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vanpeebles

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  1. D'accordo su tutto quel che dici, ma cerchiamo di andare oltre. 1) se diciamo questo, allora è certificato che Mattarella vuole imporre una propria soluzione. 2) per fare una coalizione, non si potrà contare su lega, 5s e FDI. Non c'è maggioranza, dunque Mattarella preferisce arrivare alle elezioni con un governo che sarà preso a pernacchie in Parlamento 3) la legge elettorale, anzi qualunque legge, la fai con l'accordo di almeno uno di quelli che ti avranno preso a pernacchie. Non riesco a immaginare cosa potrebbe succedere.
  2. Seguendo fino in fondo il tuo ragionamento, allora Mattarella era d'accordo con Salvini.
  3. Quindi, riassumendo: andava bene il governo lega-5s andava bene Conte, non eletto, come PdC NON andava bene Savona ministro dell'economia andava bene un politico di lega o 5s all'economia (quindi il problema era proprio lui, non la linea politica?) ORA va bene Cottarelli, che non si è candidato, non ha un programma politico, non otterrà la fiducia in nessuna delle camere? Così a occhio direi poche idee ma confuse
  4. Quest è stupenda. Mi hai citato la riforma Renzi, anziché la Costituzione vigente
  5. i 5s hanno lo stesso tornaconto della lega: probabilmente ridurranno il PD a un prefisso telefonico e torneranno in Parlamento meglio di prima. E dovranno ringraziare Mattarella, un gigante della politica almeno al livello di Renzi
  6. Conte e Savona avrebbero dovuto chiedere la fiducia alle Camere. Così dice la Cost. Il PdR nomina i ministri "su proposta" del PdC incaricato. Mattarella ha preteso di essere lui a indicare. Per questo non ha la minima legittimazione. E dovrà spiegarlo alla Corte costituzionale, insieme al suo discorsetto sull'inviolabilità dell'euro.
  7. Le regole del gioco sono quelle della Costituzione. Se i trattati violano la Cost. si crea un altro problemino, che i geni al governo finora non hanno visto. Presto diventerà tema di attualità.
  8. Quindi, nel momento in cui Renzi è partito col jobs act che non era in programma, Napo doveva farlo fuori, immagino...
  9. Discorso politicissimo di Mattarella: non si può fare un governo che metta in dubbio l'euro. Si riserva di decidere sulle elezioni dopo aver verificato cosa accadrà in Parlamento (!?) Forse spera ancora nel governo "tecnico". Insomma, l'arbitro ha deciso che il risultato non gli piaceva e ha deciso di fare gol. Auguri
  10. Beh, intanto io, non voi, non esco e non ho forconi né ruspe. Ma non ci vuole un genio per capire cosa succederà: una campagna elettorale giocata su questa trovata mattarellesca, che porterà lega e 5s all'80% (Baffino dixit). Già adesso quei due partiti hanno i numeri per incriminare Mattarella. Basta fare 2+2
  11. OK, in questo momento Conte ha rimesso il mandato. Voi intanto ridete e continuate con i popcorn. Ne riparliamo fra un po'.
  12. Previti fu fatto fuori per questioni personali, non per la sua linea politica
  13. beh, se pensi che il PdR possa rifiutare la nomina di un ministro perché non gli piace la politica che vuol fare, forse sei tu ad avere qualche problemino con la Costituzione. Anche perché, a darti retta, si arriverebbe a concludere che il governo lo fa il PdR, che ha però un piccolo problema: nessuna legittimazione elettiva. Si chiama forma di governo parlamentare, non presidenziale.
