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CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
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  1. Veramente più che alle prostitute facevo riferimento al kartodromo. Evidentemente pian piano la struttura sta piacendo, proprio come avevano sperato i gestori. Non sarà facile per il comune proporre un'altra location appetibile.
  2. 1. LA MINI-SCALATA DI ELKANN AL “CORRIERE” HA FATTO INFURIARE DELLA VALLE: L’AGNELLOIDE INVESTE 100 MILIONI DELLA FIAT PER CONTROLLARE VIA SOLFERINO (E PORTARCI MURDOCH), POI FA PAGARE AGLI ITALIANI LA CHIUSURA DEGLI STABILIMENTI - 2. LO SCARPARO È STATO TRADITO DA BAZOLI E NAGEL CHE GLI AVEVANO PROMESSO DI CAMBIARE SIA IL PIANO INDUSTRIALE CHE L’AD SCOTT JOVANE, CHE INVECE ESCONO RAFFORZATI - 3. MA È STATO DELLA VALLE A NON VOLER SALIRE AL 22% USANDO LA QUOTA ROTELLI, SPERANDO CHE LA SOLA PARTECIPAZIONE ALL’AUMENTO GLI GARANTISSE PIÙ VOCE IN CAPITOLO - 4. ELKANN, GIÀ PRESIDENTE DE “LA STAMPA”, VUOLE IMITARE IL NONNO E FARE L’EDITORE FORTE. MA ANCHE SE RIUSCIRÀ A LIBERARSI DI PERIODICI E BIDONI SPAGNOLI, PRESTO AVRÀ BISOGNO DI SOLDI. DA INVESTITORI STRANIERI, DAI FONDI DI PRIVATE EQUITY DI CLAUDIO SPOSITO E ANDREA BONOMI. E PURE DA DELLA VALLE, SE SAPRÀ ALLISCIARLO 1. RCS, ELKANN VUOL FARE L'EDITORE - DELLA VALLE VA SU TUTTE LE FURIE - IL LINGOTTO HA APPROFITTATO DEL MOMENTO PROPIZIO PER UNA "MINI-SCALATA". ORA, PERÒ, AVRÀ BISOGNO DI PIÙ PARTNER, MAGARI ANCHE DI MR TOD'S Marcello Zacché per "il Giornale" Il blitz di Fiat nel Corriere della Sera ha sorpreso tutti. Compresi i protagonisti del riassetto Rcs. Con la mossa di venerdí, quella di acquistare diritti d'opzione che daranno a Fiat fino al 20% del capitale del gruppo, John Elkann ha forzato la mano e si è candidato a essere il futuro leader di Rcs. La mossa non è piaciuta a Diego Della Valle, azionista con quasi il 9%, furioso perché si aspettava di condividere anche insieme con Mediobanca e Intesa il futuro di Via Solferino, tutti sullo stesso piano. Mentre non è dispiaciuta affatto in Piazzetta Cuccia e al suo ad Alberto Nagel, che hanno visto in Elkann chi ha finalmente messo fuori la testa (e preparato 90 milioni), candidandosi ad avere ruolo e responsabilità. Mentre sorpresi, ma favorevolmente, sono stati anche i fondi di private equity che potrebbero avere un ruolo in futuro, come Clessidra di Claudio Sposito o Investindustrial di Andrea Bonomi, che potrebbe anche entrare rilevando una quota dalla stessa Fiat più avanti. In ogni caso, questa mossa chiude la fase uno, quella del salvataggio del gruppo, con l'aggiunta imprevista dell'arrivo di un candidato leader. Dopodiché i punti sono due. Il primo: perché la Fiat è salita nel Corriere? La risposta riguarda Elkann. Il nipote dell'Avvocato è deciso a fare l'editore, forse a essere ricordato per questo, per passione personale e nel rispetto delle volontà del nonno, ristabilendo definitivamente un rapporto speciale tra la famiglia Agnelli e il primo quotidiano del Paese (plasticamente rappresentato dalla telefonata tra Elkann e il presidente della Repubblica, Napolitano, che ha preceduto il blitz). Il momento è propizio perché la crisi economica ha rimescolato le carte della grande borghesia del Nord. Intorno a Mediobanca si erano raccolte, in Rcs, quelle famiglie industriali