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Maidomi

Tifoso Juventus
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  1. Vediamo un po' come si distrugge il terzo luogo comune dei Bovini: "Certo che siamo pochi adesso, noi siamo abituati a ben altro. Dateci una squadra competitiva in lotta per qualcosa e accorreremmo in massa !" Visto che nella loro triste storia hanno vinto pochissimo ci sono alcuni episodi chiave che meritano di essere citati: Alle partite del GT, quando vincevano spessissimo erano in 4 gatti. Questo ovviamente cozza con l'immaginario fantastico che si sono autocreati, ma è la nuda e cruda realtà. Come già evidenziato alla partita decisiva con il Milan (secondo in classifica) al loro terzo scudetto erano in 15.000, alla festa per il 4 scudetto consecutivo con il Modena erano la bellezza di 6.800 e per di più fischiavano Castigliano e all'ultima partita in casa prima della tragedia giocarono contro il Modena di fronte a ben 8.082 spettatori . Mi aspetto il cagata di turno che obietti "Bravo te, ma non tieni conto che non sapevamo come sarebbe andata a finire. Eravamo abitiati a vincere e non c'era neanche gusto. Ma dopo la tragedia abbiamo capito e quando era necessario riempivamo lo stadio !" Premesso che anche noi abbiamo vinto due volte 5 scudetti di fila e la vecchia immagine dei tifosi alla stazione e l'entusiasmo al quinto di quest'anno dovrebbero smontare la prima obiezione, vediamo cosa successe le prime volte che il Bovino FC risollevò la testa dopo la tragedia. 2 Novembre 1964, il topo è alla seconda finale di Coppa Italia consecutiva. L'anno prima perse con l'Atalanta a San Siro di fronte a circa 20.000 spettatori. Vabbè, Milano è lontana, ma la finale del 1964 si disputa a Torino al Comunale contro la Roma. Il primo trofeo dopo Superga, entusiasmo alle stelle. Sono ritornati ! Il Comunale con i suoi 65.000 posti riuscirà a contenere l'entusiasmo sfrenato della fiumana cagata ? Si, ci riesce facilmente: spettatori 31.000 circa . E dire che giocava la farfalla granata, il semi-dio Ferrini, Bearzot, Vieri, ecc. ecc. Eppure niente. Nemmeno in quella circostanza storica riuscirono a riempirlo. 30.000 sembra sia il loro tetto massimo, visto che nel campionato 63-64 giocando contro la grande Inter, che faceva fare pienoni ovunque, arrivarono al loro tetto max di 30.000 spettatori.
  2. Proseguo nella de-mistificazione dei luoghi comuni tanto cari ai cagata. Capitolo 2: Torino è cagata, sono miliardi, chi è di Torino tifa bovino e altre cavolate del genere. Il buon Gianni Fidel Castro Minà nel suo delirio non si capacita del fatto che pur essendo miliardi e addirittura superiori a noi a Torino (luogo comune ripetuto all'infinito e che purtroppo ha fatto presa nell'immaginario collettivo non solo in Italia ma anche all'estero, per la serie : una bugia ripetuta all'infinito diventa una verità) non ci sono imprenditori pronti a rilevarli. Minà deve essere l'unica persona al mondo ad avere dati di bacino d'utenza provinciali, visto che non esistono dati del genere in rete. Ma visto che di dati ne esistono parecchi in rete (purtroppo per loro) rimaniamo a dati certi: utenti TV, spettatori allo stadio, abbonati. Iniziamo da utenti TV: campionato 2014-15. Non andarono affatto male: noni a un punto dall'Inter, nelle coppe, impresa Bilbao, ecc ecc. E allora i miliardi di tifosi del Topo o andranno allo stadio oppure guarderanno le partite in TV, giusto ? Come ascolti TV si posizionano dietro il Sassuolo ., poco sopra l'Empoli (si, l'Empoli !). Sono sempre testa a testa con le Genovesi, ma attenzione: la provincia di Genova ha circa 860.000 abitanti con due squadre più o meno paritetiche, mentre la provincia di Torino (dove dovrebbero essere in maggiranza cagata) ha 2,3 milioni (!)... Ma se sono veramente in maggioranza e non guardano la loro squadra in TV, allora vuol dire che vanno in massa allo stadio, giusto ? Sbagliato ! Basta il confronto con le Genovesi a smierdarli di nuovo: abbonati Samp negli ultimi 4 anni: 20.058, 19.108, 18.077 e 19.114 quest'anno. Per il Genoa: 16.791, 16.677, 16.413 e 17.760. E quelli che in una provincia quasi 3 volte più popolata dove dovrebbero essere in maggioranza a detta dei vari Minà quanti si abbonano ? 8.539, 8.780, 10.074 e 12.031. Mediamente la metà di Genoa e Samp... Ma mi aspetto già l'obiezione del cagata di turno: "E bravo te ! siamo disamorati, ma se avessimo una squadra che lotta per lo scudetto saremmo tantissimi !! Ai tempi di Pulici e Graziani eravamo una marea, alatro che voi" Per la demistificazione di quest'altro luogo comune rimando al capitolo 3 fra un paio di orette. Ciau, neh
  3. L'avevo rimossa. Quell'anno fu veramente la fine di un ciclo. Comunque a rivedere le azioni fummo particolarmente sfigati... http://youtu.be/feAH-i7nmVs
