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SICILIANO

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  1. Il presidente indagato per bancarotta fraudolenta
  2. Secondo me ognuno dovrebbe trovare qualcosa di veramente significativo nella sua vita. Se ciò in cui si è concentrato è effimero e basato soltanto su fama, ricchezza e distrazione nell'improntare tutto in un continuo allenamento e svago in campo, evidentemente può crollare quando viene a mancare quella spinta distraente che distoglie dall'assenza di essersi generati qualche più profonda priorità.
  3. Che goduria quello stacco di testa imperioso del serbo
  4. Lontano ricordi tutti gli assist dello scorso anno, si capisce perché abbiano tentato di cederlo fino all'ultimo giorno del calciomercato estivo, sta davvero deludendo
  5. Aveva esordito benissimo contro l'Udinese, poi un calo ma da qualche mese ormai è tornato a dimostrare di poter esprimere tutte quelle potenzialità già intraviste anche nell'esperienza al Genoa.
  6. La notizia sul decreto crescita sta passando inosservata ma potrebbe essere la pietra tombale in fase di contrattazione per evitare che le italiane abbraccino la superlega. Nel caso mi attendo, dopo i repentini comunicati, una grande presa di posizione di inter e Roma per una questione di etica sportiva e coerenza di quanto fatto trapelare
  7. L'Atalanta gioca con 2 mediani, uno più difensivo (da anni De Roon) e uno con più licenze d'inserimento (per tanti anni Freuler, ora Ederson). Koop è arrivato due anni fa che faceva entrambi i ruoli in mediana in base alle esigenze (con lui titolarissimo più un altro a suo fianco) ma data la sua capacità di tiro e di ultimo passaggio è stato sempre più avanzato e ora gioca fisso sulla trequarti.
  8. La Superlega ha una visione a passo coi tempi a differenza dell'attuale calcio che non sfrutta al massimo il suo potenziale. I ricavi, senza un intermediario come la Uefa che si prende una grossa fetta della torta, possono solo aumentare coi club a gestirsi da soli, facendo di questo campionato (più che coppa) qualcosa di attrattivo per tutto l'anno, relegando a poco o nulla i campionati nazionali. Il calcio, come lo chiamano coloro che sponsorizzano la Superlega, è un industria dell'intrattenimento. Nel mondo capitalista tutto è merce e anche le arti e gli sport ne vengono risucchiati, quindi c'è poco da esser romantici su un singolo settore oscurando la vista sul complesso globale in cui viviamo. Secondo me si andrà verso questa via e le reazioni rabbiose di leghe nazionali e uefa, ne dimostrano la debolezza e il timore di perdere il potere di cui dispongono. La strada è tracciata e da tifoso della Juve, per come Uefa e Figc hanno reagito per respingere la legittima proposta del nostro ex presidente (senza contare la sfiducia nel sistema giuridico sportivo italiano, che mi dà l'impressione di poter oscurare di tanto in tanto i meriti sul campo addicendo a norme generali come quella della slealtà, non trovando altre violazioni specifiche) la priorità è vedere questo passaggio di mano, affinché questa Serie A conti sempre meno dato come viene gestita (e resto convinto che Gravina sia stato eletto vice presidente Uefa e ottenuto mezzo Europeo per l'Italia per aver ostacolato la Juve con quel processo di revisione sportiva, conducendola a patteggiare e a dichiarare di uscire dalla Superlega. Se così non fosse e quel polverone casualmente si fosse manifestato cronologicamente nello stesso periodo della reazione dell'Uefa, se quindi questa è solo un'ipotesi complottista e il filone stipendi sarebbe stato ben più grave come i media lo paventavano, mi sentirei ancor peggio rappresentato da una federazione che abbuona così gravi reati da retrocessione a un club con accordi sottobanco) e la Uefa possa mettersi da parte dato che, al pari di chi li sostituirà (che almeno ci mette soldi e rischio d'impresa), non rappresentano alcun valore sportivo, di solidarietà o etica.
  9. Gran gol, che sia il primo di una lunga serie con questa maglia.
  10. Mi fido della furbizia partenopea, De Laurentis è stato l'unico ad aprire alla Superlega
  11. Secondo me nella Superlega potrebbero far entrare i club sudamericani e pure quelli arabi, che attualmente in Champions non ci possono andare e avrebbero l'unico modo di crescere solo con una competizione mondiale di questo genere.
