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  1. Rapporto Legislatura Cresce il ricorso al voto di fiducia. E non mancano i casi limite Durante la legislatura sono state 106 le questioni di fiducia poste sui disegni di legge in discussione, 8 delle quali solo per la nuova legge elettorale https://www.agi.it/politica/rapporto-legislatura/rapporto_legislatura_cresce_ricorso_a_fiducia-3315170/news/2017-12-28/
  2. Stamattina al bar ho beccato un giovine del PD, di quelli che si battono per il territorio standosene al calduccio in sede, solita arringa sul referendum e sulla legge elettorale maggioritaria (anticostituzionale). Alla domanda bhe 8 fiducie per una legge elettorale che favorisce il cdx?... è calato il silenzio.
  3. Salvini passa più tempo a La7 che a letto con la Isoardi... vabbe ci pensa l'amante
  4. Un governo si farà, solo cdx o larghe intese si farà, il regista(cit.) sarà Silvio. Lui ha già vinto Da non sottovalutare i possibili cambi di casacca per un governo di larghe intese che potrebbe essere appoggiato anche dai leghisti vicini a Bossi e Maroni.
  5. sto guardando il Berlusca, ma quanto viagra ha in circolo?.. Mentana non regge il ritmo imposto da Silvio cavolate a non finire, pero è unico
  6. Pippo è passato al livello successivo, si batte per i trans.
  7. hater #staibonino i radicali duri e puri non appoggiano +europa, fanno campagna per l'astensione
  8. Buffon Licht Benatia Chiellini Sandro Costa Khedira Pjanic Matuidi Dybala Mandzukic
  9. negli ultimi sondaggi nei collegi in bilico centro-dx leggermente avanti
  10. Emiliano: «Tra Pd e M5S un'intesa che s'ha da fare» «Chi prende meno seggi tra Pd e M5S s'impegna a sostenere il governo dell'altro» di GIUSEPPE DE TOMASO Presidente Michele Emiliano, il segretario pd Matteo Renzi ha detto che resterà in sella anche in caso di sconfitta. Lei che pensa? Innanzitutto bisognerebbe capire il significato di una ipotetica sconfitta, con questa legge elettorale cervellotica. Esercizio che oggi nessuno è in grado di svolgere. Mettiamola così. Per il Pd perdere le elezioni potrebbe significare la vittoria del centrodestra o dei grillini, anche senza una maggioranza assoluta da parte di uno di questi due competitori? È ovvio che la posizione del segretario di un partito perdente risulterebbe più complicata in casi come questi. Ma se nessuno dovesse vincere e se il Pd dovesse ottenere un risultato inferiore a quello del 2013 (segreteria Bersani), qualcosa potrebbe accadere, anche se bisogna considerare che nella legislatura appena conclusa si è verificata una scissione in casa nostra: quella di Leu. Ma escluderei l’idea che il segretario si possa dimettere sulla base di un esito elettorale. Renzi resta al suo posto, dunque. Un cambiamento ci potrebbe essere solo in presenza di un assetto di governo in cui il Pd e il suo segretario non avessero un ruolo particolare, rilevante. In tal caso lui stesso, il segretario, potrebbe dar vita a una scossa. Ma se il Pd non dovesse superare il 20 per cento? Ripeto: non avranno peso i risultati elettorali, ma le soluzioni di governo. Se il Pd avrà un ruolo chiave, Renzi non solo non andrà a casa, ma sarà lui a dare le carte. Lei ha detto che se il M5S avrà la maggioranza relativa, dovrà avere l’incarico di formare il governo governo e il Pd dovrà appoggiare il tentativo. Sostengo da anni che Pd e 5stelle sono fatti, in larga parte, della