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Sbicca

Tifoso Juventus
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  1. Personalmente mi aspettavo molto di più. L'idea del suo arrivo mi piaceva, il lavoro svolto a Carpi e Napoli era oggettivamente buono, a tratti ottimo, ma quanto fatto alla Juventus in questi due anni è insufficiente. Ma più che da un punto di vista tecnico, la delusione più grande è stata dal punto di vista della gestione delle diverse situazioni, a partire dal lato comunicativo e dell'immagine. Due anni e due spogliatoi scoppiati, rese dei conti con due allenatori diversi, di cui una in diretta TV, nonostante parole di conferma e di elogio. Probabilmente è un accentratore, ma alla Juventus, a qualsiasi livello, personalità così non funzionano mai, anche quando sono dei fenomeni.
  2. Concordo con te, nel senso che secondo me gli manca ancora qualcosa. Come mancava ad altri che poi il salto in una grande l'hanno comunque fatto. Non tanto nella confusione dei cambi, perché la situazione attuale alla Juventus è tutta un'incognita e credo che anche solo avere idee su chi mettere e chi togliere diventa difficile, tra infortunati, squalificati, giocatori fuori condizione, giocatori che hanno staccato mentalmente e giocatori che sembrano in grado di sbagliare ogni opportunità che gli viene data. In questo contesto già beccare la formazione iniziale è qualcosa. Valeva anche per Thiago Motta, con la differenza che la gestione dello spogliatoio di Thiago Motta forse era già in parte la causa del problema. Più che altro gli auguro di dimostrare qualcosa su un progetto a medio-lungo termine. Perché finora non è stato mai più di un anno su una panchina, spesso con squadre prese a stagione iniziata. Per vedere la bontà delle sue idee deve avere l'opportunità (e se la deve creare anche lui) di poter costruire qualcosa nel tempo. Lo stesso valeva per Thiago Motta, ad esempio. Certi profili sono delle scommesse, e alla Juventus non sono quasi mai una scelta oculata. Gli auguro di trovare un ambiente tranquillo in cui lavorare, perché secondo me le idee ci sono. Detto questo ieri ha dato una lezione a Giuntoli e collaboratori. Una lezione di cosa significa essere alla Juventus. Non è uno che è venuto a farsi prendere per il c**o da nessuno, nessuno di quelli che oggi rappresentano la società e che hanno fatto delle scelte, anche su di lui, possono permettersi di spiegare cos'è la Juventus a Tudor. Piaccia o non piaccia, per Giuntoli e la dirigenza in generale è la seconda sberla nel giro di due anni. Possono piacere o non piacere, ma Allegri e Tudor hanno ben chiaro cosa significa stare alla Juventus, cos'è lo stile Juventus, come ci si comporta alla Juventus. Poi era giusto cambiare l'anno scorso con Allegri, sarebbe giusto cambiare con Tudor. L'importante sarebbe farlo da Juventus. Non da paraculi improvvisati.
  3. Considerando anche il livello del campionato italiano e le difficoltà di arrivare tra le prime quattro - specie quest'anno e nell'anno di Pirlo - la cosa diventa ancora più drammatica. Quello che a me disturba è che la Juventus in questi anni non può assolutamente permettersi un anno fuori dalla Champions League e questo non ti permette assolutamente di prenderti dei rischi o di parlare di progetti (cosa che invece viene sistematicamente fatta, ricorrendo ad esperimenti...). Disturba perché poi ad inizio anno si parte sempre con obiettivi grandi e confusi, quando la realtà è ben diversa ma nessuno sembra avere la volontà di chiarirla una volta per tutte, né di prendersi la responsabilità dei paletti che vengono messi. Doveva essere un periodo di transizione, sta diventando la normalità, ma il problema ancor prima degli allenatori è chi li sceglie. I dirigenti della Juventus che si sono susseguiti negli ultimi 6-7 anni purtroppo hanno sbagliato clamorosamente scelte fondamentali, dalla scelta degli allenatori (membri dello staff compresi) a quella dei giocatori. Ovviamente la situazione generale non ha aiutato, ma un dirigente dovrebbe saper far fronte anche a situazioni impreviste alla Juventus. La partita con la Lazio, così come le ultime partite, e più in generale le ultime stagioni, sono figlie di questa situazione: c'è una paura di fondo, i giocatori in generale non riescono a reggere minimamente la pressione. Ma è tutto l'ambiente che è elettrico e questa è responsabilità dei dirigenti (oggi Giuntoli, ma prima di lui anche Cherubini e Paratici). Tudor può anche avere qualità in questo senso, ma è stato chiamato quando la situazione era già mezza compromessa, quando il margine di errore era comunque molto basso. Ad oggi alla Juventus non c'è nessuno in grado di tenere tranquilla la squadra, di isolarla, di tenere tutti concentrati sul lavoro da fare senza troppe distrazioni. Pur avendo dimostrato in passato di averne la capacità, neanche Allegri ne è stato molto capace, per diverse ragioni ed anche per responsabilità sue. Ma finché non riusciranno a creare un ambiente dove si può lavorare serenamente e seriamente, pur con le pressioni che derivano dal giocare alla Juventus, non se ne esce.
  4. Sbicca

    EL PENTAPLETE

    Quel Barcellona lì aveva Puyol, Piqué, Rafa Marquez, Abidal, Dani Alves... Yaya Touré adattato come centrale di difesa all'occorrenza... Non avrebbe preso certamente 7 sberle dall'Inter attuale. Ne prese 3 a Milano con 4 tiri in porta subiti. Per farli fuori nel 2010 l'Inter dell'epoca ha dovuto sudare e quel Barcellona aveva tanto da recriminare (in quanto a sfiga ed episodi sfavorevoli)... Non c'è proprio paragone, magari diventeranno tutti grandi giocatori, ma più che esperienza a questo Barcellona è mancata, totalmente, la benché minima idea di come si difende durante una partita di calcio.
  5. Il punto è che c'è un livello di rabbia e frustrazione tale che diventa difficile valutare molti dei giocatori della Juventus. Complice anche il lavoro fatto sul mercato negli ultimi anni e la confusione tattica e tecnica che si vede in campo. Sono d'accordo con te, in linea di principio, ma finché non si vedrà un po' di continuità a livello generale, saranno critiche continue. Oggi a Costa, ieri a Kelly, l'altro ieri a Locatelli, domani ai nuovi acquisti che verranno. A livello ambientale ad oggi c'è un problema alla Juventus e questo si ripercuote senza dubbio anche sui giocatori. Giocatori come Savona, Mbangula, Miretti, Yildiz e altri giovani che sono passati per la Juventus sono sovraesposti a critiche eccessive e rischiano di crescere in un ambiente che per loro è tossico, in cui se non sei un potenziale campione, un giocatore già quasi fatto e finito a 18/20 anni, ti ritrovi su una montagna russa emotiva che ti distrugge. L'ideale per questi giocatori sarebbe giocare in un contesto meno isterico, con una squadra che funziona e in cui possono essere inseriti senza correre il rischio di caricarli di pressioni eccessive, con un pubblico meno umorale e con degli allenatori e dei dirigenti che sono in grado di proteggerti. L'esempio di Fagioli, al netto dei suoi errori, è palese e conferma il fatto che del lato emotivo dei giocatori, soprattutto se giovani, ne andrebbe tenuto conto e che le valutazioni fatte su di loro e la gestione dovrebbero essere fatte in maniera scrupolosa. Oggi la Juventus è un tritacarne per tutti, figuriamoci per dei giovani che arrivano in prima squadra dopo un percorso complesso e articolato e vengono bollati come giocatori da prima categoria dopo qualche partita. Il problema è che a non avere tutto questo equilibrio è anche chi lavora alla Juventus, non soltanto i tifosi. Dai tifosi posso anche aspettarmelo, ma da dirigenti e staff tecnico no. Il problema principale della rosa della Juventus sono quei giocatori che per maturità, investimento e potenzialità avrebbero dovuto avere delle responsabilità maggiori. Ci sono giocatori pagati decine e decine di milioni, con ingaggi pesanti, che giocano a livelli lontani dagli standard delle Juventus peggiori, ed è questa la colpa di quelli che negli ultimi anni sono stati i dirigenti della Juventus. Il problema sono quei giocatori che pagati fior di milioni ti passano intere stagioni a fare la spola tra l'infermeria e il campo di allenamento, che dopo una stagione ancora non si sa come collocarli in campo, quelli che sbagliano sistematicamente i movimenti, i controlli, il palleggio. Quelli che per il loro peso a bilancio ti "obbligano" a dover vendere giocatori di buone speranze che dovresti far crescere mantenendone in qualche modo il controllo. I giovani diventano un problema quando li si carica di responsabilità eccessive. In condizioni normali, intese come normali per la Juventus, un errore di Alberto Costa contro il Bologna, terzino, pagato 15 milioni e con un ingaggio bassino, non dovrebbe essere neanche un elemento di discussione su cui basare delle valutazioni. Se l'errore di un 21enne, arrivato a gennaio dal Portogallo e che ha giocato solo spezzoni di partita, diventa decisivo per un obiettivo il problema non è tanto quel giocatore, quel singolo investimento, ma tutta la baracca che non si sa su quali basi deve reggersi.
