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andrea

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di andrea

  1. Paco D'Onofrio pensa di aver ragione perché consulta i codici di diritto, invece dovrebbe consultare i codici delle porcate
  2. Se patteggi con questi banditi e riesci ad andare in Champions è una vittoria altrimenti...
  3. Ci saranno anche i servizi di vendem*****a?
  4. CELLINO SGANCIA LA BOMBA A "REPORT": “QUANDO ERO PRESIDENTE DI LEGA, BRUCIAMMO UN FALDONE CON LE FIDEIUSSIONI FALSE” - L'ATTUALE PRESIDENTE DEL BRESCIA SI RIFERISCE AL PERIODO POST CALCIOPOLI, QUANDO ERA ALLA GUIDA DEL CAGLIARI E ASSUNSE PRO TEMPORE LA GUIDA DELLA LEGA CALCIO: “STAVA CROLLANDO TUTTO, INIZIAI A PULIRE TUTTE LE SCHIFEZZE CHE C'ERANO LÀ DENTRO, LA FINANZA NON TROVÒ UN c****. E IO NON C'ERO NEANCHE...” 14.04.2023 18:38 Estratto da corriere.it Il mondo del calcio rischia di essere scosso da una nuova inchiesta, portata avanti dal programma tv Report, sulla Lega calcio. A far discutere già oggi è un'anticipazione - diffusa dal conduttore Sigfrido Ranucci - dell'intervista rilasciata dal presidente del Brescia, Massimo Cellino, all'inviato Daniele Autieri, che sarà trasmessa nella puntata di lunedì sera. Nell'estratto, di circa un minuto, Cellino parla del suo breve periodo (era il 2006, in piena fase post Calciopoli) alla guida della Lega Calcio, che assunse pro tempore al posto del dimissionario Adriano Galliani. «Cercavo di tenere la baracca in piedi, stava crollando tutto - dice Cellino - iniziai a pulire tutte le schifezze che c'erano là dentro, non sapevo da dove iniziare. Eravamo 6-7 presidenti, sempre riuniti in Lega, a cercare di organizzare il campionato». Poi la confessione choc: «Avevo un contenitore con tutti i dossier: chi era iscritto con una fideiussione falsa, chi si scaricava come Irpef il trasporto...andammo nel piazzale giù di sotto, c'era un bidone di ferro: buttammo tutto dentro e lo facemmo bruciare con la trielina. La Finanza tornò e non trovò un c****. E io non c'ero neanche.
  5. Palazzi: "Nuova calciopoli? Tante decisioni avranno ricadute importante. Massima fiducia nel Collegio di Garanzia" 14.04.2023 Stefano Palazzi, Presidente del Tribunale Militare Roma e Giudice Sportivo della Serie C, ha parlato della Giustizia Sportiva e delle Inchieste che vede protagonista la Juventus ai microfoni di Calciomercato.it: "Per la giustizia sportiva è un momento importante, ci sono tanti temi. Ritengo ci sia una grandissima autorevolezza che va riconosciuta alla giustizia sportiva, basta leggere le decisioni emanate e tutto il lavoro che c’è alle spalle. E c’è un grandissimo sforzo da parte di tutto l’ordinamento sportivo di valorizzare sempre di più la professionalità e l’autorevolezza della giustizia sportiva. C’è una multidisciplinarietà che fatico a trovare in altri ambiti giustiziali, e poi le decisioni hanno grandi ricadute su un profilo economico e sportivo, oltre a una rilevanza sociale trasversale. Il tifo bello è qualcosa di straordinario e trasversale. C’è grande fiducia anche nella voglia di miglioramento che va riconosciuta alla giustizia sportiva. Nuova Calciopoli? Ci sono tante decisioni sul tavolo della giustizia sportiva che stanno avendo o avranno ricadute molto importanti. Questo è sotto gli occhi di tutti e anche in questo c’è grande fiducia nell’ordinamento sportivo, nell’essere attenti ai fenomeni e quindi trovare gli anticorpi in questo senso”. Poi ancora sull’appuntamento del 19 aprile, se sia giusto punire severamente chi è coinvolto o se ci saranno evoluzioni particolari: “Non posso dare una risposta. Basta leggere i nomi che compongono il Collegio di Garanzia per essere fiduciosi sulla loro massima autorevolezza”.
