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Bradipo76

Il gioco di Allegri. Topic unico ed irresistibile

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Al quinto anno, con dieci trofei in saccoccia, Max deve fare L'ESAMINO con l'atletico. 

Straordinerio. 

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1 ora fa, Juve la mia passione ha scritto:

Quindi nemmeno con cr7 in rosa non dobbiamo più considerarci tra i favoriti? 

Ma gli alibi finiranno solo quando non ci sarà più allegri?

 

comunque non è l’essere eliminati di per se che rappresenta il fallimento o meno, è nel caso come avverrà... se nei 180 minuti c’è la giochiamo alla pari senza rimpianti non farei drammi, ma se usciamo perché non giochiamo allora il fallimento sarà sacrosanto.

e occhio che diamo per scontato li scudetto ma è ancora lunga... basta poco per rovinare anche quello.

ormai è assodato che conta solo il risultato, parlo di tanti tifosi, se esci agli ottavi aldilà del gioco, sarà un fallimento. E' dura pensare che tutto a un tratto la squadra per incanto inizi a dare spettacolo e a divertire. Io mi accontenterei di vedere la squadra come a inizio stagione, quando perlomeno la mentalità e l' approccio alle partite era spavaldo e non speculativo, se non addirittura rinunciatario come adesso. vediamo...

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4 minuti fa, Monteroismyguide ha scritto:

Al quinto anno, con dieci trofei in saccoccia, Max deve fare L'ESAMINO con l'atletico. 

Straordinerio. 

 

Beh, però lo sport è sempre un esame, per tutti.

Il passato è passato e non si vince seduti sugli allori.

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2 ore fa, Nameless ha scritto:

Dio non voglia, ma se dovessimo uscire con l'Atletico, penso che sarebbe considerato all'unanimità un fallimento, o no?

No. Non puoi giudicare una stagione su uno scontro su 180 minuti...

 

il problema non è se vinci la champions, esci agli ottavi, e nemmeno se ne prendi 3 dall’Atalanta. Succede. Per assurdo il mio giudizio non cambia nemmeno se vinciamo la champions: siamo una delle 4-5 che possono giocarsela, se arriva bene, se non arriva bene uguale.

Il mio problema con l’attuale gestione non è di risultati (tutto sommato abbiamo fatto quello che dovevamo in Italia - soffrendo un po’ troppo rispetto alla differenza di valore con le altre, vedi ultimo campionato - e anche meglio di quello che dovevamo in Europa), è che in 4 anni abbiamo avuto un’idea di gioco forse giusto nella seconda stagione (quella di Tevez/Morata, le punte perfette per il calcio offensivamente estemporaneo di allegri). Capiamoci: Allegri è un OTTIMO tattico, uno dei migliori in circolazione nel preparare le singole partite (e questo lo vedi nelle buone performance in champions e coppa Italia), quello che gli manca è un’idea di gioco. Non per fare sempre uno dei soliti nomi, ma una squadra di Gasperini la riconosci dai movimenti in campo in 5 minuti anche senza sapere che sia lui l’allenatore (guarda le sovrapposizioni per vie interne di centrocampisti e a volte - quando si mette a 3 - addirittura dei difensori, e vedi la sua mano). Tanti altri di quelli che a me piacciono sono così, e non si tratta di “calcio offensivo” o  mettere in campo più o meno attaccanti, è che quando vedi quelle squadre vedi 11 giocatori che sanno perfettamente cosa fare. Con allegri vedi 5-6-7 giocatori difensivi (ripeto, il concetto non è che siano troppi o pochi) che sanno perfettamente cosa fare, e altri 3-4-5 che devono inventarsi un gioco con compagni fermi...

Modificato da Ilcampodice36
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Joined: 19-Jan-2016
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9 minutes ago, ● Marco ● said:

 

Beh, però lo sport è sempre un esame, per tutti.

Il passato è passato e non si vince seduti sugli allori.

D'accordissimo. Non è il tuo caso, ma in alcuni commenti/aspettative per il doppio confronto di champions noto un leggero filino di bava alla bocca. 

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4 minuti fa, Monteroismyguide ha scritto:

D'accordissimo. Non è il tuo caso, ma in alcuni commenti/aspettative per il doppio confronto di champions noto un leggero filino di bava alla bocca. 

