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andrea

La Juventus e la famiglia Agnelli

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Agnelli e la Juventus Cent’anni dalla A alla Z
Il 24 luglio 1923 Edoardo diventa presidente della società Comincia un’avventura di grandi successi, di straordinari campioni, di partite indimenticabili


 

Sono passati cento anni da quando è iniziata la storia infinita tra la famiglia Agnelli. Un traguardo secolare vissuto tra grandi imprese sportive, storie personali, campioni arrivati a Torino, traguardi raggiunti sul campo ma anche vicende dolorose e polemiche che hanno animato la passione bianconera.
A — Avvocato
Il soprannome di Gianni Agnelli, laureato in Giurisprudenza senza però l’abilitazione alla professione forense. Ha fatto la storia industriale del Novecento. Senatore a vita, presidente della Fiat e della Juve, icona bianconera.
B — Boniperti
Bandiera da giocatore e poi da presidente. Convinse l’avvocato a farsi dare per ogni gol una mucca, che lui sceglieva spesso gravida. Eleganza e rigore, ai giocatori diceva: «Si tagli i capelli e torni domani».
C — Calciopoli
Una delle pagine più buie dello sport nazionale. Lo scandalo nell’estate 2006 costò la retrocessione in Serie B e gli scudetti del 2004-05 e 2005-06. Fine della triade Moggi-giraudobettega.
D — Del Piero
L’ultimo grande idolo. Ha unito la generazione dell’avvocato a quella di Andrea Agnelli. L’uomo dei record di presenze (705) e gol (290) in bianconero, capitano dal 2001 al 2012. Come lui nessuno mai.
E — Edoardo
Il 24 luglio 1923 il cavaliere Edoardo Agnelli — figlio del senatore Giovanni, il fondatore della Fiat — diventò presidente della Juve subentrando a Gino Olivetti. Morirà a 43 anni, tranciato dall’elica del suo idrovolante.
F — Fiat
Il marchio della famiglia Agnelli, legato indissolubilmente alla Juve. Nel 2014 diventa FCA, dopo la fusione con Chrysler Group. Nel 2021 Fca si fonde quindi con Psa, dando vita all’attuale Stellantis.
G — Giovannino
Primogenito di Umberto, nipote di Gianni. La sua «palestra» è la Piaggio. Destinato a essere l’erede designato della famiglia più potente d’italia, muore di tumore nel 1997, a soli 33 anni.
H — Halas
La famiglia che da 102 anni possiede i Chicago Bears di football americano (la patron, Virginia Halas, oggi ha 100 anni), l’unica grande proprietà sportiva con una storia più lunga di quella tra gli Agnelli e la Juve.
I — Imprinting
La famiglia Agnelli ha cercato di trasmettere i suoi codici di generazione in generazione. Capacità imprenditoriali, carisma, stile e amore sfrenato per la Juve. Questione dinastica di sangue.