  6. "MIA FIGLIA ERA FORTE, AVEVA IL SUCCESSO NELLE MANI, NON POSSO CREDERE CHE SI SIA VOLUTA SUICIDARE" - LA RABBIA DELLA MADRE DI JULIA ITUMA, LA PALLAVOLISTA 18ENNE MORTA A ISTANBUL DOPO ESSERE PRECIPITATA DALLA FINESTRA DELL'ALBERGO DOVE ALLOGGIAVA: "LA SUA COMPAGNA DI STANZA NON HA SENTITO NIENTE? MI SEMBRA IMPOSSIBILE" - JULIA AVREBBE LITIGATO AL TELEFONO CON UN RAGAZZO (NON È CHIARO SE ERA IL FIDANZATO), TANTO CHE LUI HA POI MANDATO MESSAGGI ALLA COMPAGNA DI STANZA DELLA RAGAZZA PER… 14.04.2023 Estratto dell'articolo di Brunella Giovara per www.repubblica.it […] Alla mamma si dice sempre la verità, forse. E l'ultima chiacchierata con Julia è stata vera e così sincera che "mi ha detto: mamma, abbiamo perso. Io ho fatto due punti, ma la squadra ha fatto schifo". E com'era, Julia? "Forte, come sempre. Era una ragazza molto forte, e non solo in campo. A 17 anni era in Serie A, quante sue compagne sono ancora in C. Aveva il successo nelle mani...". A 18 anni e qualche mese, Julia Ituma è sul lettino di un obitorio a Istanbul, […]. Suicidio, dice la polizia turca che sta facendo le indagini, ma non le ha certo già chiuse. […] come dice la madre Elizabeth, "era così forte, la mia ragazza, che non posso credere che si sia voluta buttare da una finestra. E poi qualcuno mi ha detto che era un balcone, insomma io voglio vedere con i miei occhi, i documenti, il posto. E Julia". E ieri sera è infine arrivata nella stanza 606 del Volley Hotel, […] Ha guardato il letto non ancora rifatto, e si è anche affacciata alla grande finestra che dà sul parcheggio, e guardando in basso ha facilmente immaginato la caduta di Julia, dal sesto piano fino alla tettoia che copre l'ingresso. L'altra mattina verso le 5 un inserviente ha trovato due scarpe sportive davanti alla reception, […] , ma poi ha guardato meglio e ha visto quel corpo e lì è cominciato "il mio incubo", dice Elizabeth, "vorrei svegliarmi ma non ci riesco. Non riesco a realizzare questa cosa". […] E su questa moquette da albergo si è spenta la vita breve di questa ragazza, alla fine di una serata certamente difficile, ma non solo per lei: perso 3 a 0 contro l'Eczacibasi Dynavit Istanbul. Semifinale di ritorno di Champions League, quindi fuori dai giochi. La squadra va a cena, poi tutti a dormire perché il giorno dopo si ritorna in Italia. […] alle 22 Julia chiama la madre, e chiacchierano un po', lei commenta la partita e poi ciao, a dormire. Ma Julia non dorme proprio, anzi esce dalla stanza che divide con la spagnola Lucia Varela, e decide di stare da sola nel corridoio. Le telecamere interne dell'albergo la inquadrano a lungo, tra le 22.30 e le 23.50. […] Cammina su e giù, avanti e indietro. Ha il cellulare in mano, e ogni tanto lo usa, la polizia lo ha sequestrato per capire con chi ha parlato e a chi ha scritto. JULIA ITUMA Di sicuro ha parlato con un ragazzo, un suo compagno di scuola nel liceo privato di Novara dove studiava da quando è entrata nella Igor Gorgonzola. Hanno litigato, come succede ai ragazzi. Erano fidanzati? Non si sa, ma di certo hanno discusso e a lungo e pesantemente, tanto che quel ragazzo ha poi mandato messaggi a Lucia, per dirle quello che era successo, e voleva essere sicuro che Julia fosse tranquilla. E lei non lo era, perché il video la riprende poi seduta per terra sulla moquette, la schiena appoggiata alla parete. È davanti alla sua stanza, e lì sta tanto, e a un certo punto è proprio abbandonata a una disperazione evidente. La testa sulle ginocchia, quelle gambe lunghissime che erano la sua forza. Piange? Non si capisce bene. E poi si rialza, dà ancora un'occhiata al cellulare, […] e rientra in camera. Racconterà alla polizia la compagna Lucia che al suo rientro si sono messe a parlare, e così sono andate avanti fino