  4. Il sobillatore :haha: C'eri anche tu tra quelli che cercavano di ribaltare la macchina di Radice e darle fuoco... .
  5. E questa pagina, quella della contestazione feroce dopo l'eliminazione della coppa Italia è l'emblema del perchè nessun imprenditore sano di mente vuole mettere mano in quella società di fango biologico. Erano in 7.000 a quella partita per un incasso di 40 milioni di vecchie lire . Nell'articolo sotto si parla della gara della Lazio contro la Juve con UN MILIARDO di incasso. Caro Minà, gli imprenditori non sono dei collioni sognatori: i conti li sanno fare bene, altro che poteri forti e complotti della famiglia... Siete 4 collioni, PUNTO. Domani la puntata proprio sul fatto che Torino è cagata, che sono miliardi, che chi è di Torino tifa bovino e altre cavolate del genere.
  6. Non parliamo del secondo Presidente mitizzato (adesso) dai dementi: Sergio Rossi. Era l'amministratore della Comau e già per questo inviso al popolo bue. Con lui mettono insieme una squadra di tutto rispetto con Junior, Dossena, Zaccarelli e i giovani Fuser, Lentini, Francini, Cravero, ecc. Arrivano secondi dietro al miracolo Verona, ma non basta: contestazioni continue, culminate l'anno dopo con un assalto in piena regola al pulman bovino, con tentativo di bruciare la macchina di Radice (si, proprio l'allenatore dello scudetto) e invadere la sede .
  7. E potrei andare avanti all'infinito... Caro cagata che ci leggi, guardati allo specchio e domandati se tu fossi un imprenditore chi te lo farebbe fare di venire in una piazza di dementi quale la vostra ?
  8. capitolo 1 di demistificazione delle balle di quei badola. Premessa : Complotto da parte dei poteri forti che impediscono agli imprenditori locali (e non) di investire nel lucrosissimo Topino calcio. In questo mondo immaginario sono idolatrati 2 presidenti, Pianelli e Sergio Rossi. Di seguito il trattamento a Pianelli prima e dopo lo scudetto e le due coppe Italia.... Una partita si e una no campeggiava lo striscione PIANELLI VATTENE già a partire da fine anni 60 e continuato con una sola interruzione di un paio d'anni. Colpa dei poteri forti o di quella manica di idioti che sono riusciti a insultare e far disamorare persino l'artefice del 90% delle loro miserrime vittorie post Superga ? Io una risposta ce l'avrei, ma non vorrei svegliare Fidel Castro Minà dal suo sogno...
  9. Per farlo calare nella parte del vero tremendista basta fargli leggere questo articolo demenziale di Che Guevara Gianni Minà . Qui c'è veramente la quintessenza del vero tremendista: i poteri forti, la supremazia cagata nel tifo a Torino, Superga, tutto... Una pagina di luoghi comuni, balle, vittimismo, ignoranza, ecc. ecc. In altre parole il classico cagata vittimista che imputa ad altri i propri insuccessi. Quando ho tempo risponderò al Fidel Castro della Crocetta con fatti (cosa che ai cagata fa malissimo, visto che loro vivono in un mondo immaginario...). Buona lettura http://www.giannimina.it/index.php?option=com_content&task=view&id=120&Itemid=52
  10. Questo l'avevate visto ? Firenze bianconera ! . http://video.repubblica.it/edizione/firenze/firenze-in-troppi-per-buffon-e-chiellini-e-caos-la-rivolta-dei-tifosi/240653/240598?ref=HRESS-4
  11. Ce ne hanno messo x scriverlo 40 anni E' un regalo utilissimo anche per i non-cagata: lo possono usare come block notes... "The golden age"... Voglio proprio regalarlo a "Calogero" degli UG Liguria