L — Lapo e John
I fratelli Elkann, così vicini e così lontani. La passione e la ragione. «Siamo molto uniti nella nostra diversità», così Lapo smentisce presunti dissidi fraterni riguardo la gestione della Juve e della Ferrari.
M — Mantra
Lo slogan di Edoardo Agnelli: «Ricordiamoci che una cosa fatta bene può essere sempre fatta meglio». Il motto di Boniperti: «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta».
N — Nomignoli
L’avvocato amava dare soprannomi. «Se Baggio è Raffaello, allora Del Piero è Pinturicchio». Alex poi diventò anche «Godot», Boniek era invece «bello di notte» e Gentile «Gheddafi».
O — Orologio
Gianni Agnelli lo portava sul polsino. E poi la cravatta sopra il pullover, i jeans Levi’s, il piumino smanicato, le scarpe Tod’s con i pallini sotto la suola e gli scarponcini ortopedici marroni.
P — Platini
Gianni Agnelli si impose su Boniperti per portare Le Roi a Torino. Così l’avvocato: «Platini lo abbiamo preso per un tozzo di pane, poi ci abbiamo aggiunto molto caviale ma se lo è meritato».
Q — Quinquennio
Fu d’oro quello dal 1930 al 1935, quando la Juve di Combi, Rosetta e degli oriundi conquistò cinque scudetti consecutivi. Primato superato dalla Juve di Andrea, nove tricolori di fila dal 2012 al 2020.
R — Ronaldo
L’ingaggio nell’estate 2018 di CR7, per 117 milioni più 31 annui di stipendio, per molti è l’inizio della fine dell’era Andrea Agnelli. Diceva bene l’avvocato: «La maglia deve contare più dei nomi».
S — Sivori
«El Cabezon», talento ribelle. Battezza un’era di Palloni d’oro bianconeri. I suoi successori sono Paolo Rossi, Michel Platini, Roberto Baggio, Zinedine Zidane, Pavel Nedved e Fabio Cannavaro.
T — Tragedie
Tre su tutte. La strage dell’heysel, il 29 maggio 1985 a Bruxelles persero la vita 39 persone. E le morti premature del 36enne Gaetano Scirea nel 1989 e del 23enne Andrea Fortunato nel 1995.
U — Umberto
Nel 1955 diventa presidente della Juve a 21 anni, rimanendo in carica fino al 1962. Dal 1959 al 1961, il Dottore presiede anche la Figc. Suoi gli ingaggi di Sivori e Charles, sua l’idea della stella sulle maglie.
V — Villar Perosa
Il feudo degli Agnelli dal 1853, quando la famiglia si regala una villa settecentesca. Nel 1959 la prima sfida tra Juve A e Juve B. Niente vernissage nell’estate del centenario, con buona pace della tradizione.
Z — Zoff
Portiere e poi allenatore bianconero, capitano azzurro al Mundial 1982. Tacconi nel 1984 si lamentò di non averlo più come preparatore. L’avvocato: «Ho letto che le manca Zoff, sapesse quanto manca a noi».

