Vai al contenuto

CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    12339
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Days Won

    23

Tutti i contenuti di CRAZEOLOGY

  1. 27 OTT 2013 11:30 1. “CORRIERE” DELLE MIE TRAME: BAZOLI SBATTE AL MURO I FURBETTI DI VIA SOLFERINO - 2. “IO SAREI IL MAGGIOR RESPONSABILE DELLA CRISI DI RCS? PER SMENTIRE L’AFFERMAZIONE DI DELLA VALLE, CHE HA DAVVERO DELL’INCREDIBILE, BASTERÀ RICORDARE CHE L’ACQUISTO DELLA SPAGNOLA RECOLETOS, PER 1,1 MILIARDI DI EURO. UN FATTO DECISIVO ALL’ORIGINE DELLE DIFFICOLTÀ SUCCESSIVE DELLA RIZZOLI CHE FU DELIBERATO NEL FEBBRAIO 2007 DAL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI ALLORA (CHE COMPRENDEVA ANCHE DELLA VALLE). E VISTA L’OPPOSIZIONE ALL’OPERAZIONE DELL’AD COLAO, FU FATTO FUORI E AL SUO POSTO ARRIVÒ PERRICONE, MANAGER SUGGERITO DA MONTEZEMOLO…” - 3. AMORALE DELLA FAVA: ATTENTO DELLA VALLE AD AFFERMARE CHE L’ERA BAZOLI AL ‘’CORRIERE” E’ TERMINATA. CI SONO TANTO FATTACCI, VEDI RECOLETOS, DA RACCONTARE - Giovanni Pons per La Repubblica Nello stato d'animo di Giovanni Bazoli, in questo momento, è difficile capire se prevalga la sorpresa, l'amarezza o l'indignazione. A botta calda, dopo aver letto le parole espresse sul suo conto da Diego Della Valle, in un'intervista a Repubblica di martedì scorso («Bazoli è il maggior responsabile, anche se non l'unico, della crisi aziendale di Rcs»), avrebbe voluto replicare in termini sferzanti, non potendo accettare che quelle parole, da lui definite incredibili, restassero senza risposta. Poi, a mente fredda e stando attento a non alimentare nuove polemiche, accetta comunque di rievocare alcuni fatti che sono stati al centro di molti dissidi nella storia della Rizzoli. «Per smentire l'affermazione di Della Valle, che ha davvero dell'incredibile, basterà ricordare che io non sono mai stato consigliere di Rcs Media Group. Ho fatto solo parte del patto di sindacato, come rappresentante di una piccola quota (circa l'1%) posseduta dalla Mittel». Si tratta comunque di una posizione importante nella stanza dei bottoni, che poi si è andata rafforzando con l'incorporazione della Comit, che possedeva il 5% di Rcs, nel gruppo Intesa. Da quel momento Bazoli ha potuto contare su una seconda sponda nel patto di sindacato, fornita da Corrado Passera, il manager che ha governato la Ca' de Sass per un decennio. Bazoli mette in relazione la sua presenza in Rcs anche con il rapporto instaurato con l'avvocato Agnelli a partire dall'intervento della Fiat nel lontano 1985. «Come presidente del Nuovo Banco Ambrosiano, che era nello stesso tempo proprietario del 40% della Rizzoli e il suo principale creditore, io mi impegnai a fondo per evitare il fallimento della società, che si trovava in amministrazione controllata. Ed ero riuscito a convincere Agnelli a intervenire ». Tuttavia, già allora Bazoli si trovò a toccare con mano le pressioni della politica sulla Rizzoli. Si scontrò infatti duramente con Craxi, a quel tempo presidente del Consiglio, che pretendeva di interferire nell'operazione. La difesa dell'indipendenza del Corriere dalla politica, racconta, ha rappresentato il faro che l'ha motivato e guidato nel percorso di tutti questi anni nella casa editrice. E che l'ha portato, in tempi più recenti, a opporsi per ben due volte alla nomina a direttore del Corriere, caldeggiata da grandi azionisti del patto, di giornalisti vicini all'entourage berlusconiano. A suo giudizio, la svolta mancata, che avrebbe potuto rivelarsi decisiva nella vita della Rizzoli, avvenne nel 2004, allorché la guida operativa della Rcs venne affidata a Vittorio