Vai al contenuto

CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    12259
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Days Won

    22

Tutti i contenuti di CRAZEOLOGY

  1. Quindi Gravina, tenendo bordone a Jaky, con qualche magheggio sottobanco farà in modo di farci arrivare tra le prime 4? Chissà. Magari si, magari no. Comunque sia, comunque vada, sarà un sul-cesso.
  2. Massimo rispetto per il giocatore e per l'uomo, che avrebbe meritato maggior fortuna. Lo sport non gli ha dato le soddisfazioni che avrebbe meritato.
  3. Detto che non credo più a una virgola di ciò che vedo, pur con tono freddo e distaccato provo a ragionare sulla situazione attuale. Siamo fuori da tutto tutto. Rimane solo il mondiale per club. La squadra non lo segue più. Tenerlo ancora per fare che cosa? E' buono da mangiare, buono da seccare, da farci il sugo quando viene Natale, quando i bambini piangono e a dormire non ci vogliono andare?
  4. Una volta mi sarebbe piaciuto vedere Gentile sulla panchina della Juve. Magari con Cabrini come vice. Ma ormai...
  5. Da lì l'idea, molto lungimirante devo dire, di mettergli una badante ufficiale. Nella speranza di limitare i danni, almeno in buona parte.
  6. Lapo è esattamente come il fratello, almeno negli intenti. C'è solo una grossa differenza, oltre a quella di essere un tipo decisamente sconclusionato. Lapo ambirebbe a voler essere anche un affascinante ed estroso simbolo dell'italianità, e piacere alla gente. (che da certi punti di vista sono anche cose positive, dipende solo da come lo fai e con quali mezzi lo fai o tenti di farlo, ecco) Perché ha dei problemi psicologici che probabilmente si trascina fin dall'infanzia, e ha il bisogno fisico di farsi voler bene con le buone o con le cattive, e di farsi vedere. Ma non è un bravo ragazzo come sembra. Jaky invece acchiappa tutto senza voler essere simpatico a nessuno. Potere e portafoglio vengono prima di qualunque altra cosa. In seconda battuta, tifa l'Inter, che non essendo sua, non deve mettere soldi direttamente in quella società. Gli basta svendere la Juve, per dare una mano alla banda degli onesti ndranghetisti bancarottieri truffatori longobardi. Del resto, come dice l'articolo: "assieme al fratello John e alla sorella Ginevra è tuttora indagato dalla Procura di Torino per evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato in merito alla vicenda dell'Eredità Agnelli" E' tutto dire. Prima ci mettiamo in testa che in questa gente, tutta quanta, non c'è nulla di buono, ma nulla nulla nulla nulla, meglio è.
  7. Proprio per questo infatti è un peccato. Lui forse pensava che se fosse andato in premier avrebbe spaccato tutto. Guaio è che lì tutti corrono come treni, non solo lui. In Italia poteva fare la differenza quel suo quid in più, lì molto meno. Poi lui è andato al Liverpool, non una squadretta di seconda fascia, dove il posto te lo devi sudare, perché la concorrenza c'è. Tolto questo gol, e qualche altra piccola giocata qua e là, non c'è molto altro da segnalare. Probabilmente meriterebbe più spazio, se vogliamo vederla dal suo punto di vista. E la Premier sarebbe un campionato molto adatto ad un corridore come lui, almeno in linea teorica. E probabilmente ha ancora tanto da dare, non è un giocatore finito del tutto, come molti pensano. Sembra però che dopo l'infortunio quella continuità e quello spunto che aveva prima si sia un po' ridimensionato. Ma magari sbaglio io.
  8. Facciano quello che vogliono. Poi capisco che ci sia la paura di non entrare tra le prime 4, e che questo significa che probabilmente JE sarà incazzetello perché deve ricacciare grana, e un cambiamento ora spaventi un bel po'. Però tra un po' c'è il mondiale per club, se lo devi cambiare lo devi fare adesso, per dargli il tempo per lavorare con la squadra. Altrimenti Motta te lo tieni fino a fine stagione. Cambiare tutto fra un mese potrebbe non servire a niente. Se la società pensa che sia il caso di farlo, forse è meglio farlo ora. Soprattutto se la squadra Motta non lo segue più e lo spogliatoio ne ha i testicoli pieni (questi dati li conosce bene davvero solo chi sta dentro).
