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  1. Elezioni, Berlusconi: “Abbiamo trovato 270 miliardi di coperture. https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/15/elezioni-berlusconi-abbiamo-trovato-270-miliardi-di-coperture-otto-miliardi-andranno-a-pensioni-mamme/4162814/
  2. Pietro Grasso al videoforum di Repubblica Tv con Massimo Giannini e Laura Pertici Il leader di Liberi e uguali a Repubblica tv: "Voto utile? Lo chiedono FI-Pd per fare governo insieme". Presentato il programma economico di Liberi e uguali. Bersani: "La nostra è l'anti-flax tax" di GIOVANNA CASADIO e MONICA RUBINO ROMA - Le critiche a Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, futuri "sposi in un matrimonio di convenienza" destinato a durare poco. La rinnovata apertura al M5s e la controchiusura via Twitter della compagna di partito Laura Boldrini. Il tutto nella giornata in cui Leu presenta il suo programma economico. Una mattinata da protagonista per Pietro Grasso, leader di Leu e ospite del videoforum di RepubblicaTv. Dove commenta lo "show" di Silvio Berlusconi, che ieri sera a Porta a Porta è tornato alla scrivania riproponendo il "contratto" con gli italiani, ora chiamato "impegno". • LE CRITICHE A BERLUSCONI "Gli italiani non hanno memoria - dice Grasso - dovrebbe colpire che il suo impegno di 17 anni fa non è stato poi rispettato e onorato". "Mi ha poi impressionato - aggiunge - la pacificazione fiscale" proposta dal leader di Forza Italia. Un condono "che rientra nella caratteristica del personaggio, che cerca di cancellare il passato illegale. Condono vuol dire mettere un bollo sull'illegalità. È una cosa contraria al mio modo di vedere". Il condono "incentiva l'illegalità che non aiuta la ricostruzione di un Paese". Berlusconi, inoltre, non è candidabile ma il suo nome è nel simbolo: "È una cosa inopportuna e non doveva essere consentita ma non c'è una legge che lo vieta", afferma il presidente del Senato. • NOZZE DI INTERESSE FI-PD "In cinque anni il Paese è cambiato - riflette il leader di Leu - ho visto perdere sempre di più i valori della sinistra. Mi sono rimesso in gioco dopo 43 anni in magistratura perché ci sono ancora delle sfide da portare avanti, bisogna battersi per difendere valori come la tolleranza, l'uguaglianza la solidarietà". E sul "voto utile" propagandato dal segretario del Pd commenta: "Lo chiedono Berlusconi e Renzi che poi faranno un governo insieme. Ma le nozze d'interesse fra centrodestra e Pd porteranno presto al divorzio". Legge elettorale, Grasso (Leu): "Matrimonio d'interesse Centrodestra-Pd, porterà presto a un divorzio" Condividi Dire inoltre, come fa l'ex premier, che un voto per Leu avvicina Salvini al governo è "speculazione da campagna elettorale". Sul rischio che il centrosinistra al Sud non prenda nemmeno un collegio per via della concorrenza fra Pd e Leu, Grasso risponde: "Il Pd ha già perso in città roccaforte quando era unito. Le idee, i valori, sono stati traditi". Di Renzi candidato in quel Senato che voleva abolire con la sua riforma, il leader di Leu dice: "Fa parte dell'incoerenza della politica". E precisa: "Veramente aveva anche detto che avrebbe lasciato la politica se avesse perso il referendum". • GRASSO E BOLDRINI, DIVERGENZE SUI 5S Grasso, infine, non esclude la possibilità di un'intesa post-voto con il M5s: "Il Movimento è ondivago, è in una fase di mutazione genetica. Ma non ci sono pregiudiziali, quelle le abbiamo solo nei confronti della destra". E conclude: "Se ci fossero le condizioni per cui le loro proposte corrispondono ai nostri valori e principi, perché non potremmo sostenerle?". • IL PROGRAMMA ECONOMICO DI LEU: L'ANTI-FLAT TAX Oltre che sull'ambiente, il programma economico di Liberi e uguali è centrato "sul rilancio degli investimenti a partire da quelli pubblici che hanno una capacità di moltiplicatore sulla crescita economica di 3-4 volte rispetto ai bonus", come afferma Maria Cecilia Guerra in conferenza stampa. Leu punta inoltre sulla riduzione delle imposte a chi le paga con una proposta di contrasto all'evasione, che prevede la trasmissione telematica dei dati di ogni fattura emessa e degli scontrini al consumatore finale. "Ipotizziamo - dice Guerra - di avere un recupero stabile di 30 miliardi che finanzia una riduzione di 20 miliardi dell'irpef ai redditi bassi e medi e un assegno unico alle famiglie con l'unificazione di assegni e detrazioni. Gli altri 10 miliardi vanno a favorire le imprese che