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Shaka

Diritti tv serie A 2015-2018

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Joined: 15-Feb-2008
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come no? quelle due partite le faranno di sabato alle 15 stando all'articolo

e poi rimangono le ultime? che senso avrebbe

-- Inviato con Tapatalk --

Io ho letto altrove che ci saranno degli esperimenti per essere per sempre dalla prossima stagione.

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Joined: 14-May-2007
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No,pero discorso che fa thoir non é una cazzata..basta vedere cosa hanno messo in atto in india che anche un empoli-cagliari per loro é real-barca.

m*****a empoli cagliari manco ai pachistani la rifili :|

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Joined: 15-Feb-2008
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m*****a empoli cagliari manco ai pachistani la rifili :|

Alcuni hanno la testa dura.. .asd

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Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi
Pallotta e Agnelli alleati nella partita dei diritti tv

E qualcosa sta cambiando...

di ALESSANDRO CATAPANO (GASPORT 19-10-2014)

Un miliardo e 220 milioni di euro. Tanto frutteranno ai club di A i diritti tv nel triennio 2015-18. Il 20% in più della cifra incassata per il triennio precedente. Un risultato — eccezionale, se inserito nel contesto di crisi economica del Paese e di perdita di appeal del calcio italiano — a cui si arriverà grazie alle fette ancora invendute: la Coppa Italia, la Supercoppa, le immagini in chiaro, gli highlights e innanzitutto i diritti esteri del prossimo triennio, che domani saranno assegnati alla M&P Silva per circa 560 milioni, 186 e spiccioli a stagione. Molti più dei 117 sanciti dall’intesa precedente, più del doppio dei 90 che valevano nel 2010. Insomma, un tesoretto prezioso in virtù del quale anche i club che si oppongono al governo della Lega di Serie A hanno accettato di digerire l’ennesima affermazione del duopolio Infront-M&P.

Tanto più che questo sensibile aumento del valore dei diritti internazionali, nelle intenzioni delle società che guidano l’opposizione, Roma e Juventus, deve essere solo il primo passo di una politica che dopo la sconfitta subita in Figc punti a cambiare uomini, alleanze, strategie del governo del calcio. Non sarà facile, visto che i 1.220 milioni garantiti alle società consentono a Infront & co. di prolungare automaticamente per un altro triennio il contratto con la Lega di A. Significa che continueranno ad arbitrare la partita che tiene in vita il calcio italiano fino al 2021, sempre al prezzo di commissioni altissime. Tanto per rendervi l’idea, nel triennio 2015-18 Infront incasserà per la sua consulenza 160 milioni, circa 53 a stagione, più di quanto la Fiorentina ricava dai diritti tv. E un’enormità rispetto ai 9 che la Premier tira fuori per i suoi diritti, che però valgono il triplo di quelli italiani. Roma e Juventus lo sanno e anche per questo, seppure profondamente rivali sul campo, continueranno a occupare gli stessi banchi in Lega (e questo spiega anche perché Pallotta abbia cercato di smussare i toni dopo il match di Torino). Giallorossi e bianconeri si definiscono le «forze del cambiamento» e per molti addetti ai lavori li distingue solo l’«intensità» con cui lo cercano: più aggressiva la Roma, più timida la Juve, soprattutto quando si discute di diritti tv. Non è un caso che nell’ultima partita per i diritti esteri siano stati più gli uomini di Pallotta a lavorare per costringere la M&P ad alzare l’offerta. Decisivo il coinvolgimento della Img, un vero competitor che minacciava di fare sul serio. E determinante, nelle strategie giallorosse, è stato anche fare ottenere alla Lega di A un diritto di veto sul broadcaster scelto da M&P (probabile sia ancora beIN Sport) che piazzerà le immagini della A in Usa, Canada e Indonesia. Se non le garantirà sufficiente visibilità, la Lega potrà ricusarlo. Un altro passetto verso il cambiamento?

