20-7-2007-15-anni-fa-borsellino/

L'AGENDA PERSONALE DEL GIUDICE BORSELLINO MORTO NEL 1992 UCCISO DALLA MAFIA SPARISCE MISTERIOSAMENTE. VIENE INCOLPATO IL CARABINIERE ARCANGIOLI, CHE IN ALCUNE FOTO VIENE RITRATTO CON IN MANO LA VALIGETTA CONTENENTE L'AGENDA.

ARCANGIOLI, INSIEME AD AURICCHIO(CHE NEL PASSATO E' STATO ACCUSATO DI AVER MANIPOLATO DELLE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE), SONO I DUE CARABINIERI CHE TRASCRIVONO LE TELEFONATE DI MOGGI E DELLA PRESUNTA CUPOLA.

TELEFONATE CHE MOLTI ACCUSATI NON RICONOSCONO O CHE DICONO SIANO STATE MANOMESSE.

ECCO COME.

http://www.dossierinter.com/manipolazioni.html

DOSSIER
ARCANGIOLI&AURICCHIO

CHI SONO??

Allora...
la procura di Napoli come sappiamo è quella che forse processerà Moggi e Giraudo.
Nardice e Beatucci hanno preparato il cappio e vedremo se il Gup deciderà di fare questo pro-CESSO.
Bene.
I due Carabinieri che si sono occupati delle intercettazioni di Calciopoli si chiamano proprio come questo dossier.
Mica pè niente l'ho chiamato così...
Ora visto che è chiaro a molti che le telefonate sono modificate, alterate, aggiustate, tagliuzzate, ecc allora questi due signori che hanno combinato?
chi sono sti due?
chi li ha messi a fare quel lavoro?
Vabbè senza che mi dilungo oltre comincerò a mettere un pò di materiale oggi e nei prossimi giorni.
Buona lettura.

(chi ha altro materiale interessante aiuti pure eh!)


---------------------------

SU ARCANGIOLI E AURICCHIO

Il 19 luglio 1992 il giudice Borsellino veniva dilaniato da una bomba mafiosa con gli uomini della sua scorta. Un carabiniere, dopo qualche ora, si avvicinò ai resti dell'auto e raccolse la borsa del magistrato. Ora è indagato a Caltanissetta per avere trafugato l'agenda di Borsellino con gli appunti sull'omicidio Falcone e probabili spunti sulla trattativa tra Stato e mafia. Quel carabiniere è Giovanni ARCANGIOLI: è lui a coordinare le indagini ed avere istruito le intercettazioni.
Al suo fianco c’è Aurelio AURICCHIO. Anni fa venne accusato di avere manipolato intercettazioni telefoniche. Lui querelò per diffamazione chi lo accusava di taroccare le intercettazioni, ma i tribunali gli diedero torto. Gli investigatori (Arcangioli e Auricchio) che hanno lavorato alle intercettazioni sono uomini di assoluta fiducia del generale Mori, capo del Sisde. Il fratello del generale dirige le attività di “sicurezza” di MEDIASET (guarda un po’).
Per farvela più semplice.
La procura di Napoli chiede di fare delle intercettazioni sul mondo del calcio. Il SISDE guidato dal generale Mori, amico di Berlusconi (il fratello lavora in Mediaset) decide di affidare l’incarico ad Arcangioli e Auricchio (2 personaggi non propriamente trasparenti) che al termine delle intercettazioni decidono di passare il tutto alla procura di Napoli (avranno trascritto tutte le telefonate o come ha fatto già in passato Auricchio, alcune sono state manomesse?).
L’ex capo del governo sta applicando una delle sue tante strategie mediatiche: il giorno dopo le elezioni gridava al furto. Ora, grazie a questo finto scandalo continua a recitare la parte della vittima. Il destino di alcuni personaggi è segnato. Provate a sostituire il termine “Moggi” con “Fiorani” o Ricucci e capirete cosa potrà succedere. Iscrizione nel registro degli indagati, interrogatorio e….. Immaginavo che almeno in questa vicenda lo Stato schierasse servitori senza macchia. Così non è. Chiunque volesse verificare la veridicità delle mie tesi può controllare sugli archivi dell'Ansa. Una volta per destabilizzare il paese si facevano le stragi. Oggi, bastano gli scandali. L’intera vicenda, con buona pace dei puristi e mettendo fuori da ogni responsabilità i magistrati che applicano l’obbligatorietà dell’azione penale, è inquinata da attività di intelligence inconfessabili. In questo Paese tira un brutta aria.