  12. E chi se lo perde questo magnifico libro ? :haha: Edizioni Badola .
  13. Domenico era l'ultimo della lista. Dietro il numero 39 c'erano persone in carne ed ossa, c'erano famiglie e amici, la cui vita cambiò drasticamente. Era una partita di calcio e non una guerra. Chi era nel settore Z non era un guerriero, un ultras, uno abituato menare le mani. Erano persone tranquille e normali che volevano passare una giornata di festa, di gioia per la loro amata Juventus. All'avanzare dei teppisti fecero l'unica cosa che gente normale avrebbe fatto: indietreggiare. L'assenza di via di fuga fece il resto. Furono usati e continuano ad essere usati come oggetto di scherno da gente ignobile, senza umanità. Usati come strumenti per poter gettare veleno contro la Juve e i suoi tifosi. Invece di considerare quella notte come una tragedia nazionale in breve il tutto si ridusse ad una ridicola diatriba sulla opportunità o meno di giocare, sulle esultanze dei giocatori in campo e dei tifosi a casa nelle piazze. In breve i 39 e le loro famiglie furono dimenticati da quasi tutti. Un processo farsa con teppisti presi a casaccio e puniti in maniera ridicola, una sospensione dalla coppe e finì lì. Per i 39 cadde il silenzio, rotto soltanto dal lavoro dell'Associazione dei familiari e dai "cattivi" ultras della Sud, che non mollarono mai nel tenere in vita il ricordo di quei poveretti. L'anno scorso per il trentennale finalmente l'intera Italia fu costretta a sentire di nuovo le loro storie e da allora non finiremo mai di ricordare al mondo che non si deve morire per una partita di calcio e che i 39 devono essere rispettati da TUTTI. Nei 39 c'erano imprenditori, muratori, bidelli, fotografi, studenti, casalinghe, carrozzieri, medici, dentisti, politici, ristoratori, benzinai, operai, ecc. ecc. Uomini, donne, ragazze e bambini. C'erano italiani, belgi, francesi e un nord irlandese. C'erano tifosi juventini e anche 3 tifosi interisti e persino gente cui il calcio interressava poco. C'era il mondo in quella curva, quella parte di mondo perbene che non va oltraggiata, derisa o insultata. Va soltanto ricordata e amata per sempre. NESSUNO MUORE SE VIVE NEL CUORE DI CHI RESTA.... PER SEMPRE !
  14. Mah, se proprio dobbiamo scegliere una sconfitta cagata in Coppa Italia io sono per la Coppa Italia 1937-1938, prima coppa Italia vinta da noi in finale con gli irrelevants (e unica finale giocata contro di loro) 1º maggio 1938 Torino-Juventus 1-3 8 maggio 1938 Juventus-Torino 2-1 Aggegate 5-2... per la serie ridicoli da sempre. Nessun filmato ma solo una foto.
  15. L'ultima vittima cui voglio rendere omaggio è Domenico Ragazzi, 43 anni, muratore. A Ludriano, 800 abitanti nella provincia Bresciana, allenava la squadra di calcio dell' oratorio. Celibe, lascia sette sorelle e due fratelli. Dal paese vennero in sessanta all'aeroporto ad attenderlo: hanno portato la bandiera con lo stemma, nessuno avrà il coraggio di aprirla. Di lui nessuna foto, il ricordo dei suoi parenti e amici in Requiem for a final. Qui l'articolo completo di Repubblica che racconta dell'arrivo delle bare all'aeroporto di Milano. Non ci vuole molto ad immaginare il dolore di quel giorno nei cuori dei familiari e degli amici. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/06/02/al-rientro-lacrime-tricolori.html RIP Domenico, un abbraccio a tutta la famiglia.
