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SICILIANO

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  1. Secondo assist stagionale, il primo su azione quest'anno, dai che tutti quelli messi a reperto lo scorso anno non sono stati casuali.
  2. Ancora superlativo, da quella partita storta col Sassuolo si è ripreso alla grande e tutta la difesa con lui
  3. La Juventus in percentuale sarà davvero poco all'interno dell'universo Exor. Quanto hanno speso è davvero poco per le loro tasche. Agnelli ha avuto grandi meriti e per un decennio abbiamo ininterrottamente gioito solo noi, poi ha però iniziato a commettere degli errori e non ci vedo dietro troppi alibi se non suoi demeriti o comunque degli azzardi che sono semplicemente andati male per una serie di circostanze imprevedibili che si sono venute a creare. Potrebbe essere che, come ha fatto notare qualcuno, Elkann magari stia cercando di "ripulire" da processi pendenti la società per venderla o far comunque entrare qualche socio di minoranza. Dubito ci siano degli accordi e obiettivi specifici di ridimensionare la Juve per favorire la città di Milano, dato che se cala la Juve ne risente tutto il calcio italiano: dalla nazionale, ai piccoli club, fino alle milanesi che potranno magari contendersi lo scudetto ma in Europa soccombono senza poter essere competitive e con delle proprietà farlocche che non possono consentirgli di trattenere a lungo i giocatori più forti, che avranno sempre in minor numero dato che non hanno come spendere per acquistarne. Per il resto penso che a discuterne si appiattisca la realtà che invece è dinamica e non leggibile a posteriori in maniera statica, trovandone un'interpretazione specifica e definitiva. Escluderei pertanto che si baratti in senso assoluto scudetti e storia in cambio di qualcos'altro. Semplicemente possono però verificarsi una serie di contingenze che ti conducono a favorire il tuo avversario su un campo ma alleato altrove, il che coincide allo stesso tempo col demolire un tuo alleato in un settore ma minaccia per altri versi per cui hai maggior interesse. Sicuramente è complesso e a marginalità di informazioni difficile da decifrare del tutto ma qualche messaggio trapela e può fornire qualche risposta veritiera. Solo noi tifosi pensiamo esclusivamente alla Juve, traendo una visione molto limitata dell'intero insieme.
  4. Per chi ha perso la passione posso ben capirlo perché è difficile tifare per qualcosa che è comunque di proprietà e sotto la gestione di chi fa tutt'altro che difenderlo con onore. Distinguere perennemente la gente che la rappresenta dal simbolo, dal significato e dalle emozioni preponderanti che ha offerto, alla lunga diventa difficile. Ci si è affezionati grazie alle persone che onoravano la maglia, dentro e fuori dal campo. Se troppo è cambiato e si è ripetuto nel mostrare un totale disinteresse, se non accanimento, contro il proprio stesso club, diventa fisiologico allontanarsene. Ricordo che dopo la farsa sono diventato più tifoso di prima perché bramoso di vendetta. Nel corso del decennio di successi di Andrea Agnelli ero contento che non lasciavamo neanche le briciole e godevo nel vedere distrutte le passioni degli altri, che ormai neanche più seguivano, stanchi di venir schiacciati continuamente da una Juventus insaziabile. Mi sono chiesto se alla fine abbiano vinto loro, dato che la mia, la nostra passione, è venuta meno. Credo però non sia così. Noi non desistiamo per invidia, per impotenza, per complesso di inferiorità nei confronti di qualcun altro più bravo che abbiamo da sempre individuato come alibi delle nostre mancanze. Non è un fattore dovuto alle sofferenze nel gioco. Qui è ben diverso e seguire la Juventus ci ha insegnato tanto: dal capire le persone (vedi le frustrazioni degli anti juventini catalogabili in questo modo più che da tifosi singoli delle loro squadre), alla società in cui viviamo coi suoi giochi politici, di potere e accordi commerciali, fino a quanto un sentimento genuino verso qualcosa che ci ha accompagnati negli anni possa trasmettere, al punto da decidere di scavare nelle informazioni tutt'altro che mainstream e custodire il buono e il bello che crescendo ci ha anche caratterizzati come individui. Questo non è perdere la passione ma difenderla e salvaguardarla rendendosi conto di quanto sia autentica. Il futuro è quello delineato dal contesto che ci ha messo i bastoni tra le ruote, di una mediocrità assoluta, dettata dalle intenzioni di ostruire i più forti per farli affondare insieme a te e allora andremo tutti a picco, quindi ci sarà poco di cui disaffezionarsi dal momento in cui scemerà in tutta la nazione l'interesse e di conseguenza l'introito economico che fornisce questo sport che di valori sportivi non ha più nulla, a partire da come i principi di lealtà, moralità, etica e correttezza, al cardine dell'articolo 1 del suo codice in un ordinamento ridicolo, vengano ripetutamente mal utilizzati per fini ricattatori.
