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Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
Ghost Dog ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Palombo, presto, vada in pensione! Quel palazzo di vetro sporco sta scricchiolando dalle fondamenta. -
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Ecco cosa dice il Codice di Giustizia Sportiva all’art. 7 comma 6: È quindi importante capire se la Commissione, nella sentenza, definirà o no come recidivo il comportamento di Conte, visto che le partite in discussione sono due. L’accusatore di Conte è un suo ex giocatore al Siena, Filippo Carobbio, che il 29 febbraio scorso ha detto ai magistrati che Conte sapeva che Novara-Siena era stata combinata e che ne parlò nella riunione tecnica con i giocatori prima della partita dicendo di “stare tranquilli” perché era stato raggiunto un accordo. Tutti gli altri calciatori del Siena sentiti dai magistrati hanno smentito Carobbio. Conte ha sempre respinto le accuse dicendosi innocente. C’è poi una nuova storia riguardo Conte. Ieri Repubblica ha pubblicato alcune rivelazioni di Vittorio Micolucci, riferite alla stagione 2008/2009. All’epoca Antonio Conte era l’allenatore del Bari in serie B e Micolucci un giocatore dell’Ascoli, sempre in serie B. Micolucci sta scontando 14 mesi di squalifica e nelle scorse settimane ha inviato un fax al procuratore federale della FIGC Palazzi. Secondo Micolucci «nella stagione della promozione con Perinetti e Conte è stata fatta Piacenza-Bari con un pareggio e Salernitana-Bari con una sconfitta nostra. Queste notizie le ho avute da un amico vicino a Guberti e Andrea Masiello. Sono sicuro e certo della vittoria comprata dalla Salernitana perché in quella stagione si avvicinavano alle squadre alcuni personaggi offrendo dei soldi». Questa e le altre parti del fax sono state acquisite dalle procure di Bari e Cremona, che dovrebbero interrogare Micolucci. -
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E chissà quali altri sorprese ci aspettano... Questi stanno promuovendo il loro libricino, scagliandosi contro Conte ed altri tesserati juventini per partito preso e fiancheggiando le procure: meriterebbero anche loro un anno sabbatico in Guatemala. -
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Calcioscommesse FORZA, MR CONTE NON PATTEGGI CONTE, LA SCELTA DI PATTEGGIARE È SOLO UN COMPROMESSO AL RIBASSO di PIERLUIGI BATTISTA (CorSera 30-07-2012) L'immagine di Conte che patteggia danneggerebbe anche l'immagine combattiva e irriducibile della Juve rinata dopo Calciopoli, costretta a scendere a patti per vedere ridotta una pena. Nel riferire del patteggiamento scelto dalla Juventus e da Antonio Conte come «male minore», il cronista di Sky TV ha detto che questa scelta sembra obbligata da un processo sportivo che non concederebbe molto spazio «alle manovre difensive». Si capisce che in un processo senza possibilità di difesa, insomma in una giustizia sportiva sbrigativa in cui l'accusa domina incontrastata, si possa scegliere il male minore, la riduzione del danno. Ma l'immagine di Conte che patteggia danneggia anche l'immagine combattiva e irriducibile della Juve rinata dopo l'inferno di Calciopoli, costretta a scendere a patti per vedere ridotta una pena entro limiti accettabili. Così non vince la giustizia, ma il senso dell'opportunità, un compromesso al ribasso. E pensare che l'«omessa denuncia» contestata a Conte è essa stessa la smentita della principale ipotesi accusatoria, e cioè che l'ex allenatore del Siena si sarebbe macchiato di complicità in una vergognosa combine calcistica. È caduta l'accusa principale, fondata esclusivamente sulla parola di un «pentito», ma ora Conte, rovesciando l'onere della prova, dovrebbe dimostrare, con uno spazio ridottissimo alle «manovre difensive» e in tempi strettissimi, l'indimostrabile. Resta soltanto l'atto simbolico di sottomissione: il patteggiamento. Che non è, in stretto senso giuridico, un'ammissione di colpa, ma all'ammissione di colpa somiglia moltissimo. È un chinare la testa per ottenere la benevolenza di una condanna mite e accettabile. È la certezza che, di fronte a una quasi certa ingiustizia annunciata, è meglio circoscrivere la sanzione: cos'è mai un rito di sottomissione se dopo tre mesi Conte potrà tornare in panchina? Ma quell'atto di sottomissione resterà indelebile nella memoria collettiva, addenserà l'ombra del sospetto sul capo dell'allenatore della Juventus, alimenterà attorno ai bianconeri tornati alla vittoria l'ostilità beffarda di tutti gli avversari. Ma soprattutto darà volontaria legittimità a un procedimento della giustizia sportiva ancora una volta fondato sull'incertezza delle prove e sull'impossibilità per la difesa di esercitare i suoi diritti. In compenso solo tre mesi: ma ne vale veramente la pena? ___ Conte patteggia 3 mesi Ci pensa anche Bonucci Il tecnico della Juve eviterà il processo per omessa denuncia. Multa per la società. Il difensore punta a 14 mesi invece dei 3 anni di FRANCESCO CENITI (GaSport 30-07-2012) Ci sono oramai tutte le condizioni per definire cosa fatta il patteggiamento di Antonio Conte. Certo, manca l'ufficialità: dovrebbe arrivare solo mercoledì, quando gli avvocati del tecnico si ritroveranno faccia a faccia con il procuratore Stefano Palazzi e metteranno le firme sul documento che sancisce la squalifica. Le parti si sono sentite più volte in questi giorni, dopo il deferimento per doppia omessa denuncia (Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena) arrivato in sede lo scorso giovedì. La strategia era nell'aria e si è concretizzata nel momento in cui lo staff dei legali si è confrontato con un dubbioso Conte spiegandogli che il compromesso non voleva dire un'ammissione di colpa (le regole del processo sportivo sono diverse dalla giustizia ordinaria). In più avrebbe garantito uno stop molto inferiore rispetto a quello, probabile, di un dibattimento. Tre mesi La società ha chiesto a Conte questo «sacrificio», poi ci sarà occasione per spiegare bene al popolo bianconero tutti i perché della scelta e la sofferenza patita dall'allenatore, che si sente trascinato nella polvere e in un contesto distante anni luce dalla sua storia. Comunque: dal primo agosto, salvo clamorosi e improbabili colpi di scena, Conte dovrà aspettare circa 3 mesi prima di ritornare in panchina. Il periodo è ancora soggetto a qualche piccola limatura, ma una forte multa pagata dalla Juve (200 mila euro in favore della Figc) dovrebbe convincere la Procura a dare il consenso sui 90 giorni. La riserva potrebbe essere sciolta solo mercoledì, quando ci sarà l'inizio del processo. Ecco perché la società di Corso Galileo non vuole «infastidire» Palazzi con annunci affrettati. Tanto più che il lavoro svolto è stato positivo: si partiva, infatti, da sei mesi di squalifica per il patteggiamento perché l'accusa quantificava la richiesta da presentare in un eventuale processo intorno all'anno e mezzo (il massimo sarebbe stato due anni più una possibile aggravante). Togliendo il terzo della pena previsto dal codice per chi decide di non andare a dibattimento si scendeva all'anno, ma considerando le richieste minime previste (6 mesi a omessa) più un ulteriore sconto ecco che il conto finale della Procura per un patteggiamento si adagiava intorno ai 6 mesi. Troppi. La mossa successiva è stata inserire nel pacchetto anche la multa. Con i 200 mila si arriverà probabilmente alla squalifica di 3 mesi anche se ballano ancora un paio settimane. Non saranno quelle a frenare l'accordo. Gli altri Conte seguirà la sfida col Benfica dalla tribuna. Patteggiamento in vista pure per il vice Alessio, mentre per l'altro collaboratore Stellini, deferito per illecito, la strada è in salita. Restano sul tavolo le questioni Pepe e Bonucci: la novità emersa ieri sera potrebbe portare entrambi al patteggiamento. Per il difensore (rischia 3 anni) si tratta su una squalifica di 14 mesi, a quel punto diventa automatico l'accordo per il centrocampista (3 mesi). Il problema è che Bonucci dovrebbe fare qualche ammissione. ___ OGGI A ROMA La sfida del tecnico: intesa con Palazzi ma sotto i sei mesi di squalifica di GUGLIELMO BUCCHERI (LA STAMPA 30-07-2012) Il giorno per trovare il punto di equilibrio è arrivato. Questo pomeriggio i legali di Antonio Conte e il pm del pallone Stefano Palazzi metteranno sul tavolo le rispettive carte: in gioco c’è un patteggiamento da raggiungere, formalizzare e portare all’attenzione della Commissione Disciplinare fra 48 ore quando comincerà il secondo processo sportivo sul calcioscommesse di questa estate. Il traguardo non è ancora scontato, ma nemmeno lontano. Per la difesa di Conte un accordo accettabile non può superare i quattro mesi di squalifica, sanzione accompagnata magari da qualche pena accessoria come una forte multa o l’obbligo di prestarsi ad iniziative a sfondo sociale (da ricordare il caso-Recoba quando all’interista per al vicenda di passaportopoli fu chiesto di spiegare i valori del calcio nelle scuole) . La procura della Figc potrebbe partire da una richiesta di stop per l’allenatore bianconero di quattordici mesi, abbassarla durante la trattativa fino a nove e chiudere un accordo sui 6 o 5 mesi più pene collegate. La partita per capire il destino processuale di Conte resta, comunque, doppia perchè qualora la parti questa sera dovessero raggiungere l’intesa sul patteggiamento, lo stesso dovrebbe, poi, ottenere il via libera dai giudici della Disciplinare mercoledì mattina. Il fine settimana è passato con le parti a studiare le carte. Qualche contatto fra i legali di Conte e Palazzi c’è già stato, ma soltanto questo pomeriggio andrà in scena il vertice decisivo: l’allenatore della Juve aspetterà a Torino il risultato dell’incontro che, se positivo, potrebbe farlo uscire dal processo sportivo senza nemmeno entrare in aula per la prima udienza. L’eventuale squalifica attraverso il patteggiamento partirebbe dal primo agosto. -
