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SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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Il 14 aprile scorso avevamo scritto un articolo per tributare un pensiero circa il personaggio e l’atleta successivamente riferiti alla figura di Anna Veith, una delle sciatrici più importanti dell’ultimo decennio che ha fatto le fortune della nazionale austriaca sin da quando ha utilizzato il suo cognome da celibe, Fenninger, e che ha incantato il mondo, auspicando un proseguimento della sua attività agonistica. Ecco però, contrariamente alle previsioni e alle sensazioni che si avevano, negli ultimi giorni è circolata la notizia diffusa dal Kronen Zeitung, quotidiano austriaco, che la splendida Anna annuncerà a breve di fatto il ritiro dalle competizioni ufficialmente allungando la pattuglia delle atlete che, al termine di questa stagione, han deciso di appendere al chiodo scarponi e sci. La Veith, a soli 30 anni, è stata in grado di conquistare migliaia di appassionati attraverso una tecnica sopraffina ed è stata più forte di tanti infortuni che le han condizionato la carriera cercando di non arrendersi, tenendo fede allo pseudonimo di guerriera che le è stato attribuito in maniera non superficiale considerando la tenacia e la tempra mentale di rara fattura all’interno del mondo dello sport e non. L’atleta di Hallein, in breve tempo ed in età verde, ha conquistato la bellezza un oro olimpico, tre ori iridati, due Coppe del Mondo generali, due Coppa del Mondo di slalom gigante e due Coppe Europa, per un totale nel circuito intercontinentale di 15 trionfi in 46 apparizioni sul podio diventando in poco tempo una sorta di punto di riferimento all’interno dello sci alpino. Continua su: http://discesalibera.org/2020/05/18/anna-veith-verso-il-ritiro-dallattivita-agonistica/ -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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Prove di normalità all’interno dello sport italiano con lo skiroll che va a programmare la prossima stagione attraverso l’annuncio formazioni ufficiali delle nostre nazionali con una nota sul sito ufficiale della FISI (https://www.fisi.org/sci-di-fondo/news/21579-la-composizione-delle-squadre-di-skiroll-per-la-stagione-2020) con alla guida tecnica Michel Rainer nel ruolo di direttore tecnico. Circa la composizione per le squadre A, per le ragazze troviamo Anna e Lisa Bolzan ed Elisa Sordello, per i ragazzi invece Emanuele e Francesco Becchis, Matteo Tanel, Michael Galassi, Luca Curti, Jacopo Giardina, e Michele Valerio. Continua su: http://discesalibera.org/2020/05/13/skiroll-si-imbastisce-la-nuova-stagione/ -
Ufficial: Sebastian Vettel lascerà la Ferrari dopo quest'anno
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Nota ufficiale della scuderia. Ora sicuramente uno tra Ricciardo e Sainz. Mi sarebbe piaciuto ALTRO ma vabbè -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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Tra le pagine più importanti dello Sport italiano, senza ombra di dubbio la Valanga Azzurra, nome affibbiato dalla stampa italiana in merito allo sci alpino nel 1974 dopo il gigante di Berchtesgaden dove, oltre la vittoria di Gros gli azzurri occuparono tutta la top 5, rappresenta una posizione di rilievo fondamentale dal punto di vista storico-agonistico; una fase sportiva fuori dal mondo in senso di magnificenza viste le imprese sportive costituitesi a partire dalla fine degli anni 60, rappresenta uno dei lustri più importanti per l’agonismo a tinte azzurre. Una pagina gloriosa e per certi versi irripetibile nell’ambito dello sci alpino che ha caratterizzato più di una generazione plasmando fior fior di campioni attraverso le imprese sulla neve di atleti a dir poco leggendari che hanno fatto schizzare nell’orbita degli onori il tricolore nello sci. La prima fase di questa valanga, ha fatto da apripista circa l’ingresso nell’elite mondiale dello sci alpino in via definitiva dopo un periodo di crisi coinciso con l’abbandono alle competizioni del grandissimo Zeno Colò: era il lontano 1966 quando Carlo Senoner riuscì a vincere l’oro in slalom speciale ai Campionati del Mondo, ma l’acuto vero e proprio che iniziò questo pazzesco ciclo vincente venne alla luce tre anni dopo, l’11 dicembre 1969 in una giornata storica quando Gustav Thöni prese il primo acuto in Val-d’Isère in gigante nel circuito intercontinentale della Coppa del Mondo. Continua su: http://discesalibera.org/2020/05/11/la-valanga-azzurra-degli-anni-70-la-pagina-gloriosa-dello-sport-italiano-al-maschile/ -