reinvestono gli utili". La proposta economica di Leu comprende anche l'introduzione di una "imposta di equità" sui redditi da capitale e sui patrimoni, una sorta di "patrimoniale progressiva", come la definisce Bersani. Essa prevede la soppressione dell'imu e delle ritenute sui redditi di capitale e la loro sostituzione a parità di gettito (30 miliardi) con un unico prelievo personale progressivo a base patrimoniale con aliquote comprese tra 0 e 1 per cento. Viene escluso un valore patrimoniale di base pari al patrimonio familiare del contribuente medio. Circa la metà dei contribuenti sarebbe esclusa dal prelievo. "La nostra è una coraggiosa riorganizzazione sul piano fiscale sotto la stella di riferimento di una netta progressività - precisa Bersani - È l'anti-flat tax, per essere chiari. Il welfare universale viene sostenuto da un fisco universale e non da una parte sola".
  3. 18 milioni di persone a rischio esclusione sociale non possono più aspettare “18 milioni di persone a rischio esclusione sociale non possono più aspettare” CENTINAIA DI RETI SOCIALI, GIURISTI, MAGISTRATI, RICERCATORI RILANCIANO IL REDDITO MINIMO GARANTITO Don Luigi Ciotti: “I poveri non chiedono elemosina ma dignità e la povertà è un reato contro la dignità delle persone”. La rete dei Numeri Pari chiede un immediato confronto con le forze politiche su un tema centrale per democrazia e coesione sociale totalmente eluso dal dibattito politico ed elettorale. Roma, 15 febbraio 2018 – A seguito del seminario i love dignità tenutosi ieri, 14 febbraio, presso la Casa internazionale delle Donne, la Rete dei Numeri Pari chiede un immediato confronto con le forze politiche per discutere e implementare la proposta sul Reddito Minimo Garantito che lo scorso anno vedeva convergere il 40% di deputati e senatori del M5S, di una parte del PD e SEL raccogliendo più di 100mila firme. “Per il suo livello di scientificità, la nostra proposta è l’unica in grado di rovesciare la situazione e contrastare davvero povertà, mafie, disuguaglianze, razzismo coniugando solidarietà e dinamismo economico”, spiega Giuseppe De Marzo delle Rete dei Numeri Pari. “È vergognoso che una proposta di cui beneficerebbero 18 milioni di persone a rischio esclusione sociale, oltre che la collettività tutta, non sia mai stata discussa in Parlamento mentre si sia scelto di tagliare il 93% del fondo nazionale per le politiche sociali e i trasferimenti agli enti locali”. “L’Italia è l’unico paese nell’UE a non avere una misura di sostegno al reddito. Il REI non può essere definito come tale perchè seleziona solo una parte dei poveri assoluti senza peraltro garantire loro la realizzazione di un’esistenza libera e dignitosa, come ci dice la normativa europea sul reddito fin dagli anni ’90”, spiega Giuseppe Bronzini, magistrato e parte del BIN Italia. “La nostra proposta in 10 punti è coerente con le indicazioni sovranazionali e le esperienze nazionali già in vigore perché pone al centro la valorizzazione e l’autonomia di scelta del proprio percorso di vita. L’esatto opposto di quello che succede con il REI dove il destinatario unico è la famiglia e tutti sono corresponsabili nella gestione di un pacchettino di 180 euro, di cui 90 versati in contati e l’altra metà in una carta prepagata” “Il diritto al reddito minimo è previsto dalla nostra Costituzione attraverso i principi di dignità, eguaglianza, solidarietà e lavoro. Il “reddito costituzionale” dev’essere uno strumento di emancipazione e partecipazione attiva, non un’elemosina che lascia i poveri ai margini”, spiega Gaetano Azzariti, costituzionalista. “La prestazione monetaria va necessariamente supportata con misure che garantiscano altri diritti fondamentali come l’accesso a casa, servizi sociali e trasporti”. “Siamo la generazione più povera dalla seconda guerra mondiale. L’introduzione di un reddito minimo garantito, che per noi si declina in un reddito di formazione, è oramai una riforma necessaria per la sostenibilità del sistema. La politica prenda immediatamente posizione proponendo misure concrete”, afferma Martina Carpani, studentessa e rappresentante della Rete della Conoscenza. “Il reddito minimo garantito vuole riscattare un’enorme parte dei nostri cittadini esclusi dalla vita democratica del paese e va supportato con misure che garantiscano la possibilità di accedere, fra gli altri, ai servizi culturali”, afferma Tomaso Montanari. “Questo paese ha il 48% degli analfabeti funzionali e un