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andrea

Tifoso Juventus
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  1. Oltre il caso Juve Il Foglio QuotidianoLuciano Capone La frase “sono tifosissimo del Napoli e odio la Juventus” è molto forte se pronunciata da un pm che ora indaga sulla Juve. Ma calata nel contesto un po’ goliardico di un convegno del 2019, riferita ironicamente “ai ladrocini in campo”, assume un significato diverso. Soprattutto se Ciro Santoriello, questo il nome del magistrato, è il pm che due anni prima aveva archiviato un’inchiesta per falso in bilancio nei confronti della dirigenza bianconera. A conferma del tono scherzoso delle sue parole, un avvocato della Juventus, Luigi Chiappero, ha definito Santoriello “un magistrato colto che non ha mai confuso il calcio con il diritto”. Detto questo, della vicenda risulta interessante il commento del presidente dell’anm Giuseppe Santalucia il quale – pur censurando le frasi di Santoriello – dice che, in sostanza, si tratta solo del pm “e, come tale non è ricusabile. Il pubblico ministero è una parte nel processo, anche se atipica, perché rappresenta lo stato”. Mentre sarebbe stato ben più grave, dice a Repubblica il presidente dell’associazione dei magistrati, se si fosse trattato di un giudice: “In quel caso il codice prevede strumenti molto più invasivi, fino alla ricusazione, per cancellare qualsiasi ombra di parzialità”. A prescindere dal caso specifico, la riflessione di Santalucia è interessante sul piano più generale per l’affermazione di una diversità sostanziale tra pm e giudice. E la cosa è effettivamente vera. Ma cozza, sul piano formale, con la strenua opposizione dell’anm alla separazione delle carriere e con l’affermazione della magistratura come un ordine unico. Un principio che per il pm si riflette da un lato nell’obbligo di esercitare l’azione penale e dall’altro di trovare anche elementi a favore degli indagati. Ora Santalucia lascia intendere che l’imparzialità del pm non è poi così tanto importante. E che, insomma, questi princìpi che l’anm difende come assoluti e fondamentali non devono essere presi troppo sul serio. Ciò che non si capisce bene è se quello dell’anm sia un nuovo realismo o la solita ipocrisia.
  2. La fonte è indicata all'inizio, il giornale li leggo gratuitamente
  3. Tifosi sul web: “500 mila disdette a Dazn”. Ma sono soltanto 6mila Il Fatto QuotidianoLOR.VEN. • LO JUVENTINO da tastiera, agnelliano convinto, vive in una realtà parallela. Non solo se la prende con i giudici invece che con la dirigenza che ha trascinato la sua squadra nello scandalo, ma si è inventato persino una fantomatica protesta che dovrebbe far saltare il sistema: “Smettiamo di vedere le partite, stracciamo gli abbonamenti. Boicottiamo la Serie A!” La “disdettadazn” (e mettiamoci dentro pure Sky), è diventata subito virale. Tweet in tendenza, appelli e petizioni: uno tsunami arrivato fino ai quotidiani nazionali. Uniti contro la Lega Calcio, contro la Figc di Gravina, contro pure la Uefa di Ceferin che si starebbe vendicando per la Superlega (come se le avesse fatte lui le plusvalenze fittizie). Siamo tanti, tantissimi, già 100 mila, no anche di più: mezzo milione, ormai raccontano i ben informati, che si danno di gomito e si fomentano a vicenda. Il sistema trema, senza i soldi dei tifosi bianconeri affonda. Nessuno può permettersi di toccare la Juve. O forse no. Fuori dalla bolla social, la realtà è un po’ diversa. Il Fatto ha scoperto quante sono davvero le disdette registrate nelle ultime settimane: appena 6 mila, un centesimo delle iperboliche cifre vociferate, per un impatto del tutto irrilevante. Considerando il piano standard da 30 euro al mese, per i tre mesi di campionato che restano, parliamo di circa mezzo milione su un contratto da 840 milioni a stagione. La sommossa di popolo, insomma, è un’illusione virtuale, ma se anche fosse esistita avrebbe avuto l’effetto opposto. I contratti dei diritti tv sono blindati, a parte una minima percentuale di revenues legate ad ascolti e abbonati, la Serie A incassa comunque la cifra concordata. Un’eventuale emorragia di clienti, insomma, colpirebbe nell’immediato solo Dazn. La questione, semmai, potrebbe porsi a lungo termine: al momento del prossimo bando per il triennio 2024-2027, una Serie A con un bacino d’utenza inferiore potrebbe avere meno valore sul mercato, che si è già ristretto di suo. Ma anche questo sarebbe un boomerang, visto che i ricavi dei diritti tv vengono redistribuiti ai club per importanza, quindi innanzitutto alla Juve, che oggi come domani farà comunque parte del sistema calcio italiano e quindi sarebbe la più colpita dal boicottaggio. I tifosi bianconeri l’hanno studiata proprio bene. Ma stiano tranquilli: i giudici decideranno senza intromissioni politiche o mediatiche. Per fortuna di tutti, anche della Juventus.