Si ritira Alessandro Matri: per sempre uno di noi
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Si ritira Alessandro Matri: per sempre uno di noi
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Si ritira Alessandro Matri: per sempre uno di noi
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Si ritira uno degli attaccanti che ha iniziato questo ciclo vincente che dura anche oggi. Tanti goal, Gioia, emozioni e trofei. Grazie di tutto Alessandro, per sempre nella nostra storia soprattutto per quella Gemma sotto il cielo di Roma. Con il numero 32. -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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Parlare di Deborah Compagnoni oltre a essere un piacere, è anche un privilegio enorme perché si va a ritroso nel tempo menzionando una delle pagine più belle dello sci alpino olimpico, mondiale, e a tinte azzurre. Tra le tante vittorie ottenute in carriera, senza tirare in ballo un curriculum spaventoso dal punto di vista dei trionfi arpionati nel corso degli anni, sicuramente la vittoria dell’oro a cinque cerchi in super-g ai Giochi invernali di Albertville nel lontano 1992, ha un certo peso perché rappresenta il primo vero e proprio apripista per la fuoriclasse di Bormio che centra il primo vero acuto della sua vita sportiva arrivato dopo la prima vittoria in Coppa del Mondo a Morzine, sempre in Francia sempre in super-g sebbene, dopo qualche ora si passò dal paradiso all’inferno. Una gara interpretata magistralmente dove Deborah pone un vero e proprio affresco sulle nevi transalpine non sbagliando praticamente nulla andando a sigillare con il metallo più prezioso una prestazione solidissima e autorevole che la spedisce direttamente nell’Olimpo dello sport bianco e che dà la consapevolezza allo sci azzurro di avere, dopo Alberto Tomba, un’altra freccia nella sua faretra in una fucina di campioni assolutamente di pregevolissima fattura. Continua su: http://discesalibera.org/2020/05/04/memories-albertville-il-primo-acuto-olimpico-di-deborah-compagnoni/ -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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Quando ripensiamo ad Alberto Tomba e ai Giochi Olimpici di Calgary, ripensiamo non soltanto alla gloria e all’immensità ottenuti in quel frangente, ma anche dell’importanza che in quel momento ricopriva nel nostro paese lo sci alpino attraverso uno degli interpreti più fieri della storia di questo sport. Quando era impegnato nella sua discesa e nel tentativo di rimonta per il titolo olimpico in slalom speciale, si stoppa il collegamento con il Teatro Ariston per assistere alla manche numero due decisiva per l’oro, con Alberto che non si fa trovare impreparato e segna uno dei suoi primi rilevanti successi per la sua carriera, scrivendo una pagina indelebile dello sport in generale; l’Italia è ai suoi piedi, il teatro stesso si alza tutto in piedi in tripudio consapevole di aver assistito ad un assolo incredibile a testimonianza dell’importanza magnificente dell’atleta azzurro. Continua su: http://discesalibera.org/2020/04/29/quando-tomba-stoppo-sanremo-e-conquisto-la-vetta-a-cinque-cerchi/ -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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“Alberto per vincere deve battere i migliori.” Questo lunedì’ lo iniziamo parlando di una delle imprese sportive sulle nevi più importanti di tutti i tempi, ossia quando Alberto Tomba riuscì a sfatare il tabù iridato e sul bianco della Sierra Nevada andrò a prendersi il primo dei due ori iridati in quella rassegnata ai Campionati del Mondo datati 1996. Quando era in vena di imprese memorabili, il nostro Albertone non deludeva mai le attese ed esattamente come una bomba di emozioni, andava sempre a squarciale il cielo del nostro animo riempiendolo d’oro, elemento di pregio e di gloria che spesso e volentieri ha costellato la sua incredibile carriera contrassegnandolo come uno dei più grandi sportivi dello sci di ogni epoca. Alberto Tomba era in testa in sede di prima frazione su Kaelin con 65 centesimi di vantaggio, ma siccome nello sport e nello sci alpino in particolare, il pericolo è sempre dietro l’angolo, dopo pochi secondi dallo start al cancelletto di partenza in seconda manche “la bomba” si salva per il rotto della cuffia prendendo una spigolata che per un pelo non lo ha sdraiato, rimanendo in piedi da grande Campione con la C maiuscola e