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CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
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  1. In bradigaaaaaaaa, sono più ricco di Ibra, Messi e CR7 messi insieme. Solo che i miei debitori sono senza dignità, e non pagano. Tutto lì il discorzo.
  2. Infatti gli illeciti li facevano gli altri. Su Moggi non c'è niente. Persino se confessasse, senza specifici dati (partite comprate, denaro passato di mano, ecc), sarebbe comunque un nulla di fatto. Come se io confessassi davanti ad un magistrato di aver ammazzato Napoleone. I rapporti erano leciti, al di là della famosa circolare della federazione. E' impossibile non avere rapporti tra i club, la federazione, l'Aia, e il giudice sportivo. Dipende cosa si dice nelle telefonate, e infatti altri club invece, hanno fatto cose gravissime. Non capisco secondo quale astrusa ragione dovrei tenermi una proprietà che non è in grado, non solo di difendersi nei tribunali tarocchi, ma nemmeno di avanzare una discreta campagna mediatica di tipo informativo nonostante sia piena di giornali con annessi e connessi. Forse Moggi gli avrà fatto qualcosa, magari anche di grave, può essere, facciamo pure finta che sia così, ma hanno pagato 14 milioni di tifosi e simpatizzanti. Non è una roba che si può fare. Per lo meno, di sicuro non si può fare a me. Se vogliono vendersi la MIA dignità (che è l'unica cosa di cui posso disporre io personalmente) me lo devono chiedere. E il prezzo lo faccio io, non loro. E per ogni anno che passa senza mettere le cose a posto, la cifra sale. Sale.... sale.... sale.... Mi devono un macello di soldi, questi 4 signori del niente. Costo caro, io.
  3. 21 NOV 2013 19:08 CAMBIANO I PESI NELLA CASSAFORTE DEGLI AGNELLI - SALGONO LA DICEMBRE (HOLDING DI ELKANN), GLI EREDI DI UMBERTO E MARIASOLE AGNELLI – IL RAMO CAMERANA VENDE IL 2% La nuova fotografia dell'accomandita fornisce indicazioni ed evidenza su chi, tra i diversi rami della famiglia, ha deciso di investire più che proporzionalmente sottoscrivendo quel bond emesso nel 2008. I nuovi assetti proprietari post conversione del bond….. - Marigia Mangano per il "Sole 24 Ore" La Giovanni Agnelli & C Sapaz, l'accomandita a capo del gruppo Fiat, chiude formalmente la conversione del prestito da 200 milioni in scadenza quest'anno, alza il velo sui nuovi pesi azionari, vara un nuovo buy back sul 10% del capitale, funzionale alla liquidazione di quei soci che volessero uscire dal capitale. Tutto questo mentre, secondo indiscrezioni, la cassaforte degli Agnelli studia diverse opzioni per ottimizzare la cassa che potrebbero coinvolgere alcuni asset della lussemburghese Old Town o tradursi nell'emissione di un bond. Il ramo Camerana cede il 2% La nuova fotografia dell'accomandita fornisce indicazioni ed evidenza su chi, tra i diversi rami della famiglia, ha deciso di investire più che proporzionalmente sottoscrivendo quel bond emesso nel 2008. Il Sole 24 Ore ha ricostruito i nuovi assetti proprietari post conversione del bond. Si tratta di percentuali, certo, ma che evidenziano un trend ormai in atto da diversi anni, con alcuni rami decisi a «seguire» l'accomandita in tutte le sue operazioni e altri più propensi al disimpegno o quanto meno allo status quo. Non tutti, infatti, tra i grandi soci della Sapaz, hanno sottoscritto quell'emissione. Con il risultato che i "soci sottoscrittori" hanno incrementato il peso azionario. Il rafforzamento degli eredi dell'Avvocato, del ramo di Umberto e quello di Maria Sole Agnelli spiccano