Colao, giovane e brillante manager bresciano, proveniente da Vodafone. «Mi adoperai con altri azionisti per convincere Vittorio a venire in Rcs e poi lo difesi a oltranza». Ma, pressato e impedito ad operare da chi a vario titolo interferiva con il business editoriale, Colao fu costretto dopo meno di due anni a passare la mano. «Ebbene, chieda a Colao - dice Bazoli - chi lo difese e chi lo osteggiò! La perdita di Colao è stata una vera disgrazia per Rcs, perché sono convinto che con lui la Rizzoli avrebbe conosciuto una storia completamente diversa». In un recente articolo sulla carriera manageriale di Colao il quotidiano francese Les Echo ha indicato in Tronchetti Provera, Della Valle e Geronzi coloro che nel 2006 si sono coalizzati per la sua estromissione. Al posto di Colao arrivò Perricone, manager suggerito da Montezemolo, e in quel periodo si verificò, nel ricordo di Bazoli, un altro dei fatti decisivi che sono all'origine delle difficoltà successive della Rizzoli: l'acquisto della spagnola Recoletos, realizzato appena prima dello scoppio della grande crisi finanziaria. Come noto alle cronache fu un acquisto tutto per cassa (e con ampio ricorso alla leva finanziaria, con Intesa nella doppia veste di azionista e banca creditrice), per 1,1 miliardi di euro, deliberato nel febbraio 2007 dal consiglio di amministrazione di allora (che comprendeva anche Della Valle). In tempi più recenti, nella fase di piena crisi dell'editoria, Fiat e Mediobanca decisero nella primavera 2012 che occorreva imprimere una svolta: passo indietro degli azionisti dal consiglio di amministrazione e spazio agli indipendenti (per modo di dire, visto che ogni azionista indicava il suo). Della Valle protestò e ottenne di poter uscire dal patto anticipatamente, senza sottostare a tutti i vincoli che ne sarebbero derivati. Bazoli aveva mediato a suo favore e di questo, sottolinea oggi, il fondatore della Tod's gliene fu grato. Il risultato fu che alla guida della casa editrice, nel maggio 2012, arrivò da Microsoft un giovane manager, Pietro Scott Jovane, scelto da cacciatori di teste ma con l'imprimatur di John Elkann. Il cda, su proposta del nuovo ad, approvò un piano che comportava un aumento di capitale di 400 milioni. Un'operazione che Della Valle ha contrastato sino in fondo, sostenendo che la società avrebbe dovuto ottenere in via preliminare uno stralcio dei debiti e chiedere solo successivamente agli azionisti nuove risorse da destinare allo sviluppo. «A parte il fatto - replica Bazoli - che è un principio basilare del diritto che, quando una società è in crisi, i primi sacrifici devono essere a carico degli azionisti e solo seconda battuta dei creditori, una ristrutturazione del debito era già stata negoziata e concordata, assai faticosamente, tra la società e il gruppo di banche creditrici. Se non fosse stato approvato l'aumento di capitale, sarebbe saltata anche la ristrutturazione del debito, e ciò avrebbe impedito la continuità aziendale». L'aumento di capitale è stato approvato, poi, dall'assemblea grazie al voto decisivo di Giuseppe Rotelli, che in quel momento era il primo azionista della società. «Fu l'ultima decisione che Rotelli prese, pur avendo già deciso di non sottoscrivere e quindi di accettare una forte diluizione, negli ultimi giorni di vita. Se solo si fosse astenuto, la capitalizzazione sarebbe naufragata e Rcs sarebbe inevitabilmente finita in procedura concorsuale, con tutti gli effetti disastrosi che ne sarebbero derivati». Della Valle, prima di decidere se sottoscrivere o meno la sua quota, chiamò Bazoli. «Se mi chiedi cosa fare, ti rispondo che