Vai al contenuto

CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    13031
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Days Won

    24

Tutti i contenuti di CRAZEOLOGY

  1. Capisco il tuo punto di vista. Però non capisco perché le cose non potessero essere fatte diversamente... Sembra quasi che lui li abbia voluti stanare in qualche modo. E' stato anche corretto nei confronti dei tifosi, almeno per ciò che riguarda le eventuali illusioni... Lui la pensa così, e ce lo ha detto. Ma non era il momento giusto. Esistono le sale riunioni, si può discutere privatamente dopo il campionato la festa e la sbronza, e poi si rende pubblica la decisione. A quel punto, sì, mi aspetto che uno come Conte dica tutto quello che pensa e si tolga qualche sassolino dalla scarpa se c'è, soprattutto nel caso in cui decida di andarsene. A quel punto si. E' giusto. Ma prima facci festeggiare tranquilli, e festeggiati tranquillo un risultato storico.... Prima no, è di cattivo gusto. Non mi è piaciuto. In tutto 'sto casotto c'è qualcosa che non mi torna...
  2. Abbastanza condivisibile sulle linee generali. Se il riferimento alle offese alla dirigenza è a me (sono l'unico credo, nel topic, ad aver accennato provocatoriamente con ironia alla cacciata di Agnelli e Albanese), se ne può parlare. Andrebbe fatto un topic apposito, perché la questione è molto complessa e articolata. Comunque sia, mi sento in dovere a questo punto, anche se non sono sicuro che il tuo riferimento fosse a me, di esprimermi meglio. Diciamo che il grosso danno che ci ha fatto Conte, è quello di aver reso più difficile il festeggiamento per questo scudetto, perché appena ottenuto matematicamente il risultato ha cominciato a straparlare. Al di là delle ragioni e dei torti, su cui bisognerebbe discutere a parte, doveva aspettare almeno lunedì o martedì per parlare del suo futuro, secondo me. Del resto è da tempo che ogni tanto gli scappa la goccia fuori dal vaso. Ormai questo lo abbiamo capito. C'è anche da dire che evidentemente dietro di lui, o meglio, sopra di lui, non c'è una società abbastanza forte da tenere in mano con fermezza le redini della situazione... O qualcosa del genere. In altro topic qualche tempo fa scrivevo postavo: 1- http://www.ju29ro.com/contro-informazione/5683-conte-2-straparla 2- A mio avviso l'operato della società finora è stato molto buono ovunque, meno in due cose: - calciopoli e scandali vari, - comunicazione. Da qui la mia battuta semiseria relativa alla cacciata di Agnelli e Albanese. Ma non è un'offesa, è solo una battuta ironica come un'altra... Senza valore... Ma apprezzo grandissima parte di tutto il lavoro fatto da TUTTA la Juventus (TUTTA TUTTA) fino ad ora. Io ho solo delle priorità diverse da molti dei tifosi bianconeri, ma non ho affatto il prosciutto sugli occhi. Per quanto consideri questi campionati post 2006 da rivedere con sentenza seria (diciamo vidimare, o una cosa così, a garanzia della regolarità), al mio balcone c'è appeso un piccolo tricolore che simboleggia il risultato conseguito e una bandiera più grande della Juventus. Così, giusto per chiarire, a scanso di equivoci. Tutto lì.
  3. Pare che anche Montella sia stato confermato a Firenze (era uno dei sostituti papabili), quindi è facile che Conte resti. Anche solo per mancanza di vere offerte. In fondo basta prendere dei degni sostituti per Buffon, Pirlo e Barzagli (in modo che possano rifiatare ogni tanto), qualche attaccante decente, qualche Candreva della situazione o che ne so, un paio di ali o giù di lì... Si mandano via quelli meno forti... Si mandano via Albanese e Agnelli e si mette gente gobba e rancorosa per davvero... e la società è bella e rifatta. Basta poco, che ce vò?