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Ad A.Conte manca solo il passaggio in Ungheria (università europea del calcioscommesse). A questo ritmo di insinuazioni il ns. diverrà, a brevissimo termine, socio di Perumal e Den, a sua insaputa. -
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Conte ha patteggiato 3 mesi Mercoledì, a inizio processo, sarà ufficiale la posizione del tecnico definita venerdì Ha prevalso il realismo, anche se l’allenatore avrebbe preferito cercare l’assoluzione in aula. Tornerà il 1° novembre di VITTORIO OREGGIA (TUTTOSPORT 29-07-2012) TORINO. Antonio Conte ha patteggiato. Tre mesi di squalifica a partire dal 1° agosto, in maniera da poter tornare in panchina il 1° novembre, in concomitanza con il centoquindicesimo compleanno della Juventus. Quando, mercoledì prossimo, si aprirà il processo per i fatti e i misfatti di Scommessopoli, la posizione dell’allenatore juventino sarà già definita. Anche se ci sono ancora in ballo una decina di giorni (verosimilmente elidibili) tre mesi rappresentano l’obiettivo che si era prefissato il pool di avvocati della difesa prima dell’audizione di Roma. Conte salterà, oltre alla Supercoppa di Pechino (11 agosto), dieci partite di campionato e tre di Champions League, un deficit che in società considerano sostenibile attraverso l’adozione di una soluzione interna: Marco Baroni - il responsabile della Primavera - assai più di Massimo Carrera , collaboratore di campo: il primo è caldeggiato da Beppe Marotta , il secondo dallo stesso Conte. Il quale, per una volta, probabilmente dovrà chinarsi ai voleri del club. BUONSENSO La doppia omessa denuncia avrebbe potuto portare a una pena molto più consistente per l’allenatore salentino, che scansando il rischio di un deferimento per illecito si era già tirato fuori da una situazione delicatissima. Al patteggiamento si è arrivati attraverso la via del buonsenso e del compromesso. E’ chiaro che sarebbe stato meglio per Conte, ma non solo, affrontare per intero il giudizio del tribunale sportivo e difendere a spada tratta la propria, dichiarata estraneità alle combine di Siena-Novara e AlbinoLeffe-Siena, però il pericolo di incappare in una squalifica più lunga, con tutte le conseguenze del caso, ha sconsigliato questo tipo di atteggiamento. Patteggiare ha significato circoscrive il danno al minimo e non sconvolgere la stagione dei campioni d’Italia. Conte potrà lavorare ogni giorno a Vinovo, come sempre ha fatto l’anno scorso, ma non potrà sedersi in panchina. In considerazione del fatto che nella prima tranche del campionato ci sono due sfide di vertice (Juventus-Roma e Juventus Napoli) da giocare a Torino, quindi con la possibilità di avere a disposizione un posto “strategico” allo Stadium, il danno sarebbe circoscritto. ILLECITO In attesa che il patteggiamento di Conte diventi ufficiale e la squalifica esecutiva, la Juventus sta studiando in che modo garantire il massimo sostegno a Simone Pepe e, soprattutto, a Leonardo Bonucci . Il caso del difensore, deferito per illecito, è ovviamento molto delicato e il lavoro di lettura dei faldoni federali detterà la linea difensiva. Dal presidente Andrea Agnelli al presidente della Fiat, John Elkann , c’è totale fiducia in Bonucci: se sarà il caso, il vertice societario non esiterà ad alzare la voce. I legali bianconeri, Michele Briamonte e Luigi Chiappero , sono in pèiena fase di studio delle carte per poter tutelari gli interessi di Bonucci e del club, che di fronte a una squalifica lunghissima sarebbe costretto a intervenire di nuovo sul mercato dopo aver già acquistato il brasiliano Lucio. Ripercussioni non completamente marginali di una grana che la Juventus ha ereditato e con la quale si sta confrontando ormai da mesi. Anche se siamo arrivati ai titoli di coda... ------- Lo sostituirà Baroni Ma c’è l’idea Carrera art.non firmato (TUTTOSPORT 29-07-2012) TORINO. A partire da mercoledì, quando la situazione di Conte verrà ufficializzata, la Juventus sarà guidata in panchina da un sostituto dell’allenatore. Molto probabilmente sarà Marco Baroni, tecnico della Primavera da una stagione (e subito vincente nel Trofeo di Viareggio). Sembra la soluzione più semplice, anche se viene quotato pure Massimo Carrera, collaboratore di campo di Conte. Comunque sia, la scelta sarà rigorosamente interna. SCELTA INTERNA La decisione sarà presa martedì, dopo che Baroni rientrerà da Dortmund dove la sua Primavera è finita soltanto ottava nel Torneo Rurh. Il tecnico della Primavera ha, rispetto a Carrera, maggiore esperienza perché ha già allenato la prima squadra di Siena, in serie A, e poi la Cremonese nella Prima Divisione. E anche il passaggio sulla panchina dei campioni d’Italia non dovrebbe essere traumatico perché i principi di gioco da lui adottati sono gli stessi di Conte. Insomma, possesso palla, aggressività, azione che deve sempre partire dal portiere e svilupparsi con il pallone rasoterra sono dogmi che a Vinovo si insegnano dai Pulcini alla prima squadra. DIVERSI MA UGUALI Semmai è il ruolo a cambiare con pressioni e responsabilità con cui convivere. Rispetto a Conte, il tecnico della Primavera appare più pacato durante la partita e non finisce mai senza voce. Dovrà però imparare a non emozionarsi allo Juventus Stadium, davanti alla carica dei 40 mila: ha un solo precedente su quella panchina, la finale di coppa Italia persa contro la Roma, ma può imparare dall’imbattuto Conte. Può allenare Vietata solo la panchina di E.G. (TUTTOSPORT 29-07-2012) LA SQUADRA non rimarrà sola, questo è certo. Nonostante Antonio Conte non possa sedersi in panchina per tre lunghi mesi, Marchisio e compagni potranno sempre contare sulle sue direttive. E questo perché lo consentono i regolamenti, non solo italiani ma europei. Ecco quello che l’allenatore della Juventus potrà e non potrà fare fino al 1° novembre. NON SI PUO’ La squalifica di tre mesi che Conte ha ottenuto con il patteggiamento gli impedirà di sedersi in panchina durante le partite di campionato comprese nel periodo (salterà quindi le sfide contro Parma, Udinese, Genoa, Chievo, Fiorentina, Roma, Siena, Napoli, Catania e Bologna, ma sarà di nuovo disponibile per Juventus-Inter). Non solo: poiché il provvedimento riguarda anche le amichevoli, e può essere esteso su richiesta anche in ambito Fifa e Uefa, niente panchina pure in Champions League (in questo caso salterebbe le prime tre giornate). Questo perché secondo l’articolo 19 del codice di giustizia della Figc l’inibizione temporanea impedisce l’accesso agli spogliatoi, al tunnel e al recinto di gara. In pratica, è come se Conte diventasse uno spettatore comune (anche se tanto comune non sarebbe), che non può avvicinarsi ai campioni ed entrare nella “pancia” dello stadio. Vietate quindi anche le dichiarazioni flash post partita, in quanto la zona mista si trova proprio dentro la zona off-limits. SI PUO’ Il tecnico leccese potrà però sedersi in tribuna: nell’articolo 70 del codice disciplinare Uefa è specificato chiaramente. Tanto che la Juventus ha già individuato lo spazio che all’interno dello Stadium ospiterà Conte per ler partite casalinghe, grazie anche alle panchine “all’inglese” dell’impianto, inglobate nelle prime file della tribuna. Non sarà difficile quindi buttare un occhio verso le panchine e vedere l’allenatore non troppo distante dal posto che di solito occupa. Ma i “si può” per Conte non si fermano alla vicinanza alla panchina: il più importante è sicuramente quello che gli consente di svolgere il suo lavoro sul campo, cioè di continuare ad allenare la squadra durante la settimana, esattamente come ha fatto finora, e anche alla vigilia delle partite in trasferta. Carichi di lavoro, tattiche, analisi pre-partita, schemi: non cambierà nulla nel lavoro che i bianconeri svolgeranno a Vinovo. Nessuna interdizione anche per le conferenze stampa: l’area in cui l’allenatore incontra i giornalisti si trova al di fuori della zona off-limits e il regolamento non lo vieta. Libertà di parola e azione per Conte dunque: tranne che in panchina. ------- IL BIANCONERO SI DIFENDE Bonucci, due assi nella manica per lo sconto Il giocatore non è indagato a Bari, inoltre non è accusato da Carella e Giacobbe, ritenuti credibili. La Lazio risponde