non sono in grado di darti alcun consiglio», racconta Bazoli. «E lui mi rispose: "No, non te lo chiedo". Poi non ci siamo più visti né sentiti. E la verità è che da quel momento - Francesco Merloni mi è testimone - io mi sono adoperato affinché nessuno degli azionisti, compresi quelli fuori patto, fosse emarginato». A luglio il blitz della Fiat sui diritti inoptati Rcs comporta il raddoppio della quota di Torino, fino al 20,5%. Della Valle, colto alla sprovvista, accusa il colpo ma non vuole lasciare campo libero agli Agnelli, e mette sul piatto altri 40 milioni per conservare il suo 9%. «Prima di conoscere l'iniziativa della Fiat, arrivata inattesa sia per me che per Mediobanca, mi ero esercitato a verificare se al di fuori dell'azionariato si potesse individuare in Italia un soggetto imprenditoriale dotato delle risorse patrimoniali e delle qualità professionali e di indipendenza necessarie per assumere il ruolo di azionista di riferimento di Rcs. Non avendolo individuato, avevo maturato l'idea che forse l'uomo giusto avrebbe potuto essere Giuseppe Rotelli, che aveva un genuino e fortissimo interesse per l'editoria; ma la malattia ha preso il sopravvento. Ciò detto, giudico positivamente il gesto della Fiat, quale elemento di stabilizzazione dell'azienda». A settembre Elkann cerca di riannodare i fili del patto di sindacato, lo vuole rendere più leggero, solo di consultazione e non di voto, ma si scontra con l'intransigenza di Mediobanca e Unipol. Il vecchio patto si scioglie e Della Valle canta vittoria annunciando che l'era Bazoli al Corriere è finita. «Per quanto mi riguarda, avrei visto con favore un patto leggero che servisse a offrire a tutti gli azionisti - come giustamente raccomandava Giampiero Pesenti - la possibilità di continuare a dare un apporto costruttivo alla vita dell'azienda. Tuttavia, avendo preso atto di alcune indisponibilità dichiarate, ho condiviso l'idea dello scioglimento, tenendo anche in considerazione il fatto che il mercato oggi apprezza il ripudio dei patti, che sono considerati espressione del cosiddetto e deprecato "capitalismo di relazione". Su questo tema avrei molto da dire, ma non è questa la sede adatta». Solo con il tempo si capirà se l'era Bazoli al Corriere è veramente terminata. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-corriere-delle-mie-trame-bazoli-sbatte-al-muro-i-furbetti-di-via-solferino2-65353.htm
  2. 28 OTT 2013 15:41 FIAT SGONFIATA - FORMIGLI E LA RAI ASSOLTI IN APPELLO DALL’ACCUSA DI AVER DIFFAMATO LA FIAT: IN PRIMO GRADO ERANO STATI CONDANNATI A VERSARE 7 MILIONI La Corte di appello di Torino ha assolto Corrado Formigli e la Rai dall'accusa di aver diffamato la Fiat per un servizio sull'Alfa Mito trasmesso ad “Annozero” il 2 dicembre 2010 in cui si faceva una comparazione tra le performance dell'Alfa MiTo e quelle di altre auto della stessa categoria… (ANSA) - La Corte di appello di Torino ha assolto Corrado Formigli e la Rai dall'accusa di aver diffamato la Fiat per un servizio sull'Alfa Mito trasmesso ad Annozero il 2 dicembre 2010. Lo annuncia Formigli su Twitter. In primo grado il giornalista e la Rai erano stati condannati a pagare 5 milioni alla Fiat più 2 mln per la pubblicazione della sentenza. Nel servizio Formigli, oggi conduttore di Piazzapulita su La7, faceva una comparazione tra le performance dell'Alfa MiTo e quelle di altre auto della stessa categoria. Mi spiace, ma ricordo quel servizio, era una schifezza. Complimenti al Tribunale... Una volta che il gruppo aveva ragione, sono riusciti a decidere il contrario. Ma che si diano alla macchia invece di occuparsi di legge.