  4. GRAZIE RAGAZZI! VINCERE ANCHE A ROMA E' STATO MOLTO IMPORTANTE. COMPLIMENTI! DAI, ANCORA UN PICCOLO SFORZO E...
  5. Ma che paese è questo? http://blog.ju29ro.com/2014/05/ma-che-paese-e-questo.html
  6. Bisognerebbe solo capire il perché di questa assenza. Perché in fin dei conti, a me sembra quasi che Conte, non essendo soddisfatto di quanto successo in passato, abbia deciso di prendersi con la forza la libertà di parlare senza la supervisione della società. Come se fosse consapevole che il clan dei torinesi non sia capace, o soprattutto non abbia grande voglia o interesse di lavorare in questa prospettiva. Del resto è un uomo intelligente, che fa la rassegna stampa quotidianamente e si ritaglia tutti gli articoli che gli interessano, e che probabilmente legge anche con attenzione LaStampa, LaCazzetta, ecc, di cui sa benissimo chi è il proprietario... Non è un caso che AA sia sostanzialmente silente da tanto tempo, fatte salve le poche e generiche interviste rilasciate quasi sempre in ambiti internazionali ed esteri. Che pasticcioni...
  7. No. E' che ridendo, scherzando, e cazzeggiando nei forum, dal 2006 siamo arrivati al 2014. Sono passati 8 anni...
  8. Ne mancano una caterva. 2 ufficiali di inizio 900 + quelli di Roma e Lazio, tanto per restare stretti stretti. Ce nè... ce n'è...
  9. Carina la maglietta col doppio significato che indossano i nostri. Bella idea.
  10. Come da tradizione, appeso bandierone bianconero e tricolore al balcone. Stop. Il resto dell'Italia rosica. Stop. Si fottano. Stop. *****e che non sono altro. Stop.
  11. Gazzoni: «Agnelli un amico Moggi è meglio se sta zitto» «Il papà dell’Avvocato fu testimone dei miei genitori» http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/rossoblu/2014/17-aprile-2014/gazzoni-agnelli-amico-moggi-meglio-se-sta-zitto-22384580592.shtml Le amicizie possono sempre tornare utili.
  12. Conte /2: straparla? http://www.ju29ro.com/contro-informazione/5683-conte-2-straparla Credo che ci stia bene qui più di quello che sembra.
  13. 23 APR 2014 16:16 UNA COPERTINA PER ELKANN - LA RIVISTA “TOWN & COUNTRY” INCORONA IN COPERTINA GINEVRA ELKANN, NIPOTE DI GIANNI AGNELLI, IN UN SERVIZIO SULLE FAMIGLIE PIU’ POTENTI AL MONDO: GLI AGNELLI SONO AL TRENTESIMO POSTO, CON UNA HOLDING DI FAMIGLIA CHE VALE 142 MILIARDI DI DOLLARI O FORSE PIU’ Ginevra racconterà in un’intervista l’attesa per il terzo figlio, che arriverà a giugno. Mentre i fratelli si dedicano al business Fiat, lei fa la produttrice cinematografica. Vive con il marito e i piccoli Giacomo e Pietro, in un attico con vista su Villa Borghese... da www.dailymail.co.uk Ginevra Elkann, nipote di Gianni Agnelli, sorella di John e Lapo, è un tipo piuttosto riservato. A maggio apparirà sulla copertina di "Town & Country", che stila la lista delle famiglie più potenti al mondo (la sua è al trentesimo posto). Lo scorso anno la CNN ha dichiarato che la holding familiare gestisce beni del valore di 142 miliardi di dollari. Da allora sarà anche aumentato. Ginevra racconterà in un'intervista l'attesa per il terzo figlio, che arriverà a giugno. Mentre i fratelli si dedicano al business Fiat, lei fa la produttrice cinematografica. Vive con il marito, Duca Giovanni Gaetani Dell'Aquila d'Aragona, e i piccoli Giacomo e Pietro, in un attico con vista su Villa Borghese. La mattina alle 8.30 è davanti alla scrivania: «Questo mese è un incubo. Passo più tempo possibile coi bambini, ma sono appena tornata dal Sundance Film Festival, poi c'è stato il matrimonio di amici in montagna, vado a Berlino per il festival e poi vado a Torino. Prima di partorire, ho bisogno di un po' di riposo». http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/copertina-elkann-rivista-town-amp-country-incorona-75978.htm "Eh ma questi non comandano nulla... L'avvocato è morto... La loro potenza non è più quella del passato... ecc ecc" cit.