riprendendo la gara esattamente come pochi eletti avrebbero fatto gestendo una situazione sul filo del rasoio. Continua su: http://discesalibera.org/2020/04/27/memories-alberto-e-il-gigante-iridato-di-sierra-nevada-nel-1996/ -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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n questo periodo di pausa viste le stagione concluse in ambito invernale, è sempre bello destreggiarsi nella scrittura menzionando atlete ed atleti che, inequivocabilmente nel corso del tempo e con il susseguirsi delle varie esperienze storico-reali che scorrono come le acque di un fiume nel corso dello stesso, hanno scritto pagine di storia indelebili nel grande cerchio dello sport: oggi è il turno di una splendida artista dello sci alpino, la cui sala dei trofei è abbondante, e che in questo scorrere si è guadagnata l’entrata nella sala delle migliori atlete di sempre: Michaela Dorfmeister. Michaela Dorfmeister è stata per tutto il tempo in cui è rimasta ai vertici dello sci alpino, un’atleta semplicemente straordinaria. Ha segnato un’autentica decade di successi e tra le velociste è stata colei che riusciva ad interpretare i tracciati con un’autentica determinazione di rara fattura. Era davvero una tornado che sapeva vincere e far emozionare tutti gli appassionati: Michaela aveva quelle caratteristiche tipiche dei grandi campioni, ossia sapeva isolarsi dal resto del mondo e lasciar parlare sempre i fatti che, come nel suo caso, ponevano solide fondamenta su un talento posseduto già di suo in via assolutamente straordinaria. La qualità della sua sciata era davvero da mozzare il fiato: rapida, veloce, precisa, e calcolatrice al millimetro delle curve e sempre attenta ai dettagli: un falco prestato alle piste da sci, che metteva nel mirino la preda del cronometro, e aggrediva i tracciati con una voglia sempre presente come se fosse la prima volta in cui si scendeva giù dal cancelletto di partenza. E siccome il talento e la voglia di non mancano mai di brillare all’interno delle stelle dello sport, l’anno suo ritiro, il 2006, è stato quello che le ha dato le più grandi soddisfazioni.: già, perché proprio mentre ci si preparava ad appendere gli scarponi al chiodo, Michaela andò a vincere ben due titoli con i cinque cerchi nell’ambito delle strepitose vittorie in discesa libera e nel super-g nei nostri Giochi Olimpici del 2006 situati in quel di Torino 2006; e non solo, perché quelle due specialità a lei tanto care le valsero la conquista anche delle due sfere di cristallo di specialità. A dimostrazione della sua grandezza. A dimostrazione che si possa raggiungere l’apice anche verso la fine scrivendo un finale all’altezza della sua grandezza come un capolavoro cinematografico che, dopo i titoli di coda, riserva ancora quella gemma finale. Continua su: http://discesalibera.org/2020/04/24/michaela-dorfmeister-la-regina-daustria/ -
Tom Brady dopo 20 anni lascia i New England Patriots
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Gronk a Tampa- 2 risposte
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SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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Decidere il momento in cui lasciare la propria passione che col tempo è diventata il proprio lavoro, per la vita di un atleta è sempre il passo più complicato; ma tutte le cose nel corso della nostra esistenza come iniziano poi finiscono, ma non deve esserci tristezza quando hai dato praticamente tutto mi hai reso felice e fieri milioni di appassionati; è il caso delle sorelle Elena e Nadia Fanchini che oggi hanno annunciato l’addio alle competizioni. Esempio di garbo e di gentilezza, fattori che le hanno sempre contraddistinte all’unisono con forza e tecnica, le sorelle Elena e Nadia si sono sempre destreggiate come un vero e proprio esempio di determinazione e di mentalità vincente all’interno del circuito dello sci alpino, ambito intercontinentale che le han viste protagoniste da tanto tempo sino a farle diventare delle autentiche veterane del circo bianco. Stimatissime dalle colleghe, Elena lascia con una medaglia d’argento ai Campionati del Mondo di Bormio, in casa, nel 2005 in discesa libera, disciplina che le ha regalato due sorrisi in Coppa del Mondo sempre nello stesso anno a Lake Louise, e a Cortina d’Ampezzo dieci anno dopo; Nadia invece vanta due medaglie iridate entrambe in discesa libera, una d’argento a Schladming nel 2013, e l’altra di bronzo in Val-d’Isère nel 2009, mentre in Coppa del Mondo