  3. Infatti... I dubbi restano sui motivi veri. Si dice la possibile scalata di Giraudo, ma forse ci sono altri intrighi sotterranei, perché la violenza con cui si sono scatenati su Moggi secondo me è stata troppo devastante. La teoria di Elettra (che non lo sa ma l'ha in sostanza copiata da me quando dedicai un intero topic all'indagine famigliare nel 2007,credo), secondo la quale forse davvero gli Elkann hanno pensato che Moggi fosse responsabile della vicenda Lapo, non è del tutto campata in aria. Durante l'intervallo di quel Juve-Palermo, un mio amico di Torino in tribuna sentì una frase... "Così adesso Moggi paga per quello che ha fatto a mio fratello" Inoltre era presente un avvocato che diede due dritte su ciò che andava detto ai giornalisti... Questo io lo seppi il giorno stesso (la sera). E quando qualche giornalista insistette sulla dirigenza, un giovane, con sguardo abbastanza scocciato, pronunciò nuovamente quella famosa frase che nel topic è già stata citata. Lì si è capito che per quelli non c'erano santi in paradiso. Altro che "è una frase che non vuol dire niente". E allora se sono vere le voci secondo le quali Lapo quella sera non era da solo, ma era con un buon amico... Visti i nomi, tutto tornerebbe. Anche la faccenda della pubblicazione ritirata. Ne sapremo di più quando alcune persone vecchiotte passeranno a miglior vita. Se ci sarà un cambio di rotta, forse allora sapremo chi era il responsabile. Ma viste le presenze nella Dicembre, non è manco detto.
  4. I cinque scudetti consecutivi di Juventus, Torino e Inter http://www.ju29ro.com/tutto-juve/5257-i-cinque-scudetti-consecutivi-di-juventus-torino-e-inter.html
  5. Rassegnati, perché non solo la circolare c'è, ma all'epoca pubblicarono qualcosa anche i giornali e dissero qualcosa a riguardo anche nei programmi tv. E qualcuno di noi l'ha anche vista. Era una fase in cui si facevano persino le cene federali per far fraternizzare i personaggi del mondo del calcio ed evitare le solite polemiche sui giornali. Ma non è un problema, stai sereno, perché abbiamo avuto modo di vedere che qualunque documento si porti in qualunque tribunale l'esito è sempre lo stesso. Un motivo ci sarà...
  6. Sarà una frase di circostanza buttata lì in mezzo ad un discorso più generale. Almeno così sembra. E magari manco ha detto questo. Non darei addosso ad Agnelli per questo... Io gestirei questo tipo di affermazioni in modo diverso, soprattutto quando si è all'estero è bene approfittare della situazione per fare un po' di informazione e migliorare la nostra immagine, tanto qui arriva solo l'eco e si corrono meno rischi di rappresaglia del sistema. Ma sappiamo che A e la comunicazione strategica sono due mondi separati. Non è capace, c'è poco da fare...