  12. Se parte la SL con tutti i migliori club la Uefa muore, non ci saranno più sue competizioni. Finita e sepolta. Della competizione nazionale fregherà poco o nulla a tutti, saranno weekend di allenamento per dar spazio alle seconde linee in attesa delle sentitissime partite che contano nei gironi, che saranno appunto numerose. Il motivo per non partecipare è il timore che poi non si parte, che il governo inglese blocchi a forza i suoi club, che la Uefa attiri club di second'ordine come Siviglia e Atletico e mantenga forti i rapporti con gli sceicchi che ha ben pensato di non penalizzare mai per fair play finanziario e a cui ha dato ora la guida dell'eca. Che non si voglia sottostare a Real e Barca che GIUSTAMENTE si prenderebbero la fetta più grande. Hanno però da offrirne di più preziose rispetto a quelle che ci sono con un intermediario di mezzo, senza organizzare i club da soli, in piena libertà.
  13. La Juve ha rifiutato di tornare nell'eca, questo fa pensare non spalleggi Ceferin.
  14. La Uefa aveva paura già quando non c'era stata ancora questa sentenza, minacciando infatti di sanzioni tutti quanti, dovendo eleggere Gravina vice presidente Uefa e concedere un europeo all'Italia per ostacolare la Juventus. Se hanno agito così furiosamente era perché il rischio fosse davvero concreto di capitolare e smettere di arricchirsi sulle spalle dei club. Adesso che non hanno più il potere di minacciare nessuno sarà difficile trattenere i club. All'epoca fu decisivo il governo inglese, figlio della politica della Brexit, intenzionato a mantenere l'importanza del torneo domestico, con una Champions a far da contorno che non gli dispiace. Eppure molti dei club inglesi erano dentro al progetto, vorrebbero aderire, adesso non basterà qualche minaccia per trattenerli. Le squadrette spagnole lasciano il tempo che trovano, Siviglia e Atletico rimangano con le loro deboli ambizioni a guardare dal basso verso l'alto il Real e il Barcellona. Mi dispiace solo sperare che le milanesi entrino perché per affossare il calcio italiano, la sua "giustizia" e i residui di blasone di cui dispone la figc, servono anche loro a giocarsi le partite più importanti durante l'infrasettimanale, badando poco o nulla alle briciole da lasciare a chi ha gestito così male e troppo spesso anti juventinamente il potere a disposizione.
  15. Non è una vittoria della Juventus ma è una vittoria degli juventini (compreso l'ex presidente). Almeno io dopo che la Juventus ha comunicato di uscire dalla Superlega, ho scritto e continuo a pensare questo: "Gli appassionati più attenti della Juve avrebbero con orgoglio preferito andare a un muro contro muro con la figc, ricorrendo al tar per infliggerle il colpo di grazia sotto il profilo economico e subire le angherie dell’Uefa, lasciandosi squalificare dalle competizioni europee. Il ritorno al successo dopo questa ingiusta sanzione, seppur contornato da un periodo di forte instabilità con i dovuti rischi anche commerciali, sarebbe stato pregno d’orgoglio. A differenza, adesso, più che di vincere le competizioni di Uefa e Figc delle quali si è rimasti prigionieri indifesi, la speranza diventa quella di veder collassare questi organi che agiscono politicamente impartendo penalità e ricatti sportivi insostenibili, pur di mantenere i loro privilegi".
  16. Maledetto. Dovevamo andare muro contro muro con la figc, farci squalificare dalla Uefa. Ora volevo vedere come sarebbe andata a finire. Altro che comunicato di uscire dalla Superlega.
  17. Ricordiamo anche le minacce di Evelina "Non dimentichiamoci che con la Uefa i rapporti non sono eccellenti dopo la questione Superlega: la Juve rimane una delle tre squadre che ancora mantengono vivo il progetto. Passi di avvicinamento non se ne sono visti al momento".
