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Tifoso Juventus-
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Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Juve, difesa a trepunte ECCO LA STRATEGIA PER ANNULLARE IL -15 MA C’È PURE LA STRADA DELLA RIDUZIONE di Valerio Piccioni · 18 apr 2023 IL CONTRATTACCO I legali dei bianconeri contesteranno la riapertura del processo dopo le archiviazioni e l’impossibilità di difendersi LA TEMPISTICA Il Collegio di garanzia si riunirà a Sezioni Unite. Generalmente le sentenze arrivano in giornata, ma stavolta non è scontato Domani giudica il Collegio di garanzia Il rinvio alla Corte Federale d’Appello porterebbe a una sanzione meno dura Altrimenti conferma o cancellazione della sentenza. Poi c’è il filone stipendi... Meno 15 alla Juve sì o no? Il Collegio di Garanzia presso il Coni risponderà domani alla domanda con l’udienza che discuterà il ricorso presentato dal club bianconero contro il verdetto della Corte Federale di Appello. Le pieghe della giustizia sportiva sono infinite. Ma gli scenari possibili sono sostanzialmente tre: conferma, cancellazione, rinvio per una rimodulazione (di fatto, una diminuzione) della sanzione. L’appuntamento è alle 14.30 al Salone d’Onore del Coni che rischia un vero e proprio sold out: l’accesso ai media sarà consentito con il divieto assoluto di trasmissione, in diretta o in differita, dei contenuti audio e video del dibattimento. Vista la delicatezza del tema, il Collegio di Garanzia deciderà a Sezioni Unite. Insieme con la presidente Gabrielle Palmieri Sandulli, ci saranno dunque i presidenti delle sezioni Vito Branca, Attilio Zimatore, Massimo Zaccheo e Dante Alessio. Il ricorso della Juve è stato firmato da Angelo Clarizia, ex subcommissario della Federcalcio guidata da Roberto Fabbricini, Nino Paolantonio, Maurizio Bellacosa e Davide Sangiorgio. La Federcalcio non si è costituita e l’accusa sarà sostenuta non dal procuratore federale Giuseppe Chinè, ma dal prefetto Ugo Taucer, capo della Procura Generale dello Sport. Tutta da stabilire la possibilità che siano autorizzate le presenze di alcuni soggetti terzi (per esempio il Codacons). I giudici hanno a disposizione da tempo le memorie del procedimento. Il dibattimento dovrebbe durare 2-3 ore. Poi ci sarà la camera di consiglio. Generalmente le sentenze arrivano in giornata, ma stavolta è tutt’altro che scontato. “Legittimità” Ma quale sarà il cuore di questa sfida legale in cui si discuterà, oltreché del ricorso della Juventus anche quello dei singoli incolpati avverso alle maxi inibizioni (dall’ex presidente Andrea Agnelli all’ex direttore sportivo Fabio Paratici)? La società ha presentato un ricorso di cento pagine articolato in 9 punti che prende a pugni le motivazioni della Corte d’Appello. Che è andata oltre le stesse richieste del procuratore: 15 punti, anziché 9. L’attacco dei legali e dei consulenti juventini si concentra sulla «violazione delle norme di diritto», è il punto forte delle competenze del Collegio di Garanzia. Che non è un vero e proprio terzo grado, ma un organo di “legittimità”. L’attacco Semplificando, la Juve dice: non si poteva riaprire il processo dopo la doppia archiviazione di un anno fa; le contestazioni per cui siamo stati condannati sono diverse da quelle contenute nel deferimento originario; quindi, non abbiamo potuto difenderci, passando dalle 15 operazioni incriminate all’esistenza di un «sistema fraudolento», più precisamente non è stato possibile «alcun contraddittorio della difesa dei deferiti»; le «lettere Covisoc» costituivano di fatto l’inizio dell’azione disciplinare e la mancata acquisizione (poi imposta dal Tar) è una «violazione del diritto di difesa». Infine, il meno 15 non è proporzionato e soprattutto i giudici di appello federali non hanno motivato come ci si arriva. Un punto che strizza l’occhio all’altro possibile movente del ricorso presso il Collegio di garanzia, che parla della possibilità «di omessa o insufficiente motivazione circa un punto decisivo della controversia che abbia formato oggetto di disputa fra le parti». Questo della mancanza di motivazione - cioè: dovete spiegare come avete stabilito il meno 15 per arrivare poi a rimodulare la sanzione - potrebbe essere il grimaldello per una specie di soluzione