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andrea

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di andrea

  1. Dovevi dirgli che non siamo forti perché gli arbitri ci aiutano, ma che gli arbitri ci aiutano perché siamo forti
  2. DOPO LE CLAMOROSE PAROLE DI TEBAS, NON NOMINI MAI PIU' LA JUVE E LE ISTITUZIONI RISPONDANO! IN ITALIA NEL 2006... 18.02.2023 00:05 di Massimo Pavan In Italia sono sempre pronti a dare addosso alla Juventus. Quanto successo in Spagna in questi giorni evidenzia una situazione molto peggiore rispetto a quella della Juventus del 2006, dove, vale la pena dirlo, le varie accuse non hanno trovato un riscontro reale. Qui, siamo alle indiscrezioni, ma quanto raccontano sembra essere di ben altro tono. Detto questo è quanto meno irreale il commento della situazione da parte di Javier Tebas, affermando che è "impossibile" che ci siano sanzioni contro il Barcellona perché il termine di prescrizione per eventuale illecito è superato. "Abbiamo già verificato, ed è impossibile che ci siano sanzioni disciplinari sportive ha spiegato Tebas -. I fatti su cui indaga anche la magistratura sarebbero avvenuti nel 2018 e anche prima, ma il termine di prescrizione per questo tipo di sanzione è di tre anni, e tra il 2018 e il 2023 ne sono passati cinque". La giurisdizione penale è un'altra cosa - ha proseguito - Un tribunale sta indagando e determinerà se possa esserci un possibile reato di corruzione tra privati. Se si aprirà un processo, dovremo costituirci parte civile. E se non ci sarà il processo, tutto questo sarà archiviato". "Eticamente questo genere di cose non può accadere nel calcio spagnolo - ha concluso Tebas -. A quel che si legge sui media, è ovvio che questi fatti non sarebbero mai dovuti avvenire, né di fatto, né a questi importi". Beh, complimenti ai tempi della giustizia spagnola che ha fatto emergere la situazione esattamente poco dopo i tempi della prescrizione, andando in pratica, qualora le accuse saranno confermate, a salvare il Barcellona. Da notare come Tebas abbia evitato di usare gli stessi toni usati qualche settimana fa contro la Juventus, del resto se il Barcellona venisse penalizzato, la Liga perderebbe il 50% del suo valore e attrattività. Invitiamo le istituzioni a ragionare su quello che succede negli altri campionati e nella Liga e su come viene difeso il proprio prodotto. In Italia, purtroppo, notiamo che non avviene la stessa cosa. Forse qualche esponente delle isituzioni, oggi dovrebbe rispondere evidenziando queste stranezze della Liga...
  3. Pensavo avessimo cambiato ancora il logo! Comunque a me piace molto: praticamente ci siamo impossessati della lettera J a livello mondiale
  4. Con questo vantaggio in campionato possono preparare le gare di Champions in tutta tranquillità
  5. Ma la nuova formula della Champions prevede la classifica unica con tutte le squadre?
  6. Il 17 febbraio 1963 nasceva a New York la più grande icona NBA. Ha cambiato la storia dei Chicago Bulls e segnato un'epoca della pallacanestro: è semplicemente il migliore di sempre. "Voglio giocare per la North Carolina". Swish. "Voglio giocare in una squadra che vincerà il titolo". Swish. "E poi voglio giocare nell’NBA". Swish. "E dopo aver fatto tutto questo voglio giocare a baseball come te, papà". Swish. "A baseball? Ecco, quello sì che è uno sport. E dopo aver provato anche quello che altro vuoi fare? Volare?". Questa conversazione è l'incipit di uno dei film animati più iconici, se non il più iconico, di sempre: Space Jam. Probabilmente, però, quel dialogo tra il piccolo Michael e James R. Jordan Senior è realmente esistito. Sì, perché quel bambino ha già chiaro cosa avrebbe fatto nella sua vita: diventare il numero uno. Ma la strada per il successo è lunga e impervia. Bisogna soffrire, mettersi in discussione e superare i propri limiti. Sofferenza e delusioni, così nacque il mito di Michael Jordan Al terzo anno di liceo, Michael viene escluso dalla prima squadra dei Laney High School Buccaneers. Coach