  6. Sbicca

    EL PENTAPLETE

    L'Inter, purtroppo per noi, negli ultimi anni ha acquisito una consapevolezza e una maturità che recentemente in Italia ha avuto soltanto la Juventus dei 9 scudetti e gran parte del merito va a Marotta che ha saputo gestire la situazione, dal punto di vista tecnico (non parlo di questioni extra-calcio), che era pressoché disastrosa. Ha saputo scegliere, come quando era alla Juventus, allenatori giusti e giocatori giusti nel momento opportuno. L'Inter oggi ha un'identità, ha uno zoccolo duro che si mette a disposizione dell'allenatore e dei compagni. Ha una visione generale su quelli che sono i limiti e i punti di forza della squadra. Marotta non si è inventato niente, ha solo scelto le persone giuste (tenendo prima Spalletti quando non aveva di meglio da prendere, prendendo poi Conte che nel processo di costruzione di una squadra è un fenomeno e poi Inzaghi che si è dimostrato intelligente nel raccogliere quanto di buono aveva e a dare anche lui qualcosa, esattamente come fece Allegri alla Juventus nel suo primo ciclo). Hanno beccato gli acquisti, non tutti, ma in gran parte li hanno beccati, sia giovani che esperti, sia quelli sacrificabili che quelli su cui puntare e questo è un merito. Penso a Thuram, che sta facendo la differenza, Sommer o Mkhitaryan che sembravano acquisti di poco conto e invece sono determinanti. Per un dirigente saper leggere i limiti della propria squadra e lavorare in quella direzione è un gran merito, così come per un allenatore capire come gestirli e farli giocare insieme certi giocatori. Ha fortuna, senza dubbio, ma sono rare le squadre che hanno vinto Champions League senza episodi fortunati (o le hanno perse per episodi sfortunati, e la Juventus purtroppo in questo fa storia a sé). Il format della Champions League, e delle competizioni di calcio in Europa in generale, si è sempre prestato a questo, ma il livello generale in Europa è calato rispetto a qualche anno fa e loro sono stati bravi a sfruttare il momento per arrivare a giocarsi 2 finali in 3 anni. Gli spettatori vogliono vedere i gol, le azioni che si susseguono a velocità pazzesca, poca tattica e tanta tecnica. Così è un altro sport rispetto al calcio con cui molti di noi sono cresciuti. Non dico sia migliore o peggiore ma è un altro sport. A Barcellona sono contenti di questo (e non solo a Barcellona) e Flick si sposa bene con la loro filosofia, perché potenzialmente tra andata e ritorno potevano fare una decina di gol e oltre. Io, come dici tu, sarei estremamente incazzato, ma questi qui sono andati a Dortmund forti di un 4-0 e quasi finiscono col c**o per terra pur di non snaturarsi e nessuno ha battuto ciglio. Penso che vedere Bayern Monaco e Barcellona arrivare ai quarti/semifinali di Champions League senza avere idea di cosa sia la fase difensiva è lo specchio del livello di questa Champions League (già da qualche anno il trend è questo...). Semplificando, il calcio è fatto di due fasi, se non ne fai bene una (o la ignori direttamente), non vai lontano se trovi chi ha idea di come si fanno entrambe. Anche con dei fenomeni in squadra. Vale per le squadre che fanno bene solo la fase difensiva, ma anche per quelle che si concentrano solo sulla fase offensiva. Sarò un gran nostalgico, ma vedere una partita come quella di ieri a me piace fino a un certo punto, ma in generale questo è ciò che gli spettatori vogliono. Però chi saprà fare entrambe le fasi se la giocherà sempre con squadre con questa filosofia. Ecco, l'Inter in questo contesto sa interpretare bene le partite, sa fare entrambe le fasi pur senza eccellere, ma le sa fare. Grazie ad un allenatore che non sarà un fenomeno, ma non è neanche uno sprovveduto, dei giocatori che non saranno fenomeni ma che sono calati nel loro contesto e che formano una squadra competitiva. Poi ha preso 6 gol tra andata e ritorno, ma sapeva di dover giocare così. Se guardiamo le partite che hanno giocato quest'anno quelle con Bayern Monaco e Barcellona sono totalmente differenti da quelle giocate in campionato o nei gironi di Champions League, a dimostrazione del fatto che sanno leggere le partite, pur non essendo dei fenomeni. Il rammarico è che lo fa in una competizione dove di fondo ci sono poche squadre che sono solide e concrete, che fanno bene entrambe le fasi, appunto. Quelle che hanno dimostrato di avere quantomeno una parvenza di completezza si contano: Real Madrid, Liverpool, PSG, Manchester City (sulla carta, perché quest'anno ha avuto grosse difficoltà), Atletico Madrid, Inter. Tutte accomunate dal fatto che sono in realtà molto vulnerabili, a tal punto che se beccano la partita storta possono prendere tutte delle belle imbarcate. A riprova del fatto che la Juventus, se vuole essere grande, deve trovarsi a marzo/aprile a giocarsi certe competizioni con continuità, come fatto nei 5 anni del primo ciclo di Allegri.
  7. Ragionamento pienamente condivisibile, ma non escluderei che la quota possa essere più bassa. A parte la Roma che è risalita alla grande dopo aver richiamato Ranieri, le altre, Atalanta compresa, le vedo tutte discontinue e gli scontri diretti sono tanti per tutte. In questo senso non escluderei la Fiorentina, perché sui 69/70 potrebbe arrivarci. La Roma è la mina vagante, non hanno niente da perdere e dietro non subiscono gol. Dalla partita persa con il Como a dicembre hanno fatto un bel filotto di partite in campionato, buttando via pochi punti con Bologna, Napoli e Milan. Vincere con loro in questo momento credo sia difficile per chiunque e poi vedendo come stanno andando le altre, Atalanta compresa, un pensierino Ranieri ce lo fa sicuramente. Potrebbero essere decisivi sia per la vittoria del campionato che per la qualificazione alla Champions League e si ritrovano lì a giocarsi un posto pure loro quando erano convinti di aver buttato via la stagione. La Juventus non deve buttare via punti in quelle abbordabili ma secondo me deve vincere almeno uno dei 3 scontri diretti con Roma, Bologna e Lazio (o fare quantomeno 3 pareggi) e fare 9 punti con Lecce, Parma e Monza. Se esce dalla partita con la Lazio con almeno 67 punti (quindi 12 punti nelle prossime 6 partite), può giocarsi le ultime due con relativa tranquillità. Tra le altre dubito che ci sia una squadra in grado di riuscire a fare un bel filotto di partite, proprio perché gli scontri diretti sono tanti e pure l'Atalanta ora è lì a doversela sudare la qualificazione in Champions League (se escono bene dalle prossime due faranno perdere punti preziosi a Bologna e Lazio, altrimenti corrono il rischio di ritrovarsi tutte le altre addosso, Fiorentina compresa...). Arrivare a giocarsi il tutto per tutto nelle ultime 2 giornate senza il minimo margine renderebbe tutto molto complicato, perché la pressione sarebbe tutta sulla Juventus.
