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dovsto

Tifoso Juventus
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  1. https://www.tuttosport.com/news/calcio/serie-a/juventus/2022/10/06-98080711/milan-juve_de_sciglio_ko_allegri_lo_perde_a_lungo_il_bollettino Ennesimo infortunio muscolare, a quanti siamo? Quanti ancora si dovranno infortunare prima di dare il benservito a questo signore? Purtroppo Ventrone non c'è più, è proprio vero, sono sempre i migliori che se ne vanno!
  2. Dove sta scritto che io non possa creare una nuova competizione senza il consenso dell'Uefa e senza dover uscire dall'Uefa? Quando sarà attiva la Superlega, l'Uefa potrà impedire la partecipazione in contemporanea alle manifestazioni dell'Uefa e della Superlega, ma fintanto che la Superlega non è attiva non può impedire un bel nulla IMHO
  3. Questo era decisamente un errore tecnico che, se non fosse stata interessata la Juve, sarebbe stato sicuramente invocato
  4. Io quel giorno ero allo stadio e devo dire che ebbi l'impressione che l'arbitro Bergamo avesse fischiato il fuorigioco prima che il pallone entrasse in rete
  5. In quei paesi la pedofilia non è reato, tanto che hanno un sacco di spose bambine
  6. Ma il primo video doveva essere visibile a tutti, almeno così avevo capito EDIT Si, effettivamente è come dici tu, per vedere il primo composto, bisogna comunque registrarsi
  7. Scusate, non ero andato a vedere sul sito cosa c'era di reale, però, adesso che ho verificato, vedo che il primo atto dura 2 minuti e 35 secondi, il secondo 2 e 33 secondi, il terzo addirittura 55 secondi e mi chiedo cosa si possa dire in così poco tempo Chiedo, pertanto, ai moderatori se possono cancellare la discussione Mi scuso con tutti per non averlo verificato prima
  8. MILANO - È disponibile da oggi su avvocati.it “Calciopoli - la verità degli avvocati”, una docuserie in tre episodi in cui vengono ricostruite le vicende del più grande scandalo calcistico italiano, delle conseguenze che ha generato da un punto di vista prima sportivo, nella caldissima estate del 2006, e poi in sede penale, con il processo che si è chiuso in Cassazione nel 2015. Il documentario, presentato da Guido Vaciago, direttore di Tuttosport, ricostruisce tutto il dibattimento processuale attraverso la voce dei protagonisti. Intervengono infatti l’avvocato. Maurilio Prioreschi, legale di Luciano Moggi, e l’avvocato Tito Lucrezio Milella, legale della FIGC, oltre ad Alvaro Moretti, oggi vicedirettore de “Il Messaggero”, ai tempi inviato di Tuttosport.
  9. Noi vinciamo senza ruvvare POCO Questo è un altro miracolato dal provolone
  10. Posso dire che, secondo me, manca la peggiore di tutte, aver ripreso quel sanguisuga inetto di allegri?
  11. Sarebbe confortante sapere che il suo atteggiamento sia provocato da qualcosa che fuma, invece, secondo me è proprio così di natura
  12. Com'era la storia che se Miretti avesse giocato dall'inizio se lo sarebbero mangiato? Primo tempo sontuoso, un giocatore da tenere, far giocare e valorizzare Mi aspetto che si stesso modo venga valorizzato Fagioli
  13. 38 partite di campionato, 8 di champions, 4 di coppa Italia, 1 di supercoppa più amichevoli varie l'anno scorso, 2 di campionato ed amichevoli varie quest'anno non sono sufficienti? Rischiamo di fare la fine del rospo che non percependo l'aumento di temperatura finisce per essere bollito
  14. Ci si dimentica che, nell'epoca dei tre punti, sono più convenienti due vittorie ed una sconfitta invece di tre pareggi Però abbiamo un allenatore, adorato da una parte della tifoseria, che se ne esce con le battute tipo "in due partite non abbiamo preso gol", "il calcio è un gioco semplice, basta passare la palla a quelli che hanno una maglia uguale alla tua", "Miretti non sa giocare a calcio perché ha dato un colpo di testa andando all'indietro" etc etc In tutto questo i nostri fanno millemila passaggi tra i centrali difensivi con qualche variante sui terzini o sul portiere senza fare alcun progresso. Ripeto, non ho le competenze per dire chi e come devono giocare i nostri, però so che questo modo di giocare, oltre ad annoiarmi, è anche poco o per niente produttivo
