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CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
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  1. CRAZEOLOGY

    Andrea Agnelli

    Per una certa fase ha fatto tante buone cose. Poi ha deragliato. Ma il punto è che ha deragliato per sue specifiche colpe, e cmq più di quello che ha fatto non sarebbe mai riuscito a fare. Gli mancano proprio i mezzi etici, gli ideali e la personalità. Adesso invece, anche se il momento è molto difficile, bene o male abbiamo un appuntamento con la storia. La resa dei conti. L'interista Johnny B Good è, o non è, in grado di essere uno Juventino come si deve? E' in grado di costruire una Juve vincente, in Italia, in Europa e nel Mondo? E' in grado di costruire una Juve finanziariamente stabile, e autofinanziata? E' in grado di farci ridare indietro gli scudetti? E' in grado di costruire una Juve vincente anche nei tribunali? E' in grado di costruire una Juve vincente anche sui media, o dobbiamo sempre mangiare pane e cacca? Ecco, allora, visto che lui è il grande capo, che faccia davvero il grande capo. Che qui ci siamo rotti le balle delle loro acrobazie famigliari. Se non è capace, vendere please. PS Se riesce a fare tutte le cose che ho elencato, nel modo esatto in cui vanno fatte, allora gli tolgo il soprannome rubato al successone di Chuck Berry del 1958. Sennò resta l'interista fallito che è.
  2. CRAZEOLOGY

    Andrea Agnelli

    Non so. O meglio, lo immagino. Purtroppo la metodologia di quella parte di famiglia la conosco, vivendo qui a Torino e avendo avuto modo di sentire da interessati vari certe vicende. Magari gli hanno fatto anche pesare la possibile condanna a livello personale che porterebbe danno di immagine anche a tutto ciò che non è Juventus. Resta defilato, gestisce la sua situazione processuale, poi quando è arrivata la sentenza, in base a come è andata si vede cosa fare. Questo nella migliore delle ipotesi. Io invece, purtroppo, se devo scommettere un euro, lo punto sull'idea che è fuori per sempre dalle poltrone che contano. Magari si occuperà della sua finanziaria personale e della sua vita privata. E forse più avanti, se gli va bene, qualche ruolo minore nel gruppo. In fondo lui era già fuori, da tempo, è rientrato dalla finestra per le note vicende che sappiamo. E nel J-Pact iniziale erano previste anche le altre poltrone. Perché simbolicamente erano importanti, anche se a lui non fregavano granché. Ma anche l'occhio di chi osserva da fuori vuole la sua parte... Ora che è il patto è finito, è fuori da tutto e porta via gli scatoloni. Aveva avuto delle avvisaglie quando gli avevano proposto altre poltrone del gruppo, per schiodarlo da lì, ma lui ha rifutato. Il patto era sbagliato fin dall'inizio, lui doveva farsi degli amici che avrebbero potuto dargli una mano nei momenti difficili, invece di scaricarli e rinnegarli tempo zero appena seduto lì. Ha approfittato della pappa preparataglia da altri, tipo lo stadio nuovo, ecc. Ha lavorato bene per un po', poi si è montato la testa, ha pensato di poter cambiare il mondo da solo. E si è occupato di molte cose che non erano il core bussiness della Juventinità. Il suo discorso di oggi dimostra una volta di più che ormai vive nel suo mondo, è completamente scollegato della realtà, si è messo a parlare della doverosa ristrutturazione di un palazzo, ma durante un terremoto. Purtroppo ha fatto da tappo a tante questioni ancora aperte (calciopoli, ecc). Se ne va, ma non lascia niente dietro a parte i trofei, che col sistema che abbiamo possono essere revocati in scioltezza senza che nessuno batta ciglio. Lascia una società che dal punto di vista mediatico è un castrato. Lascia una società in mano ad avvocati e contabili, con processi in divenire, e una gestione finanziaria a dir poco grossolana. Lascia una società ancora una volta coperta dal fango.
  3. CRAZEOLOGY

    Andrea Agnelli

    Fuori dal cda di Exor e Stellantis per quale ragioni? Non c'entrano nulla con la vicenda Prisma. Poi dicono che io penso sempre male. Il J-Pact con cui è entrato è finito. E adesso deve trovarsi un lavoro, ve lo dico io. Mi sa che a questo non gli fanno più mettere piede dentro a nulla di importante.