  14. Mi pare possibile, visto che è qui. Poi le ricordo che è lei che ha cominciato con le provocazioni, peraltro senza addurre argomentazioni serie, o riflessioni utili ad un serio e proficuo confronto di idee. Detto questo, contraccambio i saluti, e ci aggiungo gli auguri per le prossime feste. Adiòs.
  15. Quasi tutti media hanno un orientamento di qualche tipo, quindi è difficile ritenere qualunque articolo attendibile al 100%. Su questo ormai credo che i farsopolari in primis siano abbondantemente vaccinati, preparati, e tristemente rassegnati. Dagospia non fa eccezione, ovviamente, perché quando pubblica pezzi suoi e non semplicemente riportati dalla sede originale, cerca di trovare il lato scandalistico traendo notizie un po' dai fatti noti, e un bel po' a livello di pettegolezzi e sussurri di corridoio. Quindi per forza di cose non sono sempre pezzi attendibili, o comunque bisogna sempre togliere dal peso complessivo una bella "tara". In questo caso però, per quanto siano 2 articoli molto speziati, mi sembra che in linea generale non siano troppo troppo troppo distanti dalla verità. Tra i due estremi (verità - balle) li metterei nel mezzo, più o meno. Marchionne è praticamente in tutti i cda importanti (meno la Juve), e comanda abbastanza, anche perché senza di lui una serie di cose forse sarebbe difficile gestirle. Qualche vincolo evidentemente sta cercando di metterlo su diverse vicende. E la famiglia lo sta patendo/tollerando parecchio. Poi certo, da lì a dire che JE verrà a breve pre-pre-pre-pre-pre-pre-pensionato, ci passano sotto il ponte tutti gli oceani conosciuti. JE è l'erede, lui ha il pacchetto di controllo supremo. Da lì non si scappa. E così su Montezemolo e RCS. Che vogliono purgarlo ormai è chiaro, che non riescono a farlo se non un pezzettino per volta idem. Che lui invece abbia in corso qualcosa su Alitalia, e in quel determinato modo, è tutto da vedere. Che RCS è in una fase di reset organizzativo e finanziario e che ci sia una guerra tra gli azionisti è un fatto noto e arcinoto. Che questa fase sia risultata più difficile di ciò che forse JE si aspettava mi sembra abbastanza plausibile. Che invece ci siano riunioni segrete, offerte, collusioni, ecc,ecc, per infilare dentro Soros, più altre ricostruzioni varie ed eventuali, è tutto da vedere.