tasso di astensione alle scelte politiche del 30%. Senza l’accesso alla conoscenza, alla cultura, questo paese rischia di diventare un’oligarchia e terreno di populismi e fascismi. Il reddito minimo garantito, quindi, serve non solo a chi lo percepisce ma è uno strumento di interesse strategico della collettività. Libertà e giustizia sposa la proposta di reddito proposta dalla Rete dei Numeri Pari”. Chiudono le parole di Don Luigi Ciotti: “La rete dei Numeri Pari è nata per lottare e sognare mentre oggi sono in troppi a scegliere un prudente silenzio. I poveri non chiedono elemosina ma dignità e la povertà è un reato contro la dignità delle persone. È un crimine di civiltà. Fare politica vuole dire partire dai bisogni e dalle speranze delle persone. Politica è etica della comunità e oggi c’è un divorzio tra politica ed etica. Se la politica è lontana dalla strada e dagli ultimi, la politica è lontana dalla politica ed è quindi un’altra cosa. Dobbiamo alzare al voce perché, pur di avere consenso, si sta calpestando la dignità della persone creando un clima sconcertante”. I DIECI PUNTI PER IL REDDITO Un reddito individuale attraverso l’erogazione di un beneficio in denaro e destinato a sostenere la persona, ricordando che i sistemi di redditi minimi adeguati debbano stabilirsi almeno al 60% del reddito mediano dello Stato membro interessato (come espressamente previsto al punto 15 della Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2010 sul ruolo del Reddito Minimo, nella lotta contro la povertà e la promozione di una società inclusiva in Europa: e avvalorato dal Rapporto annuale 2014 dell’Istat su “La situazione del Paese”(pag. 227 228 – Tavola 5.17). Individuare i destinatari del Reddito Minimo o di Cittadinanza, considerando che per alcuni è uno strumento di valorizzazione ed autonomia di scelta del proprio percorso di vita, per altri sono necessarie misure di reinserimento sociale e per altri ancora è necessario attivare forme di promozione dell’occupazione. Stabilire una soglia di accesso tale da poter intervenire su tutti coloro che vivono al di sotto di una certa soglia economica (non meno del 60% del reddito mediano equivalente familiare disponibile) ed individuare eventualmente ulteriori interventi specifici, come quelli volti all’affermazione dell’autonomia sociale dei soggetti beneficiari compresi coloro che sono in formazione, cosi da garantire il diritto allo studio e, in particolare, per contrastare la dispersione scolastica e universitaria. Interventi che sono previsti nella maggior parte dei paesi dell’Unione europea sotto la forma di un “reddito di formazione” sia diretto che indiretto che si affianca al reddito minimo o di cittadinanza. I beneficiari dovranno essere residenti sul territorio nazionale. La durata temporale del beneficio sia destinata “fino al miglioramento della propria condizione economica” o comunque ad una replicabilità temporale dell’intervento cosi da non permettere che si rimanga senza alcun sostegno economico. Non contrapporre il Reddito Minimo o di Cittadinanza, e l’integrazione sociale e la garanzia ad una vita dignitosa attraverso l’obbligo all’integrazione lavorativa. In sostanza che“il coinvolgimento attivo non deve sostituirsi all’inclusione sociale e chiunque deve poter disporre di un Reddito Minimo, e di servizi sociali di qualità a prescindere dalla propria partecipazione al mercato del lavoro” (Relazione per Risoluzione europea sul Coinvolgimento delle persone escluse dal mercato del lavoro – 8 aprile 2009). Incentivare la libertà della scelta lavorativa come misura di contrasto dell’esclusione sociale può evitare la ricattabilità dei soggetti in difficoltà economica. In questo caso il concetto di “congruità dell’offerta di lavoro” e non dunque “l’obbligatorietà del lavoro purché sia” può ben riferirsi alla necessità di valorizzare il soggetto beneficiario ed a trovare tutti gli strumenti utili affinché l’integrazione al lavoro tenga conto delle sue esperienze, delle sue capacità e competenze e dunque a non generare comportamenti di vessazione e imposizione verso il beneficiario. Perché “la causa di un’apparente esclusione dal mondo del lavoro può risiedere nella mancanza di sufficienti opportunità occupazionali dignitose piuttosto che nella mancanza di sforzi individuali” (Risoluzione sul Coinvolgimento delle persone escluse dal mercato del lavoro– 8 aprile 2009). Costruire un sistema integrato, oltre l’erogazione del beneficio