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Posso aggiungere che i 2 carabinieri al termine delle indagini su calciopoli sono state trasferiti a dirigere delle scuole allievi.... insomma... tolti da incarichi operativi...

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La foto di questo Arcangioli con la valigetta in mano, in rete si trova facilmente.
E ironia della sorte, proprio dai filmati dei giornalisti dei tg di Rai e Mediaset si è avuta la prova contro questo caramba.
Ultima cosa.
Faccio notare che chi si è invece occupato delle intercettazioni del calcio per CONTO DI TELECOM si chiamava ADAMO B. ed è morto.
Dove?
A Napoli dove lavorava Arcangioli e dove verranno forse, processati Moggi & Giraudo.
O comunque Napoli è la procura in cui..... bla... bla... anche se Arcangioli è a Roma.

Comunque è solo una casualità.
Adamo B. è caduto perché è inciampato.

http://blog.libero.it/Topkapy/view.php?id=Topkapy&gg=070719&mm=0706

Modificato da ClaudioGentile

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:haha::haha::haha:

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Joined: 22-Aug-2006
3558 messaggi

Hai scelto il mezzo sbagliato per combattere questi fenomeni.

Qui in Italia può accadere un 2006 perché i retaggi culturali te lo consentono e, per quanto tutte queste persone possano sembrare stupide o furbe, sanno benissimo dove possono arrivare. In Italia oltre ai retaggi culturali che ci caratterizzano, si è aggiunto una maleducazione etica e civile disarmante, dove l'unica arma da usare è la stessa... la diffamazione da passare al popolo becero, nel quale mi ci metto. Queste due caratteristiche si sono perse nel tempo perché erano fondamentali e facente parti del popolo.

Ti capita di leggere qualcosa e di capire come questa cosa riesca a condizionarti anche solo temporaneamente? A me capita spesso e non sono una mente eccelsa. Ti costruiscono mentalmente un punto di vista basato sull'informazione altrui...

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Joined: 17-Apr-2007
27213 messaggi
Interessante intervista rilasciata dal procuratore di Prato prossimo alla pensione che parla della sconcertante situazione in cui manovrano alcune procure che qua da anni ormai abbiamo imparato a conoscere molto bene, situazioni che si trascinano da decenni e che peggiorano con l'andare del tempo
da leggere assolutamente
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/119247/rubriche/processo-ruby-e-giustizia-la-gogna-vista-dalla-magistratura.htm

La gogna vista dalla procura

A Prato c’è un procuratore da urlo (e di sinistra) che ha scelto di andare in pensione in anticipo per protestare contro gli scandali della giustizia. Intercettazioni, giornalisti, bignè. Chicche su Ruby. Storia di Piero Tony

di Claudio Cerasa | 18 Luglio 2014 ore 06:30

Prato. Le intercettazioni. Il processo mediatico. La gogna. La vergogna. La giustizia politicizzata. Le correnti. La custodia cautelare. Il bignè. Il Csm. Il governo. Il rapporto con i giornalisti. Le persecuzioni. I trattamenti speciali. I poteri dei magistrati. Il copia incolla dei giudici. E ovviamente il caso Ruby (con una vicenda). Ma prima di arrivare qui, prima di arrivare alla ciccia, al succo del discorso, bisogna partire dall’inizio. Dal perché. Dal motivo vero. Dalla ragione della scelta. Un magistrato di sinistra con trent’anni di esperienza che va in pensione con due anni di anticipo rispetto alla tabella di marcia per lanciare un messaggio, per dare un segno, per protestare contro una giustizia che troppe volte dimostra di essere ingiusta, che troppo spesso dimostra di essere eccessivamente politicizzata e che troppo spesso sembra essere incapace di autoriformarsi e di imboccare una giusta direzione. Siamo andati a Prato e abbiamo trovato una storia da urlo. Una storia che riguarda il procuratore capo di questa città e che mette insieme tutto. Il garantismo. Il processo. Le intercettazioni. I giornali. Il circo mediatico. Si comincia da qui, e Piero Tony, il protagonista di questa storia, lo dice tutto d’un fiato. Il perché. Il motivo vero.