  16. 11 APR 2014 12:24 1. PASSA DA LONDRA LA VIA DI USCITA DI MEDIOBANCA E BANCA INTESA DA RCS-CORRIERE DELLA SERA. INCONTRI TRA NAGEL E IL FINANZIERE GEORGE SOROS E DELLA VALLE: I PACCHETTI RCS IN SMOBILITAZIONE DI INTESA E MEDIOBANCA SAREBBERO STATI OFFERTI A SOROS? - 2. IN BORSA RCS CAPITALIZZA 670 MILIONI: VISTA DA SOROS SONO NOCCIOLINE. IL NOTO FILANTROPO CHE NEL ’92 AFFONDO’ LA LIRA CHIEDE CHE A GESTIRE LA BARACCA SIA CAIRO - 3. ELKANN, FALLITO IL BLITZ DI SOSTITUIRE DE BORTOLI CON IL “SUO” DIRETTORE DE “LA STAMPA” CALABRESI, RISCHIA DI FINIRE NELL’ANGOLO. E MARPIONNE TIFA PURE PER GLI ALTRI - 4. ELKANN E’ RIMASTO SPIAZZATO DAL NO DI DE BORTOLI A UNA RICCA BUONUSCITA PER SPIANARE LA STRADA A CALABRESI MA INTESA IN QUESTE PARTITE SCHIERA DUE VECCHIE VOLPI COME BAZOLI E GUZZETTI, E HA COPERTO ANCORA UNA VOLTA LE SPALLE A FLEBUCCIO - 5. ANCHE DE BENEDETTI SI E’ OPPOSTO A ‘’CALABRESI’’ AL CORRIERE: LO VUOLE A “REPUBBLICA” - DAGOREPORT Vista da Londra, giù a Milano c'è una nobile decaduta che in Borsa vale poco, ma che politicamente conserva ancora intatto il tutto il suo fascino. Il suo nome è Rcs Mediagroup ed è la multiproprietà dai soci un tempo blasonati che, anche se ha i conti che ancora imbarcano acqua da tutte le parti, ha pur sempre in pancia un giocattolone come il Corriere della Sera. Oggi è priva di patto di sindacato e il suo primo azionista, la Fiat del duo Kaki Elkann-Sergio Marpionne, pretende di comandarla con appena il 20% delle quote. Banche come Mediobanca e Intesa Sanpaolo per ora lasciano fare, ma presto potrebbero vendere i propri pacchetti azionari. Ed è a Londra che si stanno facendo i giochi, perché è lì che nei giorni scorsi si sono svolti incontri riservati con un finanziere dalla potenza di fuoco praticamente illimitata, almeno per il teatrino italiano, come George Soros. Un tycoon che ha un feeling collaudato con un altro squalo dell'editoria, anzi, lo Squalo: Rupert Murdoch. Certo, negli ultimi giorni in via Solferino non s'è parlato altro che del futuro di Ferruccio de Bortoli, il direttore che il giovane Elkann sarebbe disposto anche a imbottire di lingotti d'oro pur di accompagnarlo alla porta per poter poi mettere al suo posto il fido Mario Calabresi. Ma sono in arrivo novità ben più grosse del destino di un semplice direttore e lo si è capito anche dal comportamento di altri grandi soci di Rcs. Dunque, il presidente della Fiat ha tentato nel fine settimana il blitz contro De Bortoli, dando mandato all'ad Scott Jovane di offrirgli una ricca buonuscita per ottenerne le dimissioni. Ma Intesa Sanpaolo, che ha pur sempre il 6,5% e in queste partite schiera due vecchie volpi come Giovanni Bazoli e Giuseppe Guzzetti, ha coperto ancora una volta le spalle al direttore del Corriere e questi ha prontamente rifiutato le offerte di Rotolone Scott. "Tutto congelato per un mese", è il messaggio che tentano di far passare da via Solferino. "Ha fatto tutto De Bertoli da solo", provano invece a sostenere da Torino. Ma la verità è che il blitz è stato tentato (forse non è neppure stato sventato, perché Don Flebuccio potrebbe anche semplicemente alzare il prezzo) perché Elkann sa che con l'ultimo aumento di capitale rischia di aver buttato a mare 100 milioni in Rcs senza comandare davvero. E poi c'è "l'opposizione interna" di Marpionne, con il quale i rapporti sul dossier editoria sono tesissimi. L'ad di Fca vuole che entro anno il gruppo automobilistico si sbarazzi delle partecipazioni "incomprensibili a Detroit come a Londra" che rispondono al nome di Stampa e Fiat. Si tratta solo di portarle, entro