  4. Gianfranco Teotino Pensare di cancellare le specificità dei procedimenti sportivi e di offrire agli imputati le stesse identiche garanzie di un processo penale o civile è illusorio e probabilmenteanfranco anche sbagliato: non ci sono né gli strumenti né i tempi per farlo senza bloccare lo svolgimento e la regolarità delle competizioni. Resta il fatto che la vicenda Manchester City, così come la vicenda Juventus, segnala tutte le debolezze dell’ordinamento giudiziario sportivo attuale. Indizi e prove di colpevolezza derivano non dall’attività delle Procure sportive, ma dalle indagini della giustizia ordinaria o, addirittura, nel caso City, da inchieste giornalistiche o attività di hackeraggio. E, peggio ancora, nessun codice sportivo stabilisce con precisione quali pene corrispondano ai reati commessi. Se leggete gli specchietti pubblicati dalla stampa internazionale su “cosa rischia il Manchester City”, potete vedere che si va dall’ammonizione all’esclusione da tutti i campionati del Regno (Unito). Come a dire, da una sgridata alla pena calcistica capitale. Così come non si capisce in che modo siano stati determinati i 15 punti di penalità della Juventus: perché non i 9 richiesti dall’accusa o non magari 2 o 30? Le motivazioni della sentenza non lo spiegano. Vale tutto. Così è una giustizia che non vale niente.
  5. La Juventus senza giusto processo è un problema anche per chi odia la Juventus Il Foglio Quotidiano. Claudio Cerasa Non abbiamo alcuna intenzione di sottrarre agli amici di Repubblica lo scettro del garantismo, sul caso Juventus, e non saremo mai all’altezza della loro eroica battaglia in difesa della vecchia e nuova dirigenza juventina, battaglia combattuta in modo così profondo da aver fatto dimenticare alla corazzata di Rep. le vecchie e romantiche battaglie giustizialiste volte a denunciare l’oscenità dei conflitti di interesse. Non saremo mai all’altezza di Repubblica, lo sappiamo, ma nonostante questo non si può non condividere la profonda indignazione mostrata ieri dal giornale edito dalla famiglia Agnelli, la stessa famiglia che controlla la Juventus, quando ha appreso, con sconcerto, una circostanza che ai tempi dei magistrati indemoniati contro Silvio Berlusconi veniva considerata accessoria e che invece ora viene considerata decisiva per illuminare i pregiudizi ideologici che possono smuovere alcune inchieste giudiziarie. La storia probabilmente la conoscete già. Alcuni quotidiani, ieri, hanno riportato le parole risalenti al 2019 di un magistrato di nome Ciro Santoriello. Santoriello, nel corso di un evento pubblico, ha detto: “Sono tifosissimo del Napoli e odio la Juventus. Come tifoso è importante il Napoli, come pubblico ministero ovviamente sono anti juventino, contro i ladrocini in campo, e mi è toccato scrivere archiviazioni”. Non ci sarebbe nulla di male a essere anti juventini, chi scrive confessa anzi di sentirsi particolarmente vicino all’affermazione di Santoriello, se non fosse che il suddetto pm è uno dei tre magistrati della procura di Torino che stanno indagando nel processo sulle plusvalenze a carico della società bianconera. In quell’occasione, nel 2019, le frasi di Santoriello arrivarono qualche anno dopo la scelta dello stesso magistrato di chiedere l’archiviazione di una denuncia a carico della Juventus per falso in bilancio. Ma nonostante il precedente incoraggiante, la Juventus, e i giornali editati dalla stessa società che controlla la