  16. Claudio Zavaroni di Reggio Emilia aveva 28 anni quando morì allo stadio Heysel di Bruxelles il 29 maggio 1985. Era arrivato con il pullman dei reggiani, per assistere alla finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. «Spettatore atipico della partita, sportivo ma mai tifoso, partito per concedersi una vacanza, uno svago, un’altra curiosa osservazione del mondo, questa sì a lui molto distante», come lo descrivono i suoi amici. Zavaroni era molto conosciuto a Reggio. Aveva avviato da tre anni uno studio fotografico dedicato a foto di moda e il suo talento stava emergendo nel panorama delle riviste di settore; questa sua vocazione per la fotografia era maturata già in epoca giovanile portandolo a compiere importanti lavori di ricerca a carattere antropologico sul mondo rurale e montano, che diedero corpo alla sua mostra più importante: «Ritratto d’Appennino». http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio_emilia/cultura/2010/05/05/327616-ricordo.shtml RIP Claudio
  17. Franco Martelli di Todi era uno studente e aveva 22 anni. Di lui pochissimo in rete. La sua mamma Bice (insegnante elementare) dopo la sua scomparsa si impegnò in una vera e propria missione verso la sensibilizzazione tra i giovani alla fraternità, all’amore per la vita e ovviamente alla necessità di uno sport pulito e soprattutto lontano dalla violenza, dagli eccessi e dagli odi tra fazioni diverse. Alla mamma, una signora piccina e dolce, come si vede nel documentario Requiem for a final, un grosso abbraccio da parte mia. Per Franco voglio postare un saluto lasciato da un suo amico in rete. jimbo #2 jimbo 2015-05-27 21:32 Lillo seguirà la prossima da lassù e lo farà con lo stesso entusiasmo che aveva la sera precedente quel maledetto 29 maggio quando ci saluto on piazza cpn la bandiera bianconera in mano. R.I.P. vecchio amico.
  18. Tarcisio Venturin di Pero (MI) aveva 23 anni e lavorava come operaio presso un'azienda di porte per ascensori. È descritto come una persona tranquilla, un bravo ragazzo con l'unica passione il calcio e il tifo per la Juventus. Partì per Bruxelles con il Juventus Club Legnano ma non tornò indietro. Qui un filmato RAI dell'epoca con la mamma e il papà di Tarcisio subito dopo avere avuto la triste notizia. Poche immagini che rendono bene il dolore straziante di chi ha perso la persona più cara. Non ci sono parole da aggiungere, se non che non lo dimenticheremo MAI. Un caro abbraccio ai suoi genitori. RIP Tarcisio. http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Enzo-Biagi-racconta-strage-Heysel-Juventus-Clubstoria-di-un-tifoso-da-Linea-Diretta-del-29-maggio-1985.-La-vicenda-di-Tarcisio-Venturin-5620afe5-6ef7-46bc-9148-73ee5131c90b.html
  19. Bruno Balli aveva 50 anni ed era il presidente dello Juventus Club Traballe (Prato). Il fratello Riccardo 30 anni dopo ricorda così quella serata. http://iltirreno.gelocal.it/livorno/sport/2015/05/27/news/quei-5-toscani-morti-di-calcio-1.11503732 Riccardo sta cenando a casa di amici. È a Prato, la sua città. Suo fratello Bruno – tifosissimo bianconero e presidente dello Juventus Club Traballe – si trova all’Heysel per assistere alla finale di Coppa Campioni. È tranquillo, Riccardo. Rimane tranquillo anche dopo che, acceso il televisore, apprende dei disordini, dei morti, di quella partita che si è giocata nonostante la tragedia. Riccardo è sereno perché suo fratello, Bruno, è una persona tranquilla. Ma soprattutto perché aveva comprato i biglietti per la curva N, dalla parte opposta rispetto a dove la furia omicida degli hooligans, consumatasi in uno stadio totalmente inadeguato con un servizio d’ordine praticamente inesistente, aveva appena spezzato le vite di un numero imprecisato di persone. È mezzanotte. Riccardo va a dormire. Felice per suo fratello, che immagina felice per la vittoria della Vecchia signora. Meno per sé stesso, visto che lui, a differenza di Bruno, è un tifoso viola. Sono le 2,30. Il telefono squilla. È la Farnesina. «Bruno è morto». Travolto dall’avanzata degli hooligans, che avevano facilmente divelto l’inefficace rete che divideva le curve X e Z, stava caricando la sua cinepresa e non ha avuto il tempo di scappare. «Io ero tranquillo proprio perché certo che lui non stesse nel settore Z – racconta Riccardo Balli – e quando ho ricevuto quella telefonata sono caduto dalle nuvole». La partita, lui, non l’ha neanche guardata. Poi, alla notizia della tragedia, ha cercato subito di capire in che parte dello stadio si fosse consumata. «Curva Z? Meno male, tanto non è là», ha pensato Riccardo. Purtroppo, però, Bruno stava proprio lì. Era stato spostato in un settore neutro. Un settore riservato a coloro che non tifavano né Juventus, né Liverpool. Una tragedia annunciata, come ripetono a trent’anni di distanza i parenti delle vittime dell’Heysel. RIP Bruno e un abbraccio alla famiglia.
