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andrea

Tifoso Juventus
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  1. CACCIA ALL’ANELLO RIPETERSI NELLA NBA È DIVENTATA DURA MA BOSTON HA TUTTO PER CENTRARE IL BIS di DAN PETERSON · 22 ott 2024 Ripetersi come campioni della NBA è pressoché impossibile. O meglio: è successo raramente in questo secolo. Sono finiti i tempi dei Minneapolis Lakers negli anni 50, dei Boston Celtics negli anni 60, dei Los Angeles Lakers degli anni 80, dei Chicago Bulls degli anni 90. Quest’anno però è possibile: i Celtics hanno una carta in più, una grande motivazione. Boston ha la squadra più completa: un forte quintetto base, ottimi contributi dalla panchina e ogni ruolo ben coperto. Inoltre hanno un vero gioco: grande circolazione della palla, altruismo, esemplare difesa di squadra. L’asso nella manica dei Celtics, Jaylen Brown, MVP delle Finali nel 2024, guardia di 198 cm, è stato tagliato dalla squadra olimpica USA da coach Steve Kerr. Molti dicono che Brown non l’abbia presa bene e che sia super carico per far vedere al mondo quanto vale. Poi c’è Jayson Tatum, ala di 203 cm, il migliore dei Celtics per tutto l’arco della scorsa stagione. Chiamato dagli Usa per l’Olimpiade, ha fatto il 12° uomo, addirittura non è entrato un paio di volte. Dicono che anche lui sia inferocito. E io credo nell’importanza delle motivazioni. Detto ciò, chi può strappare il titolo dei Celtics? Sarebbe facile dire “occhio alle squadre con esperienza”. Cioè, i Los Angeles Lakers, con LeBron James e Anthony Davis, due top dei top, più il nuovo arrivato, il tiratore Dalton Knecht, guardia di 195 cm. Oppure, i Golden State Warriors, con Steph Curry. Ma LeBron ha 39 anni, Curry 36. Sono due fenomeni della natura, ma non vorrei mai scommettere la casa, con i mobili dentro, su un campione dall’età avanzata. Il motivo è semplice: uno avanti con gli anni ha bisogno di più tempo per riprendersi da un piccolo infortunio e, ahimè, ogni giocatore di basket, specie in un campionato di 82 partite, ha diversi piccoli guai nell’arco di nove mesi. Faccio un discorso a parte per i Philadelphia 76ers. Hanno il talento per vincere tutto, pure aggiungendo nientemeno che Paul George, un fuoriclasse. Ma, pur avendo Joel Embiid, pivot di 213 cm, pure lui ex MVP, ci credo poco. Motivo? Embiid è spesso infortunato! Ogni anno salta almeno 15 partite, anche 50 in passato. Non vorrei mai dover contare su uno così. Invece, una squadra interessante quest’anno potrebbe essere San Antonio. Primo perché c’è un super coach, Gregg Popovich. Secondo: Victor Wembanyama ha aggiunto 12 chili di muscoli. Poi, hanno l’anziano play Chris Paul, anche lui 39 anni, ma in grado di controllare la partita e servire assist a “Wemby”. Chi può detronizzare i Celtics verrà da un gruppo che comprende anche gli Orlando Magic, squadra giovane, atletica, ambiziosa, con Paolo Banchero. Poi ci sono gli Oklahoma City Thunder, senza un “big name”, ma compatti, profondi, completi. I New York Knicks con il pivot KarlAnthony Towns che ha completato una rosa profonda. I Minnesota Timberwolves con il migliore talento nell’NBA, Anthony Edwards, un Michael Jordan in versione più piccola. I Denver Nuggets con il super pivot Nikola Jokic, un genio per tiro, gioco, visione e passaggi magici. Ok, i Phoenix Suns hanno Kevin Durant e Devin Booker, ma sono usciti subito dagli ultimi playoff. Infine, i Dallas Mavericks, con Luka Doncic e Kyrie Irving, finalisti la scorsa stagione. Ci saranno sorprese e delusioni a non finire. A gennaio, qualcuno mi potrà dire: «Peterson, ha dimenticato i Milwaukee Bucks, con Giannis». Oppure: «Peterson, ha scordato i Cleveland Cavaliers, con il coach più sottovalutato nell’NBA, Kenny Atkinson». Sarà pure vero. Ma, come mi ha detto, molti anni fa, il mio capo allenatore Barney Oldfield: «Fai le tue valutazioni oggi. Se sono sbagliate, faremo nuove valutazioni domani». Sarà proprio così. Poi, il mio pronostico a favore è spesso il “bacio della morte”. Staremo a vedere.