nell'assetto post conversione dell'emissione obbligazionaria. La Dicembre, nel 2005, era ferma al 31,8%. Oggi la quota sale al 36,74%. In pratica la società è cresciuta di cinque punti percentuali. Copione simile per gli eredi di Umberto Agnelli, rappresentati da Andrea e la sorella Anna. In questo caso la quota è all'11,46% rispetto al 9,92% pre bond. Infine Maria Sole con il pacchetto che è cresciuto dall'11,18% al 12,83%. Se però in termini assoluti è la Dicembre ad aver raccolto più titoli dell'accomandita, è altrettanto vero che in termini percentuali spicca il ramo di Umberto Agnelli che ha rafforzato la presa del 15,5% (contro il 15,2% della Dicembre). A fronte del maggior peso di questi tre rami, c'è chi invece ha invece deciso di non seguire la sottoscrizione del bond e sembra ormai in uscita. Si tratta, per esempio, del ramo di Clara Agnelli che post conversione è scesa allo 0,3% dell'accomandita dall'iniziale 1,4%. Si diluisce anche il ramo di Giovanni Nasi dal 9,38 a 8,83 e il ramo Emanuele Nasi che scende al 3,27% dal 3,93. Così come registra un calo anche il ramo di Susanna Agnelli che oggi conta su una partecipazione del 5,6% contro il 6,67% precedente. Nel libro soci figurano poi, il ramo Clara Nasi - Ferrero Ventimiglia al 6,86% e Cristiana Agnelli allo 0,05%. In quest'ultimo caso, la quota sarebbe più alta in quanto detenuta attraverso fiduciarie. Tra i soci che hanno invece deciso di «vendere» pur avendo sottoscritto il bond convertibile figura poi il ramo di Laura Nasi-Camerana. In questo caso il pacchetto sarebbe stato dell'8,08, ma secondo quanto si apprende, negli ultimi mesi la famiglia avrebbe deciso di smobilizzare il 2% della quota. Scendendo così al 6,34%. A comprare è stata la stessa accomandita di famiglia, con il risultato che la quota di azioni proprie e in mano alle fiduciarie è salita al 7,72%. Nuovo buy back fino al 20% Il sistema della Sapaz, infatti, funziona proprio così: tradizionalmente la società delibera dei buy back per poter liquidare quei soci che hanno intenzione di smobilizzare la quota. Non a caso, secondo quanto si apprende, lo scorso mese è stato deliberato un nuovo piano di acquisti di azioni proprie fino al 10% del capitale che è funzionale proprio a tale scopo: comprare i titoli dei soci che intendono vendere. Non è escluso, dunque, che nei prossimi mesi ci possano essere nuove variazioni all'assetto dell'accomandita. Allo stato attuale, secondo quanto si apprende, la società ha disponibilità sufficienti per coprire il piano di acquisto di azioni proprie appena deliberato. Ma è altrettanto vero che sarebbero allo studio alcune valutazioni volte all'ottimizzazione della cassa e al finanziamento della stessa. Opzioni che potrebbero coinvolgere alcuni asset di Old Town, la società lussemburghese controllata dalla Giovanni Agnelli & C. Sapaz, a cui fa capo la partecipazione del 5,7% in Graphic Packaging Holding, il gruppo americano attivo negli imballaggi per alimenti quotato al New York Stock Exchange. Sarebbe invece escluso al momento un nuovo convertendo come quello emesso nel 2008, mentre una eventuale emissione obbligazionarie rientrerebbe nel ventaglio di possibilità attualmente al vaglio dei soci. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/cambiano-i-pesi-nella-cassaforte-degli-agnelli-salgono-la-dicembre-holding-di-elkann-gli-67010.htm
  4. Inti, ti dico solo una cosa. Capisco le arrampicate sui vetri, visto il tipo di discussione e le argomentazioni su cui ti sei spinto fin dalle prime pagine, ma sto cominciando a pensare male.