Juventus, ora hanno tutto il diritto di chiedersi se di fronte alla squadra torinese vi siano o no le premesse per un giusto processo. Il 27 marzo ci sarà la prima udienza preliminare per l’inchiesta Prisma, che dovrà stabilire se il club bianconero insieme con dodici indagati andrà o no a processo per “false comunicazioni sociali”, “ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza”, “manipolazione del mercato” e “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”. Il tema del giusto processo nei confronti della Juve è un tema che, in un sistema mediatico e forse giudiziario in cui la fede calcistica si trova su un piedistallo più elevato rispetto alla fede per lo stato di diritto, è stato spesso spinto verso i margini del dibattito pubblico. Ma le frasi di Santoriello sono l’occasione giusta per porsi qualche domanda sul processo contro la Juventus e sul modo in cui funzioni in Italia la giustizia sportiva. Sul secondo punto qualche considerazione si può già fare oggi e la risposta, e lo diciamo da interisti, è molto dolorosa: un anti juventino può anche godere fisicamente per la mazzolata che ha preso la Juve, e vederla lottare per la salvezza è un’esperienza che qualsiasi tifoso non juventino si augura di vedere una volta nella vita, ma avere una giustizia sportiva trasformata in una costola del processo mediatico è uno spettacolo che purtroppo appare pietoso per una serie di ragioni che vale la pena passare in rassegna. In primo luogo è difficile dire che la giustizia sportiva, che dovrebbe occuparsi di quello che succede in campo, non abbia scelto di occuparsi di cose che non le competono, ovverosia giudicare se qualche reato sia stato commesso o no. In secondo luogo, sulla specifica accusa per cui la Juve è stata condannata dalla giustizia sportiva vi sono alcune lacune che emergono a occhio nudo incrociando le 36 pagine di motivazioni della sentenza della giustizia sportiva e le 73 pagine di memoria difensiva presentate dalla Juventus. Lacune non indifferenti se si pensa che la penalizzazione della Juventus è avvenuta in seguito alle accuse sulle plusvalenze della squadra torinese senza che la giustizia sportiva abbia però individuato una controparte con cui la Juve avrebbe fatto affari loschi (quando si individua un sovrapprezzo non giustificato dovrebbe esserci sia un venditore che vende a un prezzo più alto del dovuto sia un compratore che acquista a un prezzo più alto del dovuto) e senza che nessuno abbia spiegato come sia possibile che la Juventus sia stata condannata dalla giustizia sportiva per un reato che la stessa giustizia sportiva, nelle motivazioni di una sentenza dello scorso aprile con cui aveva prosciolto undici società deferite dalla procura federale, ha ammesso essere più che aleatorio, quando ha ricordato che il valore di un calciatore “è dato e nasce in un libero mercato, peraltro caratterizzato dalla necessità della contemporanea concorde volontà delle due società e del calciatore interessato”. E’ possibile, anzi più che possibile, che la Juventus abbia commesso degli illeciti, e più che il caso delle plusvalenze per la Juve rischiano di essere un macigno le prove che esistono relative al reato di false comunicazioni sociali per indebito occultamento degli stipendi effettivamente dovuti ai suoi calciatori. Ma, per quanto sia diffusa la pratica dell’essere tutti detective da bar sport, a giudicare se un reato sia stato commesso o no dovrebbe essere la