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  1. Vive e prospera un sistema che io stesso ingenuamente ritenevo superato. Dopo l'emergenza della Terra dei Fuochi, abbiamo creduto che certi meccanismi di smaltimento illegale appartenessero al passato. Intanto FanPage ha scoperto un sistema che Cantone credeva morto, il problema reale è questo. Bisogna scegliere se salvaguardare politici e dirigenti deviati oppure la salute e i soldi degli italiani. Anno solare 2018 la Campania e tante altre regioni italiane sono fogne a cielo aperto, nella lotta contro la corruzione siamo sotto 10000 a 1.
  2. Ho visto la replica, grande Sofia! Era da podio anche in super-G.
  3. Boldrini attacca Renzi: "Quello per il Pd e i suoi alleati è un voto utile a riabilitare Berlusconi" Grasso incontra Corbyn: "Disuguaglianze intollerabili, a rischio democrazia". La presidente della Camera ed esponente di Leu critica anche le liste che sostengono i dem ROMA - Laura Boldrini su Twitter va all'attacco del Pd e delle liste alleate(+Europa di Emma Bonino e Civica popolare della ministra Beatrice Lorenzin), mentre Pietro Grasso, ha incontrato questa mattina il capo dei laburisti, Jeremy Corbyn: "la grande questione dei nostri tempi - ricorda il leader di Leu - sono le disuguaglianze che, ormai intollerabili, mettono a rischio le fondamenta della democrazia e permettono alle peggiori destre di farsi spazio nella società". Attacca la presidente della Camera: "Bonino e Lorenzin, alleate del Partito Democratico, vogliono le larghe intese. E Renzi tace. Quello al Pd e ai suoi alleati è il voto utile per riabilitare Berlusconi". Commenta Grasso dopo aver lasciato gli uffici del Parlamento a Westminster: "Il leader del partito laburista sta raccogliendo grandi consensi tra i giovani in Gran Bretagna perché ricorda a tutti quale sia la grande questione dei nostri tempi: le disuguaglianze che, ormai intollerabili, mettono a rischio le fondamenta della democrazia e permettono alle peggiori destre di farsi spazio nella società". Boldrini ribalta dunque la propaganda renziana del "voto utile". Per Matteo Renzi, infatti, ogni voto dato a Liberi e uguali fa "avvicinare Salvini a Palazzo Chigi". Ma per la presidente della Camera è l'esatto contrario: ogni voto dato al Pd facilita l'inciucio con Forza Italia. La polemica nasce dopo il forum alla Stampa pubblicato oggi dal quotidiano torinese in cui Emma Bonino guarda a Paolo Gentiloni, oggi presidente del Consiglio, anche per il futuro che nascerà dalle urne del 4 marzo e apre alle larghe intese, senza però populisti e sovranisti. "Penso che dopo tre anni in cui abbiamo rottamato, a parole o nei fatti quasi tutto, l'Italia abbia bisogno di essere rassicurata. E Gentiloni è un premier che potrebbe restare", dice Bonino. Larghe intese? Ok per la leader di +Europa, ma senza "i populisti, i violenti e il blocco sovranista, da Fratelli d'Italia alla Lega". Alle sue parole arriva a stretto giro la replica di Roberto Speranza: "È ormai chiaro a tutti che Renzi e Berlusconi preparano un governo insieme. Le loro agende si somigliano. Noi non ci stiamo. Siamo alternativi. Ogni voto dato al Pd e ai suoi alleati porta a questa prospettiva che Emma Bonino ammette candidamente", osserva il coordinatore nazionale di Leu Sulla stessa lunghezza d'onda il leader di Possibile,Pippo Civati, anch'egli esponente di Liberi e Uguali: "I vertici del Pd - aggiunge Civati - ripetono la colossale sciocchezza che il voto a Leu è un voto alla Lega. Un ragionamento singolare da parte di chi ha favorito la resurrezione politica dell'asse Forza Italia-Lega, facendo maldestre politiche di destra". Ma per Grasso sono le "diseguaglianze intollerabile" il vero "rischio per la democrazia". "C'è un tema- spiega il presidente del Senato - tra quelli affrontati nell'incontro con Corbyn, di cui in Italia nessuno parla: la casa. Sono 50 mila le persone senza casa e 700 mila quelle che non riescono più a sostenere un mutuo. Dobbiamo affrontare l'emergenza abitativa senza aumentare il consumo di suolo".