Dice Piero Tony: “La verità è che non era più possibile, che non resistevo, che non potevo continuare, che era una situazione surreale, che vedevo troppe cose che non avrei voluto vedere e che tra stare ancora due anni qui, in mezzo a tutto questo, e andare invece via, facendo un po’ di chiasso, riprendendomi la mia vita e lanciando un messaggio, la seconda era l’unica cosa da fare. Nessun dubbio, l’unica. Perché in Italia, lo sanno anche i bambini, il processo non è più un semplice processo ma è una gogna, a volte una vergogna, e chi ha coscienza del suo lavoro sa come funziona, sa i giochi che si fanno con gli imputati e sa come si usano le intercettazioni, le carte, gli spifferi, le indagini, gli arresti. Beh, io dico no. E lo dico da sinistra. Lo dico da militante di una corrente di sinistra. Lo dico dopo aver girato mezza Italia. E lo dico dopo trent’anni di carriera. La giustizia, purtroppo, in Italia non sempre funziona come dovrebbe funzionare. Sarebbe bello, sarebbe un sogno, dire che è solo un problema di riforme, di scelte del governo, di leggi fatte e di leggi non fatte. C’è anche quello, sì, ma il problema è nostro, prima di tutto, e fino a quando non cambieremo noi non sarà possibile cambiare nulla”.

Lui si chiama Piero Tony, è nato a Zara il 3 giugno 1941, entra in magistratura nel 1969, a 28 anni diventa giudice istruttore a Milano, a trent’anni si iscrive a Magistratura democratica, per undici anni lavora a Venezia come giudice minorile, nel 1984 si è trasferito a Firenze e nel 1991 arriva alla procura generale del capoluogo toscano. Dove diventa famoso, dove, creando scandalo, comincia a teorizzare che il magistrato deve interessarsi più alla giustizia che all’accusa, e dove, durante il processo d’Appello per i delitti del mostro di Firenze, parlando dai banchi dell’accusa, finisce sulle prime pagine di tutti i giornali per via della sua requisitoria di cinque ore con cui smonta punto per punto la sentenza di primo grado emessa dalla Corte di Assise su Pietro Pacciani. Così: “Mi pesa chiedere ciò che mi appresto a chiedere di fronte a un imputato che concentra in sé, con o senza colpa, perché sicuramente non avrà scelto lui la culla in cui nascere, buona parte del peggio della natura umana. Perché violento e pericoloso, perché bugiardo, sordido, prevaricatore, spregevole, lubrico. Il verbale di dibattimento è costituito da ottanta fascicoli, però di polpa non ce n’è poi tanta”. Era il 1996, anni dopo Pacciani venne assolto, passano i mesi, gli anni, Piero Tony nel 2006 arriva a Prato e otto anni dopo, con due anni di anticipo rispetto al previsto, decide di farsi da parte. Di dare un segnale. E smetterla di avere a che fare con una giustizia ingiusta.