Loro vincono sempre. Se passiamo bene se usciamo: “ve lo avevo detto!1!1” e via di sfogoni 

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6 minutes ago, Aut said:

Loro vincono sempre. Se passiamo bene se usciamo: “ve lo avevo detto!1!1” e via di sfogoni 

come gli antijuventini

 

quando vinciamo con una minima decisione arbitrale a nostro vantaggio e' come se avessero vinto loro

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2 minuti fa, Gnokko ha scritto:

come gli antijuventini

 

quando vinciamo con una minima decisione arbitrale a nostro vantaggio e' come se avessero vinto loro

Ognuno può fare il c**** che gli pare per quanto mi riguarda ma dimmi te se si può vivere una passione in questa maniera 

bah

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Joined: 09-Apr-2008
32998 messaggi
5 minutes ago, Aut said:

Ognuno può fare il c**** che gli pare per quanto mi riguarda ma dimmi te se si può vivere una passione in questa maniera 

bah

gli avran portato via una bicicletta da piccini

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Joined: 24-Dec-2012
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La ggente è curiosa di vedere 'sta questa nelle mani di un altro.

 

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Joined: 20-Apr-2009
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9 hours ago, B&W Pride said:

Bella domanda , a cui sinceramente non so rispondere perché non mi intendo di preparazione atletica ad altissimi livelli.

La mia opinione comunque é che gli automatismi aiutano i giocatori anche nei momenti di appannamento atletico. Quindi, anche se non stai benissimo sulle gambe,  una serie di movimenti organizzati quantomeno per uscire dal pressing avversario possa dare ai giocatori quella tranquillitá per sopperire a una condizione fisica carente.

Poi magari in quei periodi non vai a pressare alto, ma non posso pensare che atleti professionisti di questo livello non abbiano “il gas” necessario per fare un movimento di 5 metri utile a dare una linea di passaggio pulita al compagno. La sensazione é che da noi  lo si fa per altro tipo di scelte che nulla hanno a che fare con la condizione atletica.

Grazie della risposta. Si, la penso completamente come te, sia sia per quanto riguarda il fatto della preparazione atletica (che nonostante i carichi atletici ci dovrebbe comunque essere lo stesso " “il gas” necessario per fare un movimento di 5 metri utile a dare una linea di passaggio pulita al compagno") che per quanto riguarda sempre lo stesso problema (cioe' che gli "automatismi per uscire dal pressing avversario aiutano i giocatori anche nei momenti di appannamento atletico")!

 

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4 ore fa, Nameless ha scritto:

Dio non voglia, ma se dovessimo uscire con l'Atletico, penso che sarebbe considerato all'unanimità un fallimento, o no?

Per me no

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Quindi fatemi capire...

Dite tutti che quello che si deve giudicare sono i risultati e non il gioco...

Ma se usciamo da coppa italia e CL non è da considerarsi un fallimento.

 

Ora non capisco... Quando è che diventa un fallimento? Per vincere il solo campionato e giocare così male potevamo tenere higuain e non prendere cancelo ed emre can.

 

Praticamente secondo alcuni allegri non è mai criticabile... Se vince e gioca male e vabbè vince... Se perde e gioca male e vabbè ma sono 4 anni che vince...

 

Ma a questo allenatore quando si potrà appuntare qualcosa, no per sapere...

Modificato da BeccoLiv
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poco da dire, se usciamo agli ottavi nell'anno in cui paghiamo 31 mln di ingaggio per Cristiano Ronaldo è un fallimento bello e buono.

Diverso sarebbe se usciamo dalle semifinali in poi, perchè è vero che ci sarebbe un "fallimento sportivo" ma almeno limiteremmo quello "economico".

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Per me no
Normale i 50 milioni di Euro non li perdi tu. Pee la societa' al 100% sara' cosi dopo l' investimento Ronaldo

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37 minuti fa, evilempire ha scritto:
1 ora fa, detestomicio ha scritto:
Per me no

Normale i 50 milioni di Euro non li perdi tu. Pee la societa' al 100% sara' cosi dopo l' investimento Ronaldo

Io parlo a livello sportivo, su quello economico non metto becco perché non sono competente in materia

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1 ora fa, BeccoLiv ha scritto:

Quindi fatemi capire...

Dite tutti che quello che si deve giudicare sono i risultati e non il gioco...

Ma se usciamo da coppa italia e CL non è da considerarsi un fallimento.

 

Ora non capisco... Quando è che diventa un fallimento? Per vincere il solo campionato e giocare così male potevamo tenere higuain e non prendere cancelo ed emre can.