  4. Ecco la terza, attesissima, puntata dell'inchiesta Bloody Money. Dopo il primo filmato, in cui è tirato in ballo il nome di Luciano Passariello, candidato in Campania nelle prossime elezioni politiche, e il secondo, in cui dialoga con Roberto De Luca, figlio del presidente della Regione Vincenzo, oltre che assessore al Comune di Salerno, Nunzio Perrella, l'ex boss della Camorra infiltrato per Fanpage.it, incontra Biagio Iacolare, presidente del Cda di SMA Campania, e il suo mediatore, Mario “Rory” Oliviero, ex presidente del Consiglio comunale di Ercolano. In attesa che l’appalto per lo smaltimento dei fanghi tossici venga assegnato all’azienda amica, senza gara pubblica ma con un affidamento diretto, trattandosi di un’emergenza, si parla di percentuali da spartirsi, affari e soldi con tanto di consegna di una valigetta con le tangenti da pagare. Nel video si vede Perrella consegnare al mediatore la borsa con 50mila euro di mazzetta. Ma al suo interno non vi è nulla. https://youmedia.fanpage.it/video/al/WowvBeSwZYWPsB8c
  5. De Luca voleva il duello televisivo, Grasso gli ha detto in maniera educata di attaccarsi ar cà. Rimbalzato come un Renzi qualunque.
  6. Forza Nuova: “No al Gay Pride nella città della Madonna” Forza Nuova sul Gay Pride a Pompei: «Non comprendiamo il perché questa manifestazione debba essere svolta proprio a Pompei, città della Madonna del Rosario» “Atteso che, in ossequio alle vigenti norme sul comune senso della decenza e del pudore, a nostro avviso nessuna città meriterebbe il Gay Pride, non comprendiamo il perché questa manifestazione debba essere svolta proprio a Pompei, città della Madonna del Rosario”. Così Forza Nuova in una nota su Facebook. “L’associazione Rainbow – prosegue la nota di Forza Nuova – ha inteso provocare e offendere i tantissimi fedeli che nella Madonna di Pompei hanno e vedono un faro di vita e uno dei cardini della propria fede. Forza Nuova si opporrà con ogni mezzo a che questo evento offensivo dei valori cristiani non venga tenuto nella città Mariana. È singolare come i signori esponenti LGBT sempre attenti e pronti a lottare per i loro diritti non tengono conto di quelli altrui”.
  7. L'ombra dei casalesi su Passariello (Fdi) imbarazza la Meloni Accuse di legami con la camorra: finisce sotto indagine il braccio destro di Giorgia, già coinvolto nel 2014 in un'inchiesta sul riciclaggio di denaro dei clan in Sardegna. Il profilo. GIOVANNA PREDONI Ci mancavano solo la camorra e il clan dei casalesi in questa campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 2018. Perché l'indagine su Luciano Passariello, candidato di Fratelli d'Italia alla Camera, getta ombre pesanti sulla gestione del partito di Giorgia Meloni in Campania. ACCUSE DI CORRUZIONE E NON SOLO. Passariello non è un nome qualunque per la politica campana: è considerato il braccio destro della leader di Fdi. Da quel che filtra i magistrati della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Napoli lo hanno indagato per episodi di corruzione, voto di scambio, traffico di rifiuti ma anche finanziamento illecito ai partiti. DOVEVA INDAGARE LUI SULLE SOCIETÀ... Si parla di irregolarità presso la Sma, l'azienda della Regione che si occupa di "risanamento ambientale e contrasto degli incendi nelle aree boschive", in cambio di un appalto per un imprenditore legato a un clan della camorra. Passariello è anche consigliere regionale campano, presidente della commissione d'inchiesta sulle società partecipate della Regione. In pratica è quello che dovrebbe indagare sulle società su cui adesso indaga la procura. MOGLIE ASSUNTA IN UN'AZIENDA REGIONALE. Già nel 2014 l'ex Forza Italia, poi passato con la Meloni, fu oggetto di una polemica perché si scoprì che la moglie Francesca Schettini era stata assunta in una società regionale, Campania Ambiente. I due si sposarono