La notizia del pensionamento anticipato di Piero Tony la offre in anteprima un giornale locale, il Tirreno, due settimane fa, e tra un detto e un non detto si capisce che il procuratore di Prato è un tipo che non aspetta altro di parlare, di spiegare, di raccontare, di ragionare. E’ così? Contattiamo Tony via email. Gli chiediamo un incontro. Il procuratore ci pensa qualche giorno e alla fine decide di riceverci. A Prato, in Toscana, venti minuti di treno da Firenze. Un vecchio palazzone a un chilometro e mezzo dalla stazione. Molti pini marittimi. Molti faldoni accatastati. Molti funzionari con pantaloncino corto, calzino bianco tirato su fino al ginocchio, camicie a quadri con le maniche arrotolate. Lunghi silenzi. Rumori di porte schiaffeggiate dal vento. Piero Tony è qui, al terzo piano della procura, al suo penultimo giorno di lavoro, e ha voglia di parlare. Di giustizia. Di intercettazioni. Di governo. Di riforme. Di processo. Di correnti. Di politica. E di un dettaglio importante che riguarda un’inchiesta pesante: Ruby. Il procuratore ci fa accomodare nel suo studio, tra una bustona ripiena di libri, una scatola con molti ricordi, un paio di faldoni con inchieste da definire, e accetta di rispondere alle nostre provocazioni. Lo guardi, lo studi, lo ascolti e capisci che nelle parole di Piero Tony c’è la voce di tutti quei magistrati che in tutti questi anni hanno osservato con frustrazione la trasformazione dei processi che regolano la giustizia italiana. I diritti della difesa calpestati, l’esplosione della gogna mediatica, la violazione sistematica della privacy, i mostruosi poteri concessi all’accusa, la progressiva politicizzazione delle procure. Piero Tony fissa negli occhi l’interlocutore, si dondola sulla sedia e inizia a parlare. Si comincia da qui.

Prendiamo appunti.

“Vede, non so come dire, io faccio questo mestiere da molti anni, ho lavorato nelle procure più importanti d’Italia, con i poliziotti più importanti d’Italia, con i magistrati più importanti d’Italia e già negli anni Settanta mi ero accorto che c’era qualcosa che non funzionava. Qualcosa di distorto, per certi versi inevitabile, che riguarda il tema della custodia cautelare. La verità è questa: è dagli anni Settanta che i magistrati vivono con il cautelare, lo usano in modo discrezionale, con molti eccessi, e lo usano come se fosse un modo per determinare la certezza della pena. Il ragionamento è logico: non so come andrà a finire questo processo ma per far sì che il mio indagato possa avere una punizione intanto lo metto dentro. Non è sempre così, ovvio, ma la storia ci insegna che questo metodo è andato a peggiorare nel corso del tempo con l’affermazione di quello che potrei definire senza problemi il processo mediatico. E oggi, quando si parla di processo passato in giudicato, si intende sostanzialmente questo: una misura cautelare amplificata dal processo portato avanti dalla stampa. Il giudicato, anche grazie al fatto che ci sono spesso magistrati che portano avanti processi che sanno già in partenza che cadranno in prescrizione, coincide ormai con la pena generata dalla gogna mediatica. Ed essendo diventato il processo mediatico una costola del processo tradizionale è ovvio che esistano molti magistrati che giocano spesso con gli amici giornalisti per amplificare gli effetti generati dal processo”.
Il magistrato riprende fiato, tira fuori da un cassetto il suo codice di Procedura penale, sfoglia rapidamente alcune pagine, arriva all’articolo numero 358 e improvvisamente, quasi colto da un lampo, ce lo legge – vedremo perché. Articolo numero 358, Titolo V, Attività di indagine del pubblico ministero. “Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell’articolo 358 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini”. Dice Tony: “Lei ha presente Karl Popper?”. Più o meno. Bene. Popper diceva che qualsiasi teoria, per essere scientifica, deve essere falsificabile. Il che significa che dalle sue premesse di base devono poter essere deducibili le condizioni di un esperimento che la possa dimostrare integralmente falsa alla prova dei fatti. Il magistrato, secondo me, dovrebbe comportarsi allo stesso modo.