  5. Se dovessero vincere ci sarebbero i più clamorosi fatti nuovi necessari per poter revisionare un processo sportivo, ovvero delle sentenze che dimostrano come il processo sia stato falsato, una vera farsa dove non è stato garantito il diritto alla difesa e sono state utilizzate soltanto una serie di elementi ben selezionati. Il che è risaputo come sia oggettivamente e indiscutibilmente vero. Quindi, con quegli esiti a favore di Giraudo o Moggi, si potrebbe far molto in realtà ma dubito possa farlo chi ha adesso in mano la Juventus. Dal loro punto di vista emergerebbero a quel punto troppe domande. Perché hai accettato un processo farsa? Perché hai scaricato Giraudo e Moggi, i tuoi dirigenti che ti facevano vincere tutto senza spendere praticamente nulla? Perché tramavi alle loro spalle già da prima contattando Blanc e Baldini? Perché Montezemolo ha voluto evitare di andare al tar? Perché il tuo avvocato difensore è stato così scellerato? Che rapporti commerciali intrattenevi con i vertici della controparte nerazzurra? Perché anche in seguito hai rinunciato al ricorso al consiglio di stato? Perché hai lottato molto meno di due ex dirigenti che hanno risorse infinitamente più scarse delle tue? E potrei continuare ancora per molto. Tutto questo è sepolto e l'onore di qualcosa conosciuto soltanto in ambito nazionale, che interessa ancora unicamente a pochi tifosi, non genera affatto soldi ma soltanto problemi e vociferare che non fa bene a loro. Per due scudetti del 2005 e 2006 non spenderanno più neanche mezza parola, figurarsi nuove azioni legali dopo essersi tolta quest'ultima scocciatura.
  6. Introduzione: L'articolo che mi accingo a scrivere sarà pieno di verità che qualunque tifoso juventino, sportivo in generale e cittadino comune dovrebbe leggere. Io tifo Juve ma in questo scritto non mi sento di vestire i panni del tifoso che ad ogni costo difende la squadra che ama. Quanto segue si basa sulla logica, non manca mai di onestà intellettuale e, specialmente, viene scritto con una buona conoscenza dei fatti, quella che manca a coloro che si esprimono su questa storia pur non avendo quasi alcuna informazione in merito: siano essi semplici tifosi, giornalisti o personaggi del mondo del calcio. Di seguito, per esporre l'intricata vicenda nella maniera che reputo più chiara possibile, suddividerò i fatti sportivi da quelli penali. In conclusione mi adopererò ai doverosi ringraziamenti nei confronti delle fonti che mi hanno consentito di soddisfare la mia sete di interesse ed equità. Fatti sportivi: Nel 2004 la procura di Napoli è impegnata ad investigare sul calcio scommesse. La polizia giudiziaria ascolta - come persona informata sui fatti - l'amministratore delegato del Venezia Dal Cin che sosteneva come il Messina fosse stato spesso agevolato da degli arbitri facenti parte della cosiddetta "combriccola romana". Questa dichiarazione di Dal Cin (personaggio poco credibile, protagonista di una combine con il Genoa di Preziosi) nonostante egli stesso dichiarò ai microfoni di RAI sport: "Sono venuto a conoscenza di certe affermazioni che avrei rilasciato al giudice istruttore di Napoli, credo che sia molto semplice smentirle, perché il senso delle mie dichiarazioni non è sicuramente stato quello. Io ho raccontato cose viste da me e da altri miei amici ma le conclusioni non erano quelle. Nessun inquisitore, nessuna prova, nessuna dichiarazione contro qualcuno, solo un racconto di cose che si dicevano" ribadendo lo stesso concetto in aula nel corso del processo penale di Napoli: "Non ho notizie, ho trasmesso sensazioni" è sufficiente per gli inquirenti per aprire una nuova indagine (che due anni dopo prenderà il nome di calciopoli) nonostante gli almeno dubbiosi riscontri e fondamenti giudiziari, in considerazione dell'art.194 del Codice di Procedura Penale che vieta la verbalizzazione di fatti che non costituiscono oggetto di prova e si riferiscono a voci correnti. Migliaia di euro in intercettazioni vengono così stranamente spesi per il sesto senso di Dal Cin. Nel 2004, all'insaputa della procura di Napoli, anche quella di Torino stava indagando sulla stessa indagine, decidendo di archiviarla per insussistenza dei fatti. La procura di Torino decise però di mandare ugualmente più di 180000 intercettazioni alla Giustizia Sportiva, poi trasmesse alla procura di Napoli che continuava l'indagine. Nel 2006 pochissime di queste intercettazioni (e tutte riguardanti la Juve) arrivarono ad alcuni media che le pubblicarono facendole conoscere a tutta Italia. Scoppiò così un putiferio prima che la Juventus vincesse il suo 29°scudetto. Le intercettazioni risultano essere penalmente irrilevanti e la loro pubblicazione illegale (in quanto violano l'art.15 della Costituzione: "La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge", l'art.8 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo: "Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. Non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria per la sicurezza nazionale" ed ancora altre norme quali l'art.7 della legge sulla frode sportiva, l'art.270 del Codice di Procedura Penale e gli articoli 618 e 621 del codice penale). Tuttavia la stampa, ergendosi a paladina della moralità, scaglia il popolo italiano a facili accuse contro l'odiata quanto invidiata Juventus. In mano a questa gente ci sono solo vagonate di fumo, nessuno capisce realmente ciò di cui parla. La parzialità disarmante emergente da quelle intercettazioni fornisce una visione fortemente viziata che rimarrà imperdonabilmente l'unica sulla quale la giustizia sportiva verrà chiamata a esprimersi. Venne ipotizzato, da 40 telefonate su circa 180000 intercettazioni, un sistema che coinvolgeva i designatori