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Joined: 19-Mar-2008
50323 messaggi

Ma accorpare i topic no? .asd

Vabbè riporto:

Diritti tv: a Mp & Silva il pacchetto per l'estero con 186 milioni all'anno (+60% rispetto al precedente contratto)

21 ottobre 2014 - 07:39

La Lega di serie A ha assegnato ieri in 45 minuti e all'unanimità il contratto per la vendita all'estero dei diritti tv. Una decisione lampo, considerando la litigiosità dei club della massima serie, giustificata dall'entità dellaumento rispetto al precedente accordo (+60%) e alla distanza tra le offerte pervenute. A vincere lasta per i diritti internazionali per il triennio 2015/18 è stata Mp & Silva che già detiene lattuale pacchetto tv per lestero della Serie A.

Rispetto al precedente contratto che assegnava alla Lega 117 milioni allanno di media, la società di Riccardo Silva garantirà ora complessivi 557 milioni (172 milioni il primo anno, 185 il secondo e 200 il terzo) per una media stagionale di 185,6 milioni. Le altre offerte sono state depositate da Img (per una media di 140 milioni) e da B4 (127 milioni il primo anno, 136 il secondo e 145 milioni il terzo, per una media di 136 milioni).

Con la cessione dei diritti tv per l'estero, il bando 2015/18 curato dalladvisor della Lega Infront Italy guidata da Marco Bogarelli ha permesso alle 20 squadre di Serie di A di aumentare i ricavi dei diritti tv di quasi il 20 per cento. Questestate la Lega ha ottenuto infatti da Sky e Mediaset 945 milioni a stagione per i diritti nazionali. Se si aggiungono appunto quelli esteri si arriva a quota 1.131 milioni a cui andranno sommati ancora gli introiti delle future gare relative a Coppa Italia e Supercoppa (che vale circa 25 milioni) e ai programmi in chiaro (20/25 milioni). Un successo, considerando la contrazione del ciclo economico e la perdita di appeal del campionato tricolore.

«Il mio auspicio sottolinea Silva è che questa assegnazione possa contribuire a rasserenare il clima della Lega e ad incentivare la coesione fra i club. La serie A venduta da sola vale allestero oggi molto meno degli altri tornei di prima fascia. Tuttavia noi la inseriremo in pacchetti più ampi con le altre competizioni di cui deteniamo i diritti in modo da proporre ai broadcaster di tutto il mondo praticamente un intero palinsesto. Questa modalità di vendita assemblata ci consente di valorizzare al massimo i nostri asset». MP & Silva, ha oltre 20 sedi nel mondo, ha superato i 650 milioni di dollari di fatturato annuo (i principali azionisti sono Silva e Andrea Radrizzani) ed è oggi la società di diritti televisivi che cresce più rapidamente distribuendo i diritti tv di 67 manifestazioni tra cui Fifa, Nba, Premier League inglese, Ligue 1 francese, Formula 1, il tennis del Grande Slam.

Il dossier diritti tv esteri passa ora al vaglio dellAntitrust che ha 45 giorni di tempo per esprimersi.

Marco Bellinazzo

http://marcobellinaz...ente-contratto/

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Joined: 19-Mar-2008
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Non capisco perchè questo topic debba essere in questa sezione che non legge nessuno.

Dopotutto rigurdano i nostri ricavi futuri, andrebbe spostato nel topic principale.

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Joined: 13-Jan-2010
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A proposito si sa niente sulla champions dell anno prossimo? Sky non ha trovato nessun modo per trasmetterla? Non mi dite che dovrò comprare *****aset premium

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Joined: 01-Jun-2005
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A proposito si sa niente sulla champions dell anno prossimo? Sky non ha trovato nessun modo per trasmetterla? Non mi dite che dovrò comprare *****aset premium

Prima di settembre 2015 non si saprà nulla, mediaset cercherà di tenere duro fino all'ultimo (giustamente) .asd

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Joined: 15-Feb-2008
22477 messaggi

Non capisco perchè questo topic debba essere in questa sezione che non legge nessuno.