due successi anche per lei rispettivamente in super-g e in discesa libera a Lake Louise nel 2008 e a La Thuile nel 2016, ultimo successo in casa Fanchini. Continua su: http://discesalibera.org/2020/04/22/le-sorelle-fanchini-lasciano-lo-sci-alpino/ -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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La stagione che si è conclusa purtroppo in anticipo un paio di settimane fa causa pandemia del Covid19, è stata a dir poco entusiasmante senza dubbio ma, parimenti, è stata la prima dopo tanti anni senza Marcel Hirscher ritiratosi da Campione in carica al termine di quella precedente, e ci è mancato. Pesantemente. Quando sei stato artefice della stesura di pagine di storia incredibili che hanno travalicato il senso dello sci alpino confinando in discorsi agonistici generali, quando ti sei guadagnato col sudore del lavoro e con la dote di un talento unico al mondo la sedia accanto ai più grandi sportivi di sempre nella sala dei GOAT dei vari sport, quando dall’alto di due titoli olimpici (combinata e slalom gigante a Pyeongchang 2018), cinque titoli iridati individuali (slalom speciale a Schladming 2013, combinata a Vail/Beaver Creek 2015, slalom gigante e slalom speciale a Sankt Moritz 2017, slalom speciale a Åre 2019) e due a squadre (gara a squadre a Schladming 2013 e a Vail/Beaver Creek 2015), tre ori iridati juniores, otto Coppe del Mondo generali consecutive e dodici di specialità (sei di slalom gigante e sei di slalom speciale), e una Coppa Europa generale puoi essere considerato tranquillamente il più grande sciatore di sempre, è assolutamente scontato e palese che l’eredità sarebbe stata pesantissima per tutti e, da un punto di vista focalizzato sull’ottica personalistica, la sua presenza sulle nevi più importanti del mondo è mancata pesantemente. Continua su: http://discesalibera.org/2020/04/20/we-miss-you-marcel/ -
2020 anno da gettare veramente, è stato trovato morto il giornalista Franco Lauro, solo 58 anni pare per infarto Tante avventure anche con il basket commentate da lui in RAI Riposi in pace, condoglianze ai suoi cari
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Che tristezza Rip -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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All’interno del mondo dello sport ci sono degli atleti i quali, al di là del tempo che passa, aldilà dei notevoli infortuni patiti, al di là di ogni cosa, rimangono sempre in prima linea per amore della propria passione e della professione che, col tempo, hanno modellato a loro immagine e somiglianza in ordine di grandezza per farla entrare nell’appendice più prestigiosa del libro dello sport mondiale, raccontandoci delle storie meravigliose. La storia che ci menziona Anna Veith, è di quelle dolci e speciali, la storia di una atleta straordinaria che ha saputo resistere al massimo contro molte sfortune fisiche che le sono occorse nell’arco della sua carriera, e che ha sempre fatto emozionare tanti, forse tutti coloro che l’hanno sempre ammirata e vista all’opera in ogni start dai cancelletti che ci hanno sempre menzionato un po’ di tutti coloro che hanno intrapreso lo sci alpino; non importa se hai vinto praticamente tutto quasi quello che c’era da vincere, non importa se gli anni passano e magari lo smalto non è più quello di una volta, non importa se il tuo corpo è stato segnato da tanti infortuni, ciò che importa è che se hai la forza mentale che possiede questa ragazza qui, puoi andare sempre lontano e puoi coltivare prima nel cuore e poi nei tuoi muscoli, quelle certezze che ti sussurrano sempre che c’è ancora margine per sognare, per fermare il tempo, per scrivere la storia e, perché no, che il meglio magari debba ancora venire. Continua su: http://discesalibera.org/2020/04/14/anna-veith-la-guerriera-austriaca-sempre-in-prima-linea/ -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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Quando pensiamo a campionesse contemporanee del calibro di Julia Mancuso, Lindsay vonn, Mikaela Shiffrin tanto per citarne tre tra l’altro tutte a stelle e strisce, cominciamo a incantarci al solo pensare delle imprese sportive che han posto in essere vista la magnificenza che han sempre messo nell’ambito delle loro prestazioni; andando però più indietro nel tempo, il punto di riferimento femminile per lo sci alpino è stata una sciatrice assolutamente formidabile che è a cavallo degli anni 70 che è riuscita a conquistare tutto quello che