economico, con le altre misure di welfare sociale e di servizi di qualitàcon il coordinamento tra gli organi preposti alla loro erogazione (Regioni e Comuni) così da definire un ventaglio di interventi mirati e diversificati a seconda delle necessità e delle difficoltà della persona e che mirano ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa. Affiancare il Reddito Minimo o di Cittadinanza all’individuazione di un progetto di integrazione sociale individuale condiviso con il beneficiario che lo richiede. Rafforzare i servizi e il sistema dei centri per l’impiego pubblici destinandoli a centri per l’impiego ed i diritti in cui potersi rivolgere anche per l’erogazione del Reddito Minimo o di Cittadinanza.
  4. Mélenchon incontra Potere al popolo: «Sono qui per imparare» Napoli. Il leader di France Insoumise all'ex Opg Je so' pazzo. «Insieme potremo cambiare l'Europa» Adriana Pollice «Sono venuto a Napoli a imparare, qui fate la lotta per la rivoluzione in Europa»: Jean-Luc Mélenchon, leader di France Insoumise, esordisce così dal palco del teatro popolare dell’Ex Opg Je so’ pazzo. Mélenchon a gennaio ha ospitato a Parigi Potere al Popolo, ieri è arrivato con una delegazione di medici di Marsiglia per far coincidere il racconto con la prassi, per verificare cioè come a Napoli si coniuga politica e impegno sociale. Un’esperienza che La France Insoumise vorrebbe replicare proprio a Marsiglia. Ieri era di turno lo sportello legale e Mélenchon si è fermato ad ascoltare le storie dei migranti e la loro condizione in Italia, è stata poi la volta dei ragazzi al doposcuola, infine spazio ai medici: in due anni l’ambulatorio ha assicurato più di 1.500 visite gratuite in una città dove la Sanità sta scivolando fuori dall’universalismo e le prestazioni pubbliche sono gravate dai ticket più alti d’Italia. In platea ad ascoltare il leader di France Insoumise, Sabina Guzzanti e Alberto Lucarelli, il docente di diritto ex assessore comunale che curò la trasformazione della Spa che si occupava della distribuzione dell’acqua in azienda speciale. «Abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno dell’Italia per cambiare l’Europa verso una società più uguale – attacca Mélenchon -. Le forme tradizionali della socialdemocrazia, del comunismo e del neoliberismo non sanno più dare risposte. Negli ultimi 20 anni abbiamo subito la distruzione di ogni struttura solidaristica. I governi hanno messo lavoratori contro lavoratori, autoctoni contro migranti, hanno alimentato la violenza tra i popoli lasciando spazio alla destra, che si è inserita nei conflitti. Dobbiamo mandare a casa i governi europei che difendono il capitale contro il popolo». La France Insoumise alle presidenziali francesi ha sfiorato il 20%, contro il 6% del partito socialista. Mélenchon invita la sinistra ad aver coraggio: «In Spagna ci hanno messo circa sette mesi per fare un governo, sei mesi in Germania per fare le larghe intese quando la Spd aveva giurato che non le avrebbe più fatte. Anche in Italia si rischia di andare in quella direzione. Basta scegliere ’il male minore’. La nostra storia è racchiusa in ’potere al popolo’, riempiamo questa frase di significato. L’Europa ci vuole imporre i pesticidi, il governo francese vuole sviluppare il nucleare, sono politiche contro l’ecosistema. L’Europa si fa guidare dagli Stati uniti e decide che il nemico è la Russia, allineandosi alle politiche Nato che preparano le prossime guerre. Diciamo no alla Nato, difendiamo la pace». Viola Carofalo, capo politico di Pap, riassume il terreno comune con France Insoumise: «Equità sociale, diritto a un lavoro degno, accesso ai servizi per tutti: la nostra lotta nasce sui territori, vogliamo portarla a un livello nazionale ma molti attacchi arrivano da Bruxelles, è necessario un piano di lotta comune in Europa». A Mélenchon le conclusioni: «In Francia esiste il mito della coppia franco tedesca, ma la Germania sta portando avanti una politica per una popolazione vecchia, ricca e capitalista. La ricetta è aumentare la rendita e abbassare i salari. Il modello tedesco non è stato capace di abolire la povertà: è fatto per quelli che hanno ricchezze». E sui migranti: «Stiamo producendo immigrati perché produciamo guerre. C’è anche un’emigrazione europea più silenziosa che parte dalla Grecia, dalla Spagna per ragioni molto simili, la ricerca di una vita migliore. Con Potere al Popolo, Podemos, Unità popolare in Grecia e Die Linke potremo cambiare l’Europa».
