Vai al contenuto

totojuve

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    5255
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Days Won

    1

Tutti i contenuti di totojuve

  1. DA CANALE JUVE Dattilo, Bertini, e i problemi di matematica causati da Calciopoli Nonostante qualcuno continui a meravigliarsi o peggio ancora indignarsi, senza sapere né leggere, né scrivere, l’argomento Calciopoli rimane comunque di assordante (già, perché anche il silenzio lo può diventare) attualità, e così nella serata di ieri la collega Monia Bracciali ha realizzato in esclusiva un’intervista a Paolo Bertini, ex arbitro fra i condannati in Appello nel processo ordinario, uno dei tre direttori di gara della cupola moggiana, insieme a De Santis e Dattilo, secondo il Tribunale di Napoli. Più e più volte nel corso di questi otto anni e mezzo ho affrontato tematiche riguardanti quello che è comunemente ricordato come il più grande scandalo del calcio italiano, nonostante basti analizzare a fondo anche solo gli aspetti superficiali della vicenda per rendersi conto di così tante incongruenze (chiamiamole così) che sembra quasi sia stato uno scherzo; ma uno scherzo non è stato, e sarebbe stato bello vedere quali sarebbero state le reazioni di stampa e – di riflesso – opinione pubblica se il contesto fosse stato extra calcistico, se non avesse visto invischiata principalmente la squadra più amata e più odiata dagli italiani. Questa curiosità nasce dal fatto che, come nel caso Dattilo, qui stiamo discutendo di una persona condannata per elementi che definire paradossali appare addirittura poco. Di mezzo c’è il solito discorso delle sim estere sul quale mai nessuno di coloro chiamati a fare informazione si è azzardato a raccontare le cose dalla A alla Z: attribuzioni a Tizio anziché a Caio, superficialità dei sistemi utilizzati, e vari paradossi come quello raccontato nell’intervista dallo stesso Bertini. Mi riferisco al capo d’imputazione per il quale l’ex arbitro è stato condannato: i contatti con Moggi attraverso la sim estera nell’immediata vigilia di Juventus-Milan, match giocato nel dicembre 2004. Non importa che questa scheda sia stata venduta (a chi non è dato saperlo con certezza) nel gennaio 2005, dunque un mese dopo il presunto contatto che è valso la condanna su questo capo d’imputazione sia per Bertini che per Moggi (per quest’ultimo in Appello è già intervenuta la prescrizione relativamente a quest’episodio). C’è un passaggio ulteriore e fondamentale nelle parole di Bertini, lì dove parla delle telefonate delle altre società, ma in questo i vari organi d’informazione sono sempre stati molto attenti ad indossare la corazza giusta per difendere le contro-accuse, e dunque rafforzare il sentimento popolare colpevolista: il fatto che era tutto il sistema calcio a muoversi in questo modo, un’indicazione precisa dei vertici della Figc per stemperare gli animi fra società ed arbitri, non va tradotto come un rifugio dietro alla logica del “mal comune, mezzo gaudio”, ma semplicemente significa raccontare una realtà dei fatti differente da quella che è stata prima ipotizzata e poi giudicata nel momento in cui accusatori e giudicanti hanno posto in essere le loro condotte all’interno di uncontesto totalmente errato quale quello dei “canali unici/privilegiati che Moggi e Giraudo avevano con i vertici AIA”. Un falso storico appurato dai fatti, non c’è interpretazione o influenza da tifo in questa circostanza. Tornando prettamente a Bertini, invece, c’è un ulteriore tassello che vale la pena sottolineare: i vantaggi che gli arbitri avrebbero avuto in cambio di favori alla cupola (fra l’altro favori mai dimostrati ed addirittura esclusi dalla stessa sentenza) sarebbero stati di natura economica con avanzi di carriera e di natura mediatica nel senso che Moggi si sarebbe preoccupato di difendere l’opinione pubblica dei cupolanti per mezzo stampa (questo mezzo stampa sarebbe Il Processo di Biscardi, trasmissione televisiva che, ricordiamo per i più distratti, fu così definita dal Tribunale di Roma nel dispositivo di archiviazione di un procedimento per calunnia lì ipoteticamente realizzato: “è un programma televisivo il cui oggetto principale è proprio quello di suscitare con linguaggio diretto ed espressioni volutamente forti discussioni, spesso pretestuose, tipiche da bar sport. La credibilità oggettiva delle notizie riportate e fatte oggetto di dibattito è riconosciuta come assai bassa, secondo l’ opinione comune, trattandosi non infrequentemente