  2. https://x.com/OptaPaolo/status/1848364570806505852?t=rIhM6p18fCO3TOhlX1bsWQ&s=19 https://x.com/CalcioDatato/status/1848306139735130516?t=e87BmJAl8djtkAmgr77bRg&s=19
  3. andrea

    Benvenuto Arda Guler

    Erdogan presidente: finalmente uno che si fa rispettare
  4. https://x.com/DataMB_/status/1847925038004969528?t=NK4v19c99bTAmTd4EFFwZA&s=19
  5. https://x.com/parallelecinico/status/1848283809734684856?t=TnOXZTfl29i48VTOM6Rstg&s=19
  6. https://x.com/mike_fusco/status/1847226435473219599?t=_xcfKIoC2iUv5IvQELbrMQ&s=19
  7. Marotta aveva detto di stare lontano dalle telecamere https://x.com/mike_fusco/status/1847181053510766827?t=OODrpBQAZaFtfbvfyHB-aA&s=19
  8. https://x.com/OptaPaolo/status/1846904859678625902?t=wFtU_8tvD8UFZayMCFJa5w&s=19
  9. andrea

    Gleison Bremer

    LA JUVE SI MUOVE IN VISTA DI GENNAIO MA DEVE CEDERE PER FARE IL COLPO Il centrale del Bayer è a scadenza, Giuntoli può anticipare i nerazzurri come per Djaló. Skriniar resta l’idea in prestito di Fabiana Della Valle · 16 ott 2024 Inter-Juventus si giocherà a San Siro esattamente tra undici giorni: sarà l’occasione per vedere a che punto è la nuova macchina di Thiago Motta nel confronto con i campioni d’Italia in carica. La rivalità tra i due club è sempre molto forte è la sfida è infinita tra campo e mercato. Ricordate quello che successe un anno fa a gennaio? Cristiano Giuntoli andò a prendersi Tiago Djaló dal Lille anticipando i nerazzurri, che avevano un accordo con il giocatore per giugno. Ora il centrale portoghese è finito in prestito al Porto, Juve e Inter però non hanno smesso di scandagliare il mercato alla ricerca di un difensore e il duello di mercato potrebbe rinnovarsi per un altro giocatore a scadenza di contratto, Jonathan Tah, baluardo del Bayer Leverkusen. Anche in questo caso i bianconeri dovrebbero giocare sul tempo per battere la concorrenza nerazzurra, visto che per loro il centralone tedesco di origini ivoriane è un’idea per il mercato estivo. Beppe Marotta è specializzato in parametri zero e punta ad accaparrarsi il giocatore senza costi aggiuntivi all’ingaggio. Alla Juventus invece il discorso è diverso, perché il brutto infortunio di Bremer (out per tutta la stagione dopo la rottura del crociato) costringerà il club a tornare sul mercato già a gennaio. Serve un’uscita Per Motta il difensore è una priorità, più dell’attaccante (con Milik out almeno fino a dicembre, anche davanti la coperta è corta, manca un sostituto di Vlahovic): Kalulu e Gatti sono i titolari, Danilo l’unica alternativa di ruolo, Cabal (altro giocatore che in estate è stato corteggiato sia dall’Inter sia dalla Juve) e Savona le possibili soluzioni tampone. Un altro serve eccome, per questo l’uomo mercato della Signora si è già messo al lavoro. Tra i vari nomi sul taccuino è finito anche Tah, che però può arrivare alla Juventus solo a patto che si riesca a vendere qualcuno. E tra quelli che possono partire a gennaio c’è Djaló, sacrificabile per arrivare a un giocatore più pronto per la Juventus. Da monitorare anche le situazioni di Arthur, fuori dal progetto e con un ingaggio comunque importante, e di Danilo: finora poco utilizzato, potrebbe essere lui a chiedere di andare via, anche se finora il capitano non ha dato segnali di insofferenza. Un’eventuale