che vedevano nel patto di sindacato del Corriere, da un lato l'iscrizione a un club esclusivo, dall'altro la protezione politica al proprio business. Gruppi come Pesenti o anche Pirelli hanno visto ridimensionarsi le proprie ambizioni imprenditoriali. Altri come Ligresti sono implosi. La diversificazione nell'editoria, con gli scopi di cui sopra, ha perso significato. Mentre la Fiat ha trovato Marchionne e ha saputo cavarsi d'impaccio cambiando tavolo, andando a giocare negli Usa, e così è restata in campo. Solo per questo oggi Elkann può prendere l'iniziativa e farlo ancora e sempre a nome degli Agnelli. Già pensando probabilmente a passare il 20% del Corriere da Fiat a Exor. Il secondo punto è però come passare alla fase due. L'editore Elkann, con Rcs, si trova di fronte non solo a un'azienda affossata da investimenti sballati, come l'avventura spagnola. Ma anche a un settore, quello dell'editoria, di fronte alla sfida indecifrabile della rivoluzione multimediale. Si è parlato di fusione con La Stampa, già di Fiat: non ci crediamo. Pensiamo, piuttosto, a un gruppo moderno con forti presenze territoriali nel Nord-Ovest (Stampa in Piemonte, magari Secolo in Liguria) e grandi sinergie nei gangli più costosi della fliera editoriale. In ogni caso per fare questo, anche al netto di eventuali cessioni (la Spagna? I periodici?) serviranno partner: Exor da sola non può farcela. Serve almeno una banca che resti nel nocciolo (Intesa?); serve il private equity; serve forse anche un partner straniero (Murdoch? Axel Springer?). E forse anche Della Valle: oggi i due sono troppo distanti, ma il tempo stempera tutto. 2. RCS, DELLA VALLE RESISTE AL BLITZ DI FIAT - INCONTRI CON NAGEL E BAZOLI PER CONFERMARE GLI IMPEGNI SU PATTO E PIANO INDUSTRIALE Giovanni Pons per "la Repubblica" Il blitz della Fiat sul controllo azionario di Rcs non basta a spegnere i riflettori sul riassetto della casa editrice. Negli ambienti della finanza si dà per scontato che Diego Della Valle, altro azionista importante, voglia proseguire nel tentativo di dare una scossa alla governance e alla gestione di una società che ha in corso un aumento da 400 milioni e ha appena rinegoziato un debito da 800 milioni. Occorre però verificare sul campo se il rafforzamento della Fiat fino al 20,1% del capitale avrà un effetto sugli altri soci forti che rappresentano l'ago della bilancia nei difficili nuovi equilibri che si stanno faticosamente costruendo. «Mi hanno promesso che scioglievano il patto di sindacato e rivedevano il piano industriale », ha confidato Mr. Tod's ai suoi più stretti collaboratori dopo la mossa a sorpresa di John Elkann, «ora bisognerà vedere se mantengono la parola data». Il riferimento diretto è a Mediobanca e Intesa Sanpaolo con i cui vertici Della Valle ha avuto diversi incontri nelle settimane scorse, per cercare di trovare una strada comune per il rilancio della Rcs. Anzi, durante questi faccia a faccia sia Alberto Nagel, ad di Mediobanca, sia Giovanni Bazoli, presidente di Intesa Sanpaolo, avevano chiesto all'imprenditore se era disponibile a investire nuove risorse finanziarie per crescere nell'azionariato e guidare il nuovo corso dell'editore. Disponibilità ricevuta ma vincolata allo scioglimento del patto e alla revisione delle linee strategiche, messe a punto dall'ad Pietro Scott Jovane