Dopotutto rigurdano i nostri ricavi futuri, andrebbe spostato nel topic principale.

Allora apri un topic specifico solo su quanto possa guadagnare la Juventus e non una cosa in generale.

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Joined: 21-Aug-2011
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Giovanni Capuano @capuanogio · 3 h 3 ore fa

I 186 milioni di euro dai diritti esteri mettono la #serieA al livello della #Liga (177) e davanti a #Bundesliga (70) e #Ligue1 (saranno 80).

:|

Le spettacolari partite della Serie A :261:

Chi l'avrebbe detto .asd

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Joined: 11-Dec-2008
4120 messaggi

Le spettacolari partite della Serie A :261:

Chi l'avrebbe detto .asd

beh a parte gli scherzi Juventus e Milan hanno occupato (per come la penso io) il periodo più spettacolare del calcio cioè quello che va dal 1990 fino al 1999 e il calcio italiano penso che viva di rendita ancora perchè si vedono quegli anni con molta nostalgia. Su tutti ad esempio il casino che hanno fatto in Giappone quando è andato Schillaci con la Juventus delle glorie passate.

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Joined: 14-Jun-2008
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La Cina si compra i diritti della serie A

Infront, la società che gestisce un miliardo di euro l’anno, sta per essere acquistata da Wang Jianlin

Resta Bogarelli Alla guida della società resterà Bogarelli, l’interlocutore privilegiato della Lega

di MASSIMO SIDERI (CORSERA 28-01-2015)

Il gruppo di real estate Dalian Wanda ha iniziato negli ultimi anni un’ampia diversificazione degna di Carlo V che non vedeva mai tramontare il sole sul proprio regno: ha acquistato Amc, la più grande catena di cinema negli Usa e vuole sfidare la Disney sui parchi giochi a tema. Il proprietario, Wang Jianlin, ex militare dell’Esercito popolare di liberazione, è il secondo uomo più ricco della Cina

I diritti tv della serie A diventano cinesi: la svizzera Bridgepoint venderà Infront al gruppo Dalian Wanda, il cui titolare è Wang Jianlin, il più grande proprietario di sale cinematografiche al mondo.

Chi lo avrebbe mai detto! Dopo pezzi gloriosi dell’industria italiana e brand del made in Italy perfino i diritti tv della serie A, quelli su cui negli ultimi due anni si sono scannati club e broadcaster in un gran polverone, diventano cinesi, sì: ci-ne-si. Non è un errore, anche se la domanda viene spontanea: che c’entrano i cinesi con l’amato pallone nazionale? La trattativa — segretissima — è in corso, ma il perfezionamento dell’operazione con cui la svizzera Bridgepoint venderà Infront al gruppo di Pechino Dalian Wanda è atteso in questi giorni. Mancano le virgole. I punti ci sono già. L’impero di Marco Bogarelli che con il suo sistema gestisce ogni anno tra polemiche e grandi estimatori un miliardo circa di diritti tv del pallone cambierà dunque longitudine. Il «Boga», com’è chiamato nel settore un po’ da tutti, resterà probabilmente a capo della struttura visto che in Italia è il deus ex machina dei diritti. Ma il suo nuovo proprietario-capo alla firma dell’atto di passaggio del 100% di Infront sarà Wang Jianlin, un perfetto sconosciuto (beninteso: per noi in Italia) che è solo il secondo uomo più ricco della Cina con 16,2 miliardi di patrimonio personale nonché, con il gruppo Wanda, il più grande proprietario di sale cinematografiche al mondo. Come tutti i tycoon cinesi è un ex militare. Da pochi giorni, a conferma dell’interesse per il pallone, lo stesso Jianlin è spuntato nelle cronache sportive come socio forte dell’Atletico Madrid.