Dovrebbe raccogliere non solo il materiale utile a dimostrare una tesi, la sua tesi, ma anche quello utile a dimostrare il contrario. Non lo dice Piero Tony lo dice il codice di procedura penale. E invece no. Troppo spesso si va avanti a forza di gomitate, di forzature, e spesso succede che un magistrato si innamori così tanto del suo teorema da non voler accorgersi di tutti gli elementi che quel teorema lo contraddicono. E da questo punto di vista le intercettazioni, il modo in cui sono state utilizzate in questi anni, il modo in cui sono diventate un ingrediente importante del processo mediatico, hanno svolto un ruolo chiave nel rafforzare i teoremi dei magistrati, facendogli perdere qualche volta contatto con la realtà”. Piero Tony fa qualche esempio. “L’eccessiva disinvoltura con cui vengono inserite le intercettazioni nei fascicoli è spesso l’indice di una difficoltà con cui gli inquirenti gestiscono un’indagine. Esistono naturalmente casi in cui le intercettazioni costituiscono un elemento imprescindibile di un’indagine ma esistono anche casi in cui le intercettazioni vengono utilizzate in eccesso per ragioni mi verrebbe da dire di pigrizia. Come un surrogato di altre tecniche, di altre modalità investigative. Penso agli appostamenti, per dire, ma si potrebbero fare decine di altri esempi. Ciò che in questi anni mi ha stupito in maniera negativa, e che per fortuna nella mia procura non si è mai verificato, è il modo francamente assurdo con cui agiscono alcuni giudici e alcuni magistrati. E’ il metodo copia-incolla. Tu ricevi dodicimila pagine di intercettazioni, le inserisci nella richiesta di custodia cautelare, poi te le ritrovi nell’ordinanza del gip e anche se alcune intercettazioni non hanno alcun rilievo penale hai la certezza che grazie al metodo copia-incolla rimarrà tutto lì. A ingrossare il fascicolo e a regalare qualche ottimo bignè ai giornalisti”. Slurp. “Sento dire spesso ai vari governi che si sono alternati in questi anni che servirebbe un’udienza filtro per scegliere insieme con le parti le intercettazioni che andrebbero utilizzate e quelle che invece non andrebbero selezionate, e mi viene da sorridere: perché l’udienza filtro, che in realtà si chiama udienza stralcio, esiste già oggi, è prevista dal codice di Procedura penale, servirebbe a tutelare le persone terze non indagate e a salvaguardare la privacy degli indagati. Il problema è che nessuno rispetta questa regola e tutti fanno più o meno come diavolo gli pare. Eppure – dice Piero Tony mostrando al cronista un foglio di carta – basterebbe così poco e basterebbe solo volerlo”.

Il foglio di carta in formato A4 poggiato in mezzo ad alcune scartoffie accatastate lungo i bordi del tavolo dello studio del procuratore capo è il regolamento interno, o meglio, “il progetto organizzativo”, presentato ai colleghi da Piero Tony pochi giorni dopo il suo arrivo a Prato. Tony ci mostra un punto. E’ il numero tredici, comma cinque: “Il risultato delle intercettazioni telefoniche e ambientali deve essere utilizzato in ogni atto processuale compresa la richiesta di misure cautelari, al fine di tutelare la privacy sia delle persone estranee che degli stessi indagati, con la mera indicazione delle fonti intercettate nonché del sintetico contenuto di quel risultato, quest’ultimo nelle sole parti conferenti alle indagini ed evitando quanto possibile ogni inserimento testuale delle relative trascrizioni”. Basterebbe poco, dice Piero Tony, eppure molte procure vivono in un regime di dubbia legalità. Dovrebbero inserire nei fascicoli solo i riassunti ma in realtà inseriscono tutto quello che non dovrebbero inserire. Effetto bignè. Chiede il cronista: ma questa grande discrezionalità di cui possono godere gli inquirenti sommata all’estrema politicizzazione della magistratura non rischia di creare un mix pericoloso per il sistema giudiziario? Tony ci offre un altro sorriso e prosegue il suo ragionamento.