  5. 05 NOV 2013 18:40 TRONCHETTI REPLICA ALLE ACCUSE DI EU-GENIO SCALFARI: NON SONO UN INTERCETTATORE. NON LO DICO IO, MA GUIDO ROSSI NEL 2006 E I MAGISTRATI NEL 2008” L'ex patron di Telecom allontana da sè l'ombra pesante di Tavaroli e del Tiger Team. E Scalfari, a denti stretti, deve ammettere: “Bene, ne prendo atto e gli riconosco il diritto di tentare di scucirsi di dosso quella che definisce una “falsa verità”, il vero obiettivo che, più di una risposta al mio articolo, sembra essere nelle intenzioni della sua lettera”… - - Lettera a "la Repubblica" di Marco Tronchetti Provera Gentile dottor Scalfari, nel commento, "Se vince Grillo il paese va a rotoli", lei ha scritto: "... il capo di un'agenzia di informazioni che aveva ottenuto un contratto operativo dalla Telecom di Tronchetti se ne avvalse per ascoltare alcune utenze private che potevano interessare uno dei dirigenti dei Servizi segreti italiani... Ci fu un processo che durò alcuni anni arrivando ad una sentenza di condanna per Tavaroli (titolare dell'agenzia) e la sua squadra. Tronchetti fu condannato per la ricettazione di un dossier...". Affermazione non troppo diversa proprio da quella rilasciata da Beppe Grillo il 28 ottobre scorso in Senato: "siamo intercettati, non è mica una novità. Già ai tempi di Tronchetti Provera lo eravamo, c'era un palazzo intero.... Noi siamo sempre stati intercettati, ma andiamo verso qualcosa che ci coglie impreparati, una realtà che ti viene cucita addosso e un po' ne ho paura". Piaccia o no Telecom Italia, dove Tavaroli lavorava come dipendente, le intercettazioni non le ha mai fatte. Non lo dico io, ma Guido Rossi nel 2006 e i magistrati fin dal 2008. Eppure la falsa verità del "Tronchetti intercettatore" mi è stata "cucita addosso". Non basta che il pm Napoleone abbia dichiarato: "... la notizia dell'esistenza di una centrale interna a Telecom Italia dedita a intercettare illegalmente numerosissime persone..., pur non sorretta da accertamenti giudiziari, risulta essere stata diffusa dai media in modo così capillare e reiterato da generare in tutta l'opinione pubblica il convincimento della sua veridicità al punto da coinvolgere in simile suggestione collettiva anche molti settori delle istituzioni che... hanno confuso in atti ufficiali la raccolta illegale di dossier con l'attività di intercettazione illecita". Non serve neppure quanto affermato nel 2013 dal pm Civardi in merito ai "dossier illegali": "Bisognava mettere a fuoco un significativo bersaglio (Mtp, ndr) che consentisse di distrarre il pubblico dalla duplice miracolosa operazione: recupero dei soldi e liberazione di uno dei vertici del Sismi.... Nessuno ignora che la difesa in processi... come questo si prepara dentro e fuori dalle aule giudiziarie... È un processo, mi si consenta il termine, di spie ed è precipuo delle spie non solo trafficare con il potere delle informazioni riservate, ma influenzare l'opinione pubblica tramite i mezzi di informazione...". Sempre il dottor Civardi, già nel 2010 e in merito alla stessa vicenda, aveva dichiarato: "È proprio delle spie avere rapporti privilegiati con gli organi di informazione per dare informazioni strumentali agli obiettivi e fare disinformazione. In questo processo di spie, le versioni che quattro dei principali indagati hanno dato agli organi di stampa con numerosissime interviste e addirittura pubblicazioni di libri... non sempre hanno combaciato con gli atti processuali, ma spesso hanno introdotto al grande pubblico le strategie difensive che avrebbero assunto davanti al giudice. Basarsi sulle suggestioni degli imputati, preparate da ampio battage pubblicitario e sposate da gruppi editoriali, piuttosto che sugli atti del processo, comporta inevitabili errori...". Questo è quanto dichiarato nel tempo dai magistrati che hanno indagato per oltre quattro anni, che hanno ottenuto la condanna dei veri colpevoli per la vicenda dei "dossier illegali" (dove non sono mai stato processualmente coinvolto) e il cui operato è stato interamente avallato dall'allora capo della Procura di Milano, dottor Minale. Queste dichiarazioni non hanno quasi mai trovato spazio sui giornali. Il