  5. Senz'altro ma tira parecchio anche tra gli imprenditori e i professionisti.
  6. Nell'elettorato di Berlusconi ci sono fior fior di imprenditori e professionisti. Rappresentano lo zoccolo duro di FI. Certo ci sono pure i pensionati di ritorno dal PDR. http://www.corriere.it/video-articoli/2018/02/15/berlusconi-vespa-firma-nuovo-contratto-gli-italiani-patto-san-valentino/54c8c5c8-121c-11e8-a023-7bfc9b2e7eeb.shtml
  7. in realtà siamo tutti convinti che vincerà l'ottantenne con la protesi peniena idraulica
  8. figura di ..... sulla raccolta delle firme, ma che radicali sono?
  9. grazie mi stai finanziando la campagna elettorale #risorsesalviniane la presa in giro della Boldrini nei confronti di Salvini
  10. Giorgia Meloni: “Se vinciamo le elezioni via l’arabica dal nostro caffè” Appe (So) – Nuova battaglia contro gli invasori stranieri per Giorgia Meloni, che ha trovato un altro nemico da epurare. Stavolta gli strali della leader di Fratelli d’Italia si sono abbattuti contro un altro pericolo per la nostra civiltà: il caffè di qualità arabica. La giornata non era iniziata bene per l’ex Ministra della gioventù: appena arrivata per una manifestazione elettorale ad Appe, paesino della Valtellina, aveva protestato vivacemente per la presenza, a suo dire provocatoria, di una mummia sul palco. L’incidente diplomatico si era poi risolto quando gli organizzatori le avevano fatto notare che si trattava di Silvio Berlusconi, intervenuto per dare manforte all’alleata. Poi la deputata romana era entrata per un caffè nel locale principale del paese, il Bar Collo. Lo sguardo della Meloni era stato catturato da un cartello affisso dietro il bancone: 100% arabica. “Ma come? Questo è un affronto! Con tutto il caffè che abbiamo in Italia! Volete che beva il caffè col burqa??”. E ancora: “Questo è razzismo al contrario! Cosa credete? Che nei paesi arabi si beva il caffè 100% italico? Faremo uno spoil system automatico di tutti i bar”. E infine: “Bisogna pretendere il caffè senza neanche un chicco di questa arabica! Per noi solo robusta, di acciaio temprato come la fede nei nostri cuori!”. La Meloni si è quindi messa alla testa di un drappello di manifestanti intonando slogan come “Via l’arabica dal nostro caffè!”, “Italia sovrana!”, “Chicchi e buoi dei paesi tuoi!”, “Se sei arabico devi arabicare!”. La leader di Fratelli d’Italia già pregustava un aumento di consenso elettorale paragonabile a una nuova release di Photoshop, quando a sorpresa è stata affrontata da Sebastian Turco, direttore del vicino Museo del Caffè di Campodolcino, che ha replicato brillantemente ai suoi slogan: “Il caffè è di tutti, è un rito che deve unire e non dividere, a partire dalla nobile tradizione del caffè sospeso” e infine le ha assestato un colpo mortale, forse destinato a metter fine alla sua promettente carriera politica: “E per sua informazione, i meloni sono stati importati nel bacino del Mediterraneo dagli antichi egizi!” lercio.it
  11. “Je so pazzo” è il nome che abbiamo scelto, perché in un mondo dove la normalità è fatta da disoccupazione, precarietà, discriminazioni razziali e di genere e chi più ne ha più ne metta, vogliamo dichiararci pazzi anche noi come Pino Daniele, e osare organizzarci per riprendere parola e costruire dal basso un’alternativa al mondo grigio e disperato che vediamo quotidianamente.