  4. Diciamo che, a dispetto del nome, il programma ha da sempre l'obiettivo di solleticare la pancia al cittadino indignato che vede finalmente acclarata la sua visione di un mondo sporco e corrotto, praticamente ovunque. Non che non possa essere vero, ma concordo con l'idea che spesso ci sia una certa faciloneria e un certo sensazionalismo d'accatto da parte dei giornalisti che curano i servizi. Manca soprattutto la contestualizazione, il vedere le cose, brutte e belle, da una prospettiva più ampia. C'è più la voglia di trovare colpevoli che quella di fare delle riflessioni. E tutti i protagonisti dei servizi, danno l'impressione di essere poco preparati in generale. Però trovo che il post servizio della Gabanelli, la sua chiosa insomma, fosse più equilibrata rispetto a quella di Ranucci. Lei dava una sorta di valore realistico, il giusto peso al servizio. Riequilibrava i piatti della bilancia. Ranucci ci prova, ma non è abbastanza convincente. Probabilmente fa solo finta.
  5. Quindi tu non vedi un calo mostruoso della qualità del programma con l'uscita della Gabanelli? C'era ancora lei quando è successo ciò che hai descritto? (ha lasciato a novembre 2016)
  6. Brutte notizie. La carta segreta di Ronaldo c'è. E' stata ritrovata in una delle camere della villa in collina a Torino dove abitava CR7. Purtroppo ho avuto modo di vederla di persona proprio in questi giorni. E vi do uno scoop. Casualità vuole, che ne ho anche io a casa mia una quasi uguale. E' bianca, stretta, lunghissima, soffice, con degli strani tratteggi ogni 15 cm circa, ed è arrotolata ad un piccolo cilindretto di cartone. Crazeology
  7. Vedere una Juve in questo stato, spesso a me fa pensare (probabilmente sbagliando), che prima o poi ci capiterà nuovamente qualcosa di male. Poi arriva la razionalità e mi rendo conto che dipende sempre da caso a caso, per ogni vicenda che accadrà... Per esempio questa volta sono convinto che non ci devasteranno. Non gli conviene. Ma mi prende sempre una certa malinconia... un po' come se certe cose belle ormai siano fuori totalmente dalla nostra portata, per motivi societari, di sistema calcio, di immagine distrutta, ecc. La Juve non esiste più. Ora deve cominciare un'altra cosa. Una cosa nuova. E non vedo le basi umane ed economiche/imprenditoriali necessarie. Proprio oggi pensavo, in queste condizioni quanto possiamo ancora resistere? Possibile che ogni tre per due dobbiamo difenderci da accuse su accuse, e nessuno lo fa realmente con le unghie e con identi? Come fa una squadra a costruire dei grossi successi nel tempo, quando siamo sempre assediati da tutti i lati? Certe emozioni che abbiamo vissuto in passato, saranno uniche e irripetibili? Ci dobbiamo rassegnare? Boh... Chissà. Quanta tristezza.
  8. In passato, nel primo post calciopoli, tantissimi di noi hanno fatto e organizzato boicottaggi ad oltranza in vari ambiti. (giornali, prodotti specifici, programmi tv specifici, quella compagnia telefonica, quei pneumatici, e via dicendo). A dire il vero io lo faccio ancora adesso, e a 360°, ossia anche dal nostro lato... (non comprerò mai più una Fiat, non andrò mai allo Juventus Stadium fino a quando non mi ridanno indietro gli scudetti con le scuse, non compro un prodotto ufficiale da una vita, ecc, ecc - sì, lo so, sono un'estremista). Soprattutto se devo mettere dei soldi direttamente, possono fetere. E comunque manco gratis (allo stadio sarei potuto andarci spesso gratis, per motivi che sarebbe lungo spiegare qui). Nisba. Con me hanno chiuso. Ma la verità è che sono in pochi quelli che decidono di fare davvero la guerra. Una piccola minoranza. Faccio notare che poco tempo fa c'era chi voleva lo stadio vuoto perché Allegri non mi piace gne gne gne (manco a me piace, mai lo avrei richiamato, ma non è affatto un fesso come lo dipingono in molti, e di certo non si può svuotare lo stadio per una cosa così "pallonara"). Quante volte leggiamo e sentiamo proteste sul costo dei biglietti? Eppure lo stadio si riempie lo stesso, non appena si fa qualche risultato utile. Iniziative sparite in fretta appena si è cominciato ad immagazzinare punti. Siamo un popolo sconfinato, che in Italia potrebbe dettare legge (perché siamo noi gobbi che teniamo in piedi metà del baraccone calcio, tv sportive, giornali sportivi, siti sportivi, sport in generale, ecc), e che invece è molle. Troppo frammentato. Troppo variegato. Troppo commerciale. Inutile chiedersi come combattere certe porcherie che ci cadono addosso. Tanto quasi nessuno ha davvero voglia di rinunciare alle sue comodità. E chi può davvero farlo, la proprietà, non lo fa. La Juve è sola, abbandonata a se stessa. Fino a quando riuscirà a resistere...
