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andrea

Tifoso Juventus
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  1. Padovan: "Juve, nonostante le apparenze non sono ottimista. Quasi sicuramente i bianconeri non giocheranno le coppe europee" 20.04.2023 11:10 Nel consueto editoriale per "Calciomercato.com", Giancarlo Padovan dice la sua sul ricorso al Collegio di Garanzia del CONI da parte della Juventus: "Nonostante le apparenze, non sono ottimista per la Juventus. E’ vero, infatti, che il procuratore generale dello sport, Ugo Taucer, ha chiesto un rinvio alla Corte Federale per rimodulare la sentenza di meno 15, ma è altrettanto vero che ha ritenuto opportuno confermare l’ipotesi accusatoria. In pratica, anche se il procuratore “teme” vi sia una carenza da apprezzare in un nuovo giudizio, è per l’inammissibilità della pronuncia della controparte, ovvero della Juve. Ho già detto e ripeto che la giustizia sportiva non amministra il diritto, ma si occupa di ciò che è conveniente fare o non fare. E in questo caso siamo di fronte ad un doppio scenario. Da una parte, il sentimento popolare, oliato ad arte da una serie di effrazioni al segreto d’ufficio, spinge per una punizione esemplare, anche se siamo in presenza di reati amministrativi. Dall’altra, la Juventus in serie B, ipotesi a cui qualcuno si è spinto e ancora si spinge, non converrebbe a nessuno, neppure agli stessi competitor del club bianconero e alla Lega che li consorzia. Ecco, dunque, che la terza via (riduzione della penalizzazione e patteggiamento per la vicenda stipendi) potrebbe contemplare le due istanze. Quasi sicuramente avremmo una Juventus fuori dalle Coppe europee, destinata ad un ridimensionamento societario del tutto simile a Calciopoli, con un mercato quasi tutto in uscita e la probabilità di non vincere per un quadriennio. Se Agnelli e i suoi sodali hanno esagerato, il rischio, opposto, è che lo stiano facendo anche i giudici".
  2. Damascelli: "Giungono voci sulla vittoria del ricorso da parte della Juve, sul caso stipendi sarà patteggiamento con ammenda da 24 milioni di euro" 20.04.2023 10:00 Direttamente dalle pagine de "Il Giornale", Tony Damascelli prova ad anticipare quella che sarà la sentenza del Collegio di Garanzia del CONI sul ricorso fatto dalla Juventus contro i 15 punti di penalizzazione in classifica: "Il procuratore generale dello sport presso il Coni, Ugo Taucer, ha chiesto l’annullamento della sentenza nella parte in cui è carente di motivazione sull’applicazione dell’articolo 4 del codice di giustizia sportiva e sulla qualificazione e quantificazione della sanzione, con necessità di un nuovo processo. È quanto meno singolare, tuttavia, la sua espressione «temo», un verbo che fa sembrare quasi che il prefetto Taucer fosse dispiaciuto di dover identificare quelle carenze nella sentenza stessa. Le voci di corridoio hanno riportato l’ipotesi che il collegio di garanzia possa accogliere la richiesta del club ma questo avrebbe conseguenze clamorose. Un quadro già chiaro da tempo ma quasi evitato dai giudici. In ultima analisi l’eventuale accoglimento con annullamento senza rinvio si potrebbe collegare anche al filone relativo alla manovra stipendi. Le stesse voci riferiscono che una delle soluzioni più probabili sia il patteggiamento con una ammenda di 24 milioni di euro“.