ma che non hanno soddisfatto tutti gli azionisti. E su queste basi Della Valle, Bazoli e Nagel si erano dati appuntamento a metà della settimana entrante, per definire il percorso post aumento di capitale. Un percorso che però ora deve fare i conti con il blitz della Fiat, che posiziona la casa torinese al primo posto tra gli azionisti. Si tratta di circa 100 milioni di investimento che il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha deciso di non dedicare al business dell'auto, ma a un settore in difficoltà ma sensibile all'opinione pubblica come l'editoria. Ci portano Murdoch anche nei grandi quotidiani - è stata la reazione a caldo di Della Valle, visti i rapporti col tycoon di Elkann, appena entrato nel board di New News Corp - e poi fanno pagare agli italiani il conto degli stabilimenti chiusi. I nodi, dunque, rischiano di venire al pettine già in settimana. Se dalle parti di Mediobanca si ribadisce ciò che Nagel ha annunciato giorni fa pubblicamente, cioè disponibilità a sciogliere il patto anche prima della sua scadenza naturale e spazio a chi intende metterci soldi propri, dal fronte di Intesa Sanpaolo tutto tace e qualcuno si chiede se i vertici della banca non fossero in qualche modo al corrente della mossa di Fiat. Soltanto dopo un chiarimento con Bazoli e Nagel, quindi, il fondatore della Tod's valuterà se investire soldi per acquisire quei diritti che rimarranno nei portafogli delle banche a fine aumento, e contendere così il primato di Fiat nell'editore del Corriere della Sera. Altrimenti il ruolo di socio-guida passerà ufficialmente al giovane Elkann. http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/1-la-mini-scalata-di-elkann-al-corriere-ha-fatto-infuriare-della-valle-lagnelloide-58573.htm
  3. 1. DOPO GENERALI E MEDIOBANCA, ALTRA TOPPATA STORICA DELLO SCARPARO DELLA VALLE, IL PERDENTE DI SUCCESSO CAPACE SOLO DI SPARARE CAZZATE IN TELEVISIONE - 2. CON MENO PAROLE E PIÙ SOLDI, SENZA BRACCIALETTI E LENZUOLI AL COLLO, SENZA INVITARE IN BARCA SANTORO ED EZIO MAURO, NE’ FARSI INVITARE IN POMPA MAGMA NEI PROGRAMMI DI SANTORO, GRUBER E FLORIS, IL “RAGAZZINO” ELKANN SCUCE 93 DI MILIONI, SI PRENDE IL “CORRIERONE” E RIFILA UNA LENZIONE ALLO SBRUFFONE MARCHIGIANO - 3. DOLORI PER NAGEL (MEDIOBANCA) E BAZOLI (INTESA) CHE HANNO APPOGGIATO LO SCARPARO A PALLINI? GODE INVECE L’AMMINISTRATORE DELEGATO PIETRO SCOTT JOVINE - 4. E ORA VIA ALLA FUSIONE “CORRIERE DELLA SERA”-“LA STAMPA”, MANZONI-RCS PUBBLICITA' - Andrea Greco per La Repubblica Con meno parole e più azioni, Fiat piazza la mossa decisiva sugli assetti prossimi venturi del gruppo Rcs. Negli ultimi giorni il gruppo del Lingotto ha arrotondato, comprando diritti in Borsa, fino a un prospettico 20,135%, che venerdì prossimo a ricapitalizzazione conclusa ne farà il primo e principale azionista dell'editore del Corriere della Sera. Fiat possiede già il 100% de La Stampa, e a questo punto più di un protagonista della vicenda vede un'ottica di concentrazione tra i due gruppi, nella ricerca di sinergie di costo e ricavo in una fase negativa per il settore. Così John Elkann prosegue il rafforzamento nell'editoria, e il Lingotto rinsalda il suo rapporto trentennale con l'editore milanese. Entrambe le partecipazioni, peraltro, sono detenute attraverso Fiat, quindi condivise con gli azionisti terzi del gruppo