uscita permetterebbe alla Signora di avere un mini tesoretto da utilizzare per rinforzare la difesa. A patto che la cifra-indennizzo chiesta dal Bayer (che ha tutto l’interesse a cederlo a gennaio, con la prospettiva di incassare almeno qualcosina) sia bassa e che Tah si accontenti di uno stipendio alla portata (non superiore ai 4-5 milioni). Concorrenza La Juventus ha bisogno di un giocatore esperto e affidabile e Tah ha dimostrato di esserlo: 28 anni,nni, 195 centimetri, una bella miscelascela di fisicità e velocità. Bravo didi testa ma anche negli anticipii e nell’uno contro uno, è arrivatoo al Bayer nel 2015, vincendo campionato,mpionato, Coppa e Supercoppa di Germania e arrivando in finalele di Europa League. Su di lui non ci sono solo Inter e Juventus maa anche altre big d’Europa: il Bayern in estate lo aveva cercato,, offrendogli 4,5 milioni di stipendiondio più bonus. Skriniar in prestito Tah sarebbe un’operazione low cost per il presente ma anche per il futuro, un acquisto a titolo definitivo. In alternativa la Juventus sta ragionando su un prestito, una soluzione tampone per fronteggiare l’emergenza, nella speranza che il recupero di Bremer proceda senza intoppi e possa essere pronto per l’inizio della prossima stagione. Tra i nomi che circolano alla Continassa c’è anche quello di Milan Skriniar, vecchia conoscenza nerazzurra ora al Psg. Il centrale slovacco fa parte della categoria degli scontenti: a Parigi gioca col contagocce (due presenze in Ligue 1 finora, per un totale di 111 minuti) e a gennaio potrebbe voler cambiare aria. In quel caso la Juventus ci penserebbe, a patto però che si trovi una soluzione per l’ingaggio, visto che 10 milioni di euro sono fuori budget per la Signora.
  10. https://x.com/JU29ROTEAM/status/1846194206521413668?t=FuwGdOM28sOAAkipTqpSMA&s=19
  11. https://x.com/DanieleBibo/status/1846104525410631733?t=hXEysfqncP_KhM-lq1-jMA&s=19
  12. L'Equipe https://x.com/jacopo_iacoboni/status/1845788769493844444?t=iBGWyREnB1SzxubdEO1cdg&s=19
  13. https://x.com/Fabio_Wallys/status/1845468506432696423?t=tcEj7JqN_L6EMBLZqqN4ZA&s=19
  14. https://x.com/mirkonicolino/status/1845431986602627296?t=3xTVBjMHsg1dIs40tGzzmg&s=19
  15. Vlahovic solo Milik è fermo Si apre la pista dell’ex Udinese Giuntoli cerca un vice Dusan in prestito per gennaio: il portoghese, ai margini nell’Everton dei Friedkin, piace anche alla Roma di Filippo Cornacchia TORINO · 13 ott 2024 La Juventus si prepara a tutto, anche a dover rinforzare l’attacco a gennaio. Una munizione in più per allargare il reparto e garantirsi un’alternativa a Dusan Vlahovic, finora il giocatore della rosa più impiegato da Thiago Motta. Il bomber serbo ha sfiorato il percorso netto in questo avvio di stagione: 9 presenze tra campionato (7) e Champions League (2), complessivamente 758’. A parte i 7 minuti finali contro la Roma e il secondo tempo contro il Napoli, Thiago Motta non ha mai rinunciato al suo numero 9, già autore di 7 reti. Toglietemi tutto, ma non Vlahovic. Dove finisce la scelta, inizia la necessità. Un vice di Dusan non c’è in questo momento, tanto che contro il Napoli al posto dell’ex viola è stato adattato Timothy Weah. Sulla carta il sostituto di Vlahovic sarebbe Arek Milik, ma il polacco è ai box da giugno e il suo