 

Praticamente secondo alcuni allegri non è mai criticabile... Se vince e gioca male e vabbè vince... Se perde e gioca male e vabbè ma sono 4 anni che vince...

 

Ma a questo allenatore quando si potrà appuntare qualcosa, no per sapere...

Supercoppa e campionato non ti bastano? Le stagioni fallimentari le abbiamo vissute solo 8 anni fa...

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18 minuti fa, detestomicio ha scritto:

Supercoppa e campionato non ti bastano? Le stagioni fallimentari le abbiamo vissute solo 8 anni fa...

Credo ci sia un uso eccessivo del termine fallimento.

Quando si vince un campionato non può mai essere una stagione fallimentare, soprattutto se i trofei sarebbero 2.

Come ho già detto però rispetto all'anno scorso, ci sarebbe un peggioramento.

E proprio nell'anno degli arrivi di Ronaldo, cancelo, bonucci ed emre can al posto di higuain, licht, howedes e sturaro non sarebbe certo piacevole, ma non un fallimento.

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Comunque c'è una cosa sicura come la morte e le tasse: se passiamo con l'Atletico dal secondo dopo il fischio finale della partita di ritorno si parte con :'se si perde ai quarti è un fallimento'. E poi in semi. E poi la finale. Ma già arrivare due volte in finale da outsider viene considerato un fallimento, mentre è UN VANTO. 

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4 minuti fa, torino juventina ha scritto:

Credo ci sia un uso eccessivo del termine fallimento.

Quando si vince un campionato non può mai essere una stagione fallimentare, soprattutto se i trofei sarebbero 2.

Come ho già detto però rispetto all'anno scorso, ci sarebbe un peggioramento.

E proprio nell'anno degli arrivi di Ronaldo, cancelo, bonucci ed emre can al posto di higuain, licht, howedes e sturaro non sarebbe certo piacevole, ma non un fallimento.

Arrivati a questi livelli dove siamo abituati bene può capitare un peggioramento oppure siamo obbligati a vincere sempre? Siamo sulla Luna,torniamo sulla Terra per favore...

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Per quanto si possa criticare o meno Allegri ( e mi ci metto anche io) noto che molti juventini  sono 

caduti nel trappolone "fallimento senza champions"..

Vi hanno proprio fatto un bel lavaggio del cervello .asd

Mi sorge una domanda..

( mi sgraaatto 15 volte prima  però. .asd )

Se vinciamo lo scudetto ma perdiamo la finale di Champions con un gol irregolare ed uno annullato a noi, e quindi  con ladrata conclamata a  livello universale, l'anno verrebbe catalogato sotto la parola "fallimento"???

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Joined: 11-Jan-2010
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4 ore fa, anastasi48 ha scritto:

scusa ma chi si deve preoccupare di portare alla buona forma, o mantenere in forma una rosa di giocatori professionisti, noi tifosi o chi è pagato 7,6 milioni di euro all' anno per fare l' allenatore della Juventus?

Ma tu sai per certo che gli infortuni sono da addebitare al mister ?

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6 ore fa, br1JCR7BUFFON ha scritto:

I fatti dicono che Lippi ha vinto la Champions battendo convincendo nei 120 minuti la miglior sqyadra del mondo dell'epoca

 

aspwttando che faccia lo stesso Allegri .asd

I fatti dicono anche  che in tutte le partite a potuto contare su tutti i suoi campioni in campo . Credo non sia un particolare di poco conto

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da Juventibus

https://www.juventibus.com/olimpo-potenziale-allegri/amp/

A un passo dall’Olimpo, lontani dall’Olimpo. Allegri sfrutta al meglio il potenziale?
 

Nel calcio è lecito inseguire la vittoria in tutti i modi. Calcio dominante, calcio difensivo, calcio speculativo, calcio guerriglia, nessun approccio è a priori migliore di un altro. Non esiste un metodo che offra più garanzie, ma ciò che è necessario per vincere è sfruttare nel miglior modo possibile il potenziale estremo di una rosa di calciatori, ovvero l’arsenale esteso dei propri campioni e delle loro energie fisiche, del talento tecnico, delle doti umane, in alchimia con l’attitudine al sacrificio, la sapienza e maturità tattica, gli stimoli e la volontà di raggiungere gli obiettivi.

È il potenziale della rosa a determinare lo stile di gioco, così ragiona il saggio.