  8. L'idea, forse (spero), che l'anno scorso nella testa di Giuntoli c'era un profilo come Tudor per sostituire Allegri fin da subito e se l'idea era quella di prendere un allenatore emergente quello di Tudor poteva essere un nome, venendo da un'ottima stagione a Verona dove ha fatto vedere buonissime cose e da una stagione al Marsiglia dove ha fatto bene non arrivando poi così lontano dal PSG e dal Lens che si sono giocate il campionato con una squadra che l'anno successivo non è arrivata neanche a qualificarsi per la Conference League. A luglio 2023, ma anche a gennaio 2024, il profilo di Tudor non aveva niente da invidiare a quello di tantissimi altri giovani allenatori. Lo stesso Thiago Motta a luglio 2023 non era considerato come a maggio 2024, non solo in ottica Juventus ma anche tra quelli che poi lo hanno eletto a nuovo fenomeno del calcio mondiale. Era un allenatore abbastanza normale, come tanti altri, così come lo è tutt'ora. Sono arrivati entrambi alla Juventus con dei curriculum abbastanza paragonabili. Uno però c'è arrivato con l'etichetta di futuro fenomeno, l'altro con quella di allenatore attaccabrighe/traghettatore per eccellenza. La realtà è che sono più normali di quanto si pensa. Quanto a idea di calcio sono abbastanza simili, perché al di là del modulo sono due a cui piace avere squadre solide e aggressive, che prendono pochi gol grazie a una buona densità in mezzo al campo, un buon pressing e alla capacità di riaggredire quando viene perso il possesso. Che ad oggi è più o meno quello che chiedono tutti gli allenatori, più o meno esperti. La differenza più grande sta nella motivazione che hanno (o hanno avuto) al momento della firma: Tudor ha la motivazione di lavorare alla Juventus, l'ha già dimostrato venendo a fare il secondo ad un esordiente quando poteva tranquillamente starsene a fare il primo allenatore altrove; Thiago Motta non saprei, ma a posteriori mi pare volesse dimostrare più che altro di essere il fenomeno che veniva dipinto. Oltre al fatto che a Tudor nessuno deve spiegare cosa significa stare alla Juventus. Sia chiaro, io ero tra quelli che pensavano (e speravano) che Thiago Motta potesse far bene sulla panchina della Juventus, ma non tra quelli che pensavano fosse un fenomeno. Lui, come tantissimi altri, non è fenomeno e non sta scritto da nessuna parte che avrà una carriera brillante. Anzi, sono convinto che Tudor ha, ad oggi, le stesse possibilità di far bene alla Juventus (e più in generale nel corso della propria carriera) di quelle che ha un De Zerbi, un Italiano, un Palladino, un Maresca, un Vanoli, un Fabregas e via discorrendo. Dovranno tutti dimostrare di essere bravi, di valere quanto quegli allenatori di cui si fanno nomi per certe panchine e che a differenza loro hanno già dimostrato qualcosa, di avere la capacità di calarsi nelle diverse situazioni, anche adattandosi al materiale umano che hanno a disposizione, indipendentemente dalla loro idea di calcio. Quando dimostreranno questo, ovviamente ottenendo risultati, dimostreranno di avere qualcosa in più. Ad oggi, da un punto di vista tecnico e tattico, se uno non vale l'altro poco ci manca.
  9. Dimostrando tanta presunzione quanta ne sta dimostrando lo stesso Thiago Motta. La cosa che più mi delude è proprio questo atteggiamento, che alla Juventus non ha mai pagato. Vale per dirigenti, allenatori e persino giocatori. Non paga perché chi è arrivato convinto di poter essere anche più grande della Juventus stessa è sempre andato via con le ossa rotte, ma facendo pagare un prezzo a tutto l'ambiente. In questo momento storico non parliamo solo di una figura che pecca di presunzione ma di almeno 2, Giuntoli e Thiago Motta, a cui aggiungerei qualche giocatore. Poi che ci rimettano o meno la carriera non è possibile stabilirlo. Giuntoli qualcosa di buono da dirigente l'ha dimostrato tra Carpi e Napoli. Thiago Motta ha fatto vedere buone cose. Di sicuro il rischio che ne escano ridimensionati è concreto, perché poi tanti di quelli saliti sul loro carro sono prontissimi a scendere per puntare su qualcun altro da mandare al massacro. Ma quando arrivi alla Juventus questo non basta, come non basta avere come "lettera di referenza" gli elogi pomposi di chi ancora li difende a spada tratta, dei guru senza arte né parte che hanno contribuito a costruire un alone da salvatori della patria a certi personaggi. Alone che se utile solo all'alimentare l'ego di quelli a cui viene appioppato li rende totalmente incompatibili con l'ambiente della Juventus. Nella storia recente è valso per Sarri, per Bonucci quando è tornato dopo aver spostato gli equilibri al Milan, per Pirlo etichettato da qualcuno come "esperimento alla Guardiola", per Allegri quando è tornato sulla panchina della Juventus come un mr. Wolf del calcio, per Dybala erede di Messi, per Vlahovic che doveva essere il nuovo Haaland, per Chiesa nuovo crack del calcio italiano, per Thiago Motta e Giuntoli lo stiamo vedendo. Con le dovute proporzioni è valso pure per Cristiano Ronaldo, che non doveva neanche dimostrare nulla a nessuno, alla Juventus non è riuscito a fare la differenza quanto e come ci si aspettava, a parte i suoi numeri da grandissimo campione con lui la squadra non è migliorata granché nell'arco dei 3 anni che è stato a Torino (sia chiaro, ero e sono contento che un giocatore come Cristiano Ronaldo sia passato dalla Juventus, ma prendere lui e trascurare il resto della formazione è stato l'inizio di un declino). Leggo di paragoni con Ancelotti, ma di Ancelotti ce n'è stato uno e alla Juventus non fece neanche così male. Ancelotti ha avuto l'umiltà di capire quelli che erano stati i suoi errori, già quelli fatti quando allenava il Parma, e li ha ammessi serenamente. Tutti gli altri che a vario titolo sono arrivati alla Juventus da "salvatori della patria", con un ego smisurato, non si sono più ripresi. Soprattutto quelli che venivano dal nulla sono tornati nel nulla. Se capiscono questo Giuntoli e Thiago Motta forse riescono a rimettersi in carreggiata ma serve una buona dose di umiltà, un'intelligenza tale da fare un'autocritica costruttiva, assumersi responsabilità, mettersi al servizio della squadra per cui lavorano e andare avanti di conseguenza. Mi auguro che lo facciano già alla Juventus, anche se ho dei dubbi su entrambi. Ripartire dall'umiltà, dalla voglia di dimostrare in campo quello che si vale lasciando perdere tante chiacchiere buone solo ad alimentare il proprio ego, potrebbe essere il primo passo per ricostruire una Juventus vincente. Per far questo non servono "salvatori della patria", ma figure in grado di dare concretezza e di mantenere un basso profilo, almeno fintanto che la situazione non migliora sensibilmente e i risultati non sono dalla loro parte.
