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Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
Pressing ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
Macerata, “migranti come autovelox”: le frasi choc del poliziotto candidato con la Lega I migranti vittime dell’attentato fascista di Macerata sono come gli autovelox fatti saltare in aria nella provincia di Imola. E’ questa la tesi choc di Gianni Tonelli, poliziotto e segretario generale del sindacato Sap, ora candidato in Parlamento con la Lega di Matteo Salvini, che, in una trasmissione radiofonica, ha definito questo accostamento “un’analogia che non è assolutamente forzata“. Secondo il segretario del Sap, già salito agli onori delle cronache per gli applausi agli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi, “questi segnali di insofferenza, inaccettabili e intollerabili, è chiaro che nascono da un contesto. Se noi mettiamo un autovelox a ogni angolo di strada semplicemente per rimpinguare le casse, è chiaro che gli anelli più deboli della società poi partono per la tangente e prendono atteggiamenti che non hanno titolo e dignità di essere”. Il paragone tra migranti e autovelox ha scatenato immediate proteste. Il Movimento 5 Stelle parla apertamente di “farneticazioni: in un paese normale una persona come lui, che non è nuova nemmeno a pericolose esternazioni sulla morte di Federico Aldrovandi, non sarebbe nemmeno preso in considerazione e invece oggi ce lo ritroviamo candidato della Lega Nord. Una circostanza che si commenta da sola”. Secondo il Pd, invece, è “la Lega che cavalca le paure e si caratterizza per una deriva di estrema destra ormai incontrollabile si sta assumendo una grave responsabilità”. -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Chi è Gianni Tonelli, il capolista della Lega che insulta i parenti di Cucchi e Aldrovandi La Lega di Matteo Salvini ha deciso di candidare come capolista del collegio plurinominale di Bologna Gianni Tonelli, il segretario del Sindacato autonomo della polizia assurto agli onori delle cronache per le sue molteplici raggelanti dichiarazioni sui casi Cucchi, Aldrovandi e sull’inutilità dell’introduzione del reato di tortura. di Charlotte Matteini La Lega di Matteo Salvini ha deciso di candidare come capolista nel collegio di Bologna il segretario del Sap, Gianni Tonelli, assurto agli onori delle cronache a causa di alcune sue posizioni piuttosto estremiste espresse in relazione ai casi Cucchi, Aldrovandi e al massacro del G8 di Genova. Tonelli è il segretario di uno dei maggior sindacati di polizia, che conta circa 20mila iscritti su un totale di 100.000 poliziotti italiani. Nel corso degli anni a più riprese si è scagliato contro Ilaria Cucchi e Patrizia Aldrovandi, rispettivamente sorella di Stefano Cucchi e madre di Federico Aldrovandi, due ragazzi picchiati a morte in circostanze mai totalmente chiarite mentre erano in custodia ai tutori dell'ordine. Da sempre sostenuto da Matteo Salvini della Lega, che a più riprese ha difeso le posizioni estremiste di Tonelli anche in merito all'introduzione del reato di tortura nell'ordinamento italiano, il segretario del Sap – dopo mesi di indiscrezioni – alla fine si è effettivamente ritrovato candidato come capolista del Carroccio nella città di Bologna. Nel corso degli anni, Gianni Tonelli si è distinto in negativo per la sua difesa a oltranza dei poliziotti coinvolti nel caso Aldrovandi e degli agenti coinvolti nella prima inchiesta relativa alla morte di Cucchi (agenti che sono stati definitivamente assolti, a processo ora sono imputati i carabinieri che nell'ottobre 2009 fermarono Stefano Cucchi e lo trassero in arresto). "Non ho cercato io questa candidatura, mi è stata offerta da Matteo Salvini. La cosa che mi ha fatto piacere non è tanto la gratificazione a livello personale quando l'onore che il segretario della Lega ha voluto fare a tutta la comunità delle divise, dimostrando che la vicinanza espressa in questi anni non era solo una cosa formale per andare a caccia di voti. È un segnale che credo i miei colleghi debbano apprezzare perché ci consentirà di tutelare a un livello superiore gli interessi della categoria. Se entrerò alla Camera porterò lì dentro la voce degli agenti e contrasterò il partito dell'antipolizia che tanti danni ha fatto a questo Paese", ha dichiarato Tonelli ad Affari Italiani. Tonelli sul caso Cucchi Tra le affermazioni più controverse e contestate dall'opinione pubblica figura in particolare la dichiarazione espressa da Gianni Tonelli in occasione dell'assoluzione degli agenti imputati per la morte di Stefano Cucchi: "Tutti assolti, come è giusto che sia. Esprimo piena soddisfazione per l'assoluzione in appello di tutti gli imputati per la morte di Stefano Cucchi. In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità. Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie". Nel corso degli anni anche Salvini ha espresso solidarietà alle forze dell'ordine coinvolte nel caso Cucchi. Nonostante non abbia mai preso una posizione tranchant, come invece capitato altre volte, dalle dichiarazioni susseguitesi nel corso degli anni sembra comunque emergere una diffidenza del leader del Carroccio in merito al procedimento giudiziario contro gli imputati per la morte di Stefano Cucchi: "Mi sembra difficile pensare che in questo, come in altri casi, ci siano stati poliziotti e carabinieri che abbiano pestato Cucchi per il gusto di pestare. Se così fosse, chi l’ha fatto, dovrebbe pagare. Ma bisogna aspettare la sentenza, anche se della giustizia italiana onestamente non ho molta fiducia. Comunque, onore ai carabinieri e alla polizia". Tonelli e Salvini sul caso Aldrovandi Anche sul caso Aldrovandi, Gianni Tonelli è intervenuto svariate volte affermando posizioni piuttosto controverse e irrispettose. Esattamente come per il caso Cucchi, anche nel caso Aldrovandi Tonelli sostanzialmente accusò, nemmeno troppo velatamente, il ragazzo morto mentre era in custodia degli agenti e difese a spada tratta, applaudendoli al congresso del Sap, Paolo Forlani, Luca Pollastri e Enzo Pontani, tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte del 18enne di Ferrara durante un controllo di polizia il 25 settembre del 2005. "È un delitto solidarizzare con colleghi che consideriamo innocenti? Ero al congresso e ho applaudito convintamente i miei colleghi condannati ingiustamente", specificò Tonelli spiegando il motivo del suo gesto. "Ai colleghi coinvolti è andata una parte degli applausi, non certamente perché sono eroi, ma perché sono poliziotti che, in servizio, hanno patito e patiscono infinite tribolazioni dopo una sentenza per reato colposo sulla quale nutriamo, legittimamente, alcune riserve", scrisse Tonelli in una lettera indirizzata all'allora presidente Giorgio Napolitano, nell'ambito della quale chiese al capo dello Stato "di considerare la fatica delle forze dell'ordine e la richiesta di rivedere il processo nei confronti dei quattro agenti responsabili della morte di Federico Aldrovandi". "La condanna è ingiusta, si tratta di un errore giudiziario. Di fronte al dolore della madre non abbiamo nulla da eccepire ma non possiamo confondere verità con pietismo. Tutti i giorni muoiono giovani sulle strade, ma non diamo la colpa alle strade. C'è più di un ragionevole sospetto, le cause della morte di Aldrovandi sono altre. Non è il fermo di polizia la causa", dichiarò ancora sostenendo l'inadeguatezza della sentenza definitiva per la morte di Federico Aldrovandi. Tonelli e Salvini sul reato di tortura Anche per quanto riguarda il reato di tortura, Tonelli e Salvini sono piuttosto d'accordo ed entrambi considerano l'introduzione della norma – a lungo richiesta dall'Onu in seguito alla ratifica della convenzione sulla tortura da parte dell'Italia a inizio anni '80 e in mancanza della quale lo Stato Italiano è stato condannato dalla corte europea per i diritti umani – una vera e propria legge contro la polizia, nonché un regalo ai delinquenti. La revisione del reato di tortura, nonché l'inasprimento delle sanzioni per violenza contro un pubblico ufficiale, figura nel programma condiviso della coalizione di centrodestra e probabilmente il punto è stato inserito proprio per accontentare il leader della Lega che da anni contesta la legge. "Carabinieri e polizia devono poter agire liberamente. Se devo prendere per il collo un delinquente, lo devo prendere. Se cade mentre è fermato e si sbuccia un ginocchio, c***i suoi", dichiarò Salvini commentando l'approvazione del reato di tortura licenziato alla Camera. "Il reato di tortura è l'ennesimo regalo ai ladri e l'ennesimo attacco alle guardie. La Lega è l'unica contraria. Con questo reato basterà che qualunque delinquente appena arrestato denunci il poliziotto o il carabiniere anche per una violenza psicologica, e il poliziotto o il carabiniere passano i guai", commentò ulteriormente il leader del Carroccio. Mentre in parlamento era in discussione la legge per l'introduzione del reato di tortura, Matteo Salvini era in piazza a partecipare alla protesta contro la norma organizzata proprio dal sindacato di Gianni Tonelli: "In Italia esistono già sanzioni contro chi ha comportamenti di tortura che possono portare a quasi due vite di galera. Ora il parlamento deve approvare una norma, ma non ci si può lasciare andare a un manifesto ideologico contro le forze dell’ordine”, affermò Tonelli, sostenendo però una posizione fondata su presupposti falsi. La Corte europea dei Diritti dell’Uomo, intervenuta su ricorso del 62enne Arnaldo Cestaro, presente nella scuola Diaz al momento