perché lo ha spiegato lei in questi giorni descrivendo come i media, esattamente come denunciato dai magistrati citati, "influenzano nel bene e nel male la formazione e l'evoluzione dell'opinione pubblica". Lo scorso 20 ottobre lei scriveva: "...i rumors- a volte condivisi in buona fede, a volte guidati da interessi... - possono causare ferite profonde. Il circuito mediatico che da almeno mezzo secolo determina la pubblica opinione... spinge, spesso inconsapevolmente, in quella direzione. Il circuito mediatico vive di cattive notizie, di sensazionalismo, di rumors. Li amplifica, li trasforma in (immaginarie) realtà, influisce sulle aspettative. Tanto peggio tanto meglio se acquista più ascoltatori, più operatori in rete, più lettori... si tratta di una forza inerente la modernità. Questa forza... ha svelato le verità e al tempo stesso ha accreditato bugie...". Ecco, continuare ad accreditare l'idea che Telecom Italia abbia fatto intercettazioni è un'enorme bugia. L'unico procedimento che mi riguarda, come lei in questo caso correttamente riporta, è quello relativo alla presunta ricettazione di un cd nell'ambito della "vicenda Kroll", che nulla ha a che vedere con il dossieraggio illegale né con le fantomatiche intercettazioni. Sulla "vicenda Kroll", come già detto dal mio avvocato, le motivazioni depositate dal giudice confermano che non esiste alcuna prova in merito alla mia consapevolezza circa l'origine illecita del materiale acquisito dagli uomini di Tavaroli, se non la ricostruzione di Tavaroli stesso. Il cd pervenuto nella sede Pirelli, comprovante lo spionaggio della Kroll ai danni di Telecom Italia, della mia famiglia e miei, fu immediatamente inviato su mio ordine all'Autorità giudiziaria. Contro la sentenza di condanna in primo grado ho annunciato ricorso in appello e sono fiducioso che la verità sarà ristabilita. Magari anche grazie al suo contributo nel chiarire certi punti e dare spazio al fatto che un'altra verità, in questa storia, esiste. Sperò comprenderà il perché di quella che in tanti, anche persone a me vicine, definiscono un'ostinazione inutile. Contrariamente ai loro suggerimenti, su questi temi sento il dovere di continuare a far sentire la mia voce. Per la mia famiglia, per la storia della Pirelli e per me. Magari sarà tutto inutile, ma tra i tanti errori che avrò commesso almeno non ci sarà quello di essermi arreso. Risposta di Eugenio Scalfari Non sono un intercettatore, ribadisce il dottor Tronchetti Provera. E aggiunge: "Non lo dico io, ma Guido Rossi nel 2006 e i magistrati nel 2008". Bene, ne prendo atto e gli riconosco il diritto di tentare di scucirsi di dosso quella che definisce una "falsa verità", il vero obiettivo che, più di una risposta al mio articolo, sembra essere nelle intenzioni della sua lettera. Per quanto mi riguarda restano fermi i fatti da me riferiti sulla posizione giudiziaria di Tronchetti, cioè la condanna in primo grado per ricettazione che, com'egli sottolinea, si riferisce alla "cosiddetta vicenda Kroll". In ossequio alla presunzione d'innocenza e al ricorso in appello del dottor Tronchetti aspettiamo il seguito del giudizio. http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/tronchetti-replica-alle-accuse-di-eu-genio-scalfari-non-sono-un-intercettatore-non-lo-65922.htm E ho detto tutto.
  6. Non andate fuori tema. Domanda per voi. JE, siamo sicuri che della Juve freghi poco o nulla? Forse dimentichiamo che ad un certo punto si vociferava che potesse entrare nel cda. Se vuoi onorabilità e visibilità, come molti presidentini sfigati sanno fin troppo bene, in Italia il calcio è la via maestra. Perché organizzare calciopoli se la Juve la si considera solo un asset rognoso? La voglia di farne parte secondo me c'è, solo che ora ha capito che è difficilotto lavorare bene e che bisogna saperci fare. A meno che non faccia fare tutto ad altri e lui si prenda solo i meriti. Da qui forse la testardaggine di AA di non cedere di un millimetro riguardo alla sua poltrona, e restare in sella anche se tutto il gruppo mediaticamente e sistemicamente gli rema contro. Siamo alla solita guerra famigliare le cui conseguenze paghiamo noi tifosi.