intermedia, che in effetti è uno dei pronostici più gettonati della vigilia. Frontiera Ma il tema a monte, mettiamola così, è la frontiera dei confini concessi dall’ordinamento sportivo alla riapertura del processo. Una frontiera, ci perdoneranno i giuristi, un po’ difficile da individuare. Fatto sta che il Coni e la Federcalcio nei loro codici dicono due cose diverse. Il primo restringe all’«errore di fatto» la richiesta di revocazione, la seconda lo allarga parecchio e include soprattutto la circostanza in cui «siano sopravvenuti, dopo che la decisione è diventata inappellabile, fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia». Secondo la Juve la fonte Coni è «gerarchicamente superiore», per i giudici di appello invece l’allargamento del campo rientra nell’autonomia delle federazioni ed è integrativa e non alternativa. Parente stretto Diciamoci la verità: tutto appare molto ingarbugliato. Anche perché il verdetto di domani è parente stretto di quanto succederà anche sul fronte stipendi/rapporti illeciti con procuratori, l’altro filone, quello su cui le indagini si sono chiuse e c’è un concreto rischio deferimento per la Juve ed alcuni suoi dirigenti ed ex dirigenti. Il rischio è quello di ingolfare maggio di processi, proprio nella dirittura d’arrivo del campionato (che finisce il 4 giugno). Ma attenzione: una riscrittura al ribasso (ma non troppo) della sentenza del meno 15 e un patteggiamento sulla partita stipendi potrebbe, al contrario, permettere alla Serie A un ultimo mese senza incognite. Fantagiustizia? In ogni caso, alle domande bisogna aggiungere quelle che potrebbe farsi l’Uefa, per ora in attesa degli eventi, che potrebbe aggiungere un altro fronte alla bollente primavera del calcio italiano. Insomma, il gran ballo delle variabili. Come (ma anche quando) finirà? -
Favorevoli o contrari ad un cambio di proprietà della Juventus?
andrea ha risposto al topic di crazy1897 in Juventus Forum
Ridicolo -
NEFANDEZZE MEDIATICHE E ANTIJUVENTINISMO VARIO
andrea ha risposto al topic di Bradipo76 in L'Archivio Di Tifosibianconeri.com
Lo so che vi mancava Per i dirigenti Juve erano “catartici”: scritto nero su bianco nel 2015 PAOLO ZILIANI · 17 apr 2023 Ma come si permettono l’europa e il mondo di additare il nostro calcio come il più razzista e discriminatorio del “globo terracqueo” (cit. Meloni)? Ma che ne sanno loro degli sforzi profusi dai nostri club nell’impavido tentativo di sradicare dai nostri stadi razzismo e discriminazione? E dire che basterebbe andare in Google, scrivere “Colour? What colour? Relazione sulla lotta contro la discriminazione e il razzismo nel calcio”: e ci si troverebbe davanti alle 84 pagine del dossier presentato dalla Juventus nell’autunno del 2015. E sì, dopo averlo letto magari qualcuno potrebbe restare perplesso rispetto al tipo di riflessione suggerita sul tema dal club guidato fino a ieri da Andrea Agnelli: risolvere il problema è impossibile: non per niente la squalifica della curva dell’allianz Stadium per i cori razzisti rivolti a Lukaku è stata subito tolta. E poi perché? Un po’ di sano razzismo e di sana discriminazione non ha mai fatto male a nessuno. State pensando a uno scherzo? Beh, cambiate idea. Perché la conclusione cui gli esperti della Juventus giungono, a conclusione del loro ponderoso studio, è una e una sola: l’importante è non fare drammi. “Un approccio pragmatico – si legge a fine dossier, a pag. 73 – suggerisce che l’insulto collettivo basato sull’origine territoriale sia difficilmente sradicabile con l’applicazione di veti e sanzioni. Secondo il timore espresso da un noto esperto e attivista i tifosi, semplicemente, non capiranno e diventeranno meno ricettivi sulla necessità di disciplinarsi nell’uso di un vocabolario discriminatorio, sessista o razzista”. E dunque: “In conclusione, la decisione più saggia sulla discriminazione territoriale consiste forse nel tollerare, temporaneamente, queste forme tradizionali di insulto catartico (…) Le sanzioni collettive non sono ammesse nei sistemi giudiziari ed educativi delle democrazie progredite. Sono infatti considerate eticamente scorrette, illegali e controproducenti. È quindi difficile capire perché dovrebbero rivelarsi efficaci nel mondo del calcio”. Avete capito bene: l’insulto razziale o discriminatorio