a Erodiani di SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 29-07-2012) ROMA. Patteggiamento? Al momento il vocabolario di Leonardo Bonucci non contempla questo termine. Per farlo dovrebbe ammettere e collaborare, impossibile. Il difensore bianconero spera nell’assoluzione, convinto di non aver fatto nulla. Semmai, l’ipotesi di patteggiare scatterebbe solo nel caso l’illecito diventasse un’omessa denuncia, difficile finché Palazzi crede a Masiello quando questi spiega: «Bonucci ci disse “se si può fare ci sto”». SALITA Udinese-Bari è diventata una montagna da scalare, però la difesa di Bonucci ha iniziato a collezionare assi nella manica, la speranza è ottenere almeno uno sconto di pena per le attenuanti. In suo favore giocano (oltre Iacovelli che lo scagiona) Gianni Carella e Fabio Giacobbe , entrambi molto credibili per le utili rivelazioni fatte a Bari sul derby e Semeraro. Su Udinese-Bari i due dicono che Masiello indicò un «pareggio 2-2, siamo in 9, vogliamo 10.000 euro a testa». Poi non fidandosi dicono: «A sua insaputa, decidemmo di giocare solo pareggio “over”». Fecero bene, perché finì 3-3: «Ci telefonò a fine gara scusandosi per la mancata combine» sostiene Carella, aggiungendo che la garanzia di Masiello «non la ritenevo rassicurante, era basata su due soli giocatori dell’Udinese, Pepe e Di Natale ». Nota: Palazzi ha deferito Pepe, ma non ha mai sentito Di Natale. Da quanto sostengono, sembra tuttavia che Masiello avesse agito da solo, mentendo anche ai loro sodali. È la stessa dinamica di Bari-Lecce, compreso l’autogol che il pentito millantò di aver fatto volontariamente per dimostrare di aver avuto parte attiva alla combine in modo da intascare la somma promessa dal Lecce? MASIELLO BOYS Carella e Giacobbe sono i Masiello Boys , la loro precisione ha permesso alla procura di Bari di incastrare Semeraro . Non sono tesserati e non hanno interesse a mentire. Il presunto illecito di Portanova nasce proprio dall’interrogatorio di Giacobbe a Bari. L’altro asso nella manica per Bonucci è il fatto che a Bari non risulterebbe indagato, ma sentito solo come persona informata sui fatti. QUERELE Non è escluso che Bonucci decida di querelare Masiello per diffamazione, ma per farlo servirebbe una deroga della Figc essendo entrambi tesserati. Cosa che non è Erodiani e per questo, dopo le sue ultime accuse, contro di lui ieri ha tuonato la Lazio, denunciando la «campagna diffamatoria» nei confronti del patron Lotito , e preannunciando «una dura reazione giudiziaria, che risponderà in modo adeguato alla violenza delle azioni strumentali promosse contro la società». ___ MERCOLEDI’ IL PROCESSO Patteggiamento: il tecnico aspetta domani una risposta di S.D.S. (CorSport 29-07-2012) ROMA - Si “tratta” con Palazzi. Gli avvocati di Antonio Conte e il pool del pm del pallone sono a lavoro per patteggiare la pena e presentarsi al processo con un accordo: l’ex Ostello romano della Gioventù mercoledì riaprirà le porte al calcioscommesse. Il tecnico si augura di presentarsi a giudizio con il sì della Procura al suo patteggiamento. L’allenatore ha intrapreso la strada che porta ad una squalifica più leggera (punta ai quattro mesi, magari con una sostanziosa multa di 200-300 mila euro) e già domani spera di avere una risposta positiva dal procuratore federale. E’ stata la Juve a suggerire a Conte di limitare i danni: viceversa la richiesta dell’accusa può arrivare a diciotto mesi. L’accordo passerebbe per la ratifica della Disciplinare, che a partire da mercoledì analizzerà le posizioni relative al filone di Cremona - quello in cui è stato strattonato il condottiero bianconero, al quale l’ufficio di Palazzi ha recapitato una doppia accusa per omessa denuncia - e a quello di Bari, di cui fanno parte Pepe e Bonucci. Il 9 agosto - al massimo il 10 - il presidente della Commissione, Sergio Artico, pronuncerà i primi giudizi. Il secondo grado del processo, affidato alla Corte di giustizia federale è previsto dopo Ferragosto. Di lì ad un paio di giorni si dovrebbero esaurire i ricorsi. -
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AVVOCATI AL LAVORO IL TECNICO DELLA JUVE SI E’ CONVINTO, SI PUNTA A 3-4 MESI PIÙ UNA FORTE AMMENDA Conte, patteggiamento vicino Lo stop partirà da mercoledì di FRANCESCO CENITI (GaSport 29-07-2012) Ieri Antonio Conte per 90 minuti si è lasciato negli spogliatoi di Berlino le riflessioni fatte il giorno dopo l'arrivo del doppio deferimento per omessa denuncia. Quella tedesca non è stata una semplice amichevole: abbandonando il campo ha pensato a quello che potrebbe accadere il prossimo 1 agosto, quando i bianconeri saranno a Ginevra contro il Benfica. Quel giorno l'allenatore potrebbe seguire la sfida dalla tribuna. Il prossimo mercoledì, infatti, dovrebbe iniziare la squalifica dopo la ratifica del patteggiamento da parte della Procura federale e dei giudici della Disciplinare. Da quel momento Conte sarebbe ufficialmente fuori dall'inchiesta, ma entrerebbe nel tunnel che gli impedirebbe per qualche mese di sedersi in panchina. Quanti? E' l'unico dubbio rimasto. Gli avvocati stanno lavorando per trovare l'intesa con Palazzi. Le distanze non sono impossibili. Domenica lavorativa Stamani Conte parlerà ancora con lo staff legale. I dubbi e le perplessità sul compromesso erano stati affrontati prima della trasferta tedesca. Al tecnico è stato spiegato che patteggiare nel processo sportivo non equivale a un'ammissione di colpa. E' solo una possibilità prevista dal codice per chiudere la vicenda senza rischiare un dibattimento nel quale la difesa è costretta a inseguire. Una «giungla» con l'ipotesi condanna (da 12 mesi in su) concreta. Insomma, la Juve chiede al suo condottiero un sacrificio: campionato e Champions sono appuntamenti importanti e valgono molti milioni di euro. Affrontarli senza il tecnico potrebbe pregiudicarli. E siccome parliamo di un'azienda quotata in Borsa, allora la ragione deve prevalere sull'orgoglio personale. Davanti a questi argomenti, Conte ha dato controvoglia l'ok. Adesso si aspetta il semaforo verde dalla Procura. Gli avvocati firmerebbero un patteggiamento tra 3 e 4 mesi: una forte multa potrebbe fermare l'asticella a metà strada tra le due ipotesi. Oggi (più probabile domani) potrebbe chiudersi l'accordo. Poi non resterebbe che guardare il calendario e iniziare il conto alla rovescia. ------- Un asse Palazzi-pm Gillet e Almiron salvi perché collaborativi I giocatori ex Bari hanno aiutato la Procura evitando l'omessa denuncia. Anche Micolucci contro Guberti di MAURIZIO GALDI (GaSport 29-07-2012) La Procura federale in piena sintonia con la Procura di Bari: Almiron e Gillet non sono stati deferiti perché hanno collaborato, nei limiti delle loro conoscenze, all'inchiesta soprattutto penale. Nel loro ultimo incontro il Procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, aveva chiesto espressamente a Stefano Palazzi di non punire chi collaborava. Storico lo scambio di battute con i cronisti a maggio. «È meglio parlare, soprattutto con la giustizia ordinaria e poi chiaramente anche con quella sportiva. La giustizia sportiva tiene conto di chi collabora e questo tipo di collaborazione ha effetti positivi anche nei confronti delle società», disse Palazzi. E Laudati aggiunse: «Il dottor Palazzi ha chiarito in modo esplicito che esistono strumenti tecnici che consentono anche alla giustizia sportiva di valutare positivamente le collaborazioni nelle indagini ordinarie e questo è un salto di qualità nelle indagini». E i deferimenti appena consegnati ne sono la prova. Casi eclatanti Almiron e Gillet sono la prova che si può essere utili alle inchieste, anche senza essere pentiti perché non c'è nulla da pentirsi, ed essere «premiati». Entrambi hanno spiegato sia alla magistratura ordinaria che a quella sportiva, quelli che erano i rapporti tra i calciatori, con gli ultrà, con la dirigenza. Gillet è anche stato al centro di minacce che i carabinieri di Bari hanno intercettato in telefonate tra i capi ultrà. Palazzi, pur avendo deferito molti calciatori (e lo stesso ex allenatore del Bari, Mutti) per omessa denuncia, ha tenuto presente la richiesta di Laudati. Collaborazione continua Chi continua a collaborare con la Procura federale è Vittorio Micolucci. È del 7 giugno di quest'anno un suo fax alla Procura. Questa volta Micolucci parla delle partite del Bari, di Masiello, di altre presunte combine. Parla di Piacenza-Bari e Salernitana-Bari della stagione della promozione dei biancorossi in Serie A (2008-09). Ma anche di partite col Treviso dell'anno prima, di quella col Parma già sotto esame. Riferisce, Micolucci, quanto gli ha detto Aldo Guarino. La stessa persona che cita Andrea Masiello nei suoi numerosi interrogatori e nell'audizione alla Procura federale. Anche Masiello parla della partita con la Salernitana, con il Treviso, ma quella parte è secretata. Si indaga ancora e delle novità potrebbero ancora arrivare. Sampdoria-Bari Ed è sempre Micolucci a fornire alla Procura federale la conferma che Masiello dice il vero sulla presunta combine. «Mi disse (Guarino, ndr) che dovevano