  12. Mélenchon incontra Potere al Popolo mentre LeU si guarda l'ombelico di Peppino Caldarola Tre considerazioni. La prima: era buona tradizione , soprattutto della sinistra, invitare in Italia leader europei per mostrare il legame internazionale e soprattutto perché l’amicizia con partiti affini rafforzava l’identità. La seconda: non si capisce come sia potuto accadere che Liberi e Uguali non si sia accorta del legame che andava stringendosi tra Potere al Popolo e La France Insoumise. Vuol dire che non hanno rapporti internazionali, soprattutto per non essere riusciti, o forse per non aver neppure provato, a chiamare qui un leader occidentale di sinistra o spedire Pietro Grasso a incontrarli a Londra o a New York. La terza: Potere al popolo è ormai una realtà, secondo alcuni sondaggi si starebbe avviando verso il 2%, con voti che presumibilmente intercetta mentre sarebbero potuti andare a Liberi e Uguali. LeU non ha una politica verso la sua destra, cioè verso il Pd, ma non ne ha alcuna verso la sua sinistra. Per giunta fa una campagna elettorale semi-clandestina malgrado la generosità delle sue migliaia di militanti e anche dei suoi candidati. Con tutta evidenza “la capa non è bbuona”, in questo caso non c’è. Scrivo con amarezza queste riflessioni perché ritengo, ogni giorno di più, che un buon risultato di LeU sia l’unica polizza di assicurazione per far rinascere la sinistra in questo Paese. L’immagine di Leu è sempre stata opaca, stupisce questa reticenza a mostrarsi, a dire con forza il tema vero, che non sono le tasse universitarie, ma il voler diventare il polo ricostruttivo della sinistra. I TANTI ERRORI DI LIBERI E UGUALI Alcuni di noi hanno sollevato queste e altre critiche ma non siamo stati ascoltati, anzi, siamo stati trattati come “rompicoglioni”. Non è un buon segno. Non aver cercato di fare campagna elettorale anche avvalendosi di persone non ingaggiate ma interessate al progetto avrebbe dato qualcosa in più. Non parlo per me. Io faccio una vita appartata. Parlo per quelle tante persone che sarebbero state volentieri a fianco di un movimento di sinistra pur non sentendosi coinvolte nel suo progetto né affascinate dal suo gruppo dirigente. LEU SMETTA DI ESSERE OSSESSIONATA DA RENZI È l’ultimo articolo che scrivo su LeU: torno alle analisi e lascio ad altri le sollecitazioni amichevoli. Spero che in questi ultimi 15 giorni LeU smetta di essere ossessionata dal Pd e da Renzi, che fornisca agli elettori una buona ragione per votarla, è l’unico argine alla disfatta della sinistra, che proponga un’idea di politica riformatrice avanzata in cui lo Stato non si ritira più ma spende per creare nuova economia e aiutare chi sta male. Conto molto sul fatto che per tanti elettori di sinistra valga il motto primum vivere.
  13. Mélenchon domani a Napoli ospite di Potere al popolo Je so' pazzo. Visita del leader di France insoumise all’ambulatorio popolare allestito nell’ex Opg Jean-Luc Mélenchon sarà a Napoli ospite della lista Potere al popolo. Due settimane fa Viola Carofalo, capo politico del movimento, con una delegazione aveva incontrato a Parigi il leader di La France insoumise. Il 15 febbraio pomeriggio Mélenchon andrà prima dal sindaco Luigi de Magistris e poi all’Ex Opg Je so’ pazzo, con lui ci sarà un gruppo di medici marsigliesi: l’appuntamento, infatti, serve ad avviare un confronto su come è stato allestito e come funziona l’ambulatorio popolare dell’Ex Opg per cercare di replicare l’esperienza partenopea a Marsiglia. Al meeting saranno presenti il medico di base Mauro Romualdo, il chirurgo Alessandro Puzziello e la psichiatra Novella Formisani: i tre fanno parte di un team più ampio che, su base volontaria, anima gli ambulatori di medicina di base, pediatria, chirurgia, ginecologia, sostegno psicologico, prevenzione, nutrizione e ortopedia. La struttura ha una piccola farmacia e un ecografo: il piano regionale chiude ospedali nel centro storico, per le prestazioni si paga il ticket ma all’ambulatorio popolare si aprono le porte gratis a napoletani e migranti. «L’Italia è in piena campagna elettorale per l’elezione del parlamento – dichiara Gabriel Amard, portavoce nazione de La France insoumise -. Da una lato si profila una grande coalizione tra Berlusconi e il centrosinistra, dall’altro il Movimento 5 stelle vira a destra e nasce un movimento come Potere al popolo. Tutto è possibile in un’Italia che subisce un’austerità feroce. Non vedo l’ora di vedere come gli italiani si auto organizzano a Napoli per resistere al disimpegno dello stato, soprattutto in materia di sanità pubblica». Dal canto suo, Potere al popolo spiega: «Nasciamo dal basso ma puntiamo urgentemente a costruire legami e confronti con le realtà europee per superare la guerra tra poveri che hanno generato le politiche di austerità e miseria imposte da tutti gli ultimi governi».