“Bisogna riconoscere che negli anni ai magistrati sono stati assegnati diversi strumenti con i quali hanno avuto la possibilità di operare con grande discrezionalità. Non penso solo alle intercettazioni – perché è ovvio che un magistrato o un giudice che non ama particolarmente un indagato o un imputato sarà più portato a inserire nel fascicolo molti di quei bignè che non hanno alcun rilievo penale ma che piacendo molto ai giornalisti rappresentano oggettivamente un supporto necessario per portare avanti un processo – ma penso anche a strumenti e a tipologie di reati discutibili come per esempio il concorso esterno (tipologia di reato che non esiste nella legge, che è di fatto una creazione giurisprudenziale, che è stata più volte contestata dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione, e che da trent’anni avrebbe bisogno quantomeno di un intervento legislativo). L’Italia è ricca di tipologie di reato che permettono di inquadrare un reato senza che sia necessario portare grandi prove provate. E’ così, c’è poco da fare, e per quanto mi riguarda posso dire che la mancanza di tipicità nella giustizia è davvero parente stretta di mancanza di legalità. Il libero convincimento del giudice – prosegue – è un principio sacrosanto ma per convincere il giudice servono fatti, non chiacchiere o motivazioni apparenti”. Pausa. “Anche la storia dell’obbligatorietà dell’azione penale è una simpatica barzelletta, un giochino da salotto. Ci sono delle scelte prioritarie. La macchina giustizia non riesce ad affrontare milioni di processi. Deve sempre scegliere, in teoria, quali dovrebbe consegnare alla prescrizione e quali invece no. L’obbligatorietà non esiste. Il magistrato, in un modo o in un altro, sceglie sempre di privilegiare una cosa rispetto all’altra. Non c’è un meccanismo automatico che costringe un pm a portare avanti un’indagine se riceve una denuncia o una querela. C’è sempre una discrezionalità. Da un certo punto di vista ci deve essere. Perché bisogna approfondire e bisogna valutare se si tratta di una cazzata o di una cosa seria. L’obbligatorietà dell’azione penale è diventata una favola. E purtroppo, quando un magistrato è politicizzato, può utilizzare questo strumento anche in maniera anomala. Discutibile, diciamo”.

E la politica? Piero Tony si illumina, poggia le mani sul tavolo come a voler fare stretching con le braccia, si prepara, si carica, e parte in quarta. “E’ una tautologia dire che la magistratura sia politicizzata. Non si tratta di un’opinione ma si tratta di un dato di fatto. Esistono le correnti. Esistono i magistrati che professano in tutti i modi il loro credo politico. Esistono grandi istituzioni, come il Csm, dove si fa carriera soprattutto per meriti politici. E francamente non riesco a criticare fino in fondo chi sostiene che con una magistratura politicizzata ci sia sempre il rischio che le sentenze abbiano una venatura politica. Per questo, e lo dico da associato, da uno che paga da più di trent’anni la sua quota annuale a Md, dico che le correnti, per la magistratura, tendono a essere un male. Un dramma. E in tutto questo noto un elemento di grande contraddizione. Viene quasi da sorridere. Per quale ragione un magistrato non può essere iscritto a un partito e può invece far parte di un prodotto del pantografo, ovvero di una corrente, che di fatto è configurata come un partito? Perché ci prendiamo in giro così?”.