arbitrali Bergamo e Pairetto, l'arbitro De Santis, il presidente della FIGC Franco Carraro e i dirigenti della Juventus Giraudo e Moggi. A Moggi in particolare venne contestato di aver architettato un'associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, sfruttando i rapporti coi designatori per ricevere arbitri che favorissero la Juventus ed altre società amiche. Caposaldo dell'accusa era l'unicità di Moggi nel chiamare i designatori, nonostante loro stessi ammettessero che li chiamavano davvero tutti, il che non trovava conferma in nessun'altra intercettazione emersa (capiremo il perché solo qualche anno più tardi durante il processo penale di Napoli, grazie agli avvocati e ai periti tecnici della difesa di Moggi). Franco Carraro si dimise immediatamente. La FIGC venne commissionata a Guido Rossi. Il procuratore Stefano Palazzi avanzò i capi d'accusa e il processo sportivo terminò con 2 soli gradi di giudizio, anziché 3. I due processi sportivi si tennero nell'arco di appena 10 giorni. Il diritto di difesa agli imputati non venne consentito. Gli avvocati delle difese dovettero leggere fascicoli di 7000 pagine in 4 giorni e preparare un arringa di un quarto d'ora. La Caf (ovvero l'appello, che sarebbe il secondo grado di giudizio, dato che la commissione disciplinare venne saltata) presieduta da Cesare Ruperto, emise le sentenze di primo grado del processo sportivo: la Juventus venne retrocessa in B con 30 punti di penalizzazione per l'anno 2006-07. Da segnalare che Guido Rossi cambiò l'assetto dell'ufficio indagini, nominando Borrelli e D'Andrea (quest'ultimo verrà in seguito assunto all'auditing Telecom, della quale, guarda caso, diventerà presidente proprio Guido Rossi, che ricoprirà un ruolo anche come consulente Fiat). Ruperto venne anch'esso scelto da Guido Rossi, sostituendo i giudici già presenti in FIGC con uno di 81 anni, inesperto di giustizia sportiva e chiamato in appena 16 giorni a leggere le migliaia di pagine della relazione e le memorie difensive degli avvocati. In seguito alla sentenza di Ruperto, il giudice Benedetto consegna indignato le dimissioni, rilasciando una lunga intervista al "Foglio" il 21 Luglio 2006. La riporto perché è estremamente interessante e rivelatrice: "Lei, Signor Commissario Guido Rossi, aveva già deciso. Quale insegnamento i cittadini di domani possono trarre dall’incredibile processo tutto e solo mediatico a cui abbiamo assistito in questi giorni, in una sentenza annunciata più che dai giudici o dai magistrati direttamente dal popolo? Facile coprirsi le spalle con le intercettazioni. Ma prego, prego. Qualcuno potrebbe farmi vedere dove sta l’illecito? Ne ho ribrezzo. Non sono rassegnato, sono semplicemente indignato. Voglio stare a posto con la mia coscienza. Si trovi un altro giudice, caro Rossi. E’ stato il processo più importante della storia del calcio italiano e non è stato possibile riscontrare neanche una singola partita truccata. Non c’è però un illecito quindi tutto diventa strutturale, un unico sistema. Ma l’illecito strutturale sta al diritto sportivo esattamente come la concussione ambientale sta al diritto penale. Caro Rossi, perché non diciamo davvero le cose come stanno e che non si è riusciti a trovare nulla? Non sono state rispettate le regole e sono state utilizzate modalità piuttosto anomale nella strutturazione del processo. Ovvio. Non c’è stato neanche il tempo necessario. Perché l’accusa ha avuto tempo per formulare le sue accuse mentre la difesa non ha avuto neanche il tempo di ascoltare le intercettazioni in aula? Perché gli avvocati difensori non hanno avuto la possibilità di produrre testimonianze proprie? E poi, una camera di consiglio che dura più del processo, che non riesce a evitare fughe di notizie con giornali che pubblicano la sentenza prima ancora che sia emessa, ha qualche senso? Il processo è sui giornali o nelle aule? In un processo così importante non ha nessuna logica essere rapidi a tutti i costi. Senza entrare nel merito, mi sembra però che ci sia stato uno stravolgimento della giustizia sportiva. C’è una cupola che ha condizionato il campionato senza condizionare le singole partite. Non vien fuori nessun caso di articolo 6 e non è possibile pensare che una somma di articoli possa fare un articolo 6. Ci sono state violazioni delle norme dei doveri e obblighi di lealtà. Ovvio. Ma episodi di illecito semplicemente non esistono. Quando si è trattato del caso del Genoa calcio retrocesso in serie C sono state trovate le mani nella marmellata. Cioè le borse con i soldi. La corruzione. Qui soldi non ce ne sono e quando non si trovano i reati e non si trovano gli illeciti tutti diventiamo magicamente concussi e concussori. E tutti iniziano a parlare di un ambiente. Di un diffuso malcostume. Ma nulla di tutto ciò si potrebbe risolvere con delle condanne per responsabilità oggettiva. Mi chiedo come sia possibile non indignarsi. Se Cesare Ruperto non fosse stato in pensione non sarebbe stato nominato presidente Caf. Questo perché i magistrati non possono far parte della giustizia sportiva. E quindi Guido Rossi ha avuto la non proprio eccellente idea di nominare tutti i nuovi giudici praticamente alla vigilia del processo. Ma non sono stati sostituiti solo i magistrati. E’ stato direttamente rivoluzionata tutta la Caf. Sono stati cambiati anche gli avvocati. Ora. Se io dovessi essere processato da un giudice nominato dal mio accusatore e che durante la camera di consiglio pensa pure di andarsene in Parlamento a spiegare cosa è l’etica e cosa è un sistema pulito e sano, io sinceramente non starei tanto tranquillo. Quindi, o il processo è una farsa oppure qui ognuno fa un po’ come crede sia giusto fare. Come si fa a portare avanti