dell'auto, e non tramite le holding di famiglia Exor o Giovanni Agnelli Sapaz. L'investimento torinese nell'operazione dovrebbe essere di poco superiore ai 90 milioni, pagando al prezzo dell'emissione (1,235 euro) tutti i titoli che servono a raddoppiare lo storico 10,5%. Quanto ai diritti, si può dire che Fiat li abbia rastrellati gratis, perché risultano raccolti nelle ultime due sedute, pertanto a un prezzo medio tra quota 0 di ieri e lo 0,004 di giovedì. Dietro le quinte, la mossa giunge un po' inattesa, specie data la sua ampiezza, che candida il gruppo automobilistico a un ruolo di futuro "gestore" dell'azienda in ristrutturazione. E spiazza Diego Della Valle, l'imprenditore della Tod's che si era candidato a un ruolo guida di Rcs, in polemica con Fiat e con il piano messo a punto dall'attuale ad Pietro Scott Jovane. Il patron della Fiorentina, che non ha fatto comunicazioni ufficiali ieri, appare orientato a sottoscrivere solo i diritti relativi al suo 8,69%, e vedere successivamente se c'è spazio per incrementare la quota. Ma in Borsa, ormai, non c'è più spazio perché Della Valle contenda a Fiat la primazia azionaria: l'inoptato dell'aumento è attualmente stimato in circa il 10% del capitale. A questo punto si può dire che la ricapitalizzazione da 421 milioni - delicata per la continuità aziendale di Rcs, e complessa anche in sede di approvazione assembleare il 30 maggio - sia compiuta. Il prossimo passo sarà, pochi giorni dopo il 5 luglio (quando termina l'offerta dei diritti inoptati, a ricapitalizzazione da 421 milioni) l'apertura di un tavolo "allargato" dei soci forti di Rcs, insieme a Fiat e ai soci-creditori Intesa Sanpaolo (in ascesa al 7%) e Mediobanca (13,7%), seguiti da Della Valle, Fonsai (5,5%, diritti esercitati ieri in toto), Pirelli (5,4%), e dagli eredi di Giuseppe Rotelli, deceduto ieri e che aveva già deciso di non aderire diluendosi poco sopra il 4%. In quella riunione tra pattisti e non pattisti (ormai praticamente il solo Della Valle) si potrebbe già discutere sullo scioglimento dell'accordo di sindacato che vincola il 58% delle quote. Ma ormai non è il patto il problema. Il blitz di Fiat ha anche il sapore di un arrocco, di una messa in sicurezza perentoria del nuovo corso impresso su Rcs - in tandem con Piazzetta Cuccia - fin dal 2012, quando fu rinnovato il cda estromettendone i soci. L'editore è costretto a guardare avanti: con una gestione che non farà utili per altri due anni almeno, debiti per 600 milioni e l'impegno a ricapitalizzare prossimamente per altri 200 milioni, va intrapresa quella che i soci chiamano "fase 2", che potrebbe vedere l'uscita di altri rami aziendali oltre ai periodici, o l'imbarco di nuovi azionisti o partner esteri. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-dopo-generali-e-mediobanca-altra-toppata-storica-dello-scarparo-della-valle-il-perdente-58556.htm
  4. Ragazzi, stamani un macello di gente all'Arena Rock. Non so... Forse c'era qualche gara... Non sono entrato a spiottare. Sono passato di lì per caso. E pure dentro alla cascina auto e gente, la solita. E su via Traves, luogo di ritrovo dei romeni che partono per il loro paese in pullman. E poi le solite prostitute. Un po' meno del solito, e un po' meno gradevoli del solito. Ma c'erano. Mi sa che sarà dura cambiare la situazione in tempi brevi...