magistratura ordinaria, non quella sportiva. E per quanto sia doloroso ammetterlo, non si può non riconoscere che i quindici punti di penalità inflitti alla Juventus siano stati assegnati sulla base di un teorema pericoloso: essere colpevoli fino a prova contraria. E dire che la giustizia sportiva si basi su un criterio di presunzione di colpevolezza non significa considerare la Juve innocente ma significa considerare la giustizia sportiva colpevole di aver scelto di condannare una squadra di calcio violando quello che è un cardine dello stato di diritto: condannare, per l’appunto, oltre ogni ragionevole dubbio, sostituendosi agli organi preposti anche per giudicare la necessità o meno di adottare una sanzione penale. Potrebbe darsi che la Juventus meriti persino una sanzione maggiore rispetto a quella che le è stata attribuita. Ma avere una giustizia sportiva che si muove da grancassa del processo mediatico, che sceglie di sostituirsi al potere giudiziario, che sceglie di trasformare i sospetti in prove, e avere una magistratura inquirente che mostra di avere manifesti pregiudizi ideologici nei confronti di chi sta indagando è il modo peggiore per poter dire che nei confronti della Juve giustizia è stata e verrà fatta.
  6. Ai magistrati in Italia non succede nulla, a meno che imbraccino un mitra e si mettano a sparare in mezzo alla strada
  7. Elkann è in causa con la madre, pensa ad altro. A proposito, avete sentito cosa è successo all'investigatore della madre?
  8. Ho postato sopra l'articolo completo: da notare perché Santorielli si è attivato
  9. Clamoroso Santoriello: "Pluvalenza determinate da scambio, a circostanza del bilancio lo rende nullo o annullabile ma non lo rende falso" 07.02.2023 10:25 di Redazione TuttoJuve Ciro Santoriello nel famoso convegno del 2019 parla delle plusvalenze determinate da scambio, le sue parole sono un elemento che fa discutere, tuttojuve ha sbobinato dal video: "Plusvalenze determinate dallo scambio di...Nella misura in cui in bilancio c'è chiaramente scritto che la plusvalenza è l'emergenza della vendita di Ciro Santoriello, anni 55 anni, 105 chili, alto un metro e sessanta che viene scambiato con Michele Plastino, anni 13 e bla bla bla e che a tutti e due abbiamo attribuito un valore di cento milioni, nella misura in cui ciò è chiaramente esternato in bilancio, la circostanza del bilancio lo rende nullo o annullabile ma non lo rende falso, cioè nel senso di penalmente rilevabile. La portata ingannatoria di queste circostanze è pari a zero. E' un bilancio su cui non vale la pena investire, da cui bisogna uscire immediatamente perchè non è una società redditizia, ma non è assolutamente un bilancio falso. Certo non è un bilancio falso ma sulle plusvalenze non si deve scherzare. Perchè a mio avviso le problematiche che si aprono quando soprattutto si è società quotate, è particolarmente problematico. Bisognerebbe evitare di cominciare a scambiare campioncini in erba con il Genoa a prezzi folli, il giorno dopo quando hai perso due a zero a Madrid ed la borsa di ha penalizzato del 30%. La Juventus che cosa ha fatto, perde a Madrid, si profila l'eliminazione dalla Champions, il mercato penalizza la Juventus, del 20%, sarà un caso ma dal quel giorno in poi fanno tre scambi con la Sampdoria e con il Genoa con giocatori mai visti e mai sentiti, che di punto in bianco valgono 50 milioni di euro. E' chiaro che noi come procura, immediatamente ci siamo attivati".