Herring gli preferisce Harvest Leroy Smith Jr. Il motivo? L'altezza. "Se ci si arrende una volta diventa un’abitudine. Mai arrendersi!" Per questo, al posto di accettare l'esclusione, "Peanut" (così veniva chiamato, data la forma a nocciolina della sua testa) inizia a lavorare ancora più duramente, fino ad essere finalmente convocato in prima squadra e, soprattutto, considerato il più promettente liceale d'America. Ogni college lo vorrebbe in squadra: lui resta vicino casa. Sceglie di giocare per l'University of North Carolina (essendo cresciuto a Wilmington), guidata dal leggendario Dean Smith. La carriera, quella che tutti conoscono, di Michael Jordan inizia qui: esattamente il 29 marzo 1982, quando nella finale NCAA contro Georgetown segna il canestro decisivo che vale il titolo. È esattamente ciò che succederà dal 1984, anno in cui metterà piede in NBA, fino alla fine della sua carriera. Palla in mano a MJ e partita, praticamente sempre, decisa dal 23. Ma per arrivare ad essere His Airness, ovvero Sua Altezza Aerea, prima di diventare il GOAT (Greatest Of All Time), però, Jordan deve soffrire. Viene scelto dai Chicago Bulls, una squadra a dir poco mediocre. Praticamente da solo, nell'anno da rookie, porta la franchigia ai playoff. Fino all'arrivo di validi compagni di squadra (Scottie Pippen in primis) e di un coach che capisca esattamente come inquadrarlo e come farlo convivere con il resto del roster (Phil Jackson), i Bulls non riescono mai ad arrivare in fondo. "Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto". A partire dagli "inutili" 63 punti al Boston Garden in faccia a Larry Bird, che a fine partita ammetterà: "Penso sia semplicemente Dio travestito da Michael Jordan". Fino alla duplice sconfitta in finale di Eastern Conference contro i maledetti Detroit Pistons nel 1989 e nel 1990. Un inizio di carriera colmo di sofferenza e traguardi mai raggiunti. La chiave del successo è il fallimento. Il fallimento costruisce muscoli, determinazione e sogni. Inutile parlare di ciò che ha vinto. I numeri lo offendono. Non sono i sei titoli ottenuti in sei finali (intervallati dalla parentesi da giocatore di baseball dopo la tragica scomparsa del padre), i due ori olimpici o i cinque MVP della regular season, a rendere enorme Michael Jordan. Ma la sua competitività, la sua fame di vittoria, la sua spinta al sacrificio, la sua leadership. MJ non ha mai chiesto a nessun compagno di squadra di fare qualcosa che lui non avrebbe fatto. In allenamento come in partita, si deve dare tutto. Si deve morire sul parquet. La sua grandezza nella capacità di superare i propri limiti, di trasformare ogni singola difficoltà a proprio vantaggio così da avere uno stimolo in più per vincere. Non c'è discussione. È il più grande di sempre su entrambi i lati del campo. Miglior difensore e miglior attaccante della lega per tutto il periodo in cui ha giocato. Un felino, capace di graffiare e ruggire nel momento esatto in cui la partita lo richiedeva. "The Shot" contro Cleveland, quello contro Utah nell'ultima partita in maglia Bulls alle Finals 1998, the "Flu Game", tutte le sue grandi prestazioni sono passate dal duro lavoro, dall'ossessione di vincere, di voler essere sempre l'uomo da battere. Michael Jordan non è la forza del talento che prevale. È la voglia di regalare a tutti, ad ogni singolo spettatore che magari ha fatto gli straordinari per permettersi di essere in tribuna con il figlio e vederlo giocare, un pezzo di magia. Se c'è qualcuno lì fuori che ha sacrificato se stesso per assistere ai suoi fadeaway, alle sue schiacciate, ai suoi lay-up, anche se sta sfidando la squadra meno competitiva, lui darà sempre il 100%. Questo è Michael Jordan. O meglio, è solo una piccola parte dell'immensità di Michael Jordan. Libri, serie tv, aneddoti, numeri, titoli, chi più ne ha più ne metta. Michael Jeffrey Jordan è quel giocatore che ha reso globale il basket, è quello sportivo che ha raggiunto ogni angolo del mondo. È, semplicemente, il migliore di sempre.
