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I Love Vladimir Jugovic

Tifoso Juventus
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  1. Secondo me fa pagare la Juve al posto suo. Tanto ormai ci siamo abituati, non sarebbe la prima volta..
  2. Ma è ovvio. Solo che anche lì, quelli contrari alla Superlega a prescindere si affrettano subito a dire:"Visto??? Hanno fatto un comunicato eh..." Ma è normale, ma in questa fase chi ne era uscito (o addirittura mai entrato) ma cosa deve dire?? "Si si, siamo dentro eh, però aspettiamo qualche anno..." Col rischio poi di ritorsioni da uefa, federazioni ecc. Ovviamente ora fanno tutti i puritani, tengono la loro immagine pulita e lavorano di sotto traccia. Come il carro partirà e arriverà roba seria, saranno tutti pronti a salirci ed anche alla svelta.
  3. E' veramente un ritardato. Che poi, quale sarebbe il nesso tra ceferin confermato e "l'argine vs la Superlega"? Ce li vedo Perez, Laporta, A22 ecc. alla notizia di una sua eventuale riconferma fino al 2031: "oh raga hanno confermato ceferin.." "ma che dici??? giura..." "ve lo giuro ragazzi...stavolta è finito tutto davvero" "eh si, la Superlega è morta raga, prendiamone atto" "chiudiamo tutto e andiamo a casa dai, è stato bello sognare"
  4. Questo è come quando tutto lo stadio fischia, gli ultimi minuti di una partita quando la squadra ospite assedia in area di rigore la squadra di casa. Sono fischi di paura. E le sue dichiarazioni ogni volta sono la stessa cosa: sono dichiarazioni di chi si sente scricchiolare la poltrona sotto al c*lo.
  5. Reichart esclusivo: "Ecco perché la Superlega conviene ai club e ai tifosi” L’ad del nuovo torneo: "Tante società ci contattano, interessate al progetto Unify, la nostra piattaforma che trasmetterà le partite gratis e avrà un impatto globale" Buongiorno Reichart, ha sentito Joan Laporta? Ha spoilerato qualche nome di club aderenti alla Superlega. Un’uscita fuori tempo per voi? "Joan Laporta è il presidente di uno dei più grandi club nel mondo e, per me, è incoraggiante vedere che un grande club sia così entusiasta della Superlega e così impaziente che questa prenda il via. Ma ho il mio lavoro e i miei compiti da svolgere, soprattutto dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea". A proposito, a quasi cinquanta giorni dalla sentenza, cosa sta cambiando nello scenario del calcio? "Penso che ogni club abbia capito che la sentenza ha le potenzialità di cambiare le regole in loro favore e dare loro maggiore controllo. Possono essere padroni del loro destino e soprattutto di scegliere, senza l’obbligo di rispondere a un monopolista. Parecchie società europee hanno messo al lavoro i loro uffici e i loro consulenti legali per capire quali sono i margini di manovra che la sentenza ha delineato. Tutto questo assomiglia molto alla situazione del post sentenza Bosman, ci vollero un paio di mesi perché tutti si rendessero conto di quanto fosse effettivamente rivoluzionaria". Qual è l’atteggiamento dei club oggi? "Società che prima erano più riluttanti, adesso hanno un approccio più curioso. Ci dicono: abbiamo visto che avete reso pubblico il format della competizione, vorremmo capirne di più. In molti ci ribadiscono la loro necessità di diventare più digitali e globali; per questo si interessano al progetto Unify, la piattaforma digitale che trasmetterà le partite e non solo". Ecco, parliamo di Unify. Una applicazione di streaming con la quale trasmetterete le partite gratuitamente, cosa che ha creato scalpore e scetticismo nel mondo del calcio. Come pensate di riuscirci e perché nessuno ci ha mai pensato prima? "Beh, non è vero che non lo hanno fatto. Il calcio gratuito esiste, per esempio la finale di Champions è in chiaro ovunque. E in generale l’attuale modello televisivo è basato sulla vendita di pubblicità e sugli abbonamenti, che sostanzialmente è anche il nostro il modello. Con la differenza che la nostra competizione offrirà fin dalla prima fase partite molto più interessanti e affascinanti, che quindi attrarranno centinaia di milioni di spettatori direttamente sulla nostra piattaforma consentendo ricavi pubblicitari sufficienti a offrire le partite gratis. In fondo, il nostro è il modello più diffuso nelle aziende che operano in modo diretto con gli utenti: ci sono quelle con un approccio gratuito con l’introduzione della possibilità di abbonamento