  10. La dirigenza dovrebbe chiarire, per prima cosa a sé stessa, cosa vuole esattamente in questo momento. Perché se i nomi che circolano sono veri è tutto molto equivoco. Primo su tutto il resto, chiarire l'obiettivo principale. Si vuole centrare l'obiettivo della qualificazione della Champions League per quanto? Qual è il limite? Quando, in una proiezione futura, la Juventus può permettersi di rischiare? Perché se la Juventus non può permettersi di rischiare di rimanere fuori dalla Champions, come sembra, serve una guida tecnica che dia garanzie in questo senso. Allegri in questo senso dava garanzie, Spalletti ad esempio è un altro che dà garanzie. Parlano i risultati per loro, anche con squadre non al meglio, hanno centrato l'obiettivo della qualificazione alla Champions League sempre, anche in condizioni difficili, chi in un modo chi nell'altro. Conte? Su Conte dal punto di vista tecnico ci dovrebbero essere pochi dubbi, probabilmente è uno di quelli che porta i giocatori anche a fare qualcosa in più. Ancelotti? L'allenatore non si discute e in questo senso può dare garanzie e l'ha dimostrato in lungo e in largo (il secondo anno al Napoli fa storia a sé). Gasperini? Tra gli allenatori stranieri, Klopp è uno che potrebbe dare garanzie in questo senso. Poi? Mourinho? Simeone? Zidane? Deschamps? Spalletti è in nazionale e non penso si liberi, né che ne abbia l'intenzione. Conte, ipotizzo, non verrà liberato da De Laurentiis neanche sotto tortura. Ancelotti verrebbe alla Juventus di nuovo? Personalmente non penso proprio. Allegri ha già dato e lo escluderei, visti i rapporti con Giuntoli, è ovvio, ma anche perché una terza esperienza alla Juventus sarebbe qualcosa di surreale e non penso che porterebbe da nessuna parte. Gasperini sarebbe interessante, ma ha bisogno di tempo per costruire e se l'idea è quella di avere uno che dia garanzie fin da subito non mi pare il profilo migliore. Klopp è il profilo che più mi entusiasma, ma è puro fantamercato, ha un contratto appena firmato per un ruolo che partirà dalla prossima stagione, di cui tra l'altro non si capiscono bene ancora i contorni. Mourinho probabilmente sarebbe in grado di creare una banda di figli di p*****a, ma in un ambiente come quello juventino non mi pare il profilo più adatto, anzi. Simeone? Esperienza ne ha, grinta pure ed è un allenatore che indubbiamente è in grado di dare un'identità alla sua squadra ma mi pare non abbia capito neanche lui cosa vuol fare e non mi entusiasmano certi suoi atteggiamenti. Zidane rimane un'incognita, a me l'idea piacerebbe pure, ma sono più i dubbi che le certezze se penso ad un esperienza lontano dal Real Madrid, da quel Real Madrid che ha allenato, e lui pare punti alla Francia dopo il mondiale, quindi non puoi intavolare un progetto a lungo termine con uno che tra una stagione potrebbe aspirare ad altro. Deschamps lo avrei voluto tanto rivedere sulla panchina della Juventus in serie A, in condizioni migliori di quelle che aveva trovato lui alla Juventus nel 2006, ma dopo così tanti anni di nazionale francese è un'incognita, e non credo lasci il suo incarico prima del mondiale 2026 Altri non me ne vengono in mente o sono attualmente sotto contratto e nel pieno delle loro esperienze su altre panchine, come Flick, Luis Enrique, Tuchel. Mancini è un nome border line in questo senso, che può darti qualcosa ma che porta con sé dei dubbi. Per me non è migliore di nessuno degli allenatori che ho citato sopra, di sicuro è il più antipatico, però potrebbe rientrare in questa lista ed è quello più facile da prendere. E leggendo di un ruolo più centrale per Giorgio Chiellini penso che possa avere anche uno sponsor importante alla Juventus. Ha ottenuto buoni risultati, ne ha falliti altri (alcuni anche malamente, come la mancata qualificazione al mondiale) e come già detto da alcuni utenti è un po' in fase calante, tolto l'Europeo vinto con l'Italia. Comunque qualche idea buona nella sua carriera da allenatore l'ha messa in campo. Mi entusiasma? Assolutamente no. Ma di sicuro può dare qualcosa dove Thiago Motta si è dimostrato carente: gestione dello spogliatoio, carisma (anche se non brilla, soprattutto per simpatia), esperienza, flessibilità. Discorso diverso sarebbe se la Juventus fosse disposta a dare tempo ad un allenatore e a mettere in conto anche di non poter entrare in Champions League senza poi doversi ritrovare a fare una rivoluzione vendendo gente che dovrebbe invece formare lo zoccolo duro della squadra. In quel caso uno come Gasperini potrebbe darti qualcosa, anche se non mi entusiasma neanche lui. Dare un secondo anno a Thiago Motta, anche se mi pare ormai impossibile vista la situazione che si è creata, avrebbe un suo senso se si vuole correre il rischio, ma lui deve migliorare e la dirigenza dovrebbe gestire meglio sia lui che l'ambiente intorno a lui. Oppure puntare su un profilo differente ma anche in quel caso la dirigenza dovrebbe avere ben chiaro il profilo che vorrebbe, sulla base di quello che è l'obiettivo prefissato. Di sicuro, una volta stabilito l'obiettivo la dirigenza dovrebbe fare quadrato attorno al proprio allenatore, indipendentemente da chi è l'allenatore. Difendere l'allenatore, dargli una squadra che ha un nucleo di giocatori su cui poter contare al 100% che rappresenti la base su cui costruire tutto il resto. Cosa che alla Juventus non si vede da diversi anni.
  11. Guarda, nell'anno di Pirlo essere arrivati quarti in quel modo, con quella squadra, lo trovo un fallimento, tamponato dal fatto di aver vinto Coppa Italia e Supercoppa. Ma Pirlo aveva molte attenuanti, prima su tutte quella di essere un esordiente in una stagione nata già complicata. Buttato lì, nel tritacarne, figlio di scelte scellerati nei due anni precedenti. Nelle tre annate di Allegri, dal momento che non si è di fatto costruito nulla ma si è puntato solo al risultato minimo, ritengo che non si poteva accettare un risultato diverso rispetto alla qualificazione in Champions, arrivata sempre, magari in totale affanno come l'anno scorso ma comunque è sempre arrivata tutto sommato anche con relativa tranquillità (hanno dovuto togliere 10 punti per far finire la Juventus fuori dalla Champions League, senza contare i punti persi per aver giocato in certe condizioni mentali). A parte le paure di noi tifosi, la qualificazione in Champions League non è mai stata realmente in discussione. Annate strane, di cui forse fa veramente testo solo la prima, visto che poi, appunto, c'è stata una penalizzazione ridicola che di fatto non permette grandi valutazioni su quella stagione e una situazione interna imbarazzante e altrettanto ridicola l'anno scorso, da gennaio in poi. La squadra non è migliorata, ma soprattutto l'anno scorso è stato palese che non c'era la volontà di migliorare chissà cosa, quanto più che altro la voglia di arrivare a chiudere un ciclo durato 3 anni più per cause di forza maggiore che per chissà cos'altro. In questo contesto, contava solo quel risultato per respirare, per tamponare il danno creato dalla penalizzazione. Non un fallimento totale, ma un periodo in cui ci si è limitati a limitare i danni, a vivacchiare in attesa di tempi e idee migliori. Alla Juventus non dovrebbe esistere una cosa simile, ma tant'è. Quest'anno con Thiago Motta sarei stato anche disposto ad accettare una mancata qualificazione in Champions League, sono onesto, ma mi aspettavo un miglioramento sensibile in campo, una crescita sia individuale che collettiva e un gruppo unito nel portare avanti un progetto. Poi la qualificazione puoi giocartela e se gli altri sono più bravi (e più esperti) ci sta pure che sfruttino i diversi momenti di una stagione e ti finiscano davanti. Ero consapevole del fatto che la Juventus potesse trovarsi in ballo con Atalanta e Milan per terzo e quarto posto, e che almeno una tra Bologna, Lazio e Roma avrebbe potuto rappresentare una mina vagante (proprio come lo è stato lo stesso Bologna l'anno scorso) molto pericolosa in questo senso. Vuoi per alcuni episodi, vuoi perché magari all'inizio poteva essere prevedibile faticare un po', vuoi perché ci sta che quando inizi un nuovo percorso qualche punto per strada puoi lasciarlo. Non dico che sia normale in senso assoluto, ma dopo 4 anni in cui non si è costruito nulla, con una squadra giovane e inesperta, rivoluzionata rispetto all'anno precedente, puoi anche metterlo in conto. Poi però il campo ha detto una cosa diversa: la squadra non è migliorata, Thiago Motta ha mostrato tutti i suoi limiti e il campionato paradossalmente si era messo anche bene considerando che la Juventus è ritrovata a -6 dal primo posto a 11 giornate dalla fine, con una classifica mai così corta che in qualche modo poteva rispecchiare i valori di partenza, almeno per le primissime posizioni. Non che credessi nello scudetto, ma in un contesto simile arrivare a marzo in queste condizioni, con certe partite (oscene) alle spalle, mi fa pensare più ad un fallimento che ad una stagione di passaggio. Questo doveva essere il momento in cui la squadra doveva dare di più, entrando in condizione per il finale di stagione, avendo acquisito gli automatismi di campo e le idee (non l'idea...) dell'allenatore. L'anno scorso è stato tremendo, ma sapevamo tutti (o quasi) che poi le cose sarebbero cambiato, anche con degli investimenti importanti sul mercato. Quello che preoccupa quest'anno è la proiezione in avanti se queste sono le premesse. Anche arrivando quarti il problema è quello di non aver migliorato niente o quasi da agosto a questa parte. Tralasciando il discorso sui nuovi che - Thuram a parte - sono dei corpi estranei a questa squadra o giocatori destinati a tornare da dove sono venuti, non è migliorato Thiago Motta, non è migliorata la squadra, se non pochi singoli (Weah? Locatelli?) mentre alcuni giocatori sono anche involuti rispetto a come erano partiti (penso a Cambiaso, a Yildiz, a Di Gregorio preso per far partire l'azione dal basso che ora fa praticamente solo lanci lunghi). Sembra che anziché trovare nuovi stimoli la squadra abbia paradossalmente accentuato i limiti mostrati negli anni scorsi, pur avendo cambiato una quindicina di giocatori. Ci si ritrova a vivere di partita in partita, quando invece speravamo e pensavamo si potesse finalmente fare un discorso più ampio.