  15. "Inter, Steven Zhang nei guai. Il tribunale di Hong Kong: "Deve pagare 255 milioni ai creditori" Il presidente nerazzurro aveva garantito una operazione di finanziamento di una sua società, negando poi l'autenticità delle proprie firme. Tesi smontata da una perizia calligrafica che gli ha dato torto Steven Zhang dovrà pagare 250 milioni di euro ai creditori. Lo ha stabilito un tribunale di Hong Kong, che ha dato torto al presidente dell'Inter, parte in una causa intentata nei suoi confronti da alcuni creditori. Secondo quanto riporta il South China Morning Post, Zhang è stato citato in giudizio lo scorso agosto da creditori intenzionati a recuperare una cifra prestata con l'emissione di un'obbligazione successivamente non garantita. Un prestito per 255 milioni Zhang aveva garantito il rifinanziamento di 255 milioni firmati nel 2020, in un'operazione conclusa con la China Construction Bank (Asia) Corporation Limited, a favore della Great Matrix Ltd, società da lui interamente controllata. Zhang in giudizio ha negato la sua regia, negando anzi l'autenticità delle firme apposte sui documenti che lo impegnavano. Il giallo delle firme, Zhang messo alle strette da una perizia La cosa però non ha convinto il giudice il quale non ha espresso dubbi, forte di una perizia calligrafica attestante che le firme fossero autentiche, sul fatto che il presidente nerazzurro abbia "partecipazione al finanziamento originario del progetto, per il quale aveva dato le sue garanzie personali" Questi sfintertristi non si smentiscono mai Degno presidente di una squadra di prescritti cartonati
  16. Superlega Vs Uefa: "Il calcio rispetti le leggi dell'UE" La prima indicazione di quale potrebbe essere l’esito finale del caso arriverà il prossimo 15 dicembre Gli avvocati che frequentano la Corte di Giustizia Europea la chiamano “la pallottola”. È la domanda di uno dei giudici della Corte che arriva senza preavviso e può spaccare in due la tesi di una delle parti. Ieri pomeriggio, per esempio, durante l’udienza che contrappone la Super League e l’Uefa, il giudice svedese Nils Wahl ha chiesto alla Commissione Europea, che spalleggia l’Uefa nel procedimento: «Condotte come quelle dell’Uefa sarebbero considerate un boicottaggio in qualsiasi altro ambito economico, perché non nel calcio?». Una domanda secca e diretta che ha ottenuto una risposta piuttosto evasiva, al punto che lo stesso Wahl ha definito «incoerenti» alcuni elementi dell’argomentazione dell’esecutivo europeo (oltrettutto riprendendo l’avvocato della Commissione che scuoteva polemicamente la testa) e ha rimproverato la Commissione di non aver fornito indicazioni chiare sul fatto che l’Uefa stesse concretamente violando la normativa antitrust dell’Unione Europea. La “pallottola” è partita e, anche solo di striscio, ha colpito. Tant’è che lo stesso avvocato della Commissione è stato protagonista di un altro passaggio chiave della giornata di ieri, quando ha detto: «L’Uefa potrebbe avere obiettivi legittimi per limitare la concorrenza, ma qualsiasi difesa del “modello sportivo europeo” (concetto sbandierato più dall’Uefa, ndr) deve rispettare la legge europea, in particolare per quanto riguarda la legge sulla concorrenza e le libertà fondamentali». Perché il nocciolo della questione è e rimane quello: al netto di quanto si pensi male della Super League, davanti alla Corte Europea c’è l’ipotesi di monopolio e di abuso di posizione dominante da parte dell’Uefa. È quello il punto che può far saltare l’Uefa così come la conosciamo, perché accentratrice di troppi poteri, senza oltretutto fare molto per dissimularlo. Come si evince dalla circolare del 13 giugno, che potrebbe diventare un potenziale autogol nella vicenda giudiziaria presso la Corte. Gli avvocati della Super League hanno infatti chiesto in modo retorico se, secondo loro, l’Uefa avrebbe mai permesso una qualsiasi alternativa alla Champions League. E gli stessi legali hanno risposto esibendo la circolare: «No. E lo ha detto la Uefa stessa in un suo documento sull’autorizzazione delle competizioni internazionali pubblicato il 13 giugno». In quella circolare, l’articolo 7.4 stabilisce, nero su bianco e firmato da Aleksander Ceferin in persona, che «l’autorizzazione a qualsiasi competizione Internazionale per club sarà soggetta alle seguenti condizioni cumulative in modo che non influisca negativamente sul buon funzionamento della Champions League». E l’elenco delle condizioni è identico a quelle richieste dalla Champions League. Insomma: «Non avrai altra Champions al di fuori di quella dell’Uefa». Passando dalla Bibbia al Trattato di Roma, in quei fogli potrebbe essere riconsciuta una grave violazione delle leggi sulla concorrenza, visto che si tratta di un esplicito divieto di organizzare manifestazioni alternative. Peraltro, in apertura di udienza, gli avvocati della A22 (la società spagnola che sta dietro la Super League) avevano buttato lì un retroscena piuttosto scabroso: Ceferin