  9. Dopo l'infortunio non ha più le stesse potenzialità fisiche, penso. Ha sbagliato tutto, si è considerato arrivato, e ha pure avanzato pretese. Doveva restare da noi, lavorare a go-go, e provare a ricostruirsi una nuova dimensione fisica e tecnica in un luogo ormai famigliare e rassicurante, invece di andarsene per futili motivi di denaro in un posto dove ti richiedono di essere al 100%. Forse, e dico forse, avrebbe potuto tornare su livelli più decenti. Forse. Perché avrebbe dovuto imparare a giocare anche in modo un po' diverso, come fanno tutti quelli a cui il fisico ha avuto qualche cedimento (infortuni, o età, che sia). Peccato.
  10. Agnelli deve ancora difendersi nelle sedi opportune per la questione plusvalenze, consob, ecc. E' presto per pensare di nuovo alla Juve. Ne deve mangiare di pastasciutta...
  11. Se accadesse, penso che Ceferin ci darebbe una card speciale per non entrare mai più nelle coppe europee.
  12. Che l'interista si prepari... Che tra poco è di nuovo ora....
  13. Pizzul è stato l'ultimo segmento del calcio che fu, quello dei Martellini, dei Ciotti, ecc. Bruno Pizzul un uomo d'altri tempi. Un altro tipo di valori, anche se non mancavano già allora i grossi problemi che poi nel tempo hanno fatto traboccare il vaso del calcio di oggi. Un altro mondo. Un'altra epoca. Un altro calcio. Un altro tipo di persone a gestirlo e a praticarlo. Un altro tipo di persone a fare le telecronache. Appena ha smesso di commentare la nazionale, abbiamo vinto il mondiale del 2006. E come ben sapete (anche se fate finta che non è vero, anche se vi ostinate a fare progetti, a sperare, e a provare a scegliere il prossimo allenatore della Juve da dietro alla tastiera), quella estate il calcio italiano è morto. Bruno ha mollato poco tempo prima, si è risparmiato lo schifo arrivato dopo. RIP
  14. E' stato cacciato, ed è stato smontato pezzo per pezzo tutto ciò che aveva fatto. Non rientra. E' ovvio. O almeno, non per volontà libera di JE. Caso diverso è se JE finisce nei guai col tribunale e decide all'improvviso di liberarsi del club per ragioni ad oggi sconosciute. A quel punto AA magari potrebbe rientrare con una cordata o qualcosa del genere. Ma non servirebbe a niente.
  15. Ok. Capisco. In fondo sperare o sognare è gratis.
  16. Non faranno investimenti personali in Juventus, credo. Se aumentano il loro pacchetto sarà un investimento aziendale. E da come si sono espressi penso che comunque hanno capito perfettamente che l'attuale gestione è più costruita per sprecare soldi che per guadagnarli, o almeno anche solo per vedere una Juve al top. Più crescono (eventualmente), e più dovranno mettere soldi quando sarà il momento di ricapitalizzare. Ad oggi, con questo assetto azionario e societario, la Juve è un pessimo investimento: - i pacchetti di minoranza non decidono nulla e non vengono manco tenuti lontanamente in considerazione. Devono subirsi le decisioni/cazzate di Elkann e basta. Le assemblee degli azionisti sono dovute, ma inutili. - è perfettamente sotto gli occhi di tutti che oggi avere azioni in Juventus vuol dire probabilmente più avere un costo annuo fisso che un eventuale dividendo o un incremento notevole del valore delle proprie azioni - tenuto conto che generalmente chi compra azioni della Juve possa non avere come obbiettivo il dividendo (guadagno), o l'aumento del valore delle azioni che sia davvero significativo (eventualmente monetizzabile con delle speculazioni di un certo livello rivendendo le azioni) perché il calcio è un mondo a parte, non ci si può nemmeno accontentare del progetto sportivo ambizioso vincente. L'azionista tifoso con Elkann è allocco e prigioniero per definizione. Prima di ingrossare seriamente il loro pacchetto di azioni quelli di Tether devono pensarci molto bene. Gli serve un vero progetto con un senso, che non so se sono in grado davvero di costruirselo. E forse non è nemmeno possibile averne uno serio e sensato, visto che tanto il telecomando ce l'ha un tifoso dell'inter.