  12. Non escludo che possa crescere come allenatore anche se penso che Thiago Motta abbia mostrato dei limiti che dovrà superare alla svelta se vuole fare un'ottima carriera da allenatore, ma vorrei sapere perché ritieni che sia una possibilità concreta. Nella mia visione dovrebbe essere aiutato a superarli anche da una dirigenza che ha fiducia in lui e che abbia veramente un progetto, ma per me siamo ancora nel campo delle ipotesi, lontane dall'essere concrete, come per tanti altri allenatori (del presente ma anche del passato) che poi non sono andati oltre alle buone annate fatte con squadre di medio/bassa classifica. Te lo chiedo solo per parlarne serenamente, perché concreta?
  13. Non ho detto questo. Non dico che Giuntoli abbia lasciato da parte il lato sportivo, dico che nella valutazione non puoi lasciarlo da parte. Visto che ha anche un peso economico estremamente rilevante. Dico che un dirigente va valutato sulla base del lato sportivo. Se poi la squadra ti fa perdere dei soldi con risultati non all'altezza, nella valutazione del lavoro di un dirigente ci finisce inevitabilmente anche questo. Ovvio, Motta è responsabile ed è giusto valutare anche questo. Non ho detto che Thiago Motta non ha responsabilità, ma che nella valutazione di un dirigente io terrei conto anche di queste situazioni. Se esplode la situazione tra giocatori e allenatore un dirigente deve intervenire, se c'è bisogno anche prendendo le parti dell'allenatore, mettendo in chiaro quali sono i ruoli e le responsabilità di chi lavora per la Juventus. Ovviamente deve anche essere convinto della scelta fatta, cosa di cui inizio a dubitare.
  14. Forse è un po' riduttivo però. Nel senso che non è che Elkann, Scanavino e Ferrero sono corpi estranei alla Juventus. Parliamo comunque di persone che hanno un ruolo alla Juventus che non è marginale. E una proprietà forte, con delle figure apicali forti, può incidere in positivo su molti aspetti, compreso quello sportivo. Banalmente perché avere ruoli chiari, con responsabilità chiare, ha un suo peso e salvo rare eccezioni a vincere sono sempre squadre dove non c'è confusione tra i vari ruoli. Poi concordo sul fatto che dal lato puramente sportivo la situazione può (e dovrebbe) essere gestita meglio e gran parte delle responsabilità sono attribuibili a Giuntoli. E il lato sportivo, come dicevo sopra in un altro intervento, ha comunque dei risvolti economici pesanti. Pensare che Elkann, Scanavino e Ferrero chiedano più o meno espressamente questi risultati e una gestione scellerata per me è incomprensibile, considerando che tra questi c'è anche chi sarebbe il primo a perderci economicamente. Ma è vero che ad oggi non si sono dimostrati all'altezza delle responsabilità che hanno al pari di chi hanno scelto sotto di loro. Forse, banalmente, sono più inadeguati che in malafede. La situazione attuale è, a cascata, responsabilità di tutti, chi più chi meno.
  15. Quello che critico soprattutto di Giuntoli sono i metodi di lavoro. Preso per regolare i conti e siamo d'accordo, ma il lato sportivo non puoi lasciarlo da parte, perché comunque ha un suo peso anche economico. Arrivare agli ottavi di Champions League avrebbe rappresentato un bel guadagno, così come arrivare in finale di Supercoppa, arrivare in finale di Coppa Italia e un grosso peso ce l'avrà arrivare quarti. Proprio per questo non possiamo scindere il lato economico da quello sportivo. Il regolamento di conti con Allegri dell'anno scorso è una sua responsabilità (e non solo di Allegri che ha sbroccato), essendo lui il direttore. Se ci sono problemi tra Motta e i giocatori, è anche sua responsabilità (e non solo di Thiago Motta) mettere un punto e non lasciar esplodere la situazione. Un dirigente deve saper gestire la situazione e farla rientrare, almeno fino a fine stagione. Invece per la seconda volta in due anni ci sono problemi simili, con crolli mentali apparentemente inspiegabili e obiettivi da rincorrere. Detto questo, hai centrato un punto fondamentale: la differenza è che stava al Napoli. Però se andiamo a guardare le 4 campagne acquisti che ha avuto, tolta quella estiva non c'è niente di esaltante. Durante quella estiva ha preso Koopmeiners, Conceicao, Nico Gonzalez a fine mercato, e strappando condizioni che non sono proprio favorevoli. Questo si aggiunge al mio dubbio, purtroppo ancora senza risposta, di come potrebbero coesistere in un 4-2-3-1 giocatori come Koopmeiners, Douglas Luiz, Thuram che, a inizio stagione, venivano dati come potenziali titolari. Poi è vero, anche alla luce di questi dubbi, non ero insoddisfatto del mercato estivo. Forse non ero così ottimista, ma neanche insoddisfatto. Però poi i giocatori devono essere funzionali a qualcosa e questo è ciò su cui vengono valutati dirigenti, allenatori e giocatori. E in questo senso il ruolo di un dirigente è centrale, quanto è centrale il ruolo di quello che poi li deve mettere in campo, e ha le sue responsabilità. Ce l'ha chi ha scelto di sacrificare giovani giocatori per puntare su certi profili. Per questioni di bilancio non si potevano comprare certi giocatori senza prima vendere ed è verissimo, ma non è che ha dovuto vendere i giovani esclusivamente per fare cassa, visto che poi ha investito anche belle cifre, anche per giocatori su cui non ha, nel pratico, il minimo controllo come Conceicao, Kolo Muani e Veiga. Ancora più banalmente, se scegli un allenatore, sposandone la filosofia, e poi va tutto a rotoli, le responsabilità ce l'ha anche chi quell'allenatore l'ha scelto, chi ha costruito la squadra per quell'allenatore, chi ha dato carta bianca a quell'allenatore. Thiago Motta è una sua scelta e con Thiago Motta ha pianificato il mercato estivo, quello invernale, e la stagione attuale in generale. Non basta scaricarlo a gennaio, febbraio o a fine stagione.
  16. Ma di progetto concreto non se ne è visto neanche uno. Hanno parlato di progetti, progetto Sarri, progetto Pirlo, progetto Allegri, progetto Thiago Motta ma alla prova dei fatti non hanno mai avuto idea di cosa volessero fare. L'unico che ha avuto tempo è stato ad Allegri che quel tempo se l'è di fatto "guadagnato" grazie ad un contratto fuori mercato. Ma la realtà dei fatti è che: 1) Sarri è stato messo a guidare una squadra costruita da altri, con caratteristiche (a parte alcuni, pochi, singoli) con il calcio di Sarri non avevano niente a che fare. Esonerato dopo una stagione e mai messo in condizione di lavorare. 2) Quella di Pirlo è stata una scommessa totale, figlia di una rottura tra chi aveva voluto Sarri e chi non ne era convinto. Squadra a fine ciclo, innesti che avrebbero avuto un senso se messi nelle mani di chi aveva qualcosa in più rispetto alla propria idea di calcio (esperienza da allenatore? un po' di pelo sullo stomaco per gestire uno spogliatoio simile, con gerarchie saltate) e null'altro. 3) Allegri preso per mettere una toppa ai danni fatti nei 2-3 anni passati. Una scelta fuori tempo massimo, fuori logica, nella convinzione che Allegri potesse sistemare una situazione simile, con un ingaggio folle e una squadra costruita male che prima ha dovuto far fronte ai capricci di Ronaldo, puntare su ripiegoni di mercato come ai bei tempi andati, e poi valorizzare giocatori in mezzo alle cannonate di FIGC e UEFA. Non è un alibi per Allegri, ma il tempo che ha avuto è a sua volta figlio delle situazioni (contratto pesante in una situazione finanziaria che non permetteva di fare un mercato all'altezza e con questioni extra-campo che hanno pesato oltremodo nel totale silenzio di proprietà e dirigenza). 