il 2014, in Exor, nella holding di famiglia, e il problema è fissare il giusto prezzo, visto che si tratta di imprese che perdono una montagna di soldi. Ma i due non sono per nulla d'accordo sulla cifra. Per restare al fronte italiano, va detto che sull'amico Bazoli preme anche Carletto De Benedetti, che non vuole Mariopio Calabresi al Corriere. Il Sor-genio per lui ha da sempre in mente la direzione di ‘'Repubblica'', una poltrona che quattro anni fa spaventò il figlio del commissario ucciso da Lotta Continua - e alla quale aspira ancora Massimo Giannini - atterrito, conoscendo bene l'agguerrita redazione di Largo Fochetti, dal rischio di dover affrontare quella stessa guerra interna che in passato ha bloccato anche Federico Rampini. Ed Ezio Mauro rimane il solo che sa come gestirla. Ma torniamo a Londra. Perché è qui che si gioca la partita che conta di più. Mediobanca ormai si sta focalizzando sempre più sulla capitale inglese e piano piano esce da tutti i Salotti marci milanesi dove non ha fatto che perder soldi, negli ultimi anni. Alberto Nagel ha in mano questo pacchetto del 9,93% di azioni Rcs e se ne disferebbe volentieri. Stesso discorso potrebbe valere per Intesa. Poi ci sono Diego Della Valle, l'oppositore più vivace dei torinesi d'America, con il suo 9% tra le mani, e il suo nuovo amico Urbano Cairo, che ha preso il 2,8% ma che presto potrebbe pure avere qualche quota in più. Sono tutti in buoni rapporti con il nuovo premier Matteo Renzi, il che non sarà risolutivo, ma trattandosi di editoria può sempre far comodo. Secondo fonti bene informate, i pacchetti in smobilitazione di Rcs sarebbero stati offerti a George Soros, il finanziere che nel '92 affondò la lira, ma i cui uomini sono stati nelle scorse settimane in Italia per valutare se e quanto investire da noi, e sono tornati a Londra con report entusiasti. "Un sacco di opportunità a prezzi di saldo, non solo nell'immobiliare", è stato il loro verdetto. Secondo quanto risulta a Dagospia, un incontro tra Nagel e Soros ci sarebbe già stato a Londra. E probabilmente anche Della Valle avrebbe partecipato nella City ad alcuni meeting riservati per parlare di Rcs, anche se non c'è certezza che abbia incontrato Soros insieme a Nagel. Soros ha visto che Rcs in Borsa capitalizza ormai la miseria di 670 milioni di euro (il titolo ha perso il 46% in un anno). Per lui, "requisire" quel misero flottante del 27% sarebbe un gioco da ragazzi, ma poi non saprebbe che farsene. Analizzando i piani di Nagel e Della Valle, il finanziere di origini ungheresi avrebbe mostrato di gradire molto, come garanzia operativa, l'impegno di Cairo in veste di tagliatore di costi. Con l'editore de La7 impegnato in prima persona, sarebbe disposto a rilevare i pacchetti oggi in mano alle banche. In ogni caso, si tratta di colloqui iniziali e non ci sono ancora accordi sul prezzo delle azioni. Ma a Londra non escludono neppure che Soros abbia più vasti progetti per Rcs, e la sua storica amicizia con lo "Squalo" Murdoch autorizza a immaginare scenari assai interessanti. Anche se ovviamente, vista la presenza di Sky in Italia, ci sarebbero da calcolare bene le quote azionarie, in modo da evitare i paletti dell'Antitrust. La partita su Rcs, in poche parole, si gioca all'estero. Le banche sono stufe dei tormenti di via Solferino. Marpionne anche. Della Valle da solo non ce la fa. Ma con un Soros in pista, la grandeur di carta (straccia) di Elkann brucerebbe come un cerino. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-passa-da-londra-la-via-di-uscita-di-mediobanca-e-banca-intesa-da-75326.htm