aspettare notizia da Guberti appena arrivava a Bari». E Guberti vuole portare in aula proprio Guarino convinto che possa smentire Masiello e Micolucci. ___ L’ora del patteggiamento: serve un accordo “blindato” I legali di Conte in Figc. L’eventuale intesa dovrà essere congrua per la Disciplinare di GUGLIELMO BUCCHERI (LA STAMPA 29-07-2012) Ancora poche ore e il cammino processuale di Antonio Conte sarà più chiaro. Domani i legali del tecnico bianconero sbarcheranno nella Capitale per incontrare il procuratore della Federcalcio, Stefano Palazzi. Conte, sebbene senza grande entusiasmo, si è ormai convinto come la strada del patteggiamento non sia una macchia sulla sua carriera, ma il modo più veloce per uscire dallo scandalo: l’allenatore campione d’Italia con la Juve vuole, però, capire quali possano essere in concreto le basi dell’eventuale accordo con la procura federale che lo ha rinviato a giudizio (sportivo) per una doppia omessa denuncia. Quattro mesi di squalifica, sei o qualcosa di più: gli avvocati di Conte dovranno tornare a Torino dal blitz romano spiegando al tecnico a cosa andrebbe incontro patteggiando. Uno stop di quattro mesi è quello a cui mirano i legali del tecnico, una squalifica di sei potrebbe essere il punto di equilibrio indicato dalla procura, qualche mese in più di inibizione sarebbe il risultato di una posizione di Palazzi tale da giudicare grave la reiterazione del reato di omessa denuncia secondo le valutazioni della procura. L’eventuale fumata bianca al termine della trattativa lampo fra il pool difensivo di Conte e il procuratore della Figc dovrà, poi, passare al vaglio dei giudici della Commissione Disciplinare mercoledì prossimo, giorno della prima udienza del secondo processo sulle scommesse di questa estate. Il via libera della corte di primo grado all’eventuale accordo raggiunto fra accusa e legali di Conte non deve essere visto come un semplice passaggio formale o automatico: i giudici faranno un’autonoma valutazione di congruità della squalifica frutto dell’accordo e, solo se al termine di tale riflessione la commissione la giudicherà in linea con quanto letto nell’atto di deferimento del tecnico della Juve, dopo una breve camera di consiglio, darà il proprio avallo con una delibera. Conte aspetta, i suo avvocati sono al lavoro. Mercoledì comincerà il processo sportivo: l’ex tecnico del Siena potrebbe uscirne già dopo poche ore grazie al patteggiamento, altrimenti dovrà sottoporsi al dibattimento. In quest’ultimo caso, Palazzi formulerà le proprie richieste di pena al termine del primo giorno e, per Conte, i mesi di squalifica richiesti potrebbero essere dodici o addirittura qualcosa di più. ___ -
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ODE AL MILAN POVERO C’erano una volta i tifosi rossoneri. In B riempivano San Siro e non volevano i soldi indietro “Casciavit” e mica “bauscia”, gente della perifera, che sa soffrire con la squadra fino ad accettare il purgatorio della serie cadetta L’esempio del capitano Franco Baresi. Accettò di non giocare in A respingendo le sirene che gli chiedevano: “Vieni da noi?” La trasferta di Cava de’ Tirreni e il clamoroso gol di Cassano a Taranto, davanti a tribune gremite (e gli spalti erano di legno duro) Non solo Ibra o Thiago Silva. La storia l’hanno fatta anche lo “sciagurato” Calloni, Dustin Antonelli e Stefano Cuoghi di PAOLO RODARI (IL FOGLIO 28-07-2012) Adriano Galliani l’aveva promesso e tre giorni fa l’orrido ha avuto inizio. Il Milan ha dato il là a una procedura che ha dell’incredibile: il rimborso degli abbonamenti per quei tifosi che non hanno gradito le ultime scelte di mercato del club della famiglia Berlusconi. Ti senti tradito dalla doppia cessione di Ibrahimovic e Thiago Silva? No problem. Potrai restituire la tessera alla società nei tempi e nei modi indicati. “E’ una questione di stile”, ha detto Galliani, stile, a suo dire, rossonero. C’era una volta il lancio della tessera. Lo facevano dieci, vent’anni fa o forse di più, i tifosi dell’Inter. Sotto Natale le cose erano già chiare a tutti: i nerazzurri non avrebbero vinto nulla. Fuori dalle coppe, arrancavano a metà classifica, a un passo dalla B. E allora eccoli, gli impellicciati della tribuna rossa, scendere sigaro in bocca fin verso il parterre e lanciare la tessera in campo mentre i giocatori rientravano mesti negli spogliatoi. Come a dire: “Io qui non ci vengo mai più!”. Un tifoso di sponda rossonera non l’avrebbe mai fatto. Che cosa conta vincere o perdere? La fede non cerca premi, la fede è cieca. Se c’è, resta, qualsiasi disgrazia accada. Allora non c’era sonfitta che tenesse. Figurarsi una campagna abbonamenti finita male. Il tifoso milanista, insomma, estrazione popolare, periferie maleodoranti, il tipo che mai si sarebbe permesso una cena all’Assassino nonostante sapesse che i suoi idoli era lì che sempre andavano a mangiare, “casciavit” e mica “bauscia” (copyright Gianni Brera) per intendersi, la tessera non l’avrebbero mai lanciata. Figurarsi protestare ancor prima del calcio d’inizio di fine agosto. Roba da fighette nerazzurre, suvvia. E, invece, la realtà è un’altra. Ed è che oggi qualcosa è cambiato. Cosa è stato non si sa, ma i diavoli della curva Sud sembrano non esistere più. Le brigate rossonere, la fossa dei leoni, il tifo proletario che la maglia ce l’aveva cucita dentro, nei polmoni che cantavano per novanta minuti e nelle budella che si contorcevano in moti di sofferenza irrefrenabili esattamente per lo stesso arco di tempo, sembrano svaporati. E sovviene alla mente un bambino di dieci anni appena compiuti. Padre juventino, cercava una sua strada. Troppo deludente il tifo bianconero per essere dei loro. La Juve vinceva campionati ma il suo Comunale era triste, freddo, sempre mezzo vuoto. Un amico lo invitò a San Siro con suo padre, milanisti nel midollo. Era il 15 maggio 1983, pioggia su Milano e rossoneri in serie B. Era la partita clou, con la Lazio che sarebbe arrivata a fine anno seconda, dietro il Milan. Partita clou, certo, ma pur sempre della serie cadetta. Di là, sui campi “veri”, Platini, Boniek, Prohaska. E di qui? Quel bambino sale le scale che portano ai distinti. Manca un’ora al fischio d’inizio, c’è silenzio dentro, almeno così sembra. Un gradino ancora e poi eccoli, cento metri di prato verde bagnati dalla pioggia. Il bambino è senza fiato. Quasi sviene. L’emozione gli sale in gola e lo fa piangere. Non è tanto il prato, dove per anni sognerà di giocare, e non è nemmeno l’attesa del match. E’ ciò che sta intorno a farlo ansimare. “Perché sono della Juve?”, si domanda invaso da un’angoscia vertiginosa. Centomila. I centomila dei due anelli. Seduti, in silenzio, aggrovigliati su tribune senza seggiolini, ad aspettare che Barbaresco di Cormons fischi il calcio d’inizio. Molti stanno in ginocchio, a metà degli spalti, nel passaggio che porta all’uscita. In ginocchio, non so se mi spiego. Quella gente rappresenta qualcosa che non si può descrivere, una fede vera per quel bambino che piange di stupore e di dolore insieme. Possibile? In serie B una folla così straboccante? Sì. Così era, il cuore del diavolo. Cuore pulsante, brigate di leoni, tifosi per davvero. Altro che spending review e paganti da rimborsare, altro che Galliani, o “anno zero” del Milan come lo chiama Allegri. “Milan campione, la Lazio in A è solo un’illusione”, mostrano le brigate sotto i fumogeni bianchi. E i ventidue entrano in campo. Di qua c’è un certo Franco Baresi, ci sono Vinicio Verza, Evani, Serena e Oscar Damiani. Di là Orsi, Manfredonia, Giordano e D’Amico. Partita a senso unico. Verza sulla fascia dribbla che non sa nemmeno lui come. Serena segna da ogni dove. Goleada rossenera e pubblico che è come se abbia vinto la Coppa del mondo. Mentre è soltanto la certezza matematica del ritorno in A. Che anno. Se ne vanno Novellino, Maldera, Antonelli, Buriani e se ne va anche Collovati, il grande traditore, che appena dopo aver vinto i Mondiali passa all’Inter. Ma è una fortuna, per il Milan. Perché lì, nel mezzo, è Franco Baresi a emergere. Ha ventidue anni e indossa la fascia di capitano: trenta presenze e addirittura quattro gol. Baresi riceve molte offerte in quei mesi. “Che fai nel purgatorio?”, è la voce di tante sirene. Ma lui rimane. Castagner, in panchina, lo inventa regista basso, un passo avanti la difesa, a dettare tempi e ritmi. Che senso ha tenerlo dietro se gli avversari non superano mai il centrocampo? Ma il motivo dell’avanzamento è anche un altro: Baresi deve dimostrare di saper giocare altrove. In Nazionale, infatti, ha davanti il mostro sacro Scirea, impossibile rubargli il posto. Ai Mondiali spagnoli, non a caso, Baresi non gioca un minuto. Ma la promessa è lui, e i tifosi del Milan lo sanno. E lo ricompensano con un affetto unico. E oggi? Che effetto fa oggi Baresi, “il capitano”, lui che nonostante i pochi soldi è rimasto nel purgatorio, a quei tifosi che rivogliono indietro i soldi? Pochi lo ricordano, il Comunale di Cava de’ Tirreni, tra Nocera Inferiore e Vietri sul Mare. Nel 1982 non era ancora intitolato a Simonetta Lamberti, una bambina