viene definito “catartico”, e cioè da vocabolario “liberatorio, purificatore”. E chi siamo noi per impedire un tale processo di purificazione interiore delle masse? Ma non è tutto. Se l’insulto razzista assume connotazioni particolarmente odiose (vedi il verso della scimmia rivolto dall’intera curva juventina, 5 mila persone, all’indirizzo di Lukaku due settimane fa), “la correttezza politica ha storicamente dimostrato – si legge – che lo humour costituisce una risposta di grande efficacia agli atti discriminatori. Le reazioni spiritose, come quella di Dani Alves riportata nel paragrafo 2-4 (al lancio di una banana il giocatore brasiliano rispose, ai tempi del Barça, sbucciandola e mangiandola, ndr) hanno un impatto positivo sotto diverse angolazioni (…) l’umorismo raggiunge un esteso gruppo di persone, attira l’attenzione, si diffonde rapidamente e resta impresso nella memoria”. Insomma brutto piagnone di un Lukaku che ti ribelli se 5 mila spettatori fanno al tuo indirizzo il verso della scimmia: perché vuoi farne un dramma? Non potresti umoristicamente stare al gioco e che ne so, picchiettare in testa Onana proprio come fanno gli scimpanzé, o balzare in groppa a Dumfries o strofinarti ripetutamente il pelo sul petto per divertire la platea e irradiare così un messaggio subliminale di grande efficacia? Invece di lamentarti, fai anche tu qualcosa di utile per battere il razzismo. Fai l’orango. -
«Ho dato a Report gli audio che riscrivono “Calciopoli”» L’ex dg della Juve torna sullo scandalo del 2006: «Ho spedito una chiavetta con tutte le intercettazioni ai capi del pallone, adesso la Rai ve le farà sentire» LUCIANO MOGGI · 16 apr 2023 Si chiama Calciopoli quel processo che 17 anni fa coinvolse persone innocenti e distrusse il calcio in Italia. Infatti nel 2006 la nazionale italiana si laureò campione del Mondo avendo nelle sue fila 6 giocatori della Juve, l’allenatore Lippi e il massaggiatore Esposito. In seguito, venuto a mancare l’apporto della Juventus, l’Italia fu eliminata due volte al primo turno dei mondiali e addirittura non si qualificò negli ultimi due. E adesso un cofanetto con dentro la chiavetta contenente tutte le intercettazioni, che il tribunale di Napoli non volle sentire, ripercorre la storia di quel brutto periodo raccontato, purtroppo, in maniera distorta da chi avrebbe dovuto gestire la verità. È stato recapitato a diverse persone, in modo particolare a Gravina, presidente della Figc che non ha dato colpevolmente alcuna risposta circa il contenuto, magari l’avrà anche buttato nel cestino dell’immondizia senza riflettere che con quel gesto stava buttando via la vita di tante persone per bene. COFANETTO RECAPITATO A lui evidentemente basta aver salda la poltrona sotto il sedere e, soprattutto, che nessuno parli del Castel di Sangro, del periodo cioè in cui ricopriva la carica di presidente di quella società. Chissà perché... Per questa ragione il cofanetto contenente la chiavetta è stato fatto recapitare anche al presidente del Coni Giovanni Malagò e al ministro dello Sport Andrea Abodi. Poi la Rai, evidentemente trovando materiale diverso da quello raccontato, lo ha fatto proprio per la trasmissione di Report che andrà’ in onda domani sera su Rai Tre in prima serata alle ore 21.20. Così tutti potranno capire dalla viva voce di chi veramente “impicciava” cosa sia effettivamente successo in quel tempo. Premetto che quanto sto scrivendo non deve essere considerato un atto di accusa, soltanto una ribellione a quanto capitato a persone oneste, colpevoli soltanto di aver saputo fare il proprio lavoro meglio di altri. Sarebbe intanto interessante che il presidente federale Gravina potesse illuminarci sul motivo della radiazione, visto che il processo sportivo era terminato con sentenza letta dal professore Serio, componente di quel Tribunale: «campionato regolare nessuna partita alterata», che ad abundatiam commentava anche: «sentenza che segue il sentimento popolare». Come al tempo insomma delle streghe che venivano bruciate sulla piazza tant’è che l’illustre Enzo Biagi paragonò quel Tribunale sportivo ad una specie di Santa Inquisizione in chiave moderna. Mentre il Tribunale di Napoli, non avendo trovato reati, nonostante 170mila intercettazioni e tanti soldi fatti spendere allo Stato e di conseguenza