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andrea

Tifoso Juventus
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  1. Da Huijsen a Szczesny fino a Milik e Kostic Una squadra in esubero Molti rimasti alla Continassa o in ferie “forzate”: quale futuro per loro? di Filippo Cornacchia INVIATO A HERZOGENAURACH (GERMANIA) · 21 lug 2024 C’è una Juve in Germania e un’altra che si divide tra la Continassa e le ferie “forzate”. La prima è quella che Thiago Motta da ieri sera ha portato in ritiro a Herzogenaurach, vicino a Norimberga, e che sfrutterà questa settimana per alzare il ritmo in vista dell’inizio del campionato. La seconda, invece, è quella dei bianconeri sul mercato e con le valigie in mano. Una vera e propria formazione. A partire dal portiere Szczesny, già sostituito da Michele Di Gregorio. Al polacco è stato concesso un supplemento di ferie finalizzato all’addio: Monza, Arabia e Premier restano le ipotesi più concrete. Niente Germania e allenamenti a Torino anche per Mattia De Sciglio e Daniele Rugani. Per il toscano si sono fatti avanti alcuni club arabi e un sondaggio lo ha effettuato anche il Bologna. Non è salito sul volo per Norimberga neppure Dean Huijsen, al centro di diverse trattative: Monaco, Stoccarda, Bournemouth e Wolfsburg. La Juve ha deciso di sacrificarlo per fare cassa e finanziare l’affare Todibo (Nizza) e il centrale dell’Under 21 spagnola sta valutando la proposta migliore. Gli altri Alla Continassa pure Arthur, rientrato dal prestito con la Fiorentina: possibile un ritorno in Premier. Vacanze prolungate, invece, per Weston McKennie: la speranza della Juventus è quella di trovargli una sistemazione in fretta (il contratto scade nel 2025) dopo il “no, grazie” del giocatore all’Aston Villa ai tempi dell’affare Douglas Luiz. In Germania non sono andati nemmeno Arek Milik e Filip Kostic, vicini al rientro dopo gli acciacchi di giugno e sul mercato. E non ci andrà Federico Chiesa, che ieri ha sposato la sua Lucia. L’azzurro, mai così lontano dalla Juve come in questa estate, godrà di un paio di giorni di permesso matrimoniale e dal 23, anche per motivi logistici, riprenderà gli allenamenti direttamente alla Continassa. In ritiro è andato Matias Soulè. Però le trattative con Roma e Leicester proseguono e in caso di fumata bianca l’argentino potrebbe lasciare la Germania prima del 26 luglio.
  2. YILDIZ futuro JUVE UN TALENTO TOTALE CHE PIACE A MOTTA PRONTI IL RINNOVO E IL NUMERO 10... In cantiere il prolungamento del contratto fino al 2029. E sarebbe felice se il club gli assegnasse la maglia dell’idolo Del Piero Di Filippo Cornacchia INVIATO A HERZOGENAURACH (GERMANIA) · 21 lug 2024 La nuova Juventus di Thiago Motta inizierà a prendere forma in questi giorni nel luogo in cui Kenan Yildiz ha battuto il suo primo record. La stellina turca, quando era soltanto un bambino di 10 anni, accompagnato da mamma e papà raggiunse Herzogenaurach, a circa un’ora e mezza di auto dalla casa di Ratisbona. E nel quartier generale dell’Adidas in Germania, lo stesso in cui Vlahovic e compagni si alleneranno questa settimana, firmò il suo primo contratto con il marchio tedesco. Uno dei tanti primati di precocità del 19enne ex Bayern, tuttora lo straniero più giovane a segnare con la maglia della Signora. Yildiz, protagonista all’Europeo con la Turchia rivelazione di Montella, a inizio settimana ha fatto un blitz alla Continassa per presentarsi al nuovo allenatore Thiago Motta e per salutare i compagni in vista della partenza per Herzogenaurach. L’Adidas, di cui Yildiz è testimonial anche adesso, è stata una delle prime a credere in lui e come la Juventus ha in mente grandi progetti anche per il futuro. Il turco in questi giorni non è in Germania con i compagni, ma è un po’ come ci fosse. Messaggi nella chat di squadra e chiamate, non mancheranno. E chissà che l’aria di Herzogenaurach, già sede di un importante contratto, non dia la spinta decisiva alla Juventus e a Yildiz per arrivare in tempi brevi al traguardo del rinnovo. Le contrattazioni con il nuovo entourage del turco continuano, l’intesa totale ancora non c’è ma i discorsi proseguono (in agosto nuovo summit per trovare un possibile compromesso) e l’obiettivo è comune: legarsi ancora di più, allungando l’attuale accordo dal 2028 al 2029. La Juventus vede nell’immenso talento di Kenan – e nel suo volto pulito – i tratti del potenziale campione su cui costruire il futuro. E Yildiz sogna di emulare il suo idolo Alessandro Del Piero, numero 10 e leggenda dei bianconeri. Presto o tardi, ma soltanto dopo la blindatura fino al 2029, alla Continassa sono pronti a far compiere all’attaccante il grande passo. Kenan non chiederà mai il 10. Ma se la società decidesse di investirlo di questa ulteriore responsabilità, lui non si tirerebbe indietro. Il piano Thiago Yildiz non c’è in Germania, ma si sente comunque. Herzogenaurach e Jesolo, dove l’attaccante è stato avvistato in vacanza con la famiglia nelle ultime ore, non sono mai state così vicine. Thiago Motta ha un debole per il turco e durante la conferenza di presentazione non lo ha neppure tanto tenuto nascosto. L’allenatore italo-brasiliano è rimasto colpito dal primo contatto con Kenan e adesso non vede l’ora di vederlo in campo a fine mese. Yildiz, arrivato fino ai quarti di Euro2024 e reduce dall’intervento al setto nasale, si tiene in forma in questi giorni di relax, ma alla squadra si unirà dal 30 luglio assieme ai brasiliani Danilo, Douglas Luiz e Bremer. Tecnicamente Kenan non è un nuovo acquisto, ma di fatto si candida per essere uno dei colpi più importanti dell’era Motta. Se Allegri ha lanciato il turco (4 reti nel 2023-24), Thiago punta a portarlo a un livello superiore per farne uno degli uomini simbolo della sua Signora. «Ha un gran talento ed è un ragazzo fantastico, potrà giocare in tante posizioni e darci una grande mano», ha spiegato il tecnico. Un po’ attaccante esterno partendo da sinistra, un po’ seconda punta/trequartista e magari anche “falso nove”. Talento totale - e di qualità - per un calcio totale come quello dell’ex allenatore del Bologna. Intoccabile Toglietemi tutti, ma non Yildiz. Thiago Motta, durante le prime riunioni con la Juventus, non ha neanche dovuto dirlo perché alla Continassa la pensano tutti così. A partire dal d.t. Cristiano Giuntoli che stravede per il ragazzo – e non solo per il calciatore – e alla fine farà uno sforzo per arrivare alla fumata bianca per il rinnovo fino al 2029. L’era degli intoccabili è finita da un po’ alla Juventus. Ma Kenan, almeno per il momento, è considerato una delle poche eccezioni. I bianconeri lo hanno ribadito anche al Chelsea, che però non sembra arresosi ancora del tutto all’idea di non riuscire ad acquistarlo.