lo stesso anno e lei si presentò al matrimonio con un vestito uguale a quello usato anni prima dalla regina Rania di Giordania. GESTIONE APPALTI E SPESE POCO TRASPARENTE. Sulla Sma la procura di Napoli ha acceso da anni i riflettori, in particolare per la gestione di appalti e rimborsi spese, poco trasparenti. Come anche su Passariello lavora da diverso tempo la Dda. Sempre nel 2014 il rappresentante del partito erede di Giorgio Almirante fu indagato a Cagliari insieme con l'europarlamentare di Forza Italia Salvatore Cicu in un'inchiesta sul denaro riciclato dei clan camorristici casalesi e D'Alessando. La vicenda era legata alla vendita di un terreno in Sardegna dove è stato costruito un villaggio turistico, a Villasimus, poi sequestrato in via cautelare dalla Dda. Dopo il rinvio a giudizio alla fine del 2016 il processo è ancora in corso. I magistrati cagliaritani accusarono Passariello di aver contattato la società sarda Tu.ri.cost, poi rilevata dai clan camorristici, per farne parte dopo che uno dei soci aveva deciso di uscire dal sodalizio. PRESUNTO RIMBORSO DA PARTE DEI CLAN. L'accusa sosteneva che Passariello avesse pagato una prima tranche per l'ingresso, decidendo poi di non completare l'operazione. Al passaggio societario nelle mani dei casalesi, il consigliere regionale sarebbe stato rimborsato dai clan, così come avvenuto per gli altri tre soci sardi, Cicu (Fi), l'ex sindaco di Sestu Luciano Taccori (Fi) e il consigliere comunale Paolo Cau (Fi). Cicu ha sempre sostenuto la sua innocenza, di non essere mai stato un socio occulto e di essere estraneo ai fatti contestati, di essersi limitato all'acquisto e alla vendita. LIBERI E UGUALI VA ALL'ATTACCO. Il senatore di Liberi e uguali Peppe De Cristofaro, candidato al Senato e capolista a Napoli, commentando l'inchiesta napoletana ha detto: «Non scopriamo certo dalle notizie di oggi l'intreccio storico che esiste in Campania tra le forze della peggiore destra e i fenomeni di corruzione, di traffici di rifiuti e di voto di scambio. Se dovessero essere confermate leaccuse della procura della Repubblica al candidato di Fdi alla Camera, Luciano Passariello, sarebbero soltanto l'ennesima pagina di un libro ben conosciuto». «FORSE PENSAVA ALLE MUMMIE EGIZIE». Quindi l'affondo finale: «La Meloni farebbe bene a scegliere meglio i propri referenti territoriali e i candidati del suo partito. Evidentemente era troppo impegnata a occuparsi delle mummie egizie invece che degli italiani che la rappresentano».
  8. Rosaria Capacchione A proposito di FanPage, di rifiuti e di camorra Riavvolgiamo il nastro e torniamo ai blocchi di partenza, depurando la storia da influenze (e violenze) della campagna elettorale, da eccessi caratteriali, da gelosie professionali, da timori per le conseguenze dell’inchiesta. Anzi, delle inchieste: quella giornalistica e quella giudiziaria. Torniamo indietro e stiamo ai fatti, che sono molto più semplici e brutali di quanto appaia. Quella narrata dai filmati di FanPage e dai decreti di perquisizione della Procura di Napoli è storia di camorra, di camorra che non spara ma potrebbe farlo ma che innanzitutto pensa agli affari. Camorra di nuova generazione? Niente affatto, è la stessa che si agita sul campo da quando ha scoperto, grazie al terremoto del 1980, che l’impresa e gli appalti pagano più delle normali estorsioni: è sufficiente la corruzione E’ la stessa che scoprì, come scriveva il sociologo Amato Lamberti dopo il sequestro di Ciro Cirillo (1981), che molto più redditizio del crimine tradizionale è gestire “un vero e proprio sistema di imprese economiche finalizzate all’accumulazione in termini capitalistici […] nello stesso momento in cui si insedia su un territorio, tende ad occupare contemporaneamente mercato criminale e mercato legale. Solo che, mentre sul mercato (criminale) ci si muove con la