all'una e mezza di mattina. Di cosa hanno parlato? Del litigio, sicuro. Della partita, probabilmente, e anche della loro vita di giocatrici professioniste, piccole di età ma già autonome […] E poi Lucia si è addormentata. L'altra ha aperto la finestra scorrevole, scavalcato il parapetto, e così se ne è andata. "E la sua compagna di stanza non ha sentito niente? Mi sembra impossibile", dice la mamma. "Io non sono ancora riuscita a piangere, perché non ci credo ancora. A Pasqua eravamo insieme, abbiamo festeggiato con la famiglia, noi e i suoi fratelli. Julia era contenta", e la zia Helen racconta che qualche sera fa avevano giocato insieme, "mi sfidava a una gara di ballo, un rap del nostro Paese di origine, la Nigeria. Si balla dimenando il sedere, e abbiamo tanto riso. Poi è diventata seria e mi ha detto che basta, doveva andare a dormire perché il giorno dopo aveva l'allenamento". […]
  7. L'IMBOSCATA - "Sleale" non è la Juve, la barbarie di Chinè. Delittuoso mediare con la FIGC 14.04.2023 01:18 di Andrea Bosco Il “resto“. Il “fuori“ dal campo con la giustizia: ordinaria e soprattutto sportiva. Anche se chiamarla “giustizia“ quella sportiva, appare temerario. Sleale non è la Juventus, come afferma la Procura Federale. Sleale è il procuratore federale Giuseppe Chinè. Che ancora una volta ha dimostrato per la decenza. Chiudendo le indagini sul secondo filone di inchiesta , quello relativo agli stipendi, un giorno prima della gara di Europa League. Dando “biada“ ai media. Perché senza certe “buche delle lettere“ Chinè sarebbe un'anatra zoppa. Potesse (ma non può) Chinè , probabilmente farebbe “tintinnare le manette“ . L'architettura contabile (eventualmente) ha influenzato il risultato del campo? No che non lo influenzato. Multa magari, ma non penalizzazione. Dovesse chiederla, la barbarie di Chinè arriverebbe a vette non superabili . E sarebbe la seconda volta: Chinè, come Conan. E senza la simpatia di Schwazeneger. La Procura Federale che non ha mosso un dito verso società che non hanno pagato gli stipendi ai giocatori per un anno. Chinè, che non ha fatto un plisset nei confronti di quella società che ha trafficato con giocatori, che in realtà tali non erano, ma che egualmente erano stati iscritti a bilancio in fantomatiche plusvalenze: ha bisogno di tempo, in questo caso. Se ne riparlerà ( se se ne riparlerà ) tra qualche mese. Forse tra un anno. Chinè, che si è appisolato per i 100 milioni di plusvalenze fatte da un'altra società con sconosciuti ragazzini, presto spariti dalla circolazione. Chinè, che si è assunto il ruolo di “sicario“, al servizio di Ceferin e Gravina. Chinè il cui orologio giudiziario scandisce le ore sulla base dei processi della Juventus. Chinè, che si prende mesi per indagare, ma che pretende che le controdeduzioni della difesa vengano fatte in quindici giorni . Chinè, che “grazia“ Mourinho, il tempo necessario per consentirgli di non perdere la gara contro la Juventus, salvo squalificarlo “dopo“, in occasione del derby. Ma guarda un po'. Chinè, che se l'è sbrogliata velocissimamente per i “tamponi della Lazio“. Chinè, prono alle richieste di Gravina. Implacabile nel “colpire“ la Juventus, rea di non avere voluto baciare la pantofola di Ceferin, imbrattata da troppa altrui “saliva“: europea e italica. Chinè, che ha voluto penalizzare la Juventus a campionato in corso: una vergogna. Non la penalizzazione. Se risulterà colpevole anche al Coni, giusto penalizzarla. Lo schifo è averlo fatto a campionato in corso . Chinè, che come un fanatico prete dell'Inquisizione Spagnola sta minacciando la Juventus con la Vergine di Norimberga. Tradotto: la serie B. Chinè che crede alle streghe e si reputa intriso di “divina“ giustizia . Chinè che il campionato lo ha “falsato“. Con le sue