  17. Hanno comprato debito americano, quindi ovvio che Trump li tratterà bene (con la Harris mi sa che non sarebbe stato troppo diverso, al di là delle chiacchiere). Penso che vogliano ramificarsi in diversi paesi e diversificare, anche perché le criptovalute potrebbero un giorno trasformarsi in una bolla... Non lo sappiamo. Hanno un vantaggio: possono costruirsi un grattacielo e andare tutti lì per un po' (sono 100 dipendenti), ma se cambia il presidente e la politica di quel paese possono spostarsi in 5 minuti, perché la loro attività non è legata strettamente ad un territorio preciso. Capiremo più avanti chi sono davvero questi qua e che intenzioni hanno.
  18. Trump, la cripto e due italiani: cosa c’è dietro il boom Tether https://www.editorialedomani.it/economia/trump-criptovalute-boom-tether-b6m7x2q4 Nayib Bukele è uno dei paladini dell’estrema destra globale. Eletto presidente di El Salvador nel 2019, e confermato l’anno scorso, ha “ripulito”, dice lui, il suo paese dalle bande criminali […] La popolarità del presidente salvadoregno […] è aumentata ancora il mese scorso, quando Tether, l’azienda che gestisce l’omonima criptovaluta, ha annunciato che avrebbe trasferito la sede a San Salvador, la capitale del paese, promettendo di costruire un grattacielo che diventerà il quartier generale del gruppo. Una scelta a dir poco sorprendente: la capitalizzazione di mercato di Tether, pari a 137 miliardi di dollari, vale tre volte il Pil di El Salvador, che vanta un reddito pro-capite di soli 5.400 dollari annui (quello italiano è 40 mila circa) e a differenza, per esempio, della vicina Panama, non è mai stato un paradiso per il denaro offshore. […] Il fatto è che Bukele da anni sogna di trasformare il suo paese in un’oasi delle valute digitali, ha investito in bitcoin una parte delle riserve valutarie dello Stato e strada facendo ha sposato anche la causa di Giancarlo Devasini e Paolo Ardoino, i due fondatori di Tether diventati miliardari nel giro di pochi anni grazie al boom di bitcoin e affini. La coppia di finanzieri italiani, torinese, 60 anni, Devasini, ligure, 40 anni, Ardoino, vantano ottimi rapporti con Bukele, cementati anche dalla comune fede nel verbo di Trump. Il presidente è diventato un fan delle criptovalute dopo che per anni […] ne aveva detto peste e corna. Nel 2021, per dire, il tycoon definì il bitcoin «una truffa». […] In attesa di traslocare nel nuovo grattacielo a San Salvador, i documenti consultati da Domani rivelano che il gigante mondiale delle criptovalute, finito di recente sui giornali italiani per aver puntato una fiche da una trentina di milioni sulle azioni della Juventus, ha già aperto uffici al dodicesimo piano del President Plaza, un palazzo di Avenida de la Revolucion, nel centro della capitale salvadoregna. Dalle carte, Devasini risulta amministratore unico di Tether holding SA di San Salvador, a cui è collegata Tether investment, anche questa con sede in Avenida de la Revolucion. Fino a poche settimane fa, la galassia col marchio Tether faceva capo a due società con base nel paradiso caraibico offshore delle British Virgin island, che stando ai documenti appena pubblicati potrebbero essere state sostituite da quelle fondate a San Salvador. Poco importa, a questo punto. Nel 2024 la loro società dichiarato profitti per 14 miliardi di dollari e così, grazie al trampolino garantito dall’eccezionale crescita della criptovaluta, Devasini e Ardoino si stanno lanciando in investimenti nell’economia reale. È di martedì scorso la notizia che Tether ha presentato un’offerta per prendere il controllo di Adecoagro, un’azienda con sede in Lussemburgo che possiede grandi coltivazioni in Argentina e Brasile. I due cripto-finanzieri italiani possiedono già il 20 per cento della società, che è quotata a Wall Street e per arrivare alla maggioranza del capitale sono disposti a pagare circa 370 milioni di dollari. L’affare che