ai cittadini italiani, concludeva in sentenza dopo cinque lunghi anni di processo: «reato a consumazione anticipata, non potuto provare in udienza». Del tipo che, «se vai in banca e il direttore è a prendere un caffè mentre l’impiegato è dovuto correre urgentemente al bagno, tu potresti pensare di arraffare la grana in loro assenza, non lo fai, ma è comunque reato a consumazione anticipata» che tradotto in italiano vorrebbe magari dire che «i colpevoli è più facile sceglierli che andarli a trovare». Il tutto dopo ben tre ricusazioni del pm Narducci al presidente del Tribunale, dottoressa Casoria, colpevole di aver detto «facciamo processi più seri». Totalmente in contrasto con quella di Napoli la sentenza 2166 del 2018, emessa dalla Corte di Appello di Milano che aveva sentito tutte le intercettazioni che a Napoli non avevano voluto né vedere, né sentire. Condannava Gianfelice Facchetti, figlio del defunto presidente interista e il di lui padre venne nell’occasione accusato di aver fatto «Lobbing con gli arbitri». SISTEMA GENERALE Ma più importante ancora è che quella sentenza specificava «non è colpa del cosiddetto sistema Moggi, ma di un sistema generale di corruttela di tutto il calcio di quel tempo». Vengono i brividi a confrontare le due sentenze diverse e contrarie tra loro... Tutti coloro che hanno subito danni enormi, materiali e morali, si appellano al presidente della Repubblica Mattarella, al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro dello Sport, Andrea Abodi, affinché sentano le intercettazioni per dare sull’avvenimento un giudizio serio, che non è mai stato dato. E chiedono aiuto alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Resta naturalmente ferma la nostra stima per la Giustizia nonostante sia stata amministrata, nell’occasione, da Auricchio, Narducci e Palamara .
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Ha segnato Lukaku?
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Champions League 2022-23: Manchester City campione d’Europa
andrea ha risposto al topic di kkekko in Archivio Off Juve
Erling Haaland -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Paco D'Onofrio pensa di aver ragione perché consulta i codici di diritto, invece dovrebbe consultare i codici delle porcate -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Se patteggi con questi banditi e riesci ad andare in Champions è una vittoria altrimenti... -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Ho sbagliato topic -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Errore -
Ci saranno anche i servizi di vendem*****a?
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CELLINO SGANCIA LA BOMBA A "REPORT": “QUANDO ERO PRESIDENTE DI LEGA, BRUCIAMMO UN FALDONE CON LE FIDEIUSSIONI FALSE” - L'ATTUALE PRESIDENTE DEL BRESCIA SI RIFERISCE AL PERIODO POST CALCIOPOLI, QUANDO ERA ALLA GUIDA DEL CAGLIARI E ASSUNSE PRO TEMPORE LA GUIDA DELLA LEGA CALCIO: “STAVA CROLLANDO TUTTO, INIZIAI A PULIRE TUTTE LE SCHIFEZZE CHE C'ERANO LÀ DENTRO, LA FINANZA NON TROVÒ UN c****. E IO NON C'ERO NEANCHE...” 14.04.2023 18:38 Estratto da corriere.it Il mondo del calcio rischia di essere scosso da una nuova inchiesta, portata avanti dal programma tv Report, sulla Lega calcio. A far discutere già oggi è un'anticipazione - diffusa dal conduttore Sigfrido Ranucci - dell'intervista rilasciata dal presidente del Brescia, Massimo Cellino, all'inviato Daniele Autieri, che sarà trasmessa nella puntata di lunedì sera. Nell'estratto, di circa un minuto, Cellino parla del suo breve periodo (era il 2006, in piena fase post Calciopoli) alla guida della Lega Calcio, che assunse pro tempore al posto del dimissionario Adriano Galliani. «Cercavo di tenere la baracca in piedi, stava crollando tutto - dice Cellino - iniziai a pulire tutte le schifezze che c'erano là dentro, non sapevo da dove iniziare. Eravamo 6-7 presidenti, sempre riuniti in Lega, a cercare di organizzare il campionato». Poi la confessione choc: «Avevo un contenitore con tutti i dossier: chi era iscritto con una fideiussione falsa, chi si scaricava come Irpef il trasporto...andammo nel piazzale giù di sotto, c'era un bidone di ferro: buttammo tutto dentro e lo facemmo bruciare con la trielina. La Finanza tornò e non trovò un c****. E io non c'ero neanche.