oblique decisioni. Ha scritto Sainte Beuve che: “C'è un momento in cui si arriva alla saturazione, in quel posto che si chiama vita. E allora basta una goccia per far traboccare la coppa del disgusto“. Hai voglia, la “goccia“. Non c'è mediazione possibile con i Chinè e i Gravina. Altro che “patteggiamento“. Lo capisce anche un idiota che la Juventus è stata messa “in mezzo“ per compiacere Ceferin. La vicepresidenza dell'Uefa , uno come Ceferin , non te la offre senza un “conquibus“. E allora con questa Federazione sarebbe delittuoso “mediare“. Vogliono affondare la Juventus: vogliono dimagrisca. I 9 scudetti di fila sono una lisca che gli fa sanguinare la gola. “Chi troppo vince, usando il sistema, nuoce al sistema“ ha detto il Potente a quella cena romana che ho più volte citato . Vogliono la “redistribuzione dei pani e dei pesci“. Un calcio dove ogni anno vinca un club diverso. Perché se uno non fa le riforme, deve provare a ”giocarsela“ in questo modo, per tenere il c**o sulla poltrona. Giocasse in Italia si metterebbero di buzzo buono per affondare anche il Real Madrid. Il grande cruccio di Ceferin. Solo che “quelli“ hanno i giocatori più bravi e soprattutto l'allenatore più bravo. Oltre che gli avvocati più bravi. Ceferin non ci dorme la notte sognando Florentino. Ma per ora non ha trovato il “veleno“ che gli servirebbe. E poi in Spagna mica sono co*****i come in Italia. E fino a prova contraria il Real Madrid è il club che ha più tifosi nel mondo. Una miniera d'oro. Anche per Ceferin . Nel caso: la Juve cada in piedi . Con la schiena dritta. Come una Signora. Non come una donnetta. Mille volte ha asserito di essere innocente: sia coerente. Con Gravina non si deve mediare. Servirebbe invece lavorare “politicamente“ per ottenerne le dimissioni. Anche perché: oggi tocca alla Juve, ma domani potrebbe toccare ad altri. Una sola cosa, Gravina ha a cuore: il proprio “particulare“. Consultare per dettagli, Francesco Guicciardini. Se tratti con i gattopardi alla fine lo prendi dove non batte il sol. Perché i gattopardi, come spiega il Principe di Salina: "Fingono di cambiare tutto , affinché niente cambi“. Come ha fatto finora Gravina. E come continuerà a fare . Se qualcuno non lo fermerà".
  8. E motorino lanciato in campo, anzi, visti i tempi, bici elettrica
  9. Nino Ori a RBN: "Manovra stipendi, la Juve si difenderà pesantemente. Non credo che i 15 punti incideranno" 13.04.2023 13:50 Intervenuto ai microfoni di Radio BiancoNera, Nino Ori ha parlato della chiusura delle indagini sulla manovra stipendi: "Di fatto Chinè contesta al club il principio di lealtà sportiva. Stavolta almeno è partito in maniera giusta, non come nel caso delle plusvalenze. L'articolo 4 sta bene su tutto, puoi farci rientrare tutto e può prevedere dei punti di penalizzazione. Si gioca il jolly così Chinè. In concreto ora la Juve ha due settimane di tempo per presentare le controdeduzione e poi arriveranno i deferimenti. Ha comunque messo tutti i procedimenti insieme, tutto in un calderone. Probabilmente più roba ci metti dentro e più puoi rompere le scatole. Nel comunicato Juve c'è una frase perfetta, ossia che la società ritiene di aver applicato correttamente i rilevanti principi contabili internazionali, nonché di aver operato nel pieno rispetto del principio di lealtà sportiva. La Juve in sostanza non sta lì a guardare ma si difende pesantemente, avvalendosi di tutte le armi di cui si può avvalere, magari anche TAR e Consiglio di Stato. Magari per la manovra stipendi non succede niente. I conti della società stanno molto bene, meglio di quanto ci raccontano i media. Il deferimento? Dall'arroganza della giustizia sportiva possiamo aspettarci di tutto. Non credo che togliere o meno i 15 punti incideranno sulle richieste.