logica del monopolio e dell’allargamento continuo, su quello legale tende a privilegiare solo quei settori di attività che o consentono un’elevatissima redditività o consentono l’acquisizione e il drenaggio del denaro pubblico”. A quel tempo erano soprattutto i fondi della ricostruzione post-terremoto, un’emergenza durata trent’anni. Ma già s’intravedeva quella successiva, tutta legata all’ambiente e allo smaltimento dei rifiuti. Nunzio Perrella, camorrista napoletano e imprenditore del settore, veniva arrestato nel 1991, mentre lo storico Nicola Tranfaglia dava alle stampe il saggio “La mafia come metodo” che citava, a proposito della camorra, proprio le parole di Lamberti. E raccontava, Perrella, che l’oro della camorra era l’immondizia che lui stesso aveva portato a spasso per l’Italia, su e giù dal Nord al Sud. Al Sud, ha raccontato nel libro “Oltre Gomorra” scritto assieme al giornalista Paolo Coltro e pubblicato tredici mesi fa, quando al Nord avevano riempito tutti i fossi e le discariche disponibili. Nunzio Perrella, dunque, dopo il pentimento - datato 1992 - e la lunga detenzione, ricampare sulla scena più di un anno fa, esattamente il 19 gennaio 2017, alla presentazione del libro. Dice subito che ha ancora molto da raccontare e far scoprire e che vorrebbe collaborare ancora con la magistratura. Per ritrovato senso civico? Per calcolo? Per riguadagnarsi lo stipendio da pentito? Non lo sappiamo e non ha neppure molta importanza: prima di lui lo hanno fatto in tanti, e da sempre. La pubblicistica sulla mafia è ricchissima di testi scritti a quattro mani con collaboratori di giustizia, a partire dalle confessioni di Tommaso Buscetta affidate alla penna di Enzo Biagi (Il boss è solo, 1987). Documenti preziosissimi che hanno contribuito, e non poco, alla nascita di una diffusa coscienza antimafia. Ritroviamo Perrella in un video di FanPage diffuso ad agosto dello scorso anno, sei mesi fa. Accompagna Sacha Biazzo, il giornalista che ha firmato anche “Bloody Money”, in alcune vecchie discariche di Ferrara e fa ritrovare immondizia e amianto sepolti sotto campi di grano. E ora eccolo di nuovo, nella veste del se stesso di un tempo: cioè, di un imprenditore dei rifiuti, senza scrupoli e disponibile a pagare per arrivare agli appalti. Che in giro per l’Italia si fa accompagnare da un giornalista, però, perché è con lui che sta collaborando. L’appalto più ghiotto riguarda lo smaltimento delle ecoballe, oltre mezzo miliardo di euro disponile per svuotare il sito di Taverna del Re. Sacha Biazzo lo accompagna perché vuole ricostruire e documentare il sistema che fa girare la macchina delle bonifiche e che sovrintende alla sempiterna emergenza dei rifiuti. I protagonisti sono quelli di sempre: mediatori, faccendieri, funzionari pubblici, politici. E’ lo stesso schema dell’operazione Adelphi (1993), l’indagine ispirata da Nunzio Perrella, che individuò verticinque anni fa la catena di montaggio delle collusioni, sopravvissuta però ai processi e rimasta in funzione fino alle due grandi emergenze del 2003 e del 2008. Fino a un nuovo pentimento: quello di Gaetano Vassallo, pure lui imprenditore dei rifiuti e pure lui vicino alla famiglia Bidognetti: “Sono stato sempre assolto - disse - ma ero sempre colpevole”. FanPage e Perrella girano i video che la testata web sta pubblicando a puntate; la Procura di Napoli indaga sullo stesso segmento che porta alla Sma, la società regionale che si occupa di rifiuti. Ed ecco che, leggendo i decreti di perquisizione, si definisce meglio il quadro d’insieme: gli uomini di Sma che compaiono nei filmati di FanPage sono solo alcuni di quelli monitorati dai magistrati napoletani. Ci sono, tra gli altri, Luciano Passariello e Roberto De Luca, ma anche il dirigente della Regione Campania Lucio Varriale, il dipendente della Sma distaccato alla segreteria di