un processo senza alcun criterio oggettivo? Vogliamo una giustizia sportiva oppure una bella giustizia tribale?". La Corte federale, presieduta da Piero Sandulli, emise le sentenze di secondo grado: Juve in B con 17 punti di penalizzazione; revoca dello scudetto 2004-05 (che pure non venne mai messo sotto inchiesta) e non assegnazione del titolo 2005-06 (per il quale nessuna partita venne alternata, come si legge nella sentenza). Moggi e Giraudo furono squalificati per 5 anni, con proposta di radiazione. Il giorno stesso della sentenza, con un comunicato stampa e senza atti ufficiali, la FIGC guidata da Guido Rossi assegnò il titolo del 2005/06 all'inter per motivi di natura etica (considerati necessari andando aldilà del terzo posto conseguito sul campo). La necessità di quest'atto venne giustificata con la richiesta dell'Uefa di voler sapere chi avesse vinto quel campionato, seppur questo non è veritiero, in quanto erano richieste soltanto le squadre che avrebbero partecipato alle prossime competizioni europee. Rimase non assegnato lo scudetto mai messo sotto inchiesta. La Juve venne costretta a cedere quasi tutti i migliori calciatori, subendo un esorbitante danno economico, dovendo ripartire da zero quando si trovava ai vertici del calcio mondiale. La sentenza fu così dura per la Juventus a causa di una norma non esistente nel codice di giustizia sportiva. I reati inerenti l'indebita ingerenza nella predisposizione della griglia arbitrale, rientravano soltanto nella violazione dell'articolo 1 del codice di giustizia sportiva (relativo alla lealtà sportiva con pene esigue lontane dalla retrocessione e la non assegnazione dei tricolori conquistati regolarmente sul campo, violazione stabilita per i casi dei match tra Juventus-Udinese, Juventus-Lazio e anche Milan-Chievo). La presunzione che questa condotta non fosse isolata, rientrando nella possibilità di consuetudine, fece ricadere la decisione adottata in un innovativo illecito strutturato, che condusse fantasiosamente alla violazione dell'articolo 6: illecito sportivo. Sandulli stesso dichiarò: "Non ci sono stati illeciti. Il campionato era regolare. Il campionato non è stato falsato". A pagina 76 della sentenza si legge: "Se di certo la posizione in classifica di ciascuna squadra è la risultante aritmetica della somma dei punti conseguiti sul campo, è anche vero che la classifica nel suo complesso può essere influenzata da condizionamenti, che, a prescindere dal risultato delle singole gare, tuttavia finiscono per determinare il prevalere di una squadra rispetto alle altre". Non vi erano partite alterate e non si capisce dunque come si sia alterata la classifica. Il giudice ammise che si sentì in dovere di coprire la falla del codice di giustizia sportiva ascoltando il sentimento popolare e il volere dell'ufficio indagini, creando così appositamente questo incredibile illecito strutturato che condannò la Juventus a pene severe e ingiuste, su una parte di intercettazioni infinitamente parziale e a senso unico. Sulla sentenza di Sandulli del 2006 si espresse il giudice Corrado De Biase con queste parole durante un intervento televisivo: "Bisogna avere, innanzitutto, il coraggio di affermare una realtà: il procedimento di questa estate ha partorito un autentico aborto giuridico. Quando parlo di "aborto giuridico" mi prendo la piena responsabilità di ciò che dico. Quando si vuole espletare in due settimane un procedimento che richiederebbe almeno 6 mesi solo per un corretto iter investigativo, non può che venir fuori un aborto giuridico. Quando si cassa, per motivi di tempo, un grado di giudizio, quando si impedisce agli imputati di portare testimoni, dossier e filmati in loro discolpa, ma gli si concede solo 15 minuti per una arringa difensiva, non si può che parlare di aborto giuridico. Quando non si concedono agli avvocati difensori degli imputati i testi integrali delle intercettazioni, adducendo che non sono pertinenti, si può solo parlare di aborto giuridico. Quando, infine, si disassegna un titolo ad una squadra, la Juventus, per assegnarlo ad un'altra, l'Internazionale, prima che sia pronunciato il verdetto del primo iter istruttorio, allora siamo ben oltre l'aborto giuridico. Non è un problema di giustizia ordinaria o sportiva: in ogni paese che si definisca civile eventuali pene e sanzioni devono essere comminate dopo che sia stato verbalizzato un verdetto di colpevolezza, mai prima. E non venitemi a parlare di normative Uefa o di liste da dare alla stessa per le coppe europee: i diritti degli imputati, tra cui quello di potersi difendere con i mezzi che l'ordinamento mette loro a disposizione, vengono prima di una partita di calcio" L'atteggiamento della Juventus sorprese tantissimo. A fronte dei capi di imputazione, la giustizia sportiva non aveva riscontrato alcun illecito. Ruperto (il giudice e non il pm come sarebbe solito supporre) patteggiò con l'avvocato della vecchia signora, Cesare Zaccone, il quale riteneva congrua la retrocessione, ovvero la stessa sanzione richiesta dalla procura federale alla Fiorentina (alla quale si contestava molto di più, con ben cinque violazioni per illecito sportivo, conclusesi con la permanenza in Serie A) e alla Lazio (anche lei poi non condannata alla B). A una domanda sul poter riottenere la serie A, Zaccone rispose - insolitamente per un avvocato difensore - "non esageriamo". In seguito, la Juventus, minacciò di ricorrere al TAR del Lazio. Il ricorso avrebbe slittato l'inizio dei campionati ma non venne mai presentato e Blatter, il presidente della FIFA, ringraziò pubblicamente Montezemolo per aver mediato in maniera tale da fermare quel ricorso. A tal riguardo è possibile supporre che farsopoli, con la ferrea