  14. Se è vero quello che si dice, cioè che il governo non si fa perché Mattarella non vuole un ministro proposto dal presidente del consiglio incaricato, non per motivi oggettivi ma per le sue idee politiche, si va 1) alle elezioni, con tutto quel che segue 2) all'incriminazione del presidente della repubblica per attentato alla Costituzione non necessariamente in questo ordine
  15. Immagino che da oggi anche i civilisti italiani siano diventati grillini, dunque nazisti https://www.civilistiitaliani.eu/images/notizie/Comunicato_del_23maggio2018.pdf
  16. Ops, quelli bravi ne hanno combinata un'altra... ma che volete che sia, andiamo avanti a parlare del cv di Conte e delle mani in tasca di Fico, cosa volete che siano 750 milioni di buco (in più) Corte Costituzionale, accolto ricorso del Veneto: “Illegittima estensione al 2020 del contributo di 750 mln imposto alle Regioni ordinarie. Così si mettono a rischio i fondi per la sanità” La sentenza non esclude che sia lecito imporre alle Regioni risparmi anche di lungo periodo ma ribadisce che le singole misure devono presentare il carattere della temporaneità. La Corte ha poi evidenziato che l’imposizione alle Regioni a statuto ordinario di contributi "incide inevitabilmente sul livello del finanziamento del Ssn, sicché lo Stato, in una prospettiva di lungo periodo, dovrà scongiurare il rischio dell’impossibilità di assicurare il rispetto dei Lea in materia sanitaria e di garanzia del diritto alla salute". Stigmatizzato invece il comportamento delle Regioni e Povince autonome: per colpa loro ridotto fabbisongo sanitario. LA SENTENZA. 23 MAG - È incostituzionale il raddoppio surrettizio della durata di una manovra di finanza pubblica a carico delle Regioni ordinarie. Perciò è illegittima l’estensione al 2020 del contributo di 750 milioni di euro imposto a tali Regioni, con la legge di bilancio per il 2017. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 103 depositata oggi (relatore Nicolò Zanon), con la quale viene anche affermato che le autonomie speciali non devono sottrarsi agli accordi bilaterali con lo Stato finalizzati a stabilire la quota della loro contribuzione. La censura di incostituzionalità riguarda l’articolo 1, comma 527, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019), là dove prevede appunto l’estensione al 2020 del contributo di 750 milioni a carico delle Regioni ordinarie (già previsto dal primo periodo dell’art. 46, comma 6, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66). Secondo la Corte, la disposizione censurata è in contrasto con il canone della transitorietà che deve caratterizzare le singole misure di finanza pubblica impositive di risparmi di spesa alle Regioni. Con la norma impugnata dalla Regione Veneto, lo Stato aveva, per la terza volta, esteso di un anno l’ambito temporale di operatività di una manovra economica in origine limitata al triennio 2015-2017, fino a giungere, con la disposizione ora dichiarata incostituzionale, a raddoppiarne la durata inizialmente prevista. La sentenza non esclude che sia lecito imporre alle Regioni risparmi anche di lungo periodo ma ribadisce che le singole misure di contenimento della spesa pubblica devono presentare il carattere della temporaneità e richiedono che lo Stato definisca di volta in volta, secondo le ordinarie scansioni temporali dei cicli di bilancio, il quadro organico delle relazioni finanziarie con le Regioni e gli enti locali, per non sottrarre al confronto parlamentare la valutazione degli effetti complessivi e sistemici delle singole manovre di finanza pubblica. La Corte ha colto l’occasione per evidenziare che l’imposizione alle Regioni a statuto ordinario di contributi alla finanza pubblica incide inevitabilmente sul livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale, sicché lo Stato, in una prospettiva di lungo periodo, dovrà scongiurare il rischio dell’impossibilità di assicurare il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza in materia sanitaria e di garanzia del diritto alla salute. Tale rischio dovrà essere evitato, eventualmente, mediante il reperimento di risorse in ambiti diversi da quelli riguardanti la spesa regionale. Con la stessa sentenza sono state invece giudicate non fondate le censure mosse da varie Regioni speciali ad alcune disposizioni sempre della legge di bilancio per il 2017. Secondo le ricorrenti, le norme impugnate imponevano un concorso alla riduzione del fabbisogno del Servizio sanitario nazionale, gravandole illegittimamente di un contributo al risanamento di un settore che esse invece finanziano autonomamente, senza oneri a carico del bilancio statale. La Corte, dopo aver escluso tale effetto, ha evidenziato che le disposizioni censurate avevano legittimamente imposto alle ricorrenti un contributo al risanamento della finanza pubblica, subordinandone l’operatività alla stipula di accordi bilaterali tra la singola autonomia speciale e lo Stato, nel rispetto del principio pattizio che governa le relazioni finanziarie tra le parti. Tuttavia, i giudici costituzionali hanno stigmatizzato il comportamento delle autonomie speciali, ritenendo non rispettoso del principio di leale