  14. Partita tosta, orario di cacca. BUFFON DE SCIGLIO BENATIA CHIELLINI ASAMOAH BENTA/KHE PJANIC MARCHISIO BERNA HIGUAIN COSTA
  15. Mandz scattava a intermittenza, doveva uscire sul 2-1. Quando D.Costa si apriva a sinistra erano dolori per gli spurs. Lo abbiamo sfruttato poco.
  16. L'intervento del Fondo mediante la concessione di una garanzia pubblica sulle operazioni di microcredito ha lo scopo di sostenere l'avvio e lo sviluppo della microimprenditorialità favorendone l'accesso alle fonti finanziarie. Il Ministero dello Sviluppo Economico, con i decreti del 24 dicempre 2014 e del 18 marzo 2015, ha integrato le Disposizioni Operative del Fondo introducendo per la garanzia del microcredito criteri di accesso significativamente semplificati e la possibilità per l'impresa di effettuare la prenotazione on line. Alla sezione dedicata alla garanzia del microcredito il Ministero dello Sviluppo Economico ha destinato per l'anno in corso trenta milioni di euro, cui si aggiungono i versamenti volontari effettuati da enti, associazioni, società o singoli cittadini. E' bene ribadire che tali risorse non sono utilizzate per erogare direttamente i finanziamenti, ma per favorirne la concessione attraverso la garanzia pubblica.
  17. Il fondo di garanzia per il microcredito è partito 2-3 di anni fa. E' collegato a quello delle PMI ma in sostanza sono due strumenti diversi, lo Stato ha versato 30 milioni e i 5S, a loro dire , 23. Può devolvere chiunque grazie ad un emendamento dei grillini approvato in parlamento.
  18. Reddito minimo garantito, prove di larghe intese Giuristi, ricercatori e movimenti insieme per tracciare una nuova strada per una legge auspicata, a parole, da tante forze politiche ma mai adeguatamente sostenuta. L'iniziativa della Rete dei Numeri Pari, il 14 febbraio, alla Casa Internazionale delle Donne di MARINO BISSO 13 febbraio 2018 Gli stati generali dei movimenti e delle associazioni. Ma non solo: anche studiosi universitari e magistrati. Tutti insieme per sostenere una legge che possa finalmente contrastare povertà e dare dignità ai cittadini. "I love dignità" è lo slogan, mentre la sfida è quella del “reddito minimo garantito” e di come costruire uno strumento concreto per combattere disuguaglianze, mafie e povertà. Ma anche contro forme di neofascismo e neorazzismo che trovano proprio nelle “non risposte” al disagio e nell’assenza di buona amministrazione un terreno fertile per crescere. Così giuristi, ricercatori e movimenti, che da anni studiano il reddito minimo, si troveranno insieme per tracciare una nuova strada per una legge auspicata, a parole, da tante forze politiche ma in pratica mai adeguatamente sostenuta. Mercoledì 14 febbraio (dalle 10 alle 16) si incontreranno e ne discuteranno alla Casa internazionale delle donne in via della Lungara: Giuseppe Bronzini, magistrato; Gaetano Azzariti, costituzionalista; Felice Roberto Pizzuti, professore; Sandro Gobetti, Basic Income Network (BIN Italia); Don Ciotti e Leopoldo Grosso, Gruppo Abele. L’iniziativa è promossa dalla Rete dei Numeri Pari contro le disuguaglianze a cui seguirà, giovedì 15, una conferenza stampa presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana. “Sono due appuntamenti importanti per fare chiarezza e restituire all’opinione pubblica, ai media e alla politica una proposta concreta costruita da centinaia di reti sociali dopo anni di studi e comparazioni con regimi di reddito minimo garantito già attivi in tutti paesi dell’Ue ad esclusione di Italia e Romania”, spiegano dalla Rete dei Numeri Pari. Otto anni di rinvii Nel 2012 e nel 2015 hanno preso corpo due campagne per definire le proposte. La prima ha avviato una raccolta firme per “una legge di iniziativa