per avere più servizi, per esempio Spotify. Oppure quelle con un approccio a pagamento, ma nel quale esiste una versione con la pubblicità per abbassare il costo dell’abbonamento come Netflix o Disney+. Ciò che è ovvio è che in questo momento il calcio sta perdendo pubblico perché è troppo costoso in molti Paesi europei e questo lo rende meno accessibile, soprattutto ai giovani. Il modello di ricavi della nostra piattaforma si basa sulla pubblicità perché Unify è allettante per il numero enorme di potenziali spettatori e il fatto di avere un pubblico specifico, nel senso che noi sappiamo chi sta guardando le partite. E questo va incontro alle esigenze dei grandi brand che sono disposti a pagare di più per target già profilati. L’altro lato del business sono i servizi: sappiamo che i tifosi, una volta arrivati sulla piattaforma, possono desiderare qualcosa in più e noi possiamo offrire loro i servizi più interessanti per loro. Un’esperienza migliore, per cui valga la pena pagare". Insomma, da una parte l’esperienza base, quindi partite gratis con la pubblicità, dall’altra partite a pagamento senza pubblicità e altri contenuti, servizi, come l’acquisto di biglietti, di merchandising o la possibilità di entrare in contatto con i club e con i giocatori? "Certo. Non c’è alcuna piattaforma che lega i club con i loro tifosi in questo modo. È un’opportunità unica quella che stiamo creando. Club e giocatori hanno tutti i loro account sui social media e tutti sanno quanti follower hanno, parliamo di decine o centinaia di milioni, ma né club né giocatori sono in grado di interagire in modo diretto con questi utenti, perché tutto viene mediato da Meta, X o Tik Tok. Altro esempio: i club sanno che milioni di spettatori vedono le loro partite, ma i contatti con questi utenti sono gestiti dalle tv o dalle piattaforme che trasmettono le partite stesse. Unify consentirebbe ai club di avere accesso diretto ai loro tifosi e i tifosi di avere accesso diretto ai club. Questo consentirebbe ai club di essere più internazionali e avere un impatto globale sul mercato". Semplificando si può definire Unify lo Spotify del calcio: gratis con pubblicità, a pagamento senza e con altri servizi? "Sì, più o meno. Ho un passato nella televisione e so che il dibattito è sempre quello: se alzi i prezzi per accedere al prodotto calcio, guadagni di più ma stringi il pubblico, se li abbassi allarghi il pubblico, ma stringi i ricavi. Trovare il bilanciamento è il segreto, ma oggi dobbiamo pensare che le generazioni più giovani stanno abbandonando il calcio perché è costoso e difficilmente accessibile. Quindi dobbiamo partire da qui. Tra l’altro, offrendo le partite gratis, la pirateria sarebbe sconfitta all’origine". Quanti utenti potrebbe avere Unify? "Non sono in grado di fornire dei numeri, stiamo logicamente tenendo in considerazione vari scenari: quello ottimistico, quello intermedio, quello pessimistico. I numeri non posso ancora svelarli. Però partiamo dal fatto che le finali di Coppa raccolgono un’audience calcolabile in centinaia di milioni di spettatori. Il nostro prodotto offrirebbe partite di quel livello fin dal primo turno a un pubblico mondiale". Secondo voi quanti tifosi di calcio esistono nel mondo? "Secondo la Fifa ce ne sono 5 miliardi, che forse sono un po’ sovrastimati. Ma anche se fossero la metà è un potenziale enorme. Il calcio è veramente 'lo' sport globale e deve difendere questa posizione. I club europei sono i più importanti del mondo e quelli che attraggono più interesse e quindi sono i primi a dover essere difesi in quanto catalizzatori dell’attenzione globale". Ma con la Superlega, cosa cambierebbe in concreto per i tifosi? "Primo: aumenta il potere dei club. E i tifosi sono tifosi dei club. Non ho mai visto tifosi con la sciarpa dell’Uefa. Non sono tifosi di un ente privato con sede sul Lago di Ginevra, sono tifosi della loro squadra del cuore, probabilmente perché il loro papà lo era e loro vorrebbero tramandare questo amore ai figli. I club con la Superlega hanno la possibilità di pianificare il loro futuro in modo autonomo. Secondo: hanno la possibilità di vedere il miglior calcio del mondo gratis". Dal punto di vista dei club in cosa la Superlega potrebbe essere migliore della nuova Champions League? "Rinforzerà la loro stabilità economica. Darà loro la forza di programmare, perché nel nostro sistema