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Spartony

Tifoso Juventus
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  1. non so, probabilmente sei giovane e non ricordi ma ADP prima del crociato era un altra roba. non parliamo di Ronaldo il Fenomeno: prima degli infortuni era un alieno. Mai visto niene di così fisicamente dominante. Dopo è stato un calciatore fenomenale. Speriamo che la chirurgia abbia fatto i passi in avanti che dici ma in quei due casi i calciatori tornarono dai loro infortuni molto diversi: l'agilità nel dribbling stretto del primo ADP e lo strapotere fisico con i cambi di direzione e le accelerazioni disumane di Ronaldo furono compensate dalla intelligenza calcistica e dalla tecnica sopraffina dei due.
  2. mi sembrava strano che dopo aver puntato due dal ruolo ben definito (di maria esterno d'attacco e kostic in fascia) non tornassimo a cercare calciatori in cerca di ruolo (zaniolo). esterno d'attacco? esterno di centrocampo? mezzala? che roba è?
  3. io temo l'inkulata: 30 mln + ipervalutazione di qualche medioman (che da timore diventa terrore se penso che potrebbe essere jorginho a 50 mln) poi ai prescritti fanno i regali tirassero fuori la grana!
  4. a parte l'episodio dell'auto di qualche zozzonero decerebrato (episodio deplorevole ma pur sempre episodio) è una versione romanzata di uno fischiato perchè gioca male. tormantare è una parola grossa.
  5. un incentivo per il trasferimento vada a londra a fare bella figura
  6. se volesse riformare il fantastico centrocampo rabiot - arthur - bentancur a londra, glieli posso portare io senza che si disturbi
  7. ma quest'anno col mese di sospensione si sposta tutto ad aprile?
  8. non li capisco. si lamentano dei problemi che la notorietà porta ma non vedo mai nessuno rinunciare ai benefici della stessa. non è stato mica costretto a fare il calciatore professionista. sapeva quali erano i pro e i contro. sapeva che sarebbe stato sotto i riflettori. se giochi male c'è il rischio che ti fischino. capirai! nel mondo reale se uno lavora male rischia anche il licenziamento e nel mondo reale si lavora almeno il quadruplo di quanto non faccia un calciatore e si guadagna un infinitesimo di quanto fanno loro.
  9. no, guarda. io ti ho detto che chiesa ha fatto 2 gol in 14 partite. è un dato non una ipotesi e nemmeno una interpretazione. poi ci possono essere tutte le giustificazioni o scuse che vuoi ma dire che con chiesa fino a fine stagione sarebbe stata una juve con numeri molto diversi in attacco non è molto verosimile per quanto visto e per i numeri registrati fino a gennaio. tra l'altro si giocava male anche con chiesa li davanti. cmq la chiudo qui anche perchè siamo abbondantemente OT
  10. che gli infortuni siano colpa della nazionale è una tua ipotesi. il fatto che tutti i ns calciatori abbiano avuto problemi fisici toglie forza alla tua ipotesi e mette sotto accusa la nostra gestione della preparazione fisica (tanti hanno avuto problemi). tanti nazionali sono stati spremuti ma altri hanno avuto solo normali cali di forma (vedi barella) e non tutti gli infortuni che hanno i ns (in particolare chiesa).
  11. occhio che l'infortunio di chiesa è una bella foglia di fico il suo infortunio è stato a gennaio: 14 gare, 2 gol e 3 assist. proiezione di 6-7 gol a fine anno. la squadra avrebbe segnato meno di quella di cr7 anche con chiesa.