  17. Lì dentro fanno sempre in modo di non perderci mai.
  18. 11 APR 2014 17:59 1. MI CHIAMO MARCHIONNE E SE M’INKAZZO, TI MARCHIO COME UN VITELLO: TRA L’EROE DEI MONDI A QUATTRORUOTE, FIAT-CRYSLER, E JOHN ELKANN, VOLANO STRACCI BAGNATI - 2. DOPO AVER SALVATO IL FUTURO DELLA DINASTIA DI TORINO, IL MANAGER ITALO-CANADESE CHE PAGA LE TASSE IN SVIZZERA COMANDA CON MANO PESANTISSIMA: PER EVITARE DI AVER ANCORA A CHE FARE CON IL RAM-POLLO YAKI, HA CHIESTO ALLA STERMINATA AGNELLI FAMILY DI AFFIDARE L’ACCOMANDITA DI FAMIGLIA A UN MANAGER ESTERNO - 3. LO SFIGATO ELKANN SI DISPERA PERCHE’ NON HA L’INVITO PER LA CENA DI GALA DI OBAMA A ROMA? CI PENSA RE SERGIO AL GRIDO DI: “BARACK, SE POI NON POSSO TI MANDO JOHN” - 4. SONO TEMPI GRAMI ANCHE PER MONTEZUMA, “LIBERO E BELLO” DI FARE IL PRESIDENTE DI ALITALIA PER I SUOI AMICI ARABI MA A PATTO CHE ABBANDONI MARANELLO, DOVE SI E’ VISTO DECURTARE IL COMPENSO, EMARGINATO ALLA FERRARI DI FORMULA1 - DAGOREPORT Ma dopo la fusione Fiat-Chrysler chi comanda a Torino? Sergio Marpionne o Kaki Elkann, incensato dalla stampa italiana come fosse un nuovo Gianni Agnelli, ma senza i noti eccessi giovanili? La domanda se la fanno giusto in qualche ozioso salotto milanese e a Roma, dove però anche ministri come Guidifiglia si affrettano subito a dire che "la Fiat è privata e quindi fa quello che vuole". Per carità, facciano quello che vogliono. Ci mancherebbe pure, nonostante tutta la cassa integrazione che gli paghiamo. Ma il punto è che all'estero non hanno dubbi e presto anche la sterminata famiglia Agnelli dovrà prendere atto della nuova realtà: comanda il manager italo-canadese con residenza nel cantone di Zugg. E comanda con mano pesante. Qualche "aneddoto" di quelli che si leggono giusto si questo disgraziato sito aiutano a capire. Un primo episodio assai rivelatore dell'insostenibile leggerezza di Kaki Elkann è di due settimane fa. Visita di Barack Obama a Roma. Il giovane presidente di Fiat fa il diavolo a quattro per essere invitato alla cena organizzata dall'ambasciatore John Phillips a Villa Taverna. Ma nonostante le insistenze con la Farnesina e con l'ambasciata Usa, non c'è nulla da fare. Il giovane ingegnere con la passione delle regate non si perde d'animo, però è costretto a mettere da parte un po' di orgoglio. Chiama il suo "dipendente" dai tanti passaporti e gli chiede una mano. Marpionne alza il telefono e chiama Obama. La risposta del presidente Usa è molto franca: ok, no problem, Fiat-Chrysler per noi è importante, io però invito te. Marpionne allora gioca d'astuzia e porta a casa l'ingresso libero per il padroncino Kaki con una paraculata delle sue: "Grazie, lo prendo io, ma se poi per caso all'ultimo momento non posso perché sto sempre in giro per il mondo, ti mando John". Ovviamente lui era poi in giro per il mondo e il ragazzo dai bei ricci nobiliari ha potuto fare il suo bel comunicato stampa sulla sua partecipazione alla cena. Ecco. "Ti mando John" è proprio il segno dei tempi. E dei nuovi rapporti di forza. E adesso, dagli aneddoti al gioco per soli duri. La cassaforte dove sono custoditi i pacchetti di controllo della Fiat e le altre partecipazioni dello sterminato clan Agnelli-Nasi-Elkann si chiama Exor. La gestisce Kaki Elkann ed è lo scrigno, in utile, dove Marpionne vorrebbe ficcare le disastrose partecipazioni in