stessa materia. Ma i programmi economici di piddini e grillini sono piuttosto diversi. Non mi pare. Ho letto i programmi, non mi pare che siano troppo distanti. Un ex assessore grillino romano ha detto che Grillo ci porterebbe alla situazione del Venezuela. Lo escludo totalmente. Il M5S è affollato di persone moderate, di professionisti capaci, non di gente anti-sistema in cerca di scudi assistenzialistici o di nostalgie totalitaristiche. Il M5S concepisce, secondo alcuni critici, il sistema finanziario come una mega Cassa Depositi e Prestiti. In verità loro vogliono riformare la Cdp, che non va usata come un salvadanaio per fini privati. Retropensiero utilizzato finora, purtroppo, pure per l’Ilva. Ciò detto, se è necessario, o si salva dichiaratamente il sistema bancario con i soldi pubblici o lo si fa con criteri opachi. Il che sarebbe inammissibile. Per restare nel caso Ilva: Banca Intesa ha sostenuto uno sforzo enorme per salvare il siderurgico tarantino. Ora bisogna trovare il denaro da restituire a Banca Intesa. Ci si sta impegnando perché sia l’acquirente dell’Ilva a saldare il debito con le banche. Quindi via libera a un governo a guida Di Maio se il M5S dovesse ottenere la maggioranza relativa? Il M5S è un partito del sistema politico italiano. Di Maio si esprime in modo garbato, veste bene con giacca e cravatta. È possibile che il M5S sia il partito più votato. Di conseguenza, dovremmo appoggiare il suo tentativo. In una cornice di reciprocità, però. Può pure accadere, infatti, che sia il Pd il primo partito in Parlamento, in tal caso dovrebbero essere loro, i pentastellati, a sostenere il nostro sforzo per formare il governo. Pd e M5S hanno molti punti di contatto, fondati su una concezione non privatistica, non padronale, della politica. La destra, invece, ha una concezione opposta. Ecco perché vedo il Pd alleato con il M5S. La destra, poi, è sprovvista di leadership autorevole. Mattarella dovrebbe dare l’incarico al leader del partito più forte o al leader della coalizione più robusta? Le coalizioni, con questa legge elettorale, sono una finzione. Tanto è vero che Forza Italia si presenta con la scritta Berlusconi presidente, la Lega con Salvini presidente e Fdi con Meloni presidente. Si sono alleati solo per tentare di vincere nei collegi. Qualche collegio in più l’avremmo potuto ipotecare anche noi se fosse andata in porto, come proponevo, l’alleanza elettorale con Leu. Il Capo dello Stato, secondo prassi costituzionale, dovrebbe affidare l’incarico alla personalità che ha più probabilità di dar vita all’esecutivo. Non è solo questione di numeri elettorali. Contano anche i gruppi parlamentari. Il Ms5 dovrebbe appoggiare il Pd se il Pd avesse un numero più alto di senatori e deputati. Potremmo così dar vita a una rivoluzione, a un rinnovamento radicale del Paese. I partiti della Seconda Repubblica hanno gestito il potere senza cambiare e migliorare l’Italia. Se fosse stato Gentiloni la bandiera del Pd in questa campagna elettorale, le prospettive dei dem sarebbero state migliori? Facciamo fantapolitica. Se Renzi avesse detto: «Io sono qui per servire il partito. Lo porto alle elezioni. Poi rimetterò il mandato a chiederò al partito di decidere che fare. Nel frattempo dico che il nostro candidato è Gentiloni». Ecco. Se Renzi avesse fatto questo discorso, avremmo ottenuto non meno di 4-5 punti percentuali in più. Lei quindi, in caso