volontà di difendersi da parte della Juventus, non si sarebbe mai potuta verificare. Lo ammise anche l'avvocato della Juventus, Galasso, al designatore Bergamo, affermando come la proprietà bianconera avesse preso in giro 10 milioni di tifosi juventini. Gli interessi di Montezemolo (che capeggiava Fiat e Ferrari), di Gianluigi Gabetti (presidente dell'Ifil oggi Exor, incaricato di assicurarsi della successione del potere nelle mani di John Elkann) e Franzo Grande Stevens (esecutore testamentario e avvocato di famiglia, nonché presidente della Juve che scelse Zaccone come avvocato difensore), ovvero gli uomini di fiducia di Gianni Agnelli e del suo erede e nipote John Elkann, erano sicuramente più ampi. I fatti riconosciuti, risalenti al 2004, registrano delle dichiarazioni di Moggi sulle intenzioni di cacciare Giraudo dalla Juventus e sostituirlo con Blanc che, nello stesso anno, incontra John Elkann a Marrakesh per chiedergli se intendesse diventare il prossimo direttore generale della Juventus (come avverrà due anni più tardi, senza che ci fosse motivo di trovare un sostituto per il bene della Juventus che con Giraudo aveva il bilancio in attivo e conseguiva fantastici risultati da un decennio). Allo stesso tempo Montezemolo contattò Franco Baldini (dirigente che, come emerso dalle intercettazioni, confessa nel 2005 di vivere per fare un ribaltone che condannerà Moggi) per il ruolo di direttore sportivo (ricoperto a quel tempo egregiamente da Luciano Moggi, che sospettava come Montezemolo volesse allontanare lui e Giraudo dalla Juve, non certo per demeriti sportivi). Questi movimenti premeditati, lasciano supporre come un ramo familiare degli Agnelli non avesse in simpatia Giraudo che è noto come fosse un dirigente molto vicino ad Andrea Agnelli e a suo padre Umberto (venuto a mancare proprio nel 2004), dalle grandi ambizioni, con in mente dei progetti di espansione che non tanto piacevano a chi curava gli interessi del nipote ed erede dell'impero dell'avvocato Giovanni Agnelli, ovvero il figlio di Margherita: John Elkann. L'astio verso Giraudo risaliva al tentativo del dirigente di scalare, con il supporto della Tamoil, le quote azionarie della Juventus per assumerne la maggioranza. Se Giraudo da una parte era considerato scomodo, dall'altra sappiamo come nel 2007 si saldarono i rapporti con Tronchetti Provera, al punto che la Telecom di cui era presidente, divenne sponsor Ferrari. Gli accordi commerciali tra Montezemolo e Tronchetti Provera erano risaputi, come l'intenzione di allontanare Giraudo dal giro. Lo riferisce anche l'onorevole Latorre al designatore arbitrale Bergamo. Inoltre, nell'estate del 2006, l'accanimento mediatico contro la vecchia signora provenne da giornali dichiaratamente anti juventini (per invidia calcistica o intenzione di balzare alle cronache per appagare gli appetiti dei tifosi frustrati e complessati dallo strapotere bianconero) ma anche da quelli che avrebbero potuto difendere la Juventus, di proprietà della famiglia Agnelli: La Stampa e la Gazzetta dello Sport, che furono i primi a pubblicare le intercettazioni, con un tagli e cuci disgustoso, dando un voluto e viziato risalto negativo alla vicenda. La proprietà della Juventus, di certo, gestendo un impero ben più vasto, ha della società calcistica un interesse ben delimitato. I giochi di potere al suo interno non verranno mai scoperti, per quanto abbia delle idee in merito, al posto di avanzare supposizioni, mi limito a lasciare la propria interpretazione di questi fatti a chiunque desideri cercare di scovare la motivazione logica per la quale chi rappresentava i vertici in Juventus non si difese e scaricò subito i suoi dirigenti, dopo esser stata la prima a favorirne un sommario processo mediatico. Nel 2010 emersero (nel processo penale) tantissime di quelle intercettazioni nascoste nel 2006, riguardanti una decine di altre squadre italiane. Se rinvenute nel corso del processo sportivo, appare inevitabile come il trattamento preferenziale presso i designatori addebitato alla Juventus, sarebbe venuto meno, dimostrando chiaramente come i bianconeri non avessero esercitato alcun condizionamento costante volto a minare il funzionamento del settore arbitrale. La giustizia sportiva, al rinvenimento del resto delle intercettazioni, non fu affatto celere aspettando un anno e due mesi prima di stilare la relazione che addebitavano all'inter la violazione dell'articolo 6 di giustizia sportiva (violazione netta e diretta, senza somma di articoli 1, senza illecito strutturato da ideare). A questo punto, quel 4 Luglio 2011, sopraggiunse la prescrizione, alla quale l'inter non rinunciò restando così impunita. La stessa società milanese continuò, senza vergogna, a vantare lo scudetto assegnatogli per virtuosismo etico a tavolino nel 2006 e a professarsi onesta e derubata. A quanto emerso dall'intero filone delle intercettazioni, l'inter andava retrocessa e punita gravemente, la Juventus no. L'inter venne salvata dalla prescrizione, la Juventus punita senza aver commesso illecito sportivo. L'inter si vide assegnato uno scudetto in un campionato concluso al terzo posto nonostante gli illeciti sportivi, alla Juventus venne tolto quello scudetto (più un altro dell'anno precedente) dopo averlo vinto meritatamente e regolarmente sul campo. L'inter prese dalla Juventus due giocatori del calibro di Ibrahimovic e Vieira, vincendo dopo decine di anni, con la Juventus privata di poter competere con le altissime possibilità di vittoria che avrebbe avuto in Italia e in Europa per gli anni successivi al 2006. L'inter continuò a definirsi vittima, considerando la Juve come "ladra". Inutile spiegare questi semplici concetti a chi è tifoso di una squadra differente