  3. «Bravo eppure umile Non sente nemmeno la differenza d’età» Il ct dell’Under 19 esalta il milanista dopo la doppietta all’Europeo: «Davanti ha un percorso di successo» di Giulio Di Feo · 20 lug 2024 Francesco sa già sfilare benissimo dietro l’uomo, si muove bene Per la Serie A gli manca ancora la forza per reggere certi scontri fisici Milan Futuro accelererà il suo processo di crescita Non è che l’appetito vien mangiando, è che la parola sazietà a Bernardo Corradi manco gliela devi nominare: «Un concetto lontano anni-luce da questo gruppo», dice orgoglioso. Dopo due vittorie nelle prime due partite, la semifinale e la qualificazione al Mondiale di categoria raggiunte, uno potrebbe pensare che tirare il fiato sia lecito, invece l’Italia Under 19 campione d’Europa in carica punta decisa al bis. «Sono ragazzi che hanno fame, entusiasmo, voglia di stare insieme. Non sono mai stato così in difficoltà come con questa squadra nello sceglierne undici da mandare in campo. Li avete visti contro l’Irlanda del Nord? Tutti uniti a cantare l’inno, anche in panchina. Avevano e hanno una gran voglia di stare in Nazionale, e ovviamente più ci stiamo e meglio è...». ► Francesco Camarda. Prima partita da riserva, solo 5’. Seconda da titolare: doppietta. «Ha tirato la carretta tutto l’anno tra Youth League, campionato e un Europeo U17 da protagonista finito a giugno, così gli abbiamo concesso il giusto riposo. A quest’età vanno lasciati un po’ liberi di testa, non sono robot. Ci ha raggiunti una settimana prima, in forma fisica perfetta. Francesco è un ragazzo di valore, i suoi numeri sono sotto gli occhi di tutti, si è inserito benissimo in questo gruppo perché già abituato al calcio della Primavera e facilitato dalla presenza in squadra di un blocco Milan forte. Certi calciatori della sua età oggi hanno tutto e subito e uno è portato a immaginarseli che fanno i fenomeni, lui invece si è approcciato con tanta umiltà, tutti gli vogliono bene. E poi, se uno è bravo, la differenza di età la noti fino a un certo punto...». ► Durante l’Europeo dei grandi, alla ricerca di cause del flop azzurro, si ripeteva spesso: la differenza tra la Spagna e l’Italia è che lì Yamal è titolare nel Barça e da noi Camarda non lo è nel Milan. «Su questo penso che il ruolo e l’ambiente dove cresci contino tanto. Yamal ha un talento enorme, nato e formato in un sistema basato da tempo su certi principi, che gioca in una prima squadra molto forte dove nel suo ruolo in certi momenti della partita ti trovi in “uno contro uno” in pieno dominio della gara, e questo ti facilita. Uno Yamal, ma anche un Pafundi, hanno velocità unite alla tecnica che possono far valere subito in un certo ambito. Camarda invece fa la prima punta, che è un ruolo molto fisico e quindi il gap lo senti di più: devi usare i muscoli, far salire la squadra, fungere da vertice, andare in area e sgomitare tra difensori trentenni di uno e novanta...». ► Non è così semplice... «Mi ricordo l’esordio in A di Camarda con la Fiorentina, è emblematico: prima palla in uscita, lui fa un movimento perfetto da attaccante di razza, fa finta di andare lungo e viene incontro al pallone, posiziona il corpo nella maniera giusta per proteggerlo, arriva Milenkovic e con un colpo d’anca lo sposta di 4 metri. Ecco, magari gli manca ancora la forza per reggere certi scontri fisici. Però sa già sfilare benissimo dietro l’uomo, si muove bene, si appoggia e riparte, ha caratteristiche che gli tratteggiano davanti un percorso di successo». ► Come vede il percorso che sta facendo al Milan? «Credo che i rossoneri lo stiano gestendo in maniera spettacolare. E che un’esperienza nella seconda squadra, il Milan Futuro, gli darà ulteriori possibilità di accelerare il percorso che lo sta portando ad affermarsi». ► «Capisco che possano essere una spesa non piccola a bilancio, ma ogni grande club dovrebbe averne una. Si è visto nel momento di crisi della Juve: dalla NextGen sono usciti 4-5 profili che poi si sono ritrovati in pianta stabile in prima squadra. Lo stesso all’Atalanta, penso a Matteo Palestra che ha fatto un anno di C e ora è in ritiro a giocarsi le sue carte». Le squadre B servono a questo, insomma. ► Un altro dei suoi ragazzi che si appresta a giocare nel Milan Futuro è Kevin Zeroli. Fisicamente già da Serie A, per molti... «Il calcio di oggi è uno sport per atleti. Trent’anni fa se non avevi grandi doti fisiche ma avevi la tecnica, a calcio giocavi. Oggi no, gli attaccanti devono saper difendere e i difensori saper attaccare, anche chi è dotato tecnicamente deve avere qualità atletiche non banali. O sei come Pafundi, che al talento che gli ha dato il Signore abbina delle doti di velocità estreme. E pure lui sta lavorando parecchio sul fisico: baricentro basso, difficile da buttare giù... Pafundi merita, come tutti, la possibilità di giocare e sbagliare, si migliora solo attraverso gli errori». ► Nell’ultima parte di stagione Pafundi era in Svizzera, e lei ha una coppia di centrali, Chiarodia e Mané, che viene dalla Bundesliga. Che differenze trova rispetto ai nostri? «Non ne vedo di enormi. Sa dove si vedono le differenze? Tra chi gioca e s’allena stabilmente in prima squadra e chi no: ritmo più alto, diversa attenzione ai particolari. La prima squadra è un lavoro, una battaglia, niente scherzi né cali di tensione, se gioco io non giochi tu, c’è competizione». ► Chi preferisce in semifinale, Francia o Spagna? «Intanto ci volevo arrivare (ride, ndr). Ora lasciamo che decida il destino, tanto quelli forti devi comunque affrontarli se vuoi vincere».