 

Modificato da andrea

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«Ho immortalato l’avvocato con Kissinger, Gorbaciov e Bush» Salvatore Giglio: mi disse che avrebbe continuato a vivere grazie al mio lavoro
Il professionista che per 25 anni è stato il fotografo della famiglia «Se un rapporto dura tanto è perché c’è un legame di sangue»


T. Orm. · 23 lug 2023

Gianni amava stare tra la gente, Umberto era più sulle sue, era riservato Boniperti si muoveva di continuo, Chiusano invece era sempre immobile
«Novembre 1997, mostra del Centenario della Juventus. Chiamai quattro operai brizzolati per studiare i riflessi della luce sui loro capelli e su quella storica panchina. “Salvatore, come devo mettermi?”. Avvocato, provi ad accavallare una gamba come fa allo stadio. “E io?”. Dottore, lei invece incroci le gambe». Clic. Nasce così una delle fotografie più iconiche della storia bianconera. L’avvocato e il Dottore, ça va sans dire, sono Gianni e Umberto Agnelli: «Il primo amava stare tra la gente, il secondo era più sulle sue, aveva un carattere riservato». Chi scatta e racconta è Salvatore Giglio, il fotografo che ha immortalato quasi metà del secolo di proprietà bianconera degli Agnelli: le sue migliori immagini sono esposte nella sala mostre di Grande Marvin (via Carlo Alberto 48), fino a settembre.
C’erano anche Boniperti e Chiusano, su quella famosa panchina.
«Si, a Boniperti chiesi di fermarsi un attimo, perché si muoveva di continuo. Chiusano invece era immobile come un calciatore in barriera. Non dimenticherò mai cosa mi disse l’avvocato dopo quello scatto».
Cosa?
«Mi disse: “Salvatore, il giorno in cui non ci sarò più continuerò a vivere attraverso le sue foto”. Quando si dice immortalare qualcuno... L’ho fotografato anche con Kissinger, Gorbaciov e Bush. Cominciai nel 1976, con la Juve dell’avvocato, Boniperti e Trapattoni. Per 25 anni sono stato il fotografo ufficiale. Poi ho continuato fino al 2020, da libero professionista. Ora basta: niente stadio, nessuna partita nemmeno in tivù. Vivo con la mia memoria fotografica».
Un secolo di conduzione familiare, come è stato possibile?
«Se un rapporto dura così tanto è perché c’è un legame di sangue, un legame infinito. Gli Agnelli hanno scritto una vicenda fatta di campioni, penso ai Palloni d’oro come Sivori, Platini, Baggio e Del Piero. Ma hanno scritto anche pagine fondamentali della vita torinese e italiana e di quattro generazioni di tifosi bianconeri. La storia non si può cancellare».
Il vernissage di Villar Perosa invece sì, proprio nell’anno del centenario.
«L’avvocato ci sarebbe rimasto malissimo, anche a proposito di certe dispute in famiglia per la sua eredità. Lui teneva tantissimo alla tradizionale giornata di festa nel loro feudo di famiglia. Amava stare in mezzo ai tifosi, si sedeva anche per terra, sul prato, insieme a loro. Aveva sempre una parola per tutti, pure per noi fotografi».
Lei fotografò anche Platini a Tokyo e la strage dell’heysel.
«Quella di Platini, sdraiato e sconsolato dopo un gol annullato nella finale di Coppa Intercontinentale, è la foto che mi ha fatto conoscere nel mondo. Quanto all’heysel, molti criticarono quelle immagini che non avrei mai voluto scattare. Ma dovevo fare il mio lavoro: ero a Bruxelles inviato dalla Juve e dal Guerin Sportivo. Soffro ogni volta che le rivedo sul mio pc, dove ho anche le foto scattate a Superga subito dopo la tragedia: le ho dal 1986, quando comprai l’archivio storico di Pasquale Petrone».
Come erano Edoardo e Giovannino?
«Edoardo non aveva molta voglia di seguire le orme dell’avvocato. Era un simpatizzante granata? Sì, ma lo errano anche Umberto e soprattutto Giraudo. Giovannino era il prediletto dell’avvocato, ho una sua bellissima foto a Villar Perosa mentre si riscalda con Platini».
Un’immagine di Andrea, John e Lapo?
«Andrea da bambino si metteva dietro alla porta per seguire meglio l’allenamento. Poi andava dal Trapattoni a chiedere di tutto. Era curiosissimo. I suoi cugini sono quelli di una volta. John più posato, sembra distaccato ma ama e conosce tutto della Juve. Lapo scatenato, tifoso da curva senza peli sulla lingua».


 

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«Quello stile Juve che da granata ho conosciuto e sempre patito»

 