Infront è guidata da un tal Philippe Blatter, cognome che pesa nel mondo del football, essendo il nipote del Blatter presidente della Fifa. Andando di moviola — che non a caso si usa per individuare eventuali falli — la parentela mostrò qualche piccolo conflitto d’interessi quando, nel 2011, il fondo del Qatar voleva acquistare Infront dagli allora proprietari (tra cui risaltava la avvenente vedova Jacobs, ex proprietaria del Toblerone amica, ricorderanno alcuni, dei fratelli Magnoni) e si trovò come concorrente la Bridgepoint di Blatter (nipote). Blatter (zio), nel frattempo, stava seguendo l’assegnazione proprio al Qatar dei Mondiali di calcio 2022.

Tutto si risolse: Bridgepoint si prese Infront per 600 milioni e il Qatar i Mondiali.

Oggi si parla di un miliardo. Seconda moviola per capire cosa c’entri il calcio italiano: Infront Italy — che pesa per oltre un terzo del fatturato del gruppo — è l’ex Media Partners di Bogarelli che ha saputo sfruttare molto bene la legge Melandri—Gentiloni e l’assordante silenzio della Lega Calcio costruendosi una posizione inscalfibile insieme all’ex socio Riccardo Silva (diritti esteri). Difficile, dunque, che con i cinesi possa iniziare la fase post-Boga per il calcio italiano.

 

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Joined: 14-Jun-2008
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LA REPUBBLICA 29-01-2015

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Lo stipendio di Galliani (dal 30 novembre 2013) non è più in carico al Milan, ma a Fininvest, con un contratto fino al 2018: certi particolari hanno la loro importanza. Ne ha parecchia ciò che succede dopo.

 

Sì! Ok è una barzelletta, almeno in Italia: Galliani quando ultimamente ha trattato in Lega per i diritti televisivi 2015-18 era in leggerissimo conflitto d'interessi (la posizione di stipendiato Fininvest - holding del gruppo che comprende anche Milan e Mediaset - sarebbe normalmente più grave rispetto alla solita condizione di contrattualizzato Milan).

Che poi Sky sia stata umiliata dai Galliani boys vien naturale, sempre e comunque.

 

Il numero 1 di Infront Milanese, si definisce «solo un manager». Vicino a Galliani, rapporti ostili con la Juve

Ecco chi è Bogarelli, l'uomo chiave del calcio italiano

di ALESSANDRO FIESOLI (QUOTIDIANO SPORTIVO 29-01-2015)

È considerato il padrone del calcio italiano, ma di se stesso dice: «Sono solo un manager». Marco Bogarelli, milanese, 59 anni, laureato alla Bocconi, è il presidente della corazzata Infront. Gli piacerebbe, e non lo ha nascosto, essere premiato dalla sua città con un Ambrogino d'oro, per ora deve accontentarsi di manovrare il grande risiko dei diritti tv del calcio. Non si può dire che sia un uomo senza immaginazione: vorrebbe stadi modernissimi (non solo lui, se è per questo) con centinaia di schermi connessi in wi-fi per rilanciare in continuazione le immagini live e in moviola delle partite, e gli piacerebbe la cancellazione dell'Europa League (come ha spiegato in un'intervista di un paio di mesi fa al «giornalaccio rosa») per veder giocare sei squadre italiane in Champions. Gestisce un impero, come tutti i potenti ha nemici e grandi estimatori, fra polemiche e un fiume di milioni.

Per la sua vicinanza all'ambiente milanista e a Galliani e per i rapporti anche di lavoro, in una società che si occupa del commercio di energia, con Franco Dal Cin, l'uomo che portò Zico a Udine, può essere iscritto al fronte anti-Juventus. E il club degli Agnelli contestò le procedure nel 2008, quando la Infront, ex Media-Partners, si aggiudicò per la prima volta l'incarico di advisor per i diritti tv del calcio, mettendo in fila colossi come Rothscild e Mediobanca, oltre che Img e Sportfive. La sua ultima scommessa è valorizzare il marchio della nazionale, entrata nel suo sistema. Non gli resta che far ottenere la cittadinanza italiana a Pogba, per lucidare lo scudetto tricolore e far contenta anche la Juventus.