  3. In finale l'italiana che ci arriva avrà un bel 30% di vincere
  4. Ho letto su Cozzolino che senza l'articolo 4 possono darci solo una pena pecuniaria
  5. Ieri Auriemma ha detto che l'arbitro era una garanzia, il migliore, non come quello dell'andata
  6. Naturalmente a guidare l'invasione in campo Varriale
  7. Ceferin pensa di essere Dio
  8. Era Report non il Festival di Sanremo quella volta che cadde la spallina a Patsy Kensit
  9. praticamente noi vogliamo salvarci dai processi senza abiurare la Superleague
  10. Superato nelle gerarchie pure da Gatti
  11. Sui giornali nemmeno una riga
  12. Juve, difesa a trepunte ECCO LA STRATEGIA PER ANNULLARE IL -15 MA C’È PURE LA STRADA DELLA RIDUZIONE di Valerio Piccioni · 18 apr 2023 IL CONTRATTACCO I legali dei bianconeri contesteranno la riapertura del processo dopo le archiviazioni e l’impossibilità di difendersi LA TEMPISTICA Il Collegio di garanzia si riunirà a Sezioni Unite. Generalmente le sentenze arrivano in giornata, ma stavolta non è scontato Domani giudica il Collegio di garanzia Il rinvio alla Corte Federale d’Appello porterebbe a una sanzione meno dura Altrimenti conferma o cancellazione della sentenza. Poi c’è il filone stipendi... Meno 15 alla Juve sì o no? Il Collegio di Garanzia presso il Coni risponderà domani alla domanda con l’udienza che discuterà il ricorso presentato dal club bianconero contro il verdetto della Corte Federale di Appello. Le pieghe della giustizia sportiva sono infinite. Ma gli scenari possibili sono sostanzialmente tre: conferma, cancellazione, rinvio per una rimodulazione (di fatto, una diminuzione) della sanzione. L’appuntamento è alle 14.30 al Salone d’Onore del Coni che rischia un vero e proprio sold out: l’accesso ai media sarà consentito con il divieto assoluto di trasmissione, in diretta o in differita, dei contenuti audio e video del dibattimento. Vista la delicatezza del tema, il Collegio di Garanzia deciderà a Sezioni Unite. Insieme con la presidente Gabrielle Palmieri Sandulli, ci saranno dunque i presidenti delle sezioni Vito Branca, Attilio Zimatore, Massimo Zaccheo e Dante Alessio. Il ricorso della Juve è stato firmato da Angelo Clarizia, ex subcommissario della Federcalcio guidata da Roberto Fabbricini, Nino Paolantonio, Maurizio Bellacosa e Davide Sangiorgio. La Federcalcio non si è costituita e l’accusa sarà sostenuta non dal procuratore federale Giuseppe Chinè, ma dal prefetto Ugo Taucer, capo della Procura Generale dello Sport. Tutta da stabilire la possibilità che siano autorizzate le presenze di alcuni soggetti terzi (per esempio il Codacons). I giudici hanno a disposizione da tempo le memorie del procedimento. Il dibattimento dovrebbe durare 2-3 ore. Poi ci sarà la camera di consiglio. Generalmente le sentenze arrivano in giornata, ma stavolta è tutt’altro che scontato. “Legittimità” Ma quale sarà il cuore di questa sfida legale in cui si discuterà, oltreché del ricorso della Juventus anche quello dei singoli incolpati avverso alle maxi inibizioni (dall’ex presidente Andrea Agnelli all’ex direttore sportivo Fabio Paratici)? La società ha presentato un ricorso di cento pagine articolato in 9 punti che prende a pugni le motivazioni della Corte d’Appello. Che è andata oltre le stesse richieste del procuratore: 15 punti, anziché 9. L’attacco dei legali e dei consulenti juventini si concentra sulla «violazione delle norme di diritto», è il punto forte delle competenze del Collegio di Garanzia. Che non è un vero e proprio terzo grado, ma un organo di “legittimità”. L’attacco Semplificando, la Juve dice: non si poteva riaprire il processo dopo la doppia archiviazione di un anno fa; le contestazioni per cui siamo stati condannati sono diverse da quelle contenute nel deferimento originario; quindi, non abbiamo potuto difenderci, passando dalle 15 operazioni incriminate all’esistenza di un «sistema fraudolento», più precisamente non è stato possibile «alcun contraddittorio della difesa dei deferiti»; le «lettere Covisoc» costituivano di fatto l’inizio dell’azione disciplinare e la mancata acquisizione (poi imposta dal Tar) è una «violazione del diritto di difesa». Infine, il meno 15 non è proporzionato e soprattutto i giudici di appello federali non hanno motivato come ci si arriva. Un punto che strizza l’occhio all’altro possibile movente del ricorso presso il Collegio di garanzia, che parla della possibilità «di omessa o insufficiente motivazione circa un punto decisivo della controversia che abbia formato oggetto di disputa fra le parti». Questo della mancanza di motivazione - cioè: dovete spiegare come avete stabilito il meno 15 per arrivare poi a rimodulare la sanzione - potrebbe essere il grimaldello per una specie di soluzione intermedia, che in effetti è uno dei pronostici più gettonati della vigilia. Frontiera Ma il tema a monte, mettiamola così, è la frontiera dei confini concessi dall’ordinamento sportivo alla riapertura del processo. Una frontiera, ci perdoneranno i giuristi, un po’ difficile da individuare. Fatto sta che il Coni e la Federcalcio nei loro codici dicono due cose diverse. Il primo restringe all’«errore di fatto» la richiesta di revocazione, la seconda lo allarga parecchio e include soprattutto la circostanza in cui «siano sopravvenuti, dopo che la decisione è diventata inappellabile, fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia». Secondo la Juve la fonte Coni è «gerarchicamente superiore», per i giudici di appello invece l’allargamento del campo rientra nell’autonomia delle federazioni ed è integrativa e non alternativa. Parente stretto Diciamoci la verità: tutto appare molto ingarbugliato. Anche perché il verdetto di domani è parente stretto di quanto succederà anche sul fronte stipendi/rapporti illeciti con procuratori, l’altro filone, quello su cui le indagini si sono chiuse e c’è un concreto rischio deferimento per la Juve ed alcuni suoi dirigenti ed ex dirigenti. Il rischio è quello di ingolfare maggio di processi, proprio nella dirittura d’arrivo del campionato (che finisce il 4 giugno). Ma attenzione: una riscrittura al ribasso (ma non troppo) della sentenza del meno 15 e un patteggiamento sulla partita stipendi potrebbe, al contrario, permettere alla Serie A un ultimo mese senza incognite. Fantagiustizia? In ogni caso, alle domande bisogna aggiungere quelle che potrebbe farsi l’Uefa, per ora in attesa degli eventi, che potrebbe aggiungere un altro fronte alla bollente primavera del calcio italiano. Insomma, il gran ballo delle variabili. Come (ma anche quando) finirà?