  5. Io credo ad alcune specifiche accuse che vengono mosse all'ex premier. Non credo invece ad altre. Ma in un paese normale tutto dovrebbe essere diverso. Basti pensare che c'è la seria possibilità che la rinomata ex minorenne "Ruby" abbia avuto rapporti sessuali a pagamento o simili, anche con altri personaggi. molto prima della vicenda di Berlusconi. In un paese normale la Boccassini avrebbe dovuto indagare e tirare giù una bella lista di tutti coloro che si sono approfittati della povera e ingenua minorenne. E quindi avremmo avuto una lunga lista di imputati. E invece no. Dagli sempre e solo al nano, cattivo, pelato, mafioso. Signori, non si fa così, la giustizia è un'altra cosa. Con questo andazzo c'è la possibilità, neanche troppo remota, che non si riesca a ricostruire in modo esaustivo e credibile ciò che è avvenuto ad Arcore. Anche perché dai comportamenti precedenti tenuti dalla ragazza (che, detto tra noi, dimostra circa 10 anni in più di quelli che ha sia nell'aspetto che nel modo di fare), si potrebbe forse comprendere meglio la specifica vicenda del nanetto. E comunque mancano le prove certe. Per me è colpevole di alcune cose, ma non importa cosa è avvenuto davvero a questo punto, perché 30 testimoni negano, la presunta vittima nega ed è tutt'altro che una vittima (vista anche la somma scucita), e l'accusato nega. Ci sarebbero le telefonate, ma come ben sappiamo al telefono chiunque può dire qualunque cosa. E la procedura amministrativa con cui Ruby fu rilasciata quella famosa sera è regolare. Mi sembra un processo un po' così, gestito malissimo, per colpire sempre e solo una persona.
  6. Boh... ve lo linko qua, caso mai vi dovesse interessare. Ricetta estiva: Fegato alla milanese http://www.ju29ro.com/terzo-anello/4987-ricetta-estiva-fegato-alla-milanese.html
  7. Sulla riva del fiume, abbiamo visto passare Miccoli. Sputtanato e in lacrime. E qui mi fermo.
  8. mmmmmm...... In realtà bisogna tener conto che l'albergo sorgerà su via Traves, quindi a 300/400 metri dallo stadio. Una cosa così... Se usciti dall'albergo andassero a piedi sarebbero alla mercé dei tifosi. Direi che per partite calde, visto che in area stadio potrebbero esserci anche tifoserie nemiche incarognite rosicanti, sarebbe da evitare come soluzione. (Renato, il tifoso picchiato dai granata molti mesi fa, è stato colpito praticamente davanti all'Area 12, non in una zona più distante e isolata) Senza contare che pure tra i nostri tifosi, come ovunque, ci sono diversi rompiballe a vario titolo (da quello che vuole 31 autografi per ogni giocatore per festeggiare lo scudetto con tutta la sua famiglia allargata, a quello che chiede a Matri se può prestargli la Nargi in modo che possa dargli due colpetti senza impegno, a quello che invita Buffon e la Seredova al battesimo del figlio/cucciolo del cane del vicino di casa, a quello che vuole essere omaggiato della tenuta completa da gioco + mutande + ciabatte + accappatoio (sudati, ovviamente) + automobile + cellulare + portafoglio + orologio di Vucinic, ecc). Invece, per eventi non ufficiali e più festosi/celebrativi, si potrebbe fare. Un po' di Security e via camminare in mezzo al popolo gobbo. Già me li vedo... Si apriranno le folle oceaniche come per Mosè. Da studiare, comunque. Sia come fattibilità che come percorso... Se ne potrebbe fare anche una parte internamente (sede, centro sportivo, ecc), lontano dalla plebe, per poi sbucare più vicini al parcheggio.... Boh....
  9. Ci ho pensato più volte anche io a questa piccola cosa. Ma dato che l'idea di un tunnel sotterraneo è irrealizzabile, credo che andranno in pullman, o forse in casi eccezionali con auto propria (partite o eventi non ufficiali).
  10. Infatti molto di ciò che avverrà sarà da addebitarsi anche ai risultati della squadra. Quella è/dovrebbe essere la motrice del progetto. Motrice che deve viaggiare con molta oculatezza garantendosi un buon equilibrio tra le spese (alte quando ci sono le star, per forza di cose) e i risultati da conseguirsi. Buoni risultati creano altro indotto. Non è facile, sia chiaro, ma crescere si può. Cominciamo a mettere in bacheca trofei tutti gli anni (compresi i vituperati CI e EL, e Championz se ci va bene), poi ne riparliamo degli allenamenti, del museo, dell'albergo, e via così... Poi si potrebbero fare anche molte altre cose, per supportare il tutto, ma non le scriverò mai.