Osiamo: il ragionamento vale anche per Berlusconi? Piero Tony si fa più serio, si ferma un attimo, cerca le giuste parole da utilizzare, le trova, si fa prudente, ma non rinuncia a dire quello che pensa. “Non entro nel merito dei processi, non ho titolo per farlo, ma posso dire senza paura di essere smentito che se Berlusconi non fosse entrato in politica non avrebbe ricevuto tutte le attenzioni giudiziarie che ha ricevuto. E anche sul processo Ruby, che in linea teorica dovrebbe essere un ordinario processo di concussione e prostituzione minorile, è evidente che l’ex presidente del Consiglio ha avuto un trattamento speciale”. Un trattamento speciale, già. Il caso vuole che a Prato, proprio a Prato, uno dei vice di Piero Tony sia Antonio Sangermano, pubblico ministero che ha fatto a lungo parte del pool di magistrati che hanno seguìto da Milano il caso Ruby. E proprio su Sangermano, a Prato, i cronisti di cronaca giudiziaria raccontano un episodio clamoroso. L’episodio riguarda una richiesta particolare arrivata dal Csm e dalla procura di Milano (da Bruti Liberati) per far sì che il dottor Sangermano, nonostante la sua nuova collocazione a Prato, potesse essere ancora utilizzato dalla procura di Milano per seguire il caso Ruby. In giuridichese: “Applicazione extradistrettuale alla procura della Repubblica presso il tribunale di Milano”. Era il dicembre 2011. Il procuratore capo di Prato conferma che quella storia è vera e che quel giorno rispose così: “Gentile procuratore generale. Mi consenta di rilevare che l’impegno del dottor Sangermano nel ‘delicato processo a Milano’ non appare nemmeno paragonabile all’impegno quotidiano dei magistrati di questo ufficio anche a voler considerare tutto quanto si è appreso dai mass-media e si è commentato nelle sedi le più varie. Al di là del possibile riverbero politico – che non compete alla magistratura – e giudiziario sulla persona dell’ex presidente del Consiglio dei ministri pare trattarsi, invero, di mere violazioni alla Legge Merlin da parte di sole tre persone, violazioni in quanto tali di non eccezionale gravità e peso in relazione sia alle pene edittali sia alle aspettative delle parti lese sia alle esigenze dell’istruttoria dibattimentale così come prevedibile”. Il riverbero politico “non compete alla magistratura”. Proprio così. Piero Tony – nonostante la sua richiesta non sia andata a buon fine – lo dice con naturalezza, lo dice da sinistra, lo dice da magistrato, lo dice da garantista e lo dice con libertà. Con lo sguardo e con la voce di tutti quei magistrati e di tutte quelle persone di buon senso che in tutti questi anni hanno osservato con frustrazione la trasformazione della giustizia italiana.

© FOGLIO QUOTIDIANO

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Joined: 10-Sep-2006
5137 messaggi

L'intervista mi sembra ripetere certe dinamiche processuali che noi, su questo forum, abbiamo ampiamente discusso nella nostra farsopoli.

In particolare, mi piace ricordare il passaggio:

Articolo numero 358, Titolo V, Attività di indagine del pubblico ministero. “Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell’articolo 358 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini”.

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Joined: 18-Dec-2006
117 messaggi

Non ci sta facendo una bella figura l'Arma dei Carabinieri nel processo a Palermo: personalmente, non ho molti dubbi.

Non mi risulta troppo difficile decidere se credere a Mori o a Riccio.

Ma al di là di ciò che possa pensare io, che conta zero, ancora una volta emergono scenari dislocati in zone d'ombra, ancora una volta emerge la notte fonda che avvolge la nostra democrazia.

Speriamo un giorno di vedere l'alba ...

 

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Joined: 08-Jul-2006
21011 messaggi

Non ci sta facendo una bella figura l'Arma dei Carabinieri nel processo a Palermo: personalmente, non ho molti dubbi.

Non mi risulta troppo difficile decidere se credere a Mori o a Riccio.

Ma al di là di ciò che possa pensare io, che conta zero, ancora una volta emergono scenari dislocati in zone d'ombra, ancora una volta emerge la notte fonda che avvolge la nostra democrazia.