di sconfitta del Pd, non si proporrà per la leadership del partito. Le primarie del Pd si sono svolte poco tempo addietro. Ogni valutazione sul «dopo» è affidata al segretario. Quello che io temo è il rischio dell’irrilevanza del Pd nella formazione del prossimo governo. Questa sì che sarebbe una battuta d’arresto gravissima. E quando qualcuno fallisce in un compito deve sottoporsi alla verifica della propria leadership. Come è avvenuto dopo il flop referendario. Infatti. Grazie alla verifica delle primarie, Renzi ha ripreso il timone del partito. Ci può essere un governo di grande coalizione Pd-Forza Italia-Leu? È probabile che nessuna forza in campo, partito o coalizione, raggiunga la maggioranza assoluta dei seggi. Ma mi sembra impossibile un governo come quello da Lei ipotizzato. Il governo Letta era qualcosa di simile. È passata molta acqua sotto i ponti. Sarebbe un’operazione, quella dell’intesa con Forza Italia, che distruggerebbe il Pd. La mia idea l’ho descritta testè: intesa programmatica Pd-M5S, chi arriva secondo appoggia il governo presieduto dall’altro. Nel frattempo si potrebbe approvare una nuova legge elettorale per ritornare al voto. Il criterio per la scelta dei presidenti di Camera e Senato potrebbe essere adottato per la futura formula di governo? I presidenti delle Camere credo che rispecchieranno la struttura dell’alleanza di governo. Difficile fare previsioni. Questa legge elettorale sta uccidendo la politica. Gli elettori non sanno su cosa votare. Per la prima volta, dopo decenni, non viene indicato né un premier né un programma di governo. Secondo lei in Puglia come va finire, per il Pd e tutti gli altri? Il Pd, l’ultima volta, ha ottenuto il 18% dei voti. Il 18% domenica sarebbe un ottimo risultato. Anche perché dovremmo tener conto dei contraccolp, politici e numerici, prodotti dalla scissione di Leu. La battaglia nei collegi uninominali come andrà? La vedo al limite dell’impossibile per noi. Il vantaggio del M5S appare netto. Potrebbe accadere che in qualche singolo collegio grazie alla qualità dei candidati la vittoria possa andare al centrosinistra o al centrodestra. Il M5S nei collegi è favorito dal fatto di essere un partito secco, monolite. Viceversa centrosinistra e centrodestra sono coalizioni: se il loro candidato non piace, il voto si frantuma. La legge elettorale si è rivelata una beffa per noi, è la più sfavorevole possibile. Che pensa del caso del preside brindisino Salvatore Giuliano, che ha collaborato all’Istruzione con i ministri del centrosinistra sulla «buona scuola» e ora sembra il ministro ombra del M5S? Il preside Giuliano è bravissimo. È un mio amico personale. Ha lavorato con me, in campagna elettorale, nelle sagre del programma. Credo che abbia votato per me. Ora lui e, come pare, altri elettori del Pd si sono spostati sui Cinque Stelle. Un distacco fisiologico, alla luce di certi errori commessi. Non è singolare che Giuliano si schieri con chi contesta la riforma scolastica del centrosinistra? Non è singolare. Giuliano è una persona libera e innovativa. Lei farebbe il ministro dell’Interno o della Giustizia, con Giuliano all’Istruzione, in un governo Di Maio? Non posso far parte di un governo del M5S. Innanzitutto, perché sono il presidente della Regione Puglia, e poi non farei parte di un governo a guida grillina. La mia proposta, ripeto, è un’altra. L’ho già illustrata. Io sono fuori gara.