  9. E' così grossomodo ovunque. Per questo invece di essere uno dei primi paesi del mondo siamo il Bananeto della Bassa Europa.
  10. Un piccolo dossier al volo. Oggi è nel board della Fifa. E questo lo sappiamo tutti. Qualcuno gli ha chiesto sul vergognoso mondiale in quatar. Lei però non era nel board uefa fifa quando furono assegnati i mondiali. Se ne lava le mani puntando il dito sulla gestione precedente, ossia quella dell'onestone Blatter (lo ha fatto su La7 a 8 1/2 dalla Gruber proprio qualche settimana fa). Qui la sua storia e curricula. https://it.wikipedia.org/wiki/Evelina_Christillin E qua sotto una sua intervista, anche se è solo un estratto. Evelina Christillin: "Se la Juve giocava male si arrabbiava di più di quando perdeva" "Non vide i rigori della finale di Roma nel '96: troppo teso, ma fu la sua gioia più grande insieme alle Olimpiadi per Torino" Guido Vaciago 12.03.2021 Ecco un estratto dell'intervista pubblicata oggi sullo speciale di Tuttosport dedicato a Gianni Agnelli: “Ho avuto due fortune: ero una brava sciatrice e mio padre era un amico fraterno dell’Avvocato, che oltretutto era un nostro vicino di casa». Inizia tutto da qua, insomma. «Sì, sostanzialmente sì e la storia è, fortunatamente, lunghissima. Ma le prime scene vedono mio padre e l’Avvocato che vanno a sciare in elicottero. Capitava spesso: si conoscevamo molto bene e io spesso giocavo con i figli Margherita ed Edoardo, anche se li ho persi di vista abbastanza presto perché loro sono andati in giro per collegi e università, mentre io intanto a 14 anni ero entrata nella squadra nazionale di sci. Così un giorno, l’Avvocato disse a mio padre: perché non porti la ragazzina?». La portò? «Sì. E quel giorno la “ragazzina”, che per la cronaca era timidissima, ebbe il coraggio di dire che era una grande tifosa della Juventus». E l’Avvocato? «Beh, tornando da Sestriere, dove eravamo andati a sciare, mi portò a Villar Perosa, che è sulla strada per Torino. All’epoca il ritiro della squadra era ancora lì e così mi regalò questa immagine mistica dei giocatori che arrivavano nella sua villa dal grande viale in mezzo allo stupendo giardino per andare a salutarlo. E’ qualcosa che ho sempre viva davanti agli occhi: i campioni che camminano e io, un po’ defilata, con gli occhi sgranati e la bocca aperta. In pratica vedevo le mie figure prendere corpo e parlare. E il giorno dopo l’Avvocato mi portò con lui alla partita». Sci e pallone erano effettivamente due buoni punti di partenza. «Alla fine quasi solo calcio, tra l’altro. Perché in quel periodo ero molto assorbita dalla nazionale B di sci e così le occasioni per andare a sciare erano sempre meno. Invece, spesso andavamo alla partita perché l’Avvocato ha avuto la generosità di portarmi dappertutto, in tantissime trasferte. Anche alle finali perse di Champions. Compresa l’Heysel, purtroppo». Come andò? «Eravamo atterrati all’ultimo con il suo aereo privato, così ci trovammo allo stadio poco prima dell’inizio della partita o, per lo meno, di quello che doveva essere l’inizio della partita che era stato ovviamente rinviato. Ma non capivamo bene il perché la finale non iniziasse: c’era confusione e notizie frammentarie. Sì, avevamo visto una parte degli incidenti, ma lo stadio aveva una struttura vecchia e le tribune erano abbastanza lontane dalla maledetta Curva Z, così che non ci eravamo resi conto della reale tragicità dei fatti. In mezzo a molta confusione l’Avvocato si interrogava sul perché non iniziasse la gara e cercava informazioni. A un certo punto un funzionario del Ministero degli Interni italiano venne a dirgli: “E’ meglio se tornate a Torino”. Ci disse proprio così, senza fornire ulteriori dettagli. L’Avvocato, a quel punto, capì che la situazione era grave, cercò i dirigenti bianconeri e si raccomandò con loro: “Non giocate! Se la situazione è grave, mi raccomando, non giocate”. Poi andammo all’aeroporto per tornare a Torino». Convinti che la partita non si fosse disputata? «Sì. Quando atterrò l’aereo, l’Avvocato si stupì di non trovare nessuno sotto la scaletta. Premessa: di solito, all’arrivo del suo aereo c’era sempre una sorta di comitato d’accoglienza e una macchina pronta. Invece, quella sera, uno stranissimo deserto. Dopo qualche minuto arriva, tutto trafelato, un addetto che gli dice: “Mi scusi Avvocato, sono tutti nell’hangar a vedere la fine della