possono contare su un minimo di 14 partite e su un ricavo fisso, con meno rischi di non averlo per la mancata qualificazione, perché potranno accedere dal campionato nazionale oppure potranno rimanere nella Superlega con una buona stagione internazionale. Così al fianco dei ricavi del loro campionato nazionale, che continuerà a esistere e a rappresentare la parte importante del loro budget, potranno avere un ricavo più stabile e meno aleatorio dalla competizione internazionale. Con il sistema attuale, c’è il paradosso che se raggiungi la finale di Champions League, quindi sei protagonista di una grande stagione internazionale, potresti non fare la Champions l’anno successivo perché non ti sei piazzato nel campionato nazionale". Oggi ci sono enormi differenze economiche fra chi partecipa alla Champions e chi all’Europa League o alla Conference. Con le vostre tre competizioni come funzionerà la distribuzione? "Questo sarà deciso dagli stessi club e solo dai club. Saranno le loro competizioni e saranno loro a decidere la ridist ribuzione, noi potremmo dare dei consigli, ma queste saranno le competizioni e decideranno loro". Com’è il vostro rapporto con la Fifa? "La nostra iniziativa è stata bloccata dall’Uefa, che è il monopolista delle competizioni europee e ha minacciato con sanzioni durissime i club che hanno portato avanti la proposta. Nella percezione comune, quindi, l’oppositore al nostro progetto è l’Uefa. La Fifa è un attore importante dello scenario, per esempio, per la questione del calendario, vogliamo collaborare con il sistema esistente, la nostra non è una iniziativa per scappare dal sistema, noi vogliamo contribuire in modo produttivo per risolvere i problemi più urgenti del calcio dentro il sistema e dentro il calendario che, in definitiva, è un potere della Fifa". Quindi potrebbe esserci un dialogo con la Fifa? "Vogliamo parlare con la Fifa per definire la forma e per avere il maggiore consenso possibile dentro la famiglia del calcio riguardo alla nostra proposta. Sì, non escludiamo nessuno dal dialogo. Siamo in grado e felici di dialogare con tutti". Come mai ci sono club che fanno annunci pubblici contro la Superlega e poi in privato vi chiamano per chiedervi informazioni o per aderire? La Uefa di Ceferin fa così paura? "Beh, vengono da settanta anni di monopolio, lo vogliono difendere e hanno un certo arsenale per farlo. La Uefa, all’epoca, aveva dichiarato che 'andava in guerra' - questa è la frase che ha scelto usare - contro alcuni dei più grandi club del mondo, che hanno avuto bisogno della Corte Europea per difendersi da quelle minacce. Il modo con cui si è difesa la Uefa nel 2021 continua a fare paura oggi, perché l’Uefa è un’entità con troppi cappelli, non c’è alcuna separazione dei poteri e in certi frangenti l’Uefa ha anche maggiore potere dei governi nazionali. E questo è sotto osservazione, ora che la sentenza della Corte di Giustizia è diventata una legge europea a tutti gli effetti. Ma capisco la situazione dei club che devono gestire questa fase e, giustamente, non vogliono sbilanciarsi pubblicamente". Trucchi di comunicazione. "Un club mi ha detto: guarda, il comunicato che faremo sulla Superlega ha lo stesso valore del comunicato che facciamo per riconfermare la fiducia al nostro allenatore quando siamo ultimi in classifica, che mi ha fatto sorridere. Non posso dire chi, ma non era un club italiano". Si è diffusa un’indiscrezione riguardo a una possibile causa da 3 miliardi della Superlega contro l’Uefa per i danni causati nel 2021. La può commentare? "Non commento mai i rumors, tanto meno su vicende legali. Sono concentrato sul mio lavoro per il futuro". Ha un messaggio finale ai tifosi europei? "C’è troppa politica nel dibattito e questo non è divertente per loro che invece devono vederci come una alternativa legale, aperta e meritocratica, connessa con i campionati nazionali che renda i club europei più forti; un’alterativa che consenta ai tifosi di avere calcio migliore e solidale con la piramide, che affondi le radici alla base e sviluppi un vertice molto competitivo per garantire un futuro al calcio e restituirlo ai tifosi".
  6. Sarebbe l'ennesimo sgarbo al cugino Andrea, sarebbe l'ennesimo cavallo di ritorno, sarebbe l'ennesima mossa da "confort zone", sarebbe perfetto per la dimensione italiana low-cost. Indi per cui, secondo me è tutto meno che una bufala.