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Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Palazzi: "Nuova calciopoli? Tante decisioni avranno ricadute importante. Massima fiducia nel Collegio di Garanzia" 14.04.2023 Stefano Palazzi, Presidente del Tribunale Militare Roma e Giudice Sportivo della Serie C, ha parlato della Giustizia Sportiva e delle Inchieste che vede protagonista la Juventus ai microfoni di Calciomercato.it: "Per la giustizia sportiva è un momento importante, ci sono tanti temi. Ritengo ci sia una grandissima autorevolezza che va riconosciuta alla giustizia sportiva, basta leggere le decisioni emanate e tutto il lavoro che c’è alle spalle. E c’è un grandissimo sforzo da parte di tutto l’ordinamento sportivo di valorizzare sempre di più la professionalità e l’autorevolezza della giustizia sportiva. C’è una multidisciplinarietà che fatico a trovare in altri ambiti giustiziali, e poi le decisioni hanno grandi ricadute su un profilo economico e sportivo, oltre a una rilevanza sociale trasversale. Il tifo bello è qualcosa di straordinario e trasversale. C’è grande fiducia anche nella voglia di miglioramento che va riconosciuta alla giustizia sportiva. Nuova Calciopoli? Ci sono tante decisioni sul tavolo della giustizia sportiva che stanno avendo o avranno ricadute molto importanti. Questo è sotto gli occhi di tutti e anche in questo c’è grande fiducia nell’ordinamento sportivo, nell’essere attenti ai fenomeni e quindi trovare gli anticorpi in questo senso”. Poi ancora sull’appuntamento del 19 aprile, se sia giusto punire severamente chi è coinvolto o se ci saranno evoluzioni particolari: “Non posso dare una risposta. Basta leggere i nomi che compongono il Collegio di Garanzia per essere fiduciosi sulla loro massima autorevolezza”. -
Champions League 2022-23: Manchester City campione d’Europa
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Io confido nelle sue trecce -
"MIA FIGLIA ERA FORTE, AVEVA IL SUCCESSO NELLE MANI, NON POSSO CREDERE CHE SI SIA VOLUTA SUICIDARE" - LA RABBIA DELLA MADRE DI JULIA ITUMA, LA PALLAVOLISTA 18ENNE MORTA A ISTANBUL DOPO ESSERE PRECIPITATA DALLA FINESTRA DELL'ALBERGO DOVE ALLOGGIAVA: "LA SUA COMPAGNA DI STANZA NON HA SENTITO NIENTE? MI SEMBRA IMPOSSIBILE" - JULIA AVREBBE LITIGATO AL TELEFONO CON UN RAGAZZO (NON È CHIARO SE ERA IL FIDANZATO), TANTO CHE LUI HA POI MANDATO MESSAGGI ALLA COMPAGNA DI STANZA DELLA RAGAZZA PER… 14.04.2023 Estratto dell'articolo di Brunella Giovara per www.repubblica.it […] Alla mamma si dice sempre la verità, forse. E l'ultima chiacchierata con Julia è stata vera e così sincera che "mi ha detto: mamma, abbiamo perso. Io ho fatto due punti, ma la squadra ha fatto schifo". E com'era, Julia? "Forte, come sempre. Era una ragazza molto forte, e non solo in campo. A 17 anni era in Serie A, quante sue compagne sono ancora in C. Aveva il successo nelle mani...". A 18 anni e qualche mese, Julia Ituma è sul lettino di un obitorio a Istanbul, […]. Suicidio, dice la polizia turca che sta facendo le indagini, ma non le ha certo già chiuse. […] come dice la madre Elizabeth, "era così forte, la mia ragazza, che non posso credere che si sia voluta buttare da una finestra. E poi qualcuno mi ha detto che era un balcone, insomma io voglio vedere con i miei occhi, i documenti, il posto. E Julia". E ieri sera è infine arrivata nella stanza 606 del Volley Hotel, […] Ha guardato il letto non ancora rifatto, e si è anche affacciata alla grande finestra che dà sul parcheggio, e guardando in basso ha facilmente immaginato la caduta di Julia, dal sesto piano fino alla tettoia che copre l'ingresso. L'altra mattina verso le 5 un inserviente ha trovato due scarpe sportive davanti alla reception, […] , ma poi ha guardato meglio e ha visto quel corpo e lì è cominciato "il mio incubo", dice Elizabeth, "vorrei svegliarmi ma non ci riesco. Non riesco a realizzare questa cosa". […] E su questa moquette da albergo si è spenta la vita breve di questa ragazza, alla fine di una serata certamente difficile, ma non solo per lei: perso 3 a 0 contro l'Eczacibasi Dynavit Istanbul. Semifinale di ritorno di Champions League, quindi fuori dai giochi. La squadra va a cena, poi tutti a dormire perché il