  11. Infatti il nostro stadio è nato grazie alla forza della famiglia a Torino e tra le pieghe/buchi legislativi, perché in teoria fino ad oggi gli stadi italiani erano stati sempre comunali/pubblici. Senza contare le altre normative amministrative, sulla sicurezza, commercio, ecc. La solita giungla legislativa all'italiana, confusionaria e piena di errori e incongruenze. Ah, fossi io il presidente del consiglio, saprei davvero cosa fare, come, e da dove cominciare....
  12. La residua parte dell’Area Continassa, pari a 80.000 metri quadrati, rimarrà di proprietà della Città di Torino, che prevede di realizzarvi un parco e servizi pubblici. Anche su questo punto deve esserci stata qualche variazione, perché inizialmente queste cose avrebbe dovuto farle la Juve, se ho capito bene.
  13. Bene allora credo che a breve cominceranno a cacciare immigrati e simili e recintare tutto il recintabile. C'è qualche imperfezione nei rendering riguardo all'acquedotto, che credo che rimanga dov'è. Ma non è detto, può darsi che ci sia qualche variazione.
  14. Se non ricordo male si era parlato di Juve solo all'inizio, perché la cittadella bianconera (senza stadio) doveva sorgere lì, poi è successo quello che tutti sappiamo e la cosa ha preso un'altra piega. Credo che oggi la juve non c'entri più granché. E' un progetto privato, mi sembra, partito con molto ritardo. Ne sa qualcosa di più chi abita da quelle parti sullo stato dei lavori. Abbiamo un po' di utenti qui che abitano a Vinovo e dintorni.
  15. Ma più che altro è che sono argomentazioni che non tengono conto che: 1- all'epoca c'era Blanc, che tutto è, meno che un mangar con una visione prospettica di alto profilo. Alla fine doveva solo garantire che l'Inter vincesse i suoi 5 scudetti consecutivi. Il progetto stadio è stato più un problema che altro, per lui. 2- attualmente ci sono ancora aspetti del progetto da definire, quindi ancora non sappaimo se davvero le cose andranno come dicono i giornali. 3- non bastano i soldi per poter fare tutto quello che vuoi. Servono i permessi, ecc, ecc. 4- Anche a me sarebbe piaciuto uno stadio un po' più grande, ma non sarebbe stato sempre pieno, e servivano molti soldi in più da dedicare al progetto, così come ne servirebbero molti molti molti in più per fare quello che dice lui... Ma John Gabetti e compagnia onesta sappiamo bene che quando si tratta di scucire anche solo un euro... Questo Daniele dove vive? Lo sa in che mani siamo? E' già tanto se non ci ributtano in B di nuovo per fare un nuovo piacere a Moratti...
  16. Molto bene. Vedo che si stanno muovendo come speravo e come ho suggerito a suo tempo.
  17. L'importante è fare cose che portino costantemente soldi nelle casse, e non solo una tantum. Il progetto immobiliare per esempio, ha senso se le villette di lusso con piscina vengono assegnate temporaneamente ai giocatori per il periodo in cui sono a Torino, o affittate, o che ne so. Perché se vengono vendute siamo da capo. Incassi in quel momento poi stop. Il progetto complessivo deve essere funzionale alla Juve stessa.