  4. Thiago mette Vlahovic al centro della Signora Più palloni e meno corse Motta prepara più rifornimenti per il serbo e nuove ali: da Adeyemi a Galeno. Ma non Soulé: la Roma tenta il rilancio di Filippo Cornacchia TORINO · 20 lug 2024 Più dialogo e più compagni accanto, meno metri da percorrere e più gol. Suona più o meno così la “missione Vlahovic” di Thiago Motta. L’allenatore bianconero vuole mettere il bomber serbo al centro della sua Juventus per renderlo ancora più spietato sottoporta, la sua specialità. «Dusan è un grande attaccante, ma il talento ha bisogno della squadra. Quando c’è spirito di squadra, i talenti emergono e sono sicuro disputeranno una grande stagione», ha detto l’italo-brasiliano durante la conferenza di presentazione dell’altro giorno. Ieri Thiago Motta ha incontrato per la prima volta DV9, arrivato a Torino con il primo gruppo di nazionali, e oggi con l’inizio del ritiro tedesco di Herzogenaurach comincerà a lavorare nel dettaglio con il suo nuovo centravanti. Nel suo habitat «Vlahovic sarà più coinvolto nel gioco di Thiago Motta e potrà segnare anche 30 gol», ha pronosticato Cesare Prandelli, allenatore tanto del serbo alla Fiorentina quanto di Motta ai tempi dell’Italia vicecampione d’Europa 2012. Le lezioni private – e di squadra – inizieranno in Germania. Thiago non vuole fare di Vlahovic un clone di Zirkzee, attaccante di punta del suo Bologna dei miracoli. Questione di caratteristiche: Dusan e Joshua sono troppo diversi. Piuttosto vuole esaltare al massimo le qualità di Vlahovic. Un po’ affinando certi colpi di Dusan e un po’ coinvolgendolo maggiormente nel gioco. La sensazione, in attesa dei primi esperimenti sul campo, è che Thiago cercherà di accompagnare il serbo con più giocatori d’inserimento e d’assalto. Un modo per ridurgli i metri da percorrere e aumentargli i rifornimenti dalla corsie esterne o attraverso le imbucate centrali. Il tutto per far sentire Vlahovic meno isolato e più vicino alla porta, il suo habitat naturale. E magari trasformare in realtà la profezia di Prandelli. La Roma e Soulé Dusan sarà supportato da Kenan Yildiz, ma non da Soulé: l’argentino verrà sacrificato in nome del bilancio. La Roma, forte del gradimento dell’ex Frosinone, è pronta ad alzare nuovamente l’offerta per provare a superare la concorrenza di Leicester e West Ham e ottenere il sì della Juventus, che punta a incassare almeno 30 milioni più 5 di bonus. Sono ore decisive per il fantasista sudamericano che, almeno per il momento, dovrebbe andare in Germania con la Juventus in giornata. Adeyemi e Galeno La cessione di Soulé consentirà a Cristiano Giuntoli di dare l’assalto a un paio di ali: da Adeyemi (Borussia Dortmund) a Galeno (Porto) fino a Jadon Sancho (Manchester United), per il quale si spera in un prestito last minute. Il jolly tedesco e quello brasiliano (ma con passaporto portoghese) sono alternativi ma entrambi al centro dei pensieri dei dirigenti bianconeri, che hanno già incassato una disponibilità di massima da parte di entrambi i giocatori. Diversa, almeno per ora, la posizione del Borussia Dortmund e del Porto. Se i vicecampioni d’Europa non sembrano voler concedere sconti (per Adeyemi si parla di almeno 4050 milioni), i portoghesi hanno bisogno di fare cassa per il fair play finanziario. Così Galeno potrebbe costare anche meno dei 40 milioni richiesti finora dal Porto.
  5. Todibo c’è la chiave IL DIFENSORE PRESSA LA JUVE SI MUOVE E ADESSO IL NIZZA APRE AL PRESTITO Di Filippo Cornacchia e Alessandro Grandesso · 20 lug 2024 Niente ritiro Lo juventino non va in Germania: Monaco e Stoccarda cercano l’intesa con i bianconeri I francesi vogliono garanzie sul riscatto e hanno fretta, proprio come il centrale Ma Giuntoli prima deve cedere Huijsen La Juventus e Jean-Clair Todibo sono sempre più vicini. Merito dei contatti delle ultime ore sulla tratta Torino-Nizza. Il dt bianconero Cristiano Giuntoli e il collega rossonero Flaurian Maurice, già protagonisti dell’affare Khephren Thuram, hanno trovato un primo punto d’incontro “spinti” dalla ferrea volontà del difensore francese di raggiungere la Signora. Todibo, dopo aver perso il treno del Manchester United (trasferimento in “famiglia” bloccato dalla Uefa per questioni regolamentari), vuole salire su quello della Juve e lo ha ribadito in modo diretto al Nizza. Così in Costa Azzurra hanno ammorbidito le richieste e aperto a una formula creativa più abbordabile per Giuntoli. I bianconeri, dopo aver ricevuto un «no, grazie» all’ipotesi di un prestito con diritto e all’inserimento del giovane Nonge come contropartita, hanno ricevuto segnali incoraggianti dal Nizza per una sorta di acquisto in leasing. Prestito sì, ma piuttosto oneroso (7-10 milioni subito) e di conseguenza garantito fra dodici mesi. Operazione complessivamente da 35 milioni tra affitto immediato, riscatto finale nel 2025 e bonus. Un passo importante, ma non ancora risolutivo verso la Juventus e Todibo. Alla Continassa hanno registrato la buona notizia e, una volta sbloccata qualche nuova cessione (a partire da quella di Huijsen), si preparano a formulare un’offerta vera e propria. Il Nizza, visto il pressing del 26enne centrale ex Barcellona, vorrebbe arrivare alla fumata bianca entro la fine del mese. Un po’ per non correre il rischio di trasformare un caso di mercato in un vero e proprio tormentone estivo. E un po’ per evitare di dover pagare a Todibo la mensilità di agosto. La Juventus, che oggi partirà per il ritiro tedesco, sembra avere meno fretta e confida nel gradimento del giocatore per strappare condizioni ancora migliori. Intanto i contatti proseguono e la pista si scalda. Thiago Motta “vede” più vicino il quinto rinforzo dopo quelli di Michele Di Gregorio (Monza), Douglas Luiz (Aston Villa), Khephren Thuram (Nizza) e Juan David Cabal (Verona). Il retroscena Una svolta importante dopo quanto successo sul fronte inglese. Nelle scorse settimane, infatti, anche il West Ham aveva fatto di Todibo la priorità, e il difensore francese non era contrario a un approdo in Premier, assecondando così anche un’operazione vantaggiosa per il Nizza. Almeno a prima vista. Il West Ham si era fatto avanti con una proposta da 35 milioni, di cui 5 di bonus. Il club transalpino, però, l’ha bocciata puntando ai quaranta milioni. Troppo anche per gli inglesi che hanno virato su Max Kilman, prelevato dal Wolverhampton per 47 milioni. Manovra che ha soltanto fatto innervosire Todibo. Il centrale allora ha alzato la voce imponendo la scelta personale della Juventus, nonostante il tentativo inglese di trovare una soluzione attraverso un prestitoponte e un riscatto a 36 milioni. Prospettiva interessante per il Nizza, ma non più per Todibo, determinato a raggiungere Thuram Jr sotto la Mole. Per sbloccare la situazione, e far ripartire i contatti sulla tratta Torino-Nizza, è dovuto intervenire anche Jean-Claude Blanc, ex presidente della Juve e ormai alla guida del Manchester United del miliardario Jim Ratcliffe, proprietario anche del club della Costa Azzurra. Solo così si è riattivato il canale tra Francia e Italia. Huijsen, niente ritiro Alla Continassa, prima di poter chiudere, hanno bisogno di fare cassa con l’addio di Huijsen. Giuntoli prosegue nella strategia di questa prima fase: uno esce e uno entra. Il difensore dell’Under 21 spagnola, reduce dal buon prestito alla Roma, è il maggior indiziato a liberare lo spazio in rosa per Todibo. Non a caso Huijsen, corteggiato da Monaco e Stoccarda, non farà parte della comitiva juventina che da oggi al 26 luglio andrà in ritiro in Germania, a Herzogenaurach. In attesa di arrivare al traguardo per Todibo, il preferito di Thiago Motta dopo il pupillo Riccardo Calafiori (Bologna), i bianconeri continuano a cautelarsi monitorando le possibili alternative: da Lacroix (Wolfsburg) a Langlet (Barcellona).