Stampa e Corriere che nulla hanno a che spartire con un colosso mondiale dell'automobile, ma tanto piacciono al buon Kaki. La prossima mossa di Marpionne sarà quella di aggirare l'ostacolo Elkann e di convincere quel centinaio di fortunati miliardari che vivono sparsi nelle meglio capitali dell'Occidente ad affidare la guida operativa di Exor a un manager esterno, in quanto Yaki sarebbe troppo "emotivamente coinvolto". In altre parole, l'ansia da prestazione di essere il degno erede di Nonno Gianni, con tutte le sue passioni editoriali e non, potrebbe essere un freno alla scelta delle strategie di investimento più convenienti. Del resto ai tempi di Gianni e Umberto Agnelli, quando il cuore dell'impero erano Ifi-Ifil, la famiglia reale di Torino si affidava a manager esterni come Galateri di Genola. Ma Kaki Elkann non è il solo a patire l'effetto-pialla di Marchionne. Basta vedere che è successo a Luca Cordero di Montezemolo, un'altra delle vittime preferite di Sergio Mani di Forbice. La presidenza della Ferrari, Belli Capelli l'ha strappata nuovamente. Ma il Marpionne ha veduto bene di tagliargli un po' i soldi e gli ha anche detto che in sostanza sarà meglio se si occupa del reparto corse, lasciando ad altri la costruzione e la vendita delle Ferrari in giro per il mondo. Monteprezzemolo, che è un uomo di mondo fin da quando era bambino,ha fatto buon viso a cattivo gioco. L'importante è il biglietto da visita di presidente. Un biglietto che piace molto ai suoi nuovi amici di Dubai, dove si è appena regalato un paio di atticucci carini carini. Luchino sta portando gli emiri in Alitalia, via Etihad, e vorrebbe fare anche il presidente della nostra (ex) compagnia di bandiera. Il socio di maggioranza si chiama Khaldoon Al Mubarak, braccio destro con studi a Boston dello sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan. Ed è già d'accordo e perfino onorato. Però gli ha detto: "Per noi è fondamentale che tu sia anche presidente di Ferrari perché i nostri soci e il nostro popolo va pazzo per la Formula Uno". Monteprezzemolo capisce al volo e va da Marpionne ad anticipargli la prossima presidenza. E il manager svizzero che fa? Gli dice di no? Ma per carità, fa di meglio. Gli spiega chiaramente che per lui non c'è problema se vuol fare il presidente di Alitalia. Ma a patto che molli la presidenza di Ferrari. Chi comanda a Torino, ormai, è una domanda superflua e perfino stucchevole. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-mi-chiamo-marchionne-e-se-minkazzo-ti-marchio-come-un-vitello-tra-leroe-75367.htm
  19. Si. Verissimo. Ma io eviterei lo stesso, perché pure noi ne abbiamo perse parecchie di finali. Loro sono solo messi peggio, ma non ne farei un titolo onorifico per noi, ecco. Poi oh, sono opinioni eh.
  20. Il tema finali perse io lo metterei da parte, nel nostro caso.
  21. Comunque, quando si vuole alzare un trofeo che non sia quello del bar del quartiere, prima o poi qualche squadra forte la devi incontrare, e devi riuscire a vincere. Se non ti va, allora cambia mestiere.... I professionisti delle grandi squadre, i tifosi delle grandi squadre, e le grandi squadre stesse, queste cose se le devono aspettare. Ergo, muovere chiappette e pedalare please. Forza e coraggio che tra poco arriva maggio. Forza Juve e viva la fica! (senza il Ben).
×
×
  • Crea Nuovo...