 

 

Modificato da Ghost Dog

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Digital-Sat.it ‏@digitalsat_it 5 min5 minuti fa

Venerdì 13 alle 9 assemblea @SerieA_TIM, per diritti tv CoppaItalia e Supercoppa 2015/2018 e trattative private Pacchetto "C" e "G" Serie A

 

Ci potrebbero essere delle sorprese per  i diritti coppaitalia e supercoppa.

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Digital-Sat.it ‏@digitalsat_it 5 min5 minuti fa

Venerdì 13 alle 9 assemblea @SerieA_TIM, per diritti tv CoppaItalia e Supercoppa 2015/2018 e trattative private Pacchetto "C" e "G" Serie A

 

Ci potrebbero essere delle sorprese per  i diritti coppaitalia e supercoppa.

la rai perde pure quelli? .asd

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Joined: 15-Feb-2008
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la rai perde pure quelli? .asd

Le voci dicono questo e chi sia una cosa Sky e Mediaset,poi magari alla fine rimangono alla rai però rispetto agli anni precedenti le voci si fanno più forti.

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55132 messaggi

Le voci dicono questo e chi sia una cosa Sky e Mediaset,poi magari alla fine rimangono alla rai però rispetto agli anni precedenti le voci si fanno più forti.

ma la coppa italia non è come la nazionale ?che deve andare per forza in chiaro?

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Joined: 15-Feb-2008
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ma la coppa italia non è come la nazionale ?che deve andare per forza in chiaro?

Non tutti i match(solo la finale deve essere in chiaro).

 

Infatti se dovesse prenderli mediaset fa chiaro più premium e lo stesso sky che userebbe Cielo o eventualmente skytg24.

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Joined: 23-Aug-2005
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C'è speranza che con il cambio di emittente si possa procedere ad una riforma del torneo sul modello dell'FA CUP, oppure la vendita si basa sulla conferma dell'attuale ridicola formula?

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13560 messaggi

C'è speranza che con il cambio di emittente si possa procedere ad una riforma del torneo sul modello dell'FA CUP, oppure la vendita si basa sulla conferma dell'attuale ridicola formula?

 

 

Dei colossi come MP e soprattutto Sky non penso che andranno a buttare soldi per una competizione che ormai è completamente svilita, priva di valore e ignorata da gran parte dei tifosi. Se c'è bisogno che si muovano le pay Tv per procedere a un cambio di formula di questa Coppa ridicola, ben venga.

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Joined: 16-Nov-2006
22286 messaggi

Infront è stata venduta per oltre 1 miliardo ai cinesi di Dalian Wanda, cinesi che poche settimane fa hanno già rilevato il 20% dell'Atletico

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Joined: 15-Feb-2008
22477 messaggi

La coppa italia va a trattative private.

 

la base di offerta era di 85 milioni,secondo le fonti della giornalaccio rosa offerte molto ma molto sotto la base di offerta solo di mediaset e discovery.

 

Ovviamente alle trattative private si possono aggiungere anche sky e rai.

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Joined: 15-Feb-2008
22477 messaggi

Sono tre - Rai, Rti (Mediaset) ed Eurosport (Discovery Italia) - i broadcaster in lizza per acquistare i diritti televisivi per il mercato italiano della Coppa Italia e della Supercoppa italiana per le tre stagioni 2015-2018.

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Joined: 14-Jun-2008
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BOGARELLI

«Io presidente di Lega?

Nella vita mai dire mai...»

Il numero uno di Infront: «Non sono il padrone del calcio, ma so come farlo fruttare»

«I cinesi della Wanda non hanno comprato il campionato attraverso di noi: siamo proprietari solo di licenze che dobbiamo far rendere»

di STEFANO SALANDIN (TUTTOSPORT 29-08-2015)  

Marco Bogarelli, by-passiamo la prima domanda, tanto lei non ammetterà mai di essere il vero padrone del calcio italiano...