  11. In Campania e Sicilia centro-destra favorito sui 5S. L'unico viincitore certo è Berlusconi.
  12. il pocket money e la razione di cibo giornaliera dei migranti
  13. parliamo dei favoriti piuttosto... Berlusconi riceve Tajani. Ma Salvini insiste: "Io pronto a fare il premier" Pranzo a Palazzo Grazioli tra il Cavaliere e il presidente dell'Europarlamento ora candidato premier di Forza Italia. Ma il leader leghista insiste: "Il premier lo deciderà chi è a casa: chi vuole Tajani voti Forza Italia. E io manterrò gli impegni". Perplessità anche da Meloni: "Tajani brava persona, ma a Palazzo Chigi vorrei uno che in Europa sappia battere i pugni"
  14. la farfalla ce l'hai in testa, quella di MEB ovviamente
  15. LA MAESTRA DI TORINO VERRÀ LICENZIATA PRIMA DEI “MACELLAI” DEL G8 Finalmente la stampa e i politici italiani hanno trovato il nemico comune contro cui scagliarsi, tutti per uno e uno per tutti. Non ha le sembianze di un terrorista che tenta di commettere una strage, né quella di un amministratore accusato di corruzione (così tanti, questi ultimi, da diventare nessuno). Non è chi giura sul Vangelo contro l’ipotetica islamizzazione del suolo italico, né chi promette (o minaccia) di abolire i pochi diritti civili approvati durante l’ultima legislazione. Non è chi si candidapur essendo ineleggibile. Il nemico comune, il mostro da combattere, il male dell’Italia claudicante in mezzo ai tumulti è una maestra precaria di Torino. Lunedì 26 febbraio, durante la puntata di Matrix su Canale 5, è andato in onda un servizio sugli scontri tra la polizia e i manifestanti antifascisti, circa cinquecento, che hanno tentato di raggiungere l’Nh Hotel tra corso Bolzano e corso Vinzaglio, dove stava parlando il leader di CasaPound Simone Di Stefano. Che le immagini trasmesse da Matrix mostrino un’incompatibilità della maestra con il suo ruolo di educatrice credo che sia innegabile, per il solo fatto che anche quello dell’insegnante di Torino è un ruolo pubblico, e per quanto la libertà d’espressione debba sempre essere garantita, se ti fai riprendere dalle telecamere mentre auguri la morte di un altro impiegato pubblico, devi anche accollartene le conseguenze professionali e giuridiche. A chiedere l’immediato intervento contro il mostro sono stati soprattutto i sindacati di polizia: Serve «una ferma e corale condanna morale e anche concreta,” ha affermato Felice Romano, segretario del Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia), che ha pure ringraziato Renzi per aver “tempestivamente censurato questo tipo di condotta esprimendo solidarietà nei confronti dei poliziotti ed auspicando l’immediato sospensione dell’insegnante”. Il segretario generale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) Gianni Tonelli si è subito associato al collega: “Abbiamo assistito alla sospensione di un poliziotto per molto meno. Adesso ci chiediamo: cosa ne sarà di questa insegnante? Cosa avrà mai potuto insegnare ai suoi alunni? È possibile che un’istituzione come la scuola, deputata alla formazione e all’inclusione nella società, si avvalga di insegnanti che incitano all’odio e non rispettano le istituzioni? Da cittadino, ancora prima che poliziotto, mi aspetto che questa persona sia immediatamente sospesa dall’insegnamento”. Questi commenti assumono un tono del tutto diverso – quasi divertente – se si considera che, solo qualche giorno prima della deflagrazione del caso della malefica maestra, la Polizia di Stato era balzata agli onori della cronaca per un tweet sarcastico. Vittime della frecciata contro gli osservatori di Amnesty International Italia, presenti alla manifestazione antifascista organizzata sabato a Roma dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) per monitorare il comportamento delle forze di polizia ed eventuali usi sproporzionati della violenza. Perché, nonostante il nostro sia un Paese la cui memoria è sempre troppo corta, il tema delle violenze e delle torture perpetrate dalle forze dell’ordine è ancora un problema, e anche grosso, che l’approvazione della legge contro il reato di tortura – dopo un iter lungo appena trent’anni– non ha risolto, anzi. Mentre l’Italia intera è indignata e spaventata dalle urla – probabilmente