uccisa proprio in quell’anno dalla camorra, per errore, nel tentativo di colpire il padre, il giudice Alfonso Lamberti. Era semplicemente il Comunale, niente in confronto a San Siro. Il 2 aprile c’erano dei tifosi rossoneri in quello stadio. Arrivarono da Milano per Cavese-Milan, ventottesima giornata di B. Un due a due dai contorni dubbi. Clamoroso il retropassaggio di Battistini che al posto di appoggiare su Baresi dà palla a Caffarelli che pareggia. Ma al di là del risultato ciò che qui conta sono solo loro, i tifosi, quei cento scesi da Milano in anni dove viaggiare non era così facile. Assiepati in uno spicchio del piccolo stadio come marziani arrivati da un mondo sconosciuto, hanno assistito alla partita in silenzio, senza nemmeno il coraggio di un timido “forza Milan”. Tifosi unici, veri, che già due anni prima (stagione 1980-81, il Milan ancora in B) scesero fino allo stadio Jacovone di Taranto, gradinate di legno duro, per una partita storica. Il Milan, capolista imbatutto fino a quel momento, perse tre a zero. Ma non sta qui la notizia. Piuttosto nel gol pazzesco – il due a zero – del numero 11 del Taranto, Cassano. Un momento unico, irripetibile, per i tarantini. Tanto che ancora oggi nei bar, per le strade, ne parlano. Cassano prende palla sulla sinistra. Punta l’area quando vede davanti a sé il “mostro” Baresi. Altro che il doppio passo di Messi o di Cristiano Ronaldo. Cassano mette in scena tre finte da manuale, palla incollata al tacco del piede e via. Alla terza Baresi è a terra, sdraiato, inerme. Cassano è solo in area e non gli è difficile segnare di sinistro. Lo Jacovone esplode a tal punto che anche il cameraman abbandona la sua postazione ed entra in campo ad abbracciare i giocatori. Con lui, con loro, decine di tifosi, un’invasione di campo imbarazzante ma anche lecita vista la storicità dell’evento. Fare mille chilometri per sedersi su delle panchine di legno e vedere la propria squadra perdere tre a zero non è da tutti. E’ un’impresa per tifosi veri, che ancora pagavano di tasca propria le trasferte, la paga della fabbrica dispersa in giro per l’Italia, benzina, chilometri e panini di fortuna. Chi rivuole i soldi indietro, chi si vergogna perché Ibra a Thiago Silva non sono restati, dovrebbe fare un giro a Milanello. Tra le coppe esposte c’è anche lei, la famigerata Mitropa Cup, il trofeo della Mitteleuropa cadetta. E poi dovrebbe ricordare che non dei soli Van Basten, Rivera, Gullit o Kaká è fatta la storia della propria squadra. C’è anche un certo Egidio Calloni a costellarla di eventi memorabili. Gianni Brera lo definì “sciagurato”, perché si mangiava gol impossibili, uno via l’altro, una goduria per i tifosi avversari. Rivera gli serviva assist pazzeschi, che lui sprecava suscitando più compassione che risentimento. Ma il buon Calloni fa parte della storia del Milan, compresa la sua umiltà che molti tifosi sembrano oggi non avere: dopo aver giocato nel Milan si ritirò a vendere gelati in giro per la Lombardia. In “Rossoneri” è Davide Grassi a dedicargli parole che restano: “Calloni mi piaceva perché era un simbolo dell’imperfezione e, quindi, reale, umano. Lo sciagurato Egidio da Busto Arsizio da bambino tifava Inter e da grande, nel 1974, diventò centravanti del Milan”. E dopo Calloni, ecco Luther Blissett, l’anglo-giamaicano pupillo di Elton John. Blissett era unico: non segnava mai. Un bidone tremendo. Brera, ancora lui, lo soprannominò non a caso Luther Callonissett tanto gli ricordava Calloni. Era arrivato in Italia con un bel biglietto di presentazione, le ventisette reti segnate in Premier League con la maglia del Watford. Per portarlo al Milan il presidente Farina versò nelle casse della società inglese due miliardi e duecento milioni di lire. E lo fece nonostante si sapesse che sotto porta, Blissett, non fosse poi chissà quale fenomeno: il “Nickname” che gli avevano affibbiato, infatti, i tifosi del Watford era “Miss it”, e cioè “sbaglialo”. Arrivato a Milano si rivolse ai tifosi e disse loro: “Platini ha segnato diciotto gol ma io ne farò di più. Diventerò presto il vostro idolo”. Segnò appena cinque gol e venne immediatamente rispedito al Watford. Ma la sua leggenda non tramontò. Anche se scarso fu amato. I tifosi del Milan non avevano, allora, alcuna puzza sotto il naso: Blissett e i suoi “nongol” restarono mitologici. E con Blissett tanti altri. Scrive ancora Grassi: “Chi si ricorda, ad esempio, di Giulio Zignoli, detto il Prete per la sua fede fervente? Pochi, quasi nessuno. Eppure giocò ben cinque stagioni nel Milan degli anni Settanta. Era un terzino fluidificante di cui ho ancora chiare le sgroppate sulla fascia e i calzettoni arrotolati, alla Pierino Prati. Me lo ricordo bene. Altro esempio: Roberto Antonelli, detto Dustin, per la somiglianza con l’attore americano Dustin Hoffman. Quando si rievoca il Milan della Stella tutti pensano all’ultima annata – pregiata e dispensata con parsimonia – del mio idolo Rivera. Oppure ai gol di Aldo Maldera e alle parate di Ricky Albertosi. Ma lui, Dustin, fece una stagione incredibile. Prendeva la palla e poi verticalizzava il gioco, come si usa dire – in modo orrendo – oggi. E quanti milanisti sanno oggi chi è Stefano Cuoghi? Centrocampista, era soprannominato Bombardino e con la maglia rossonera calcò i duri campi della serie B. Come anche Vinicio Verza – per il quale avevo una vera adorazione – una mezzala scaricata troppo presto dalla Juventus che venne invece apprezzata a Milano. E ancora: Joe Jordan, lo Squalo scozzese, che quando giocava si toglieva gli incisivi per esibire un sorriso terrificante. Squalo in campo, ma gentiluomo fuori. Avrebbe potuto recitare nel film di Ken Loach che porta proprio il suo nome: “My name is Joe”. Sarebbe stato perfetto nella parte dell’allenatore che tenta di allontanare gli amici dalla droga e dal disagio sociale insegnando come si colpisce la palla di testa. E a qualcuno dice qualcosa il nome di Antonio Rigamonti? Era il portiere di riserva del Milan della Stella e non giocava quasi mai. Alto e magro, aveva due baffi che lo avrebbero reso perfetto per uno spaghetti western di Sergio Leone. Nel suo piccolo diventò famoso perché, quando ancora giocava nel Como, tirava i rigori. E in quel modo segnò anche tre reti. Ancora oggi è secondo nella classifica dei portieri-cannonieri italiani: meglio di lui ha fatto solo Sentimenti IV, con otto gol. Potrei continuare a lungo a elencare giocatori, come vini d’annata. Una volta passai una bellissima serata con un amico casciavit a ricordare milanisti di secondo (e a volte anche terzo) piano persi nella notte dei tempi. Un passatempo che consiglio anche ai tifosi di altre squadre. In quell’occasione uscirono nomi incredibili: Zazzaro, Golin, Minoia, Dolci, Casone, Paina, Silva, Galluzzo, Mancuso, Carotti, Macina, Vincenzi, Chiodi, Mandressi, Gaudino. Questi nomi sono musica per le mie orecchie. Profumo di figurine Panini”. Musica per le orecchie, profumo da Panini. Quanto varrà fra vent’anni, per un tifoso oggi ancora in erba, la figurina Panini di Rodney Strasser. Probabilmente di più, molto di più, di quella di Ibra. Perché lui, il centrocampista sierraleonese, nel Milan di Ibra ha giocato una sola volta, quasi per caso. E lui, a differenza di Ibra, non se ne è andato, pronto a entrare in campo per quei pochi e veri tifosi rimasti. ___ SW SPORTWEEK 28-07-2012 ___ ODE A DE LAURENTIIS Alt di Lega e Juve: Supercoppa in Cina De Laurentiis aveva cercato in extremis di portarla in Italia, ma i danni sarebbero stati enormi. Per tutti di MARCO IARIA (GaSport 29-07-2012) La Lega e la Juventus hanno respinto al mittente l'idea-provocazione, l'ultima della serie, di Aurelio De Laurentiis. La Supercoppa italiana si giocherà l'11 agosto a Pechino, come da programma. Altro che valzer dell'ultim'ora. Una decisione presa anzitempo, la macchina organizzativa avviata e a pieni giri, già tre sopralluoghi in Cina tra Lega, club e agronomo, voli aerei e alberghi bloccati, nessuna ragione valida per uscire dal contratto con la United Vansen International da 3,3 milioni (prima tranche già versata) che le finaliste si spartiranno a metà, anzi il rischio di pagare penali e danni per impegni che gli organizzatori, a sole due settimane dalla partita, hanno già assunto. La Juventus, poi, non accetta affatto il balletto del patron del Napoli, che inizialmente aveva cercato di convincere in tutti i modi Andrea Agnelli a digerire la trasferta cinese. Impresa riuscita, tanto da far cancellare alla Vecchia Signora la tournée in Nordamerica e i big match con Psg e Real Madrid. Conseguenze Annullare ora l'evento — che oltre alla finale prevede tutta una serie di appuntamenti promozionali e istituzionali nei cinque giorni precedenti — esporrebbe il calcio italiano a una figuraccia internazionale. E di sicuro schiuderebbe le porte di un mercato allettante come quello cinese alle altre società. Per volume d'affari la Serie A è il novantesimo gruppo industriale del Paese, ma quando capitano incidenti del genere finisce per assomigliare a una compagnia di giro. Ci si lamenta della crisi di competitività