  12. oggi si, è a bilancio per uno sproposito. non si avvicina nessuno a spendere quelle cifre per uno che viene da anni di problemi e prestazioni scadenti. uniche due strade percorribili sono a) che lui accetti qualche offerta di qualche pollo in premier con i quattrini (ad oggi è fantasy) o b) pizzarlo in prestito sperando che faccia una stagione decente
  13. a me tutte queste critiche a de ligt mi riportano alla mente quelle discussioni di quando senza CR7 dovevamo fare più gol
  14. giusto per farvi intristire un po: scadenza del contratto di arthur giugno 2025
  15. e ora commuovetevi!!! (PS: poi però controllate la sveglia che bisogna andare al lavoro per guadagnare in tutta la vita quello che sta gente guadagna in pochi mesi) Cicatrici di Mattia De Sciglio [intervista realizzata ad aprile 2022] Alzo la testa e vedo che sulla lavagnetta luminosa c’è il numero 2. Il mio numero. «De Sciglio, esce De Sciglio», sento gridare. Non ho molto tempo per realizzare, perché in quel preciso istante 70mila persone iniziano a fischiare. Fortissimo. Non capisco: sono stato dato in pasto ai leoni. «Perché c**** mi sta cambiando?», non riesco a chiedermi altro. Il Milan è sotto 0-2 in casa contro l’Empoli, in campionato non stiamo andando bene. Tutta la squadra non sta giocando al meglio. Al 70’, mister Montella decide di cambiarmi. Quella è stata l’inizio della fine. La situazione era già compromessa, ma in quel preciso istante l’acqua ha traboccato dal vaso ed è diventata benzina sul fuoco. Un esterno per un altro esterno, entra Ocampos. I fischi sono talmente forti che non riesco a pensare. Mi siedo in panchina e vengo sopraffatto da vampate di calore, di rabbia. Ribollo. Non mi sono mai sentito come in quei secondi. Ero stato gettato nel vortice, messo nel mezzo e dato in pasto ai tifosi per lavarsene le mani. Ero incazzato. E poi i fischi: stiamo giocando tutti male, perché per l’ennesima volta sono io il capro espiatorio? Mi faccio la doccia e dentro esplodo. Raggiungo i miei genitori nel garage dello stadio, dove mi stanno aspettando per tornare a casa. Salgo in macchina e imbocchiamo il tunnel d’uscita. C’è un po’ di coda, mio padre frena e si mette in fila. Un tifoso, con in mano una birra e chissà quante altre bevute prima, si avvicina e grida: «Qui dentro c’è De Sciglio!». Inizia a insultarmi, si crea un capannello di persone. «Vattene alla Juventus». Mi offendono perché qualche giornalista ha messo in giro la voce che ho già firmato con la Juve. Non è vero, ma ci torniamo dopo. Mio padre scende dalla macchina e prova a calmarli, a fargli capire che non si può mortificare una persona. Niente, iniziano a spintonare. A quel punto non ci ho visto più. Buio, tutto nero. Sono sceso e ho fatto l’errore di reagire. Non sono riuscito a tenermi dentro tutte le emozioni negative che vivevo. Ho sbagliato, ma avevo visto i miei genitori tirati in mezzo a questa storia. Terribile. Quello è stato il punto di rottura. Era la sera del 23 aprile 2017 e, a raccontarvela, mi scaldo ancora. Come ci siamo arrivati è un percorso tortuoso, nato dalle dinamiche malate del nostro mondo e successivamente processato dalla mia mente, che era diventata un muscolo incancrenito, non allenato a certe circostante. Cicatrici, ma non quelle causate dal coraggio. Di quelle, quando le riguardi, tutto sommato ne vai fiero. Pensi che ne sia valsa la pena. Le mie sono cicatrici violente, che per cicatrizzarsi hanno avuto bisogno di altre ferite. Le ho fatte respirare, hanno preso aria e, adesso, forse sono orgoglioso anche di loro. O almeno del percorso che abbiamo vissuto insieme. Vi ricordate il video in cui Boateng mi prende in giro? Ogni volta che lo riguardo, mi fa morire dal ridere. C’è Kevin che dice: «De Sciglio è il terzino più forte del mondo, troppo forte. L’unica cosa è che dovrebbe tagliarsi i capelli, perché