partita”. Al che lui si stranì». Si arrabbiò? «Sul momento probabilmente sì, poi gli venne spiegato che era stata la situazione di ordine pubblico a richiedere la disputa della gara e capì, ma non tornò mai sull’argomento. Era una ferita che probabilmente gli faceva male e non considerò mai quella Coppa dei Campioni come un trofeo. Si godette molto di più la finale di Roma nel 1996». Scherzi a Boniperti? «Certo! Boniperti lasciava il Comunale all’intervallo e andava a casa, che era in strada San Vito, poco più giù di quella dell’Avvocato. Una volta arrivato nel suo studio si metteva a fare dei solitari con le carte, isolato da tutto per non sapere l’andamento della gara. Quando stava per finire la partita, spesso l’Avvocato mi diceva: “Andiamo da Boniperti a dirgli il risultato”. Così piombava a casa sua prima che lui avesse acceso la radio o la tv e gli diceva un risultato sbagliato, facendolo stare male. Era particolarmente perfido nei derby, quelli che Boniperti soffriva di più. Se la Juventus aveva vinto, simulava una faccia contrita e diceva: “Brutta sconfitta, bruttissima”. Boniperti si disperava: “Ma no Avvocato! Non mi dica così!”. Poi capiva lo scherzo, ma ci metteva un po’ a regolarizzare i battiti». Come prendeva le sconfitte della Juventus l’Avvocato? «Un po’ soffriva, anche se cercava di non darlo a vedere. Era uno sportivo autentico e quindi viveva tutto con quello spirito. Devo comunque dire che, più delle sconfitte, si infuriava quando la Juventus giocava male. Perdere era ammesso, anche se non concesso, ma giocare male o non impegnarsi abbastanza non lo era mai. Fu, per esempio, delusissimo dalla sconfitta di Atene nella finale di Coppa dei Campioni del 1983, quella Juventus era una delle più forti di sempre». PS Potrei sbagliare, ma mi sembra di ricordare vagamente che c'era/c'è anche una giudice Christillin al Tribunale di Torino. Ma non so se è una parente.
  11. Ammetto di avere avuto paura per mesi. Un sollievo. Bellissimo vedere che dopo quello che gli è capitato non ha perso forza, grinta e voglia. E' tornato forte come prima. Un onore che vesta la nostra maglia. Forza Federico!
  12. Le valutazioni son difficili da dare prima. Un po' più facile dopo, perché se il giocatore decolla, il prezzo sembra più adeguato. Giocatore forte, giovane, di cui parlando in tanti, nel giro della nazionale, ecc. Se invece non esplode, allora si dirà che è stato strapagato. Il valore di un giocatore lo fa l'incontro fra la domanda e l'offerta. Molto sta nella competenza e nella scaltrezza delle due parti. - Sia nel valutarne le potenzialità, - sia nel prendere informazioni occulte sul giocatore riguardo a questioni personali ecc (vita fuori dal campo, famiglia, vizi, virtù, ecc), - sia nel prendere informazioni sul giocatore riguardo al ruolo e alle cose fatte in un passato più lontano (giovanili, alcuni anni precendeti, infortuni del passato, ecc, ecc) - sia nelle necessità economiche reali della controparte e sia nelle necessità reali dell'acquisizione da parte di chi acquista. La data di scadenza del contratto in essere è importante, ma a volte l'urgenza... E ci sono migliaia di accordi già fatti da giocatori nella storia del calcio, che poi sono andati da altre parti perché improvvisamente è arrivata un'offerta più alta. Sembra facile fare il mercato, ma non lo è. E oggi lo è ancora di meno, perché spesso sono i procuratori che portano il giocatore dove vogliono loro e trattano mettendosi in mezzo tra i due/tre/quattro club. Secondo me, se non ci sono davvero seri pasticci contabili e serie violazioni di legge, possono fare poco o nulla. Detto questo, un'opinionista, un tifoso, o il proprietario stesso, può valutare liberamente le capacità e l'efficienza della dirigenza. E magari valutare negativamente. Ci sta. (e quindi si fanno poi dei cambiamenti)
  13. Una delle tappe fondamentali dell'odio interista nei nostri confronti.
  14. RIP INTERVISTA: https://storiedicalcio.altervista.org/blog/ernesto-castano.html
  15. Ciao Gianluca. Grazie di tutto, e per averci regalato delle gioie indimenticabili. Un grande abbraccio alla tua famiglia. RIP
  16. Mi dicono che già in tanti gli hanno risposto per le rime. Io non ho facebook e manco twitter.
  17. Penso nulla manco loro. Al massimo posso pensare a cosa avrei risposto io. O cosa sarebbe stato possibile rispondergli. Ma io non sono nessuno.