dell’irruzione della polizia e vittima di percosse che gli procurarono fratture multiple, sancì tra le irregolarità che portarono alla condanna dello Stato italiano “in parte dalla difficoltà oggettiva della procura a procedere a identificazioni certe, ma al tempo stesso dalla mancanza di cooperazione da parte della polizia”, ma soprattutto la mancanza di strumenti legali in grado di “punire adeguatamente i responsabili di atti di tortura o di altri maltrattamenti”. I reati ascritti alla macelleria della Diaz caddero in prescrizione e secondo la Corte "questo risultato non è imputabile agli indugi o alla negligenza della magistratura, ma alla legislazione penale italiana che non permette di sanzionare gli atti di tortura e di prevenirne altri”. "Siamo stati trattati peggio dei pedofili o dei mafiosi, per i quali l'istigazione alla commissione di reati odiosi, compresi quelli di violenza o di omicidio, non è punibile, mentre lo è per i poliziotti che, a buon fine, invitano un collega a fare una minaccia fasulla a un delinquente, magari per sapere dove hanno nascosto una bambina sequestrata. Questo è contrario a uno dei principi fondamentali del nostro diritto penale. L'obiettivo della legge è difendere non la brava gente, ma fornire strumenti ai delinquenti. Le vera vittima di questa legge sono le persone perbene", proseguì Tonelli, rimarcando: "Acute sofferenze psicologiche. Cosa significa sofferenza psicologica verificabile? Da che cosa, da una ricetta medica per farmaci ansiolitici o da una perizia a pagamento? Ogni delinquente può lamentare sintomatologie avendole apprese da Internet”, specificò Tonelli, evidenziando una mancata conoscenza delle modalità di rilevamento di post-traumatico, trattati alla stregua di malattie immaginarie e non diagnosticabili. continua su: https://www.fanpage.it/chi-e-gianni-tonelli-il-capolista-della-lega-che-insulta-i-parenti-di-cucchi-e-aldrovandi/ http://www.fanpage.it/ -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Elezioni, i candidati ai raggi X: il centrodestra fa il pieno di condannati e indagati Se i nomi proposti dai 5 Stelle hanno in media il titolo di studio più alto, la coalizione tra Forza Italia e Lega Nord è prima per coinvolti in procedimenti penali http://espresso.repubblica.it/palazzo/2018/02/28/news/elezioni-i-candidati-ai-raggi-x-il-centrodestra-fa-il-pieno-di-condannati-e-indagati-1.318718?ref=HEF_RULLO -
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Qualche stoccata... Berlusconi ha fatto la campagna elettorale contro i 5s. -
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Migranti, l’accordo Italia-Libia finisce davanti alla Corte costituzionale Era il 2 febbraio 2017 quando – alla vigilia di un importante vertice europeo a Malta in cui si sarebbe discusso anche di emergenza immigrazione – il Primo ministro Paolo Gentiloni siglava a Roma l’accordo col presidente del Governo di unità nazionale libico Fayez al-Serraj: un memorandum in cui l’Italia si impegnava nei confronti della Libia a fornire strumentazioni e sostegno militare, strategico e tecnologico, oltre a fondi per lo sviluppo, per bloccare le partenze dei migranti in fuga. Un accordo con un Paese, è bene ricordarlo, che non ha ratificato la Convenzione di Ginevra sui rifugiati, e nelle cui carceri i migranti sono quotidianamente oggetto di violenze e soprusi. Un impegno preso, inoltre, senza che fosse stato consultato il Parlamento. Per questo un gruppo di politici, supportati da un team di giuristi della Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), ha deciso a distanza di un anno di usare gli strumenti della legge per fare annullare quel patto. «Non sottoponendo la legge di ratifica dell’accordo alla Camera e al Senato, il governo ha violato le prerogative parlamentari, tutelate dall’articolo 80 della Costituzione, che prevede che per i trattati internazionali che hanno contenuto politico e prevedono oneri finanziari sia obbligatorio il passaggio parlamentare». Con queste parole Andrea Maestri, avvocato e deputato di Sinistra italiana-Possibile, annuncia a Left la presentazione alla Corte costituzionale del ricorso per sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. A presentarlo, insieme a Maestri, i candidati con Liberi e uguali alle prossime elezioni Giuseppe Civati, Giulio Marcon e Beatrice Brignone. Secondo i ricorrenti, il governo avrebbe impedito il legittimo esercizio del potere costituzionalmente garantito dalla Costituzione al Parlamento stesso. «La lesione delle nostre prerogative – spiega Maestri – è facile da individuare, perché io in particolare nei confronti dei ministri Minniti e Alfano ho presentato diverse interrogazioni su questo tema, me ne sono occupato tantissimo, però di fatto non vi è stata possibilità di discutere uno degli