  6. https://x.com/fondazionejb/status/1814329470305640832?t=0mtOlb-MhmqzQ4qJ8mVlUQ&s=19
  7. https://www.ultimouomo.com/calciomercato-juventus-chi-e-come-gioca-cabal
  8. https://www.ultimouomo.com/10-statistiche-notevoli-di-euro-2024
  9. https://www.panorama.it/calcio/juventus-plusvalenze-processo-prove-pc-telefoni-giudice
  10. Povero Marotta, ha bisogno dell'affitto agevolato https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/marotta-versione-ldquo-pio-rdquo-tutto-milano-case-quot-402324.htm
  11. «Sarà lui il top player e valorizzerà tutti: Vlahovic da 30 gol» Il c.t. che ha lanciato l’ex centrocampista in Nazionale: «Thiago alla Juve farà come a Bologna, ma con più qualità» di Filippo Cornacchia TORINO · 19 lug 2024 Ha iniziato alla Juve con la personalità che aveva in campo Motta è diverso da tutti i giovani tecnici: vi spiego il perché Quella volta che Thiago parlò allo spogliatoio e a Napolitano... «Sarà Thiago il vero top player della Juventus». Parola di Cesare Prandelli, uno che l’italo-brasiliano lo conosce bene e lo ha anche lanciato e allenato nell’Italia vicecampione d’Europa 2012. ► Sorpreso dalla prima conferenza juventina di Thiago Motta? «Thiago si è presentato alla… Thiago. Ha personalità e carisma, come da giocatore. E sono convinto anche io che sia arrivato nel momento giusto alla Juventus». ► Dovesse raccontare Thiago Motta a un amico attraverso un aneddoto dei tempi azzurri? «Mi viene in mente il debutto a Euro2012, contro la Spagna. Pareggiamo e a fine partita viene a farci i complimenti nello spogliatoio anche l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A un certo punto Thiago, uno che di solito parla pochissimo, si alza in piedi e chiede la parola. Cala il silenzio e tutti lo ascoltano. Thiago è sintetico, ma diretto: “Dovete rendervi conto che siamo forti e arriveremo alla fine”. E così è stato». ► Del Motta allenatore quale aspetto la colpisce maggiormente? «Tra gli allenatori giovani, Motta è uno dei pochi che non ripete le stesse situazioni di gioco. Thiago ruota i triangoli e occupa gli spazi in modo diverso, con lui il giocatore in possesso di palla ha sempre 2-3 soluzioni differenti. Lo scorso anno sapevano tutti come giocava il Bologna, ma facevano comunque fatica a contrastarlo». ► La Juventus non è il Bologna, però… «Vedrete: alla Juventus farà le stesse cose di Bologna, ma con una maggiore qualità a disposizione». ► Giuntoli ha già messo a segno quattro colpi: sarà Douglas Luiz il top player della Juventus? «No, sarà Thiago il top player. Motta valorizzerà tutti, a partire dai giocatori dotati di maggior talento. Douglas Luiz è un bel giocatore, ma necessiterà di un periodo di adattamento per conoscere i compagni, il campionato italiano e il mondo Juve. Servirà pazienza, anche un fenomeno come Platini ha avuto bisogno di 5-6 mesi per esplodere…». ► Il suo allievo Vlahovic può arrivare a 30 gol con la cura Thiago Motta? «Certo. Dusan è cresciuto tanto con Allegri e nel gioco di Thiago sarà ancora più coinvolto. Il talento e le potenzialità di Vlahovic non sono in discussione». ► Stupito dal possibile addio di Chiesa? «Federico è uno di quei giocatori che con Thiago si potrebbe consacrare, poi ci sono tanti aspetti da valutare. A partire dalle motivazioni. Da fuori è difficile farsi una idea precisa. Se Chiesa dovesse essere sacrificato, non mi stupirei: nel calcio non mi sorprende più nulla da un po’». ► La Juventus punta sempre Koopmeiners per rifinire il centrocampo: può essere la ciliegina? «L’olandese conosce il campionato, ha padronanza del ruolo e a centrocampo sa fare un po’ tutto. Koopmeiners, però, è ancora dell’Atalanta. Vedremo...». ► Juventus, Milan, Napoli: chi sarà la vera anti Inter? «L’Atalanta di Gasperini, che può e deve sognare in grande. Inzaghi parte favorito, del resto ha stravinto l’ultimo campionato con tre mesi d’anticipo. Tutte le altre rivali dovranno lavorare molto per avvicinarsi ai nerazzurri».