del movimento, della fuga delle stelle e dei rubinetti chiusi dei mecenati, salvo poi mettere a repentaglio una simile opportunità che consentirebbe all'Italia del pallone di crescere nel comparto dove è più indietro, i diritti internazionali e l'appeal commerciale oltreconfine. D'altronde, era stato lo stesso De Laurentiis a sostenerlo fino a un mese fa: «Dobbiamo seminare l'italianità ed evitare che Spagna e Germania vadano in Cina. Abbiamo bisogno di una grande visibilità». L'altro ieri l'inversione a U: trasferta off-limits per i tifosi azzurri, stress pazzesco per i giocatori. E la controproposta di far disputare la Supercoppa in due partite, una a Torino l'altra a Napoli. Ipotesi, questa, irrealizzabile perché il regolamento, approvato dall'assemblea di Lega, parla di finale unica e su questo presupposto sono stati venduti alla Rai i diritti tv, in abbinata con la Coppa Italia, per un valore di 750 mila euro. Motivi Ma perché il produttore ha cambiato idea? Le proteste della piazza, certo, ma soprattutto la Dragon Cup (triangolare con due squadre cinesi) saltata per la mancanza di autorizzazioni (mentre il supercafone si autoproclama urbi et orbi imperatore della professionalità, ndt) . De Laurentiis si aspettava di sfruttare la Supercoppa per fare affari: evidentemente è rimasto deluso. Ieri sera l'ufficio stampa del Napoli ha fatto sapere che il presidente continuerà nelle prossime ore a cercare di riportare l'evento in Italia, «ma se non fosse possibile rinunciare alla trasferta andremo in Cina». Sarà così. -
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LA LETTERA Sei Conte, non devi consegnarti alla giustizia barbara di GIUSEPPE CRUCIANI (il Giornale 28-07-2012) Caro Antonio Conte, ti conosco come uomo di campo e di battaglia. Molti parlano della tua integrità morale, ma queste sono categorie dello spirito che non mi interessano. Sono sicuro che se avessi saputo di combine di qualche giocatore della tua squadra li avresti presi uno ad uno per il bavero e attaccati al muro. Ma il punto non è questo. Se il tuo avvocato ti consiglia di patteggiare per evitare guai maggiori, beh, mandalo a quel paese. Che non ti venga in mente di scendere a patti con una giustizia sportiva che è peggio dei processi staliniani dove ti spedivano in Siberia per niente. Non puoi difenderti. L’imputato deve portare le prove della sua innocenza. Basta la frase di un pentito, o presunto tale, per inchiodarti. I tempi sono talmente veloci, che ti trovi condannato prima di cominciare. Una barbarie che nessuno ha il coraggio di denunciare. Una roba che al confronto i tribunali del popolo erano all’acqua di rose. Almeno in Urss ti mandavano al confino e alla morte in nome dell’ideologia; c’era insomma un fine criminale ma c’era. Qui il processo sportivo serve solo a regolare i conti tra dirigenti, giocatori e addetti ai lavori. Se ne occupano una manciata di burocrati che prendono le carte dell’accusa e ti mandano al rogo. Assurdo che centinaia di milioni di euro, il business del pallone, possa venire compromesso in questo modo. Eppure nessuno dice niente. Nel mondo del calcio prevale l’omertà, i piccoli compromessi, le convenienze. Ecco perché, caro Conte, è il momento di ribaltare tutto. Devi andare davanti a questo signore che si chiama Palazzi e dire chiaro e tondo: io non sapevo nulla di questi trucchetti e di quello che dice Carobbio non me ne frega niente, siete voi che dovete provare il contrario. Se ci riuscite bene, altrimenti amen. E siccome di prove (quelle vere) non ce ne sono, puoi stare sicuro che ne usciresti alla grande. Invece il patteggiamento non sarebbe da Antonio Conte. Sarebbe come tradire. Faresti, insomma, come quell’avvocato della Juve che nel 2006 chiese la serie B con la penalizzazione, ritenendola una pena congrua. Fu l’inizio della fine, la rinuncia alla difesa, l’abdicazione, la resa. Tu non sei fatto così. Dentro, lo so, hai voglia di spaccare tutto. Non fare l’errore di chi ti consiglia di cavartela con un accordicchio. Oggi le cose sono cambiate. Non sono un tifoso bianconero, ma il tuo presidente ha avuto il coraggio di scrivere un’altra storia. Ha distrutto i luoghi comuni su Calciopoli. Cerca di ridare un senso alla storia juventina, ha scoperto gli altarini dei moralisti da quattro soldi. Lotta alla grande. Questa Juve adesso se lo può permettere. Anche tu devi lottare. Verrebbe da dire: se non ora quando? Sei Antonio Conte! ___ Conte, prove di patteggiamento Il tecnico è poco convinto, ma lunedì i suoi legali incontreranno Palazzi: accordo su 6 mesi di stop? CALCIOSCOMMESSE Mercoledì via al processo: l’eventuale accordo deve arrivare prima STRADE DIVERSE Bonucci ha già deciso: andrà in aula per ribaltare l’accusa di illecito sportivo di GUGLIELMO BUCCHERI (LA STAMPA 28-07-2012) Ora che le accuse sono in campo, per le difese è tempo di studiare le prime contromosse. Antonio Conte è poco convinto di scegliere la strada del patteggiamento per liberarsi dal peso di un processo per doppia omessa denuncia, il tecnico della Juve campione d’Italia non vuole dare la sensazione di resa: senza macchie si considera Conte e, senza paura, è pronto ad entrare in aula mercoledì prossimo. Diversa è la posizione di chi cura gli interessi di Conte: per i legali dell’allenatore bianconero accettare un’eventuale accordo con la procura di Palazzi sulla squalifica da scontare non significherebbe un’ammissione di colpa, ma imboccare la strada più veloce per mettersi alle spalle il rumore dello scandalo. Le tappe sono obbligate, il tempo è poco. Così, per mettere Conte nelle condizioni di poter valutare tutte le opzioni sul tavolo, lunedì il pool di avvocati del tecnico della Juve avrà un incontro con Palazzi negli uffici della procura federale a Roma. Il legale di Conte, Antonio De Renzis, e quelli del club bianconero Luigi Chiappero e Michele Briamonte, cercheranno di trovare un punto di equilibrio fra la richiesta di pena del procuratore della Figc e la valutazione sul peso che la doppia omessa denuncia ha nelle valutazioni della difesa dell’allenatore. Il patteggiamento è previsto nel codice di giustizia sportiva - art. 23 e, una volta formalizzato fra le parti, dove ottenere il sigillo della Commissione Disciplinare il primo giorno del processo. I segnali che arrivano dagli uffici di via Po raccontano di 14 mesi come possibile quantificazione della squalifica di Conte, ma, gli stessi segnali, dicono che gli inquirenti federali potrebbero abbassare le proprie richieste di pena di qualche mese. Dove, dunque, il punto di equilibrio? Quello di lunedì sarà un sondaggio che dovrà, però, tradursi in qualcosa di concreto subito dopo perchè il conto alla rovescia per l’inizio del procedimento e, quindi, per la delibera sull’eventuale accordo - sta già per scadere: il patteggiamento prevede uno sconto di un terzo della sanzione e, numeri alla mano, sul tavolo di Palazzi, Conte e la Juve, potrebbero trovare un’intesa sui 6 mesi (forse qualcosa in meno) di squalifica. Di possibile patteggiamento, intanto, si discute in quasi tutti i quartier generali dei tesserati a processo così come dei club deferiti tranne che nel caso di Leonardo Bonucci, deciso ad affrontare il dibattimento convinto di ribaltare l’accusa per illecito sportivo. La ricerca di un accordo con la procura potrebbe coinvolgere il Siena, forse il Bologna e la Sampdoria. E, il Toro? Il club granata ci sta pensando. Prima, però, vuole capire quali possano essere i margini di manovra perchè l’ex Pellicori, per colpa del quale il Toro è a processo, riesca a far derubricare l’accusa di illecito in quella di divieto di scommettere. ___ CorSera 28-07-2012 ___ Lo scandalo Calcioscommesse Tempi stretti per i processi adesso è corsa per patteggiare art.non firmato (IL MATTINO 28-07-2012) ROMA. È una corsa contro il tempo per le 13 società (12 senza l'Ancona fallito) e i 45 tesserati deferiti dal Procuratore Stefano Palazzi nell'ambito del calcioscommesse. I due processi, visto che la Commissione disciplinare presieduta da Sergio Artico ha deciso di separare i filoni d'inchiesta sono imminenti: l'1 e 2 agosto quello sugli atti di Cremona; il 3 e 4 quello sugli atti baresi. Si vaglia inoltre la possibilità di creare due Commissioni per arrivare alle sentenze quanto prima e delineare la situazione soprattutto in serie B, dove Lecce e Grosseto rischiano di finire in Lega Pro, creando un vuoto che Vicenza e Nocerina sono pronte a occupare. «Il diritto sportivo non può avere i tempi di quello ordinario. Ma arrivare a tempi così celeri come quelli imposti da queste indagini è difficile: in un solo weekend dovremo preparare la nostra memoria» lamenta l'avvocato Giulia Bongiorno, che tutela le sorti della Sampdoria che rischia di sporcare il ritorno in A con una penalizzazione, così come Bologna, Torino e Siena. L'Udinese, invece, deferita per omessa denuncia, può subire al massimo un'ammenda. Le società (oltre alle citate ci sono anche AlbinoLeffe, Bari, Novara, Portogruaro e Varese) si sono dichiarate «estranee ai fatti» e il Lecce è pronto a rivolgersi al Tar e al Consiglio di Stato mentre il patron del Grosseto ha definito «vergognoso» il procedimento ormai prossimo. Tra i 45 tesserati, però, c'è chi ipotizza di patteggiare e rendere le squalifiche meno amare (si ridurrebbero di un terzo). 