  7. Miiiiiiiiiiiiii. E' arrivato gianky99, mò quota tutto e tutti e piazza bandiere gobbe ovunque! Evvai!
  8. Li aveva messi Umberto al posto di comando, dopo forte discussioni in famiglia, perché c'erano molte lamentele sulle gestioni Montezuma e compagnia cantante. Soldi buttati al vento e nessun risultato. Era stato mandato via Zoff che aveva vinto due trofei con squadra non eccezionale, per far arrivare Maifredi... A quel punto Gianni, visto il disastro, andò nel pallone, perché capì che per Luca non era cosa sua ("deve ancora decidere cosa fare da grande"), Boniperti non era più all'altezza visto che il calcio stava diventando impresa e la concorrenza economica di Silvio avanzava spregiudicata e a passi da gigante e titoli. E così si decise a passare tutto nelle mani del fratello. Ma non fu un passaggio indolore. Discussero anche abbastanza vivacemente. Il rischio, per Gianni, era che per la seconda volta, con un'azienda che rispetto alle altre regala una visibilità eccezionale, il fratello facesse una bellissima figura e lo mettesse indirettamente in cattiva luce. Non a caso, Umberto ha mantenuto un profilo bassissimo, e ha lasciato lavorare i dirigenti senza rilasciare interviste o dichiarazioni continuamente, senza andare a tutti gli allenamenti aperti al pubblico, e robe del genere. Un atteggiamento discreto per non disturbare troppo. Ricordiamoci che Umberto già fece ottima figura una volta con la Juve (Sivori Charles Boniperti). E guardacaso anche in quella occasione non furono tutte rose e fiori, e si sprecarono le polemiche con Milano (MorattiAngelo)... Poi, venne scalzato, casualmente. I giornali che hanno dato botte di intercettazioni rispetto a quegli scandali sono sempre i soliti. Il Tiger Team tentò di entrare nel sito di Bridgestone per reperire i dati reali delle temperature delle gomme, se non ricordo male. All'epoca Ferrari aveva le Good Year, mi pare. E la Pirelli non era in formula uno. Poi venne spiato il principale candidato concorrente di Montezuma per la presidenza di confindustria. Sono due mondi molto legati, quelli di To-Mi, industrialmente parlando. Non immagini quanto.
  9. C'era solo un modo efficiente per farlo. Perché: - Bisognava cacciare Moggi e Giraudo. Sia perché già all'avvocato non piacevano, sia perché si stavano organizzando/allargando troppo bene, sia per evitare che in un futuro lontano AA potesse fare il presidente. - Bisognava evitare che M&G andassero a lavorare per altri (milan in particolare, sia perché c'erano dei contatti, sia perché pare che anche Galliani abbia avuto una sua parte nella vicenda, segno che sentiva tremare la terra sotto i piedi). Dovevano bruciarli definitivamente. - Bisognava restituire qualche favore al clan dei milanesi che tanto si erano adoperati telefonicamente (vedere Ricucci, Fazio, spionaggio promontezuma in confindustria, spionaggio proferrari, ecc, ecc, ecc), per il pattugliamento dell'impero. Uno dei favori poteva essere quello di permettergli di vincere agilmente 5 scudetti (piano Blanc), per cominciare. E con lo sponsor Pirelli sul petto. - Bisognava mandare la Juve in B per poterla smembrare e fare cassa, per delegittimare M&G, nonché per dare un avversario forte in meno all'Inter l'anno successivo e almeno per un altro paio d'anni ancora. Da qui l'idea di dargli un paio di campioni in grado di cambiare le sorti di qualunque squadra appena decente. - Bisognava avere la B e non la C, che avrebbe voluto dire un bagno di sangue. Lo scanadlo infatti è stato accompagnato passo passo dove loro volevano. (Ruperto, che non è nato ieri, durante l'udienza infatti si è assicurato che le cose fossero proprio come lui pensava. Tanto per non sbagliare... (Pozzetto cit.) ) (A torino il resto lo ha fatto Cobolli capopopolo che ha incanalato la tifoseria in una precisa direzione, con tanto di retromarce improvvise e altre cosette che è meglio non dire in questa sede). - Bisognava fare tutto in modo che sia i tifosi, sia alcuni membri della famiglia, sia gli azionisti di Exor e Juve, accettassero di buon grado la pena. Da qui la griglia su cui hanno messo M&G, con sotto il fuoco molto alimentato da loro. - Bisognava mettere una dirigenza nuova e incompetente per evitare che con qualche fico secco, nel giro di un paio d'anni qualche genio riuscisse a fare le nozze. L'Inter doveva vincere... E infatti hanno avuto ragione per un pelo, perché coi pochi campioni rimasti la Juve ha vinto contro l'Inter, e ha fatto fin da subito due buoni piazzamenti considerando che si arrivava dalla B. - Bisognava distrarre l'attenzione dallo scandalo di Milano, dove sotto sotto il clan dei torinesi è invischiato fino al collo. Infatti alcuni nomi hanno avuto molto a che fare con Torino (Rossi, Pistorio, ecc). - Bisognava forse vendicarsi di vecchie vicende personali, e dare l'esempio a tutti gli altri. E via così. Altri modi che potessero soddisfare tutte le esigenze non ce n'erano.