  18. Sicuramente quando monterà il servizio, metterà queste immagini per sottolineare metaforicamente l'omertà del club e il forte senso di imbarazzo. Visto? La Juve ha sempre robe brutte da nascondere. Non rispondono eh! Mentre l'unica cosa davvero brutta da nascondere è il nostro gioco. Eppure con tutto questo anticalcio allegriano, se contiamo i punti che ci hanno ciulato fino ad ora saremmo primi. Ok. Primi con una rosa costruita coi piedi. Ok. Primi con infortunati e pasticci tattici di ogni genere sedimentatisi negli ultimi anni. Ok. Primi nella banana league. Ok. Primi a corto muso. Ma primi. E sempre soli contro tutti. Pure contro la proprietà stessa piena di interisti che ci ritroviamo. Primi. E voi invece sempre invidiosi delgazzo a rosicare.
  19. Curriculum di certi personaggi di Report. E noi paghiamo il canone. Bene bene. Continuiamo pure con questo modo di fare i proprietari della Juve... Vero Jaky B Good?
  20. Si ma poi la voluta scorrettezza della domanda. «Nelle intercettazioni lei parla di bilancio falsato dalle plusvalenze». Non è vero. Allegri dice nella telefonata: «Il mercato dell'anno scorso era solo plusvalenze e quindi era un mercato del c****» Di bilancio falsato neanche l'ombra. Parla di cose pallonare, evidentemente sperava in acquisti specifici meno votati ad aggiustare il bilancio, o robe del genere insomma. Allegri se l'è sbrigata diversamente. Da buon dipendente sempre filosocietario a prescindere. «Sull'argomento inchiesta si è già espressa la società con un comunicato. Non ho altro da aggiungere» Però a questi qua bisogna imparare a rispondere secchi, non Allegri, ma la dirigenza. Possibile che chiunque può tirarci addosso qualunque cosa senza che nessuno fiati?
  21. Alla conferenza stampa si è presentato uno di Report a fare domande sull'inchiesta. Siamo alle solite.
  22. E' il metodo Agnelli. Fuori un nuovo logo, brutto come la morte nera, e lo valorizziamo con un'inchiesta all'anno. Con gli asterischi sulle maglie, scudetti coperti, stelle che non si sa quante sono, ricorsi farlocchi respinti con annessi pesci in faccia (e il pesce costa, attenzione), facciamo insultare in diretta Rai Benatia così siamo più simpatici, e via camminare. Te ne do atto però. L'idea tua comunque è buona. Possiamo anche arrivare settimi, ma se a bordo campo mettiamo delle belle meretrici formose con le nostre maglie un po' scollate, il pantoloncino vedo-non vedo, le faccine porcelline e ammiccanti, che bevono dalle borracce ufficiali del club con quel certo savoir-faire sessualmente provocante, lo stadio si riempie sempre, e il merchandising spopola. Tutti agli store a fare shopping! E il brand vola, pure senza vincere una cippa! Preparati. Ti faccio mettere nel cda il 18. Hai delle buone intuizioni.
  23. Già era sbagliato anche solo pensare di farlo rientrare, figuriamoci poi farlo davvero, e per di più strapagarlo. Ma questo CDA non ha nessuna intenzione di vendere meglio il brand, o di vincere trofei, o di fare calcio spettacolo. Questi risanano i conti e affrontano le questioni legali. Rischiamo infatti di perdere molto terreno e tempo in prospettiva. Ma Allegri non è un fesso, e loro sperano che col suo gioco sparagnino ottenga il più possibile. Questo casino che è successo rischia di diventare una zavorra per qualche anno. Soprattutto se finisce che ci tolgono qualche punto o simili. Bisogna andare in CL, per forza, o almeno vincere l'EL per andarci di diritto, e sperare che non ci tolgano punti e che anche a livello europeo finisca tutto in una bolla di sapone. Altrimenti si prepari padre Gionnino, che ci sarà di nuovo da cacciare la grana.
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