c’era da vincere scrivendo pagine indelebili nello sport invernale: parliamo naturalmente di Annemarie Moser-Pröll. Questa atleta austriaca aveva una capacità di lettura nelle sue gare praticamente unica al mondo. La freddezza con la quale riusciva a trovare l’exploit nelle sue prestazioni lasciava senza fiato chiunque, tanto che l’appellativo di “Signora dello sci” glielo si venne ad attribuire senza alcun tipo di problema in pochissimo tempo dai suoi esordi.Annemarie fece parte di una generazione che in voce polivalenza ha sempre avuto una parte enorme nella specialità dello sci alpino: sebbene lei fosse agile in tutte le specialità, era proprio la discesa che la emozionava e riusciva a farle esaltare tutte le sue doti: scendeva giù con una cattiveria e una determinazione tale da mangiarsi ogni mm di neve che scorreva sotto i suoi sci, le 36 salite sul gradino più alto del podio in 62 podi sono state autentica sinfonia sportiva di “Beethoveniana” memoria: un missile battente bandiera austriaca che ha incantato l’intero globo, quel globo che fece sue molte volte sotto forma di cristallo dove poteva rispecchiare la soddisfazione presente nel profondo del suo intenso sguardo, dopo un’altra vittoria che andava a confermare la sua immensa grandezza. Continua su: http://discesalibera.org/2020/04/10/il-mito-femminile-dello-sci-alpino-annemarie-moser-proll/ -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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Velocità. Quando si parla di sci alpino è un fattore abbastanza comune visto che è il cardine fondamentale sul quale si fonda l’intera disciplina a prescindere dalle specialità, ma Pirmin Zurbriggen è stato davvero un atleta estremamente veloce oltre che straordinario. Quando pensi a Zurbriggen ti viene immediatamente il risalto il fattore veloce perché tra i vari medagliati alpini, lui è stato tra i migliori di sempre ad utilizzare la stessa nella condizione di eccellenza. È stato davvero un fulmine. La sua tecnica era talmente eccelsa che lo ha portato lontano nell’esercizio del suo mestiere andando a conquistare un titolo ai Giochi Olimpici, ben quattro Campionati del Mondo, e un quattro che ritorna preponderante in quanto in sede di overall per il circuito intercontinentale di Coppa del Mondo dove vanno annoverate anche ben nove di specialità. Qualche giorno fa abbiamo scritto di polivalenza menzionando la straordinaria carriera di Marc Girardelli, suo autentico rivale in quel fantastico sci alpino made anni 80, ecco Zurbriggen è stato un altro che è riuscito a fare altrettanto spaziando dal super-g allo slalom, dal super-g al gigante, con una tecnica infinita e un classe che gli ha permesso di andare lontano essendo menzionato tra i più grandi atleti di sempre. Continua su: http://discesalibera.org/2020/04/08/pirmin-zurbriggen-la-scheggia-elvetica/ -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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Nella storia infinita dello sci alpino, ci sono dei nomi che sono andati ben al di là dallo svolgimento dell’attività di scriventi in sede di albi d’oro in quanto, fortissimamente, sono andati altresì al segnare delle vere e proprie epoche sportive facendo sognare milioni di appassionati andando ad infiammare le competizioni dando vita ad uno spettacolo unico tra rivalità e talenti sopraffini: Marc Girardelli è stato uno di questi. Il buon Marc, nativo di Lustenau in Austria ha sempre gareggiato però dopo i 13 anni compiuti sotto la bandiera lussemburghese dando al piccolo stato europeo le soddisfazioni più grandi che ci potevano essere sulla neve; Girardelli è stato un simbolo immenso tra le nevi e tra i più polivalenti di ogni epoca: la sua elasticità, la sua forza, gli ha permesso di essere uno dei pochi atleti nella storia a vincere in ogni segmento di gara alpina prevista dal calendario, il primo a riuscirci nell’arco di una stagione tra il 1988 e il 1989. Se provassimo a chiudere gli occhi e provassimo a ritornare indietro nel tempo, riscopriremmo di certo un’epoca meno tecnologica ma dove la poesia del gesto atletico era il connettore principale per tutti i principali appassionati sportivi, non soltanto invernali, e quello di Girardelli era l’esemplificazione della perfezione di un paio di sci agganciati ai piedi: la rivalità con Zurbriggen, la sua forza mentale, la sua capacità di essere un vero e proprio innovatore nel suo mestiere con una tempra praticamente unica al mondo: una miriade di infortuni che non hanno mai minato