  7. Rischiato non direi, visto che per la prima volta nella storia del genere umano un giudice ha chiesto all'imputato quale sarebbe stata una pena congrua... E il giudice d'appello si è ben guardato dal cambiare la condanna. Ora, vabbè, tanto è inutile continuare a rimestare nel torbido, io credo che sia assodato che loro sono i mandanti e che sia invece meno chiaro il motivo reale, ma tu credi pure quello che vuoi. Ti ringrazio per il bel dibattito, perché abbiamo avuto modo di fare un po' di ripasso... Anche se per me è una ferita ancora aperta e che mi ha allontanato parecchio dal club. Pensa che io abito abbastanza vicino allo stadio, dovrebbe essere una specie di pacchia, e non sarei mai andato via da questa zona per nessuna ragione al mondo, invece da un bel po' di tempo sto pensando di andare via. Vorrei cambiare aria.... Questo mi ha fatto il clan dei torinesi... Così mi ha ridotto. Mai stato schifato dal calcio come in questi anni. Tifare Juve è diventata solo un'abitudine...
  8. Tanto per incominciare puoi richiederle. Tutte. Hai diritto di farti un'idea. Puoi anche chiamare entrambi, M&G intendo, e ti fai raccontare per filo e per segno cosa succedeva. Cosa mai fatta. Cacciati e basta. Se pensi di perdere dei milioni è la prima cosa da fare. Quando hai le idee chiare poi cominci a puntare il dito. E poi, per sicurezza, perché non hanno cacciato anche Blanc? Era già nel consiglio d'amministrazione dal 2005. Magari era della partita anche lui... Passato il momento caldo, perché anche DOPO non ti sei mai difeso? A che titolo AA ricorre oggi al Tar, quando tutto il gruppo torinese per 6 anni non si è MAI difeso? Perché i giornali di famiglia, oggi come allora, ad ogni occasione buona ci fanno un mazzo così? Perché AA si è prestato a questa farsa? Perché noi tifosi dovremmo ancora credere che Exor sia il meglio possibile per la Juventus?
  9. Rilancio. 27 maggio 2004 Affetto da cancro, muore il Dottor Umberto Agnelli nella sua residenza della Mandria, vicino a Torino, assistito dalla moglie e dai due figli.29 maggio 2004 "Generazione Elkann. Presto"- Con questo titolo, un articolo pubblicato a pagina 5 della giornalaccio rosa dello Sport paventa il possibile ingresso di John Elkann nel cda della Juventus.31 dicembre 2004 John Elkann incontra il dirigente sportivo francese Jean-Claude Blanc a Marrakech; lo ammetterà lui stesso in una intervista a "LeMonde" alla fine del 2009, aggiungendo inoltre: "Abbiamo parlato di sport e dei valori sportivi e tre mesi più tardi al Cafè de Flore di Parigi mi ha chiesto di far parte della Juventus. Come dire no? Elkann ha scelto me per creare una rottura con il passato".8 febbraio 2005 Lapo Elkann indica la via per tornare al successo in casa juventina in due mosse: diventare più simpatici ("Avrebbero tutti bisogno di uno 'smile' sulla giacca) e puntare su giocatori di classe ("Cassano mi piace perché ha avuto un'infanzia difficile e in campo fa cose straordinarie").9 febbraio 2005 Antonio Giraudo ai sorrisi di Lapo, nipote di Gianni Agnelli, risponde a muso duro: "Senza 'smile' in questi ultimi 10 anni abbiamo vinto 5 scudetti, abbiamo disputato 16 finali di coppe e vinte 8, abbiamo avuto 2 palloni d'oro e siamo la prima società ad avere vinto 3 Viareggio consecutivi".
  10. Guarda che ti ricordi male. Sono da subito uscite quelle del Milan, della Lazio, ecc. E' stata un'estate dove uscì di tutto di più. Pensa che il 23 maggio 2006, addirittura, Repubblica pubblica un articolo di Giuseppe D'Avanzo dal titolo: "Dall'Inter a Telecom i 100mila file degli spioni". E' la prima volta che l'Inter viene in qualche modo accostata allo scandalo Telecom sullo spionaggio. A differenza della Juventus, pur se con le indagini ancora in corso esattamente come quelle su calciopoli della procura di Napoli, l'Inter non subirà durante l'estate del 2006 nessun processo sportivo. Riguardo a questo filone di indagini della procura di Milano la dirigenza bianconera, nei mesi successivi, nonostante le notizie che gradualmente verranno diffuse, non prenderà mai nessuna posizione. Ovviamente era una roba da radiazione/retrocessione. I modi di difendersi e fare casino c'erano eccome. C'erano prima delle sentenze, dopo le sentenze, e molto dopo le sentenze. E invece hanno fatto silenzio per 6 anni, e gli Elkann su questo tema non hanno mai detto una parola. Mai. Ancora oggi se ne guardano bene. Ancora oggi JE ha detto che qualunque cosa succeda, non verranno mai messe in discussione le decisioni prese nel 2006. Più chiaro di così...