  12. LA SFIDA DI THIAGO «SIAMO AMBIZIOSI JUVE, APRIAMO UN BEL CICLO» Irrompe il nuovo allenatore bianconero: «Abbiamo idee chiare e giocatori forti e altri arriveranno entro la fine del mercato» di Fabiana Della Valle TORINO · 19 lug 2024 Sono arrivato nel momento giusto. Che colpo Douglas Luiz La pressione stimola, mi ha fatto piacere la visita di Elkann Vlahovic è top, però il talento ha bisogno anche della squadra Ho conosciuto Yildiz, ragazzo fantastico: ci aiuterà tanto Thiago Motta si sente l’uomo giusto al posto giusto e soprattutto è arrivato al momento giusto, per rimettere il gioco al centro dell’universo bianconero (emblematica la foto di fine conferenza con lui in mezzo a Maurizio Scanavino e Cristiano Giuntoli, tutti con le mani sul pallone) e per aprire un nuovo ciclo in cui competitività e sostenibilità vadano a braccetto. Il motto bonipertiano “vincere è l’unica cosa che conta” non gli mette apprensione perché in fondo è anche il suo, sbarcato al Barcellona a 17 anni e abituato fin da ragazzo a gestire pressioni e ambizioni. «Orgogliosa e felice»: la sua nuova Juventus Thiago la tratteggia così, puntando su una peculiarità del Dna bianconero, la fierezza, e su un’idea di calcio intesa come gioia. I giocatori devono tornare a divertirsi in campo, ritrovando il piacere di sacrificarsi per la maglia. Ciclo e idee «Se saremo felici dopo ogni partita significherà che avremo fatto il nostro lavoro e avremo dato il massimo». Il massimo, esattamente quello che s’aspetta sempre il nuovo allenatore dai suoi giocatori, che dovranno essere multitasking e capaci di mettersi sempre al servizio della squadra. Felice è un aggettivo che Motta ripete spesso nel corso della conferenza, associandolo al fatto di essere arrivato ad allenare «un club storico e ambizioso come la Juventus» e anche di essere il timoniere del nuovo corso: «Ho la convinzione che si apra un ciclo interessante, sono felice di essere arrivato nel momento giusto». Felice, determinato (come lo ha definito Scanavino) e genuinamente fedele al suo credo: «Lavorare con Mourinho e Gasperini è stato un privilegio, ho preso un po’ da ognuno di loro, ma io ho la mia idea e sono convinto che faremo molto bene». Obiettivi e stimoli L’amministratore delegato ha fissato l’obiettivo minimo (la Champions League) sottolineando però che il club non si pone limiti. Nessuno in casa bianconera parla esplicitamente di scudetto, ma Thiago non si nasconde: «Alla Juventus come in tutte le grandi società bisogna vincere, sento una bellissima responsabilità, non cambierei questo posto con nessun altro, ho entusiasmo e motivazioni e li voglio trasmettere al gruppo per competere contro tutti. Meglio lo scudetto o la Champions? Ragioneremo partita dopo partita. Il gap con l’Inter della scorsa stagione? Il passato è passato, non bisogna guardarlo, pensiamo al presente e a essere competitivi al massimo. La visita di John Elkann ( che la scorsa settimana è stato alla Continassa per fare il suo in bocca al lupo alla squadra e all’allenatore, ndr) è stato un grande piacere, questa pressione per me è uno stimolo in più». Zero alibi Sarà una stagione nuova per tutti, con la squadra impegnata per la prima volta su 5 fronti (campionato, Coppa Italia, Supercoppa italiana, Champions League e Mondiale per Club), che la Juventus affronterà «senza alibi: sappiamo che cosa ci aspetta prima di cominciare, siamo pronti ad affrontare ogni situazione con competitività». Anche perché la Signora «ha giocatori forti e altri attiveranno». Il riferimento non è puramente casuale, visto che il responsabile dell’area mercato bianconero poco prima aveva annunciato tre colpi in entrata: sintonia totale sul progetto tra tecnico e dirigenza. Talento e duttilità Tra i giocatori forti impossibile non inserire Dusan Vlahovic: «È un grande attaccante ma il talento ha bisogno della squadra. Quando c’è uno spirito di squadra i talenti emergono, sono sicuro che faranno una grande stagione». Parole al miele anche per Kenan Yildiz, il nuovo acquisto Douglas Luiz e Fabio Miretti, fresco di rinnovo: «Yildiz l’ho incontrato due giorni fa, mi è sembrato un ragazzo fantastico, con il talento che ha può aiutare molto la squadra e con la volontà può solo migliorare. Douglas Luiz è un grande giocatore, completo, che si adatterà al nostro gioco. Un bel colpo prenderlo. Lo vedo sia alto sia basso a centrocampo, deve essere capace di adattarsi a fare tutto, anche il difensore. Chi può fare il trequartista in rosa? Per me i centrocampisti devono saper attaccare, difendere e segnare, quelli che abbiamo già e che avremo da qui a fine mercato devono essere così. I fenomeni che fanno solo un ruolo sono pochi, gli altri devono essere duttili. Di Koopmeiners non parlo perché è di un altro club, del rinnovo di Miretti sono contento, ci darà una mano». Thiago Motta diventa più asciutto quando il discorso scivola su Federico Chiesa: «Nella Juve abbiamo solo giocatori forti, vale anche per lui». Poche parole anche per Matias Soulé: «Per ora è un giocatore della Juve e si sta allenando bene». Infine l’elogio del capitano, Danilo: «La fascia è sul braccio di un grande giocatore, vorrei averlo già qui ma dopo la Coppa America ha bisogno di vacanze». Quando tornerà, Danilo troverà una Juventus in piena metamorfosi, che Thiago Motta immagina orgogliosa, felice e vincente.