La domanda che da tempo ossessiona la maggior parte degli juventini – costretti alla schizofrenia dalla Juventus di Massimiliano Allegri quasi vincente e troppo spesso scialba – è dunque proprio questa: l’allenatore che ha assicurato alla Juventus quattro double consecutivi e campagne europee sempre appassionanti, tambureggianti, contraddistinte da episodi sfortunati e sogni infranti agli ultimi secondi, è riuscito nel tempo a sfruttare al meglio il potenziale delle sue rose?

 

La risposta è complessa e tutt’altro che univoca, ma approfondiamo.

 

Dall’addio di Conte all’arrivo di Ronaldo, la Juventus è profondamente cambiata. Antonio il duce aveva realizzato un miracolo sportivo, trasformando in macchina da guerra vincente una compagine pavida e insicura, rafforzata da un campione (Pirlo) e molti ottimi giocatori affamati. Ha plasmato giocatori (Vidal), cresciuto fuoriclasse acerbi (Pogba) e portato ognuno dei suoi soldati al 100% del proprio rendimento potenziale. La crescita sportiva, in quell’era lontana, è stata in tutta evidenza il traino della crescita societaria, ben congegnata e completata dal duo Marotta-Paratici: fino a che, anche a causa delle dinamiche di trasformazione del calcio europeo organizzato sulla concentrazione delle risorse (fattori economici + expertise sportiva + storia + bacino di utenza) in pochissime realtà, la Juventus si è trovata a un grande bivio, ovvero dover scegliere senza tentennamenti quale dimensione inseguire. La fascia nobilissima, l’Olimpo del calcio mondiale, la prima fila della griglia, o una seconda fascia famelica, subito dopo i grandissimi club, ma con valori in grado di poter sognare il grande exploit in caso del contemporaneo verificarsi di circostanze favorevoli?

Nel bel mezzo di questa transizione, è arrivato Allegri.

 

Conte aveva stressato l’ambiente per affrettare l’ultima fase di crescita che giudicava ancora lontana, probabilmente in un eccesso di programmazione razionale e ambizione personale, e l’avvento del suo opposto Max, fatalista e sornione, ha sicuramente consentito che quel processo di crescita necessario continuasse in modo rapido ma progressivo, senza lo strappo netto o il salto triplo in cui sperava il leccese. E soprattutto, Max è riuscito a continuare quel processo continuando a vincere. Per le sue prime tre stagioni, ovvero quando il potenziale della Juventus, seppur ottimo (nettamente il migliore in Italia, ma non da pole position in Europa), non era ancora al suo livello apicale, le cose sono andate indiscutibilmente bene, con i double. Un primo anno da diesel, con partenza a rilento e crescita netta fino a Berlino – con la squadra forse più adatta alla sua idea di gioco – un secondo anno segnato dal mancato rinvio di Evra, un terzo anno segnato dalla “svolta” tattica verso il 4-2-3-1 e dalla cavalcata fino a Cardiff. Fino ad allora, difficile poter individuare nella gestione tecnica un punto debole.

Discorso a parte, invece, meritano le ultime due stagioni, quella passata e la prima metà della Juventus di Cristiano Ronaldo. La Juve audace e capace di mixare al meglio solidità difensiva e manovra armoniosa fino alla finale persa a Cardiff, aveva lasciato sperare in un punto di non ritorno. Come se fosse sedimentata la consapevolezza, in società e guida tecnica, che la definitiva consacrazione nell’Olimpo passasse per l’abbandono di un’idea di calcio speculativa, fondata sulla BBC, sulla limitazione dell’avversario e il morso occasionale, per abbracciare il modello di calcio propositivo e offensivo che negli ultimi anni si è affermato come il più efficace per le grandi squadre nello sfruttare l’enorme tasso tecnico delle proprie rose. Allegri lo aveva fatto? Probabilmente sì, la sua squadra non è mai stata tra quelle con il miglior potenziale ma è stata capace di recuperare il gap con la tattica, l’impostazione, la concentrazione, la capacità di gestirsi, rompere e ferire.