giorno dopo si ritorna in Italia. […] alle 22 Julia chiama la madre, e chiacchierano un po', lei commenta la partita e poi ciao, a dormire. Ma Julia non dorme proprio, anzi esce dalla stanza che divide con la spagnola Lucia Varela, e decide di stare da sola nel corridoio. Le telecamere interne dell'albergo la inquadrano a lungo, tra le 22.30 e le 23.50. […] Cammina su e giù, avanti e indietro. Ha il cellulare in mano, e ogni tanto lo usa, la polizia lo ha sequestrato per capire con chi ha parlato e a chi ha scritto. JULIA ITUMA Di sicuro ha parlato con un ragazzo, un suo compagno di scuola nel liceo privato di Novara dove studiava da quando è entrata nella Igor Gorgonzola. Hanno litigato, come succede ai ragazzi. Erano fidanzati? Non si sa, ma di certo hanno discusso e a lungo e pesantemente, tanto che quel ragazzo ha poi mandato messaggi a Lucia, per dirle quello che era successo, e voleva essere sicuro che Julia fosse tranquilla. E lei non lo era, perché il video la riprende poi seduta per terra sulla moquette, la schiena appoggiata alla parete. È davanti alla sua stanza, e lì sta tanto, e a un certo punto è proprio abbandonata a una disperazione evidente. La testa sulle ginocchia, quelle gambe lunghissime che erano la sua forza. Piange? Non si capisce bene. E poi si rialza, dà ancora un'occhiata al cellulare, […] e rientra in camera. Racconterà alla polizia la compagna Lucia che al suo rientro si sono messe a parlare, e così sono andate avanti fino all'una e mezza di mattina. Di cosa hanno parlato? Del litigio, sicuro. Della partita, probabilmente, e anche della loro vita di giocatrici professioniste, piccole di età ma già autonome […] E poi Lucia si è addormentata. L'altra ha aperto la finestra scorrevole, scavalcato il parapetto, e così se ne è andata. "E la sua compagna di stanza non ha sentito niente? Mi sembra impossibile", dice la mamma. "Io non sono ancora riuscita a piangere, perché non ci credo ancora. A Pasqua eravamo insieme, abbiamo festeggiato con la famiglia, noi e i suoi fratelli. Julia era contenta", e la zia Helen racconta che qualche sera fa avevano giocato insieme, "mi sfidava a una gara di ballo, un rap del nostro Paese di origine, la Nigeria. Si balla dimenando il sedere, e abbiamo tanto riso. Poi è diventata seria e mi ha detto che basta, doveva andare a dormire perché il giorno dopo aveva l'allenamento". […]
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Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
L'IMBOSCATA - "Sleale" non è la Juve, la barbarie di Chinè. Delittuoso mediare con la FIGC 14.04.2023 01:18 di Andrea Bosco Il “resto“. Il “fuori“ dal campo con la giustizia: ordinaria e soprattutto sportiva. Anche se chiamarla “giustizia“ quella sportiva, appare temerario. Sleale non è la Juventus, come afferma la Procura Federale. Sleale è il procuratore federale Giuseppe Chinè. Che ancora una volta ha dimostrato per la decenza. Chiudendo le indagini sul secondo filone di inchiesta , quello relativo agli stipendi, un giorno prima della gara di Europa League. Dando “biada“ ai media. Perché senza certe “buche delle lettere“ Chinè sarebbe un'anatra zoppa. Potesse (ma non può) Chinè , probabilmente farebbe “tintinnare le manette“ . L'architettura contabile (eventualmente) ha influenzato il risultato del campo? No che non lo influenzato. Multa magari, ma non penalizzazione. Dovesse chiederla, la barbarie di Chinè arriverebbe a vette non superabili . E sarebbe la seconda volta: Chinè, come Conan. E senza la simpatia di Schwazeneger. La Procura Federale che non ha mosso un dito verso società che non hanno pagato gli stipendi ai giocatori per un anno. Chinè, che non ha fatto un plisset nei confronti di quella società che ha trafficato con giocatori, che in realtà tali non erano, ma che egualmente erano stati iscritti a bilancio in fantomatiche plusvalenze: ha bisogno di tempo, in questo caso. Se ne riparlerà ( se se ne riparlerà ) tra qualche mese. Forse tra un anno. Chinè, che si è appisolato per i 100 milioni di plusvalenze fatte da un'altra società con sconosciuti ragazzini, presto spariti dalla circolazione. Chinè, che si è assunto il ruolo di “sicario“, al servizio di Ceferin e Gravina. Chinè il cui orologio