avrebbe detto agli organizzatori di un torneo amichevole negli Stati Uniti che «se avessero lavorato con i tre club della Super League (Juventus, Barcellona e Real Madrid) l’Uefa non avrebbe avuto alcun rapporto commerciale o personale con loro», sottolineando che si trattava di un grosso errore. I giudici tuttavia non sono parsi troppo interessati alla cosa (hanno richiamato l’attenzione sul merito). Alla fine, dunque, la seconda e ultima udienza del caso Uefa-Superlega non sembra essere andata molto bene per l’Uefa, anche se la massima istituzione del pallone europeo ha incassato una lunga litania di pareri favorevoli da parte Stati membri che hanno spalleggiato Ceferin. Dicono che i giudici della Corte solitamente non si fanno influenzare dai Governi, ma la politica è stata tutta dalla parte dell’Uefa. Forse, tuttavia, con argomenti piuttosto vaghi e retorici, visto che la stessa Super League ha chiarito che il torneo che vorrebbe organizzare non sarebbe «chiuso» e che quello dell’annuncio dell’aprile 2021 era un formato provvisorio e che l’obiettivo era di creare una piattaforma che permettesse ai club di organizzarsi a livello internazionale come fanno a livello nazionale. E gli ideatori della Superlega hanno precisato di non essere vincolati ad alcun formato specifico. Insomma, nessuno fra quelli che la osteggiano, a partire dall’Uefa, sembra sapere cosa sia veramente la Super League, demonizzata come circolo di club ricchi (quando in Champions vengono tollerati e favoriti il City e il Psg), ma che probabilmente sta ripensandosi con un meccanismo di promozioni e retrocessioni, in linea con la meritocrazia del cosiddetto «modello sportivo europeo», spesso richiamato dall’Uefa nel dibattimento. E adesso? Segnatevi questa data: 15 dicembre. Dieci giorni prima di Natale, infatti, l’avvocato generale della Corte Europea consegnerà la sua relazione alla Corte stessa. Di solito leggendla si capisce che aria tira (nell’80% dei casi il suo parere coincide con quello dei giudici) e nel giro di 40/45 giorni solitamente arriva il pronunciamento della Corte. Ipotesi? Ieri c’era chi diceva che lo statuto dell’Uefa non può passare indenne dal procedimento e che qualche cambiamento dovrà avvenire. Se questo porterà proprio alla Superlega, a qualcosa di simile o solo a una riforma dell’Uefa dipenderà dalle idee che i giudici hanno iniziato a formarsi ieri e l’altro ieri. La graniticità dell'UEFA comincia a scricchiolare?
  17. Gli inglesi non volevano fare neppure la coppa Rimet, poi sappiamo com'è andata a finire Peraltro, in caso di vittoria della Superlega, voglio vedere i club inglesi tirare fuori i soldi per recedere dalla Superlega
  18. Uefa-Superlega da brividi: al via il dibattimento che può cambiare il calcio Presso la Corte di Giustizia Europea inizia il procedimento legale più importante della storia del calcio europeo: si deciderà se l’Uefa detiene un monopolio Oggi inizia il procedimento legale più importante della storia del calcio europeo. Presso la Corte di Giustizia Europa inizierà il dibattimento sul contenzioso fra l'Uefa e la Superlega: comunque vada a finire, chiunque vinca, ci sarà un prima e un dopo questo pronunciamento. Se la Corte riconoscesse le ragioni della European Super League, si avrebbe il via libera per la costituzione di una nuova competizione continentale, senza che l'Uefa possa sanzionare in alcun modo i club che volessero aderirvi. Se la Corte dovesse decidere in favore dell'Uefa, l'organizzazione che governa il calcio europeo sarebbe ancora più forte nella gestione di tutte le competizioni e nell'impedire la nascita di altri tornei, anche se molto difficilmente la Corte consentirebbe alla stessa Uefa di prendere provvedimenti disciplinari contro i club che hanno promosso il tentativo di formare la Super League. Questo perché, appunto, si è trattato di un "tentativo", ma soprattutto perché negli articoli 101 e 102 del Trattato di Roma, quelli che regolano la concorrenza, in determinati casi viene eccezionalmente concessa l'esistenza di monopoli, a patto però che non sanzioni in modo sproporzionato chi vi aderisce. Insomma, anche con una vittoria alla Corte, l'Uefa non potrebbe escludere Juventus, Barcellona e Real Madrid dalle sue competizioni anche solo per una o due stagioni. In compenso, però, l'Uefa si ritroverebbe con un potere pressoché assoluto in ambito commerciale e tutti i club dovrebbero sottostare alle sue decisioni. Ma l'Uefa ha possibilità di vincere? Un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea non è terreno di pronostici, ma