«Anche perché non lo sono e non mi frega niente di esserlo. Piuttosto, ho tanti padroni».

 

Allora significa che il nostro campionato non è di proprietà dei cinesi della Wanda Group, la multinazionale che ha rilevato Infront?

«Ma loro sono degli investitori! Nessuno, qui, ha comprato un bene durevole, non gli portiamo mica in braccio il campionato. Finiamola, una buona volta, con queste “pippe”: noi siamo dei licenziatari e il nostro lavoro è far fruttare al meglio le licenze».

 

Soddisfatto di come avete portato avanti il lavoro?

«In cinque anni il valore dei diritti è aumentato del 70 per cento. Ai nostri detrattori chiedo di misurarci su questo: siamo passati da 720 milioni a 1.200. E rotti...».

 

Nonostante questo, quando va in assemblea davanti ai 20 presidenti le tocca pure gestire tensioni...

«Intanto i presidenti delegano molto ai dirigenti: spesso arrivano pochi minuti prima delle votazioni e prendono informazioni... Sì - sorride - magari c’è quello un po’ più originale che manda tutto all’aria, ma alla fine c’è sempre unità d’intenti e l’assemblea è molto meno litigiosa dell’immagine che esce all’esterno».

 

Qual è il più simpatico?

«Intanto sono tutti personaggi di spicco che, ognuno nel proprio ambito, rappresentano un punto di riferimento. Hanno spessore e carisma. A cena? Con De Laurentiis, Galliani e Lotito. Ma senza parlare di lavoro!».

 

E il più preparato?

«Cairo e Galliani hanno una competenza specifica nel mondo dei media. E anche De Laurentiis».

 

Con Andrea Agnelli, invece, ci sono state tensioni...

«Fino allo scorso anno avevamo un contratto con la Juve, poi è successo qualcosa...».

 

Sosteneva che le vostre provvigioni sulla vendita dei diritti erano alte, che ci guadagnavate troppo.

«Tutto è relativo: se guardo quanto faccio guadagnare alla Lega, dico che è poco... In ogni caso, ci siamo confrontati civilmente in assemblea e anche lui ha votato a favore del nostro incarico».

 

Dicono che lei sia un po’ troppo vicino a Mediaset.

«Un’altra leggenda. Ci tengo a ribadirlo: io non ho mai lavorato a Mediaset in vita mia. Loro sono dei clienti come lo è Sky e spero che ne arrivino altri. Il nostro mestiere è far sì che il mercato riesca ad esprimere una pluralità di operatori interessati. Oppure saltare gli intermediari, appunto Sky e Mediaset, per andare direttamente ai consumatori: ci piacerebbe che le istituzioni e gli organi competenti sulla concorrenza misurassero il nostro lavoro e quello della Lega su questo. Offriamo il prodotto su più piattaforme, aumentiamo l’offerta e, con Serie A Tv, ci proponiamo al consumatore che può decidere quanto e dove pagare con più scelte. Se ci fosse un monopolio, dovrebbe invece pagare un prezzo imposto da lui: noi abbiamo fatto un’azione esattamente contraria».

 

Quindi non è preoccupato dall’indagine dell’Antitrust sull’assegnazione dei pacchetti della Serie A?

«No»

 

Però un po’ se le cerca: per insegnare ai registi come riprendere le partite avete scelto un uomo di Mediaset...

«Avevamo proposto tre candidati: uno di Mediaset, uno della Rai e uno di Sky e l’assemblea di Lega ha scelto Popi Bonnici che, peraltro, da qualche anno non lavora più lì. E poi, scusi, non possono certo arrivare dalla luna: chi ha fatto tv in Italia, in questi anni, da lì è passato. La realtà dei fatti, piuttosto, è che oggi la Lega ha messo fine al fatto che delegava la produzione. E il risultato della prima giornata è stato ottimo».

 

E’ contento del modo in cui i presidenti spendono i soldi che lei porta?

«Non sono affari miei. E cominciamo col precisare che se vengono utilizzati per comprare calciatori, i soldi sono investiti, non spesi».