di Gian Paolo Ormezzano · 23 lug 2023



Difficile trovare qualcosa di nuovo da scrivere per celebrare i cent’anni dell’ascesa alla Juventus degli Agnelli, famiglia piemontese di Villar Perosa ad onta di origini comasche che Gianni Brera lombardissimo volle sempre affibbiare alla dinastia juventina. Si parte dalle simpatie italiane per l’incipiente e presto dilagante club calcistico bianconero del senatore Giovanni, il fondatore della Fiat. C’è tantissima storia del calcio italiano che si modella ed esalta ai vertici sulle storie del calcio juventino, internazionalmente interessato prima all’ungheria di Karoli tecnico e Hirzer giocatore, poi al Sudamerica degli oriundi argentini Monti-orsi-cesarini. Ci sono felicissimi agganci azzurri sino ai titoli mondiali.
Per non riscriverci addosso, qui partiamo dalla vicenda mai abbastanza reclamizzata di Bruna, terzino vercellese bianconero di valore, a Torino operaio ovviamente Fiat. Fu lui a suggerire a Edoardo Agnelli, figlio del senatore padrone, di occuparsi più a fondo della Juventus. Edoardo apprezzò l’invito e dal 24 luglio 1923, subentrando a Gino Olivetti, la sua famiglia si incarnò anche burocraticamente nella sua presidenza. Edoardo morì a 43 anni, nel 1935, colpito da una pala dell’idrovolante su cui era ammarato a Genova. La famiglia rimase alla presidenza, dal 1947 con Gianni e dal 1955 al 1962 con suo fratello Umberto.
Tragica anche la fine del figlio di Umberto, quel Giovannino stimatissimo dallo zio Gianni, morto di male bastardo nel 1997 ad appena 33 anni.
Chi scrive queste righe certifica da giornalista di un’ampia democrazia stracittadina del casato comunque padrone. Lo sa grazie anche all’amicizia forte e vera con lo storicissimo presidente juventino Giampiero Boniperti. Lo sa dalla bella consuetudine di dialoghi anche vis-à-vis con Gianni Agnelli, che come Giampiero voleva bene anche al Torino ma senza dirlo forte. Lo sa perché c’è una storia bianconera bella e forte residua anche alle «moggezze» eccetera, ai calcoli arbitrari degli scudetti, alle follie della Superlega. Lo sa perché da granata ha conosciuto e patito lo stile Juventus quando c’era (lo stile). Stile che resse, se si vuole affinando nel dramma la sua forza morale, a grandi tragedie della famiglia, l’ultima nel 2000 legata al suicidio di Edoardo Agnelli, 46 anni, figlio dell’avvocato. Lo sa perché è ecumenicamente triste per la città e per l’amico Giampiero vedendo le nubi sportive e giudiziarie che ancora ci sono e non si dissolvono. Nemmeno adesso che anche la Superlega, creatura-creazione di Andrea Agnelli, abile ma discusso presidente di famiglia dal 2010 al 2023, è evaporata sotto questi soli infernali.


 

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Joined: 09-Apr-2008
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La Juventus e la Famiglia Agnelli: una storia che sarebbe bene finisca. E pure alla svelta

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Joined: 12-Aug-2011
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è qui la festa?

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Joined: 29-May-2007
13583 messaggi

è tempo di cedere.

 

tanto uno sta in olanda e ce rimane

 

a quell'altro non je ne pò fregà de meno

 

 

 

 

cancellassero sta postilla sul testamento e sticazzi

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Joined: 30-Apr-2009
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Grazie di tutto ma è ora di spezzare questo binomio. Gli eredi Agnelli non hanno nulla a che fare coi loro ascendenti. 

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Joined: 18-Jun-2007
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Leggi la storia della Juve e del rapporto viscerale con la famiglia Agnelli e ti viene la pelle d'oca...vai sulla pagina Facebook della Juve e leggi le parole di ElKane e Lapo (Andrea manco lo cacano) e di altri tifosi illustri tipo Linus (proprio lui!!) e ti viene da piangere/vomitare.

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Joined: 05-Jun-2006
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L'Avvocato telefonava alle sei di mattina ad allenatori e giocatori per sapere della Juve. Il Fratello Umberto e suo figlio Andrea spesso ma ad altre ore. Elkan ... non mi risulta abbia mai chiamato qualcuno.

Modificato da JUVE FC
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Joined: 02-Apr-2008
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Adesso, JUVE FC ha scritto:

L'Avvocato telefonava alle sei di mattina allenatori e giocatori per sapere della Juve. Il Fratello Umberto e suo figlio Andrea spesso ma ad altre ore. Elkan ... non mi risulta abbia mai chiamato qualcuno.

John alle 6 di mattina sta ancora sotto le coperte con la camicia da notte e cappello col pon pon

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Joined: 24-Jan-2008
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Ho sempre pensato che avere la famiglia agnelli dietro fosse una sicurezza, che non l'avrei mai cambiata per il magnate di turno.