rientro è tuttora un rebus. La stagione è ancora lunga e l’attuale emergenza offensiva (Nico Gonzalez infortunato, Conceicao squalificato e Koopmeiners in dubbio per la Lazio) ha confermato una volta di più come la coperta sia abbastanza corta in avanti. Non a caso negli ultimi giorni di agosto il direttore tecnico Cristiano Giuntoli ha sperato di rifinire l’attacco con il prestito di Jadon Sancho, poi trasferitosi dal Manchester United al Chelsea. Adesso, con il punto interrogativo su Milik, i radar sembrano più orientati su una punta centrale. Preferibilmente in prestito semestrale, come nel caso del centrale che dovrà prendere il posto del lungodegente Gleison Bremer (stagione finita). L’ultima idea per l’attacco, che si aggiunge a quella di Lorenzo Lucca (Udinese), è un ex friulano: Beto dell’Everton. Ex Serie A e attualmente chiuso nel proprio club, un po’ come quel Milan Skriniar (Psg) in cima ai pensieri difensivi della Signora per gennaio. La situazione Le antenne dritte su Beto sono la conseguenza dell’incertezza sul fronte Milik. Il polacco si è operato al menisco a giugno, prima dell’Europeo, però la scorsa settimana è finito di nuovo sotto i ferri. Nella migliore delle ipotesi, Arek sarà arruolabile tra metà dicembre e gennaio. Il precedente di questo inizio di stagione, con l’ex Napoli che sarebbe dovuto rientrare prima in agosto e poi a settembre, obbliga i dirigenti bianconeri a guardarsi intorno per non farsi prendere in contropiede in caso di nuovi slittamenti. Come per il difensore, che resta la priorità di Thiago Motta, non è detto che le occasioni di ottobre lo siano anche a gennaio. In ottanta giorni possono cambiare molte cose. Intanto, però, alla Continassa hanno iniziato a valutare varie strade. Tra queste c’è anche Beto, già nel mirino di Cristiano Giuntoli ai tempi del Napoli. Il 26enne nato a Lisbona nel biennio all’Udinese è sempre andato in doppia cifra. L’avventura inglese, invece, si sta rivelando meno felice del previsto. Dopo il debutto dello scorso anno, Beto è finito ai margini dell’Everton in questo avvio di stagione: appena 7 presenze e 3 gol tra Premier League e Coppe. In campionato è reduce da tre panchine di fila: non mette piede in campo da settembre e ha giocato in tutto 43 minuti. Pochi, ma sufficienti per iniziare a pensare a un nuovo trasloco per l’inverno. La Juventus ha chiara la situazione e nei prossimi mesi continuerà a monitorarla. A patto che Milik non rientri prima (a quel punto sarebbe lui il vice Vlahovic) e che l’Everton apra alla possibilità di cedere Beto in prestito per sei mesi. Possibile, ma non scontato. Dipenderà anche dai movimenti della Roma sul portoghese e soprattutto da quelli dei Friedkin, proprietari tanto del club giallorosso quanto di quello inglese. Made in Italy Il “puzzle Beto”, nel caso, sarà tutto da costruire, come quello di Lorenzo Lucca, protagonista del buon avvio dell’Udinese a suon di gol (3 in Serie A e 2 in Coppa Italia). Profilo diverso, però sempre molto apprezzato negli ambienti bianconeri, è quello di Giacomo Raspadori: nel Napoli sta giocando poco, ma gli azzurri non sembrano aperti né a un prestito né alla possibilità di rinforzare una diretta rivale per lo scudetto. In lista anche Daniel Maldini, jolly offensivo del Monza.