inopportune – di una maestra durante una manifestazione antifascista, non ha destato la stessa preoccupazione il fatto che a fine dicembre 2017, Gilberto Caldarozzi, condannato in via definitiva a tre anni e otto mesi per aver partecipato alla creazione di false prove finalizzate ad accusare ingiustamente chi venne pestato senza pietà alla Diaz da agenti rimasti impuniti, è oggi il numero 2 – Vice direttore tecnico operativo – della Direzione Investigativa Antimafia, ai vertici delle forze investigative italiane. E la nomina è stata decisa dal ministro dell’Interno Marco Minniti. Così come quella di Pietro Troiani, il vicequestore di Genova passato alla storia come “l’uomo delle false molotov”. Un altro dei condannati eccellenti per la “macelleria messicana” del G8, cui è stato affidato uno degli incarichi più prestigiosi della polizia italiana: Troiani il 21 dicembre è stato nominato dirigente del Coa, il Centro operativo autostrade di Roma e del Lazio, il più grande d’Italia. Come per Caldarozzi, tecnicamente non si è trattato di una promozione. Inoltre Calderozzi, insieme ad altri protagonisti dello scempio della Diaz, è stato spesso in cattedra alla Scuola Superiore di Polizia. Franco Gratteri, che all’epoca del G8 era un grado superiore a Caldarozzi, oltre a tenere anche lui cattedra alla Scuola di Polizia, negli anni ha stipulato accordi con le università. Anche Gratteri è stato condannato in via definitiva per la “macelleria” di Genova. È già passata anche l’indignazione per i cinque minuti di applausi e standing ovation tributati dal Congresso nazionale del Sap ai tre agenti condannati in via definitiva per la morte del 18enne Federico Aldrovandi, durante un controllo il 25 settembre del 2005 a Ferrara – Paolo Forlani, Luca Pollastri e Enzo Pontani. In quel caso il segretario nazionale Gianni Tonelli – che ora chiede preoccupato cosa ne sarà della mostruosa insegnante di Torino – aveva lanciato la campagna#vialamenzogna, una risposta alla manifestazione nazionale #vialadivisa con la quale pochi giorni prima la famiglia di Federico chiedeva la destituzione dei colpevoli della sua morte. In quell’occasione proprio Tonelli parlò di “accanimento contro gli operatori delle forze di Polizia”, di “una pelosa macchina del fango che mistifica la realtà dei fatti trasformando, spesso, i violenti in eroi e i poliziotti in delinquenti.” D’altronde il caso della morte di Aldrovandi è evidentemente un nervo scoperto, tanto che a dicembre, il giudice sportivo Pasquale Marino ha multato alcune squadre di calcio perché i loro tifosi avrebbero esposto “uno striscione di contenuto provocatorio nei confronti delle forze dell’ordine.” Gli striscioni erano delle fotografie di Federico Aldrovandi. E per quanto riguarda Stefano Cucchi, sembra si sia persa memoria del fatto che ancora non è stato condannato nessuno, a quasi nove anni di distanza dalla sua morte. Insomma, la maestra di Torino non aveva un incarico di ruolo e probabilmente non l’avrà mai. Anche se, personalmente, non dispererei. Dato l’andazzo di questo Paese, fra qualche anno potrebbe ricevere una promozione.
  16. Tajani è ottimo per le larghe intese. Comunque Salvini e la Meloni per qualche ministero, e carta bianca al nord, accetteranno pure Tajani.
  17. Chiamali fessi, i leghisti, vanno avanti da 20 anni con questa barzelletta, allaggente piace.
  18. Il voto tattico per fermare l'estrema destra "Terroni per Salvini" vuole richiamare l'attenzione dei cittadini e informare su quali sono i collegi, al sud ma anche nel resto d'Italia, in cui poche centinaia di voti possono togliere a Salvini e alla coalizione costruita attorno a Lega Nord e Fratelli d'Italia i numeri necessari per andare al governo. http://www.terroni-per-salvini.it/
  19. I camerati abusivi di CasaPound: parenti e amici vivono gratis nel centro di Roma Il Grand Hotel dei neofascisti: Iannone ha messo lì la moglie. Di Stefano il fratello. Emergenza abitativa risolta. Sì, ma per i propri cari http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/02/27/news/i-camerati-abusivi-di-casapound-parenti-e-amici-vivono-gratis-nel-centro-di-roma-1.318675?ref=HEF_RULLO
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