  13. Lo so che vi mancava Per i dirigenti Juve erano “catartici”: scritto nero su bianco nel 2015 PAOLO ZILIANI · 17 apr 2023 Ma come si permettono l’europa e il mondo di additare il nostro calcio come il più razzista e discriminatorio del “globo terracqueo” (cit. Meloni)? Ma che ne sanno loro degli sforzi profusi dai nostri club nell’impavido tentativo di sradicare dai nostri stadi razzismo e discriminazione? E dire che basterebbe andare in Google, scrivere “Colour? What colour? Relazione sulla lotta contro la discriminazione e il razzismo nel calcio”: e ci si troverebbe davanti alle 84 pagine del dossier presentato dalla Juventus nell’autunno del 2015. E sì, dopo averlo letto magari qualcuno potrebbe restare perplesso rispetto al tipo di riflessione suggerita sul tema dal club guidato fino a ieri da Andrea Agnelli: risolvere il problema è impossibile: non per niente la squalifica della curva dell’allianz Stadium per i cori razzisti rivolti a Lukaku è stata subito tolta. E poi perché? Un po’ di sano razzismo e di sana discriminazione non ha mai fatto male a nessuno. State pensando a uno scherzo? Beh, cambiate idea. Perché la conclusione cui gli esperti della Juventus giungono, a conclusione del loro ponderoso studio, è una e una sola: l’importante è non fare drammi. “Un approccio pragmatico – si legge a fine dossier, a pag. 73 – suggerisce che l’insulto collettivo basato sull’origine territoriale sia difficilmente sradicabile con l’applicazione di veti e sanzioni. Secondo il timore espresso da un noto esperto e attivista i tifosi, semplicemente, non capiranno e diventeranno meno ricettivi sulla necessità di disciplinarsi nell’uso di un vocabolario discriminatorio, sessista o razzista”. E dunque: “In conclusione, la decisione più saggia sulla discriminazione territoriale consiste forse nel tollerare, temporaneamente, queste forme tradizionali di insulto catartico (…) Le sanzioni collettive non sono ammesse nei sistemi giudiziari ed educativi delle democrazie progredite. Sono infatti considerate eticamente scorrette, illegali e controproducenti. È quindi difficile capire perché dovrebbero rivelarsi efficaci nel mondo del calcio”. Avete capito bene: l’insulto razziale o discriminatorio viene definito “catartico”, e cioè da vocabolario “liberatorio, purificatore”. E chi siamo noi per impedire un tale processo di purificazione interiore delle masse? Ma non è tutto. Se l’insulto razzista assume connotazioni particolarmente odiose (vedi il verso della scimmia rivolto dall’intera curva juventina, 5 mila persone, all’indirizzo di Lukaku due settimane fa), “la correttezza politica ha storicamente dimostrato – si legge – che lo humour costituisce una risposta di grande efficacia agli atti discriminatori. Le reazioni spiritose, come quella di Dani Alves riportata nel paragrafo 2-4 (al lancio di una banana il giocatore brasiliano rispose, ai tempi del Barça, sbucciandola e mangiandola, ndr) hanno un impatto positivo sotto diverse angolazioni (…) l’umorismo raggiunge un esteso gruppo di persone, attira l’attenzione, si diffonde rapidamente e resta impresso nella memoria”. Insomma brutto piagnone di un Lukaku che ti ribelli se 5 mila spettatori fanno al tuo indirizzo il verso della scimmia: perché vuoi farne un dramma? Non potresti umoristicamente stare al gioco e che ne so, picchiettare in testa Onana proprio come fanno gli scimpanzé, o balzare in groppa a Dumfries o strofinarti ripetutamente il pelo sul petto per divertire la platea e irradiare così un messaggio subliminale di grande efficacia? Invece di lamentarti, fai anche tu qualcosa di utile per battere il razzismo. Fai l’orango.
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