  10. Perché forse nei mesi precedenti hanno scambiato insieme delle idee, la Juve perdeva una partita dietro l'altra, fuori dallo stadio c'è stata qualche manifestazione, dentro lo stadio delle bombe carta per alcune settimane, e per la prima volta sono partiti cori anti-elkann "JE pezzo di emme!", ecc A quel punto avrà pensato che non c'era più nulla da fare. Manco il rientro di Bettega a sorpresa un po' di tempo prima era riuscito a risollevare la situazione. AA a quel punto si è giocato le sue carte.
  11. Ripeto, a Silvio è bastato aprire bocca una volta, senza nemmeno parlare di Milan, per avere i preliminari di Champions. Dimmi in questi 7 anni quante volte il gruppo, non la Juventus, si è difeso o ha mai messo in piedi una strategia di risposta a questo sistema. Mai. Perché? E poi, anche riguardo alla vicenda Conte e alla situazione generale del sistema, ti sei mai chiesto se per caso a JE non stia bene tutto com'è pur di non far brillare troppo l'operato del cugino? La butto lì...
  12. Ma scusa. Tu ti difendi e neghi tutto. E lo fai con tutte le forze che hai (giornali ecc). Poi se vedi che sei in difficoltà te la giochi diversamente e magari provi a patteggiare in qualche modo. Al massimo cambi strategia in appello, poi c'è ancora il concordato... Invece la scenetta tra Ruperto e Zaccone è stata degna dell'avanspettacolo. Ma qui non solo non hanno fatto nulla, ma non hanno fatto nulla manco dopo. 7 anni di niente. (a parte quel poco che ha messo in piedi AA) Vedi tu. A Silvio è bastato dire che mediaset avrebbe dovuto ridiscutere i diritti televisivi per andare ai preliminari di champions. E dire che ancora la vicenda Conte è stata illuminante.
  13. Semplicemente fatto il piano, all'Ifil o rispondevano picche, o non davano risposte, o prendevano tempo, e continuavano a buttare fango dai soliti megafoni. Infatti il progetto è cambiato più volte... Non a caso poi i soldi successivamente li hanno messi, visto che hanno dovuto ricapitalizzare, ma solo quando la Juve era passata di mano. E hanno fatto anche lo stadio.
  14. Per esempio c'è la telefonata tra Moggi e Giraudo del 05-10-2004, dove parlano dell'incontro avuto il giorno prima tra Giraudo e un dirigente di Exor (IFIL). Parlavano del piano, tra le altre cose, e Giraudo si è anche lamentato di come venivano trattati entrambi (M&G), e mise pure le dimissioni sul piatto come possibilità estrema... Sapevano entrambi benissimo da dove arrivava la cacca...
  15. E' una possibilità. Ma non si sa se gli scatti esistono. Anche se una volta Lapo disse che una delle cose che non gli tornavano di quella serata era che ci fosse un fotografo... Ma poi di quella vicenda non si è mai più parlato, è stato messo tutto a tacere (gli avranno consigliato così i vecchi), ed è iniziata ovunque una lunga fase di pubblicità positiva gratuita su quanto è bravo Lapo imprenditore, creativo, simpatico, pieno di charme, alla moda, ecc. (un caso?) (giornali e tv) Non sono mancate le prese per i fondelli, ma questo perché lui è un po' un tipo a pois, e ogni tanto ne combina qualcuna. Non è che si può nascere quadrati e morire rotondi. Ma di quella sera non se ne parla più da una vita. Di certo c'è che quelli hanno svuotato il computer di Corona dove c'erano molte foto delle sue solite attività. Poi boh...