  11. Per non parlare poi dello squallido comportamento della società tenuto al processo di Napoli... Hanno fatto scena muta per tutto il processo, l'unica cosa decente è stata l'arringa finale, quando ormai i giochi erano fatti.
  12. Sciocchezze, perché fin da subito è stato chiaro che coi designatori parlavano tutti, perché le telefonate c'erano. Anche se ciò fosse stato illecito (e non lo era), le retrocessioni, esattamente come i processi penali, avrebbero dovuto toccare quasi tutti i grandi dirigenti e i presidenti di serie A e B. E la Juve invece di difendersi ha accettato le colpe. Se ti difendi e perdi, allora lo potrei capire, ma se non ti difendi e usi i giornali di famiglia per alimentare il fuoco, allora devo pensare che sei come minimo complice.
  13. Perché quella cosa che ti sei fatto togliere non è solo tua, e sei stato scoperto. E quando tutti gridano che il Re è nudo mi sembra normale che lui, il Re, si cerchi un paio di mutande da indossare al volo per coprire le vergogne. Per questo rompo le palle io. Perché solo loro hanno qualche probabilità, provandoci seriamente, di farci restituire il maltolto. Tifosi, ex dirigenti e simili possono fare tra il poco e il nulla. Ma ci devono provare seriamente, e invece non molto prima che AA entrasse nel club addirittura JE provò a comprare il Tuttosport per provare a metterlo a tacere su certi temi. E' l'unico giornale che pur di vendere copie ai gobbi ha lavorato su calciopoli in un certo modo. Meno male che non era in vendita... Cioè, questi Exoriani vanno dalla parte opposta alla nostra.
  14. Continui a girare attorno al problema. Altro che ragionamenti terra terra, stai viaggiando con le ipotesi. Per ragionare devi partire dai fatti. "sia Moggi che Corona in tempi diversi e per fatti totalmente diversi ora sono uno alle prese con la giustizia penale invischiato in farsopoli e l'altro in galera" Questi sono fatti. Concordo. E aggiungo che Corona ha tentato di vendere un servizio giornalistico, per così dire, alla Fiaz. Quindi nella vicenda ci è entrato ad un certo punto. Ma partendo dal tuo presupposto che tutto sia potuto nascere già la sera stessa, ad opera di chi vuoi tu, scherzetti o foto che siano, poi devi trovare chi da la notizia. E non lo trovi manco se piangi in giapponese. Se invece la notizia parte da media vicini alla famiglia, allora qualcosa non torna eh. Allora a Torino abbiamo un problemino nè.