collaborazione il perdurante rifiuto da esse opposto alla stipula degli accordi previsti dalle disposizioni impugnate per determinare l’importo del contributo gravante su ciascuna ricorrente. La mancata stipula degli accordi, infatti, ha determinato un’ulteriore riduzione del livello del fabbisogno sanitario nazionale, in conseguenza dell’accollo alle Regioni a statuto ordinario di un maggiore contributo al risanamento della finanza pubblica, in vista del raggiungimento dei saldi complessivi previsti dalla manovra di bilancio. La Corte ha dunque auspicato che un simile risultato venga scongiurato in futuro, evitando il perpetuarsi dello stallo nelle trattative, anche attraverso una provvisoria determinazione unilaterale, da parte dello Stato, del riparto pro quota tra le autonomie speciali del contributo loro imposto, fino alla stipula dei pur sempre necessari accordi bilaterali. fonte: http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=62125
  17. Il testo ora in votazione tra gli iscritti ai 5s https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/associazionerousseau/documenti/contratto_governo.pdf
  18. Rizzo fa un articolo interessante, ma a volte si fa trascinare dalla voglia di polemica, o forse semplicemente dall'astio. Io non mi intendo di tutte le cose di cui parla, però anche a lui si possono fare le pulci, così anche lui può essere un "dilettante allo sbaraglio". Per esempio Ma qui c'è un referendum non rispettato dal Parlamento e da tutti i governi finora, che prevede il ripristino della proprietà pubblica dei servizi idrici. Rizzo non sa o finge di non sapere che oggi i gestori sono "anche" pubblici, in violazione della legge. O preferisce che si continui a violare la legge, ignorando il risultato del referendum? Nella riforma renziana c'era mezza Costituzione. Siccome ci ha provato lui sbagliando, è vietato farlo, magari cambiando punti su cui tutti sono d'accordo? Qual è il problema, a parte la megarosicata? Qui è scritto male, ma la questione è seria. Se Rizzo sapesse di cosa parla, dovrebbe ricordarci che l'Italia è l'unico paese democratico nel quale l'elezione dei parlamentari è sottratta al controllo dei giudici, per cui se la Giunta per le elezioni decide che è eletto Tizio, Caio non potrà contestarlo davanti a nessun giudice.E naturalmente la Giunta decide a maggioranza... Qui non so se sono ottimista io o troppo in malafede Rizzo. Io ho capito che, va bene il divieto di licenziamento per le madri lavoratrici, ma bisogna evitare di scaricare i costi relativi sull'imprenditore. Quindi, agevolazioni fiscali.
  19. Sono d'accordo che non è una cifra importante, ma il costo degli eventuali ricorsi non è un gran problema. Infatti lo Stato è difeso in giudizio dall'Avvocatura dello Stato, composta da dipendenti con mega stipendio fisso + indennità per ogni causa + indennità se vincono. In sostanza li paghi comunque anche se giocano alla PS invece di lavorare (a proposito di cose che costano un botto e non ci possiamo più permettere). Tanto vale farli lavorare. Sulla 104 e la 151 c'è il solito problema italico, che non è tanto la legge, ma l'applicazione e il controllo. Se facessero controlli farebbero una strage. Però non ti illudere. Anche lì, come licenzi qualcuno, fa ricorso. Non si scappa.
  20. I ricorsi li hanno fatti contro ogni provvedimento che ha tagliato o bloccato qualcosa, in Italia non c'è modo di fare niente senza che qualcuno ti faccia causa. Il reale risparmio non lo so, però l'anno scorso Boeri ipotizzava una misura simile ma per le pensioni sopra i 3.000€, con un risparmio ipotetico di 4 mld. Qui ovviamente sarebbero ancora meno.
  21. Non facciamo confusione. L'esempio che fai riguarda la legge penale, che non può essere retroattiva per un espresso divieto costituzionale (art. 25). Per tutte le altre materie (come fisco e pensioni) non c'è un divieto espresso. I ricorsi ci saranno, qualche risposta possibile c'è già stata. In un post poco sopra ho messo un elenco di sentenze recenti della Corte costituzionale che ammettono la possibilità. Inoltre terrei a mente tre cose: 1) la proposta parla della quota della pensione che sta sopra i 5.000€. Non stiamo parlando di tutti i pensionati, ma di una percentuale minima. 2) pensione retributiva significa che prendi una cifra non correlata ai contributi versati. Tutto ciò che supera i tuoi contributi è lo Stato che te lo dà, esattamente come dà ad alcuni l'assegno di disoccupazione o ad altri l'indennità di cassa integrazione. 3) la proposta parla di togliere (da oggi, non retroattivamente) una somma che, semplicemente, non è stata versata. Se su questo c'è un diritto quesito, allora per coerenza potremmo dire che chi è stato fregato dalla legge Fornero doveva tenersi i suoi diritti (ma i giudici gli hanno dato torto), oppure io potrei dire che, siccome quando sono nato non si pagava il ticket sugli esami medici, oggi ho il diritto di non pagarlo. Infine, stiamo parlando di una misura assistenziale (integrazione della pensione senza pagamento di contributi) erogata, a spese nostre, a gente che guadagna almeno 5.000€ al mese. Magari mi sbaglio, ma penso che non possiamo più permettercelo.