Lo scorso anno, invece, c’è stato, in questo senso, un preoccupante passo indietro, in qualche modo già preannunciato da un mercato confusionario, segnato dall’impoverimento tecnico con la perdita di Bonucci e Alves. È arrivata così la stagione peggiore del ciclo Allegri, con una Juve scialba nella stragrande maggioranza degli impegni e un finale di stagione (fatta eccezione per la finale di Roma contro un debolissimo Milan) contraddistinto da gare (Spal – Crotone – Inter – Napoli – Bologna) da lasciare stupefatti per il grado di inconsistenza. Il double è poi arrivato comunque, per inerzia, e instillando nei tanti juventini vogliosi di barattare l’approccio conservativo e sparagnino troppo spesso issato come vessillo imperiale, il terrore che la grande vittoria di Madrid, del tutto estemporanea e totalmente legata all’approccio mentale inesistente dei madrileni dopo il 3-0 dello Stadium, potesse illudere ancora una volta che l’Olimpo fosse già stato raggiunto.

E invece, ecco Ronaldo. Cancelo. Il ritorno di Bonucci. Il tasso tecnico e il potenziale della rosa lievitano. Ecco lo strappo definitivo, lo sforzo aggiuntivo monstre che avrebbe sognato Antonio Conte, e che ai suoi tempi era impensabile. Una crescita in ambizione che bisogna solo riportare sul campo.

In panchina? L’uomo dei 4 double, ancora una volta. Chiamato, stavolta, a ottimizzare un potenziale quantomeno alla pari con i più forti, e non solo a dover colmare uno svantaggio evidente a colpi di calma, gestione psicologica, gestione di momenti della partita e di episodi favorevoli, ovvero tutto il repertorio di un alchimista calcolatore a cui la dea bendata sorride spesso.

L’inizio, è stato promettente: un cantiere che lascia ben sperare, una crescita visibile mese dopo mese culminata nelle ottime prestazioni in campionato e i picchi di Champions contro il Valencia e il Manchester United, qualche calo comprensibile e l’attesa per l’esplosione di Ronaldo nella seconda parte della stagione. Fino… fino… a quei dannati ultimi 5 minuti. Fino ai gol estemporanei di Mata e Alex Sandro nella propria porta. Da quel momento, come il bullo coraggioso che prende un pugno e resta traumatizzato trasformandosi in un pulcino terrorizzato, la Juventus di Allegri è ritornata al suo copione di successo, come l’attore che raggiunge il successo per il Macbeth e che non cambia mai ruolo per tutta la vita a causa della paura di fallire, per raddoppiare la metafora.

A oggi, e non certo a causa della sconfitta in Coppa Italia, lo sfruttamento massimo del potenziale della rosa sembra lontanissimo, ed ecco la schizofrenia dei tifosi. Tutte vittorie e due pareggi, primo posto nel girone in Europa, Supercoppa Italiana in bacheca. Ma in modo scialbo e mai effervescente, mai emozionante o trascinante. Ancora una volta, un calcio di controllo che dalla metà campo in su si affida solo alle giocate individuali. Giocare in Italia, con l’idea del minimo sforzo possibile e le giocate dei singoli, finisce per essere una tara anche in Champions. Dove, con una rosa così, non serve più giocare da più deboli, non serve approcciare al gioco come se ci fosse un gap da colmare, serve migliorare sé stessi. Perché se migliorare la qualità del gioco non è garanzia di vittoria, tanto meno lo è l’approccio abituale di Allegri.

Questa crescita sul piano della qualità del gioco, non si è mai consolidata come valore. È accaduto, ma a sprazzi. Un fatto evidente che legittima il pensiero dei tantissimi che ritengono Allegri il vero e proprio collo di bottiglia verso la consacrazione nell’Olimpo, dove si gioca per vincere affrontando l’avversario all’arma bianca, non aspettando che si suicidi per una crisi di nervi. Non si inizia a giocare un calcio proattivo efficace per magia, è il frutto di un percorso che poteva iniziare anni fa. Sta ad Allegri, in questo finale di partita, il compito di smentire tutti, e non dovranno essere le eventuali vittorie o le sconfitte l’unico metro di valutazione. Per stare con gli dei, il primo passo e pensare a sé stessi come dei.

Modificato da Charlie^

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4 minuti fa, marcotardelli ha scritto:

Ma tu sai per certo che gli infortuni sono da addebitare al mister ?

No ma una domanda su giocatori che arrivano e si trasformano in Big Jim si ( Dybala sembra lo abbiano gonfiato con un pompa stile palloncino )e non e' il primo caso perche Amauri fece la stessa fine.Tanti muscoli li capisco nel sollevamento pesi ma nel calcio mi lasciano qualche dubbio.

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