  7. Ma andrà così dai, lo sosteniamo in tanti anche qui dentro. Entrambe ragioneranno con "meglio 2 feriti che 1 morto", ovvero meglio fare 1 passo indietro entrambe, anche dopo aver guerreggiato, che andare allo scontro totale col rischio naufragio per una o addirittura entrambe. La Superlega ha dalla sua la legge, e sembra anche un vagonata di soldi. Ma gli mancano il consenso popolare, gli appoggi politici costruiti in decenni e diverse squadre tra le più importanti d'Europa. La Uefa ha dalla sua quello che manca alla Superlega, ma non può più essere un monopolio nè può più comportarsi in maniera dittatoriale. E probabilmente può mettere anche molti meno soldi sul piatto di quanto possano fare i propri "nemici". Per cui è una bilancia che, se pende, pende poco, e non sappiamo nemmeno da quale parte al momento. Certo non è più 100 a 0 (o 90 a 10) come lo era fino a qualche mese fa, nè come lo sarebbe stata se tutte fossero rimaste per sempre dentro al progetto senza mai uscirne. Quindi anche io penso che alla fine troveranno un accordo che darà soldi a palate a tutti, poltrone a coloro i quali ci sarà da dare un contentino, e che conterrà tutte le squadre più importanti, senza esclusioni.
  8. Sicuro. Lo sostengo da tempo e ne sono fermamente convinto: quando tutti entreranno, noi usciremo. Siamo maestri nel prendere decisioni demenziali.
  9. "E poi favole come il Leicester..." [cit.] No no ma continuiamo a fare decidere le sorti del calcio a gravina, lotito, de laurentiis ecc.
  10. Ma magari. Se il pensiero (mio, e di tanti altri qui dentro) che la Juve per elcann/exor è sempre stata uno specchietto da utilizzare con le allodole (e cioè il popolino itagliano) era corretto, adesso con la quasi totale uscita di fiat/stellantis dall'Italia, e viste anche le recenti polemiche col governo (sperando ce ne siano ancora molte, e per molto tempo..), di motivi per dare in pasto la Juve al popolo italico ce ne sono sempre meno. E' un asset in perdita, ma pur sempre di gran valore, quindi molto appetibile. La speranza è che progressivamente vendano quote del loro pacchetto, fino ad arrivare a possedere una quota irrilevante. Determinante in tal senso sarà anche la Superlega: se saremo dentro, fuori, come, quando, perchè ecc. A quel punto, forse, avremo un proprietario serio e che tiene veramente a noi. E sarà un grandissimo giorno quello.
  11. Il nulla non è. Il nulla poteva essere qualche mese fa, o un anno fa. Adesso, dopo la sentenza della corte Europea, il nulla non è assolutamente. Certo, si parla solo a livello teorico per ora, ognuno dice la sua e c'è un gran casino. Ma la uefa deve stare molto attenta, invece di continuare a fare i mafiosetti e le minaccette stile bulli del quartiere. Poi quale sarà la formula lo vedremo, forse neanche troppo a breve. Io lo ripeto da tempo che sicuramente troveranno un accordo, perchè due entità separate porteranno al fallimento di entrambe, e dato che ci sono miliardi in ballo non sono cosi scemi da auto-flagellarsi. Ma il punto è che, aldilà dei nomi delle squadre, la Superlega non è più un sogno di due presidenti megalomani e pazzoidi spagnoli, ma sarà realtà in un modo o nell'altro.
  12. Lo ripetiamo da anni, qui dentro, che uno degli scopi (se non forse l'unico..) delle nostre (non) difese DEMENZIALI a livello mediatico, ma anche processuale, è sempre stato questo: vi lascio sfogare sulla Juve, ma non rompetemi il catzo su tutto il resto.
  13. Questo è vero, ma se a parlare è uno dei due presidenti delle due squadre che tirano la volata alla Superlega, qualcosa di vero in fondo c'è. Ripeto: se andasse realmente cosi, ci sarebbe da radere al suolo la sede.
  14. Sarebbe stupendo. E' la previsione che ho fatto mesi fa, e che si può trovare tranquillamente scorrendo indietro le pagine di questo topic: Siamo rimasti dentro quando tutti uscivano, siamo usciti mesi dopo per farselo mettere nel cul* da gravina e ceferin e patteggiare con loro, e quando tutti entreranno lo prenderemo nel cul* un'altra volta. E sarà bellissimo e spassoso.