  20. Non Domenchini, ma Domenghini (con la G). Domingo per i tifosi, grandissima ala destra che vinse tantissimo con l'Inter (caffeinata) di Herrera e poi con il Cagliari di Gigirrriva. Vicecampione ai mondiali del Messico. Da notare il terzo goal, come mette a sedere il portiere bovino...
  21. Mah.. Con rammarico mi sa che per una volta i cagata ci battono. Ti ricordi di questo articolo ?http://www.toro.it/content/5778-immobile-tifosi-in-delirio-gia-vendute-100-magliette.html Il "delirio" cagata per 100 magliette . In un altro thread si parla di 670.000 magliette di Pogba haha: #1 Maglia di Pogba tra le 10 maglie più vendute nel 2016: messaggio Avvocato (34) Secondo uno studio condotto dall'agenzia Euromericas Sport Marketing, la maglia più venduta nel mondo nel 2015/2016 è quella di Lionel Messi. "L'argentino del Barcelona ha chiuso un 2015/16 sublime per quanto riguarda i titoli di squadra e individuali, assicurandosi il Pallone d'oro e aumentando ulteriormente fama, prestigio e popolarità. I rilevamenti sono stati fatti fino ad aprile 2016", ha detto Gerardo Molina, CEO di Euromericas Sport Marketing. In classifica, l'argentino è seguito dal colombiano del Real Madrid James Rodriguez, Eden Hazard, Cristiano Ronaldo e Neymar Jr. "Le società di calcio hanno trovato nella vendita delle maglie un nuovo veicolo di comunicazione e di contatto con i tifosi. L'attesa è tale che la maggior parte delle persone in giro per il mondo desidera indossare i colori delle maglie dei grandi giocatori, diventati veri e propri idoli e supereroi", conclude Gerardo Molina. La top ten delle maglie più vendute: 1) Lionel Messi (Barcelona) 1.985.000 2) James Rodríguez (Real Madrid) 1.234.000 3) Eden Hazard (Chelsea) 975.000 4) Cristiano Ronaldo (Real Madrid) 955.000 5) Neymar (Barcelona) 942.122 6) Wayne Rooney (Manchester United) 877.000 7) Zlatan Ibrahimovic (PSG) 865.000 8) Paul Pogba (Juventus) 667.000 9) Alexis Sanchez (Arsenal) 566.000 10) Antoine Griezmann (Atletico Madrid) 490.900 E il napulot dove si posiziona ? . Da leggere i commenti: non tutti i cagata hanno l'anello al naso. Mimmo75 (Mimmo ? Tipico nome sabaudo come Calogero .) li stronca senza pietà: "Redazione, o vi siete persi qualche zero per strada oppure, fossi in voi, toglierei subito questo articolo perché fa ridere..." :haha:
  22. Tra le vittime c'era anche Gianfranco Sarto, di Donada, Rovigo. Aveva 57 anni ed era il titolare di un'officina meccanica di autoriparazioni a Porto Viro. Era partito dal Basso Polesine con un amico, aveva acquistato i biglietti per la partitissima. E poi, poi scoppiò il finimondo. "Ricordo bene quella sera - dice Roberto, il figlio di Gianfranco che allora aveva 19 anni - io guardavo la partita in tv con la mia famiglia. Vedemmo tutto quello che successe, quelle scene di pazzia, i morti. Ma non ci preoccupammo per mio padre perché aveva acquistato i biglietti attraverso uno Juventus club di Torino, e la tv inquadrò uno striscione del club nella curva opposta agli scontri e alla ressa mortale. La famigerata curva col settore Z dell'Heysel". Invece il destino aveva deciso di giocare uno scherzo assurdo e atroce. Il club infatti aveva acquistato anche biglietti del settore Z, uno dei quali toccò a Gianfranco. "Il giorno dopo - continua Roberto - alle cinque del mattino ci svegliarono i carabinieri. Ci dissero che fra i 39 morti c'era anche mio padre". "Domenica scorsa lo stadio di Torino ha ricordato le vittime con cartelli con i nomi dei morti. C'era anche quello di mio padre. Mi sono commosso". E il 6 giugno c'è una finale di Champions della Juventus. "La guarderò in tv - chiude Roberto - E di sicuro avvertirò un brivido agrodolce: l'attesa per la partita e il dolore per mio padre, strappato alla vita troppo presto". Qui l'articolo dell'intervista. http://polesine24.it/Detail_News_Display/Porto%20Viro/l-heysel-si-e-preso-gianfranco-sarto-oggi-lo-ricorda-suo-figlio-roberto Una preghiera per Gianfranco e un abbraccio a Roberto e alla famiglia. Non vi abbiamo dimenticato.
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