  18. ECONOMIA 24/05/2013 Lapo Elkann sbarca in Borsa Il 29 maggio l’assemblea di Italia Independent Group Italia Independent Group fa rotta su Piazza Affari. Il primo passaggio formale è fissato per mercoledì prossimo, 29 maggio, con l’assemblea della holding del gruppo attivo negli occhiali da vista e da sole e in una serie di svariati prodotti `lifestyle´. I soci, guidati dal presidente Lapo Elkann, che detiene il 64% del capitale di I-I, sono chiamati a dare il via al processo di quotazione che si concluderà, secondo i programmi, col debutto il mese prossimo all’Aim, il mercato alternativo dei capitali dedicato alle piccole aziende. L’impresa fondata sei anni fa dal nipote di Gianni Agnelli con Giovanni Accongiagioco (attuale direttore operations della società operativa Italia Independent Spa e azionista della holding al 4,49%) e Andrea Tessitore (amministratore delegato e terzo socio con una quota pari all’11,13% del capitale, dietro Mario Ginatta all’11,7%) ha registrato nel 2012 ricavi per 15,6 milioni (da 9,6 milioni del 2011) e un Ebitda di 2,9 milioni (da 1,4 milioni) e punta a crescere, fuori dall’Italia e dall’Europa, guardando anche a Oriente. Oggi il gruppo con sede a Torino, una filiale negli Usa, tre unità locali a Milano, Parigi e Barcellona, due outlet gestiti direttamente e un sito per l’e-commerce, ha aperto a Rivoli, nei pressi del capoluogo piemontese, il nono negozio monomarca. «È il primo realizzato grazie alla partnership con la branch italiana di Essilor, multinazionale francese leader nel settore ottico-oftalmico», ha sottolineato Tessitore. «Grazie alla partnership con Essilor - ha osservato Accongiagioco - i clienti potranno avvalersi di un servizio completo, dalla scelta della montatura all’installazione delle lenti oftalmiche, oltre ad un servizio di assistenza after-market». http://www.lastampa.it/2013/05/24/economia/lapo-elkann-sbarca-in-borsa-z3dK3Kwt7jd40Eew2tfB7J/pagina.html
  19. ECONOMIA 24/05/2013 Elkann entra nel board di New News Corp Il presidente di Fiat a Bagnaia: “I giornali di qualità hanno futuro Bisogna puntare sulle tecnologie” BAGNAIA (SIENA) News Corp si divide in due: il consiglio di amministrazione del colosso dei media approva formalmente la separazione in due società, una editoriale l’altra di intrattenimento, con effetto dal 28 giugno prossimo. E annuncia la composizione dei loro consigli: in quello della nuova News Corp., la divisione editoriale che include il Wall Street Journal e HarperCollins, entra il numero uno di Fiat John Elkann, che affiancherà Rupert Murdoch e i suoi figli, James e Lachlan, ma anche José Maria Aznar. Nel cda di 21st Century Fox, la divisione intrattenimento, siederà, oltre alla famiglia Murdoch, anche Delphine Arnault, la figlia di Bernard Arnault, il numero uno di LVMH. Le due nuove società saranno ambedue quotate. «L’annuncio odierno è un significativo passo nel creare due società indipendenti con un portafoglio di asset fra i maggiori al mondo» afferma Rupert Murdoch, che sarà presidente e amministratore delegato di 21st Century Fox e presidente esecutivo della nuova News Corp. «Continuiamo a ritenere che la separazione possa liberare il vero valore delle due società e dei loro asset, consentendo agli investitori di beneficiare di opportunità strategiche diverse, risultato di un management più concentrato su ognuna delle due divisioni - mette in evidenza Murdoch -. La separazione creerà due leader del settore, che saranno guidati da persone che hanno mostrato acume delle loro attività e che portano esperienze diverse». Nell’approvare la separazione, il cda di News Corp ha approvato anche la distribuzione di tutte le azioni della nuova News Corp agli stockholder: un’azione della nuova News Corp per ogni quattro azioni di News Corp. La nuova News Corp procederà, una volta avvenuta la divisione, anche all’acquisto di 500 milioni di azioni proprie. Approvata anche una clausola che punta a bloccare eventuali scalate ostili nel periodo della separazione, durante il quale sono previsti scambi sostenuti: le azione delle due società includono il diritto