  15. Tranquillo, ci difenderemo con rigore, pacatezza e senza arroganza.
  16. Anche loro si difendono con rigore, pacatezza e senza arroganza
  17. Anche secondo me andrà a finire cosi. Tutti secondo me hanno da guadagnarci con un accordo. La Uefa dirà che hanno vinto perchè il calcio rimane del popolo (...), qualcuno che comanda occuperà ugualmente poltrone importanti, Real/Barça/A22 ecc. prenderanno le fette piu grosse della torta, tutte le squadre importanti saranno dentro, la formula (che cmq rispetto al progetto iniziale è già cambiata..) magari sarà un po rivista... Il coltello dalla parte del manico ora ce l'ha la Superlega, ma alla Uefa rimangono gli agganci politici (mafiosi..) costruiti in decenni, il popolo scemo, e alcune delle squadre più ricche del mondo (le inglesi, il Psg, il Bayern ecc.)
  18. Esatto, se non è oggi è domani, o dopo-domani. E' una cosa ricorrente, quindi fino a che ci comanda lui prima o poi risuccederà. Sono dati di fatto.
  19. Bene, speriamo che la Uefa stia iniziando a sgretolarsi e che perdano un pezzo al giorno
  20. Tranquillo, parleremo al momento sbagliato dicendo cose sbagliate. Come da tradizione. Quando tutti entreranno, noi usciremo (o ci faranno uscire). Oppure quando tutti usciranno, noi entreremo. Di solito facciamo cosi
  21. Stranamente siamo primi, e arriva puntuale un servizio sugli arbitri a buttare benzina sul fuoco del sospetto popolare. Meno male che abbiamo la nostra proprietà, a difenderci con rigore, pacatezza e senza arroganza
  22. Si difenderà sicuramente con rigore e pacatezza, ma senza arroganza.
  23. Superlega, non solo match gratis: A22 svela il prezzo dell’abbonamento Ecco quanto costerà vedere le sfide di Superlega con un abbonamento premium: la rivelazione da Anas Laghrari, uno dei fondatori di A22. Il meglio del calcio europeo messo a disposizione gratuitamente per tutti gli appassionati. E’ stata questa la promessa di A22 al momento del lancio del nuovo format della Superlega europea, avvenuto nella giornata in cui la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha emesso la sua sentenza sul tema dell’abuso di posizione dominante da parte di UEFA e FIFA nell’organizzazione delle competizioni calcistiche del continente. Per fare leva sull’entusiasmo dei tifosi, A22 – la società che muove i fili della Superlega – ha annunciato che la visione di tutte le partite sarà gratuita. L’idea è quella di lanciare una piattaforma propria che si chiamerà Unify, e che genererà entrate dalla pubblicità, dagli abbonamenti premium, dalle partnership di distribuzione, dai servizi interattivi e dagli sponsor. Di questo tema ha parlato nuovamente Anas Laghrari, uno dei fondatori di A22, in un’intervista rilasciata a Ouest France: «Perché pagare 40, 50, 60, o 70 euro al mese come in Spagna per poter guardare il calcio quando puoi farlo gratis? Ho sentito dire spesso: “Farete una partita al giorno che sarà gratis”, oppure “lo farete gratis per tre mesi e poi dovremo pagare”. No. Tutte le partite saranno gratuite e per sempre». Superlega prezzo partite – Il costo dell’abbonamento premium Laghrari ha assicurato che il modello economico sarà finanziato con pubblicità mirata, allo stesso modo delle più grandi aziende digitali come Facebook, Instagram o Google. «Gmail è gratis, WhatsApp è gratis, Instagram è gratis. Eppure, genera un sacco di soldi per utente. Tu a Rennes non vedrai la stessa pubblicità di qualcuno qui a Madrid», ha spiegato ancora. Per sfuggire a questa pubblicità, e dare all’utente la possibilità di scelta, A22 prevede anche un abbonamento premium che «sarà di circa 10 euro al mese», ha svelato Laghrari. L’azienda, con sede a Madrid, intende creare una sorta di social network calcistico. Oltre a trasmettere le partite, Unify dovrebbe consentire agli utenti di comunicare tra loro, leggere contenuti sul proprio club aggregandoli da altre piattaforme, per essere sempre aggiornati sulle ultime informazioni.
  24. Questi sarebbero capaci anche di farci revocare una Champions vinta regolarmente, per una multa non pagata 30 anni prima.
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