  15. Brava. Di certo non per rispetto. C'era il possibile acquisto o la paura di rappresaglie. E ho detto tutto. Il discorso Corona potrebbe essere iniziato quella sera, ma è un fatto a parte. Devi separare i due aspetti. Non conta ciò che accade, conta che possa essere diffuso. Lapo è andato di sua spontanea volontà a quella serata, con annessi e connessi. Può esserci stato un qualche tranello? Può essere. Chi lo sa... Magari manco era da solo, e oltre al trans poteva esserci qualche amico... Per dire. Mettici pure chi vuoi tra i colpevoli, fai pure a tua discrezione. Poi però dovresti trovare un movente per ognuno... Ed è un po' più dura. Vogliamo pensare che qualcuno abbia deliberatamente passato della coca tagliata male al malcapitato, tanto per fare un esempio? Rischiando non di sputtanarlo ma di ammazzarlo? Boh... Io non me la sento. Lapo è un ragazzo simpatico che di fondo non fa e non faceva del male a nessuno. Che senso avrebbe? Approfittare invece del fatto già accaduto era più semplice. Ma l'accendino che ha appiccato il fuoco è torinese. C'erano tre sole persone, circa, in grado di dare il via libera per la pubblicazione della notizia. E tra questi non c'era Moggi di sicuro. E su uno di questi tre... mi sento di escluderlo dalle possibilità reali. Anche se una certa convenienza poteva forse esserci...
  16. Concordo su tutto. La gestione è buona per quella che è la situazione generale. E si basa su una strategia di sviluppo e sostenibilità. A mio modesto avviso, è quello che speravo e che sostengo da sempre. Almeno da quando è arrivato Giraudo alla Juve tanti anni fa a darci l'esempio che si poteva fare. Idem sui ricorsi. Il problema è sempre stato solo quello che la guerra la si fa davvero, con tutti i mezzi che si hanno, ed Exor di mezzi ne ha tanti e potentissimi, e invece fa il contrario. Se solo avessero fatto una grande campagna di informazione invece che di diffamazione, oggi saremmo in un'altra situazione. Le sentenze non sarebbero quelle che abbiamo visto finora. E certa gente invece di sparare cazzate impunemente starebbe zitta per non perdere la faccia. I nemici sarebbero sempre nemici, ma sarebbero un bel pò più inoffensivi. Ma ormai è tardi, e infatti gli scudetti non li rivedremo più. E a questo punto credo anche che se ce li restituissero non servirebbero a nulla, perché l'infamia è indelebile. Su questo punto Agnelli è praticamente un fantasma.
  17. Mi sa che del mio post non hai capito nulla. Guarda che quando l'avvocato era in vita e nel pieno dei suoi anni e poteri, è stato fotografato nudo diverse volte, al mare. Il problema è che nessuno si sarebbe mai permesso di pubblicare le foto. Perché non si poteva. Era una legge non scritta. Tecnicamente si può pubblicare, ma in pratica non si può pubblicare, a meno che non arrivi il permesso (che ovviamente per certe cose non arriva). Tu mi stai dicendo col tuo discorso che Moggi non è uno stinco di santo e che, essendoci la possibilità, seppur remota, che davvero possa essere stato lui ad organizzare lo scherzo a Lapo, o che comunque sia venuto a conoscenza del malore, abbia pagato qualcuno affinché la notizia fosse di pubblico dominio. E visto che la notizia è partita da Torino, dobbiamo ipotizzare che egli abbia corrotto qualcuno dei giornali di Torino. E ovviamente il giorno dopo colui che si è permesso di dare la notizia e poi l'ha ritirata, non ha subito nessuna conseguenza.... Il discorso Corona è arrivato molto dopo. Ok, d'accordo con te, gli elefanti volano, ma lasciami almeno precisare che questo vale solo per i film di Walt Disney e quando eventualmente qualche matto decide di caricarli su un aereo e non su una nave.
  18. Io in realtà facevo riferimento ad altri scandali intercettatori. Comunque anche per Lapo la notizia è partita da Torino... Non appena è stata ripresa da alcuni media nazionali, è stata stranamente ritirata e data con calma il giorno successivo in coda a tutti gli altri. E dal giorno successivo in tutta Torino girava la voce che fosse stato Moggi a fargli lo scherzo. Chissà chi ha messo in giro a Torino quella voce... Come se Moggi mò si mette pure a tentare di ammazzare la gente, o abbia anche solo la forza di corrompere le redazioni per far pubblicare una notizia di quel genere per sputtanare Lapo. Mai sentita una roba così assurda. Ma forse per Lapo quella versione era bevibile, visto il personaggio imbarazzante che è, e magari anche per John, e forse quando in famiglia si doveva decidere per l'impiccagione pubblica di Moggi e famiglia, anche Lapo ha abbassato il suo pollice. Chissà... Anche su questo punto, non sapremo mai davvero com'è andata. Quello che so è che essendo un incidente avvenuto in un modo un po' particolare, la notizia non sarebbe mai stata pubblicata senza permesso. E qualcuno il permesso lo avrà dato, evidentemente... Un paio di idee per la testa io ce l'avrei.