di acquistare più titoli nel momento in cui singoli investitori acquistassero una quota superiore al 15%. I diritti agli acquisti scadranno per la divisione editoriale fra un anno a partire dalla separazione e a un anno da oggi per 21st Century Fox. Il presidente di Fiat ha parlato di editoria intervenendo all’Osservatorio Permanenti Giovani-Editori a Bagnaia. «Sono fiducioso che gli azionisti» di Rcs «facciano le scelte» nell’interesse della società, ha affermato Elkann in qualità di azionista del gruppo del Corriere della Sera in vista dell’assemblea degli azionisti chiamata a varare l’aumento di capitale. «Sarei molto sorpreso se per egoismi, interessi personali e calcolo volessero bocciare la proposta e di fatto mettere in condizioni di grandissima difficoltà una delle istituzioni più importanti del Paese». Elkann lancia uno sguardo sul futuro dei media: «La complementarietà tra carta e digitale al momento sta premiando. Nel futuro i tablet cambieranno, saranno modulabili e quindi più simili alla carta. L’innovazione comporterà quindi un minore consumo di carta». Poi l’editore Elkann ha parlato de La Stampa: «Siamo quelli che crescono più di tutti sul digitale». «Chi è focalizzato sul proprio mestiere affronta meglio le sfide del futuro», ha detto Elkann facendo riferimento alle operazioni Oltreoceano nel campo dell’editoria realizzate da Newscorp e Time Warner. «La Stampa sul digitale ha avviato dei progetti molto ampi sotto la guida di Bardazzi e Calabresi e stiamo registrando progressi enormi». «L’esperienza dell’Osservatorio Permanenti Giovani-Editori offre a noi editori lo scambio di opinioni con i ragazzi offrendo stimoli nuovi. L’iniziativa fa leggere di più i ragazzi; le testate divengono “garanti di informazione” e la diffusione dell’informazione assume un risvolto sociale, legato alla voglia di partecipare al dibattito civile», ha detto il presidente de «La Stampa», intervistato da Ferruccio de Bortoli, al convegno «Crescere tra le righe». «Warren Edward Buffett ha investito sui giornali locali con l’idea chiara che i giornali hanno importanza nei confronti dei lettori. È interessante il fatto che i giornali di qualità hanno continuato a progredire nel mondo come l’Economist di cui sono azionista. La cosa interessante - ha aggiunto tra l’altro Elkann - è capire chi è produttore di tecnologia (ad esempio Google) e come la applica all’informazione, rispetto all’editore di quotidiani che ne fa uso». L’editore focalizzato sul proprio mestiere, ha affermato tra l’altro Elkann - è capace «di affrontare meglio le sfide del futuro». «Con la Stampa.it abbiamo fatto progressi molto ampi, siamo la testata che cresce più di tutti anche su applicazioni mobili: il mobile è la novità di questo periodo». Anche la carta stampata «punta sull’innovazione: sono molteplici gli esempi come contenuti speciali, oppure giocare sul cartaceo e digitale, che apre scenari nuovi che consentono di leggere ádal giornale fisico gli articoli e poiá vedere il film da tablet». Il tablet, ha sottolineato ancora Elkann, «crescerà molto di più in futuro della carta, ma la complementarietà con la carta premia». «L’innovazione ci porterà ad avere meno consumo di carta. Il digitale sta crescendo molto rapidamente, anche la pubblicità sta aumentando sul digitale, mentre sul cartaceo sta diminuendo notevolmente, fino al 50%. L’integrazione tra tablet e cartaceo incrementa i lettori, tutti noi leggiamo molto di più rispetto un tempo, occorre vedere però l’aggregato tra i due. I lettori persi nelle copie cartacei non penso verranno recuperati». «Avere accesso a maggiore informazione ci rende più consapevoli e critici, la partecipazione che le persone possono avere è molto più reale, nell’evoluzione del mondo tutti possono avere informazione a costi più bassi. Aumenta la possibilità di partecipare ai cambiamenti, sperando in maniera evolutiva piuttosto che rivoluzionaria», ha concluso Elkann. http://www.lastampa.it/2013/05/24/economia/elkann-entra-nel-board-di-new-news-corp-rxcWpOpn2iNIuxqmPLGMdK/pagina.html
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