così sembra mio nonno». La mia carriera stava iniziando ed ero in hype. Per me era tutto nuovo, queste situazioni mi riempivano di energia positiva, di fiducia e consapevolezza. Il Milan era il mio caricabatterie, eravamo sempre connessi e stavo al 100% in ogni momento. C’era Boa, c’era Ibra, e soprattutto c’era il mister. Ecco, prima di parlarvi di Allegri, voglio dirvi una cosa: non sono il suo figlioccio. Il nostro è uno dei rapporti allenatore-giocatore più iconici degli ultimi anni, ma lui non mi ha mai favorito. Certo, ciò che è vero, è che tra noi è nato un legame speciale. Lui mi ha fatto esordire, lui mi ha visto cadere, lui mi ha visto rialzarmi. Credo che Allegri, come tutte le persone che mi hanno voluto analizzare per quello che sono, si sia sempre accorto che voglio far trasparire un ragazzo genuino. Semplice, educato, disponibile. Il nostro rapporto di confidenza, spesso enfatizzato, ha creato una fiducia reciproca. Pretende tanto da me, e sono uno di quello che massacra di più perché mi vuole bene e conosce le mie qualità. Lavora molto sulla comunicazione con il gruppo e con il singolo. Mi stuzzica, e ormai ne nascono dei botta e risposta. Ci divertiamo. A lui piace dare nomignoli a tutti i calciatori, e quando vuole colpirmi nell’orgoglio mi chiama «Mangia e dormi». Sì, dice che sostanzialmente io mi alleno, mangio e dormo. Stop. Però mister, una cosa te la devo raccontare io adesso. Anche noi ti prendiamo in giro. Sai che imitiamo il tuo modo di parlare in toscano, e qualche volta ci siamo ritrovati a doverti tradurre. Quando ci sono le riunioni tecniche e ci sono nuovi giocatori stranieri, spesso ci chiedono: «Ma cos’ha detto?». Perché già è difficile capire l’italiano dall’inglese, figuriamoci comprendere il livornese! E quindi sì, siamo diventati interpreti di livornese-inglese. Il suo pragmatismo viene visto come un difetto. In tanti si mettono negli occhi il bel calcio, guardano Guardiola e puntano il dito. Secondo me, Pep è una cosa a sé, unico nelle sue idee e nel modo di sistemare la squadra, di inventarsi i ruoli per certi elementi. La gente si è messa in testa che tutte le grandi devono giocare bene. Non voglio prendere le difese di Allegri, è il mio pensiero, ma è una contraddizione. In Italia si tende a guardare il risultato, poi però si parla del bel gioco. E tante volte, le due cose non vanno di pari passo. Ogni partita è una storia: a volte giochi meglio, perché te lo permette l’avversario, altre no. Dipende dagli spazi che ti concedono, da tante componenti. C’era Boa, c’era Ibra, c’era Allegri e soprattutto c’era il Milan. Il mio Milan. Quando ho iniziato a scrivere questa lettera, ho scelto di rispondere a due domande. Innanzitutto, cos’è successo a Mattia De Sciglio, quel talento in erba che tutti designavano come futura stella del calcio nel proprio ruolo, capace di scendere in campo giovanissimo in palcoscenici importanti? E poi, perché tutti sono finiti con l’odiarlo? Avevo tutto, e stavo vivendo al massimo. Momenti bellissimi, uno dietro l’altro, che mi avevano riempito il cuore. Nessuno ti prepara al baratro. Ho iniziato ad avere problemi fisici che mi hanno condizionato, trascorrendo un anno e mezzo con un minutaggio al ribasso e incostante. Non ho avuto problemi gravi, tutti stop di qualche settimana: tornavo, e dopo due partite mi fermavo nuovamente. Non avendo continuità, faticavo nel mantenere un certo livello di prestazione. Sono iniziate le critiche della stampa e dei tifosi. Mi hanno ferito, facevano male. Non me le aspettavo, ma non è questo il punto. A ferirmi è stato l’accanimento. Ero passato dal paradiso all’inferno. Mi mancavano di rispetto solo per poter dire che avevo giocato da schifo. Mi arrabbiavo. Secondo me il rispetto deve essere alla base della vita: accetto di sentirmi dire che non ho giocato bene, non oltre. Si era