4) Thiago Motta preso come "nuovo fenomeno" del calcio moderno, nominato leader maximo di una Juventus con pochi leader. Un piano di epurazione totale, con investimenti pesanti e una rosa rivoltata come un pedalino. Le uniche costanti della Juventus degli ultimi 5 anni sono il tempo che viene dato ai "progetti" che è pari a un anno (salvo quello di Allegri, che da progetto è diventato ben presto un tirare avanti in attesa di tempi migliori, senza costruire nulla) e la totale assenza di una difesa di quei progetti. Difendere ovviamente non significa organizzare un'intervista ad hoc in cui si dice che si ha totale fiducia nell'allenatore. La fiducia va dimostrata, se si crede in un progetto. Se si ha concretamente un progetto in testa. Quando Conte fu squalificato per la questione del calcioscommesse, la dirigenza ha dimostrato e difeso il suo allenatore e il progetto che c'era. C'erano i risultati, è vero, ma la difesa è stata totale. Quando nel 2014 Conte si dimise, la scelta di puntare su Allegri è stata difesa fin da subito e nel 2015/16 quando la squadra era in difficoltà la dirigenza ha difeso lo stesso Allegri, avendo poi ragione alla luce dei risultati ottenuti. All'epoca l'idea che avevano in mente i dirigenti era chiara e con essa la convinzione che per poter lavorare bene devi creare le basi, creare fiducia. Da quando è stato deciso l'esonero di Allegri nel 2019 non c'è stato più niente di tutto questo. Io, da tifoso, Thiago Motta l'avrei già esonerato, come avrei esonerato Allegri dopo la partita con il Maccabi o a gennaio dell'anno scorso. Ma avrei esonerato pure Conte dopo la partita col Galatasaray o l'eliminazione con il Benfica in Europa League. Ma una dirigenza deve avere chiaro non solo l'obiettivo ma il percorso che si vuole fare e le eventuali difficoltà. Ad oggi alla Juventus nessuno è al sicuro, perché l'ambiente è isterico ed estremamente umorale, con dirigenti che ragionano più da tifosi (anche occasionali) che da professionisti sportivi. Quando c'è un progetto questo deve avere dei punti fermi, tra cui anche la durata del progetto stesso, i punti fermi attorno ai quali costruire il progetto stesso, i ruoli dei protagonisti che operano nel progetto. Non vedo niente di tutto questo nel "progetto Thiago Motta" oggi, ma la colpa non è solo di Thiago Motta. Ha le sue colpe, ma ho come l'impressione che la dirigenza abbia già fatto la sua scelta, che stia aspettando solo il momento ritenuto opportuno per scaricare Thiago Motta dandogli piena responsabilità del fallimento della stagione. Esattamente come fatto l'anno scorso con Allegri. Una situazione di comodo, un po' vigliacca, che non è mai stata nello stile Juventus. Così diventa difficile anche trovare chi è disposto a venire ad allenare la Juventus se l'abitudine è quella di dare l'allenatore in pasto ai leoni da tastiera (o da poltrona) alle prime difficoltà per poi dare il benservito a fine stagione. Quanto fatto con Allegri l'anno scorso (non dico averlo esonerato, ma averlo prima abbandonato a se stesso e poi esonerato con certe modalità) è un precedente che non è compatibile con quanto rappresenta la Juventus e quest'anno siamo più o meno allo stesso punto: Thiago Motta, seppur con tutti i difetti che ha mostrato, è un allenatore che ha i giorni contati, che è stato portato al limite e lasciato a sé stesso, in balia degli eventi, dei giocatori. Una società seria non può assolutamente arrivare a questo punto. Per che cosa? Per salvare il quarto posto? E stamattina puntuali arrivano le voci, su Tudor traghettatore, su Gasperini, su de Zerbi, su Conte. L'anno scorso a questo punto erano già tutti (o quasi) concordi su Thiago Motta allenatore. Una dirigenza alla Juventus non può e non deve far uscire certe voci, altrimenti non ha minimamente capito cos'è la Juventus. Altrimenti è composta da gente che non ha ragione di stare alla Juventus. Tudor traghettatore? Ma veramente pensiamo che c'è chi si faccia prendere per il c**o da questi qui? Tudor è un allenatore che ha già qualche anno di esperienza come allenatore, che ha fatto anche bene in alcune piazze. Prenderlo per portare la squadra a luglio, consapevoli di salutarlo senza troppe seghe a fine stagione, sarebbe l'ennesima dimostrazione che l'attuale dirigenza non sa che pesci prendere. Tudor, anche per la sua storia con la Juventus, o lo prendi e lo metti al centro di un progetto, scommettendo su di lui, o non ha senso prenderlo. Questo qui già una volta è venuto a fare il secondo in un circo totale. Spero per lui che abbia la forza di mandarli a f****o qualora si presentino da lui con la proposta di traghettare la squadra fino a fine stagione. Sarebbe una soluzione? Non lo so. A me come soluzione non dispiace, perché quantomeno sarebbe uno dei pochi (forse l'unico) che avrebbe chiaro cosa significa lavorare per la Juventus, ma rimane una scommessa, una figura che andrebbe tutelata, supportata e protetta. Esattamente come Thiago Motta. La Juventus ha la forza e il coraggio di farlo? Gasperini? de Zerbi? Palladino? Se l'idea è quella di essere disposti ad abbandonarli per iniziare a guardarsi intorno a gennaio prossimo come fatto quest'anno con Thiago Motta, prepariamoci a rivivere quanto viviamo ciclicamente dal 2020 a questa parte. Conte? Per me sarebbe stata una buona soluzione quest'anno al posto di Thiago Motta, così come già in passato quando era chiaro che andava ricostruito qualcosa, a partire dall'identità. Siamo sicuri che in questo circo uno come Conte voglia venire? O che venga senza garanzie solide? E Gasperini? Altro bel rompipalle anche lui eh. Ad oggi venire ad allenare la Juventus significa mettersi, calcisticamente parlando, una pistola alla tempia, se la dirigenza non si mette in testa che un progetto deve essere qualcosa di concreto, non una parola buttata lì per dare l'idea di aver chiaro il compito che portano avanti.
  17. Erano le cose che più mi preoccupavano, ma perlomeno hanno dimostrato qualcosa in questo senso. Speriamo non sia solo un sussulto momentaneo. Va detto che l'avversario era quello che era, ma se si aggrappano alla continuità di risultati in campionato, alla possibilità di lavorare senza grosse pressioni e di lavorare in settimana senza partite infrasettimanali, c'è la possibilità di finire in crescendo e lavorare in ottica del prossimo anno. Serve intelligenza e umiltà da parte di tutti: dirigenza, allenatore e giocatori. L'obiettivo della qualificazione alla Champions League è alla portata, considerando anche il calendario delle altre, ma dovrebbe essere più che altro un momento per lavorare in ottica della stagione prossima (se c'è veramente la volontà di continuare con questo progetto).
  18. Ma è così da anni. Lotte interne, scontri con la società (quando era una società vincente, ma mai quando era una società assente), e un'organizzazione che è andata disgregandosi... La cosa triste è quella di avere uno stadio e strutture all'avanguardia e poi vedere spalti freddi e distaccati. Tifoseria, cori e coreografie che sarebbero degne di una squadra di serie C dove tanto ci sono tifoserie ben più calde e organizzate. Questo indipendentemente dal credere o meno allo scudetto. Ci sono tifoserie, anche di grandi squadre, che sono uno spettacolo pure nelle stagioni peggiori. Guai a farlo notare però, vedi Marchisio ultimamente che si è preso insulti per aver detto praticamente un'ovvietà.
  19. Gatti insostituibile perché i difensori sono contati. Ma non dimentichiamoci neanche che Gatti e Locatelli se fossero arrivate offerte in estate sarebbero partiti come tutti gli altri che sono stati venduti al miglior offerente. Erano voci, d'accordo, ma tra i sacrificabili c'erano pure loro. McKennie era praticamente all'Aston Villa e oggi è insostituibile. Cambiaso buttato sul mercato a gennaio come carne da macello. Quelli usciti dalla next gen spediti rapidamente a chi si presentava con i soldi. Le epurazioni di Szczesny, Danilo e ci aggiungo anche Rabiot con cui a questo punto immagino non sia neanche stato proposto di mettersi ad un tavolo per valutare un potenziale rinnovo, chi le ha decise e perché? In un contesto simile mi sembra complicato creare un ambiente sereno e di fiducia reciproca. Mettici poi scelte discutibili da parte dell'allenatore, che spesso mette fuori giocatori dopo buone prestazioni e altri che non ne beccano una da settembre partono sempre titolari... Ripeto più o meno quanto ho scritto stamattina, come si può legittimare il lavoro di un allenatore e renderlo credibile agli occhi dei giocatori con una gestione così? Dopo aver silurato Allegri nel modo in cui l'hanno silurato. C'è un quadro chiaro per quanto riguarda le responsabilità alla Juventus? Chi decide cosa? Chi decide chi è fuori e chi è dentro? Chi se ne assume la responsabilità. Non c'è più un capitano, ma la fascia itinerante. C'è un allenatore che (a marzo?) scopre che c'è nello spogliatoio chi pretende senza dare. C'è un allenatore che ha veramente la fiducia della dirigenza? I prossimi epurati chi saranno? Dipende da chi sarà il prossimo allenatore? Dal seguire o meno le direttive di questo che c'è ora? Chi sarà il prossimo che finisce sul mercato indipendentemente dal progetto, dal rendimento e da quella che è la sua volontà? Chi sarà il prossimo a cui diranno: sei fuori, vogliamo rescindere il contratto? Ribadisco, non saranno cime i giocatori, ma non serve essere cime per farsi certe domande. Hanno procuratori pagati anche per questo. Non dico che debbano esserci intoccabili o che alcune figure, in campo e fuori, vanno fatte sentire intoccabili, ma almeno un minimo di fiducia. Un minimo di meritocrazia, sia in campo che fuori. E in questo se in dirigenza non hanno le idee chiare un allenatore con personalità prova quantomeno a prendere la situazione in mano finché ha un ruolo. Non può tirare fuori a marzo che c'è chi pretende e non rende. Perché quel problema va risolto a settembre, se non già ad agosto. E se c'è chi pretende e non rende, è giusto che non veda il campo. Com'è giusto però che chi rende lo veda, perché non mi pare che valga più nemmeno questo.