Si, abbiamo vinto tanto, ma l'abbiamo anche presa nel coolo due volte senza che nessuno battesse ciglio, quindi tutta questa sicurezza io non ce l'ho più.

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Joined: 01-May-2010
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Ha ancora senso parlare di famiglia "Agnelli"?
Boh.

Inviato dal mio Redmi Note 9 Pro utilizzando Tapatalk

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Joined: 12-Jun-2005
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cartina tornasole della gestione sportiva elkaniana penso sia il rendimento di scuderia ferrari dal 2006 ad oggi

 

settore molto più affine e di interesse strategico per exor non a caso s'è messo lui in prima persona come presidente appena ritenutosi pronto 

 

 

non servono tanti commenti

 

 

come non capirci un letterale kazzo di nulla per un ventennio nonostante un malloppo impressionante di soldi a disposizione 

 

 

mò figuratevi per lo sport con "22 deficienti in mutande che covvono dietvo a una palla"

Modificato da Ibra
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Joined: 12-Aug-2007
773 messaggi
8 minutes ago, Ibra said:

cartina tornasole della gestione sportiva elkaniana penso sia il rendimento di scuderia ferrari dal 2006 ad oggi

 

settore molto più affine e di interesse strategico per exor non a caso s'è messo lui in prima persona come presidente appena ritenutosi pronto 

 

 

non servono tanti commenti

 

 

come non capirci un letterale kazzo di nulla per un ventennio nonostante un malloppo impressionante di soldi a disposizione 

Mette gente raccomandata ovunque e poi si chiede come mai non funziona nulla.

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Joined: 05-May-2006
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54 minuti fa, Tiger Jack ha scritto:

John alle 6 di mattina sta ancora sotto le coperte con la camicia da notte e cappello col pon pon

Tipo Marchese del Grillo

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5 minuti fa, Ritchieb ha scritto:

Tipo Marchese del Grillo

Esatto  .asd

 

maxresdefault (13).jpg

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Joined: 26-Apr-2009
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La storia del binomio della Juve e famiglia Agnelli è stato qualcosa di emozionalmente unico.

Poi è finito tutto, oggi viviamo il binomio Juve e famiglia Elkann ed è tutto un'altra storia!

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Joined: 08-Sep-2006
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Oggi è un giorno di celebrazione.

100 anni non sono uno scherzo.

Io che ne ho vissuti più della metà ne sono soddisfatto ne sono contento, 

anche se ci sono stati brutti periodi come il 2006 e questo ultimo anno.

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Sono stati 100 anni quasi sempre gloriosi. I problemi sono cominciati guarda caso come sono venuti a mancare l'Avvocato e il dottor Umberto, però ci sono stati anche altri trofei vinti e investimenti importanti. Duro ragionare sul fatto che sia meglio che il matrimonio finisca o vada avanti, in questo momento le cose non vanno bene ma non invidio la situazioni in cui si ritrovano gli altri club italiani, in mano a presidenti squattrinati o fondi di investimento poco interessati ai risultati sportivi, in altre parole oggi le cose non vanno bene ma potrebbero andare molto peggio .

In ogni caso resterà per sempre  un legame indissolubile di dolci ricordi e di trionfi tra la Juventus e la famiglia, quantomeno con quella parte della famiglia che porta il cognome Agnelli.

 

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La storia Juve-Agnelli è finita già nel 2004 con la morte di Umberto.

Quella che è venuta dopo è stata un'altra storia.

 

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Joined: 30-Jun-2006
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Sarebbe bello terminasse in occasione del centenario; ormai gli eredi hanno solo trascinato questa storia nel fango...

 

PS: festeggiano il patteggiamento?

Modificato da funkyrap

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Speriamo che aver fatto 100 li compiaccia e gli basti così... AA l unico degno anche se ha chiuso male è sempre stato presente.

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Strano che si festeggi il centenario della famiglia Agnelli alla Juventus proprio quando non vi è rimasto nulla degli Agnelli: stile, competenza, potere, passione...e pure il cognome.

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