dalla Juventus, il desiderio di giustificare le sconfitte della società di cui è appassionato, pur di non ammettere i meriti di un club ben organizzato e vincente come la Juventus, lo condurrà a non voler sentir ragioni e si sa che "non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire". Eppure l'evidenza è questa. Fatti penali: Il processo di Napoli iniziò nel 2009. Nel suo svolgimento emersero una serie di intercettazioni ignorate nel 2006, la loro omissione è chiaro che falsò ulteriormente il giudizio espresso nell'ambito del processo sportivo. Le telefonate rinvenute dai legali di Moggi smentivano i già deboli capi d'accusa nei confronti della Juventus. Nello specifico le condotte sleali (violazioni del solo art.1 del codice di giustizia sportiva) commissionate strettamente alla Juventus (che se anche esistite non erano punibili con la retrocessione come se ci fosse violazione dell'art.6) si basavano su 21 intercettazioni su 180000 e, nello specifico, erano: Esclusivo rapporto con i designatori: I rapporti dei dirigenti juventini con i designatori si appurò, in un contesto più ampio emerso dalle migliaia di restanti intercettazioni, come fossero tutt'altro che esclusivi (come fatto passare fatalmente nel 2006 per lasciar indignare un popolo ignorante, complessato e avvelenato contro la Juventus). La FIGC incentivava il dialogo tra i dirigenti e i designatori, che comunicavano con tutti i club. Lo stesso disegnatore Bergamo, nel 2006, diede subito alla procura federale i numeri di tutti i dirigenti, specificando che parlasse normalmente con ognuno di loro, in quanto fosse prassi comune. Interferenza nelle griglie per la scelta degli arbitri: la composizione delle griglie era praticamente obbligata. Quelle ipotizzate non si sono comunque mai verificate nella pratica. L'accusa volta a Giraudo si basava sull'aver condizionato la formazione della griglia arbitrale di una partita non truccata, con arbitri e assistenti assolti. La piena regolarità dei sorteggi è stata dimostrata nel corso del processo penale. I sorteggi non erano pilotati dall'idea del secolo di utilizzare colpi di tosse. Conversazioni telefoniche riservate: Le SIM svizzere non sono segrete, non è reato possederle. Nelle intercettazioni operate non è emerso nulla. Nel corso del dibattimento in aula sono stati comprovati soltanto tanti errori di attribuzione, localizzazione e tempistica. Ogni presunzione in merito ne consegue risulti soltanto un'illazione. Un ex carabiniere conferma che le schede sim svizzere vennero sequestrate in maniera anomala, senza rogatoria e con un verbale falso, pur di incastrare Moggi con i reati di associazione a delinquere e frode sportiva operata a vantaggio della Juventus. La CAF stessa si basò su deduzioni del loro utilizzo su basi non lecite, tutta calciopoli si è sempre retta su presunzioni di fatti non verificati e impossibili da considerare come oggettivamente veri. Uso distorto dei mezzi d'informazione: Moggi parlava, in tono scherzoso, con il solo Biscardi (conduttore di un programma ininfluente rispetto al resto dei media televisivi e di stampa). Minaccia di punire gli arbitri: Gli arbitri (teoricamente) associati non guadagnavano di più, non ricevevano benefici in termini di carriera e la loro condotta in campo non ha agevolato le squadre coinvolte. I 19 arbitri incriminati, sono tutti stati assolti tranne De Santis (e per partite non riguardanti la Juventus, dopo che lui stesso dichiarò che a chiamarlo era il solo Facchetti), altro che cupola o associazione a delinquere. Non ci sono stati arbitri corrotti o addomesticati, né chiusi in stanzini (nemmeno Paparesta, che piuttosto dichiara come Facchetti entrasse negli spogliatoi degli arbitri per alzare la voce), e non si sono registrate ammonizioni preventive mirate o espulsioni compiacenti: tutto smontato nei fatti, nessuna condanna, neanche nell'accusa di comportamento sleale (l'art.1 che, ripeto, non comporta di certo la retrocessione). Bastava solo leggere meglio le informative per evitare un'ingiustizia di questa portata, prendendo in giro milioni di tifosi. Quello che davvero mi turbò e sconvolse si verificò quando venne scoperto che i carabinieri della procura di Napoli avevano ascoltato tutte le intercettazioni, classificandole attraverso dei baffi selezionati: un baffo verde segnalava una telefonata non rilevante, due baffi gialli una telefonata rilevante, tre baffi rossi quelle molto rilevanti. Ai carabinieri però "l'inter non interessava". Questa fu la risposta che il guardalinee Coppola si sentì rispondere quando fece presente di aver ricevuto pressioni dall'inter per cambiare il referto su Cordoba (difensore nerazzurro). Le telefonate più gravi riguardavano l'inter (la Facchetti-Bergamo e le pressioni su Rodomonti), il Milan (la Meani-De Santis) e la Roma (la Pradè-Mazzini), nessuna la Juventus. Queste intercettazioni giudicate molto rilevanti dai carabinieri vennero gravemente e colpevolmente scartate dall'ufficiale dei carabinieri Auricchio e dal PM Narducci. A certificarlo c'è un documento, ritrovato dalla difesa di Moggi, che lo attesta. Il PM Narducci ha basato la sua accusa su una decina di telefonate (su, ricordiamo, 180000 intercettazioni) presentategli dall'ufficiale dei carabinieri Attilio Auricchio. Da esse ne escono deduzioni e teoremi basati su discorsi da bar. Auricchio era acclarato amico di Baldini, con il quale (come dichiarato in aula a Napoli) ha collaborato nelle indagini della GEA dopo averlo conosciuto già in precedenza. Ancor più curiosa e comprovata è la conoscenza e amicizia tra Auricchio, Narducci e Moratti. Il PM di questo processo (sul quale un carabiniere di Napoli che lavorava alle indagini riferisce come non