Passariello Agostino Chiatto; Andrea Basile, ritenuto l’attuale reggente del clan Cimmino; gli imprenditori Salvatore Porro, Abramo Maione, Vincenzo Riccio, Antonio Cristofaro e Giovanni Caruson interessati a un appalto per lo smaltimento di fanghi. Nella geografia criminale campana Caruson è collocato dalle parti del clan Cimmino del Vomero; Cristofaro da quelle del gruppo casalese della famiglia Bidognetti. E’ lo stesso Bidognetti, ergastolano e detenuto al 41 bis, condannato anche per disastro ambientale nel processo per la discarica Resit di Giugliano e storico alleato dei Cimmino: coinvolti in un duplice omicidio (per il quale è stato condannato all’ergastolo lo zio dell’imprenditore Cristofaro) e in un processo per una perizia “aggiustata”. Questo filone d’indagine non ha niente a che vedere con l’inchiesta giornalistica di FanPage: Luciano Passariello, è, infatti, destinatario di due distinti decreti di perquisizione, l’altro assieme al direttore generale di Sma, Lorenzo Di Domenico, che si è dimesso dall’incarico. Incrociando tutto il materiale disponibile emerge con evidenza un dato: il sistema criminale dei rifiuti è rimasto uguale a se stesso, ed è gestito dagli uomini di sempre. La ricostruzione giornalistica ha documentato in presa diretta il metodo; la Procura sta autonomamente verificando l’esistenza di reati gravissimi. Due piani differenti e che s’incrociano solo parzialmente. Il primo filmato messo in rete, e il cui impatto devastante è stato assorbito dalla polemica politica successiva al coinvolgimento di Roberto De Luca, riguarda invece lo smaltimento di rifiuti industriali nelle condotte dei depuratori: trentamila euro per far sparire in mare e nelle fogne il contenuto di un’autobotte di veleno. Accordo in presa diretta, rischio elevatissimo per i giornalisti che hanno documentato la trattativa. Rischio che il disvelamento della stessa non ha ridotto, anzi ha aumentato. In un passaggio, l’uomo che ha fatto i prezzi parla anche di tecniche per ripulire le acque. E scopre un altro nervo scoperto: l’inchiesta incompiuta sull’accaparramento, da parte di uomini del clan dei Casalesi, di brevetti per la depurazione dei rifiuti industriali. Fatti raccontati marginalmente nel processo per le misure di prevenzione a carico dell’avvocato Michele Santonastaso, recentemente condannato anche in appello per associazione camorristica, difensore storico di Francesco Bidognetti e dell’altro capo casalese, Antonio Iovine, da quattro anni collaboratore di giustizia. In quel procedimento, la ricostruzione della nascita di Eco.Art, una società che all’epoca dei fatti (2013) era in fase di accreditamento alla Regione Campania, attraverso una costellazione di imprese e di uomini vicini al clan: Pasquale Pirolo, che fu l’uomo di fiducia di Antonio Bardellino; Cipriano Caterino, Gaetano Del Vecchio, Giovanni Ricciardi. L’indagine su Eco.Art e sulle bonifiche si arenò a causa del quasi contestuale trasferimento di investigatori e magistrati ma avrebbe meritato ben altri approfondimenti. Al momento si ignora, per esempio, se le stesse persone siano ancora sulla piazza, magari sotto lo schermo di una nuova società. O se l’affare sia passato di mano. E’ certo, comunque, che i lavori dell’ultima commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti si siano conclusi segnalando numerose criticità in Campania. Alcune riguardano l’incendio dei siti di stoccaggio (come l’Ilside di Bellona) di rifiuti pericolosi. Un altro comparto nel quale è ben visibile la manina dei soliti noti. E che meriterebbe un’altra inchiesta.
  9. sono già un problema.. Le uniche cifre ufficiali su Forza Nuova nel suo insieme sono state fornite due anni fa dal ministero dell’Interno: in 65 mesi, tra il 2011 e il 2016, ben 240 denunce e dieci arresti. Quattro raid al mese. Un attacco neofascista alla settimana.