  16. Voi la Coppa Italia l'avete mai tenuta in mano? https://x.com/Fabio_Wallys/status/1845163941661659283?t=cbMLoEXAvUgGGy6VBc2rMA&s=19
  17. andrea

    Gleison Bremer

    LO SLOVACCO TORNA IN A? IL FEELING JUVE-AL KHELAIFI UN ASSIST PER IL PRESTITO Giuntoli a caccia del sostituto di Bremer e valuta il difensore per gennaio: l’ex interista è chiuso al Psg di Filippo Cornacchia · 12 ott 2024 Chiusa una porta, si apre un portone: soprattutto nel mercato. E’ successo recentemente a Wojciech Szczesny, passato dall’addio alla Juventus e al calcio ai pali del Barcellona, e potrebbe capitare anche a Milan Skriniar. Il 29enne difensore slovacco è molto più che ai margini del Paris Saint Germain, basti pensare che finora ha disputato più minuti con la nazionale che con il suo club. L’ex interista, sbarcato un anno fa sotto la Tour Eiffel a parametro zero, a metà ottobre ha collezionato appena 111 minuti e tutti in Ligue 1, spalmati in due partite. Soltanto panchina in Champions. Tanto per rendere l’idea: Danilo (148’)è stato impiegato maggiormente da Thiago Motta e Douglas Luiz (222’) addirittura il doppio. Potesse esprimere due desideri, quelli di Skriniar sarebbero abbastanza scontati: giocare di più o anticipare la riapertura del mercato, fissata per il 2 gennaio. Il secondo è più un sogno ed è condiviso con la Juventus, che la scorsa settimana ha perso Gleison Bremer per tutta la stagione dopo il grave infortunio al ginocchio sinistro di Lipsia e l’intervento per ricostruire il legamento crociato. Il difensore del Psg cerca una occasione per ripartire e guarda sempre con nostalgia all’Italia e alla Serie A, dove è stato protagonista prima con la Sampdoria e poi con l’Inter. Una opportunità la insegue anche Cristiano Giuntoli per sostituire il leader del muro bianconero di Thiago Motta. Tutto può cambiare in fretta, nel mercato. Ma adesso, a 82 giorni dalla riapertura delle trattative, la Juventus è vista come un buon treno per Skriniar e viceversa. Per i biglietti servirà ancora del tempo, ma sicuramente Skriniar è un nome che intriga i bianconeri. Alla Continassa hanno puntato un radar sul Parco dei Principi e nelle prossime settimane continueranno a tenersi informati sulla situazione del giocatore. E lo stesso farà l’entourage del difensore, che di questo passo dovrà trovare un soluzione in fretta. Il grido di Milan Quello che non raccontano i numeri, lo ha aggiunto Skriniar nei giorni scorsi dal ritiro della Slovacchia: «Mi trovo benissimo a Parigi, ma non sono contento della mia situazione attuale al Psg, vorrei avere più opportunità e minutaggio. Rispetto le decisioni di Luis Enrique, l’unica cosa che posso fare è allenarmi bene». Skriniar, un anno fa centralissimo nel Psg, è diventato la quarta scelta in difesa dopo Marquinhos, Pacho e Lucas Beraldo. Sempre titolare nella Slovacchia, anche ieri sera. Il feeling societario Dove finiscono i discorsi tecnici, cominciano quelli economici. E la Juventus, dopo i quasi 200 milioni investiti in estate, a gennaio non potrà andare oltre un prestito oneroso per il sostituto di Bremer. Senza contare il ricco stipendio dello slovacco (9 milioni netti), fuori portata per i nuovi parametri del club bianconero. Per tutti questi motivi, l’unica via sarà quella dell’affitto semestrale con una parte dello stipendio a carico dei francesi. Il Psg si toglierebbe quello che al momento è un problema. La Juventus e Skriniar ne risolverebbero uno a testa. La sensazione è che sarà necessario uno sforzo da parte di tutti i protagonisti per arrivare al traguardo. Da questo punto di vista gli ottimi rapporti tra Giuntoli e il d.s. parigino Campos sono un punto di partenza importante. Ma il vero assist potrebbe arrivare a livelli anche più alti. Nasser AlKhelaifi, numero uno del Psg e dell’Eca, ha instaurato un buon feeling con la nuova dirigenza della Juventus, protagonista del ritorno nella confindustria dei club europei. «Bello riavere la Juve nella nostra famiglia», ha detto Al-Khelaifi durante la recente assemblea di Atene, vissuta in prima persona dall’a.d. Maurizio Scanavino, da Francesco Calvo e dal neomanager Giorgio Chiellini. Una sponda in più, nel caso, per ragionare su prestito e formule creative.