  20. Ieri Motta ha tirato fuori dei problemi che non penso puoi trascinarti a lungo. Ma è frutto di un modo di lavorare che si è palesato già l'anno scorso. A gennaio sono iniziate a circolare le voci di un possibile esonero di Allegri e dell'arrivo di Motta, solo voci, ma che via via si sono fatte più consistenti fino a diventare dei fatti. A gennaio eri lì a giocarti il campionato, con partite poco brillanti ma tutto sommato solide, con la squadra che sembrava essere sulla stessa lunghezza d'onda dell'allenatore. Da gennaio in poi la Juventus ha staccato clamorosamente la spina, arrivando a vincere una Coppa Italia più di rabbia che per altro. Ora indipendentemente dalle dinamiche, Giuntoli s'è dimostrato un bugiardo di quelli peggiori, andando a confermare col sorriso l'allenatore ad ogni intervista per poi farlo fuori con una resa dei conti mai vista nella storia della Juventus. Di bugiardo dei peggiori, perché non è che stai bluffando su una trattativa per un giocatore, stai palesemente prendendo per il c**o l'allenatore davanti a tutti, giocatori compresi. Giocatori che non saranno cime, ma che vivendola dall'interno su certe cose ci sono arrivati prima anche di certi giornalisti che iniziavano a lanciare le indiscrezioni. Indiscrezioni che da qualche parte uscivano, volutamente o meno. In un contesto simile chiunque arriva, sa che non può instaurare un rapporto di fiducia se un dirigente si comporta così. Sia esso un giocatore (vedi tutti quelli fatti fuori senza fronzoli, nonostante dichiarazioni di stima), sia esso un allenatore o un collaboratore (Manna messo da parte, pur rimanendo nello staff dirigenziale praticamente per un anno). Se può aggrapparsi a tutto per farti fuori, dal momento che ha deciso di farti fuori. Se è disposto a mandare allo sfascio una stagione per tirare dritto per la sua strada, se è convinto che continuare a fare il bello davanti alla telecamera prendendo tutti per scemi sia un atteggiamento che paga. Sono giochetti che vanno bene al Napoli, dove la scena la prende De Laurentiis che fa il padrone, non alla Juventus. Non sono proprio compatibili con la storia e quello che rappresenta la Juventus. Allegri andava cambiato? Sì, lo penso anche io. Forse andava cambiato anche un anno prima, se ci fosse stata la forza di farlo. Alcuni giocatori andavano cambiati? Ovvio che sì, ma c'è modo e modo. E dal modo in cui fai certe scelte influenzi il comportamento (e la fiducia che ripone in te) di chi lavora e di chi lavorerà con te. Giuntoli per me ha dimostrato di non essere un dirigente da Juventus il 15 maggio 2024 e quest'anno l'ha confermato ampiamente. Dopo due anni direi che se devo tirare le somme, per me può anche andarsene stamattina. Anzi, fossi io il proprietario della Juventus, stamattina già gli avrei comunicato che il nostro rapporto di lavoro sarebbe chiuso qui, salutandoci a giugno giusto per tirare avanti fino a fine stagione l'ordinaria amministrazione. Motta in questo contesto si sta dimostrando inadatto, non tanto compatibile con l'ambiente, ma soprattutto mi sembra rassegnato al suo destino. Non ne sono contento, perché onestamente ci speravo e credevo potesse fare meglio. Poi i suoi limiti sono venuti fuori tutti, in 8 mesi. Non mi aspettavo fosse così fermo sulla sua idea di gioco (idea, non idee), non mi aspettavo di vedere un'involuzione rispetto al passato per alcuni aspetti, non mi aspettavo di vedere errori che vedo da 5-6 anni a questa parte. Ma sarebbero venuti fuori i limiti di tanti. Di Italiano, di Palladino, di Gasperini, di de Zerbi e di tutti quei guru del pallone che vengono portati nell'olimpo da una narrazione di un certo tipo, che li mette su un piedistallo per la loro idea di calcio, inflessibile, granitica e integralista, e che poi non se ne cura del botto che fanno quando si scontrano con una realtà che è più complessa. Con un mondo in cui se non sei flessibile puoi andar bene per la mediocrità che dilaga nel campionato italiano di oggi, ma come il livello si alza un po' diventa complicato competere. Puoi andare bene per una piazza, per una stagione, magari due, forse quattro o cinque, ma poi i nodi vengono al pettine e non è con l'integralismo che si vince per 10 anni e oltre. Vale per tutti, per Mourinho e Allegri, ma vale pure per questi. Primo, perché banalmente ci sono anche gli avversari, e quando non sono poca roba, non stanno lì a farti imporre il tuo gioco solo perché lo dice Adani, Trevisani, Cassano o Zazzaroni. Secondo, perché ci sono piazze che non si accontentano di una Champions League giocata bene fino ai quarti di finale, di una Conference League vinta, di un'Europa League vinta, di un campionato finito al quinto posto. Ci sono piazze, e la Juventus era e dovrebbe ancora essere tra queste, in cui la singola vittoria conta ma fino a un certo punto, che se non dai continuità alle vittorie, che se vinci un campionato o una coppa Italia ogni 10 anni, non sei in linea con la storia che la Juventus. Non è questione di gioco o di non gioco, ma di mentalità, di predisposizione, di capacità di capire le diverse situazioni e i diversi momenti. Una partita come quella di ieri, o come quella col PSV o come quella col Milan in Supercoppa, non sono giustificabili. Nell'atteggiamento, negli errori, nella passività con cui vengono anche accettati certi risultati. Poi il momento che vive oggi la Juventus ha permesso di abbassare gli standard, porta a dover fare per forza di necessità virtù, che dovrebbe significare che l'unico modo per sfruttare un momento del genere è provare a migliorare. Il problema di Motta è proprio questo: non si vede un miglioramento tangibile, al netto di alcuni momenti buoni. Ma quelli li aveva la Juventus di Sarri, quella di Pirlo e persino quella di Allegri. Non ci si può attaccare al primo tempo di quella partita, al secondo tempo di quest'altra, a quelle due partite di fila, se poi si torna sempre a commettere gli stessi errori. Si sta costruendo qualcosa? Non sembra, o quantomeno non è così chiara la direzione che si è intrapresa e in questo senso l'allenatore ha le sue grosse responsabilità. Ma il clima che ha attorno non l'ha di certo aiutato, su questo gliene andrebbe dato atto. Non aiuta lavorare con gente che probabilmente sta già lavorando per capire chi mettere al tuo posto e come farti fuori all'occorrenza. Non aiuta un ambiente isterico in cui gioverebbero risultati immediati. Tuttavia, mi rattrista vederlo quasi rassegnato. Non ha la forza di difendere convintamente l'idea che ha in mente. Oltre, cosa ancora più grave, a non avere la forza di ripensare la sua idea. Forse, essendo stato dall'altra parte, poteva aspettarselo ma penso che ancora ne deve fare di strada per avere quel pelo sullo stomaco che l'anno scorso ha portato Allegri a mandare a f****o Giuntoli e compagnia cantante in diretta TV mentre si preparavano a fare la sfilata con una coppa Italia vinta senza i loro meriti. Per quanto visto in campo, per quanto mi trasmette ciò che ruota attorno alla squadra, penso proprio che al momento la Juventus sia un ambiente tossico in cui lavorare. Non ne ha né il coraggio, né la volontà, né la forza. Come dico sopra, il modo di lavorare è questo, non è trasparente. Giuntoli ha atteso mesi per far fuori Allegri, per sfruttare il momento per una resa dei conti. Ha atteso pur consapevole di correre il rischio di non finire in Champions League e di mandare all'aria una stagione. Ha lavorato sotto traccia in maniera goffa, facendo uscire notizie e indiscrezioni (volutamente o meno non mi interessa), minando la fiducia della squadra e dello staff. Ha passato mesi a prendere per il c**o tutti, quando lui la scelta l'aveva già fatta e stava lavorando in quel senso. Ha atteso un anno per formare la sua squadra dirigenziale, facendo piazza pulita degli altri e del loro lavoro. Ripeto, c'è modo e modo per fare anche la cosa giusta. Esonerare Motta oggi sarebbe una diretta ammissione di responsabilità. Darebbe ragione a chi, come Danilo, parla di progetto inconsistente. Lui ha la faccia di andare a parlare in TV prima delle partite, parlando per frasi fatte, giocando a fare il Moggi della situazione convinto com'è di prendere per il c**o tutti senza che nessuno se ne accorga, ma poi lascia altri a prendersi le critiche. Si va a prendere quel poco di rendita che ancora gli rimane da quanto fatto a Napoli, ma poi lascia gli altri nella M***A. Non ha la personalità né lo spessore di prendersi le proprie responsabilità, di mettere la faccia in certe scelte. Lui, come chi l'ha messo lì.