  13. https://x.com/gilbertobeda/status/1813895985493668190?t=heUNvnSsHoDylIY1w89mmg&s=19
  14. https://x.com/alecro99/status/1813859972993744993?t=14MKwwi9OdgEq7eetfYqOA&s=19
  15. https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/dopo-fuga-cervelli-39-quella-piedi-buoni-402227.htm
  16. Tra gli under 21 d'Europa Soule' è al primo posto per passaggi chiave ( 84), e al secondo per il dribbling riusciti (102)
  17. https://www.ultimouomo.com/multiproprieta-sono-diventate-normalita-in-europa-perche-girona-manchester-city-giocheranno-prossima-champions-league/
  18. MOTTA E LA RIVOLUZIONE CHE HA GIÀ CAMBIATO L’UMORE DEGLI JUVENTINI di WALTER VELTRONI · 18 lug 2024 Vanno via giocatori che non erano da Juve e arrivano talenti. Il nuovo tecnico sembra la persona giusta per aprire un ciclo L’accoglienza che i tifosi della Juve hanno riservato a Thiago Motta e Giuntoli racconta di un nuovo stato d’animo tra i sostenitori bianconeri, che sembrano ritrovare fiducia e ragionevole speranza per il nuovo campionato della loro squadra. Cosa ha determinato questo radicale mutamento d’umore? Certamente la fiducia in un allenatore che ha mostrato, dovunque sia stato, una indubbia lucidità e uno stile rigoroso e moderno. hiago allena come giocava, a testa alta. E la bellezza del calcio espresso dal suo Bologna, che univa, sciogliendo l’attuale dibattito filosofico, la qualità tecnica e i risultati concreti, sta lì a dimostrarlo. Uomo intelligente, riservato, credo sanamente determinato nei suoi convincimenti, conoscitore del calcio e valorizzatore di talenti, Motta sembra essere la persona giusta per fare quello di cui la Juventus ha bisogno oggi: aprire un nuovo ciclo. Si viene da anni difficili, pieni di terremoti. Tanto più dolorosi perché arrivati al termine di una lunga fase entusiasmante, quella della presidenza di Andrea Agnelli, il nuovo stadio, la sequenza ininterrotta degli scudetti e delle coppe nazionali con Conte e Allegri. Un ciclo al quale è solo mancato, talvolta per un soffio, il più desiderato dei trofei da parte dei tifosi bianconeri: la Champions. Gli ultimi anni sono stati invece dolorosi, pieni di problemi e di polemiche, di tensioni e di conflitti. Spesso il parafulmine è stato Allegri, che certo è sembrato faticare in questa stagione di ritorno, ma che ha fronteggiato, non dimentichiamolo, un’emergenza difficile. Va detto, a sua giustificazione, che la rosa che aveva disposizione, specie a centrocampo, era molto diversa, per usare un eufemismo, da quelle con cui aveva lavorato nelle sue prime stagioni juventine. Ingaggi assurdi, come quelli di Arthur o di Ramsey, e una serie di acquisti sbagliati hanno reso la rosa della Vecchia Signora negli ultimi anni non competitiva con quella dell’Inter e del Milan. E qui, dopo la scelta di Thiago, è il secondo motivo di soddisfazione del popolo bianconero. Giuntoli e Motta sembrano, fin qui, aver aggredito con forte decisione il problema tecnico e hanno avviato un piano di entrate e di uscite che appare non ispirato al caso, ma a una visione d’insieme, a un disegno coerente. Vanno via giocatori che, diciamoci la verità, non erano da Juve e costavano troppo di ingaggio e arrivano talenti, come Luiz e Thuram, che indubbiamente rafforzeranno la squadra dove era più debole, a centrocampo, e ridurranno la spesa per gli stipendi alzando la qualità. Il che, bisogna saperlo, è il difficile a farsi. La Juve cerca, non sarà facile vista la posizione dell’Atalanta, di completare il progetto con l’acquisto - che dovrà essere bilanciato da cessioni anche dolorose, come quelle di Chiesa e di Soulé - del più forte centrocampista avanzato che giochi in Italia, Teun Koopmeiners. Poi serviranno rinforzi in difesa, sulle fasce, e nei ruoli di completamento della rosa, anche in attacco, necessari per una formazione che dovrà affrontare cinque diverse e faticose competizioni. Se le notizie della meravigliosa giostra del calciomercato sono vere, la società bianconera si prepara a far uscire una dozzina di giocatori e a sostituirli con altrettanti, che siano più forti e costino di meno. Il che non sarà facile, soprattutto per quelli in uscita, in quanto non tutti hanno costi e ingaggi facilmente abbordabili per altre società. Per l’intanto Giuntoli si è assicurato il miglior portiere del campionato scorso e un giovane talento come Adzic. Motta l’anno scorso ha inventato il ruolo di Calafiori, ha esaltato Zirkzee, ha fatto esplodere Orsolini, Fabbian, Beukema, Posch, Ndoye, Saelemaekers, Aebischer e si è giovato, nel modo migliore, della genialità calcistica di Ferguson e di Freuler. Ha lavorato sui singoli e li ha fatti diventare una squadra. Una squadra da Champions. Per Bologna un sogno realizzato. Quella in corso alla Juve oggi è una vera rivoluzione. Una necessaria, auspicata, finanziariamente e tecnicamente opportuna “rivoluzione”. I tifosi sperano e guardano con fiducia alle prossime mosse. Se assomiglieranno alle prime di questo mercato, la Juve guidata da Thiago Motta sarà di nuovo in condizione di mostrare un calcio divertente, concreto e di competere per le prime posizioni. In Italia e in Europa.
  19. Braccio di ferro per KOOP L’ATALANTA FA MURO «NON È IN VENDITA» MA LA JUVE INSISTE E KOOPMEINERS... di Filippo Cornacchia e Giulio Saetta · 18 lug 2024 Non abbiamo mai previsto la cessione di Koopmeiners nei nostri programmi Luca Percassi A.d. dell’Atalanta Percassi Jr fa resistenza con i bianconeri, che però hanno l’intesa con l’olandese. C’è ancora distanza, ma la fiducia resta Ogni estate ha il suo tormentone e Teun Koopmeiners si candida per essere quello del 2024. La Juventus ha messo nel mirino l’olandese già a dicembre e nei prossimi 43 giorni farà il possibile per regalarlo a Thiago Motta. Provarci, non significa sempre riuscirci nel mercato. Alla Continassa restano ottimisti, forti del gradimento del tuttocampista, ma sono sempre stati consapevoli delle difficoltà. E lo sono tuttora. A maggior ragione dopo la resistenza mostrata ieri da Luca Percassi: «Colgo l’occasione – ha spiegato l’ad della Dea durante la presentazione del neoacquisto Ben Godfrey - per dire che Koopmeiners è un giocatore fondamentale per l’Atalanta. E non è mai stata prevista nei programmi della società la sua cessione. O’Riley del Celtic non è un affare legato a Koop? Abbiamo la responsabilità di seguire tanti giocatori, in tutti i ruoli. Nei programmi dell’Atalanta non è mai stata prevista una cessione di Teun, sono stato chiaro». Quello dell’Atalanta è un messaggio forte, ma non è un fulmine a ciel sereno per la Juventus. E soprattutto non cambia i piani dei bianconeri, che considerano l’allievo di Gasperini la ciliegina della campagna acquisti. Offerta irrinunciabile Comprare dai nerazzurri non è semplice e quasi mai a buon mercato. Quella della Dea è una bottega di qualità, ma cara. E Koopmeiners è uno dei gioielli più pregiati della vetrina nerazzurra. Il nodo, infatti, è rappresentato dal