Speriamo un giorno di vedere l'alba ...

si la vita e' tutt'un quiz

e noi giochiamo

e rigiocchiamo

perche' noi non ci arrendiamo

fino a quando non vinciamo

si la vita e' tutt'un quiz

e se indovini

quante emozioni

perche' e' col quiz

che ci danno i milioni

eviva le televisioni

aspetta e spera

che poi s'avvera

teniamo alta

la nostra bandiera

così compatti

verso i premi marceremo

e dalle e dalle

poi che vinceremo

aspetta e spera

che poi s'avvera

che la nottata

non e' così nera

siam tutti quanti

felici e contenti

noi siamo un popolo

di concorenti

e alla conquista

del quiz partiremo

bisogna vincere

e vinceremo

notte italiana

c'e' una luce blu'

e' in ogni casa

che brilla la tivvu'

e tutti intorno

seduti a guardare

davanti a questo focolare

il padre al figlio dice

senti un po'

solo un consiglio

io ti do'

tu nella vita

comandi fino a quando

ci hai stretto in mano

il tuo telecomando

si la vita e' tutt'un quiz

e noi sognamo

fantastichiamo

e'col quiz

che risolviamo

i problemi che abbiamo

si la vita e' tutt'un quiz

grandi occasioni

grandi emozioni

perche' col quiz

che ci danno i milioni

eviva le televisioni

perche' col quiz che ci danno i

milioni

eviva le televisioni

za za

 

 

 

scusa niente di personale ma è stato ......un raptus ....più forte di me

sarà l'età le traversie il 2006 non so

 

ma ................................... La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle. (CIT non ricordo di chi ma mi rimase impressa )

tu le hai e ti invidio perchè io l'ho persa

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Joined: 18-Dec-2006
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si la vita e' tutt'un quiz

e noi giochiamo

e rigiocchiamo

perche' noi non ci arrendiamo

fino a quando non vinciamo

si la vita e' tutt'un quiz

e se indovini

quante emozioni

perche' e' col quiz

che ci danno i milioni

eviva le televisioni

aspetta e spera

che poi s'avvera

teniamo alta

la nostra bandiera

così compatti

verso i premi marceremo

e dalle e dalle

poi che vinceremo

aspetta e spera

che poi s'avvera

che la nottata

non e' così nera

siam tutti quanti

felici e contenti

noi siamo un popolo

di concorenti

e alla conquista

del quiz partiremo

bisogna vincere

e vinceremo

notte italiana

c'e' una luce blu'

e' in ogni casa

che brilla la tivvu'

e tutti intorno

seduti a guardare

davanti a questo focolare

il padre al figlio dice

senti un po'

solo un consiglio

io ti do'

tu nella vita

comandi fino a quando

ci hai stretto in mano

il tuo telecomando

si la vita e' tutt'un quiz

e noi sognamo

fantastichiamo

e'col quiz

che risolviamo

i problemi che abbiamo

si la vita e' tutt'un quiz

grandi occasioni

grandi emozioni

perche' col quiz

che ci danno i milioni

eviva le televisioni

perche' col quiz che ci danno i

milioni

eviva le televisioni

za za

 

 

 

scusa niente di personale ma è stato ......un raptus ....più forte di me

sarà l'età le traversie il 2006 non so

 

ma ................................... La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle. (CIT non ricordo di chi ma mi rimase impressa )

tu le hai e ti invidio perchè io l'ho persa

Un popolo senza speranza più    :,( 

disperato al punto da barattare con un tozzo di pane virtù quali logica, coerenza, onestà intellettuale.

Che quindi si accontenta di assistere a spettacolini circensi, tra l'altro pure molto mal riusciti, nel mentre che sazia i propri istinti e la propria fame con quel tozzo di pane.

 

.dridri

 

e allora amore mio ti amo 

che bella sei 

vali per sei 

ci giurerei 

ma è meglio lei 

che bella sei 

che bella lei 

vale per sei 

ci giurerei 

sei meglio tu 

che bella sei 

 

.dridri

 

  :esultanza4:  .max

 

 

P.S. niente di personale neppure in questo caso ...

 

 

Ognuno prosegua sulla propria strada, quella che ha scelto di percorrere.

Buona domenica a tutti.

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Joined: 10-Sep-2006
5137 messaggi

"fin che la barca va, lasciala andare

fin che la barca va, tu non remare

fin che la barca va, stai a guardare;

quando l'amore viene il campanello suonerà;

quando l'amore viene il campanello suonerà" (Pace, Panzeri, Pilat)

 

 

Anch'io nulla di personale. Figurati

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