  18. Tanto per ricordare, riporto quanto scrissi quando studiarono a tavolino come revisionare un processo di assoluzione per punire la Juventus. Il vero e chiaro motivo che si palesa dietro a quest'attacco alla Juventus, risiede in una visione del calcio a più ampio raggio. Per capirlo bisogna tornare indietro al tentativo dei bianconeri, insieme ad altri blasonati club europei, di dar vita alla Superlega. Questa competizione avrebbe permesso alle sue partecipanti di aumentare notevolmente i ricavi, risolvendo una crisi ciclica (come quella attuale accelerata dalla pandemia) di cui il sistema economico capitalistico vigente in Europa (di cui il settore sportivo ne è una sotto realtà che segue le stesse logiche della sua macro struttura, venendone risucchiata - così come le arti - e tramutata in mera merce) ne è periodicamente e inevitabilmente soggetto. Gli interessi dei club europei come la Juventus che hanno le potenzialità per aumentare il loro indotto economico, si scontrano però con i regolatori attuali (la Uefa in Europa e le leghe nazionali) che dispongono di posizioni di privilegio, rappresentando anche la parte commerciale monopolista, detentori della funzione inquirente e giudicante del sistema auto costituito. La Juventus, con la figura del suo ex presidente Andrea Agnelli, era ben dentro a questo circuito, ricoprendo il ruolo di consigliere della FIGC, presidente ECA e ruolo nel comitato esecutivo UEFA. Agnelli ha deciso di abbandonare tutti gli incarichi per tentare di sovvertire il sistema, convinto che il congegno attuale non fosse più sostenibile, conducendo all'inevitabile collasso e ridimensionamento di tutti i club europei, eccetto quelli della Premier, destinati ad attrarre tutto il talento mondiale nel suo campionato. La Superlega avrebbe infatti soppiantato del tutto la Uefa. Le sue competizioni sarebbero scomparse, mentre le varie leghe nazionali si sarebbero ridotte a campetti d'allenamento, dove attuare un ferreo turnover, dato il campionato più importante da disputare ogni settimana contro le altre big del calcio europeo. La Uefa ha così trovato validi alleati nella federazione italiana e spagnola, nel tentativo di indebolire la Juventus, come anche il Barcellona. Per mantenere lo status quo, Uefa, Figc e Liga hanno sicuramente bisogno di ridurre le mire espansionistiche dei club che sostengono la Superlega. In Italia, indebolire la Juventus, significherebbe anche far dividere i posti in Champions ad altre quattro squadre, senza badare alla necessità di ridurre presto i costi, non potendo più aumentare i ricavi, ridimensionandosi al cospetto delle squadre inglesi. Questa prospettiva non tange la Figc, ben disposta a tutto pur di non vedere la Juventus spiccare ulteriormente il volo, non sapendole perdonare il successo per l'odio intrinseco che ne nutre e per il potere di cui attualmente dispone con l'importanza delle sue competizioni che con la Superlega verrebbe clamorosamente meno. Si capisce così il chiaro intento della Figc (alla quale, chissà, è forse stato promesso anche di poter organizzare un europeo?) di punire la Juve, spinta dal terrore di poter finire nel dimenticatoio, relegando la sua Serie A a manifestazione di periferia. Gli stessi media che gravitano intorno a un prodotto ormai logoro come il campionato italiano, pur di mantenere quei pochi privilegi che gli sono rimasti e gli indotti economici di cui dispongono, si schierano per mezzo stampa e televisivo apertamente contro la superlega, nel terrore di venir sostituiti in una visione più grande dell'industria calcistica. Ecco spiegato il contorno del metodo stalinista adottato contro la Juventus, mirando a colpire una società con continue accuse, illazioni, in una confusione difficile da decifrare, attraverso processi sfiancanti, difficoltà di programmazione, mancanza di serenità, dovendo continuare ad operare sotto il ricatto della richiesta di rinunciare alla Superlega, piegandosi al potere vigente che non intende passare la mano. Si spiega così facilmente la nomina di Gravina (presidente della figc) a vice presidente Uefa, dati i meriti riconosciuti nel tentativo di affossare la Juventus. Lo sforzo di entrare nel merito del diritto, lascia così tristemente il tempo che trova, quando l'organo giuridico non si comporta affatto come terzo e imparziale in merito alle fattispecie da giudicare, agendo col chiaro intento di punire una sola squadra (tenendo infatti fuori dal filone plusvalenze tutte le altre, compresi i club con cui la Juventus ha attuato compravendite e presunte partnership). L'autonomia dell'ordinamento sportivo diventa così un abuso improntato sull'accusa di slealtà sportiva, mancando qualsiasi tipo di reato. Evidenziando soltanto come a non esser leali, peccando in etica e moralità, siano soltanto coloro che lottano per dar sfogo al loro complesso di inferiorità e invidia nei confronti della Juventus, oltre che al timore di non contare più nulla, qualora nasca una competizione calcistica che soppianti o riduca drasticamente il seguito di tutte le altre. Utilizzare per questi intenti il diritto e la giustizia è davvero riprovevole.
  19. Quando non decide la "giustizia" sportiva italiana succede che le leggi si rispettano. Lo scopo finale rimane affossare del tutto la figc e i tribunali che comanda, devono scomparire o meglio elemosinare la Juve under 23 tra le partecipanti.
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