giudiziario scandisce le ore sulla base dei processi della Juventus. Chinè, che si prende mesi per indagare, ma che pretende che le controdeduzioni della difesa vengano fatte in quindici giorni . Chinè, che “grazia“ Mourinho, il tempo necessario per consentirgli di non perdere la gara contro la Juventus, salvo squalificarlo “dopo“, in occasione del derby. Ma guarda un po'. Chinè, che se l'è sbrogliata velocissimamente per i “tamponi della Lazio“. Chinè, prono alle richieste di Gravina. Implacabile nel “colpire“ la Juventus, rea di non avere voluto baciare la pantofola di Ceferin, imbrattata da troppa altrui “saliva“: europea e italica. Chinè, che ha voluto penalizzare la Juventus a campionato in corso: una vergogna. Non la penalizzazione. Se risulterà colpevole anche al Coni, giusto penalizzarla. Lo schifo è averlo fatto a campionato in corso . Chinè, che come un fanatico prete dell'Inquisizione Spagnola sta minacciando la Juventus con la Vergine di Norimberga. Tradotto: la serie B. Chinè che crede alle streghe e si reputa intriso di “divina“ giustizia . Chinè che il campionato lo ha “falsato“. Con le sue oblique decisioni. Ha scritto Sainte Beuve che: “C'è un momento in cui si arriva alla saturazione, in quel posto che si chiama vita. E allora basta una goccia per far traboccare la coppa del disgusto“. Hai voglia, la “goccia“. Non c'è mediazione possibile con i Chinè e i Gravina. Altro che “patteggiamento“. Lo capisce anche un idiota che la Juventus è stata messa “in mezzo“ per compiacere Ceferin. La vicepresidenza dell'Uefa , uno come Ceferin , non te la offre senza un “conquibus“. E allora con questa Federazione sarebbe delittuoso “mediare“. Vogliono affondare la Juventus: vogliono dimagrisca. I 9 scudetti di fila sono una lisca che gli fa sanguinare la gola. “Chi troppo vince, usando il sistema, nuoce al sistema“ ha detto il Potente a quella cena romana che ho più volte citato . Vogliono la “redistribuzione dei pani e dei pesci“. Un calcio dove ogni anno vinca un club diverso. Perché se uno non fa le riforme, deve provare a ”giocarsela“ in questo modo, per tenere il c**o sulla poltrona. Giocasse in Italia si metterebbero di buzzo buono per affondare anche il Real Madrid. Il grande cruccio di Ceferin. Solo che “quelli“ hanno i giocatori più bravi e soprattutto l'allenatore più bravo. Oltre che gli avvocati più bravi. Ceferin non ci dorme la notte sognando Florentino. Ma per ora non ha trovato il “veleno“ che gli servirebbe. E poi in Spagna mica sono co*****i come in Italia. E fino a prova contraria il Real Madrid è il club che ha più tifosi nel mondo. Una miniera d'oro. Anche per Ceferin . Nel caso: la Juve cada in piedi . Con la schiena dritta. Come una Signora. Non come una donnetta. Mille volte ha asserito di essere innocente: sia coerente. Con Gravina non si deve mediare. Servirebbe invece lavorare “politicamente“ per ottenerne le dimissioni. Anche perché: oggi tocca alla Juve, ma domani potrebbe toccare ad altri. Una sola cosa, Gravina ha a cuore: il proprio “particulare“. Consultare per dettagli, Francesco Guicciardini. Se tratti con i gattopardi alla fine lo prendi dove non batte il sol. Perché i gattopardi, come spiega il Principe di Salina: "Fingono di cambiare tutto , affinché niente cambi“. Come ha fatto finora Gravina. E come continuerà a fare . Se qualcuno non lo fermerà". -
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E motorino lanciato in campo, anzi, visti i tempi, bici elettrica -
NEFANDEZZE MEDIATICHE E ANTIJUVENTINISMO VARIO
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Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Nino Ori a RBN: "Manovra stipendi, la Juve si difenderà pesantemente. Non credo che i 15 punti incideranno" 13.04.2023 13:50 Intervenuto ai microfoni di Radio BiancoNera, Nino Ori ha parlato della chiusura delle indagini sulla manovra stipendi: "Di fatto Chinè contesta al club il principio di lealtà sportiva. Stavolta almeno è partito in maniera giusta, non come nel caso delle plusvalenze. L'articolo 4 sta bene su tutto, puoi farci rientrare tutto e può prevedere dei punti di penalizzazione. Si gioca il jolly così Chinè. In concreto ora la Juve ha due settimane di tempo per presentare