creata un’immagine distorta, e anche quando facevo delle partite positive, saltava fuori un pretesto per attaccarmi. Se c’era un mezzo errore, veniva sottolineato con vigore. Mi chiedevo: «Perché?». Non sono mai stato uno sopra le righe, che si fa vedere in giro per Milano a far serata. Ero lo stesso ragazzo che sputava sangue e andava in campo anche se non era al 100%. Se potevo dare il 70%, lo spremevo fino in fondo. E così in allenamento: facevo una vita da professionista. L’accanimento proprio non me lo spiegavo. Mi faceva soffrire che fosse più facile prendere me come capro espiatorio, piuttosto che altri. Io non ho mai detto niente, sempre disponibile. Probabilmente, proprio a causa del mio carattere, è stato più facile attaccare me. Mi sono chiuso in casa. Vivevo in un vortice di pensieri negativi, dove mi sentivo in difetto anche nell’andare a cena con la mia fidanzata a metà settimana, oppure portare fuori mia madre. Mi sentivo sbagliato nel farmi vedere fuori. Preoccupato del giudizio delle persone. Ero preso alla sprovvista da una situazione anormale. Non sono riuscito a gestirla nel modo giusto e mi ha portato a una chiusura interiore. Mi mancava proprio il Mattia di prima. Mi mancava la felicità. Faticavo a sorridere. Sono un ragazzo solare, che cerca compagnia e scherza sempre. Mi ero trasformato nella mia nemesi. Chiuso, in casa, a pensare che godersi la vita fosse un eccesso che per niente al mondo mi potevo permettere. A pensare che forse, sentirmi sensibile e fragile, fosse un lusso per questo mondo. La prima volta in cui i miei genitori hanno incontrato Stefano Tirelli, il mental coach che mi ha aiutato a uscire dal baratro, gli hanno detto: «A noi il Mattia calciatore interessa relativamente. A noi preme il Mattia figlio, gli restituisca il sorriso e saremo contenti». Abbiamo iniziato un percorso che mi ha permesso di ritrovare la serenità. Mi ha detto che ho sfiorato la depressione, uno stato in cui nessuno si accorge di entrare. Ho imparato a lavorare con la testa attraverso un lungo percorso che mi ha permesso di capire chi sono veramente, e che sono arrivato a certi livelli è perché me lo merito. La fortuna te la vai anche a cercare. Le cose accadono per un motivo. La determinazione nel raggiungere gli obiettivi che mi ero posto da bambino mi ha portato dove sono. Dedicavo giornalmente del tempo per lavorare con la mente. Nel nostro primo incontro, avevo gli occhi spenti. Due sedute a settimana, tanto lavoro psicologico e la digito-pressione. Abbiamo utilizzato anche dei metodi della medicina cinese. Un percorso stimolante. Il mio carattere pacifico è stato interpretato in maniera sbagliata da tante persone, come se mi mancasse la personalità. Anche a 20 anni, subire senza reagire era visto come assenza di grinta. No, sono semplicemente io. Mi faccio troppi problemi a mandare a ca**re la gente e vivermela serenamente. Solo io so quello che ho fatto per essere qui. Non è giusto che 4 idioti là fuori mi condizionino la vita. Non posso rovinare tutto. La notte di Milan-Empoli si avvicina. Mi ero ripreso e anche l’Europeo era andato alla grande. Mattia era tornato, ancor prima di De Sciglio. Dopo qualche mese, comunico alla società che non avrei rinnovato il contratto in scadenza. Una scelta sofferta, ma erano successe troppe cose e necessitavo di cambiare ambiente. Pensavo che il club avrebbe potuto tutelarmi maggiormente, avevo immagazzinato troppo rancore. A gennaio leggo: «De Sciglio non rinnova perché ha già firmato con la Juventus». Rimango colpito, perché io non avevo ancora sentito nessuno. Erano voci messe in giro dai giornalisti, e i tifosi sono stati condizionati. Purtroppo, nel nostro Paese, è una pratica comune. Il mio presunto accordo è diventato l’ennesimo pretesto per attaccarmi e criticarmi con ancora più cattiveria. Ad aggravare la situazione, gli