33 i deferiti per illecito che temono uno stop di almeno tre anni. Tra questi, il capitano del Bari Andrea Masiello, autore della fitta rete di contatti con giocatori e amici scommettitori, dovrà rispondere di sei illeciti. Tanti quanti le partite per cui è stato deferito il Bari. E un Bari-Udinese accomuna Simone Pepe all'ex Bari e al suo compagno nella Juve, Leonardo Bonucci. Il difensore della Nazionale è tirato in ballo direttamente da Masiello, ma con i federali si è giustificato: «Posso immaginare che lui possa aver covato nei miei confronti una sorta d'invidia per la mia carriera». Nella corsa al patteggiamento potrebbe rientrare anche il tecnico bianconero, Antonio Conte. La doppia omessa denuncia per le partite con Novara e AlbinoLeffe, quando era alla guida del Siena, potrebbero costargli con il patteggiamento 4-8 mesi di stop. Probabile quindi che il salentino metta da parte l'orgoglio con cui si è finora difeso dalle accuse dell'ex Filippo Carobbio, condizionate, secondo lui, dall'acredine per un permesso non concesso al giocatore che voleva assistere la moglie incinta. ___ SportEconomy.it 05:08 - sabato 28 luglio 2012 Editoriale - Calcioscommesse: Conte-Fontana, due pesi e due misure E' stata pubblicata ieri sul sito della FIGC la motivazione della Corte di Giustizia Federale in relazione alla posizione del calciatore Alberto Fontana (ex secondo portiere del Novara calcio). I lettori di questa agenzia sono invitati a fare una profonda riflessione; perché per Alberto Fontana non è stato applicato il criterio "in dubio pro reo" applicato per Antonio Conte (oggi allenatore della Juventus F. c. ) dal procuratore Palazzi, principio che ha portato, per quest'ultimo, alla contestazione solo dell'omessa denuncia? E già si parla da più parti tra l'altro di "patteggiamento". Perché per Alberto Fontana non sono stati applicati i criteri utilizzati per i proscioglimenti di Manfredini e Fabbri, processo calcioscommesse dell'anno scorso? Perché l'indagine difensiva di Alberto Fontana non è stata considerata, ancorché ritenuta ammissibile? A queste domande nella motivazione in esame non ci sono risposte. Nessuna risposta c'e anche sul "sentito dire" o meglio sul "doppio sentito dire". Alberto Fontana è importante ricordarlo è stato condannato a 3 anni e 6 mesi, in quanto il "pentito" Carlo Gervasoni avrebbe sentito dire da Gegic (attualmente latitante) della partecipazione del portiere all'illecito. La conclusione è solo una ed è abbastanza chiara: anche nella giustizia sportiva si puo' parlare di "due pesi e due misure". E credeteci è molto triste scriverlo, oltre che pensarlo, perchè in linea di principio dovremmo sapere di poter contare su una giustizia "certa", oltre che "giusta", ma anche su parametri di valutazioni uguali per tutti: per i giocatori di B o lega pro, come per i top player di A. -
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Conte ha deciso è patteggiamento Accusato di omessa denuncia, d’intesa con la Juve il tecnico negozia con Palazzi per avere solo quattro mesi di squalifica Rischia 18 mesi, la società è dalla sua parte. E anche Pepe patteggerà di ALBERTO ABBATE (CorSport 28-07-2012) Decide la Juve, Conte patteggia. Alza le mani, nessuna resa. E’ stata una vittoria aver scongiurato l’illecito sportivo, ora bisogna limitare i danni. Lo chiede la società, è al suo fianco, ma la sua panchina non potrà certo restare vuota 18 mesi. Si sente innocente Antoniocapitano, ma adesso contano solo il bene della Juve e la sua carriera. Contatti frenetici ieri a Torino, fra i legali dell’allenatore e del club. Per ottenere “insieme” un altro successo: la riduzione della doppia omessa denuncia a 4 mesi. Magari con un’ammenda sostanziosa: 200-300 mila euro. E’ iniziato il “patteggiamento” con Palazzi. SI PATTEGGIA - E’ cinefilo, forse a Siena non si fidava degli attori: «Il giorno precedente a ogni partita, in ritiro, cercavo di portare i calciatori al cinema prima di ogni gara per evitare il tempo libero individuale» , racconta Conte nei verbali in Procura Federale. Dove da ieri è iniziato un altro film. S’intitola: «Il patteggiamento» . Nell’ultima pellicola, il regista Palazzi ha lasciato tutti sulle spine, ha mandato l’allenatore al processo, ma con un colpo di scena. Qualcuno s’è persino commosso giovedì per la doppia omessa denuncia: «E’ cambiato totalmente lo scenario delle accuse di Carobbio verso Conte» , sospirava l’avvocato De Rensis. UN PARI E’ UNA VITTORIA - Eppure, se l’avesse scritto Conte quel “maledetto” copione, sarebbe stata una bellissima commedia. Voleva il proscioglimento, lo juventino. Non ha perso la speranza, vorrebbe continuare a lottare per vincere. Ma spesso un bel pareggio, accontenta tutti. Lo bisbiglia pure Palazzi nei deferimenti: «Sestu ha ricordato come nella riunione tecnica pre Novara-Siena,Conte avesse auspicato una vittoria, ma anche un pari. In quel frangente del campionato, i toscani erano a due soli punti dalla promozione e si erano registrati dei passi falsi. A un soffio dal traguardo, il timore di non conseguirlo, può aver indotto al “compromesso” un tecnico vincente come Conte» . OBIETTIVO 4 MESI - Ecco, la storia potrebbe ripetersi anche di fronte alla “dura” lex sportiva. Meglio andare allo scontro col rischio di beccarsi 18 mesi di squalifica o “patteggiarne” subito 6 per arrivare a 4? La Juve non ha dubbi. La strategia è iniziata, sarebbe un “miracolo” ottenere uno sconto simile: potrebbero esaudirlo Palazzi e la Disciplinare, accogliendo la preghiera bianconera. La proprietà s’è schierata al suo fianco, considera Conte il comandante della squadra, guai a lasciarsi andare proprio adesso a individualismi: nell’uno contro uno, potrebbe schiantarsi. E affondare. Meglio mantenere il timone e manovrare nell’ombra la nave bianconera. Circoscrivendo al minimo il buio. BONUCCI E PEPE - Non solo Conte. La Juventus è al fianco del suo staff (Alessio e Stellini) e dei “guerrieri” Pepe e Bonucci: «Fiducia assoluta e pieno sostegno» , ribadisce John Elkann. Il difensore della Nazionale dovrà essere sorretto. Trafitto dall’illecito, è pronto alla battaglia legale per scongiurare una sentenza, che ne distruggerebbe la vita calcistica: 3 anni di squalifica. Sono già al lavoro i suoi avvocati. Cercheranno di smontare le accuse di Andrea Masiello. Il “pentito”, che ha inguaiato pure Pepe per quell’Udinese-Bari. S’è beccato un’omessa denuncia, che potrebbe patteggiare con 3-4 mesi di squalifica. S’era difeso l’esterno bianconero, sul tentativo di combine dell’”amico” Salvatore Masiello. Non è bastata la passione per i motori: «Lo sentivo spesso, non ricordo di aver parlato con lui di una Ferrari, ma da quando ho dieci anni avevo il desiderio di averne una» . E’ finito fuori strada. ------- CorSport 28-07-2012 LE AUDIZIONI ALLA PROCURA FEDERALE «Carobbio frustrato perché il Siena decise di cederlo» Mezzaroma smonta così il grande accusatore di Conte: «Non accettava di andare allo Spezia, per convincerlo dovemmo pagare un incentivo» Il parto della moglie di Carobbio e il permesso negato al giocatore, la compagna di Conte racconta: «Lei accusò Antonio, io replicai» Ecco alcuni stralci delle audizioni in Procura Federale. Mezzaroma contro Carobbio « Posso dire che il calciatore Carobbio rientrava in un progetto finalizzato alla promozione in serie A. In tale ottica l'acquisizione della sue prestazioni sportive fu condivisa da me insieme ai sig. Giorgio Perinetti, responsabile dell’area tecnica del Siena. A promozione raggiunta Carobbio non venne ritenuto, sotto il profilo tecnico, un giocatore adatto a disputare la serie A. Per questa ragione insieme ad altri calciatori del Siena venne ceduto. Nello specifico, Carobbio fu ceduto allo Spezia in Lega Pro, Prima Divisione. Ricordo che mi fu riferito dai miei collaboratori che non fu agevole convincerlo ad accettare una categoria di due livelli inferiore. Pur di convincerlo, pagammo un ricco incentivo all'esodo. Dico tutto ciò perché posso immaginare che questa situazione possa aver ingenerato in Carobbio, se non risentimento, una sorta di frustrazione nei confronti della dirigenza del Siena (....) ». Sulla circostanza raccontata da Carobbio di una scommessa di Mezzaroma sulla sconfitta del Siena contro il Varese, episodio che secondo il centrocampisa fu raccontato da Coppola nello spogliatoio, il presidente del Siena risponde così: « Non so nemmeno di cosa stia parlando Carobbio. Posso dire che il mondo delle scommesse non mi appartiene e non appartiene alla mia famiglia per tradizione, considerato che nemmeno durante le festività natalizie giochiamo a soldi ». Parla la compagna di Conte Fra le 13 testimonianze a favore di Antonio Conte c’è quella della compagna Elisabetta Muscarello. Domanda: sa anche che un calciatore, Carobbio, ha dichiarato che Antonio Conte gli disse che una certa partita si doveva pareggiare. E’ a conoscenza