  18. https://x.com/aliasvaughn/status/1845020352922984488?t=VDhLbRgXPg8EFubTnud9xQ&s=19
  19. https://x.com/DanieleBibo/status/1844365649587699980?t=WS-qc3exrFZgfL2FpRVSDQ&s=19
  20. «Non c’è slealtà E dalle società niente denaro agli ultras» Eduardo Chiacchio Avvocato esperto di diritto sportivo · 11 ott 2024 Avvocato Chiacchio, esperto di diritto sportivo, a metà della prossima settimana gli atti da Milano arrivano alla Procura Figc. Si può tracciare un profilo di rischio per i due club? «C’è un perimetro sanzionatorio nei casi di questo tipo. Va premesso che la responsabilità delle società è oggettiva per le violazioni normative dei tesserati di un club e diretta per le infrazioni dei legali rappresentanti. Per le tematiche oggetto delle indagini della Procura di Milano le società rischiano delle sanzioni economiche e i singoli tesserati squalifiche o inibizioni». ► È del tutto escluso il rischio del famigerato articolo 4 del Codice di giustizia sportiva? «È quello che riguarda la lealtà sportiva, fa sempre da cornice a ogni eventuale provvedimento, ma non mi sembra questo il caso, per quanto emerso. Ricordiamo che in ambito penale i tesserati sono stati ascoltati solo come testimoni, semplici persone informate sui fatti e, anche se esistono grandi differenze tra i due codici, anche a livello sportivo non si intravede al momento un rischio di condotta sleale». ► Quindi si riduce tutto attorno al comma 10 dell’articolo 25? «Sì, perché per me è escluso dal panorama accusatorio anche il comma 1, quello che recita: “Alla società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori”». ► Ricordiamo quali sarebbero poi i passi della Procura federale in un ipotetico procedimento. «Al termine delle indagini la Procura federale dovrà decidere se archiviare il procedimento oppure notificare l’avviso di conclusione delle indagini alle parti interessate, che in quel caso possono chiedere di essere ascoltate o presentare una memoria difensiva. Qualora la Procura voglia procedere, deve disporre un atto di deferimento. Sia prima sia dopo, gli indagati possono concordare con la Procura Federale un patteggiamento per ottenere una sanzione ridotta ed evitare il processo». cont.