prezzo. A Zingonia, dopo aver rifiutato i 48 milioni del Napoli un’estate fa, non hanno la necessità di vendere l’olandese e ieri lo hanno ribadito pubblicamente una volta di più. Soltanto una proposta irrinunciabile – più vicina ai 60 milioni che ai 50 – può cambiare programmi all’Atalanta, che non per caso sta perlustrando il mercato dei jolly offensivi e dei centrocampisti: dopo gli arrivi di Zaniolo e Sulemana, le attenzioni sono puntate su O’Riley (Celtic). Signora a fuoco lento La Juventus conosce la posizione dell’Atalanta, ma almeno per ora non sembra disposta a spingersi fino a quota 60 milioni. I bianconeri valutano Koopmeiners 4045 milioni, hanno riservato una parte del budget all’assalto dell’olandese e puntano sul gradimento dell’atalantino per arrivare al traguardo. Alla Continassa sono consapevoli dei potenziali rischi, a partire dall’inserimento di una big inglese che possa soddisfare tanto Teun quanto l’Atalanta, ma in questa fase sono fermi sulle propria posizione. Esattamente come la Dea, un po’ più rigida anche perché in questi mesi si sarebbe aspettata una richiesta diretta da parte della Juventus, invece più concentrata sul corteggiamento al giocatore. L’assist del giocatore Un classico braccio di ferro di mercato. Tra la Juventus e l’Atalanta, c’è Koopmeiners. L’olandese, assente di lusso all’Europeo per infortunio, ha ripreso la stagione con Gasperini, ma è tutt’altro che indifferente alla corte della Signora, con la quale vanta già un’intesa di massima. E se tanto il d.t. Cristiano Giuntoli quanto Thiago Motta restano fiduciosi, è perché Koopmeiners non vuole perdere il treno della Juventus. Desiderio rafforzato dalla promessa che il giocatore ha incassato un anno fa dall’Atalanta. Del tipo: adesso resti (con tanto di rinnovo fino al 2017, con opzione per quello successivo) ma se la prossima estate arriva un’offerta adeguata di una big, puoi andare. La Juventus si è presentata – e per adesso è anche l’unica in corsa – e Koop non vuole farsi scappare l’opportunità. Le parti al momento sono ancora distanti, ma il tempo a disposizione è ancora molto. Più di quaranta giorni sono un’eternità nel mercato e giustificano le speranze tanto della Juventus quanto di Koopmeiners. Le mediazioni sono al lavoro per avvicinare le posizioni e creare le condizioni per una apertura vera e propria della trattativa. A volte, può bastare anche poco per sbloccare un affare. I ben informati sono convinti che i margini per un buon compromesso ci siano tutti. Probabilmente alla Continassa dovranno fare un mezzo passo verso l’Atalanta confidando che la Dea faccia lo stesso. Incontrarsi a metà strada, anche grazie ai bonus, è ancora possibile. Il rischio di andare per lunghe è concreto, ma non sembra spaventare né la Juventus né Koopmeiners, disposto ad aspettare i bianconeri fino a fine agosto. La ciliegina Thiago Motta sognava di avere l’olandese già in ritiro, ma pure lui è disposto a pazientare pur di non dover rinunciare all’uomo che considera fondamentale per completare la ristrutturazione del centrocampo avviata con gli acquisti di Douglas Luiz e Thuram Jr. Se il brasiliano sarà il cervello della nuova Juve e il francese il motore, Koopmeiners è considerato quel mix di quantità, qualità e gol (15 nel 2023-24)indispensabile per lottare con l’Inter per lo scudetto.
  20. Duttile e potente Grazie a Baroni devastante in fascia Inizio difficile all’Hellas per diversi infortuni L’anno scorso la consacrazione da terzino di Giulio Saetta · 18 lug 2024 Juan Cabal a sorpresa in bianconero, un nuovo sgambetto di mercato alla Beneamata da parte della Signora. Non è il primo né sarà l’ultimo. Due estati fa c’era stato lo sgarro Bremer, soffiato dai bianconeri sotto il naso dei nerazzurri. Andando più a ritroso, fu la Juve nel 2019 a vedersi scippare il succulento parametro zero Godin. E ancora più indietro, dieci anni fa tondi tondi, clamoroso fu come l’Inter riuscì a “rubare” Stankovic, con tanto di accordo già incassato fra la Juve e il giocatore. Versatile Ma chi è questo Cabal, terzino colombiano classe 2001 che ha indotto Giuntoli a inserirsi a sorpresa in una trattativa avviata dall’Inter con il Verona che sembrava veleggiare serena dell’Adige ai Navigli? Va detto innanzitutto che non è un terzino sinistro “puro”. Il suo ruolo naturale è quello di difensore centrale, con caratteristiche dinamiche che però lo portano a prediligere la conduzione palla anche fino alla trequarti avversaria: ottima velocità di base e muscolatura potente che consente sgroppate in progressione. Questa duttilità tattica è una sua prerogativa fin dai tempi del Nacional di Medellin con il quale ha ottenuto la sua più grande soddisfazione vincendo la Coppa di Colombia edizione 2021. È stato Marco Baroni l’anno scorso il primo a sfruttarne le doti sulla fascia mancina gialloblù. Con ottimi risultati in fatto di equilibrio tra fase difensiva e offensiva. Non è stato facile il suo primo anno a Verona, che lo aveva acquistato dal Nacional di Medellin per circa 3 milioni di euro. Prima con Cioffi e poi con Zaffaroni, Cabal in quella stagione è sceso in campo solo una decina di partite. Ha fatto tantissima panchina con l’Hellas e quasi sempre quando è stato schierato nella difesa a tre di allora, è finito addirittura a fare il braccetto di destra. Nello spareggio-salvezza contro lo Spezia è entrato per una bella mezzora al posto del totem Dawidowicz: bel segno di fiducia per il futuro. Anche se la successiva stagione agli ordini di Marco Baroni era partita sotto una cattiva stella: subito un infortunio al bicipite femorale che lo aveva tenuto fuori due mesi, poi un lento recupero con conseguente panchina durata oltre un mese. La svolta proprio contro l’Inter, squadra che fino a ieri lo ha cercato fortemente. Era il giorno della Befana, dentro nella ripresa al posto di Doig sulla fascia sinistra. Da quel momento ne è diventato l’indiscusso padrone. Per Baroni è stato uno degli uominichiave del miracolo, ottenuto dopo che la rosa è stata falcidiata dal mercato di gennaio. Lui, arrivato non da molto, si è preso sulle spalle tante responsabilità, come un veterano. Segno di grande personalità. Post premonitore Che la Juve fosse nel destino di Cabal si “apprende” solo oggi. Quando, scrollando il suo profilo social, sembra quasi uno scherzo vedere un post del piccolo Juan David del gennaio 2017, quando giocava nelle giovanili del Nacional di Medellín, che lo ritrae con indosso la maglia bianconera. Era la Juve di Allegri che a fine stagione avrebbe vinto il sesto scudetto consecutivo. In difesa, davanti al totem Buffon, una BBC nel pieno della forma. Davanti, proprio da gennaio Allegri che si inventa la svolta a “cinque stelle” schierando contemporaneamente Pjanic, Cuadrado, Dybala, Mandzukic e Higuain e scavando un solco sulle inseguitrici Napoli e Roma. Una Juve d’assalto come quella che sta nascendo nelle mani di Thiago Motta. E con un Cabal in più nel motore.