di qualche situazione o ragione che possa chiarire anche questa vicenda? Risposta: « Ricordo che nella primavera dell'anno in cui Antonio era a Siena, fui invitata al compleanno di uno dei figli dei signori Brienza: quest'ultimo era un giocatore del Siena allenato da Antonio. Quando arrivai, mi accolsero le mogli di Vergassola, di Calaiò, di Brienza e di altri ragazzi. Dopo una decina di minuti, vidi venirmi incontro una ragazza che non avevo mai visto, con insieme un bambino o una bambina in braccio. Questa donna mi si presentò e, finiti i convenevoli, iniziò a raccontarmi che cosa secondo lei era successo in merito al parto di sua figlia. Mi disse che per colpa di Antonio, il marito Carobbio non aveva potuto assistere alla nascita di suo figlio, o figlia. Disse anche che, per sopperire alla mancanza del compagno, aveva dovuto pagare un'ostetrica. Disse che questo intervento esterno le era costato non ricordo più se mille o millecinquecento euro, somma che avrebbe dovuto richiedere ad Antonio. Non nego che il tempo e il modo in cui questa donna si è espressa mi ha lasciato un po’ senza parole. L'imbarazzo lo sentii io ma anche le persone che mi erano accanto (...) In altri termini, sembrava non aspettasse altro che dirmi questa cosa. Io presi quindi un minuto per elaborare questa cosa, cosa che io comunque non conoscevo, quindi le risposi ironicamente. Io dentro di me ero d'accordo che Antonio non avesse lasciato Carobbio andare ad assistere al parto. Ironicamente dissi alla signora Carobbio: "Ma davvero Antonio ha fatto questo? Allora quando tornerò a casa lo sgriderò per non aver mandato tuo marito". Dissi queste cose anche per togliermi dall'imbarazzo. Quindi dissi: "Non mi stupisce che Antonio abbia fatto questo. Ti assicuro che se fosse nata la nostra, di figlia, avrebbe fatto lo stesso e non si sarebbe presentato in sala parto". Alla mia risposta così secca, la donna non ebbe modo di ribattere e si allontanò (.. . ) Tengo a precisare che subito non riferii ad Antonio l'episodio, ciò anche d'accordo con la signora Vergassola: ci accordammo di non raccontare l'episodio ai mariti. Ora mi è parso opportuno raccontarlo ». Sganga e l’incontro con Coppola Pier Paolo Sganga, consigliere d’amministrazione del Siena, viene coinvolto nella vicenda come il presunto personaggio che avvicina Coppola prima della sfida col Varese per rendere partecipe lo spogliatoio della presunta scommessa di Mezzaroma sulla sconfitta della sua squadra. « Nella settimana antecedente la gara contro il Varese mi ero recato a Colle Val d'Elsa per l'annuale incontro con gli assicuratori. Ad inizio allenamento ebbi modo di incontrare i calciatori che entravano in campo e ne salutai alcuni. Incontrato il calciatore Coppola, feci una battuta del tipo "oh ! che siete in vacanza?"; il calciatore se ne andò subito come posso aver fatto anch'io, guardandomi perplesso. Dichiaro che feci la battuta proprio al calciatore Coppola perché forse si era attardato ad allacciarsi una scarpa e quindi più facilmente avvicinabile. L'aver parlato con Coppola fu un fatto del tutto casuale (. . . ) Affermo che la persona che, stando a quanto riportato sul giornale, avrebbe invitato Coppola ad alterare la gara contro il Varese, non sono assolutamente io, ma non posso purtroppo fornire alcuna collaborazione per l'identificazione di tale soggetto ». Di Vaio... solitario a Bologna Marco Di Vaio, ora a Toronto, è stato deferito per omessa denuncia in relazione a Bologna-Bari del maggio 2011, la gara per la quale Portanova ha preso illecito sportivo. Il difensore raccontò di un incontro con alcuni soggetti provenienti da Bari che si professavano amici di Masiello, incontro che, secondo Portanova, venne riferito al campo di allenamento, presente Di Vaio. L’attaccante nega e poi racconta: « A partire dal marzo del 2011, periodo nel quale firmai il rinnovo del contratto col Bologna per altri due anni, fui emarginato da quasi tutta la squadra, in particolar modo dai "veterani" tra i quali campeggiava Portanova, leader di un gruppo che sicuramente comprendeva Viviano, Morleo, Esposito, Mudingayi. In sostanza alcuni miei compagni mi rinfacciavano la circostanza che io, in veste di capitano, mentre avevo tenuto insieme il gruppo nei momenti precedenti difficili del quasi-fallimento (e tale unione di gruppo portò a molteplici vittorie insperate con la relativa posizione tranquilla della squadra in classifica), avevo di mia iniziativa sottoscritto un contratto nonostante che la società con gli altri giocatori nemmeno parlasse di un possibile rinnovo ». ------- E ora corri a pentirti che Palazzi ti libera Al via i patteggiamenti. Un autogol il «dubbio pro» Conte Solo per il tecnico non sono certi gli spifferi di Carobbio Erodiani: «Lotito faceva combine» di ALBERTO ABBATE (CorSport 28-07-2012) ROMA - Mani in alto. Si penta, chi può. E’ già partita la corsa al patteggiamento, le diplomazie non possono perdere un attimo di tempo. Perché stavolta per tanti - ben 33 richieste d’illecito su 45 - sarà una vera battaglia. C’è chi rischia 3 anni di squalifica, chi addirittura la radiazione, chi s’è già pentito: Andrea Masiello ha straparlato pur di assicurarsi uno sconto. Roba d’altro mondo. Altri andranno allo scontro: con il «dubbio pro reo» a favore di Conte, che ha scongiurato l’illecito, Palazzi sguinzaglia la rabbia dei 67 condannati già in secondo grado, per gli spifferi di Carobbio. In fondo, alla fine sorridono: avranno un importante appiglio di fronte al Tnas. PATTEGGIAMENTO - E’ una scorciatoia per salvarsi, prevista dall’articolo 23 del Codice di Giustizia Sportiva. In caso di collaborazione, viene integrato l’articolo 24 e un’ulteriore riduzione della pena. Già stanno negoziando da ieri, gli avvocati dei deferiti, con la Procura Federale. Raggiunto l’accordo fra “accusa” e “difesa”, i giorni del processo (dall’1 al 4 agosto) la Disciplinare potrà ratificarlo, «una volta ritenuta corretta la quantificazione dei fatti, come formulata dalle parti con congrua sanzione indicata» . Il patteggiamento chiude il procedimento nei confronti del richiedente. GLI SCONTI - Chi richiede il patteggiamento, generalmente sa prima quale sarà la richiesta, in termini quantitativi, della Procura Federale: da 6 mesi a un anno, per omessa denuncia; da 3 anni alla radiazione per illecito. I pesi e le misure variano a seconda di aggravanti e reiterazioni di reati. Il patteggiamento porta, per giurisprudenza, a uno sconto di un terzo della sanzione. In linea di principio, viene chiesto prima dell’inizio del dibattimento, ma è possibile avvalersi dell’istituto anche durante l’intero processo. Quando la Disciplinare si chiude in camera di consiglio, è finita. ERODIANI SU LOTITO - Ventisei deferiti hanno patteggiato nell’ultimo processo. Solo così anche le società possono avvalersi della riduzione delle pene, in termini di punti. Il Napoli ad esempio potrebbe farlo al prossimo giudizio qualora dovesse patteggiare - come sembra - Gianello. Intanto, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Napoli dagli “accusati” Grava e Cannavaro. Gli azzurri rientreranno nel processo “invernale” insieme a Genoa e Lazio. Il 10 settembre riprenderanno le audizioni a Via Po su questi “casi non chiusi”. Erodiani prova a traforarli: «Posso riferire che nell’ambito degli scommettitori esce spesso la notizia che il signor Lotito è quello che gestisce le partite e le combine della Lazio e, dietro di lui, ci sarebbe l’ex presidente dell’Ancona Ermanno Pieroni» , si legge nell’ultimo verbale. AUTOGOL DI PALAZZI - Millantatore o credibile? Un pentito è credibile sempre o talvolta? Le domande ora sono assordanti. All’ex Ostello della Gioventù ci saranno 33 tesserati accusati d’illecito sportivo, parecchi sulle rivelazioni di Carobbio. Per loro ora sarà molto più facile contrastare la richieste. Con «il dubbio pro reo» affibiato a Conte per “giustificarne” una doppia omessa denuncia, la Procura Federale ha aperto un caso. C’era la certezza su tutti gli altri illeciti? E sui 67 già condannati pure dalla Corte di Giustizia Federale? Autogol di Palazzi. ------- LA NOVITA’ L’ex Masiello svela: «Truccate anche la gara col Treviso e Salernitana-Bari di ALBERTO ABBATE (CorSport 28-07-2012) ROMA - Andrea Masiello, arrestato a Bari, aveva già fornito la sua collaborazione (articolo 24) per poter patteggiare. Due nuove “combine” confessate potrebbero garantirgli un ulteriore sconto: «Con riferimento alla figura di Iacovelli - si legge nel verbale d’audizione del pentito - devo specificare che lo stesso fu tramite e coprotagonista di una combine relativa all’ultima partita di campionato di serie B 2008-2009, SALERNITANA-BARI del 23.5.2009». Seguono due mezze pagine di “omissis”, magari per poter garantire ulteriori indagini successive. Quindi l’ex difensore dell’Atalanta confessa ancora: «Voglio altresì riferire di un secondo episodio di alterazione concernente la partita BARI-TREVISO dell‘11.5.08». Tanti altri omissis a celare qualcosa, che probabilmente non finirà qui. Di sicuro non sconvolgerà il calcio, più di quanto non sia già accaduto.