  21. Partita oscena. Essere fuori da tutto a febbraio è grave, averlo fatto senza vedere complessivamente un miglioramento sostanziale lo è ancora di più. Ma dovrebbero esserne consapevoli società, dirigenza, staff tecnico e giocatori. La realtà è che a parte dichiarazioni di facciata a molti di loro la cosa tange fino a un certo punto. Detto questo il campo ad oggi dice che la Juventus ha un allenatore che deve dimostrare ancora molto e che ad oggi ha dimostrato di non essere all'altezza della Juventus, senza dover riesumare i nomi di chi con la Juventus ha vinto, che ha un centravanti totalmente fuori da quelli che erano gli standard minimi della Juventus, che ha un numero 10 che ad oggi non è all'altezza della maglia che indossa, che a parte pochi elementi (che tra l'altro cominciano a non reggere più la baracca che reggono da ottobre) la squadra non ha né capo né coda, e che chi l'ha allestita è un altro che ad oggi ha dimostrato di non essere all'altezza della Juventus. Il problema è che tempo per lavorare ce n'è stato per tutti.
  22. Sbicca

    Dusan Vlahovic

    Yerry Mina ha fatto un errore clamoroso, ma è stato bravo Vlahovic a pressarlo. Un buon passaggio per Yildiz e un paio di passaggi precisi qua è là, ma rimane poca roba per uno che gioca nella Juventus ed è il più pagato della rosa. Poi comunque i soliti errori. I miglioramenti si dovevano vedere prima, ma anni prima. Invece Vlahovic è questo qui, con tutti i suoi limiti. Sul rigore non dato, ad esempio, viene lanciato in profondità, suo marchio di fabbrica, e riesce a essere goffo, non sfruttando i 4 metri di vantaggio che ha sul difensore per poi incartarsi per aver avuto la palla sul destro. Questi sono gli errori che pesano, perché poi ecco, un rigore che non ti danno e si corre il rischio di rimanere beffati di nuovo. Vale anche per Yildiz, che con la 10 della Juventus dovrebbe essere un po' più concreto soprattutto sotto porta, ma onestamente per Vlahovic non vedo margini, ormai anche per una questione ambientale, per tutte le pressioni che ha addosso e che ha dimostrato di non essere minimamente in grado di reggere.
  23. Dopo i 120' minuti con il PSV ieri non mi aspettavo diversamente. Però sì, da un certo punto in poi, la Juventus inizia a soffrire terribilmente. Ieri non ha rischiato molto perché il Cagliari è davvero poca roba, ma il problema rimane. Spesso coincide con i cambi, soprattutto quando esce Locatelli. Non è per tirare la croce a Motta, ma penso che molto dipenda proprio dal centrocampo. Locatelli è l'unico che riesce a dare equilibrio a centrocampo, dando una mano in difesa e facendo ripartire l'azione. Da un po' di tempo Thuram e Locatelli sono diventati alternativi, ma Thuram ad oggi non fa il lavoro che fa Locatelli. Men che meno lo fa Douglas Luiz. Questo forse può essere sopperito con un modulo diverso, non saprei, ma da un certo momento in avanti la squadra non ha più equilibrio. Il possesso palla, già sterile di suo, diventa ancora più sterile e prevedibile. La fase difensiva è quasi tutta sulle spalle dei difensori che ieri hanno retto, con il PSV no ad esempio, fatta eccezione per Thuram che però spesso deve fare 40 metri all'indietro perché lui si spinge più avanti rispetto a Locatelli, anche quando viene messo al posto di Locatelli stesso. Un calo simile, non lo ricordo quando c'erano insieme Locatelli e Thuram dall'inizio, o perlomeno non ricordo tanto disordine. In fase offensiva invece l'azione fatica a partire anche quando gli avversari sono sbilanciati, con la costante che uno degli esterni sale con il pallone e non viene praticamente seguito da nessuno, deve far girare il pallone all'indietro che puntualmente arriva a Di Gregorio e si riparte dal basso con la squadra avversaria schierata. Anche questo diventa più frequente quando esce Locatelli. Ad onore del vero ieri per quel poco che ha giocato Douglas Luiz è riuscito a far tornare la palla agli attaccanti in situazioni simili, ma in generale da un certo punto in poi si finisce sempre per interrompere la ripartenza e tornare indietro fino ai difensori (da qualche partita a questa parte addirittura il pallone torna a Di Gregorio, come dicevo sopra). Non so se sia questo il problema principale, è una mia chiave di lettura. Ma mi sembra che da un certo punto in poi la squadra vorrebbe tenere il pallone ma manchi chi si prende la responsabilità di ripulire il pallone, di smistarlo di nuovo, di cercare una soluzione. Di sicuro la condizione fisica non è ottimale, ma questo non giustifica il fatto che la Juventus da un certo punto in avanti rischi di sparire dalla partita.
  24. Non ne sarei così sicuro. Nel senso che non è così scontato che ci sia la fila per comprare la Juventus, per il semplice fatto che la Juventus è una società italiana, che gioca in serie A e che è immersa in un movimento che oltre a fare acqua da tutte le parti è totalmente contro la Juventus stessa. Per scoraggiare investitori il campionato italiano è quanto di meglio si possa trovare al mondo: il sistema di tassazione italiano, i meccanismi di divisione dei diritti dettati da una federazione che punta a mantenere a galla società fallite, campionati che si stanno livellando verso il basso, strutture fatiscenti (non la Juventus, ma poi tu devi portare la tua squadra a competere con chi non ha intenzione di fare ciò che ha fatto la Juventus), una federazione che ti remerà contro a prescindere in quanto proprietario della Juventus, un sistema che vorrà fare le pulci, pelo e contropelo alla nuova proprietà andando a cercare anche scontrini non pagati quando per altre squadre si nasconde la polvere sotto il tappeto e potremmo continuare... In questo contesto cinesaglia e pezzenti vari sono quelli che hanno investito perché altrove non avrebbero avuto molte possibilità, anche perché il campionato italiano tutela proprio la cinesaglia e i pezzenti vari. Poi oh, ben venga un cambio di proprietà e acquirenti seri e di buona volontà.
  25. Sì, ci può stare. Ma anche qui, se un allenatore ha personalità e carisma, emergente o meno, certi paletti riesce a metterli, altrimenti dopo i primi colloqui si alza e se ne va senza firmare. Se vuoi giocatori esperti che ti diano una mano (da tenere in rosa, da ingaggiare) lo metti in chiaro durante le trattative, se hai le idee chiare ovviamente. Hanno fatto il trappolone a Thiago Motta vendendogli fumo per poi rimangiarsi tutto? Mi auguro di no, altrimenti sarebbe il punto più basso raggiunto da una dirigenza Juventina, anche peggio di come gestivano Blanc e Secco. Perché poi diciamocelo, a prendere critiche è principalmente sempre l'allenatore. La carriera se la brucia 9 volte su 10 l'allenatore, ancor prima del dirigente che lo ingaggia. Glielo devono spiegare a Thiago Motta che è nel calcio professionistico da oltre 20 anni? Tudor è arrivato allo scontro con Lotito per questo. Ora si può discutere Tudor come allenatore, ma in quanto a personalità direi proprio di no. Se volevano uno che accettasse serenamente le scelte della dirigenza, facendo le nozze anche coi fichi secchi se necessario, con il pelo sullo stomaco da accettare ogni condizione, l'allenatore giusto forse ce l'avevano già (e non è una critica ad Allegri, anzi...).
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