meglio illumina la rotta e le ambizioni di Devasini e Ardoino è però un altro. Nel mirino questa volta c’è Rumble, la piattaforma di condivisione video che è diventata uno dei principali veicoli della propaganda trumpiana e suprematista, tra tesi complottiste e verità alternative assortite. Tutto nel nome del free speech, come l’intende Elon Musk. Il 7 febbraio Tether ha comprato il 32,6 per cento di Rumble con un investimento di oltre 700 milioni di dollari. A dicembre, Ardoino aveva spiegato che l‘interesse per la piattaforma video «rispecchia i nostri valori condivisi» tra i quali ha citato anche «il diritto fondamentale alla libertà d’espressione», parole che richiamano le recenti esternazioni di Musk al vicepresidente J.D. Vance. […] D’altronde, Devasini e Ardoino possono contare su un amico influente nel cuore dell’amministrazione Usa. Un amico che si chiama Howard Lutnick, uno dei finanzieri più vicini a Trump, che lo ha nominato segretario al Commercio. Nella sua recente audizione al senato americano, Lutnick ha confermato che Cantor Fitzgerald, la società di trading di cui è primo azionista e amministratore delegato, ha investito 600 milioni di dollari in obbligazioni convertibili in titoli Tether. I rapporti del miliardario americano con Devasini e Ardoino sono strettissimi anche per un altro motivo. Cantor Fitzgerald custodisce gran parte delle riserve di Tether, del valore di 143 miliardi di dollari investiti per oltre il 70 per cento in titoli di stato Usa. Queste attività servono a garantire che la società dei due finanzieri italiani sia in grado di far fronte alle richieste di conversione in dollari dei Tether, il cui valore è ancorato a quello del biglietto verde. Negli ultimi anni da più parti sono stati sollevati dubbi sull’effettiva consistenza di queste riserve, su cui si fonda la stabilità della criptovaluta. Se non fossero sufficienti a garantire l’effettiva convertibilità dei Tether, l’intero castello sarebbe a rischio crollo. Per rassicurare investitori e autorità di controllo Devasini e Ardoino hanno affidato alla società Bdo Italia un report firmato dal revisore Andrea Mezzadra che attesta l’esistenza e il valore delle riserve. È un passo nella direzione di una maggiore trasparenza, anche se i patron di Tether sono periodicamente costretti a difendersi da dubbi e sospetti. Nel 2021, in due distinti procedimenti della procura di New York e della Commodity future trading commission statunitense, Tether ha raggiunto un accordo con le autorità per chiudere le indagini su alcune presunte irregolarità con il pagamento di circa 60 milioni di dollari. Nel gennaio di un anno fa, un rapporto dell’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta al traffico di droga e al crimine ha segnalato che la criptovaluta fondata da Devasini e Ardoino è diventata uno strumento ampiamente sfruttato per il riciclaggio di denaro frutto di frodi informatiche e scommesse illegali nel Sudest asiatico. Un flusso da decine di miliardi di dollari ogni anno che va ad arricchire le potenti mafie locali. La grande liquidità di Tether e la stabilità della sua quotazione la rende preferibile ai bitcoin, soggetti invece a forti oscillazioni sul mercato. La società ha respinto questa ricostruzione sottolineando la collaborazione con “decine di agenzie di polizia di tutto il mondo per combattere l’uso illecito delle criptovalute”. Nel settembre scorso, un articolo del Wall Street Journal ha però raccontato di un’indagine del Tesoro Usa sull’utilizzo di Tether da parte di soggetti sotto sanzioni americane, come Hamas e mercanti d’armi russi. Adesso però alla Casa Bianca c’è Trump, che poche ore dopo il suo insediamento ha firmato un ordine esecutivo per promuovere una deregulation spinta delle criptovalute. Devasini e Ardoino non potrebbero chiedere di meglio.
  19. Conte, Zidane e Allegri non vengono di sicuro perché costano un botto.
×
×
  • Crea Nuovo...