sembrasse alimentato da una vera e propria sete di giustizia, quanto piuttosto da una voglia di rivalsa) ha palesemente e schifosamente basato la sua accusa con l'intento e lo scopo di punire degli innocenti, falsificando il tutto. Per farlo si è avvalso dell'aiuto di un ufficiale dei carabinieri (richiesti poi entrambi come assessori nella giunta De Magistris a Napoli) e di un tribunale che ha tentato in ogni modo di appoggiarlo. Ulteriormente inquietanti sono infatti le problematiche riscontrate dai legali di Moggi che non gradivano di tenere proprio a Napoli il processo. All'inizio un arbitro venne contattato dall'avvocato Catalanotti del Bologna e del Brescia, costituitisi parti civili al processo, il quale riferì a Pairetto di dare determinate dichiarazioni su Moggi in cambio di sconti di pena. L'accusa tentò in seguito per ben tre volte di ricusare il giudice Casoria. Quest'ultima rivelò pure che Lepore (il procuratore capo della procura di Napoli, capo anche dei PM Narducci e Capuano) avrebbe fatto pressione al presidente del tribunale di Napoli per farla astenere dal giudizio e che è stata costretta a scrivere una lettera di non astensione dal giudizio finale. Durante il processo rimangono indimenticabili le deposizioni di Zeman (umiliato nel suo ridicolo tentativo di giustificare i suoi esoneri con un sistema capeggiato da Moggi che aveva deciso di non farlo più allenare) e di Nucini (un ex arbitro che in combutta con Facchetti che ha provato ad accusare un sistema Juve, fingendosi un infiltrato, una sorta di cavallo di troia che si fingeva amico della cupola per poi riportare le loro malefatte. Nucini si è più volte contraddetto, fino a esser stato definito in sentenza come testimone completamente inattendibile, capace di produrre così come si legge: "inutili esagerazioni", "fatti di intrinseca inconsistenza"). La gravità di quanto accaduto la lascio interpretare a chi ha deciso di arrivare fin qui, leggendo dei fatti riportati fedelmente in base a quanto accaduto in quegli anni. Il pubblico ministero Narducci ha anche esclamato in aula: "piaccia o non piaccia non ci sono telefonate riguardanti Pairetto e Moratti". Quando esse sono poi state trovate dai legali di Moggi (che verosimilmente sia Narducci che Auricchio sapevano esistessero) ha glissato con un timido: "qualcosa forse ci è sfuggito". Vorrei far notare come in questa viscida vicenda siano stati coinvolti anche decine di arbitri, giornalisti e dirigenti. Sono stati tutti costretti a rinunciare al loro lavoro, si sono ammalati, hanno subito umiliazioni e sono stati trattati come ladri, venduti, truccatori, falsi e disonesti. Alla fine sono stati assolti, erano innocenti. Serviva solo coinvolgerli perché la cupola non poteva essere formata da pochissime persone, ne servivano una trentina per far reggere quanto si mirava evidentemente a raggiungere. Ringraziamenti e considerazioni finali: Ringrazio il forum J1897 (ad oggi tifosibianconeri) e il team ju29ro (formatosi nel 2006 grazie al forum juventino). Senza di loro non sarei mai riuscito a capire e conoscere così bene questa farsa. La mia voglia e sete d'informazione, per comprendere cosa avessero fatto alla mia Juventus, si è potuta soddisfare solo grazie a loro che hanno impiegato il loro tempo per far chiarezza. Sono estremamente fiero ed orgoglioso di avere fratelli di tifo come queste persone che per amore verso la Juve hanno svolto un lavoro straordinario, di un'eccellenza unica, spinti solo da passione e giustizia. Ringrazio di cuore anche Luciano Moggi. Gli avvocati e i periti informatici che ha pagato di tasca sua si sono rivelati fondamentali per far luce sullo schifo orchestrato ai danni di Giraudo, della Juventus e di Moggi stesso. Ringrazio infine uno dei pochissimi giornalisti che ha svolto bene il suo lavoro: Beha. In realtà non sarebbe neanche da ringraziare, si è semplicemente informato e ha scritto raccontando la verità, basandosi sui fatti, andando oltre la sua fede calcistica che è quella della Fiorentina. In un paese dove nessuno si comporta in questo modo, l'eccezione che dovrebbe essere normalità diventa così da ringraziare. Calciopoli (o meglio farsopoli) mi ha fatto tanto arrabbiare. Ho visto la mia Juventus perdere l'onore, subire umiliazioni per 5 anni (dal 2006 al 2011) mentre pensavo che saremmo dovuti continuare a essere ai vertici del calcio mondiale come eravamo dal 2004 al 2006. Il tutto sapevo come fosse ingiusto e questo mi ha portato a legarmi ancora di più alla maglia, allo stemma e ai colori bianconeri. Sono diventato più Juventino di prima, desideroso e voglioso di vendetta per veder la Juventus tornare a dettare legge in Italia a discapito di tutte le altre tifoserie che si sono gustate una Juve perdente. Questa gente si è auto convinta, senza capire, fosse giusto così. La Juve è da sempre l'alibi di chi non vince. Dal 2011, e per un decennio interno, la Juventus è tornata prepotentemente a trionfare, inanellando una serie di successi senza eguali nella storia del calcio, vincendo ovunque, realizzando record su record, senza lasciare neanche le briciole alle sue antagoniste. Non sarà mai abbastanza, anche se attraverso l'art.39 dovesse un giorno venir revisionato il processo sportivo (punendo i protagonisti di questa farsa, prima che la giustizia divina continui a fare il suo corso) non si cancellerebbe quel periodo dalla memoria storica del tifoso Juventino che a testa alta ha potuto continuare ad amare i suoi colori, capendo antropologicamente i problemi psicologici dei suoi avversari e il contesto sociale che lo attornia, rendendogli doveroso imparare a vivere secondo i suoi significati, perseguendo senza fidarsi la ricerca della verità e della conoscenza.