  21. JUVE c’è anche CABAL ECCO IL TERZINO PER MOTTA LA SIGNORA FA IL BLITZ E SI ACCORDA COL VERONA Giuntoli rilancia e trova l’intesa prima dell’Inter: 10 milioni Il jolly colombiano è il quarto colpo: oggi visite e firma di Filippo Cornacchia e Fabiana Della Valle TORINO · 18 lug 2024 Cotto e mangiato. Dopo Michele Di Gregorio, Douglas Luiz e Khephren Thuram, Cristiano Giuntoli, che ormai è stato ribattezzato il cuoco dai suoi tifosi, ha sfornato in poche ore la quarta prelibatezza del mercato bianconero: Juan Cabal, terzino colombiano del Verona che ormai sembrava destinato a indossare la maglia nerazzurra. Invece l’uomo mercato della Signora ha piazzato la zampata decisiva, con un rilancio che ha convinto l’Inter a farsi da parte, lasciando campo libero alla Juventus. Operazione confezionata in un lampo, anche se in realtà Giuntoli si era mosso già qualche giorno fa, quando aveva capito che il club campione d’Italia aveva intenzioni serie, chiedendo informazioni all’Hellas sul giocatore. Ieri è arrivata l’offerta che ha chiuso i giochi: 10 milioni più 2 di bonus, a quel punto l’Inter — che aveva messo Cabal in stand by — si è defilata, facendo sapere di non avere intenzione di partecipare ad aste, e la Signora ha avuto campo libero. Oggi il nuovo rinforzo di Thiago Motta è atteso a Torino per le visite mediche: se non ci saranno intoppi sarà subito a disposizione del tecnico e sabato potrà partire insieme ai nuovi compagni per la tournée in Germania. Sfida infinita L’affare Cabal ricorda parecchio ciò che accadde a gennaio con Tiago Djalò, difensore del Lilla con contratto in scadenza che il direttore tecnico della Juventus soffiò all’Inter (i nerazzurri avevano già un accordo per prenderlo a zero a giugno) pagando un indennizzo di 3,6 milioni di euro. Copione che si è ripetuto, anche se in questo caso si tratta di un’operazione più onerosa. Cabal arriva con il benestare di Thiago Motta, che ha bisogno di un mancino dopo l’addio del brasiliano Alex Sandro e anche con la possibilità di ricoprire due ruoli, quelli di terzino e di centrale. Sulle fasce la Juventus aveva bisogno di rinforzi, visto che come esterno basso di ruolo ha solo Cambiaso, mentre Weah è considerato più un’ala di un difensore dal nuovo allenatore. A Torino Cabal avrà la possibilità di ritagliarsi spazio sulla corsia di sinistra, con Cambiaso che può essere impiegato anche destra, dopo le 22 presenze collezionate la scorsa stagione in Serie A. Giuntoli aveva messo in conto di posticipare la questione terzini, avendo altre priorità (gli esterni d’attacco e un altro centrocampista) ma quando ha fiutato la possibilità di raggiungere l’obiettivo con un esborso alla portata e senza pesare troppo sul prossimo bilancio ha deciso di spingere il piede sull’acceleratore. Anche lo stipendio del colombiano, che al Verona guadagnava meno di 500 mila euro, sarà all’insegna della sostenibilità: 1 milione all’anno (più bonus) per 5 stagioni. Duttilità Cabal nasce come difensore centrale, ma Baroni nell’ultima stagione a Verona lo ha reinventato con successo come terzino sinistro, capace di mettere in mostra buone capacità in fase di copertura. La sua duttilità è una delle caratteristiche che ha convinto la Juventus: a Thiago Motta piacciono parecchio i giocatori che sanno adattarsi e recitare diversi ruoli in commedia. Il suo acquisto non esclude l’arrivo di un altro difensore centrale (in pole c’è Todibo del Nizza, che la Juventus spera di poter prendere in prestito con diritto di riscatto) perché sulla carta il jolly sudamericano dovrebbe rimpiazzare Rugani, in uscita (per lui c’è l’interesse di alcuni club arabi). Motta punta ad avere una coppia di giocatori per ogni ruolo, perché nella sua idea di calcio non ci sono titolari fissi, e la Juventus ha la necessità di ampliare la rosa, visto che la prossima stagione sarà impegnata in 5 competizioni (oltre a campionato e Coppa Italia, ci saranno la Champions League, la Supercoppa italiana e il Mondiale per club) e Giuntoli ha visto in Cabal un’opportunità di mercato da non farsi scappare. Giovane (23 anni), con uno stipendio abbordabile e ampi margini di crescita, in linea con i piani della società. Nell’operazione con il Verona non dovrebbe rientrare Marley Aké, centrocampista 23enne che ha trascorso gli ultimi 6 mesi in prestito all’Yverdon, in Svizzera. Bianconero nel cuore La Juventus evidentemente era nel destino di Cabal, visto che andando a ritroso sul suo profilo Insta gram si può trovare una foto del 2017 con la maglia bianconera addosso e con il commento «nuovo look». All’epoca il ragazzo giocava ancora con l’Atletico Nacional, club di Medellin, e non immaginava neppure di avere un futuro in Serie A. Le ultime stories invece lo ritraggono sudato e sorridente a Folgaria, durante il ritiro con i gialloblù. Saranno probabilmente le sue ultime immagini, prima di salutare tutti e dirigersi verso Torino, dove lo attende un’altra grande avventura. Lo chef Giuntoli sceglie sempre ingredienti di prima qualità, ora toccherà a Thiago Motta farlo rendere anche ad alti livelli. Per i tifosi bianconeri averlo sfilato all’Inter, la grande rivale, è già motivo di grande goduria. Ancora di più sapere che il nuovo terzino della Signora è cresciuto in Colombia con la Juventus nel cuore.
  22. https://x.com/Claplaz/status/1813583466413613240?t=D87DPN4iun-4GyvPQCQe7A&s=19
  23. https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/ldquo-se-ripartenza-calcio-questa-non-ci-402073.htm
  24. https://x.com/Aldito11/status/1813531276281864692?t=aiHgYl-1UTGPvuQaLeHnqg&s=19
  25. https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/ldquo-39-legge-va-applicata-subito-figc-deve-402078.htm
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