le controdeduzione e poi arriveranno i deferimenti. Ha comunque messo tutti i procedimenti insieme, tutto in un calderone. Probabilmente più roba ci metti dentro e più puoi rompere le scatole. Nel comunicato Juve c'è una frase perfetta, ossia che la società ritiene di aver applicato correttamente i rilevanti principi contabili internazionali, nonché di aver operato nel pieno rispetto del principio di lealtà sportiva. La Juve in sostanza non sta lì a guardare ma si difende pesantemente, avvalendosi di tutte le armi di cui si può avvalere, magari anche TAR e Consiglio di Stato. Magari per la manovra stipendi non succede niente. I conti della società stanno molto bene, meglio di quanto ci raccontano i media. Il deferimento? Dall'arroganza della giustizia sportiva possiamo aspettarci di tutto. Non credo che togliere o meno i 15 punti incideranno sulle richieste. -
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Ho sentito Spalletti parlare della bandierina rotta da Leao: giuro che pensavo fosse un imitatore Come se la mancata ammonizione avesse cambiato il corso della partita -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
PROCESSI ALLA JUVE PENE GIUSTE NON ESEMPLARI di STEFANO AGRESTI · 13 apr 2023 C’è perfino chi teme la retrocessione ma occorre equilibrio anche nelle condanne Inchiesta dopo inchiesta, processo dopo processo, la stagione della Juve viaggia su un binario parallelo al campo: quello giudiziario. Che è a sua volta doppio, penale e sportivo, quest’ultimo suddiviso ancora in due filoni: il primo, relativo alle plusvalenze, vivrà una giornata fondamentale tra sei giorni, quando il Collegio di garanzia presso il Coni deciderà se confermare la sentenza che ha penalizzato i bianconeri di 15 punti; per il secondo, generato dalla doppia manovra stipendi, sono stati notificati ieri gli atti di conclusione delle indagini alla società e a 8 dirigenti. Un intreccio di procedimenti destinato ad allargarsi a club diversi con l’avanzare delle inchieste di altre procure della Repubblica. Nell’inchiesta per le due manovre stipendi (ma anche per i rapporti con alcuni procuratori e per le partnership sospette) alla Juve viene contestato l’articolo 4, lo stesso che ha determinato il meno 15: secondo la procura il club bianconero avrebbe violato i principi di lealtà, correttezza e probità. È un articolo ampio, nel quale possono entrare accuse di tipo differente, e che prevede pene che vanno oltre la multa. Sono molte le domande che i tifosi della Juve si rivolgono nelle ultime settimane. Tra le più frequenti c’è questa: possibile che il club bianconero abbia gonfiato il valore dei calciatori senza che le controparti ne fossero a conoscenza? La risposta è una: no, non è possibile. E allora perché - almeno per ora - paga solo la Juve? Perché solo per lei, secondo i giudici del calcio, ci sono le prove dell’esistenza di un sistema volto ad aggiustare il bilancio con plusvalenze fittizie. Questa nuova inchiesta sugli stipendi aumenta dubbi e timori del popolo juventino, all’interno del quale c’è addirittura chi teme una riedizione dei processi del 2006 chiusi con la retrocessione. È ovviamente giusto che la Juve paghi, se ha sbagliato. La penalizzazione di 15 punti, che di fatto la sta estromettendo dalla Champions, è una punizione pesante. Equa, forse, ma di grande rilievo perché aggiunge il danno economico a quello sportivo. Sarebbe però sbagliato se, sommando sentenza a sentenza, si desse la sensazione di accanirsi sul club bianconero per un reato che non può avere perpetrato da solo (le plusvalenze), benché per altre società non ci siano prove sufficienti, oppure per una colpa che non appare terribile (le manovre stipendi). Punire è inevitabile, vessare è inaccettabile. Per capirsi: la penalizzazione si spiega, la retrocessione no. Anche perché le condanne in materia non sono codificate in modo chiaro, netto e indiscutibile dal Codice di giustizia sportiva. Come mai la Juve è stata penalizzata di 15 punti e non di 5 oppure di 25? Nelle carte non c’è scritto. E allora è quanto mai opportuno prestare la massima attenzione quando si decide l’entità della condanna. Che deve essere equa, non esagerata. Non servono pene esemplari, ma giuste.