  7. Quasi una trentina di milioni in meno, in più vincolati per un lustro al posto del solito triennio, per la Serie A è una brutta botta, considerando che il valore del denaro oggi è ben diverso rispetto a 3 anni fa (e con l'inflazione lo sarà ancor più tra 5 anni). Ci sarebbe stato da aspettarsi un seppur lieve aumento che avrebbe significato un prezzo perlomeno uguale invece qui la decrescita è lampante e il paragone con le altre principali leghe europee non ammette repliche sull'evidenza di come in Italia la malagestione abbia condotto a commerciare un calcio che è periferico oramai a chi ci ha spesso inseguito ma ormai inesorabilmente sorpassato. Ma qui tanto l'importante è ostacolare la Juventus.
  8. La formazione si fa da sola: Szczesny Gatti Bremer Rugani Weah Mckennie Locatelli Rabiot Kostic Vlahovic Chiesa Il problema è anche le sostituzioni sono già scontate oltre le due punte, Miretti e Cambiaso non abbiamo nessuno. Il quinto potrà essere soltanto Iling o Hujsen
  9. Dopo valanghe di commenti sull'11 titolare che andavamo oggi a schierare, mi ero convinto che l'avremmo vinta
  10. SICILIANO

    Weston McKennie

    Incredibile come Mckennie sia tornato per recitare un ruolo praticamente da insostituibile dato che sia come tornante che come mezzala è il titolare, venisse clonato giocherebbe in entrambe le posizioni davanti ai vari compagni di reparto
  11. Decisivo stasera nel far perdere un uomo alla difesa rossonera. Lanciato in porta avrebbe potuto segnare in quella circostanza che lo vedeva ormai a tu per tu contro Mirante.
  12. Bravo a lanciare Kean nell'occasione dell'espulsione di Thiaw.
  13. Rabiot ad oggi è il miglior giocatore della rosa, eccetto quando Chiesa e Vlahovic stanno al 100%
  14. Gol decisivo, anche grazie a una deviazione, ma senza che provasse quel tiro da fuori anche con l'uomo in più faticavamo a creare grandi occasioni da gol.
  15. Oggi è finalmente subentrato bene. Dopo la prima giocata alla grande contro l'Udinese aveva parecchio deluso, non rischiando più di mettere in discussione la posizione da titolare di Kostic sulla sinistra. Da evidenziare come Allegri non lo veda a destra, preferendo farlo giocare sempre a sinistra, dimenticandosi così del tutto di Iling anche quando con Mckennie costretti a schierarlo a centrocampo, si sarebbe liberato un posto per alternarsi con Weah dall'altra parte.
  16. Con l'assenza di Danilo, causa infortunio in nazionale, avrà parecchio da giocare questo mese. Buona la più difficile, sulla carta, in trasferta contro il Milan. Speriamo metta anche qualche gol a segno che il vizietto lo aveva.
  17. Queste cose comunque succedono quando per via di un vuoto esistenziale, perso in una società senza valori che stimola soltanto al consumo, riesci soltanto a darti ai piaceri istantanei. Nel decennio scorso erano più carnali, di esperienze personali, oggi risiedono dietro al computer, con questi giochi virtuali, che sembra davvero una stupidaggine inaudita rovinarsi per lasciarsi assorbire totalmente da queste distrazioni così vacue, per l'adrenalina di sentirsi abili veggenti nel leggere l'esito di un qualsiasi evento sportivo o gioco di carte.
  18. Anche Andrea avrà qualche quota, no? Speriamo ci sia dietro lui con lo scopo di affossare il sistema calcio italiano
  19. Temo finisca con solo Fagioli squalificato ma spero tanto imploda tutto il calcio italiano
  20. Peccato non siano più famosi di Fagioli, Tonali e Zaniolo. Speravo fossero tutti nazionali italiani
  21. Finalmente il primo assist anche per quest'anno
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