  21. KOOP mette l’armatura ECCO UNA PROTEZIONE PER LA COSTOLA KO L’OLANDESE TENTA IL RIENTRO ANTICIPATO di Filippo Cornacchia TORINO · 11 ott 2024 LE VARIABILI Per Koopmeiners ci si regolerà in base all’evolversi del dolore, poi si deciderà se potrà essere schierato dopo la sosta Teun si ferma: il precedente di Locatelli tiene viva una minima speranza anche per la ripresa con la Lazio. Ma la priorità è la sfida con l’Inter Un’armatura per RoboKoop, una protezione speciale. Più che per ritrovare i poteri, per tutelarsi dai colpi al costato e provare a non abbandonare la Juventus. Gli accertamenti delle ultime ore al J Medical hanno confermato le cattive sensazioni e il dolore avvertito da Teun Koopmeiners nel post Lipsia e soprattutto nel primo tempo della partita contro il Cagliari. «Frattura lievemente scomposta della seconda costa anteriore destra». Zona fastidiosa e infida, tanto che il tuttocampista olandese non è riuscito a giocare più di quarantacinque minuti domenica scorsa. Fatti gli esami, tutto dipenderà dalle sensazioni dell’ex atalantino e dall’evolversi del fastidio. Il precedente di Manuel Locatelli, un anno fa fermatosi per un infortunio simile proprio a ridosso di una sosta per le nazionali, non farà giurisprudenza (la risposta al dolore varia da persona a persona), ma di sicuro tiene viva una minima speranza di rivedere Koopmeiners almeno in panchina già alla ripresa contro la Lazio. Proprio come fece l’ex centrocampista del Sassuolo, che dopo giorni di terapie alla Continassa riuscì a giocare la mezzora finale del derby d’Italia contro la squadra di Simone Inzaghi. Un tentativo verrà effettuato pure per Koop, però senza correre rischi inutili. Soprattutto perché dopo il match contro i biancocelesti, la Juventus sarà impegnata prima in Champions League contro lo Stoccarda (22 ottobre) e poi a San Siro contro l’Inter (27 ottobre). La priorità è la sfida scudetto contro i nerazzurri, ma in questo momento negli ambienti juventini da un lato non ci si illude ma dall’altro non si esclude nulla a priori. Neppure un recupero record. Il precedente Avere l’olandese part-time contro la Lazio, come Locatelli un anno fa contro l’Inter, non sarebbe un dettaglio per Thiago Motta, che alla ripresa (19 ottobre) non potrà contare sicuramente sul lungodegente Gleison Bremer (operato al crociato), sull’infortunato Nico Gonzalez (ko a Lipsia, punta l’Inter) e sullo squalificato Francisco Conceiçao (espulso nell’ultimo turno). Alla Continassa la parola d’ordine è prudenza, esattamente come nel novembre 2023 per Locatelli. Allora come oggi, le chance di convocazione oscillano tra il 30 e il 40% ma fino alle fine verrà fatto il possibile. Le speranze, oltre che sulle sensazioni del giocatore, sono legate all’armatura che alla Continassa stanno costruendo su misura per l’olandese. Una giubbino protettivo all’altezza del costato per consentire a Koop, dolore e condizione permettendo, di scendere in campo in sicurezza e in serenità. Teun, in questo momento diviso tra riposo e terapie, lo testerà la prossima settimana quando riprenderà ad allenarsi. In base a come si troverà, le chance di vederlo con la Lazio e nei successivi impegni aumenteranno o diminuiranno. Locatelli, dopo i 29’ contro l’Inter, disputò soltanto 5 minuti a Monza e tornò titolare contro il Napoli nel giro di un mesetto. Le contromisure Thiago Motta non ha la palla di cristallo e, in attesa di sviluppi positivi o negativi, è costretto a ragionare anche su una Juventus senza Nico Gonzalez, Conceiçao e Koopmeiners. Di fatto un ritorno al passato recente e all’inizio del campionato, quando gli ultimi colpi bianconeri non erano ancora arrivati a Torino e al loro posto l’allenatore juventino lanciò con successo il trio Mbangula-Yildiz-Weah alle spalle di Dusan Vlahovic. L’americano è sulla via del recupero e per la prima volta in stagione Motta potrebbe avere a disposizione anche il giovane fantasista Adzic.