  10. Ho sentito Spalletti parlare della bandierina rotta da Leao: giuro che pensavo fosse un imitatore Come se la mancata ammonizione avesse cambiato il corso della partita
  11. PROCESSI ALLA JUVE PENE GIUSTE NON ESEMPLARI di STEFANO AGRESTI · 13 apr 2023 C’è perfino chi teme la retrocessione ma occorre equilibrio anche nelle condanne Inchiesta dopo inchiesta, processo dopo processo, la stagione della Juve viaggia su un binario parallelo al campo: quello giudiziario. Che è a sua volta doppio, penale e sportivo, quest’ultimo suddiviso ancora in due filoni: il primo, relativo alle plusvalenze, vivrà una giornata fondamentale tra sei giorni, quando il Collegio di garanzia presso il Coni deciderà se confermare la sentenza che ha penalizzato i bianconeri di 15 punti; per il secondo, generato dalla doppia manovra stipendi, sono stati notificati ieri gli atti di conclusione delle indagini alla società e a 8 dirigenti. Un intreccio di procedimenti destinato ad allargarsi a club diversi con l’avanzare delle inchieste di altre procure della Repubblica. Nell’inchiesta per le due manovre stipendi (ma anche per i rapporti con alcuni procuratori e per le partnership sospette) alla Juve viene contestato l’articolo 4, lo stesso che ha determinato il meno 15: secondo la procura il club bianconero avrebbe violato i principi di lealtà, correttezza e probità. È un articolo ampio, nel quale possono entrare accuse di tipo differente, e che prevede pene che vanno oltre la multa. Sono molte le domande che i tifosi della Juve si rivolgono nelle ultime settimane. Tra le più frequenti c’è questa: possibile che il club bianconero abbia gonfiato il valore dei calciatori senza che le controparti ne fossero a conoscenza? La risposta è una: no, non è possibile. E allora perché - almeno per ora - paga solo la Juve? Perché solo per lei, secondo i giudici del calcio, ci sono le prove dell’esistenza di un sistema volto ad aggiustare il bilancio con plusvalenze fittizie. Questa nuova inchiesta sugli stipendi aumenta dubbi e timori del popolo juventino, all’interno del quale c’è addirittura chi teme una riedizione dei processi del 2006 chiusi con la retrocessione. È ovviamente giusto che la Juve paghi, se ha sbagliato. La penalizzazione di 15 punti, che di fatto la sta estromettendo dalla Champions, è una punizione pesante. Equa, forse, ma di grande rilievo perché aggiunge il danno economico a quello sportivo. Sarebbe però sbagliato se, sommando sentenza a sentenza, si desse la sensazione di accanirsi sul club bianconero per un reato che non può avere perpetrato da solo (le plusvalenze), benché per altre società non ci siano prove sufficienti, oppure per una colpa che non appare terribile (le manovre stipendi). Punire è inevitabile, vessare è inaccettabile. Per capirsi: la penalizzazione si spiega, la retrocessione no. Anche perché le condanne in materia non sono codificate in modo chiaro, netto e indiscutibile dal Codice di giustizia sportiva. Come mai la Juve è stata penalizzata di 15 punti e non di 5 oppure di 25? Nelle carte non c’è scritto. E allora è quanto mai opportuno prestare la massima attenzione quando si decide l’entità della condanna. Che deve essere equa, non esagerata. Non servono pene esemplari, ma giuste.
  12. Il Napoli in campionato potrà fare riposare i titolari, il Milan no
  13. Si giocherà tra sei giorni, ma mentre il Napoli potrà fare giocare le riserve in campionato il Milan dovrà sudare a Bologna Questo potrebbe fare la differenza per la qualificazione