le sue certezze basate su un lavoro perfetto come dei fiori di loto nel lontano Sol Levante e su una capacità di autocontrollo rara al giorno d’oggi: sapeva sempre tirare fuori il coniglio dal cilindro quando tutto sembrava difficile da raggiungere, sapeva sorprendere oltre che incantare, elemento comune alle perle sportive. Avete presente quando vi propinano la frase, “si cade per imparare a rimettersi in piedi”? Beh questa è la vita sportiva di un campione enorme come Girardelli, che è caduto più volta e si è rialzato praticamente vincendo quasi tutto quello che c’era da vincere. Un simbolo, un monumento che limitare allo sci alpino sarebbe anche offensivo oltre che riduttivo. Continua su: http://discesalibera.org/2020/04/06/nel-nome-del-campione-marc-girardelli/ -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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Altro ritiro eccellente nell’ambito dello sci alpino: anche l’azzurra Johanna Schnarf, a 35 primavere e dopo parecchi infortuni ha deciso di appendere gli sci al chiodo e terminare così la sua carriera agonistica. Johanna per tanto tempo è stata un punto di riferimento all’interno della Nazionale azzurra femminile dall’alto della sua esperienza, attraverso una lunghissima carriera con più di 16 anni nel massimo circuito intercontinentale nelle specialità veloci. Johanna, nativa di Bressanone, vanta due podi in Coppa del Mondo conquistata in discesa libera a Crans Montana nel 2010 e in super-g Cortina d’Ampezzo nel 2018; è mancata sempre la zampata finale quasi sempre per un soffio, ma Johanna ha dimostrata sempre di essere sul pezzo grazie ad una grandissima tecnica e a un talento sopraffino cercando sempre il risultato migliore in ogni condizione. Ricordiamo anche la belle vittoria datata 2006 in Coppa Europa in discesa libera ad Haus che permise all’atleta azzurra di salire sul gradino più alto del podio per la prima volta in carriera. Come dimenticare la sua meravigliosa prestazione agli ultimi Giochi Olimpici di PyeongChang nel 2018 quando, nella gara di super-g, chiuse in quinta posizione sfiorando un’oro che sarebbe stato a dir poco leggendario per soli 16 centesimi da una gara pazzesca portata a casa da Ester Ledecká chiudendo in quarta posizione ai piedi del podio che distava soltanto 5 centesimi. Continua su: http://discesalibera.org/2020/04/03/johanna-schnarf-lascia-lo-sci-alpino/ -
SCI ALPINO: Federica Brignone vince la Coppa del Mondo 2019/20
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Cinque stelle extra-lusso e 110 e lode con tanto di bacio accademico: questo in buona sintesi il giudizio emergente nella stagione appena conclusasi purtroppo, come sappiamo in anticipo causa Covid-19, in voce corrispondente alle prestazioni di Corinne Suter. La bella atleta elvetica classe 1994, ha saputo tirar fuori il meglio di se stessa timbrando puntualmente il suo appuntamento con il salto di qualità in una stagione che non soltanto l’ha vista finalmente protagonista con il gradino più alto del podio, ma che le ha dato la possibilità di portarsi a casa anche trofei di rilevanza di primo livello: due sono state le vittorie che le han dato la possibilità di affacciarsi sul balcone dell’élite dello sci internazionale, quella Altenmarkt-Zauchensee l’11 gennaio 2020 in discesa libera, e quella in super-g a Garmisch il 9 di febbraio; in mezzo tante belle prestazioni e una battaglia serratissima con Federica Brignone per la conquista delle sfere di cristallo di specialità, coppa che sono andata alla nativa di Svitto entrambe con quella di discesa davanti alla campionessa olimpica di super-g Ledecká con 155 punti di margine, e l’altra di super-g con soli 19 davanti alla nostra fuoriclasse valdostana che, a fine stagione, ha scritto una indelebile pagina di storia andandosi a prendere la Coppa del Mondo overall, una classifica generale che ha visto Suter chiudere ai margini del podio definitivo, in quarta posizione dietro Brignone, Vlhová, e Shiffrin, ma che fa segnare comunque il miglior risultato in carriera. Una ragazza perennemente sorridente ma con un talento e un fuoco dentro innato, che già in passato aveva dato prova delle sue qualità con due titoli mondiali juniores sempre nelle due specialità veloci, e una spinta ulteriore vista nell’ultima rassegna iridata ad Åre nel 2019 quando sfiorò la vittoria in discesa libera prendendosi l’argento, e il bronzo in super-g. Continua su: http://discesalibera.org/2020/03/31/corinne-suter-la-regina-della-velocita-alpina-2019-20/