  7. Sportitalia.com - Longari sul ricorso al CONI della Juve: "Missione apparentemente fruttuosa di Calvo a Roma, cosa filtra..." 17.02.2023 14:40 di Redazione Torin Il giornalista Gianluigi Longari, nel suo editoriale per Sportitalia.com ha fatto il punto sul ricorso della Juventus al CONI, in merito alla sentenza sulle plusvalenze. "E' stata una missione apparentemente fruttuosa, quella del CFO della Juventus Francesco Calvo a Roma della scorsa settimana, e che fa da preludio ad una decisione da parte del Collegio di Garanzia del Coni che potrebbe ribaltare nuovamente i rapporti di forza all'interno della graduatoria nella classifica di serie A. Il termometro fedele di un movimento calcistico in aperta crisi, porta a discutere di temi d'attualità che potrebbero modificare ancora una volta la corsa del massimo torneo nazionale, arrivando quale che sia la decisione definitiva, a macchiare inesorabilmente il calcio italiano agli occhi del resto del continente. Entrando nel dettaglio, come già anticipato più di una settimana fa, la mossa del cambio di legale potrebbe risultare decisiva per scompaginare le carte di una sentenza durissima, ma che nella visione bianconera non è stata supportata da motivazioni sufficientemente convincenti". "Qualora ne fosse dimostrata l'inconsistenza, la prospettiva della difesa bianconera affidata all'Avvocato Angelo Clarizia, sarebbe quella di vedere annullata la sanzione in termini di punti (i famosi -15) per poi andarla a rideterminare (con una penalità inferiore) con la palla che tornerebbe alla Corte Federale con tanto di nuova sentenza e nuove motivazioni. Insomma un caos assoluto di cui i bianconeri ispirati dalla strategia di Calvo, sono convinti di poter trarre beneficio. Una curiosità ulteriore, svelata già nella giornata di ieri, riguarda il legame diretto tra il nuovo legale bianconero ed il figlio Paolo Clarizia, che è parte integrante della stessa Corte Federale. A livello strategico, potrebbero risultare alla stregua di una chiave di volta anche le dichiarazioni dello stesso Calvo datate 7 febbraio, in cui commentando l'eco mediatica delle parole di Santoriello, dichiarò: "Alcune frasi, se estrapolate, possono assumere un significato diverso da quello che hanno”. Aspetto sul quale la strategia difensiva della Juventus farà leva con l'obiettivo di portare a casa il risultato, inaugurando l'era Calvo con un primo riscontro politico di grande rilevanza".
  8. 17.02.2023 01:17 di Andrea Bosco Fronte inchieste. In attesa del processo per il filone stipendi e di quello di Torino dove l'ipotesi è falso in bilancio, continuano gli attestati e i distinguo di moltissimi ormai. Al pari degli auspici affinché il Collegio di Garanzia del Coni ribalti l'assurda penalizzazione inflitta dalla Procura Federale e in seconda lettura dalla Corte d'Appello a campionato in corso. C' è una cosa “volgare“ nel contenzioso che a molti è sfuggita, al netto delle motivazioni della sentenza che pure fanno acqua da tutte le parti. E vale a dire che la “fretta“ con la quale la Procura ha agito è proporzionale al dettato della legge: doveva decidere entro 30 giorni, pena l' impossibilità di utilizzare le carte avute dalla Procura di Torino. Ora magari Chinè e i suoi sono dotati di superpoteri, ma è difficile credere che in pochi giorni abbiano potuto leggere le migliaia di pagine che la Procura di Torino aveva inviato. Magari Santoriello e soci avevano redatto per Chinè un Bigino: un sunto per agevolarlo. Ai miei tempi il Bigino era l'ancora di salvezza quando affrontavi un esame senza essere preparato. Domanda delle cento pistole: Chinè è un magistrato preparato? Vai a saperlo . Quello che si sa è che ormai Dazn e le altre televisioni hanno messo le carte in tavola: senza la Juventus (in caso malaugurato di retrocessione) pretenderanno di rinegoziare (al ribasso e di molto) i diritti televisivi. Non è chiaro quanto stia pesando la “disdetta“ che centinaia di migliaia di abbonati (juventini) hanno recapitato a Dazn e Sky. Sul fronte dei diritti per la Champion's si sta aprendo un nuovo fronte per la trasmissione “in chiaro“: con Mediaset , anche la Rai sarebbe interessata . Ma per quanto riguarda il campionato italiano l'interesse sta scemando, giorno dopo giorno. E' anche una questione di numeri: la Juventus “pesa“ per circa il 40%. Inter e Milan per un altro 35 %. Il resto è poca roba , sotto questo punto di vista. Questione di bacino d'utenza. Quello del Napoli, dopo la più che probabile vittoria in campionato, certamente si allargherà. Ma resterà imparagonabile rispetto a quelli delle sue storiche avversarie. Il fatto è che il popolo juventino si è fatto la convinzione di essere vittima di un complotto. Come la parte antijuventina da anni strepita che la Juve “ruba“, quella bianconera è convinta di essere e da decenni, penalizzata dal Palazzo. I recentissimi casi di magistrati coinvolti in esternazioni da ultras ha rafforzato questa convinzione. Il pericolo è che il giocattolo si rompa. Avete presente la recente macro astensione alle elezioni Regionali in Lazio e Lombardia? Se una parte degli utenti (a ragione