di notizie create o gonfiate per suscitare la polemica. I toni, la sede e la natura degli interventi depongono per essersi trattata di una tipica discussione da bar finalizzata all’ incremento dell’ audience attraverso l’ uso di toni e contenuti platealmente esagerati. Ne deriva che la credibilità dell’informazione offerta e la conseguente attitudine di questa ad essere, in ipotesi, idonea a ledere l’ altrui reputazione sono oltremodo inconsistenti“). Bertini è un soggetto che all’epoca dei fatti era già arbitro internazionale, che chiuse quella stagione al penultimo posto nella graduatoria degli introiti degli arbitri di prima fascia, e che fu tartassato da Moggi con dichiarazioni pubbliche pesanti in più occasioni ma soprattutto, come ricorda Bertini, nel post-partita di Atalanta-Milan 1-2 con il secondo gol dei rossoneri al 4′ di recupero a fronte dei tre segnalati, e in particolar modo per non aver espulso Nesta per un fallo che interruppe una chiara occasione da gol. Ma alla gente tutto ciò interessa poco, ormai la storia ci dice che il diavolaccio è stato punito e il tempo ha cicatrizzato le ferite: non è così, ecco perché ancora, come accennavo in apertura, quattro fessi non riescono a mettersi definitivamente il passato alle spalle, e continuano ad avere problemi in matematica quando si parla di scudetti.
  2. Quella mossa di Del Piero l'ho presa come una pugnalata alle spalle.
  3. Hai tutta la mia comprensione, fratello. Certa gente, dopo tutto quello che ha combinato, non dovrebbe avere la faccia tosta neanche di andare in un supermercato a fare spese. Invece, magari, aveva pure la scorta. Tutori della legge....... puhaa!
  4. Un derby di Coppa Italia primavera tra Juventus e Torino, un campetto a Venaria, venti bestie feroci dietro una rete che gridano “ammazzati!” a un uomo – Gianluca Pessotto – che qualche anno fa tentò davvero il suicidio. Peggio è impossibile, più in basso non si va la Repubblica, mercoledì 24 dicembre 2014 Un derby tra ragazzi, un campetto di periferia, venti bestie feroci dietro una rete che gridano “ammazzati!” a un uomo –Gianluca Pessotto – che qualche anno fa tentò davvero il suicidio. Peggio è impossibile, più in basso non si va. È successo sabato a Venaria, cintura torinese, e le immagini le avrete viste su Internet. Derby di Coppa Italia primavera tra Juventus e Torino, finisce 1-0 per i bianconeri. I giocatori stanno rientrando negli spogliatoi, e un gruppo di tifosi granata (età varia, c’è anche gente con i capelli grigi) comincia ad insultare Pessotto. «Gobbo di M***A, devi morire, bastardo, buttati!». Lui si avvicina alla rete di protezione. «Ehi, gobbo di M***A non si dice», prova a rispondere. Questo aizza ancora di più i venti cani rabbiosi, sotto lo sguardo di un bambino che osserva la scena dalla gradinata, inerme. Da otto anni, Pessotto deve convivere con striscioni e insulti infami, gonfi della peggior violenza verbale possibile: quella che offende la morte e il dolore, della stessa risma di chi dileggia la strage dell’Heysel o la sciagura di Superga. Stavolta, però, i disgustosi autori erano lì di fronte a lui, in carne e ossa, e lo scenario non era uno stadio ma una partita del settore giovanile, dove in teoria dovrebbero crescere gli atleti e gli uomini di domani. Avvilente, un punto di non ritorno. Materiale da codice penale e da trattamento psichiatrico obbligatorio. «Parole inaccettabili, però il filmato non mostra i nostri tifosi provocati, offesi e derisi da alcuni giocatori della Juventus», dichiara Massimo Bava, responsabile del settore giovanile granata. «Il dramma è che ormai è normale vedere un diciassettenne che segna un gol e poi offende il pubblico avversario», dice invece Antonio Comi, direttore generale del Torino. «Come educatori abbiamo il dovere di impegnarci di più, se no è un fallimento». Per una volta, forse, non è il caso di chiudere la questione con i soliti, pochi ultrà ingovernabili che non rappresenterebbero il consorzio civile. Pochi, d’accordo, ma se invece quei venti barbari raccontassero benissimo il clima più malato dello sport? Se fossero, come sono, non Ivan il terribile con le cesoie in mano a Marassi, ma personaggi che si possono incontrare ogni settimana in molti campetti del nostro paese? Quelli che insultano gli arbitri alle partite dei bambini (spesso lo fanno anche le mamme), quelli che alla fine danno la caccia all’arbitro per un gol annullato o un rigore non concesso. Quelli che non pagano quasi mai, perché nei campi di provincia