  22. andrea

    Dusan Vlahovic

    Juve risposiamoci VLAHOVIC-GIUNTOLI SI SCALDA IL RINNOVO PRONTE DUE PROPOSTE E IL SUMMIT VERITÀ di Filippo Cornacchia TORINO · 11 ott 2024 Il dt: «Parliamo con l’agente e siamo fiduciosi» Sul tavolo un prolungamento fino al 2027 o al 2028 con spalmatura del premio fedeltà Un po’ gli infortuni e un po’ il futuro da programmare. Natale sembra lontano, ma neanche troppo. Soprattutto per la Signora, che non a caso ha già iniziato a prendere la rincorsa per la letterina dei desideri. Se la priorità è il sostituto dell’infortunato Gleison Bremer (intriga il prestito di Skriniar del Psg per gennaio), il d.t. Cristiano Giuntoli sta lavorando per far trovare altri regali sotto l’albero di Thiago Motta. A partire dal rinnovo di Dusan Vlahovic (contratto in scadenza nel 2026). Non sarebbe un acquisto nuovo, ma varrebbe come un gran colpo. Questione di status, età (24 anni), potenzialità, margini di miglioramento, cifre da far quadrare. E soprattutto gol: già 7 in 9 partite in questa stagione. Quarantotto in 110 presenze dall’atterraggio sul mondo Juve del serbo. «Siamo in contatto con il suo entourage, siamo molto fiduciosi per il futuro. Dusan è un grande giocatore e ce lo godiamo», ha spiegato Giuntoli nel pregara di Juventus-Cagliari. La linea con l’agente di DV9 si è riattivata e conferma come Vlahovic sia realmente intrigato dalla possibilità di rinnovare il suo amore con la Signora. Dusan alla Juventus sta bene e del nuovo corso targato Thiago Motta è sempre più bomber e uomo squadra. «Vlahovic è un leader positivo, un punto di riferimento anche per i compagni», il ritornello dell’allenatore italo-brasiliano. Il serbo, dopo aver messo la firma sulla Coppa Italia 2024 (il suo primo trofeo a Torino), è sempre più convinto che stia nascendo qualcosa di grande e vincente in bianconero. E non intende mollare sul più bello: il suo sogno resta quello di conquistare scudetto e Champions con la Juventus, il top club che ammira fin da ragazzino e che nel gennaio 2022 ha puntato forte su di lui. Summit entro fine mese Tra i messaggi d’amore e i contratti scritti, ci sono di mezzo le trattative. La Juventus e Vlahovic non si stanno limitando allo scambio di cuoricini. Un’intesa ancora non c’è, ma da entrambe le parti filtra chiaramente la volontà di arrivare al lieto fine. Si spiegano così i recenti contatti con l’entourage e il vertice messo in programma entro la fine del mese. Sul finale ancora nessuno si sbilancia, però le grandi manovre sull’asse Torino-Belgrado sono pronte a cominciare per davvero. Alla Continassa vorrebbero arrivare alla fumata bianca a ridosso di Natale, ma sono consapevoli che i tempi potrebbero anche essere più lunghi. Tutto (o quasi) dipenderà dal primo vertice, dato per imminente, e dall’individuazione di un buon compromesso per tutti. Doppia via Vlahovic attualmente guadagna 8 milioni netti, che diventano 10,5 grazie al premio fedeltà legato a questa stagione e inserito nel contratto nel gennaio 2022, al momento del trasferimento alla Juve. Nel 2025-26 il bonus garantito lieviterà a 4 milioni e Dusan da 10,5 passerà a 12. Cifre non più di moda alla Continassa, dove negli ultimi anni hanno praticato una dieta al montestipendi destinata a non fermarsi. La Juventus vorrebbe proseguire con il suo bomber principe, però ovviamente punta a rendere più sostenibili i costi complessivi. Di qui le due vie allo studio e oggetto di trattativa: un prolungamento di un anno (2027) o di due ( 2028) con l’idea di spalmare i premi (su un periodo più lungo) e soprattutto l’ammortamento annuo del cartellino. La Juventus avrebbe maggiori benefici economici nell’immediato e più margine per andare incontro alle richieste dell’entourage del centravanti serbo. Il riscaldamento è iniziato, il summit di fine mese aprirà la partita vera e propria. Intanto Dusan, rimasto ad allenarsi alla Continassa in questi giorni senza nazionale, si sta tirando a lucido per ripartire a suon di gol alla ripresa contro la Lazio.
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