infortuni di Montolivo e Abate fecero cadere la fascia di capitano sul mio braccio. Le mancanze di rispetto erano all’ordine del giorno. Sono nuovamente qui, all’uscita del tunnel di San Siro. Rientro in macchina e cerco il silenzio. I miei genitori sono preoccupati. Chiudo gli occhi e sogno la normalità. Io e i miei amici alla gelateria di Federico a Pontesesto, frazione di Rozzano, vicino all’oratorio in cui sono cresciuto. Prendo yogurt, miele e noci, i miei gusti preferiti. Qualche bambino mi chiede una foto e poi giochiamo tutti insieme, nonostante gli impegni della vita. Sono nella Primavera del Milan e non so che un giorno condividerò lo spogliatoio con Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo. Affronterò Neymar e chiederò a qualche divinità di fermare Douglas Costa al posto mio, perché è davvero difficile stargli dietro!. Qualche mese più tardi entrerò in silenzio nello spogliatoio di Seedorf, Nesta, Thiago Silva, Gattuso, Inzaghi, Zambrotta, Zlatan e la soggezione prenderà il sopravvento. Giocherò in Nazionale, vincerò Scudetti. A 30 anni mi guarderò indietro, prenderò coraggio e racconterò le mie cicatrici. Quelle che mi hanno fatto diventare l’uomo che sono. Quelle per cui non bastano i cerotti. Quelle che, in fondo, nessuno di noi può evitare. fonte https://www.cronachedispogliatoio.it/de-sciglio-cicatrici-cronache/
  16. un enorme pacco. almeno dovremmo aver capito che ci conviene stare alla larga da centrocampisti brasiliani che hanno Melo tra i cognomi
  17. Perché gli volete così male a quel ragazzo? Sai che poi smadonna forte... Inviato col motore di Rabiot
  18. ma basta pure un pacco di mentos e una bottiglia di coca cola da mettere sotto il letto di de sciglio per festeggiare la partenza del francese
  19. Tuchel chiama Rabiot, quanto chiede la Juve al Chelsea Ad un anno dalla scadenza del contratto, il francese flirta con la Premier League: non solo il Manchester United, il suo ex tecnico al Psg lo vorrebbe a Londra I bianconeri, nonostante il contratto in scadenza nel 2023, non sembrano intenzionati ad abbassare le richieste, partendo da una valutazione di 20 milioni per poi eventualmente lavorare sulla formula e sui bonus https://www.tuttosport.com/news/calcio/serie-a/juventus/2022/06/22-94029377/tuchel_chiama_rabiot_quanto_chiede_la_juve_al_chelsea
  20. Tevez: “Voglio Di Maria al Rosario. Conte il mio modello” https://www.tuttosport.com/news/calcio/calcio-estero/sudamerica/2022/06/22-94032519/rosario_tevez_e_pronto_risvegliero_il_gigante_addormentato_ alcuni estratti L'Apache ha poi spiegato di ispirarsi ad Antonio Conte: "L'ho avuto alla Juve, è il mio modello. È stato uno di quelli che mi ha insegnato di più come giocatore. Cercherò di far giocare la mia squadra in quel modo". "Mercato? Non mi è mai piaciuto che si parlasse di rinforzi quando arrivava un allenatore. Non ho parlato di rinforzi con la società, voglio prima vedere i ragazzi, che mi dimostrino la loro voglia di andare in campo. Questo club è un gigante addormentato. Dobbiamo svegliarlo e per farlo bisogna fare il passo successivo, essere competitivi". Nel corso della presentazione gli è stato domandato anche se ci siano possibilità per l'arrivo di Di Maria: "Non ho parlato con Fideo. In realtà non ne ho nemmeno parlato con mia moglie... Se lo vorrei? A chi non piacerebbe? So cosa significa Di Maria per questo club. Quando la situazione sarà più calma lo chiamerò. Conosciamo le sue qualità e per noi sarebbe molto positivo".
  21. lecce, fatta per frabotta in prestito con diritto di riscatto e controriscatto https://www.sportmediaset.mediaset.it/mercato/lecce-fatta-per-frabotta_51661165-202202k.shtml
  22. juve, fabian ruiz nel mirino https://www.sportmediaset.mediaset.it/mercato/juve-fabian-ruiz-nel-mirino_51655819-202202k.shtml
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