  16. Considerando come anno di partenza il 1998, all'epoca AA aveva 22/23 anni, circa. Non era un erede dell'Impero, Giovanni Alberto era appena morto, e lui era lontanissimo da quello che è oggi, e da quello che Giraudo poteva pensare di fare in futuro con il club... Partendo dal presupposto che il passaggio della Juventus da una mano all'altra della famiglia non era stato indolore... A naso, mi sa che M&G erano dal lato sbagliato della famiglia.
  17. Silvio? E che c'entra? Favore? Boh... Bisogna vedere. Favore se gli scatti esistono e sono stati distrutti, non tanto favore se sono archiviati da qualche parte a mò di garanzia per altre attività tipo... In pegno per un'amicizia forzata, potremmo dire...
  18. Non è che non si pubblica, è che io personalmente non ce l'ho sottomano al momento. Magari se qualcuno che legge il topic ce l'ha e la vuole postare... Ma non capisco tutta questa foga di volerla vedere a tutti i costi. Anche perché se la si posta arriverebbe subito qualcuno che dice, "tutti potevano parlare con i designatori, ma bisogna anche vedere cosa si dice... (è un classico degli interisti questo, a dir la verità). E poi è una cosa assurda già alla base, perché un dirigente con chi dovrebbe parlare quando ha un problema, o quando deve segnalare qualcosa? Non parlo solo di sportello reclami (che pure serve), ma anche solo un problema logistico in relazione agli arbitri, o cose così... A chi mi devo rivolgere, se non al designatore/i? Solo in Italia potevano arrivare a questa ridicola supersega antiJuventina collettiva... Infatti nel 2006 per il popolo bue pubblicarono solo un'intercettazione dell'Inter, apposta, dove Bergamo chiedeva a Facchetti 2 biglietti. Proprio a voler dimostrare che invece le nostre erano davvero gravi, paragonate all'unica loro...
  19. Scusami, non rido di te. Rido perché... Ogni volta che arriviamo al punto vero della questione tutti i tifosi si fermano al punto in cui ti sei fermato tu. Calciopoli è stato il punto più virulento della curva, dato dal fatto che Gianni e Umberto non c'erano più, e mai avrebbero permesso una serie B. Ma il trend fangoso era quello da un po', e col senno del poi è stato determinante anche per Calciopoli, perché così tutti han potuto dire che i tanti sospetti degli anni prima erano fondati. No perché, a guardar bene, tutta la faccenda si svolge sempre dalla stessa parte della famiglia... Come mai?
  20. Allora vieni a Canossa, i veri motivi di calciopoli non si sanno. Probabilmente ce ne sono diversi. Una serie di ragioni che portano lì. Questo è quello che ancora non si è capito davvero. Ma dubbi sul mandante non se ne possono avere. E a questo andrebbe aggiunto anche il fatto più importante, ossia che il fango cominciò ad arrivare verso il club quando ancora l'avvocato era in vita, almeno dal 97-98 in poi. Viste le vicende ereditarie successive, qualche domanda il popolo gobbo dovrebbe porsela...
  21. Certo. Io odio Silvio, ma il fatto che la magistratura faccia politica invece di pensare alle cose serie mi sembra abbastanza assodato. Se facessero quello che dovrebbero, l'Italia sarebbe un posto migliore. Tronchetti mica sarebbe a piede libero, e non avrebbe una condanna come quella dopo tutto quello che è venuto fuori dal 2006 ad oggi, per dire...
  22. Infatti io credo che avrebbero fatto in modo di diventare almeno un forte socio di minoranza con un'Opa, perché Gheddafi già aveva un bel pacchetto e si poteva rinforzarlo, e poi avrebbero cercato di scendere a patti con Exor... Ma non ho mai capito in che termini avrebbero agito davvero. E' rimasto tutto incompiuto, quindi vai a sapere davvero...
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