atti più importanti di politica migratoria e politica estera di questo governo come appunto l’accordo con la Libia, perciò il vulnus rispetto alla Costituzione è evidentissimo. Direi che si tratta di una questione grave dal punto di vista politico, ma anche costituzionale e oserei dire democratico». Una questione grave, insomma, che non è capitata per caso. «È evidente che c’è un filo rosso sangue che tiene legate le iniziative del governo italiano, sia in Libia che in Niger (il riferimento è alla missione italiana approvata a dicembre, ndr) che è la volontà di gestire i flussi migratori esternalizzando i confini, delegando il lavoro sporco ad esempio alle milizie libiche e alle tribù tripolitane e del sud del Paese che lo scorso aprile hanno stretto un patto con Minniti, quel “patto di sangue” così definito all’epoca dai capi tribù, come raccontato dal ministro stesso». A votare la missione militare italiana in Libia di agosto, di supporto alla guardia costiera del Paese nordafricano, furono però anche esponenti di Mdp, ora all’interno di Leu, la stessa lista di Maestri: «La posizione di Liberi e uguali su politica estera, politiche della migrazione, diritti umani – ribadisce il deputato – è assolutamente univoca, al di là delle scelte che magari Mdp ha fatto in passato. Credo che oggi nessuno fra i colleghi di Mdp avrebbe difficoltà a condividere pienamente la linea che abbiamo tracciato attraverso questa azione di denuncia». -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Renzi sul berlusconismo: “Bisogna uscire dal complesso”. Era il 2009… Cosa diceva nove anni fa l’attuale segretario del Pd ed ex presidente del Consiglio, artefice principale del defunto Patto del Nazareno proprio con il Cavaliere? “Vorrei che noi fossimo la generazione che manda Berlusconi in pensione, a godersi le ville. Vorrei immaginare il nostro essere di centrosinistra non solo in funzione antiberlusconiana. La vostra generazione, caro Santoro, non ci è riuscito”. http://www.michelesantoro.it/2018/02/renzi-sul-berlusconismo/ -
sondaggio [ TIM Cup "Semifinali Rit." ] Juventus F.C. - Atalanta Bergamasca Calcio 1-0
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Buffon 6 Lichtsteiner 5,5 Benatia 6,5 Chiellini 6+ Asamoah 6,5 Marchisio 5,5 Pjanic 6,5 Matuidi 6+ Douglas Costa 6,5 Mandzukic 6 A.Sandro 6 Khedira 6 -
[ TIM Cup "Semifinali Rit." ] Juventus F.C. - Atalanta Bergamasca Calcio 1-0
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secondo tempo meglio noi, portiamola a casa che ci aspettano due trasferte complicate -
[ TIM Cup "Semifinali Rit." ] Juventus F.C. - Atalanta Bergamasca Calcio 1-0
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entra Dybala e segna Mandz -
[ TIM Cup "Semifinali Rit." ] Juventus F.C. - Atalanta Bergamasca Calcio 1-0
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Metti Sturaro... almeno mena -
[ TIM Cup "Semifinali Rit." ] Juventus F.C. - Atalanta Bergamasca Calcio 1-0
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era da tempo che non seguivo un live... meglio l'eroina -
[ TIM Cup "Semifinali Rit." ] Juventus F.C. - Atalanta Bergamasca Calcio 1-0
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mettilo Max cit. Ambra -
[ TIM Cup "Semifinali Rit." ] Juventus F.C. - Atalanta Bergamasca Calcio 1-0
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Asa il migliore dei nostri fin'ora. -
[ TIM Cup "Semifinali Rit." ] Juventus F.C. - Atalanta Bergamasca Calcio 1-0
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Douglas Costa deve andare a giocare tra le linee Mandz per poco... -
[ TIM Cup "Semifinali Rit." ] Juventus F.C. - Atalanta Bergamasca Calcio 1-0
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dai dai dai -
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eccallà proprio Chiellini -
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li faccio sfogare un pochino e poi glielo butto -
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ah la neve -
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infatti -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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a me fa più paura il dream team del centro-destra -
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Scopro solamente ora che si gioca alle 17:30 -
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Da Gentile a Zeman mamma mia -
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è il più forte -
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L'unico che potrebbe abbozzare una squadra di governo è Silvio. Di Maio col 25-26% ma 'ndo va. -
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Non sto accusando i comuni in questione. Semmai i portatori di valori sani che giudicano l'operato degli altri senza sapere niente.