  22. Sì, non è semplice, anche se credo che il problema principale sia la volontà politica, anche considerando che i danneggiati, anche se pochi, sarebbero in gran parte persone in posizioni di potere. Sul piano tecnico si può immaginare una legge fatta più o meno così. Premessa: situazione di dissesto del sistema pensionistico e delle finanze statali. Questo rende necessario contenere le spese. Per farlo, si procede al ricalcolo in chiave contributiva retroattivo per tutti. Poi si mette una soglia (qui, 5.000€) al di sotto della quale resta tutto come prima, e a questo punto sarebbe una misura assistenziale in deroga al criterio generale, giustificata da garanzia minima diritti fondamentali ecc. Per la parte che supera la soglia si applica "normalmente" il calcolo contributivo. Per inciso, una cosa di questo genere comincerebbe a fare chiarezza, perché i nostri problemi sulle pensioni derivano in gran parte dalle misure assistenziali legate al retributivo: baby pensionati, prepensionati, contributi figurativi per chi non li ha mai versati ecc. Se si cominciasse a distinguere ciò che è pensione da ciò che ci mette lo Stato come assistenzialismo nascosto, forse si capirebbero meglio certi problemi.
  23. I ricorsi ci saranno sicuramente e altrettanto sicuramente si arriverà a impugnare la legge. Su questo argomento ti ripropongo quello che ti avevo risposto in questo topic il 26 marzo. Negli ultimi anni la Corte costituzionale ha "salvato" praticamente tutti i tagli retroattivi. Ad es. sent. n. 16/17, salva la retroattività dei tagli agli incentivi sul fotovoltaico "la tutela dell’affidamento non comporta che, nel nostro sistema costituzionale, sia assolutamente interdetto al legislatore di emanare disposizioni le quali modifichino sfavorevolmente la disciplina dei rapporti di durata". sent. n. 250/17: legittimo il blocco della perequazione delle vecchie pensioni. sent. n. 13/16: legittimo il taglio retroattivo dei compensi per gratuito patrocinio
  24. Sì, l'idea è proprio di ricalcolare e vedere quale parte della pensione non si fonda su contributi versati. Non è nemmeno un'idea originale, perché Boeri l'aveva già avuta e anzi, pensava arrivare fino ai 3.000€, sia pure prevedendo un contributo e non direttamente il taglio. Naturalmente si tratta di misure (per me giuste) che non scalfiscono il vero problema, perché la spesa pensionistica è il 30% della nostra spesa pubblica, mentre questi correttivi porterebbero qualche mld al massimo. Vedi qui TAGLIO ALLE INIQUITA’ – Intervistato da Riccardo Iacona a Presa Diretta (Raitre) nella puntata di domenica (“Il buco delle pensioni”), Boeri ha annunciato le misure in programma, una strategia che non prevede sconti sui tagli alle pensioni d’oro in favore delle pensioni minime e di una maggiore flessibilità in uscita. Primo passo, “scovare le ingiustizie” passando al setaccio le pensioni d’oro. "Andiamo a calcolare – ha detto il presidente designato dell’Inps riferendosi ai pensionati privilegiati dalla legge Fornero che ricevono molto di più dei contributi versati – qual è la differenza tra quello che ricevono e quello che avrebbero ricevuto con le regole del sistema contributivo. Su questa differenza andiamo a introdurre un prelievo sulle pensioni da tremila euro in su, un contributo massimo del 20, 30% su questa differenza". https://quifinanza.it/pensioni/pensioni-oro-boeri-all-attacco-taglio-30-su-differenza-retributivo-contributivo/3599/
  25. La prima parte vuol dire adeguare il calcolo dei vitalizi erogati con le vecchie norme alle nuove: cioè se sei stato in consiglio regionale per 6 mesi il vitalizio si ricalcola su sei mesi, non come avveniva prima. Ci sono già resistenze furibonde, vedremo. La seconda parte significa che se hai una pensione di oltre 5.000€, la parte che supera quella cifra te la tieni solo se, al tempo, hai versato i contributi che la giustificano. Altrimenti si taglia.
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