rileggendo attentamente gli articoli 101 e 102 è difficile non riconoscere i tratti di monopolio all'Uefa. Il primo tratta i monopoli o i cartelli e recita: «Sono incompatibili con il mercato interno e vietati tutti gli accordi tra imprese, tutte le decisioni di associazioni di imprese e tutte le pratiche concordate che possano pregiudicare il commercio tra Stati membri e che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza all'interno del mercato interno». E al comma B, si legge: «in particolare quelli consistenti nel limitare o controllare la produzione, gli sbocchi, lo sviluppo tecnico o gli investimenti». E, di fatto, il comportamento dell'Uefa con le competizioni europee rientra in modo abbastanza preciso, anche perché in un unico organismo raggruppa il potere organizzativo (esecutivo), quello disciplinare (giudiziario) e quello legislativo costruendo il regolamenti. Oltre al fatto che organizza i tornei, ne commercializza i diritti, ridistribuendone i proventi secondo i suoi criteri: forse un po' troppo in un unico ente. Il 102 tratta l'abuso di posizione dominante: «È incompatibile con il mercato interno e vietato, nella misura in cui possa essere pregiudizievole al commercio tra Stati membri, lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante sul mercato interno o su una parte sostanziale di questo». E anche in questo caso lo scenario dell'attuale governo Uefa sembra rientrare in questa casistica, impedendo ai club di formare tornei alternativi. C'è però un "ma". Perché i due articoli, 101 e 102 del TFUE, precisano: «Tuttavia, le disposizioni possono essere dichiarate inapplicabili qualora le pratiche con Aleksander Ceferin, 54 anni, presidente dell’Uefa tribuiscano a migliorare la produzione o la distribuzione dei prodotti o a promuovere il progresso tecnico o economico, pur riservando agli utilizzatori una congrua parte dell'utile che ne deriva». Ed è il passaggio che può salvare l'Uefa: la specificità dello sport farebbe sì, agli occhi di un eventuale avvocato di Ceferin, che sia indispensabile avere un unico ente a cui fare riferimento, visto che una frammentazione potrebbe essere dannosa al movimento stesso, tuttavia attenzione al discorso delle sanzioni Uefa contro i tre club. L'eccezione può essere accettata a patto che l'ente monopolista «eviti di imporre alle imprese interessate restrizioni che non siano indispensabili per raggiungere tali obiettivi» La Super League punterà dunque a dimostrare l'effettivo monopolio dell'Uefa e sul fatto che questo impedisca una libera concorrenza all'interno dell'Unione. L'Uefa sosterrà che se qualcuno vuole creare un torneo alternativo può farlo senza problemi, ma non può più iscriversi alle sue competizioni. Ma la creazione di un nuovo torneo potrebbe richiedere un paio d'anni e nel frattempo l'Uefa non potrebbe impedire l'iscrizione dei club che lo stanno fondando. Anche questo è un dettaglio molto significativo che potrebbe emergere nel pronunciamento. Oggi si inizia con il dibattimento, a ottobre e novembre potrebbe esserci il parere dell'avvocato generale (molto importante perché inquadra il tema per la Corte e spesso il suo parere coincide con la decisione finale), entro fine anno o all'inizio del 2023 il pronunciamento, che diventerà legge per tutti gli Stati dell'Unione. Stamattina parleranno prima i legali della Superlega, poi ci saranno le arringhe di Uefa, Fifa, Liga e federcalcio spagnola, Governo italiano e un’altra ventina di governi e la Commissione UE, tutti sostanzialmente contrari alla Superlega. Curioso, visto che l'attuale sistema Uefa finirà per favorire uno stato appena uscito dall'Unione, l'Inghilterra destinata al dominio totale del calcio continentale con le regole attuali (oltre al fatto che in questo momento ci sono più paesi extra UE che aderiscono all'Uefa rispetto a quelli dell'Unione). Ma la Corte Europea non ha mai tenuto in grande considerazione il parere dei Governi. Un esempio? Il caso Bosman vide tutti i governi schierati con l'Uefa e l'Uefa fu sconfitta da Bosman e dall'avvocato Jean-Louis Dupont. A proposito, sapete qual è l'avvocato della Super League? Sì, Jean-Louis Dupont.
  19. Lo so, era solo per sottolineare che è inutile aspettarci delle scuse, anzi, per il sentimento popolare, noi saremo sempre e comunque colpevoli
  20. Ancora non si arrendono e meno male che "sarebbe" un giornale di famiglia. Come suol dirsi, con amici così non abbiamo bisogno di nemici
  21. Dalla regia suggeriscono che rimarrà dello United fino al 38 giugno
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