  10. Juve in testa nelle partite più seguite su Dazn. Seguono Milan e Napoli di Emanuele Bruno Vince la Juve, abbastanza nettamente, collocando tante ‘proprie’ partite nella top ten degli ascolti della prima parte del campionato. I bianconeri guidano la classifica delle audience avendo tra i migliori risultati di stagione per Auditel il match più visto (Juventus-Inter), il terzo in graduatoria (Napoli-Juventus), e poi le sfide con Atalanta (sesto match più visto il 3 a 3 di pochi giorni fa, post sentenza del -15), Milan (settimo più visto), Lazio (decimo match per ascolti). Il secondo posto virtuale, quando si è oramai concluso tutto il girone di andata va di misura al Milan, che inanella terzo, quanto quinto e settimo posto, e fa registrare la presenza di quattro incontri in top ten su Dazn e Zona Dazn. Tre presenze le fa registrare l’Inter (al top con il derby d’Italia, al quinto con quello di Milano). Se le imprese interiste altalenanti di questo campionato sono state un po’ meno attraenti di quelle di bianconeri e rossoneri, va per converso registrato che un po’ meglio dei nerazzurri per numero di presenze in top ten, pareggiando quasi il Milan campione d’Italia, stavolta ha fatto Il Napoli. Top 10 partite più seguite in onda in esclusiva su Dazn e su Zona Dazn* Juventus-Inter 2,211,988 Napoli-Juventus 1,889,670 Milan-Roma 1,851,698 Milan-Napoli 1,850,192 Milan-Inter 1,731,994 Juventus-Atalanta 1,649,775 Milan-Juventus 1,641,975 Roma-Napoli 1,631,440 Inter-Napoli 1,559,225 Juventus-Lazio 1,514,261 Gli azzurri di Luciano Spalletti sono al secondo posto assoluto con Napoli-Juventus, al quarto con Milan-Napoli, all’ottavo con il confronto con la Roma e al nono con quello contro i nerazzurri. Un bilancio decisamente buono, ma forse relativamente inferiore al valore tecnico e agonistico mostrato in campo, visto che i partenopei hanno chiuso la prima metà di questa strana edizione del torneo (interrotta da Mondiali) a ben 50 punti, con dodici di vantaggio sul Milan. L’Inter si può consolare occupando i primi tre posti e, in totale, ben cinque collocazioni tra le migliori dieci partite trasmesse da Sky, essendo stata molto più programmata in co-esclusiva dalla pay più tradizionale, ad esempio, dei bianconeri (due collocazioni in top ten), del Milan e del Napoli (una collocazione per entrambi i club nella top ten Sky). Top 10 migliori incontri trasmessi da Sky Anche questo bilancio, che rimarca ancora una volta il ‘valore di produzione’ della Juventus per la Lega Serie A, entra in qualche maniera tra i temi della delicata riunione in corso stamane a Milano nella sede di via Rosellini, con il presidente Lorenzo Casini e l’ad Luigi De Siervo a raccontare ai presidenti e ai rappresentanti dei club (per la prima volta presente il rientrante Francesco Calvo per la nuova Juventus) la situazione dei diritti tv. Le ansie e le incertezze e le polemiche generate dalle decisioni del Tribunale sportivo inevitabilmente ‘turbano’ l’azione della Lega Serie A, considerato che si è entrati in una fase commercialmente sempre più calda per quello che riguarda la cessione dei diritti tv all’estero e di sempre più avanzata definizione delle modalità dell’asta per i diritti tv del prossimo triennio. * Fixture Tot Audience DAZN OTT + Zona DAZN (Auditel) CLASSIFICHE DATI E CIFRE DOCUMENTI MANAGER MUY CONFIDENCIAL Il nuovo Tutti gli aggiornamenti e le news di Primaonline diret Il nuovo numero di "Prima" è ora disponibile in AGENDA EDICOLA UOMINI C Editoriale Genes - Copyright: © Prima Comunica
  11. La vera telenovela è quella tra Margherita e sua figlia Maria de Phalen, che qui non riporto per non andare ulteriormente off topic
  12. Stiamo sottovalutando il fatto che Elkann ha un processo contro sua madre, mi sa che pensa ad altro
  13. Ho letto che se n'è andato perché ci hanno penalizzato: è vero o è una barzelletta?
  14. A iniziare da quella cosa che aveva in testa l'altra sera
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