popolare per il reddito minimo garantito” , iniziata nel giugno 2012, ben oltre 60 mila firme furono consegnate nelle mani della Presidente della Camera Laura Boldrini, che nell’aprile 2013 incontrò i proponenti appoggiando pubblicamente la loro proposta. La mobilitazione a campagna che attraversò per sei mesi l’intero paese coinvolse centinaia di associazioni e realtà sociali che organizzarono oltre 250 iniziative pubbliche. Nella primavera del 2015 prese corpo una nuova campagna sociale, con un’altra raccolta firme (oltre 80mila), definita: “100 giorni per un Reddito di Dignità” . Questa volta non solo si segnalava l’aggravarsi delle condizioni sociali ed economiche per strati ancora più ampi della società italiana a causa anche dei risultati dell’aggravarsi della crisi, ma ancor più si segnalava l’urgenza dell’introduzione di una misura simile. Questa campagna pose con forza la questione del tempo entro cui si sarebbe dovuta fare una legge: “100 giorni!". Determinata a chiedere dunque alle istituzioni un tempo entro cui dibattere e definire una legge di sostegno al reddito. Larghe intese sul reddito di dignità Esiste una piattaforma di 10 punti in cui vengono espressi alcuni concetti di base per definire la legge sul “reddito di dignità”. Una “guida ai principi irrinunciabili” utile per l’articolato di legge da proporre in Parlamento. Per accelerare il percorso legislativo, i promotori hanno chiesto nel 2015 un impegno ad personam ai diversi parlamentari per “mettere insieme” le diverse proposte in campo così da poter “unire” le forze politiche (e parlamentari) intorno ad un’unica proposta così da poter essere approvata. La campagna dei “100 giorni per un reddito di dignità” ha voluto segnare il passo, definire una proposta ed arrivare ad avere finalmente un nuovo diritto nel nostro paese. Purtroppo, come è noto, malgrado vi siano delle proposte di legge in Parlamento definite in maniera diversa (ed in alcuni casi utilizzando erroneamente l’uso dei termini come per il “reddito di cittadinanza”) e con proponenti diversi, al momento non vi è alcun dibattito e alcuna indicazioni che va nella direzione di introdurre tale misura. La proposta, cosi come indicata dalla Piattaforma del “Reddito di Dignità” non si è ancora avverata malgrado i tanti sottoscrittori in Parlamento (35 Senatori e 91 Deputati del M5S; 25 Deputati e 7 Senatori di SEL; 6 Deputati e 2 Senatori del PD; più altri parlamentari). Finita la campagna dei 100 giorni la proposta è rimasta dimenticata in qualche cassetto. La piattaforma “Sono diversi gli accorgimenti sulla base dei quali è possibile varare una legge nazionale che prevedono – spiegano i promotori - da un reddito individuale in denaro e destinato a sostenere la persona alle misure di reinserimento sociale o di promozione dell’occupazione, agli interventi specifici come garantire il diritto allo studio e, in particolare, per contrastare la dispersione scolastica e universitaria”. Oltre al sostegno economico la legge vuole costruzione di un sistema integrato con le altre misure di welfare sociale e di servizi di qualità con il coordinamento tra gli organi preposti alla loro erogazione (Regioni e Comuni) così da definire un ventaglio di interventi mirati. “Lo scopo è affiancare il Reddito Minimo o di Cittadinanza – concludono i promotori della Rete dei Numeri Pari - all’individuazione di un progetto di integrazione sociale individuale condiviso con il beneficiario che lo richiede. Tutti obbiettivi che passano anche dal potenziamento dei servizi e del sistema dei centri per l’impiego pubblici in cui potersi rivolgere anche per l’erogazione del Reddito Minimo o di Cittadinanza”.
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