non ci sono telecamere e poliziotti: stavolta però è diverso, e i loschi figuri che invitano Pessotto ad uccidersi sono identificabili uno per uno. Non sarebbe una cattiva notizia se nelle prossime ore venissero presi, denunciati, processati. E ovviamente rimessi troppo presto in circolazione, liberi di sfogare tutto il male e il vuoto di cui sono composti.Maurizio Crosetti http://video.repubblica.it/edizione/torino/la-vergogna-del-calcio-giovanile-pessotto-ucciditi/187374/186277 23/dic/2014 22.41.00 Al termine della partita tra Torino e Juventus Pessotto è stato preso di mira dai tifosi bianconeri. I granata però si difendono: "Non vengono mostrate le offese contro di noi". Vergognosi insulti rivolti da alcuni tifosi del Torino al responsabile del settore giovanile della Juventus, Gianluca Pessotto, al termine del derby valido per la Coppa Italia Primavera. Insulti che hanno visto l'immediata condanna da parte del mondo sportivo, compresa la società granata, in seguito alla pubblicazione del video di quella gara. "Suicidati, buttati, ammazzati, devi morire, pezzo di m...". Così i tifosi del Torino hanno attaccato Pessotto, ex difensore della Juventus che nel 2006, durante i Mondiali poi vinti dall'Italia, tentò il suicidio, buttandosi da un abbaino della sede della Juventus. In ospedale dal 27 giugno, venne dichiarato fuori pericolo il mese dopo, per poi lasciare la clinica a settembre. "Le parole dette a Pessotto sono inaccettabili e da censurare, senza dubbio" evidenzia il responsabile del settore giovanile del Torino, Massimo Bava, intervistato dall'ANSA. Il dirigente granata, però, ci tiene a specificare: "Per amore di verità bisogna dire che quel video non fa vedere, anche se non è una giustificazione, i nostri tifosi a fine partita provocati, offesi e derisi da alcuni giocatori della Juventus". Bava avvisa i tifosi del Torino: "Non si deve più ripetere. Ne ho parlato sin da sabato con Pessotto alla presenza di carabinieri e funzionari della Digos, ricordandogli che noi prima di essere dirigenti sportivi siamo degli educatori. Quando si giocano partite così significative, occorre sapere vincere e saper perdere". Anche il direttore generale del Torino Antonio Comi segue la stessa linea di Bava: "Questi insulti sono inaccettabili, da censurare, e noi prendiamo le distanze ma, e non vuole essere una giustificazione il filmato non mostra le offese di alcuni loro calciatori nei confronti dei nostri tifosi". "Noi siamo educatori prima di dirigenti e serve più rispetto e maggiore responsabilità da parte di tutti" ha aggiunto Comi al 'TG1'. Una questione che difficilmente verrà dimenticata, sopratutto dopo la risposta del Torino. In attesa di prese di posizione da parte della Juventus, Pessotto in primis. E ci mancherebbe che i dirigenti del toro facessero i dirigenti, educatori peraltro!
  5. "CHIACCHIERE E TABBACCHIERE 'E LEGNO O VANCO 'E NAPULE NUN L'IMPEGNA"
  6. Spero siano guarite, poverine. Per trascorrere bene le feste, che sono per loro.
  7. Ma facciamoli anche ai normalizzati, va! In questo periodo bisogna essere buoni con tutti. Però
  8. Su ragazzi! Ci rifaremo. E' che siamo abituati a vincere. Qualche volta si perde, purtroppo. Buon Natale!
  9. Peccato! Non sono bastate le prodezze di Tevez e di Buffon. Chiellini, che rigore......
  10. Il passaggio dalla riva è sempre salutare Ricordati poi che
  11. No, ma si è create alcune occasioni che poteva sfruttare per il gol. Il Milan ha fato come contro la Juve: tutti in difesa. La stampa, poi, osanna Inzaghi. Chissà perchè:
  12. Siamo ancora a tre punti. Mamma mia che gioca male il milan. Ha avuto un cu ehm
  13. L’ombra di Moggi (figlio, Alessandro).......... Notate le parentesi
  14. Ho letto le minacce di garcia me la sto facendo addosso!
  15. Devo ammettere, però, che il Cagliari, pur nettamente inferiore alla Juve, mi è piaciuto. Soprattutto per il carattere. Poi la differenza di valori c'era, eccome. Ma una pernacchia al maestro la faccio lo stesso.
  16. Ma dopo la sistemarono bene. Mi pare che passò al civile. Se non erro.
  17. Non lo ammetterebbe mai. Solo se fosse pazza.
  18. La giudice Casoria aveva iniziato bene, ma poi è finita nelle maglie del tribunale di Napoli e si è fatta condizionare.
  19. Il boemo non è andato alla riunione di Coverciano. Che catzo doveva andare a farci?
  20. Ma come, ora squalificare il tecnico della riomma, dopo tutto quello che ha detto e fatto fa giurisprudenza? O, forse, è vero? Non dovevano permettersi.
×
×
  • Crea Nuovo...