  19. Veramente nei libri seri pubblicati non si parla molto degli Elkann. E, se non lo sai te lo dico io, non hanno avuto gran successo. Poche migliaia di copie vendute. Non si è arricchito nessuno. Fortuna una cippa. Quelli che parlano degli Elkann sono i due di Moncalvo, ma calciopoli viene appena sfiorata in un capitolo. E comunque contano i fatti, e quelli ci dicono che tutto è partito da Torino. Ci sono i pacchetti azionari, ci sono le testimonianze dei protagonisti, ci sono le dichiarazioni, ci sono gli articoli di giornale che anticipavano cambiamenti molto prima dello scandalo, ci sono le intercettazioni, ecc ecc. Quello che ancora non si è capito con sicurezza è il perché. Ci possono essere due o tre ragioni possibili, ma forse non sapremo mai la verità, perché dubito che loro un giorno confessino. E calciopoli, al contrario di quello che pensi tu, non è stato l'unico scandalo telefonico dove loro hanno detto "si"...
  20. Ho sempre cercato di tenere aperta una porta rispetto ad un'altra ipotesi di lavoro. Ossia che rispetto al pre-2006 e al primo post-2006 in famiglia si possano essere capite alcune cose, in particolare quelle relative ai loro rapporti con Milano. Tutto lì.
  21. Mi sa che non sai nulla di Stampa, RCS, Banche, Telecom, e via discorrendo... La famiglia ha organizzato lo scandalo, e ci sono anche le prove. Deduttive, ma ci sono.
  22. Cazzate. Può arrivare un deficiente a cui non frega nulla o fa pasticci stile Malaga (e non è detto che Thohir sia così, lo dobbiamo ancora scoprire), come può arrivare uno sceicco che mette soldi a camionate (Chelsea, MC, PSG, ecc) e che tenterà di vincere sempre tutto. Il si o il no ha senso, da parte nostra intendo, solo se si conosce il nome dell'acquirente. A bocce ferme come si fa a dare un'opinione specifica?
  23. Concordo con la riconoscenza alla famiglia, ma gli Agnelli sono morti. La famiglia che conoscevamo non esiste più. Fai un discorso validissimo per 20 anni fa, ora è tutto molto diverso. Ora c'è gente che se ne frega del club, e lo stradominio calcistico della Fiat è finito da almeno 20 anni. Potranno anche gestirla bene, non dico di no, e credo anche che attualmente stiano facendo bene, ma qui si sta facendo un altro discorso. I nuovi eredi sono coloro che hanno deciso di buttare l'onorabilità del club e delle sue vittorie direttamente nel cesso e che hanno dato mandato ad amici e nemici di mandarci in serie B. E così hanno fatto con l'onorabilità di 14 milioni di tifosi. Compresa la mia. E lo hanno fatto in modo autoritario e irragionevole. Questo non lo permetto. Hanno avuto 7 anni per mettere tutto a posto e sono ancora a zero. Tempo scaduto, fuori dalle balle. Se la vendono gli acquirenti arrivano a frotte. Concordo con la tua idea su Moggi e Giraudo. Senza le loro assoluzioni è difficile ottenere qualcosa. Soprattutto quando poi i media di famiglia spingono per la condanna.
×
×
  • Crea Nuovo...