 

Ma se ne avessero stornato qualcuno per gli stadi...

«Guardi, per me è sbagliato che una società spenda soldi per farsi uno stadio. Se ne ha occasione, come la Juve, è un conto. Altrimenti non deve “distrarre” un euro dal suo business: comprare calciatori. La società, piuttosto, deve essere facilitata affinché qualcuno investa negli stadi. Il modello-Juve non è l’unico possibile».

 

Ma il problema stadi, in Italia, esiste eccome.

«Certo! Però la verità è che in Germania, il modello più celebrato, gli stadi non li han fatti i club, ma lo Stato per il Mondiale del 2006. Ecco, se fossi davvero il padrone del calcio mi batterei per portare in Italia il Mondiale del 2026 o il prossimo Europeo. Bisogna fare un’azione di lobby, ma non solo una volta ogni 4 anni...».

 

Si dice che siate entrati nelle compagini azionarie di alcune società...

«Un’altra bugia: non abbiamo nessuna partecipazione. Abbiamo comprato i diritti di marketing, media e quelli accessori di 16 società di A».

 

Immagino che questo aiuti, in assemblea e nella gestione dei diritti...

«Diciamo che è sinergico. Se tu vai a vendere una medio-piccola, non trovi nessun “grande investitore” interessato. Ma se gli dai la possibilità di farlo contemporaneamente su 16 campi di A, il discorso cambia. Da sempre lavoriamo per l’aggregazione delle medio-piccole per garantire maggiore vendibilità. Prima che arrivassimo noi la prima squadra, la Juventus, guadagnava 130 milioni dai diritti tv e l’ultima 6, oggi siamo 100 a 30: capisco che le grandi possano essere scontente, ma il sistema è più equilibrato».

 

Che pensa della frase di Lotito su Frosinone e Carpi?

«E’ evidente che si tratti di una frase infelice, ma va contestualizzata in una conversazione privata. Comunque la Serie A, oltre che a parametri etici, deve tendere ad avere anche quelli strutturali. Senza che vi siano deroghe. Perché non va dimenticato che la A mantiene tutto il sistema: perde 130 milioni, ma ne dà 100 alle altre Leghe».

 

Alcune partite hanno meno di 20 mila ascolti: non sarebbe meglio fare come in Inghilterra dove non le trasmettono tutte?

«No, perché anche quei 20 mila pagano. E non è detto che senza tv vadano allo stadio».

 

Cosa cambierebbe nella distribuzione delle risorse?

«Ma è abbastanza equo, anche in considerazione del fatto che siamo i secondi in Europa, dopo la Premier, per i diritti-tv. Il problema è che siamo quinti per i biglietti allo stadio, per non parlare di marketing e altri introiti. E’ qui che bisogna migliorare».

 

Siete anche advisor della Nazionale: soddisfatti?

«Molto: entro fine anno completeremo la rosa degli sponsor. E’ servito un poco di tempo in più perché siamo partiti ad aprile».

 

La “mission” era quella di internazionalizzare il marchio: difficile?

«Il marchio dell’Italia ha molto appeal all’estero. I due Mondiali falliti? D’accordo, ma in mezzo c’è stato anche un ottimo Europeo in cui abbiamo battuto la Germania. E all’estero le assicuro che l’Italia è più simpatica della Germania».

 

Tavecchio è un buon presidente federale?

«E’ attento, equilibrato. E sa leggere un bilancio: non è un dettaglio nella gestione di una impresa come la Figc. Mi sembra un buon padre di famiglia».

 

Lei è tifoso?

«Del Milan».

 

Ma si diverte ancora a guardare una partita?

«In tv no di certo: mi concentro sulle telecamere, le luci... A volte non so neppure il risultato finale. Allo stadio qualcosina...».

 

Senta, Bogarelli: ma non che è presto la vedremo presidente della Lega?

«Ora non è tempo. Ma nella vita mai dire mai».

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