  14. Il pupazzo collega di Uan e la moglie si separano colpa della Juve?
  15. L’ULTIMO TRENO PER IL CALCIO ITALIANO (E PER RIFARE FINALMENTE GLI STADI) – LA FIGC CONSEGNA ALL’UEFA IL DOSSIER PER LA CANDIDATURA A EURO 2032 - IL PRESIDENTE DELLA FEDERCALCIO GRAVINA: "UNA STRAORDINARIA OPPORTUNITÀ PER L'ITALIA" - L'ALTRO PAESE CHE HA PRESENTATO IL DOSSIER È LA TURCHIA – IL PROSSIMO 10 OTTOBRE L’UEFA DECIDERA’… 12.04.2023 (ANSA) E' stato consegnato alla Uefa il dossier finale di candidatura della Figc a ospitare in Italia gli europei di calcio 2032. Nei prossimi mesi è attesa la valutazione da parte del massimo organismo calcistico europeo che, durante il Comitato Esecutivo in programma il prossimo 10 ottobre, renderà nota la sede degli Europei del 2028 e del 2032. L'altro Paese che ha presentato il dossier è la Turchia. "E' una straordinaria opportunità per l'Italia" le parole del n.1 della Figc, Gabriele Gravina. Le città designate a ospitare la fase finale dell'Europeo sono Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Cagliari. Palermo continuerà a essere coinvolta nell'iter a supporto della candidatura. Dopo mesi di lavoro coordinato - fa sapere la Figc -, che ha visto scendere in campo accanto alla Federazione il Governo, il Parlamento, i Comuni e tutti gli altri stakeholder, la documentazione richiesta è ora nelle mani della Uefa. "Il dossier è ispirato ad un 'Nuovo Rinascimento' - sottolinea Gravina -; è stato realizzato attraverso continue connessioni con i territori, da un lato esaltandone le bellezze storiche e artistiche, dall'altro rispettandone l'impatto e la sostenibilità. Il dossier è il frutto di un lavoro intenso, in cui il calcio si è fatto ancora una volta strumento di unità e di aggregazione trasversale, concretizzatasi nell'adozione di diversi provvedimenti, governativi, parlamentari e comunali, che nobilitano la nostra candidatura. Abbiamo immaginato l'Italia e il calcio europeo fra 10 anni, nella consapevolezza che il lascito positivo di un evento del genere moltiplichi straordinarie opportunità per l'intera nazione. Ringrazio tutti gli stakeholder coinvolti, che hanno sposato il progetto con grande entusiasmo e spirito collaborativo
  16. Dopo la lite, Paredes si scusa con Allegri: niente multa f.c. · 12 apr 2023 La lite di Pasquetta Paredes-Allegri si chiude con le scuse dell’argentino. La notte ha portato consiglio al regista, che ieri si è presentato alla Continassa e ha fatto marcia indietro con il tecnico per l’acceso litigio di lunedì negli spogliatoi davanti a gran parte dei compagni. Allegri ha incassato il pentimento e le scuse del ragazzo e alla fine, stando a quanto filtra dagli ambienti bianconeri, l’ex Paris Saint Germain non dovrebbe essere né multato per il comportamento né escluso dalle prossime partite. A confermare la decisione dovrebbe essere Allegri stesso, che oggi sarà protagonista nella conferenza di vigilia di Juventus-Sporting di Europa League. Intanto ieri, dopo le scuse, Paredes ha lavorato regolarmente in gruppo. E soprattutto è riapparso di nuovo sorridente e sereno. Di tutt’altro umore rispetto al post allenamento di Pasquetta, quando al rientro negli spogliatoi è sbottato contro Allegri rinfacciandogli tra le altre cose anche lo scarso impiego delle ultime settimane. Talmente arrabbiato da saltare la grigliata di Pasquetta con squadra, staff e famiglie. Probabilmente il campione del mondo argentino, che nei piani di agosto sarebbe dovuto essere il faro della Juventus, lunedì ha tirato fuori tutto il mix di frustrazione e delusione accumulato in questi mesi per una avventura che non sta andando come si sarebbe augurato. Meno minuti del previsto (1086 in tutto, appena 170’ da febbraio) e retrocessione nelle gerarchie dell’allenatore, il quale oltre a Manuel Locatelli a volte ha preferito all’ex Roma e Empoli anche il giovane Enzo Barrenechea. Per tutti questi motivi il divorzio a giugno sarà inevitabile e a prescindere dall’ultima lite. L’eliminazione della Juventus dai gironi della Champions League ha fatto decadere l’obbligo di riscatto dal Psg, fissato in 20 milioni, e alla Continassa hanno già in mente da tempo di puntare su Davide Frattesi del Sassuolo.
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