o a torto) si convince di non ricevere un trattamento equo il giocattolo è destinato a rompersi . Attenzione, perché niente è eterno . Ci sono state stagioni (neppure lontanissime) nelle quali il pugilato andava alla grande. Al pari del ciclismo : su pista e su strada. Il basket in Italia era secondo solo alla Nba . Una volta . Non tanti anni fa . Lo ha fatto capire esplicitamente anche il presidente della Lega De Siervo che di fatto ha offerto un assist alla Juventus, auspicando (per l'irritazione delle mosche cocchiere) che al Coni la posizione della società bianconera venga “mitigata“. Ma De Siervo ha anche spiegato che non se ne parla di “ridurre il campionato di serie A dalle attuali 20 squadre a 18“ . Insomma le promesse di Gravina giunto ormai al secondo mandato sono state scritte sul ghiaccio . Personalmente non avevo dubbi: Gravina è un politico. E i politici “promettono“. E poi mentre non li vedi rubano le caramelle ai bambini. Per questo io chiedo (e continuerò a chiedere) le dimissioni di Gravina. La Juventus magari è colpevole di tante iniquità. E se risulterà (colpevole) è giusto, a mio parere, che paghi. Ma Gravina, la sua Federazione, la sua Procura Federale sono colpevoli di omesso controllo. Le plusvalenze (anche se vorrebbe, la Procura, farci credere il contrario) si fanno in due. E se i bilanci della Juventus sono taroccati, se la Juventus per il suo comportamento è ritenuta “sleale“, taroccati sono anche quelli delle società con cui la Juventus ha fatto affari. Sleali anche loro, nei confronti delle concorrenti. Altrimenti siamo al ridicolo all'italiana. Siamo alla “sanzione“ delle prostitute che “battono“ in strada (o altrove) , mai a quella dei “clienti“ che le prostitute cercano. Non è passato molto tempo da quando in Parlamento si discuteva di questo argomento. Poi i “pensieri“ evaporarono. Perché per “trombare“ bisogna essere in due. Una incassa, l'altro paga. Per restare al binomio donna-uomo. Come noto, da tempo, le variabili sul tema, sono numerose.
  9. Il direttore di Sportitalia, Michele Criscitiello, da sempre addentrato nelle vicende della politica romana, svela quelli che possono essere i "piani romani" sulla sentenza plusvalenze. Ecco il suo tweet: "La Juventus, al CONI, sarà difesa dall’Avv Clarizia. Il figlio dell’Avv Clarizia è uno dei componenti della Corte Federale, la stessa che ha inflitto il -15 iniziale. La FIGC schiererà l’Avv Terracciano e non Avv Viglione (titolare). Le motivazioni federali sono debolissime.". Michele Criscitiello, già prima della sentenza aveva previsto una penalizzazione per i bianconeri, evento che poi è realmente accaduto
  10. Hanno detto che si può vendere tutto, non che vendono tutto. Certo i giornali locali sono i principali indiziati. Ma almeno con l'Economist guadagnano?
  11. -sfanculata da Lapo Elkann Questo Evelina Maria Augusta Christillin può inserirlo nel curriculum
  12. Lapo Elkann, il tifo Juve dei bimbi e la risposta alla Christillin: "Parla a vanvera" Il nipote dell'Avvocato ha commentato le parole del membro del consiglio Fifa sulle conseguenze che il caso plusvalenze avrebbe portato al club bianconero Il caso plusvalenze, con i 15 punti di penalizzazione inflitti alla Juventus, continua a far discutere. Diverse opinioni su quanto accaduto e su quanto potrà accadere in futuro al club bianconero arrivano ogni giorno da varie parti. C'è chi pensa che il caso che ha coinvolto la Vecchia Signora possa andare ad influire addirittura sulla passione dei bambini. È il caso di Evelina Christillin che a gennaio ha dichiarato: "Ci saranno danni economici per la non partecipazione alle coppe europee, ma non solo: meno gente allo stadio, meno abbonamenti, meno sponsor. Qualcuno l’altro giorno diceva che un bambino di 10 anni è difficile che diventi tifoso juventino dopo una botta del genere" Lapo, la risposta alla Christillin Alle parole del membro del consiglio FIFA ha risposto Lapo Elkann. Il nipote dell'Avvocato è stato menzionato su Twitter da un utente che ha postato un video diventato virale in pochi giorni, che mostra un bambino visibilmente emozionato in seguito alla sorpresa dei suoi genitori che lo hanno portato all'Allianz Stadium in occasione di Juventus-Fiorentina. Insomma, un chiaro esempio di come l'amore di un bimbo per una squadra di calcio possa andare oltre a ciò che avviene fuori dal campo. Chiamato a rispondere alle parole della Christillin, Lapo ha scritto: "Non conta niente, troppa gente parla a vanvera purtroppo" Tanti i messaggi di supporto a Lapo, considerato portavoce vero del tifo bianconero. La Juve e l'amore di un piccolo tifoso: la sorsaL'edizione digitale giornale, sempre con te Ovunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, ant
  13. Off topic: comunque la storia dell'omicidio di Pescara è incredibile
  14. Rischiamo tre italiane ai quarti, Per i bookmakers due sono sicure
  15. Non ho capito il "ragionamento"
  16. Comunque se ci mandano in B Il prossimo anno la serie A la seguo così:
  17. Per i bookmakers Eagles leggermente favoriti a 1,80 contro 1,95
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