  10. se la magistratura e le fdo avessero gli strumenti non ci sarebbe bisogno di fanpage ma questo è il paese degli orfinelli... alla fine fanpage lo prenderà in quel posto, garantito al limone
  11. Buffon De Sciglio - Benatia - Chiellini - Asamoah Sturaro - Pjanic - Khedira Douglas Costa - Mandzukic - Alex Sandro
  12. Elezioni, Meloni sottoscrive il patto anti-inciucio: “Io non tradisco”. Ma Salvini e Berlusconi lasciano la poltrona vuota https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/18/elezioni-meloni-sottoscrive-il-patto-anti-inciucio-io-non-tradisco-ma-salvini-e-berlusconi-lasciano-la-poltrona-vuota/4168672/
  13. Convegno "Stiamo meglio o peggio di cinque anni fa? Un bilancio di fine legislatura", L'evento è stato organizzato da Sbilanciamoci!. Sono intervenuti: Duccio Zola (ricercatore della Campagna Sbilanciamoci!), Luigi Ferrajoli (professore), Grazia Naletto (portavoce della Campagna Sbilanciamoci! e presidente dell'Associazione Lunaria), Bruno Montesano (rappresentante della Campagna Sbilanciamoci!), Alfio Nicotra (membro dell'Associazione Un Ponte Per... Costruiamo Ponti. Non Muri.), Stefano Lenzi (responsabile dell'Ufficio Legislativo del World Wildlife Fund Italia), Lorenzo Fioramonti (professore, MoVimento 5 Stelle), Rossella Muroni (coordinatrice della Campagna Elettorale di Liberi e Uguali), Francesca Fornario (giornalista, scrittrice e attrice), Andrea Baranes (portavoce della Campagna Sbilanciamoci!), Leopoldo Nascia (ricercatore dell'Istituto Nazionale di Statistica), Mario Pianta (professore), Lucrezia Fanti (rappresentante della Campagna Sbilanciamoci!), Monica Di Sisto (giornalista). https://www.radioradicale.it/scheda/533385/stiamo-meglio-o-peggio-di-cinque-anni-fa-un-bilancio-di-fine-legislatura http://www.sbilanciamoci.org/wp-content/uploads/proposte_finelegislatura.pdf
  14. Abbiamo fatto la nostra partita, Dybala ha avuto un paio di occasioni per chiuderla ma vabbe... Nota di merito per De Sciglio, Rugani e Sturaro che hanno lottato su ogni pallone. Ancora decisivo Bernardino, il migliore insieme a Sandro. Pjanic vabbe... solo i morti di sonno possono criticarlo
  15. Sczcesny 6 De Sciglio 6,5 Rugani 6,5 Chiellini 6,5 Asa 6.5 Sturaro 6,5 Pjanic 6.5 Khedira 6 Costa 6 Berna 7 Sandro 7 Dybala 6+
  16. 38 di febbre fatemi passare un pomeriggio tranquillo.
  17. su skysport ho visto una carrellata dei derby anni '80, tutti i protagonisti del pendolo vintage
  18. Se Berna non sarà disponible.. SCZCESNY LICHT BENATIA CHIELLINI ASA KHEDIRA PJANIC MARCHISIO COSTA HIGUAIN SANDRO
  19. Bloody money, inchiesta su rifiuti, affari e politica https://www.fanpage.it/story/inchiesta-ciclo-rifiuti/ Roberto De Luca, figlio del presidente della Regione, nell’inchiesta rifiuti di Fanpage.it Roberto De Luca, figlio minore del presidente della Regione Campania nonché potente assessore al Bilancio del Comune di Salerno, è nel mirino della Procura di Napoli con altri politici e imprenditori nell’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti scaturita dall’indagine giornalistica di Fanpage.it. La Procura ha disposto perquisizioni nell’abitazione privata e nello studio del secondogenito di Vincenzo De Luca. Roberto De Luca, secondogenito di Vincenzo, il presidente della Regione Campania e fratello minore di Piero, candidato del Pd alle Elezioni Politiche del 4 marzo, è indagato per corruzione. L'inchiesta è quella della Procura di Napoli innescata da un lavoro giornalistico di Fanpage.it sul ciclo dello smaltimento dei rifiuti in relazione al lavoro di una azienda della Regione Campania, la Sma. Roberto De Luca è attualmente assessore al Bilancio al Comune di Salerno e grande favorito per la corsa a primo cittadino della città capoluogo, che ha visto suo padre a lungo con la fascia tricolore. Sono due i filoni dell'indagine che ieri ha portato lo Sco diretto da Alessandro Giuliano ad effettuare perquisizioni e acquisizioni di atti negli uffici del consigliere regionale Luciano Passariello (Fdi), del suo assistente Agostino Chiatto e del consigliere delegato della Sma Campania Lorenzo Di Domenico. Indagati risultano anche il commercialista Carmine Damiano e i tre imprenditori Nunzio Perrella, Rosario Esposito e Antonio Infantino. Che ruolo ha, in tutto questa vicenda, Roberto De Luca? Tratta con una persona che crede essere uno degli imprenditori interessati all’aggiudicazione dell’appalto. Il suo ruolo di assessore comunale a Salerno non gli dà alcun potere per sedersi al tavolo e ragionare di questi argomenti, tuttavia De Luca jr. vanta la possibilità di intervenire a livello regionale. continua su: https://napoli.fanpage.it/roberto-de-luca-il-figlio-del-presidente-della-regione-campania-e-nell-inchiesta-rifiuti/
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